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Old 19-11-2007, 14:34   #1
morpheus85
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Intervista con l'ultras...

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'Vi spiego il dio ultrà': Viaggio tra i violenti del calcio

11:05 del 19 novembre


"L'avversario è un nemico, vogliamo picchiarlo per fargli capire chi comanda".
"Dopo la tragedia di Arezzo si doveva bloccare tutto. Ma il tombino in curva è stato un errore".

"Lo scontro è la nostra droga. Tutti gli ultrà cercano lo scontro. È una cosa che hai dentro, che ti sale su mano a mano che si avvicina la partita. Quando devi farti rispettare in una città che non è la tua. Oppure quando arrivano gli avversari in trasferta, ché alle dieci sei già lì, sul piazzale dello stadio. È la difesa del tuo territorio. La voglia di picchiarsi col nemico. Fargli capire che qui comandi tu. Ma - dice "Bocia", il capo, uno dei sacerdoti del nuovo rito curvaiolo - lo scontro non nasce dalla delinquenza; nasce dalla passione, dal cuore. E deve essere leale, non un'infamata. Se non sei un ultrà questa cosa non la capirai mai. Anzi, ti fa schifo. Noi invece cerchiamo di tramandarla, assieme ai nostri valori, condivisibili o no. Questa è la vita che abbiamo scelto. Così vivremo finché esisteremo".
Per entrare al "Covo", come lo chiamano loro, i monoteisti del tifo, devi salire una scala di ferro arrampicata sulla parete laterale di una concessionaria di automobili. Superi una porta di vetro tappezzata di adesivi nerazzurri e ecco un muro umano, una massa compatta di ragazzi in jeans e giubbotto radunati come militari in uno stanzone arredato con murales e bandiere e sciarpe e grandi foto che raccontano la storia del tifo organizzato atalantino. Di colpo sei inghiottito da un silenzio irreale.

Un silenzio rotto solo dalle parole del capo. Il "Bocia", al secolo Claudio Galimberti, 35 anni, faccia e modi da Braveheart di provincia, giardiniere, leader della Curva Nord dell'Atalanta. Al "Covo", una specie di tempio pagano, il pasdaran da stadio è indottrinato sui temi portanti della sua fede, della sua esistenza al limite. Si parla di "presenza" da fare, di orari di treni e pullman, di collette, di striscioni, di processi penali e mediatici, di droghe "buone" e droghe "non buone", di tifo organizzato, di "odiosa repressione", di "giornalisti infami". Tutti ascoltano muti. Odore denso di fumo. Operai. Universitari figli di papà. Impiegati. Insospettabili professionisti. Disoccupati e gente che sgobba 15 ore al giorno, e se c'è da seguire la squadra a Palermo, il lunedì si torna in fabbrica dopo avere attraversato l'Italia.

C'è anche qualche donna, una porta capelli viola fino alle spalle. Bocia sta seduto al centro. Intorno, il direttivo: una decina di persone, i luogotenenti. Tutte le curve hanno un capo e un direttivo. Eletti senza primarie. E migliaia di soldati semplici. Divisi in sezioni ognuna con un compito da portare avanti: coreografie, scontri, organizzazione dei viaggi, rapporti (solitamente complicati) con Digos e questura. Un sistema gerarchico, chiuso a riccio, impermeabile all'esterno. "Allora, adesso sotto con la trasferta...": Bocia istruisce decine di ragazzi su come affrontare un esodo "caldo". Quando l'Atalanta gioca fuori casa i suoi ultrà vengono quasi sempre accolti in modo non esattamente ospitale; loro sanno che è così, in fondo, spesso, non chiedono di meglio. "Occhi aperti e niente caz.zate", sono i consigli per l'uso. "Perché quando ti scontri devi avere la mentalità giusta. Se un avversario cade a terra non devi infierire. Devi rispettarlo. E niente coltelli né bombe. Il problema è che oggi la violenza ha raggiunto livelli altissimi. Non sai mai chi incontri. Cosa ti può capitare. Ci sono gruppi che girano con la pistola in tasca... ".

Già, la pistola. E Gabriele Sandri, e l'autogrill, e il poliziotto, e la rivolta delle banlieue da stadio: parli con gli adepti del tifo e davanti ti scorrono le immagini dell'ultima domenica bestiale. Gli ultrà bergamaschi che assieme ai colleghi milanisti assaltano la polizia fuori dallo stadio (a Bergamo si giocava Atalanta-Milan); che esercitano il loro potere esecutivo imponendo lo stop alla partita. Il come si sa: sfondando con un tombino la vetrata che separa la curva dal terreno di gioco. "C'era tanta confusione. Forse il tombino è stato un errore - ammette Bocia - ma bloccare tutto era un dovere morale: e noi l'abbiamo fatto, anche se con modi discutibili. Il calcio doveva fermarsi per Sandri, come si è fermato per Raciti".

È un mondo aspro e selvaggio quello degli ultrà. Per conoscerlo da dentro, per comprenderne le logiche informi, l'anarchia, le derive incendiarie, bisogna andare a vedere da vicino: non farsi impressionare dalla ruvidità di certe facce, di certe scene. E poi i toni, le abitudini cameratesche e carbonaresche che scandiscono la preparazione della "partita". Quello che a loro pare normale, a te sembra "fuori". È possibile impacchettare dentro la stessa bandiera le sassaiola contro un treno e le collette per le scuole del Ruanda? Le sprangate per strada e la raccolta fondi per la distrofia muscolare? E viaggiare per quindici ore su un treno tipo carro bestiame, presi in consegna da una teoria di poliziotti armati, scortati in mezzo a una città a bordo di pullman coi finestrini sbarrati con reti di ferro e infine, se va bene, tenuti dentro lo stadio per due ore finita la partita e rispediti a casa magari dopo aver preso una pietra in testa o una messe di manganellate? Saranno 500 o 600 qui al "Covo". Due o tre riunioni la settimana. Un mini esercito in servizio permanente sui gradoni di una curva infuocata, temuta, oltranzista, rispettata. Colpita come molte altre da una pioggia di "Daspo", il provvedimento che vieta ai supporter violenti beccati in flagrante di assistere a manifestazioni sportive per un periodo che va da 1 a 3 anni.

Per gli incidenti dell'11 novembre sono arrivati sette arresti. Il presidente dell'Atalanta Ivan Ruggeri ha puntato il dito contro la curva: "Sono delinq.uenti che non voglio più vedere allo stadio". Il comunicato era firmato anche dai giocatori, che però tre giorni dopo, tra qualche imbarazzo, hanno tirato il freno: "Isoliamo i violenti, ma non criminalizziamo la Curva Nord che ci ha dato e ci dà tanto". "Era il minimo che potevano fare...", dice ora un po' sardonico Bocia. "Adesso comunque staremo fermi per un po', dobbiamo fare quadrato, ma la nostra mentalità non cambia". Il clima che si respira piacerebbe a Chuck Palahniuk, l'autore di Fight club e anche all'hooligan-scrittore inglese Cass Pennant, ma qui al Covo, almeno qui, non ci si prende a pugni né a calci. Semmai capita che pugni e calci si programmano o si commentano. "Oltre alla fede per la squadra, la cosa più importante per noi è il rispetto - spiega il leader della Nord - E rispetto vuol dire anche scontrarsi. Anzi, è la base". È la prima volta che un capo ultrà ci mette la faccia e riconosce che "sì, noi i casini ce li cerchiamo anche quando non ci sono. Romanisti, viola, granata, genoani: con tutte queste tifoserie vogliamo picchiarci. È così, non c'è niente da fare". Lui è uno di quelli che allo stadio non può andare. Il prossimo è il suo dodicesimo campionato da diffidato. "A fasi alterne, ovviamente". La domenica gioca a calcio: Bonate Sopra, prima categoria. E anche qui qualche guaio se lo tira addosso. Come il 9 settembre scorso a Cologno Monzese. Un centinaio di ultrà dell'Inter gli preparano un agguato. Sono lì per vendicare un assalto al loro treno diretto a Bergamo, campionato 2006-2007. Contro il pullman del Bonate partono sassi e bottiglie. A bordo ci sono anche donne e bambini. Ma soprattutto c'è lui, Galimberti. "Il nostro mondo è fatto anche di queste cose. Certe volte dimostri la tua superiorità cantando più forte degli altri. O presentandoti in gran numero in una trasferta. Se facciamo mille chilometri e andiamo a Napoli in 500 magari ci tirano addosso le bombe carta, però come nemici sanno che siamo rispettati".

La curva atalantina un tempo era "rossa". Negli anni '80 è stata filoleghista. Oggi è rigorosamente "apolitica". Seimila ultrà. Mille lo zoccolo duro, quello che c'è ovunque e comunque. Che vive per la squadra, per il tifo. Come Danilo, 41 anni, operaio. Uno dei colonnelli. "La "mentalità ultras" sta scomparendo - dice - Ci sono curve che hanno fatto la storia di questo movimento che non hanno più codici di comportamento. Si sono sputtanate per gli affari commerciali, si sparano per un pugno di biglietti omaggio, mandano avanti i ragazzini coi coltelli. Questo è vergognoso".

I seguaci della Dea (la dea Atalanta), come amano definirsi, hanno pochi rapporti di amicizia (Ternana, Cosenza, Eintracht Francoforte, Cavese) e moltissime rivalità. Praticamente con tutte le tifoserie. Il momento sociale per eccellenza è la Festa della Dea, l'omaggio al "totem" Atalanta. "Ogni estate facciamo 10 mila persone a sera. Vengono i giocatori, quelli di oggi e quelli di ieri. Si beve birra, si canta in piedi sui tavoli", spiega Daniele Belotti, 39 anni di cui 33 in curva, consigliere comunale e regionale leghista ("ma la politica non c'entra"). Ha scritto un libro, Belotti, "Atalanta folle amore nostro", che ripercorre 35 anni di tifo. "La Nord un tempo era considerata un covo di violenti e emarginati. Oggi coinvolge nelle sue iniziative decine di migliaia di bergamaschi. Gente che prima ci guardava con distacco e un certo timore".
"Bocia" Galimberti ascolta, annuisce, si tormenta la barba. Poi stappa una birra. Dice che in testa ha un pensiero fisso: i napoletani. "Se il Viminale non vieta la trasferta, li aspetto a Bergamo. Noi da loro andremo, sicuro, sempre che lo Stato ce lo permetta". Lui non potrà esserci, ma saprà tutto dal primo all'ultimo minuto. Perché la curva ha tante radio. Che messe assieme formano una specie di grande ugola indisciplinata. Bocia si alza in piedi, porge la Ceres a Daniele e, scandendo il ritmo con le mani aperte a tamburo, lancia un coro che fa rimbombare il Covo: "A-ta-lan-ta olè... ". Subito dopo, a mo' di litania liturgica, parte un fragoroso "Bergamo, Bergamo...". Una città da difendere, cento città dove "farsi rispettare".


(Repubblica)

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Old 19-11-2007, 15:21   #2
Saggio TiaMantova
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ti viene da sboccare perchè come dice il Bocia
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Se non sei un ultrà questa cosa non la capirai mai.
io non lo sono, perchè non tollero la violenza, ma qualche anno di curva in mezzo agli ultras fanno capire molto. anche loro esagerano, cosi come la polizia.

esempio, Treviso-Mantova ottobre 2006, al momento della perquisizione alcune ragazze vengono palpeggiate, qualche frase piccante. di sicuro c'erano fidanzate di ultras, questi hanno fotto solo bene a reagire
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Old 19-11-2007, 19:19   #3
morpheus85
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ti viene da sboccare perchè come dice il Bocia

io non lo sono, perchè non tollero la violenza, ma qualche anno di curva in mezzo agli ultras fanno capire molto. anche loro esagerano, cosi come la polizia.

esempio, Treviso-Mantova ottobre 2006, al momento della perquisizione alcune ragazze vengono palpeggiate, qualche frase piccante. di sicuro c'erano fidanzate di ultras, questi hanno fotto solo bene a reagire
Il Bocia?
Penso che ci siano termini più appropriati in questo caso...
A me non frega se si ammazzano per i loro nobili ideali.. ma che lo facciano almeno lontano dal mondo del calcio...Nei boschi ci sono tante pietre e clave sarebbe uno scenario ideale per certi individui.
No perchè se per colpa loro sospendono il campionato o chiudono gli stadi a tutti gli spettatori un po mi incaxxo...

E' inoltre evidente che sta gente tanto apposto con la testa non è.. Poi ovviamente ci sono delle eccezioni, credo che un 50% di tutti gli ultra si salvi pure, ma questi sono quelli magari più tranquilli che si fanno trascinare o ci rimangono in mezzo...

Hai fatto un esempio che non centra nulla, la reazione a un simile gesto è giustificata, ma nel 99% dei casi è tutto merito di bocciofila e company
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Old 19-11-2007, 19:53   #4
Saggio TiaMantova
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99% dei casi è alquanto esagerato. nell'articolo lo chiamano Bocia, perchè non dovrei farlo pure io?

sono i soliti discorsi, ognuno la penserà sempre come vuole, non si cambiano le idee
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Old 19-11-2007, 20:38   #5
juninho85
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ma baffanculo và...
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Old 19-11-2007, 21:29   #6
Heiwin
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Lo sapevo che avrebbe voluto voce in capitolo anche lui, ne avevo parlato del Bocia sul thread del milan quando si commentava la schifezza di Atalanta-Milan; la cosa assurda è che questo ragazzo lo conoscono tutti, ma nessuno gli ha mai fatto capire che la violenza è punita dalla legge.
Se uno è incline alla violenza, e per 30 anni nessuno gli dice niente pur sapendo che è stato lui, non so chi sia più colpevole, lo Stato o il violento?

Lo stesso discorso vale per "Il Baffo" che è stato fermato dopo gli scontri settimana scorsa ma come gli altri è già fuori, ha 53 anni di cui 35 passati in curva a fare disastri, e non è mai stato neanche mezz'ora chiuso in una cella.

Mi fa più schifo il nostro sistema legale delle parole di questi pazzi.
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Old 19-11-2007, 21:53   #7
melomanu
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Posso avere il suo indirizzo, nome e cognome?
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Old 19-11-2007, 22:04   #8
Perfo
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Lo sapevo che avrebbe voluto voce in capitolo anche lui, ne avevo parlato del Bocia sul thread del milan quando si commentava la schifezza di Atalanta-Milan; la cosa assurda è che questo ragazzo lo conoscono tutti, ma nessuno gli ha mai fatto capire che la violenza è punita dalla legge.
Se uno è incline alla violenza, e per 30 anni nessuno gli dice niente pur sapendo che è stato lui, non so chi sia più colpevole, lo Stato o il violento?

Lo stesso discorso vale per "Il Baffo" che è stato fermato dopo gli scontri settimana scorsa ma come gli altri è già fuori, ha 53 anni di cui 35 passati in curva a fare disastri, e non è mai stato neanche mezz'ora chiuso in una cella.

Mi fa più schifo il nostro sistema legale delle parole di questi pazzi.
Ti quoto tutto
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Old 20-11-2007, 07:50   #9
ziozetti
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Un articolo inutile. Dubito che siano in grado di leggerlo...

Ma i pestaggi e le retate le fanno solo a Genova?!?!?
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Old 20-11-2007, 08:16   #10
Motozappa
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Vado controcorrente ma per me bergamo è una delle pochissime citta italiane dove la mentalita della curva merita rispetto perche é riuscita ad autoregolamentarsi e a distinguersi da tante altre situazioni dove ormai c'e anarchia totale nei modi e nei comportamenti.
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Old 20-11-2007, 08:31   #11
ziozetti
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Vado controcorrente ma per me bergamo è una delle pochissime citta italiane dove la mentalita della curva merita rispetto perche é riuscita ad autoregolamentarsi e a distinguersi da tante altre situazioni dove ormai c'e anarchia totale nei modi e nei comportamenti.
Cazzarola, chissà gli altri...
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Old 20-11-2007, 08:47   #12
dnarod
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il nome e cognome del "bocia" c' è, verso meta (mi auguro che qualcuno provveda a sculacciarlo "per fargli capire chi comanda" lol)...il fatto è che quei poveracci perdigiorno sono cosi poco evoluti da non arrivare neanche a capire che hanno una sola vita e la conservano solo perche esiste la "legge dei grandi numeri" che vuole che le fatalita siano un evento piuttosto raro...no tifo, con il calcio sono a 0% di sintonia, peccato che non sia uno che si puo ritrovare davanti questi randagi sprovveduti...mi piacerebbe spezzargli uno o due ossa, tanto poi chi crederebbe a un rifiuto simile?
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Old 20-11-2007, 10:28   #13
DjLode
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Ho letto ieri un articoletto sul Resto del Carlino di un giornalista che ha fatto il resoconto della trasferta per seguire l'Italia. Non sto qui a dirvi tutto ma riportava un paio di cose abbastanza belle da raccontare. Alla stazione/aeroporto (non ricordo) diceva che nei bagni era pieno di tifosi abbastanza alticci e che quando hanno visto arrivare una ragazza avvolta dalla bandiera italiana si aspettavano il peggio (era sola). Invece si sono limitati ad una linguaccia e poi ad un sorriso.
Seconda cosa un tifoso Scozzese al gol del pareggio si è voltato verso la curva italiana ha fatto il gesto dell'ombrello... dopo poco è stato accompagnato fuori.
Non so se l'articolo sia stato romanzato o meno, ma letto quello e letta questa intervista... bhè mi ha lasciato di stucco.
Due frasi su tutte:

"L'avversario è un nemico, vogliamo picchiarlo per fargli capire chi comanda"

"Tutti gli ultrà cercano lo scontro. È una cosa che hai dentro, che ti sale su mano a mano che si avvicina la partita"

Mi chiedo a questo punto se sia così anche all'estero e che sia io a non vederlo.
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Old 20-11-2007, 10:36   #14
Burrocotto
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Ho letto ieri un articoletto sul Resto del Carlino di un giornalista che ha fatto il resoconto della trasferta per seguire l'Italia. Non sto qui a dirvi tutto ma riportava un paio di cose abbastanza belle da raccontare. Alla stazione/aeroporto (non ricordo) diceva che nei bagni era pieno di tifosi abbastanza alticci e che quando hanno visto arrivare una ragazza avvolta dalla bandiera italiana si aspettavano il peggio (era sola). Invece si sono limitati ad una linguaccia e poi ad un sorriso.
Seconda cosa un tifoso Scozzese al gol del pareggio si è voltato verso la curva italiana ha fatto il gesto dell'ombrello... dopo poco è stato accompagnato fuori.
Non so se l'articolo sia stato romanzato o meno, ma letto quello e letta questa intervista... bhè mi ha lasciato di stucco.
Due frasi su tutte:

"L'avversario è un nemico, vogliamo picchiarlo per fargli capire chi comanda"

"Tutti gli ultrà cercano lo scontro. È una cosa che hai dentro, che ti sale su mano a mano che si avvicina la partita"

Mi chiedo a questo punto se sia così anche all'estero e che sia io a non vederlo.
Senza nulla togliere al rispetto che gli scozzesi hanno avuto,ci sarebbe anche da fare qualche precisazione.
Erano a casa loro (qualsiasi persona di buon senso non devasta la propria città ne in caso di vittoria ne in caso di sconfitta) e già questo aiuta.
Altro particolare,il termine hooligan ha appunto origini inglesi.
Ora probabilmente si son calmati,ma quando gli inglesi (questi 'so scozzesi,ok ) andavano in trasferta verso altri paesi nn è che fosse tutto rose e fiori.
http://it.wikipedia.org/wiki/Strage_dell'Heysel
Son passsati 20 anni,ok,forse adesso hanno cambiato la loro cultura (segno quindi che le leggi possono cambiare la mentalità),ma non facciamo dei paesi esteri l'eden in terra.

Ultima modifica di Burrocotto : 20-11-2007 alle 10:38.
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Old 20-11-2007, 10:59   #15
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Senza nulla togliere al rispetto che gli scozzesi hanno avuto,ci sarebbe anche da fare qualche precisazione.
Erano a casa loro (qualsiasi persona di buon senso non devasta la propria città ne in caso di vittoria ne in caso di sconfitta) e già questo aiuta.
Altro particolare,il termine hooligan ha appunto origini inglesi.
Ora probabilmente si son calmati,ma quando gli inglesi (questi 'so scozzesi,ok ) andavano in trasferta verso altri paesi nn è che fosse tutto rose e fiori.
http://it.wikipedia.org/wiki/Strage_dell'Heysel
Son passsati 20 anni,ok,forse adesso hanno cambiato la loro cultura (segno quindi che le leggi possono cambiare la mentalità),ma non facciamo dei paesi esteri l'eden in terra.
No, hai ragione. Mi ero dimenticato di fare la precisazione sugli Hooligans, però se è servito per loro, forse può servire anche per noi. Non ho detto che l'estero o l'Inghilterra in particolare siano l'Eden, ma francamente vedere partite con i tifosi a bordo campo senza reti, quando da noi usano diverse protezioni, lascia da pensare. Là hanno dato un bel colpo di spugna, sarebbe ora che lo dessero anche da noi.
Tutto qua.
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Old 20-11-2007, 11:02   #16
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[quote=Burrocotto;19724079]Senza nulla togliere al rispetto che gli scozzesi hanno avuto,ci sarebbe anche da fare qualche precisazione.
Erano a casa loro (qualsiasi persona di buon senso non devasta la propria città ne in caso di vittoria ne in caso di sconfitta) e già questo aiuta.
Altro particolare,il termine hooligan ha appunto origini inglesi.
Ora probabilmente si son calmati,ma quando gli inglesi (questi 'so scozzesi,ok ) andavano in trasferta verso altri paesi nn è che fosse tutto rose e fiori.
http://it.wikipedia.org/wiki/Strage_dell'Heysel
Son passsati 20 anni,ok,forse adesso hanno cambiato la loro cultura (segno quindi che le leggi possono cambiare la mentalità),ma non facciamo dei paesi esteri l'eden in terra.[/QUOTE]

Perfetto .... detto bene...allora mi chiedo perchè non applicarle in Italia...? Se si sono potute applicare con successo (oggi in inghilterra vanno allo stadio famiglie con bimbi e nn ci sono manco protezioni/divisioni tra campo e pubblico) in un paese dove il fenomeno Hooligan ha avuto le proprie radici, nn vedo perchè non potrebbe esser fatto altrettanto in ITA.

Sai qual'è il motivo , NOI NON ABBIAMO I COGLIONI per fare e FAR RISPETTARE le leggi...facile ...ci sono troppi interessi ed allora vai avanti come oggi .... CIao. Ale

P.S: detto ciò io certi personaggi, visti nomi e cognomi si sanno, li metterei in galera...solo per le intenzioni, si , senza ombra di dubbio !
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ò<€m, ,m,,,,, ,<lk,drdgfffvddcf eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeer vbnj,umu bdrfb vb bvef vt l-----l dbbbbbbbnmbnmjb gnnhbbrnnnnnnnnnn
- Mentecatto Mathusalem ! Sono tornato...mo so' c...i vostri
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Old 20-11-2007, 11:19   #17
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Perfetto .... detto bene...allora mi chiedo perchè non applicarle in Italia...? Se si sono potute applicare con successo (oggi in inghilterra vanno allo stadio famiglie con bimbi e nn ci sono manco protezioni/divisioni tra campo e pubblico) in un paese dove il fenomeno Hooligan ha avuto le proprie radici, nn vedo perchè non potrebbe esser fatto altrettanto in ITA.

Sai qual'è il motivo , NOI NON ABBIAMO I COGLIONI per fare e FAR RISPETTARE le leggi...facile ...ci sono troppi interessi ed allora vai avanti come oggi .... CIao. Ale

P.S: detto ciò io certi personaggi, visti nomi e cognomi si sanno, li metterei in galera...solo per le intenzioni, si , senza ombra di dubbio !
Xchè (e qua me la cerco) sono le stesse forze dell'ordine che non hanno tutta sta voglia di battersi.
Sempre pronti a tirar fuori il discorso dei 1200 (o quanti sono) euro al mese.
Allora adesso gli operatori ecologici devono rifiutarsi di raccogliere la spazzatura perchè prendono troppo poco?
Gli/le infermieri/e non devono prendersi cura degli anziani (li cito solo x il fatto che è più probabile che soffrano d'incontinenza) xchè prendono troppo poco?
Se credi di prendere troppo poco o scioperi (rinunciando completamente al tuo stipendio per i giorni che scioperi) o ti licenzi. Troppo facile dire "si,mi pagano poco quindi faccio poco".
Non son le leggi da cambiare,quanto chi le deve mettere in pratica.
Se un carabiniere muore in servizio è un eroe,se un'operaio muore sul lavoro è una semplice morte bianca.
Chi sta peggio,il polizziotto che lavora x 1200 euro al mese (che poi nn è vero,dato che le domeniche et similia gliele pagheranno di più) o chi rischia la vita nei cantieri (x colpa guardacaso delle istituzioni che nn vigiliano sulla sicurezza) x mille o meno euro al mese?
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Old 20-11-2007, 11:27   #18
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A me pare pure che certe squadre con la propria dirigenza non abbiano voglia di sbattersi. Vedi dichiarazioni dell'Atalanta ritrattate in soli 3 giorni. Poi se vogliamo dare la colpa alle forze dell'ordine che di fatto conoscono certa gente e li lasciano fuori, liberi di agire, io la posso pure dare. Mi risulta che all'estero (pronto ad essere smentito), ma ti riporto l'esempio dell'Inghilterra perchè lì sono praticamente sicuro, gli addetti alle forze dell'ordine non siano organo di polizia ma "guardie" pagate dalle società. In Italia invece tutte le spese sono sostenute dallo stato e, se permetti, vedere le tasse che pago finire in fumo per colpa di qualche esagitato che si deve sfogare perchè la vita non gli sorridere... bhè, forse forse, sotto sotto, sì mi rode
Non sei d'accordo?
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Twinkle, twinkle, little star how I wonder what you are.
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Old 20-11-2007, 12:07   #19
Burrocotto
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Originariamente inviato da DjLode Guarda i messaggi
A me pare pure che certe squadre con la propria dirigenza non abbiano voglia di sbattersi. Vedi dichiarazioni dell'Atalanta ritrattate in soli 3 giorni. Poi se vogliamo dare la colpa alle forze dell'ordine che di fatto conoscono certa gente e li lasciano fuori, liberi di agire, io la posso pure dare. Mi risulta che all'estero (pronto ad essere smentito), ma ti riporto l'esempio dell'Inghilterra perchè lì sono praticamente sicuro, gli addetti alle forze dell'ordine non siano organo di polizia ma "guardie" pagate dalle società. In Italia invece tutte le spese sono sostenute dallo stato e, se permetti, vedere le tasse che pago finire in fumo per colpa di qualche esagitato che si deve sfogare perchè la vita non gli sorridere... bhè, forse forse, sotto sotto, sì mi rode
Non sei d'accordo?
No.
Il problema non è che lo stato paghi i poliziotti per far la "guardia" a sti incivili,quanto che chi è pagato per dar sicurezza svolga in maniera opinabile il proprio lavoro.
Fanno cariche ma mai una volta che arrestino qualcuno.
Hanno fatto vedere gli ultrà dell'Atalanta sfasciare lo stadio ma naturalmente non c'era nessuno pronto a fermarli (il reato di danneggiamento esiste no?).
Il punto è solo quello. Fossero normali persone,le si manderebbe a casa xchè non svolgono bene il loro lavoro. Invece si tende a giustificare sempre e comunque le forze dell'ordine,dicendo che sono autorizzati a nn rischiare xchè prendono poco.
Allora ripeto,sciopera,così nn prendi lo stipendio o cambia lavoro.
Sti scioperi "bianchi" sono troppo comodi.
Voglio vedere se al tuo capo,quando gli fai un lavoro coi piedi e giustificazione gli dici "ehhh,ma mi dai troppo poco" cosa ti risponde.
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Old 20-11-2007, 13:00   #20
Motozappa
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Messaggi: 809
Ma quante cazzate Nel calcio la violenza c'e sempre stata, giusto o non giusto. Anzi, negli anni 80 era di molto peggio, 0 scorte, 0 controlli... Solo che una volta il giornalista sportivo faceva il giornalista sportivo, ti faceva vedere la partita e stop. Ora i vari controcampo ecc.ecc. aprono con i servizi sugli incidenti e continuano a parlare di cazzate per 1 ora prima di farti vedere un gol. Ed é cosi che escono gli scienziati, che parlano senza conoscere, che pendono dalle labbra dei vari mughini. E che non capiscono che è la loro curiosità che alimenta questi giornalai (da non confondere con giornalisti).
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