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Senior Member
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Liberalismo: Locke, illuminismo, rivoluzione inglese, oggi
Ho pensato di aprire questo post per presentare un po' quella che sento davvero come la mia corrente politica, la parte di una destra che spesso viene dimenticata, associando alla destra solo la corrente radicale, e di cui - spesso - si ignora l'importanza e - IMHO - la bellezza.
Delle tre grandi ideologie protadoniste del secolo decimo nono, il liberalismo è quella che può vantare tradizioni più antiche e nomi più illustri: la sua prima formulazione è ad opera del filosofo empirista inglese Locke, che nel 1680 ( sarà pubblicato solo nell'88! ) scrive il suo trattato politico, dove viene definito il liberalismo. I cardini di questa ideologia sono fondamentalmente tre: - nella coscenza ( nel senso di essenza razionale, cogito ergo sum, diceva qualcuno... ! ) dell'essere umano sono iscritti tre diritti che gli sono propri proprio in quanto essere umano, la cui negazione corrisponde alla negazione dell'essere umano stesso. Questi tre diritti sono vita, libertà, proprietà. - gli uomini si riuniscono in società, passando dallo stato di natura ( dove ognuno lotta per la sua sopravvivenza ) ad un maggior livello di organizzazione, la società civile. Per fare questo l'uomo deve sacrificare una porzione della propria libertà ( in poche parole deve accettare quanto statuito dalle leggi! ) e "firmare un contratto": il pactum unionis, con il quale delega dei rappresentanti perché governino - gli uomini hanno il dovere di rescindere il contratto e di ribellarsi quando vengano governati male. Questa è la formulazione "teorica" del liberalismo. E' ovvio che il cardine di questa ideologia sia la libertà individuale: è necessario sacrificarne un minimo per poter convivere pacificamente, ma non si può pensare di rinunciare a porzioni maggiori per nessun motivo: il governante che tenti di limitare le libertà del singolo verrà deposto automaticamente. I tre diritti che vengono garantiti dal liberalismo sono anche i soli diritti garantiti a tutti, di conseguenza questo è il primo punto che si apre alle interpretazioni. L'interpretazione tradizionale vuole che nessun altro diritto sia garantito: è quella - se vogliamo - più arcaica ed intransigente, e viene presto rimpiazzata da una visione più dolce, che include nel diritto alla vita e alla libertà il diritto all'istruzione, alla sanità e a tutti quei servizi indispensabili che sono oggi normalmente garantiti in tutti i paesi sviluppati. Cio nonostante, esiste una profondissima differenza fra liberalismo e democrazia: il sistema liberale è inscindibile da un sistema assolutamente meritocratico: se il minimo ( ovvero il vivere con dignità ) è - giustamente e doverosamente - garantito a tutti, il resto è una conquista, un obiettivo che può essere raggiunto solo per merito, solo da chi dimostra innegabili capacità e competenze per fare quello che vuole fare. Non è vero che tutti possono entrare in politica, come non è vero che tutti devono riuscire a finire l'università, come non è vero che le questioni più tecniche possano venir discusse da chi non ha competenze in merito. Sul lato storico e filosofico, il liberalismo trova l'apogeo nella gloriosa rivoluzione inglese... che non necessita presentazioni! Un evento che ha dato il via a quello che per noi oggi è normale: la libertà e la possibilità di contare qualcosa, di poter partecipare ad una decisione, di essere rappresentato. E senza versare nemmeno una goccia di sangue. E' l'illuminismo invece il periodo che diffonde e fa profondamente sue le idee del liberalismo: la ventata di razionalismo che cancella dogmi e tradizioni, liberando l'uomo dalla schiavitù del passato ( senza denigrare né cancellare questo passato in quanto tale: intendiamoci, non si tratta di un'operazione dissennata compiuta da dei cretini! ) e dandogli la possibilità di mettere il mondo davanti al tribunale della ragione. Sarà poi il secondo teorico del liberalismo, il grandissimo Immanuel Kant, a portare la stessa ragione davanti al tribunale della ragione e a riteorizzare, nel suo scritto "per la pace perpetua", la società liberale. E' la libertà il filo conduttore fra liberalismo e illuminismo: una libertà dettata dalla ragione ( che non viene considerata onnipotente, ben inteso! ) e messa in pratica dagli uomini. I grandi rappresentanti del liberalismo nello scenario Europeo sono molti: tengo a ricordare, per ovvie ragioni, i casi italiani. Sono liberali Cavour, Minghetti, in un certo senso Depretis ma, soprattutto, il grandissimo Giolitti, uomo che ha veramente cambiato il nostro paese in meglio come nessun altro ha saputo fare. Che futuro dunque per il liberalismo oggi? Al momento - fatta eccezione in senso abbastanza lato per i radicali - manca completamente una rappresentanza di questa idea politica. Manca chi fa della politica una passione, qualcosa in cui credere e per cui lottare nella destra. Abbiamo veramente bisogno di un'alternativa: di una destra elastica e dinamica, tollerante e flessibile, Giolittiana e moderata che abbia l'energia di rappresentare quei - credo - molti italiani che nella libertà, nell'elasticità, nella ragione e nella politica come ideale credono ancora.
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"Expedit esse deos, et, ut expedit, esse putemus" (Ovidio) Il mio "TESSORO": SuperMicro 733TQ, SuperMicro X8DAI I5520, 2x Xeon Quad E5620 Westmere, 12x Kingston 4GB DDR3 1333MHz, 4x WD 1Tb 32MB 7.2krpm
Ultima modifica di Lucrezio : 23-01-2006 alle 11:29. |
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Senior Member
Iscritto dal: Jan 2005
Messaggi: 821
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Bellissimo questo thread Lucrezio, a leggere il titolo c'è da "sbavare"...
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Tanto poco un uomo si interessa dell'altro, che persino il cristianesimo raccomanda di fare il bene per amore di Dio. (Cesare Pavese) "Sono un liberale di destra, come potrei votare uno come Berlusconi?" Marcello Dell'Utri, fondatore del partito Forza Italia, è stato condannato per mafia. |
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Senior Member
Iscritto dal: May 2003
Messaggi: 12348
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Fosse così la destra in Italia la voterei.
Moto importante il discorso della meritocrazia. Dicamo che per molti punti mi trovo daccordo. Purtroppo in Italia il retroterra culturale (e le contingenze storiche) per me non permette realmente la possibilità di una forza liberale come quella descritta.
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"Il potere non te lo dà un distintivo, o una pistola. Il potere te lo danno le bugie, grandi bugie e convincere il mondo a parteggiare per te. Se riesci a fare accettare a tutti di quello che in cuor loro sanno essere falso, li tieni per le palle..." |
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Senior Member
Iscritto dal: Jan 2005
Città: Roma
Messaggi: 647
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Mah, un politico che a me piaceva abbastanza e che era piuttosto liberalista era l'ex segretario del PLI nonché ex ministro Raffaele Costa. Aveva ereditato diversi aspetti da Malagodi & co; alcuni miei punti di vista erano praticamente uguali ai suoi. E mi sembrava la persona adatta a rifondare una vera corrente liberalista in Italia.
Tuttora per me è uno dei pochissimi esempi di "uomini di destra" (come la intendo io) che ci sono in Italia. Solo che adesso mi risulta stia con Forza Italia...
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#5 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Dec 2003
Città: Trento, Pisa... ultimamente il mio studio...
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Grazie! Beh, il primo punto è semplice: non si conciliano per niente. In italia c'è un centro-destra ed una destra nostalgica-autoritaria... in poche parole maanca la "destra e basta" nel senso storico del termine... e qui c'è la risposta anche alla seconda domanda: questi principi ed idee che rivendico come di destra fanno parte di quel che la destra ha dai suoi albori (parliamo della seconda metà dell'ottocento! ) cercato di rappresentare. Farei forse meglio a dire che chiamo la mia "destra" perché non è sinistra e non è centro destra... quindi un po' in contrapposizione allo scenario italiano del momento! Poi oggi- si sa- i termini destra e sinistra hanno un po' perso di significato! (che pastrocchio... uff c'è già abbastanza confusione su destra e sinistra... potevo risparmiarmi il mio contributo! La conclusione è proprio questa: destra e sinistra non vogliono più dire niente, ma sono un modo sintetico per sottointendere certe cose- poi quali si decide volta per volta
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Iscritto dal: Jan 2005
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Tanto poco un uomo si interessa dell'altro, che persino il cristianesimo raccomanda di fare il bene per amore di Dio. (Cesare Pavese) "Sono un liberale di destra, come potrei votare uno come Berlusconi?" Marcello Dell'Utri, fondatore del partito Forza Italia, è stato condannato per mafia. |
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Senior Member
Iscritto dal: Jun 2001
Città: Seregno (MI)
Messaggi: 824
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ringrazio lucrezio anch'io
pure essendo dall'altra parte, mi trovo d'accordo con multi punti (come già ti avevo detto in un 3d di qualche mese fa) vorrei andare a rileggermi i libri di storia e filosofia del liceo per capirne un po di più, visto che ai tempi, anche se interessatissimo alle materie, puntavo sempre al 5 (il 6 era un po troppo io credo che se ci fosse un governo equamente distribuito tra VERA sinistra e VERA destra, cioè tra veri politici, vivremmo una situazione di avanguardia impressionante certo, non si troverebbero d'accordo su molti punti ma quelli in comune migliorerebbero di molto la situazione
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#8 |
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Senior Member
Iscritto dal: Jan 2004
Città: Firenze-Parigi
Messaggi: 442
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interessante dibattito. Anch'io ho sempre sostenuto la necessità di avere in italia una importante componente politica di "destra" che faccia propri quei principi.
Tuttavia il tema non può essere liquidato in quelle due parole perchè le cose nella realtà sono più complesse. Il patrimonio culturale illuminista non si è concluso in se, e ha spesso portato avanti valori tutt'altro che conservatori. Il concetto che abbiamo noi di liberaldemocrazia ad esempio è debitore anche di buona parte del pensiero positivista.. al punto che un moderno partito autenticamente liberardemocratico, come già avviene in molte parti del mondo, si può schierare sia con una coalizione di centrodestra che con una coalizione di centrosinistra. Mi sembrerebbe sbagliato continuare a disquisire considerando l'illuminismo come retaggio culturale della sola destra storica. |
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#9 |
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Senior Member
Iscritto dal: Dec 2003
Città: Trento, Pisa... ultimamente il mio studio...
Messaggi: 4389
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Io però non ho mai detto liberaldeomocratico!
(P.S. se vuoi iniziare una discussione filosofica sull'illuminismo ci sto subito! adoro quel periodo! Solo che mi sa che ci cacciano in letteratura...)
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Senior Member
Iscritto dal: Oct 2003
Città: Imola
Messaggi: 1126
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Re: Liberalismo: Locke, illuminismo, rivoluzione inglese, oggi
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Una cosa sul passaggio citato: questa non è in sè la formulazione originale del liberalismo, quanto più una rivisitazione liberale del contrattualismo hobbesiano. Questo prevedeva (e pure Locke lo sottintende) non tanto una delega a dei rappresentanti (ciò avviene solo con la Gloriosa rivoluzone, e soprattutto con quella francese), quanto la contemporaneità di pactum unionis e pactum subiectionis, ossia la creazione di un leviatano, per Hobbes assoluto e per Locke "liberale" e embrionalmente politicamente responsabile, al quale cedere la tutela dei diritti naturali, impossibile nella "scomodità" della natura. Per Hobbes, sostenitore di un'antropologia pessimista e "nato dalla paura", questi diritti si fermavano alla vita (e già si doveva esserne grati Locke pratica un estensione più impegnativa del contratto, sulla base di un'apertura di conto alla natura dell'uomo, già diventato un po' meno lupo con la creazione degli stati assoluti europei.
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G.G. "Il tutto è falso" In letargo intermittente... Comunque vi si legge, ogni tanto ci si desta Ultima modifica di tatrat4d : 10-03-2005 alle 12:09. |
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#11 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Oct 2003
Città: Imola
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Mirabili i suoi libri e le sue inchieste sugli sprechi pubblici.
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G.G. "Il tutto è falso" In letargo intermittente... Comunque vi si legge, ogni tanto ci si desta Ultima modifica di tatrat4d : 10-03-2005 alle 12:09. |
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#12 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Dec 2003
Città: Trento, Pisa... ultimamente il mio studio...
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Re: Re: Liberalismo: Locke, illuminismo, rivoluzione inglese, oggi
Quote:
Hai perfettamente ragione: il contrattualismo è formulato una ventina di anni prima dal teorico dell'assolutismo monarchico Hobbes! D'altra parte però Locke lo rivisita portandolo a conseguenze talmente diverse che- fatta eccezione per la paternità del "nome" - di Hobbes rimangono poche tracce nella sua visione politica! C'è anche da dire che la gloriosa rivoluzione avviene pochi anni dopo la stesura dell'opera di Locke, che tra il resto la pubblica con già guglielmo d'orange sul trono! Per questo non sono entrato in merito, anche per non appesantire un già chilometrico e tedioso post! Comunque è bello sapere che c'è qualcun altro che dà importanza alla storia delle ideologie Mi piacerebbe vedere un po' di utenti con i quali sono solito litigare sul liberalismo ( leggi in particolare LuVi e squadraf, ma non solo! ) intervenire... ci spero! Ciao!
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#13 |
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Bannato
Iscritto dal: Aug 2001
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Ecco un bel thread (lo dico pur NON ritenendomi liberalista)
![]() Certo che per trovare aria fresca bisogna per forza rivolgersi al passato pensiero, sembra incredibile ma è così. A volte penso che il '900 (sicuramente dopo la Grande Guerra) ci abbia filosoficamente imbarbarito in una maniera mostruosa, portando ai minimi termini i concetti precedentemente creati. Ultima modifica di lowenz : 10-03-2005 alle 20:38. |
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#14 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Dec 2003
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Non dimentichiamo il razionalismo debole, l'epistemologia contemporanea e l'esistenzialismo, solo per dirne alcuni! E' certo invece che in politica...
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Forse sarebbe il caso di istituire un grado di istruzione minimo obbligatorio per i politici, e basta elementi da osteria. :-)
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#16 | |
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Occhio non dirlo troppo ad altra voce se no ti bollano di liberalismo reazionario, di essere antidemocratico, di non voler conferire il diritto alla politica a tutti... Tutte cose terribili ( di cui vado piuttosto fiero
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#17 |
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Senior Member
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Lucrezio, una curiosità: anche alla luce di quanto detto, quale ritieni sia la forma migliore di governo? Una sorta di monarchia illuminata? Un'oligarchia elitaria, naturalmente anch'essa illuminata?
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#18 | |
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Bannato
Iscritto dal: Aug 2001
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Del resto come potrei attaccare Heidegger, che è uno dei miei filosofi preferiti, e rinnegare tutto il pensiero epistemologico! |
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#19 |
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Senior Member
Iscritto dal: Dec 2003
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Entriamo in una questione difficile... e controversa.
Ti rispondo in due parti: la visione ideale ( e la sua distruzione ) e quella reale: - idealmente la forma di governo che auspico si basa su una concezione abbastanza elitaria del potere, basata sulle competenze specifiche e tecniche, dove possibile, e sulle capacità personali dove non lo è ( doti di leadership, intelligenza, intraprendenza... ). Ovviamente l'obiezione è immediata: chi custodirà i custodi? Ovvero, chi potrà controllare la commissione che seleziona gli aventi diritto? Se si può ovviare a questo problema riguardo alle competenze tecniche ( ad esempio facendo nominare il ministro dell'istruzione dai rettori di tutt'italia, o quello della sanità dai primari ), ben più difficile - direi quasi impossibile - diventa valutare le capacità non specifiche. Ovvio, ognuno potrebbe essere messo alla prova in linea teorica, ma ovviamente questo non è realizzabile. - più concretamente, non vedo grosse modifiche da fare al nostro sistema politico, se non inibire l'accesso alla politica a chi non possieda una laurea specifica e molta esperienza nel campo per i ruoli tecnici, ed un elevato grado di istruzione ( possibilmente una laurea in filosofia, storia, lettere, economia ) e cultura generale ( in tutti i campi, valutata con appositi test giudicati da una commissione sorteggiata a caso di docenti universitari ), oltre ovviamente a chi abbia la fedina penale sporca ( anche se il reato è prescritto, ndr ). Fondamentalmente basterebbe un partito liberale vero, composto da persone con solidi ideali e che credano veramente nella politica ( tanto che io istituirei il compenso salariale unico per i politici, pari a quello di un professore universitario, nulla in più, nulla in meno: non si può andare in politica "perché si guadagna bene"!!! )... inoltre è necessario - secondo me - un buon leader, un nuovo Giolitti o un nuovo Cavour che- democraticamente e senza moti autoritari di nessun tipo, lasciando la libertà di opposizione totale, di contestazione e di parola assolutamente immutate ( o accrescendole, come ha fatto appunto il grande Giolitti ) - che funga da collante e da punto di riferimento per il governo. In questo senso... beh se vuoi qualche somiglianza al dispotismo illuminato tipo Maria Teresa d'Asburgo... fa pure
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Bannato
Iscritto dal: Aug 2001
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Messaggi: 13528
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Un problema concreto è evitare i golpe - più o meno lampanti - in un sistema così "tecnico": vedi infatti Giolitti e la fine che ha fatto il progetto della sua Italia, progetto che è stato ingoiato da chi sappiamo.
C'è sempre il demagogo di turno che sobilla il popolo contro la ragione usando l'emotività delle folle. Ultima modifica di lowenz : 10-03-2005 alle 21:27. |
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