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Old 15-01-2005, 02:39   #1
Adric
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Un'unica parabola per palazzo !

«Per le antenne tv nuove regole entro giugno»

di MANUELA SCOPONE

Sulla giungla selvaggia delle antenne tv il cerchio si stringe. Entro l’estate potrebbero scattare nuove norme che imporranno di rimuovere le parabole e gli apparati riceventi dai balconi e dalle facciate dei palazzi di Roma per spostarle sui tetti. Un’operazione tutta tesa ad incentivare l’installazione di un solo impianto centralizzato per edificio, al fine di sfoltire il numero di antenne.
In realtà, quasi due anni fa il Campidoglio aveva già emanato disposizioni di questo tipo, ma si trattava sostanzialmente di un “invito” che non prevedeva sanzioni per chi non si fosse adeguato. Ora, visti gli scarsi risultati ottenuti, l’assessore ai Lavori pubblici, Giancarlo D’Alessandro, sta pensando a misure obbligatorie da varare entro giugno.
Tutto ciò sull’onda del primo giro di vite effettuato nei giorni scorsi a Torino, dove il Comune ha bandito le antenne dai balconi della città. Erano scaduti, infatti i termini della delibera comunale che nel luglio 2002 impose lo spostamento delle parabole sui tetti entro due anni: paraboliche fuorilegge e multe fino a 500 euro.
Anche a Milano i padelloni bianchi sono destinati a sparire a breve: non si potranno più installare liberamente antenne paraboliche sulle facciate delle case milanesi, ha annunciato l’assessore all’Urbanistica, Verga: troppo brutte per l’estetica degli edifici. E già dai prossimi mesi, dopo il varo previsto in Giunta del nuovo regolamento edilizio, la norma non varrà solo, come accade oggi, per gli immobili del centro storico, ma anche per quelli delle periferie.
La situazione a Roma. Nella Capitale, dove orizzonti liberi e balconi sgombri sembrano un’utopia, in verità le cose erano partite bene. Dopo il progetto Rottamazione delle antenne televisive , approvato dall’amministrazione comunale alla fine del 2001, volto alla sostituzione delle numerose antenne individuali con un’unica antenna centralizzata, il Consiglio comunale emanò una precisa disciplina d’indirizzo, la n° 95 del 14 maggio 2003, relativa all’installazione di antenne e parabole, per mettere ordine alla giungla che deturpa il profilo paesaggistico e architettonico della città.
Va considerato, inoltre, che lo scenario complessivo è aggravato dalle antenne televisive non più utilizzate che andrebbero rottamate e che sono pari al 50% di quelle esistenti. Con la delibera si voleva regolamentare l’installazione di tali impianti su tutti gli immobili, sia vecchi che nuovi: antenne, quindi, solo su tetti e terrazzi, escludendo installazioni su facciate, balconi o terrazze che non siano di copertura e in tutti i luoghi visibili dalle vie pubbliche.
Per migliorare l’aspetto estetico degli edifici la delibera prevedeva, addirittura, che nella zona A del piano regolatore (cioè l’area del centro storico), le parabole dovessero essere di dimensioni più ridotte, dello stesso colore dei palazzi e prive di scritte.
Le regole ignorate. Il bilancio, però,a quasi due anni dalla delibera, è sconfortante. «La delibera d’indirizzo racconta l’assessore D’Alessandro mirava alla sostituzione delle antenne singole tradizionali con una centralizzata, al fine di ridurne il numero, poiché rovinano lo skyline della città, e a regolamentare la sconcezza delle parabole d’appartamento, che sono ancora peggio. Tuttavia, decidemmo di non rendere obbligatorio il provvedimento, ma solo “indicativo”, con facilitazioni alla rottamazione e stipulando accordi con gli artigiani, ma in modo volontario e non vincolante. L’invito, purtroppo, non è stato accolto granché dai cittadini, e pochi sono stati coloro che hanno unificato le antenne. Avrei voluto promuovere l’iniziativa con incentivi economici, ma le risorse comunali sono andate diminuendo: non ci sono mezzi neanche per il fascicolo del fabbricato, quello dedicato alla sicurezza, figuriamoci se potevo destinare risorse a questo aspetto più ornamentale».
Nelle prossime settimane, però, vedrà la luce la nuova bozza del Regolamento generale edilizio.
«In quella occasione valuteremo se rendere obbligatorie tali modifiche dice D’Alessandro Il Regolamento edilizio è l’unico strumento che consente di imporle».
Quali saranno i tempi d’approvazione di questo ordinamento?
«Spero di portarlo all’approvazione del Consiglio comunale entro la metà dell’anno e di inserire tali disposizioni al suo interno».
Dobbiamo aspettarci norme molto severe?
«Non dimentichiamo che si tratta sempre di costi imposti ai cittadini, quindi c’è sempre un minimo di prudenza nel valutarli. E non è facile ottenere gli stanziamenti necessari, quando ci sono problemi più urgenti da affrontare, come la sistemazione delle strade e la sicurezza delle scuole di Roma: tanto per dare un’idea, solo per rimettere a posto le scuole servono 500 milioni di euro».

(da Il Messaggero del 10-1)

E la libertà d'antenna ?
E se voglio un impianto motorizzato ?

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