Una piastrella a base di funghi che replica la pelle di elefante per raffreddare gli edifici

Una piastrella a base di funghi che replica la pelle di elefante per raffreddare gli edifici

Scienziati della NTU Singapore hanno sviluppato piastrelle di funghi biodegradabili con texture ispirata alla pelle degli elefanti, capaci di raffreddare edifici senza energia. I test confermano un'efficace regolazione termica. Ora i ricercatori lavorano per migliorarne durabilità e produzione su larga scala.

di pubblicata il , alle 11:01 nel canale Scienza e tecnologia
 

In futuro potremmo avere edifici raffreddati grazie a piastrelle di funghi, una soluzione ecologica e a basso consumo energetico sviluppata da un team di scienziati della Nanyang Technological University (NTU) di Singapore, in collaborazione con la società di design biomimetico bioSEA.

La tecnologia si basa sull'utilizzo del micelio, la parte vegetativa dei funghi, costituita da una rete di filamenti sottili chiamati ife, per creare un materiale isolante che, grazie a una particolare texture ispirata alla pelle degli elefanti, è in grado di regolare il calore in modo naturale ed efficiente.

Le piastrelle, realizzate combinando micelio del fungo Pleurotus ostreatus con trucioli di bambù riciclati da scarti dell'industria del mobile, avena e acqua, sono state lasciate crescere per quattro settimane al buio prima di essere essiccate a circa 50°C per tre giorni. Il risultato è un materiale altamente poroso, che offre un'eccellente capacità isolante, comparabile o addirittura superiore ai materiali sintetici attualmente utilizzati in edilizia.

Ciò che rende davvero speciale il tutto è la texture delle piastrelle, progettata per replicare la pelle degli elefanti. Questi animali, privi di ghiandole sudoripare, utilizzano le rugosità della pelle per trattenere l'umidità e facilitare il raffreddamento evaporativo. Allo stesso modo, le piastrelle di funghi sono state modellate con una superficie irregolare che consente di trattenere l'acqua e rallentare l'assorbimento del calore.

I test di laboratorio hanno confermato l'efficacia della tecnologia: quando le piastrelle sono state esposte a una temperatura di 100°C per 15 minuti, quelle con la texture rugosa hanno dimostrato un raffreddamento del 25% più efficiente rispetto alle versioni piatte. Inoltre, in condizioni di umidità o pioggia, il loro effetto di raffreddamento è migliorato del 70%, grazie alla capacità della "pelle fungina" di respingere l'acqua e favorire il raffreddamento evaporativo.

Oltre al loro potenziale nel ridurre il consumo energetico per la climatizzazione degli edifici, queste piastrelle rappresentano anche una soluzione ecosostenibile che trasforma rifiuti organici in materiali funzionali e biodegradabili. Tuttavia, per rendere questa tecnologia commercialmente valida su larga scala, i ricercatori stanno ora lavorando su alcuni aspetti critici, come la durabilità meccanica e la possibilità di accelerare la crescita del micelio.

"Abbiamo sviluppato un'alternativa ecologica promettente che trasforma i rifiuti in una risorsa di valore, ripensando i materiali di gestione termica tradizionali", ha dichiarato la professoressa Hortense Le Ferrand, co-autrice dello studio. "Questa ricerca apre la strada a nuove applicazioni ispirate alla natura e all'uso di diversi ceppi di micelio per migliorare ulteriormente le prestazioni del materiale".

5 Commenti
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mail9000it05 Aprile 2025, 23:28 #1

Mah!

Sono scettico. Vedo molti problemi all'orizzonte di questo materiale soprattutto sulla produzione. Inoltre "a pelle" lo vedo adatto solo a determinati range climatici.
Per esempio: Con una rugosità del genere favorisce la presa della neve sul muro verticale. Quindi per i climi freddi non va bene. Forse anche i climi troppo secchi ove manca l'unidità superficiale da trattenere.
Insomma... un nuovo metodo per creare un materiale isolante in alternativa al sintetico.
Puó avere alcune applicazioni di nicchia interessanti ma non lo vedo come materiale a larga diffusione.
Felice se il futuro mi smentirà.
aled197406 Aprile 2025, 09:01 #2
e poi arriva "l'uomo nero"

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condivido le perplessità all'atto pratico di utilizzo e diffusione espresse da mail9000it

ciao ciao



Edit
sempre che non si finisca per far parte della tappezzeria

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Notturnia06 Aprile 2025, 11:48 #3
Parlano di un modo per riciclare gli scarti dell’industria del mobile..

Sono in Cina immagino perchè in Europa quegli “scarti” diventano cippato o pellet e sono usati e pertanto non esiste la materia prima di cui parlano..

Detto questo non mi pare un gran prodotto visto che gli isolanti termici esistono da tempo e non sono così costosi come lascia immaginare il difficile ciclo di produzione di questo fungo essiccato..
mail9000it07 Aprile 2025, 11:41 #4
Originariamente inviato da: Notturnia
Sono in Cina immagino perchè in Europa quegli “scarti” diventano cippato o pellet e sono usati e pertanto non esiste la materia prima di cui parlano...


Sicuramente anche in Cina gli scarti in Legno diventano cippato e pellet: non li facciamo solo noi in Europa. La materia prima esiste comunque perché è comunque uno scarto di un'altra produzione. Fare meno pellet non lo vedo come un problema.

Però ti è sfuggito il particolare che parlano di trucioli di bambù... e quelli in Europa proprio non li abbiamo
biometallo07 Aprile 2025, 13:09 #5
Originariamente inviato da: Notturnia
Sono in Cina immagino


Direi proprio di no, nelle prime righe dell'articolo si parla di "team di scienziati della Nanyang Technological University (NTU) di Singapore"

https://it.wikipedia.org/wiki/Singapore







Originariamente inviato da: mail9000it
Per esempio: Con una rugosità del genere favorisce la presa della neve sul muro verticale. Quindi per i climi freddi non va bene.


Sarà che abito a Milano e qui una nevicata "come si deve" non la vedo più dai tempi della lira (per dire questo inverno avrà nevicato una mezzoretta in tutto e il giorno dopo non ce ne era già più traccia) ma non mi sembra un grosso limite, penso che possa comunque essere usata in buona parte degli edifici del globo, e comunque già dalla descrizione fa pensare a qualcosa pensata per i climi caldi e umidi come appunto quello dove si trovano i ricercatori di Singapore.

[B]Il clima di Singapore nella classificazione dei climi di Köppen è equatoriale poiché senza la presenza di stagioni distinte (piogge-secca), con un'uniformità di temperatura e pressione, elevata umidità e precipitazioni abbondanti (la linea equatoriale difatti è prossima, solo 152 chilometri). Le temperature minime e massime medie annuali contemplano una forbice dai 22-23° ai 33-34 °C. In media l'umidità relativa ha come estremi: 95%, in tarda notte e al primo mattino e 60% nel pomeriggio. Nei periodi maggiormente piovosi, l'umidità può attestarsi per tutto il giorno prossima al 90% o superare di poco anche questo dato.[39] Le temperature minime e massime ufficialmente accertate registrate storicamente sono state rispettivamente 19,4 °C e 36,7 °C.[/B]

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