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Old 05-07-2008, 17:44   #1
DvL^Nemo
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Giornate da precari, notti in discoteca

http://ricerca.repubblica.it/repubbl...9giornate.html

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Giornate da precari, notti in discoteca. Viaggio da Bologna alla Riviera, alla scoperta di una generazione che ha smesso di sognare


Una colonna di taxi bianchi, al "Marano", aspetta impaziente. Attorno, seminata tra la sabbia nocciola e l' asfalto nero, una distesa di auto spente, con le luci rosse accese. L' alba è tramontata. Oltre il fiume che separa Rimini da Riccione, il mare riprende impercettibilmente a muoversi. I buttafuori sprangano i nuovi disco-bar e le vecchie discoteche. La nottata partorisce genitori esausti e impauriti. Passano in pigiama, o mandano, a ritirare i figli. Vivi: l' unico dovere settimanale, chiusi l' "Opera" e il "Cocoricò", è compiuto. Nessuno fiata. «Vuoi un consiglio per capire come stiamo? Lascia perdere». Laura Vittori ha 18 anni e indossa una canottiera gialla con la scritta «Chiedimi se sono felice». Un ragazzo, steso accanto sul marciapiede, invia gli ultimi sms: «Brioche al 47». Laurea in giurisprudenza, master, attende il dottorato a Urbino. Il call center, 400 euro al mese, lo ha licenziato: troppo qualificato. I bagni, sull' Adriatico, servono le colazioni nella stanchezza, profonda stanchezza di ognuno, dell' aurora ventosa. Solo nel silenzio della notte, quando l' universo degli adulti scompare nelle percussioni, possono i giovani accendere il loro fuoco. Un' energia misteriosa, tra Emilia e Romagna, trascina qui da tutta Italia la folla della vita quotidiana sempre connessa online. «Verifichiamo - dice Sabina Boari - com' è tutto in realtà». Lo scontro estremo e sotterraneo che dissangua il Paese, si consuma in questo buio. è la lotta di un popolo svuotato, spaventosamente invecchiato che combatte contro la drammatica, residua adolescenza che potrebbe cambiarlo. «I giovani - dice a Bologna Andrea Cammelli, direttore di AlmaLaurea - sono una specie in via di estinzione e pure spietatamente attaccata. Il nostro Paese non bada più a loro. La politica si riempie la bocca di gioventù, capitale umano, merito, ricerca, innovazione, competitività, futuro. Fa come i liceali con la ragazza: parlano tanto di ciò che manca». A 40 anni dal Sessantotto, nella culla della contestazione, nella capitale studentesca del continente e nel paradiso dei divertimenti, la generazione che voleva cambiare il mondo scopre di non avere figli, né nipoti. I grandi movimenti di protesta, esplosi nelle università, sono ridotti a piccole proteste in movimento, consumate nei pub. Il sacrificio dei giovani è compiuto. L' Italia, per adolescenti e istruzione, è l' ultimo gradino della scala europea. Dal 1988 i ragazzi tra i 19 e i 24 anni sono calati del 42%. Solo un italiano su sei ha meno di trent' anni. Nessuno, nemmeno un genio privo di mezzi, può studiare gratis. Lo Stato, per ogni studente, spende un quinto di quanto si investe nella Ue: 12 mila euro all' anno in meno rispetto agli Usa. I dirigenti laureati sono il 20%. Gli under 35 al potere lo 0,1%: in Germania sono il 14%, in Cina il 29. Solo 18 italiani su cento, prima dei 50 anni, raggiungono posizioni di responsabilità. Tre giovani su dieci, a un anno dalla fine degli studi, hanno un lavoro. Di questi, tre su quattro sono precari. A un anno dalla laurea, lo stipendio medio è di 993 euro netti al mese: 1342 dopo cinque anni, 1424 dopo dieci. La metà dello stipendio di un neolaureato europeo. «I nostri studenti - dice il sociologo Marzio Barbagli - non sono mammoni, o bamboccioni. Sono attenti, interessati al mondo: se potessero, fuggirebbero da case vuote e famiglie distrutte». Una tragedia nazionale, sommersa e sistematicamente nascosta: l' eliminazione culturale dei giovani, oltre che dal futuro, dal presente della società. A Bologna, in piazza Verdi, con un caffè al mese gli universitari possono studiare insieme sui tavolini. Nella Nutelleria all' angolo di via Righi, i liceali cenano con 2 euro. «In Italia soltanto il mercato - sostiene Umberto Galimberti - si interessa ai teenager. Però sono costretti a consumare non solo gli oggetti, presto obsoleti, ma la vita: che non offre un futuro capace di promesse». Carlo Garreffa, 21 anni di Forlì, per diventare magistrato la sera pulisce uffici nel quartiere Masini. «Ogni volta - dice - si conclude che sui giovani non si può generalizzare e che l' adolescenza è da sempre un' età di sofferenza interiore. Non si vede che una crisi nuova ha corroso le vecchie giustificazioni. Stiamo male tutti, non qualcuno. Le adolescenze non iniziano a 13 anni e finiscono a 24: ormai sono illimitate, mostruosamente spinte prima degli 8 anni e oltre i 40». Si scopre così che dal 1998 i minorenni che delinquono (italianissimi, non d' importazione) sono aumentati del 38%: 52875 reati, nel 2007. Il 96% degli under 34 passa oltre quattro ore al giorno davanti alla tivù. Il 98% trascorre il tempo libero a chattare in internet con amici e sconosciuti. Il 51% fa uso di droghe, il 46% abusa regolarmente di superalcolici. Due alunni su dieci, alle medie, si sballano almeno una volta alla settimana. Gli universitari di Bologna bevono in media 6 bicchieri di birra al giorno. I primi rapporti sessuali sono anticipati a 12 anni. «Il problema - dice Ivana Summa, preside del liceo Minghetti - non sono i ragazzi, ma le condizioni di vita in cui sono costretti a vivere. Pur di non restare soli in appartamenti deserti, in attesa di silenzi e liti tra i genitori, mi hanno chiesto di tenere aperta la scuola fino alla sera. Le famiglie, per giustificare la propria assenza, difendono figli che non conoscono regole. Sotto un velo di spensieratezza cova un mare di disperazione, a cui sono esposti fin da bambini e ogni classe sociale». Bologna, l' Emilia e la Romagna, laboratorio d' avanguardia a livello mondiale per l' attenzione ai giovani, non sfuggono all' indifferenza che soffoca gli adolescenti. Nel capoluogo, 70 mila studenti su 350 mila abitanti, i quartieri attorno all' ateneo sono popolati per un 43% di universitari. In tre anni gli episodi di "vandalismo grave", nella regione, sono aumentati del 62%. Aggressioni e pestaggi, contro immigrati e anziani, crescono del 39%. «Invece di criminalizzarci nei convegni e sui giornali - dice Marco Mazzoni, 23 anni, fondatore del mensile studentesco «BLOGmag» - gli adulti dovrebbero ascoltarci e rispettarci. Discutono sempre del loro universo fondato sui soldi e non accettano il nostro mondo costruito sull' amicizia». La pubblicazione, gratuita e scritta dagli studenti, è un caso clamoroso. Nata tre anni fa dalla fusione tra giornalini di classe, diffonde mezzo milione di copie nelle scuole di tutta Italia (oltre due milioni di lettori) e ha 27 edizioni locali. Gli argomenti, attraverso votazioni on-line, sono scelti dai ragazzi. «Se sentiamo puzza di bruciato - dice Laura Bartolussi di San Lazzaro - cancelliamo il file. Adulti senza morale, profi con l' alito che puzza, pretendono di fare prediche mentre discutono con il commercialista di come non pagare le tasse. Solo tra noi possiamo parlare di cose importanti: la compagna uccisa dall' anoressia, i fidanzati morti in motorino per la fretta di incontrarsi, il sedicenne scappato di casa con la pagella impresentabile, la cugina che decide di vivere in una missione, il fratello più carismatico suicida dopo l' arresto per qualche pasticca». La diffusione dell' estraneità, la rabbia e il disprezzo, giustificherebbero la prima rivoluzione generazionale del Duemila. Ma invece di ribellarsi, i giovani, ormai se ne fregano. «Nessuno si è accorto - dice Lara Grossi, barista di Cesenatico - che sulla rete siamo in piazza tutti i giorni. Quando torniamo dall' estero, dove i giovani sono ormai protagonisti delle scelte, spaccheremmo la faccia a tutti. Il sistema italiano, senza saperlo, è già crollato nei nostri blog. Qualcuno li legge? Voi parlate dell' ostia ai divorziati, noi dello choc per i compagni più importanti della vita che, finita la scuola, in pochi giorni, si perdono per sempre». Un solco invalicabile, scavato non solo dalla velocità tecnologica. Il caso del tema di maturità, segnato dall' errore su Montale, è esemplare. Adulti disperati ed epurazioni ministeriali. Adolescenti interessati, invano, a capire la differenza sessuale di una dedica. Esibizionismo retorico contro ricerca di identità. Una terribile, pubblica confessione: l' Italia non è un paese per giovani. «La tragedia - dice a Modena Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro - è non riconoscere che sono loro i grandi aggrediti del presente, il vero soggetto a rischio del Paese. Sono violentati dalla famiglia, dai media, dalle aziende. Un processo fuori controllo. La crisi dei figli è quella che sconvolge i padri. La casa è il nuovo fronte di una guerra spietata, detonatore di tutte le incompiutezze. Dobbiamo prendere atto che è esplosa una progressiva, impressionante, violenza fisica e mentale». L' allarme dell' Oms è chiaro: in Italia, da sette anni, la depressione dilaga anche nei bambini. Otto under 29 su dieci ricorrono a psicofarmaci e droga. Secondo le ricerche, «non vedono la possibilità di un futuro»: istruzione per ricchi, anni per trovare un lavoro, precarietà occupazionale, stipendi prossimi alla soglia di povertà, mutui usurai, impossibilità di avere una casa, emarginazione sociale, relazioni personali fragili. «Ci si occupa di intercettazioni - dice Nicola Torri, 24 anni, chimico di Rimini - di impunità del potere e di federalismo fiscale. Parlamento e sindacati dimenticano che quando potremo pensare al matrimonio e a una famiglia, sarà troppo tardi». Perché una società vecchia, ancora organizzata per un mercato interno, ma consegnata anche economicamente nelle mani dei giovani, investe così poco sulla sua unica risorsa aperta alla globalità? A Ravenna, nelle scuole, si chiedono banchi, computer, docenti aggiornati e fissi. AlmaLaurea, a Bologna, ricorda che nove aziende italiane su dieci non conoscono nemmeno la differenza tra laurea breve e lunga: e che la riforma ha fatto precipitare i soggiorni "Erasmus" all' estero. L' Emilia Romagna resta un gioiello dell' istruzione pubblica, l' 85% dei giovani dichiarano di essere «soddisfatti». Un record. Se il sistema vacilla anche qui, significa che nel resto del Paese affonda. «I giovani - sostiene Alessandro Cavalli dello Iard - non sono più i protagonisti del cambiamento. Sono sul banco degli imputati, giocano da soli, ma il vero problema è il colossale spreco di talenti. Non va sottovalutato che la maggioranza della popolazione giovanile italiana dichiara il proprio disgusto per la politica. Si può temere che le basi su cui poggia la democrazia non siano più così solide». Sulla costa adriatica, per i ragazzi, le istituzioni sono le forze dell' ordine. Etilometri, perquisizioni, sequestri. La notte tra sabato e domenica i posti di blocco ricordano quelli di un Caucaso in guerra. Tra la "Duna degli Orsi" a Marina di Ravenna, il "Papete" di Milano Marittima, il "Rock Island" di Rimini e l' "Echos" di Riccione, sono schierati centinaia di agenti. Un Paese senza famiglie dato in appalto alla polizia. «Gli adolescenti - dice lo psichiatra Vittorino Andreoli - non percepiscono più il futuro, ostaggio degli adulti. Espropriati del desiderio, sono senza speranza. E' drammatico. Essendo dei "nessuno", mascherano il dolore con la violenza, per passare dall' esclusione del banale all' identità dell' eroe. Non si piacciono fisicamente, non si accettano psicologicamente. L' estetica ha sostituito l' ideologia. Non resta che la fuga nella diversità, confusa con la possibilità di un cambiamento: droga e alcol sono il rifiuto di se stessi. Senza il coraggio di rifondare il significato di educazione, stiamo scrivendo una storia italiana nuova e disastrosa». Al "Santafè" di Cesenatico, preferito perché si può sedere o ballare gratis, Alessio Reno e Lara Calvisi sono al settimo cocktail. Bevono tanto «solo perché così ci si diverte di più». Impossibile fendere la ressa, sudata, aggredita dalle zanzare e in realtà pressoché immobile. Una ragazza-sandwich, seriamente larga, esibisce il consiglio: «Astenersi incompetenti e perditempo». Si ride molto e «si parla così senza pensarci». L' impressione è che gli adolescenti preoccupino molto gli adulti e che questi inquietino molto i primi. Due galassie estranee, reciprocamente spaventate da una scoperta: la scienza non contribuisce necessariamente alla felicità. è il crollo di una fiducia messianica: nemmeno nella rete c' è quello che si cerca. «I giovani sorridono - dice il sociologo Silvio Scannagatta - ma li attraversa la tristezza. Grazie alla tecnologia dispongono di un eccesso di prospettive, ma nessuna ha la forza di un progetto. Accettare la cultura della precarietà, l' effetto-spot, è l' ultima implosione di un suicidio sociale: irresistibili necessità immediate, noia precoce, disperazione cronica». La profondità di Bologna, fonte della superficialità apparente della Riviera, è lo specchio del disagio culturale che scuote i ragazzi italiani. Ridotti a buco nero del Paese, invecchiano parcheggiati tra le aule di via Zamboni e il "Bagno 47". «Ormai parlano solo di miti - dice lo scrittore Enrico Brizzi - perché sono gli unici piedi di porco capaci di scardinare la mediocrità della vita. Ma sono indignati con gli adulti e sognano di andare a far volare l' aquilone nel prato che c' è dall' altra parte». è il primo pomeriggio d' estate e anche a Santarcangelo c' è il sole. Antonella Pesaresi e Simone Torri, usciti dalla sala giochi, evitano di andare al mare e si infilano nel centro commerciale. La notte è lontana. Se non escono presto, come una volta, «i vecchi si mettono a quizzare». Una piada interrompe la visione di due film all' i-max. Fino all' una, farsi vedere sulle piste del "Marano", è da «maragli smanettoni». Genitori e figli indifferenti al tempo ma ossessionati dagli orari: due eserciti nemici prigionieri del sospetto, liquidi informi versati nel nulla. «O ricostruiamo un patto storico di fiducia tra generazioni capaci di concordare riferimenti etici e civili - dice l' economista Renzo Orsi - o l' Italia non avrà gli strumenti per governare epocali cambiamenti». L' oste Chilone, a Misano, non sa quando si chiuda la stagione infinita dell' incertezza. Mentre frigge i bianchetti guarda passare i motorini sparati verso i templi notturni della techno, poi i Suv mandati a riprendere i reduci dagli acidi. Lo vede che «i nostri ragazzi stanno male perché i loro genitori sono malati». Gli esce, non si sa come, la parola «egocentrismo». «In ogni caso - taglia corto - scelgo i giovani. Solo loro sono il disastro che disperatamente serve al Paese». Si riferisce, forse con Steiner, a una pioggia di stelle sul deserto.

Ultima modifica di DvL^Nemo : 07-07-2008 alle 21:33.
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Old 05-07-2008, 19:10   #2
GUSTAV]<
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solito articolo che dice tutto e niente...
in nord europa tutti felici, in Italia tutti insoddisfatti..
non è vero, anche l'europa non se la passa benissimo..
Qualcuno vorrebbe far emigrare i giovani Italiani, per avere
lavoratori a basso costo, e tempo determinato...
sò di molta gente che è andata a lavorare in Inghilterra o Germania
per 3..5 anni e cosa hanno risolto ? nulla... anzi, hanno perso pure
le poche occasioni di lavoro (in Italia), che sono state assegnate ai soliti figli di papà..

Per quanto riguarda l'università, parliamoci chiaro.. gli amici e le "fidanzatine"
degli assistenti si laureano tutte con 110 & Lode, chissa xchè..
Vogliamo fare un indagine statistica.. ?
Per non parlare degli amici politicamente "impastati.."

Da queste "lauree x gli amici" poi deriva la malasanità, palazzi che non si reggono,
avvocati incompetenti, e commercialisti truffaldini..
GUSTAV]< è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 06-07-2008, 12:35   #3
spinbird
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UN PAESE ALLA DERIVA!!!
DOVE FINIREMO!!!
NON C'E' SCAMPO!!!
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Però, va forte quest'auto!
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Old 06-07-2008, 13:02   #4
svarionman
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Attenzione: il messaggio potrebbe essere ironico... gli amici (s)comodi di Topolino
"L’uso della libertà minaccia da tutte le parti i poteri tradizionali, le autorità costituite...Il popolo è minorenne. La città è malata. Ad altri spetta il compito di curare e di educare. A noi il dovere di reprimere. La repressione è il nostro vaccino! Repressione è civiltà!”
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Old 06-07-2008, 13:49   #5
Gargoyle
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I giovani in Italia in media ottengono quel che si meritano in base ai loro sforzi, cioè "nulla" in entrambi i casi.

Tutti a caccia di un diploma o di una laurea per avere un pezzo di carta, anche se poi dietro il pezzo di carta non c'è nulla perché non si ha voglia di studiare e si è fatto il minimo indispensabile, alla portata anche di un cerebroleso.

Dopo di che, tutti a lamentarsi con la società cattiva che non ci valorizza quando siamo stati anni a girarci i pollici facendo finta di studiare.

Così poi possiamo sminchiarcela ancora qualche anno e fare i giovani "geni incompresi" vittime del sistema.
Questo fino a quando non compaiono le rughe e ci ritroviamo alla stazione con nulla in mano e tutti i treni già partiti.
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Old 06-07-2008, 16:19   #6
trallallero
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Originariamente inviato da Gargoyle Guarda i messaggi
I giovani in Italia in media ottengono quel che si meritano in base ai loro sforzi, cioè "nulla" in entrambi i casi.

Tutti a caccia di un diploma o di una laurea per avere un pezzo di carta, anche se poi dietro il pezzo di carta non c'è nulla perché non si ha voglia di studiare e si è fatto il minimo indispensabile, alla portata anche di un cerebroleso.

Dopo di che, tutti a lamentarsi con la società cattiva che non ci valorizza quando siamo stati anni a girarci i pollici facendo finta di studiare.

Così poi possiamo sminchiarcela ancora qualche anno e fare i giovani "geni incompresi" vittime del sistema.
Questo fino a quando non compaiono le rughe e ci ritroviamo alla stazione con nulla in mano e tutti i treni già partiti.
Ma per favore, dai. Dalle scuole italiane esce gente preparata che si ritrova poi a dover affrontare un mondo lavorativo di merda dove sarebbe bastato studicchiare un pò di SQL per campare.

Quanti ingegneri ho conosciuto che fanno quello, query SQL per correggere errori DB e chiamata al cliente stile call-center.

Se il lavoro è tosto, la gente diventa tosta (domanda-offerta). Se il lavoro è mediocre, o scegli di rimanere/diventare mediocre o te ne vai.

Non che sia tutta così l'Italia, ovviamente, ma ho risposto generalizzando esattamente come hai fatto tu.
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Old 06-07-2008, 16:34   #7
killercode
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Ma per favore, dai. Dalle scuole italiane esce gente preparata che si ritrova poi a dover affrontare un mondo lavorativo di merda dove sarebbe bastato studicchiare un pò di SQL per campare.

Quanti ingegneri ho conosciuto che fanno quello, query SQL per correggere errori DB e chiamata al cliente stile call-center.

Se il lavoro è tosto, la gente diventa tosta (domanda-offerta). Se il lavoro è mediocre, o scegli di rimanere/diventare mediocre o te ne vai.

Non che sia tutta così l'Italia, ovviamente, ma ho risposto generalizzando esattamente come hai fatto tu.
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I giovani in Italia in media ottengono quel che si meritano in base ai loro sforzi, cioè "nulla" in entrambi i casi.

Tutti a caccia di un diploma o di una laurea per avere un pezzo di carta, anche se poi dietro il pezzo di carta non c'è nulla perché non si ha voglia di studiare e si è fatto il minimo indispensabile, alla portata anche di un cerebroleso.

Dopo di che, tutti a lamentarsi con la società cattiva che non ci valorizza quando siamo stati anni a girarci i pollici facendo finta di studiare.

Così poi possiamo sminchiarcela ancora qualche anno e fare i giovani "geni incompresi" vittime del sistema.
Questo fino a quando non compaiono le rughe e ci ritroviamo alla stazione con nulla in mano e tutti i treni già partiti.
Avete ragione tutti e due in fondo; ci sono un sacco di giovani, mie compagni di facoltà e miei amici, che se ne sbattono altamente dello studio e del lavoro e tirano a campare. Poi ci sono quelli anche se volenterosi che non riescono a trovare un lavoro decente.

I due fenomeni non sono distini, e sono sicuro che sia colpa dei primi se i secondi stanno come stanno
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Old 06-07-2008, 16:54   #8
Gargoyle
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Avete ragione tutti e due in fondo; ci sono un sacco di giovani, mie compagni di facoltà e miei amici, che se ne sbattono altamente dello studio e del lavoro e tirano a campare. Poi ci sono quelli anche se volenterosi che non riescono a trovare un lavoro decente.

I due fenomeni non sono distini, e sono sicuro che sia colpa dei primi se i secondi stanno come stanno
E' quello che sostenevo anche io qua:
http://www.hwupgrade.it/forum/showpo...3&postcount=60

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Gargoyle

Ma è un fatto che l'università italiana sforni gente impreparata sia da un punto di vista pratico (il che sarebbe anche accettabile) sia da un punto di vista teorico.
E nel mare magnum di laureati incompetenti c'è un certo rischio che anche quei pochissimi che si sono fatti il mazzo si ritrovino a fare stage annuali a 100€ al mese.
[...]
Ci sono laureati con competenze nulle che non rendono nessun servizio e dovrebbero ringraziare di avere 600€ al mese, per quello che fanno.
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Old 07-07-2008, 14:02   #9
trallallero
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Che vi pensate che nel resto d'Europa sia molto diverso ?

Io vivo nel paese motore d'Europa e lavoro a 100 mt dall'università di Ilmenau, super tecnologica, informatica.
Beh, ne esce gente impreparata che però, durante il periodo di tesi, viene messa a fare training, intership o come cacchio si chiama, per 6 mesi in società a 400€ al mese.

Quí (www.esigma-technology.com) è pieno (una 40ina) di studenti che imparano a lavorare ed è pieno di società che li prendono.
Quello che volevo dire, quindi, è che a me sembra che in Italia manchi tutto questo sistema post laurea e la prima causa mi sembra sia la mancanza di società interessate alle potenzialità degli studenti.

Le potenzialità interessano alle società dinamiche non a quelle statiche, a quelle che fanno ricerca (quì ci son robot che camminano per i corridoi ) a quelle che investono nel benessere del lavoratore perchè è da un lavoratore che sta bene che nasce un buon prodotto.

Sia ben chiaro che non pretendo di avere ragione, sto solo deducendo dalle mie esperienze.
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Old 07-07-2008, 14:15   #10
dave4mame
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Città: Verona... finchè non mi buttano fuori :D
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eh, se magari l'ingegnere si degnasse, ad interim, di fare l'operaio, magari guadagnerebbe di più.
e noi non saremmo costretti a importare manodopera.
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Old 07-07-2008, 14:22   #11
^TiGeRShArK^
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eh, se magari l'ingegnere si degnasse, ad interim, di fare l'operaio, magari guadagnerebbe di più.
e noi non saremmo costretti a importare manodopera.
certo, così si che sfrutti l'ingegnere che si è fatto il mazzo per anni ed anni sui libri..

Se ci fosse un mercato del lavoro SERIO qua in italia gli ingegneri in gamba potrebbero restare ed accrescere la nostra ricchezza.
Invece guarda caso se ne vanno all'estero perchè l'unica prospettiva che hanno qui è o di mettersi in proprio o di fare i consulenti sotto pagati e inseriti in un panorama lavorativo degno del quarto mondo.
__________________
^TiGeRShArK^ è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 07-07-2008, 14:25   #12
dave4mame
Bannato
 
Iscritto dal: Jan 2007
Città: Verona... finchè non mi buttano fuori :D
Messaggi: 3224
ho scritto "ad interim".... e non credo che rispondere al call center sia meglio.

ps.
ho sbirciato (lo ammetto) i redditi di qualche mio compagno di liceo che ha fatto ingegneria.
i suoi 60-80.000 euro li alza tutti....
dave4mame è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 07-07-2008, 14:30   #13
Senza Fili
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Città: La Capitale
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solito articolo che dice tutto e niente...
in nord europa tutti felici, in Italia tutti insoddisfatti..
non è vero, anche l'europa non se la passa benissimo..
Qualcuno vorrebbe far emigrare i giovani Italiani, per avere
lavoratori a basso costo, e tempo determinato...
sò di molta gente che è andata a lavorare in Inghilterra o Germania
per 3..5 anni e cosa hanno risolto ? nulla... anzi, hanno perso pure
le poche occasioni di lavoro (in Italia), che sono state assegnate ai soliti figli di papà..

Per quanto riguarda l'università, parliamoci chiaro.. gli amici e le "fidanzatine"
degli assistenti si laureano tutte con 110 & Lode, chissa xchè..
Vogliamo fare un indagine statistica.. ?
Per non parlare degli amici politicamente "impastati.."

Da queste "lauree x gli amici" poi deriva la malasanità, palazzi che non si reggono,
avvocati incompetenti, e commercialisti truffaldini..



Quoto tutto.
Senza Fili è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 07-07-2008, 14:37   #14
lupotto
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Originariamente inviato da ^TiGeRShArK^ Guarda i messaggi
certo, così si che sfrutti l'ingegnere che si è fatto il mazzo per anni ed anni sui libri..

Se ci fosse un mercato del lavoro SERIO qua in italia gli ingegneri in gamba potrebbero restare ed accrescere la nostra ricchezza.
Invece guarda caso se ne vanno all'estero perchè l'unica prospettiva che hanno qui è o di mettersi in proprio o di fare i consulenti sotto pagati e inseriti in un panorama lavorativo degno del quarto mondo.
Guarda alla fine un ingegnere un buco di lavoro lo trova (ho un amico laureato in ingegneria in telecomunicazioni, che alla fine ha ripiegato a fare il programmatore sap, però guadagnicchia) il problema sono le orde di laureati in facoltà inutili, che appunto in virtù del pezzo di carta si aspettano chissà cosa....salvo poi impattare contro un mondo del lavoro che non se li caga perchè laureati in "fuffologia", e a quel punto vanno a lavorare nei call center e poi cercano la raccomandazione per farsi assumere in telecom, Alitalia e compagnia bella.......perchè secondo molti: un laureato è uno scandalo che non sia un dirigente (anche se laureato in nulla)

Poi certo se le aziende investissero sulla gente che lavora per loro e li considerassero risorse e non solo costi......ma qui entriamo in un altro discorso.

Ultima modifica di lupotto : 07-07-2008 alle 14:43.
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Old 07-07-2008, 14:46   #15
lowenz
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Originariamente inviato da GUSTAV]< Guarda i messaggi
in nord europa tutti felici, in Italia tutti insoddisfatti..
Per quanto riguarda l'università
Ma sai quello di cui stai parlando almeno?

In Olanda per un PHD (scientifico almeno) prendi 2000 euro, qui da noi 800.

PUNTO, questo E' il punto di PARTENZA per impostare una discussione CONCRETA e non campata per l'ennesima volta su idee e percezioni distorte della realtà.

Ultima modifica di lowenz : 07-07-2008 alle 14:48.
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Old 07-07-2008, 14:51   #16
toms
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Originariamente inviato da DvL^Nemo Guarda i messaggi
Purtroppo non c'e' il link originale, la discussione ariva da un altro forum...
http://ricerca.repubblica.it/repubbl...9giornate.html
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Old 07-07-2008, 14:54   #17
alarico75
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Originariamente inviato da dave4mame Guarda i messaggi
eh, se magari l'ingegnere si degnasse, ad interim, di fare l'operaio, magari guadagnerebbe di più.
e noi non saremmo costretti a importare manodopera.
Ho fatto l'operario dopo essermi laureato in ingegneria meccanica e l'ho trovato molto stimolante,permette di imparare come cavarsela in azienda e come fornire progetti attuabili in officina senza problemi.
Lo stage in un'azienda di questo tipo,per chi vuole affrontare tematiche di produzione,e' piuttosto importante.
Bisogna avere la voglia di affiancare chi ha molta piu' esperienza di te e capire come si comporta dal punto di vista produttivo.
Pochi hanno questa flessibilita' di impegno e combinano dei bei disastri.
__________________
CASE:Grandia Gd 09BMB:Intel 4690k-Noctua NH-L12-Corsair 16 Gb-Nvidia RTX2080 Manli SuperNOVA 650 G1 650W-1 SSD 500Gb+1 SSD 1Gb Console:Switch Xbox one Quest 3 Transazioni OK:Spider6894,LucaXbox360,lahiri,subvertigo,spyke76
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Old 07-07-2008, 15:05   #18
Scalor
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Originariamente inviato da dave4mame Guarda i messaggi
eh, se magari l'ingegnere si degnasse, ad interim, di fare l'operaio, magari guadagnerebbe di più.
e noi non saremmo costretti a importare manodopera.
si ma se il caporeparto invece di essere un diplomato fosse un laureato ing e se i membri dei consigli di amministrazione invece che essere eletti per carica politica, quindi persone che vengono piazzate senza regole, fossero elette persone con competenze specifiche sarebbe molo meglio. dalle mie parti ci sono persone assessori all'urbanistica che non sono ne geometri ne ingegneri ne architetti, nulla, hanno la 3 media ! però li hanno messi lo stesso lì , forse se le posizioni occupate fossero attribuite veramente secondo logica saremmo messi un po meglio.
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Old 07-07-2008, 15:14   #19
lowenz
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Originariamente inviato da alarico75 Guarda i messaggi
Ho fatto l'operario dopo essermi laureato in ingegneria meccanica e l'ho trovato molto stimolante,permette di imparare come cavarsela in azienda e come fornire progetti attuabili in officina senza problemi.
Lo stage in un'azienda di questo tipo,per chi vuole affrontare tematiche di produzione,e' piuttosto importante.
Bisogna avere la voglia di affiancare chi ha molta piu' esperienza di te e capire come si comporta dal punto di vista produttivo.
Pochi hanno questa flessibilita' di impegno e combinano dei bei disastri.
Questo è vero ma rischi di diventare un operaio.

Come dicevamo nel thread della Carfagna, se uno è un megasuperduperingegnere 1000&lode ma fa l'operaio al tornio per 20 anni.....dopo 20 anni è un operaio, non un ingegnere: le capacità vengono irrimediabilmente perse se non sfruttate da subito (i miei amici ingegneri migliori sono subito finiti a fare ricerca in posti dove viene spremuto fin da subito il MASSIMO dal cervello, ovvio che mi riferisco ai MIGLIORI, non quelli che prendono il lavoro "per lavorare" o "portare a casa lo stipendio", "così posso essere indipendente e godermi la vita", ecc.).

Ultima modifica di lowenz : 07-07-2008 alle 15:16.
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Old 07-07-2008, 15:16   #20
Fritz!
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Originariamente inviato da trallallero Guarda i messaggi
Che vi pensate che nel resto d'Europa sia molto diverso ?

Io vivo nel paese motore d'Europa e lavoro a 100 mt dall'università di Ilmenau, super tecnologica, informatica.
Beh, ne esce gente impreparata che però, durante il periodo di tesi, viene messa a fare training, intership o come cacchio si chiama, per 6 mesi in società a 400€ al mese.
Das Praktikum



P.S.

Comunque che palle sto forum ogni tanto sembra il muro del pianto degli ingegné
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