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Old 01-08-2006, 07:10   #1
LUVІ
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Fidel Castro lascia temporaneamente i poteri al fratello

http://www.repubblica.it/2006/08/sez...te-castro.html

Messaggio del leader cubano letto dal segretario presidenziale Valenciaga
"Dovrò rimanere varie settimane a riposo, lontano dalle mie funzioni"
Castro operato all'intestino
I poteri al fratello Raul

<B>Castro operato all'intestino<br>I poteri al fratello Raul</B>

Fidel Castro col fratello Raul
L'AVANA - Fidel Castro è stato sottoposto a un intervento chirurgico all'intestino e ha delegato i poteri al fratello Raul. La notizia è stata data con un messaggio del lider maximo letto in televisione dal segretario dell'Ufficio presidenziale, Carlos Valenciaga.

Oltre alle cariche istituzionali, Castro ha lasciato al fratello anche quella di massimo dirigente del Partito comunista di Cuba e di "comandante in capo delle eroiche forze armate rivoluzionarie".

Successore naturale in base alla Costituzione per la sua carica di primo vicepresidente, Raul Castro ha compiuto 75 anni lo scorso 3 giugno, ed è Ministro della Difesa.

Valenciaga ha ricordato che il recente viaggio di Castro al vertice del Mercosur in Argentina e le cerimonie a Cuba per il 26 luglio hanno provocato uno "stress estremo" nella salute del lider maximo che ha provocato una "crisi intestinale con sanguinamento", e quindi la necessità dell'intervento chirurgico. "L'operazione - ha scritto Castro - mi obbliga a restare varie settimane a riposo, lontano dalle mie responsabilità e dai miei incarichi".

E' la prima volta che Castro delega le sue funzioni nella sua lunga storia ai vertici dello stato cubano.
Rispetto ai festeggiamenti previsti per il compleanno del 13 agosto, Castro ha chiesto "un rinvio" al 2 dicembre, quando si compiranno i 50 anni dello sbarco del peschereccio Granma. Per quanto riguarda invece il Vertice dei Non Allineati previsto dall'11 al 16 settembre, il messaggio precisa che si svolgerà come previsto. Quella riunione "deve ricevere la massima attenzione da parte dello Stato e della Nazione cubana in modo che si svolga in modo brillante nelle date previste".

"Chiedo - ha proseguito il capo dello stato cubano - al Comitato centrale del Partito e alla Assemblea nazionale che appoggino fermamente questo proclama. Non ho il minimo dubbio che il nostro popolo e la nostra rivoluzione lotteranno fino all'ultima goccia di sangue per difendere queste ed altre idee e misure che siano necessarie per salvaguardare questo processo storico". "L'imperialimso - ha concluso - non potrà mai schiacciare Cuba".

(1 agosto 2006)
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Old 01-08-2006, 07:13   #2
sider
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Devo sbrigarmi a ritornare a Cuba prima che le cose cambino
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Old 01-08-2006, 08:13   #3
maddero
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sono stato a cuba ad inizio febbraio.
Ho paura di quello che potrà accadere con la morte di castro.
Mi sa tanto che scoppierà una guerra civile.
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Old 01-08-2006, 08:21   #4
tdi150cv
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chi lo sa magari qualcuno comincera' ad aprire gli occhi e a rendersi conto di quanto ci sia fuori da cuba ...
Azzarderei un :'tutto quello che il caro Fidel ha voluto censurare'
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Old 01-08-2006, 08:21   #5
Inlogitech
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Originariamente inviato da maddero
sono stato a cuba ad inizio febbraio.
Ho paura di quello che potrà accadere con la morte di castro.
Mi sa tanto che scoppierà una guerra civile.

La vecchiaia arriva per tutti.......

detto ciò, mi sembra eccessivo pensare che quando morirà Castro vi sarà una guerra civile; nel passaggio dei poteri vi è una stretta continuità che farà si che l'egemonia castrita perduri financo vi sarà al potere uno dei menbri della famiglia..... il modo di governare nn cambierà mica, il pugno di ferro si è usato fino ad adesso ed il pugno di ferro si userà...............poi tutto è possibile.
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Ultima modifica di Inlogitech : 01-08-2006 alle 08:43.
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Old 01-08-2006, 08:35   #6
maddero
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Originariamente inviato da Inlogitech
La vecchiaia arriva per tutti.......

detto ciò, mi sembra eccessivo pensare che quando morrirà Castro vi sarà guerra civile, nel passaggio dei poteri vi è una stretta continuità che farà si che l'egemonia castrita perduri financo vi sarà al potere uno dei menbri della famiglia..... il modo di governare nn cambierà mica, il pugno di ferro si è usato fino ad adesso ed il pugno diferro si userà...............poi tutto è possibile.
non lo so.
le persone che ho conosciuto mi hanno dato l'impressione di essere stufe della situazione attuale.
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Old 01-08-2006, 08:37   #7
sider
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Se gli USA togliessero l'assurdo embargo i cubani starebbero già un pò meglio.
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Old 01-08-2006, 08:40   #8
anonimizzato
 
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Finalmente una sana e democratica alternanza dei poteri
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Old 01-08-2006, 08:55   #9
tdi150cv
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Originariamente inviato da sider
Se gli USA togliessero l'assurdo embargo i cubani starebbero già un pò meglio.
c'è un tread nel quale abbiamo proprio parlato di questo famoso embargo e pare che dati alla mano qualcuno avesse diciamo fatto capire che l'embargo e' il minimo dei problemi.
Del resto puoi anche far arrivare il mondo intero ma se quel mondo intero non viene distribuito alla gente non puoi fare comunque nulla.
Non so se conosci la realta' cubana ma se per te uno dei piu' gravi problemi e' l'embargo ti consiglio un viaggio che potrebbe davvero farti aprire la mente nei confronti del problema cubano. Ovviamente parlo di un viaggio NON da turista.
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Old 01-08-2006, 09:33   #10
LUVІ
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Originariamente inviato da maddero
sono stato a cuba ad inizio febbraio.
Ho paura di quello che potrà accadere con la morte di castro.
Mi sa tanto che scoppierà una guerra civile.
Quoto, la vedo male per quel povero popolo

LuVi
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Old 01-08-2006, 09:36   #11
zuper
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Originariamente inviato da LUVІ
Quoto, la vedo male per quel povero popolo

LuVi

il "povero" popolo che può parlare, ovvero i cubani LONTANI da cuba,

la vedono così

Quote:
FESTA TRA GLI ESULI - La notizia del passo indietro di Castro è stata accolta con giubilo tra gli esuli cubani di Miami che sono subito scesi in strada, cantando, ballando e scandendo «Viva Cuba libre» e altri slogan. Ninoska Perez, un leader anticastrista di Miami, dove vive la più grossa comunità di oppositori al regime (650.000) ha detto di ritenere che Castro sia in gravi condizioni. Secondo lui, la morte del dittatore «sarebbe quanto di meglio potrebbe capitare a Cuba».

__________________
"W la foca, che dio la benedoca"
poteva risolvere tutto la sinistra negli anni in cui ha governato e non l'ha fatto. O sono incapaci o sta bene anche a "loro" cosi.
L'una o l'altra inutile scandalizzarsi.[plutus]
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Old 01-08-2006, 09:40   #12
tdi150cv
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gia le foto parlano di cubani distrutti dal dolore ...
Caro Fidel ... e' ora di fare i conti !!!
Spero che i Cubani possano ora tirare fuori il meglio di loro ...
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Old 01-08-2006, 09:43   #13
parax
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Originariamente inviato da maddero
sono stato a cuba ad inizio febbraio.
Ho paura di quello che potrà accadere con la morte di castro.
Mi sa tanto che scoppierà una guerra civile.
Non credo, ci sarà un porcaio come il post URSS.
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Old 01-08-2006, 09:45   #14
parax
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Originariamente inviato da sider
Se gli USA togliessero l'assurdo embargo i cubani starebbero già un pò meglio.

E' proprio quello il motivo per cui non lo tolgono, lo toglieranno alla morte di Fidel o alla caduta del regime, per fargli notare la differenza.

Fidel ha rotto il c...o ma i 40 anni di embargo sono stati una cosa davvero vergognosa fatta da gli USA contro quel popolo e non contro Fidel. Difatti portano un rancore verso i gringos non indifferente.

Ultima modifica di parax : 01-08-2006 alle 09:49.
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Old 01-08-2006, 09:51   #15
Ileana
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Originariamente inviato da sider
Se gli USA togliessero l'assurdo embargo i cubani starebbero già un pò meglio.
Non mi pare che castro viva male a causa dell'embargo.
Non mi pare che non esistano i paradisi per turisti.
Se Castro i soldi li distribuisse a chi ne ha bisogno invece che placcarsi i rubinetti in oro, forse ti darei ragione.
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Mi chiedete perchè non posso prendere sul serio questa Europa? Perchè il grado di sviluppo e maturità dei cocomeri va determinato in modo congruo e l'indice rifrattometrico della polpa, misurato al centro della polpa, nella sezione massima normale dell'asse deve essere uguale o superiore all'8° brix.
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Old 01-08-2006, 09:57   #16
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Old 01-08-2006, 11:46   #17
dantes76
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Originariamente inviato da sider
Se gli USA togliessero l'assurdo embargo i cubani starebbero già un pò meglio.
non mi sembra che per farsi del male serva un embargo(sbagliato), basti guardare la Korea del nord...
semmai propio quell'embargo e' stata la linfa di Fidel..
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Old 01-08-2006, 11:51   #18
dantes76
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Non mi pare che castro viva male a causa dell'embargo.
Non mi pare che non esistano i paradisi per turisti.
Se Castro i soldi li distribuisse a chi ne ha bisogno invece che placcarsi i rubinetti in oro, forse ti darei ragione.
Dopo Fidel c'è Castro
di Roberto Di Caro dall'Avana
Fotogalleria: dalla Rivoluzione a oggi
Il Pil cresce dell'11 per cento. Ma non si traduce in benessere. Dilaga il mercato nero. Internet è censurata. Il cibo razionato. E il dopo regime è ancora tutto da scrivere



Cosa non si fa 'por la izquierda'! Solo che qui a Cuba l'espressione non vuol dire 'per la sinistra', il socialismo, Fidel e l'icona del Che: significa 'con la mano sinistra', cioè sgusciando tra le maglie delle leggi, che limitano la proprietà e il commercio privato, e il cappio dell'embargo americano, che dal 1961 stringe alla gola l'economia: inasprito dopo il 2001 con il divieto ai cittadini americani di recarsi a Cuba, l'imposizione di pesanti ritorsioni contro le compagnie di paesi terzi che fanno affari con l'isola, l'interdizione dei trasferimenti bancari diretti ossia del miliardo di dollari annuo delle rimesse di un milione di emigrati cubani negli States, delle quali vive una buona fetta di cittadini.

È proprio la distanza tra la quotidiana necessità di arrangiarsi e ciò che succede nel mondo, non solo l'età del 'líder maximo' o l'affacciarsi al potere della generazione dei quarantenni, a imporre a Cuba cambiamenti in un futuro prossimo. "No, i computer non li acquisti nei negozi, però si trovano: un'impresa ne importa 20, ne dichiara dieci, gli altri li vende sottobanco", racconta Manuel, 28 anni. Ci vive, con il suo Pentium 4: alza contro la finestra il letto della stanza dove dorme con la moglie e fa gli arrangiamenti di canzoni sue e altrui. Per 2 pesos convertibili (cuc) l'ora, meno di 2 euro, incide i demo musicali di altri, squattrinati come lui. "Internet? Non me lo posso permettere: costa, illegale, 50 cuc al mese, e io ne guadagno sì e no 200 l'anno. Uso gratis la connessione di mia madre, che ce l'ha perché lavora in sanità: è filtrata, un Intranet di soli siti cubani, ma ho la mail, e comunico col mondo". Sua moglie Maidòlis (sarebbe 'My doll is', nell'isola si inventano un sacco di nomi nuovi, è uno sport nazionale come il baseball) ha lasciato la fabbrica di sigari dove lavorava: compra le foglie di tabacco a Pinar del Rio e i sigari se li fa da sé, per venderli sottobanco ai turisti: che, con 2 milioni e mezzo di presenze e 270 alberghi di lusso solo per loro, vietati ai cubani, sono ormai una delle grandi fonti di reddito per Cuba.


Se fosse l'attesa di un crollo del regime, con i cubani a sognare fast-food stretti tra le divise verdeoliva dei poliziotti e la divisa forte dei turisti che pagano quanto un mese di lavoro una maglietta del Che o una notte di sesso con una 'jinetera', letteralmente cavallerizza, o un 'rastafari' per turiste, Cuba sarebbe semplice da raccontare: come una specie di museo di archeologia industriale, sociale, politica e letteraria, fotografato un istante prima che lo smantellino. Con le sue fantastiche Chevrolet e Pontiac anni '50, le auto dei poveri con le Lada russe, i sidecar che sfrecciano la sera in strade quasi buie, i sette bus da 300 posti detti 'camellos' per via delle gobbe, i tre ruote carrozzati a uovo e tinti di giallo che chiamano Coco-taxi. Con le mille toppe di legno e lamiera sull'affascinante architettura coloniale di metà delle case, centro e periferia. Con la gente che balla la salsa e la conga santiagera, il popolo per strada e l'intelligencija artistica, oggi esattamente come nei frenetici anni '60, al Gato Tuerto quasi in faccia all'Hotel Nacional. Con l'inevitabile mojito di Hemingway alla Bodeguita del Medio e in qualunque altro posto Ernest abbia dimorato o si sia ubriacato anche una volta soltanto.

Ma l'Avana non è Mosca alla vigilia della caduta del muro di Berlino. Dopo i terribili anni '90 in cui, svaniti con l'Urss gli aiuti che reggevano l'economia, la gente infarinava bistecche di buccia di pompelmo perché un etto di carne costava uno stipendio, qui l'aspettativa di vita è comunque un anno di più che negli Stati Uniti (la fonte non è 'Granma', organo del partito comunista, ma il secondo rapporto dell'Università di California sulle malattie nei paesi in via di sviluppo). La sanità è gratuita e di alto livello, sicché Alberto Alpizar, capo della pianificazione sanitaria dell'Avana e professore a Medicina, può legittimamente vantare "82 policlinici e 42 ospedali nella sola capitale, una mortalità infantile inferiore al tasso fisiologico dei paesi sviluppati, una diffusione dell'Aids contenuta con massicce campagne di prevenzione, 30 mila medici in missione tra l'America latina e l'Africa": anche se proprio questo esorbitante export di medici sta creando gravi buchi nella sanità nell'isola. Gratuite, libri compresi, anche scuola e università: benché, come racconta Ricardo, professore d'inglese che ha lasciato la cattedra per fare il tassista di Stato e lavorare in cuc con i turisti, "l'abbandono di molti come me abbia provocato penuria di docenti e un calo grave nella qualità dell'insegnamento". La casa non la puoi vendere, solo trasmetterla ai figli, ma si è ripreso a costruire. Va meglio persino l'economia, il buco nero della società cubana: "Nel 2005 il Pil è cresciuto dell'11 per cento, grazie al vertiginoso incremento dell'interscambio con Cina e Venezuela", spiega Omar Everleny, docente di Economia cubana all'Università dell'Avana.

Ma la crescita non si traduce in benessere. La strozzatura più evidente è la doppia moneta. Come fai a campare quando lo Stato paga il tuo salario in vecchi pesos cubani, da 400 a 600 al mese, 15-23 euro, con cui compri, nelle 'bodegas' di Stato, solo i prodotti della 'canasta basica', paniere con tessera annonaria? Significa a testa al mese 3,8 chili di riso, 2,5 di zucchero, un sapone, otto uova, un litro di latte ma solo se hai meno di otto anni, mezzo chilo di pollo, un quarto di litro d'olio, un po' di frutta più un pane al dì. Tutto il resto, nei grandi magazzini dove le scritte inneggiano alla rivoluzione "che vive di idee" e ai cinque cubani "prisoneros del Imperio" condannati in Usa per spionaggio, lo paghi a prezzi appena un po' più bassi che da noi, in cuc, cambio 1 a 24 pesos. Ingiustificabili appaiono poi ai più i divieti di usare Internet senza filtri, inventarsi una software house privata, viaggiare all'estero senza inviti approvati dal ministero, costituire partiti di opposizione e giornali indipendenti.

Ufficialmente proiettati a inventare il futuro, i cubani si ritrovano in una radicale incertezza su ciò che accadrà dopodomani. L'isola vive da 47 anni in una transizione infinita. Solo che nessuno sa più bene verso che cosa: il socialismo, l''uomo nuovo' sognato dal Che, il libero mercato ma con le garanzie sociali del 'poder popular', il capitalismo d'assalto alla cinese. "Purché non finisca come in Russia: mafia, delitti, nuovi ricchi che spadroneggiano e poveri alla fame", ti dice Felipe, cinquantenne male in arnese, la moglie a vendere vestiti fatti all'uncinetto sulla porta, in stanza anche la tv satellitare, 10 cuc al mese per allacciarsi a un'unica antenna parabolica illegale per centinaia di utenti e vedere a discrezione del fornitore un pot-pourri di Cnn in spagnolo, cartoni animati, telenovelas brasiliane, giochi e vecchi film. Alle strette (dopo Fidel, meglio Raúl o Bush?) persino Felipe, che detesta Castro e "quell'arrogante del Che", ti risponde: "Bush è solo uno stupido che ci affama perché si vuole prendere l'isola. Non voglio essere qui se mai riuscisse a scatenare una guerra civile o un'invasione. Ma non credo succederà".

Una ragione in più per emigrare, come continuano a fare in decine di migliaia l'anno: "Prima della caduta dell'Urss per disincanto, negli anni '90 per disperazione economica, oggi perché è l'ultima illusione rimasta. Ma se molti pensano di andarsene negli Usa, nessuno o quasi vuole che gli Usa vengano a Cuba a farla da padroni". Così Leonardo Padura, noto scrittore. Da noi Tropea ha tradotto i suoi primi cinque polizieschi e il sesto, 'La neblina del ayer', uscirà nel 2007. Il loro protagonista, Mario Conde, è un tenente della polizia cubana alle prese con un omicidio a volume, e con il groviglio di contraddizioni di una società in cui "cresce la piccola criminalità, ma pochi sono gli assassinii; la corruzione può diventare un cancro, ma la condanna di un alto dirigente ha dato un segnale di stop; il traffico di droga è socialmente irrilevante, ma se compri due latte di vernice per tinteggiare casa salti i pasti per due mesi". Infatti, nell'Avana in cui da cinque anni 'el historiador' Eusebio Leal sta recuperando il centro storico 'patrimonio dell'umanità' con i soldi di banche e fondazioni straniere, il resto delle case è in larga parte in condizioni pessime. Il tenente Conde, alla fine del quarto romanzo, finirà per dare le dimissioni dalla polizia: camperà vendendo libri usati. E in quell'ambiente incapperà nel suo quinto delitto.

Il meccanismo perverso è nell'economia. "Bisogna superare la mentalità statale", dice Everleny l'economista: "Decentralizzare. Concedere autonomia imprenditoriale. Recuperare produttività e potere d'acquisto. Permettere il libero spostamento delle persone. Il mercato aperto? Verrà di conseguenza. E così il superamento del doppio sistema monetario. Ma ci vorranno dieci anni". Sempre che la politica non acceleri con bruschi cambi di rotta. Fidel compie 80 anni il 13 agosto. All'estero, e nell'isola il piccolo tam-tam dei dissidenti, lo danno un giorno per moribondo e uno per morto. Eccolo invece, il 20 luglio a Cordoba in Argentina, invitato speciale al 30 summit del Mercosur, a firmare un accordo di cooperazione tra Cuba e quel Mercato comune sudamericano che con i nuovi governi populisti o di sinistra in Venezuela, Argentina, Brasile e nei membri associati Bolivia e Cile, si sta trasformando in uno strumento di autodifesa economica continentale verso gli Stati Uniti. Una rapida apparizione con la flebo appresso? Macché. Due giorni dopo, lui e quello che è ormai il suo più stretto alleato, il venezuelano Hugo Chávez, se ne arrivano in pellegrinaggio nella Alta Gracia dove Ernesto Che Guevara passò la sua infanzia prima di saltare sulla motocicletta per il suo viaggio di formazione: lì, la sera tardi, il Castro di sempre arringa per tre ore una folla di 25 mila persone tuonando contro "il nostro comune nemico di sempre, l'imperialismo".

La successione al 'Comandante' è però questione ormai dibattuta dallo stesso Fidel ("Dopo di me, stabilisce la Costituzione, mio fratello Raúl, primo vicepresidente, ma anche lui ha già 75 anni..."). Raúl ha dichiarato che "l'unico erede di Fidel è il partito". E, a delineare una futura gestione collegiale del potere, è stato appena ripristinato un organo di 12 membri abolito nel 1991, il Segretariato del Partito Comunista, che include una nuova leva di giovani segretari provinciali. "Una gestione collegiale? Improbabile", dice Padura: "Nel momento in cui serve, un leader esce fuori...". Tre sono gli uomini forti più accreditati a rilevare il potere: il quarantunenne Felipe Perez Roque, ministro degli Esteri; il cinquantenne Carlos Lahe, testa della riforma che ha aperto alle joint venture con capitali stranieri in settori come l'albergheria e le trivellazioni petrolifere, ora secondo vicepresidente; Ricardo Alarcon, a lungo ambasciatore alle Nazioni Unite, attuale presidente del Parlamento. Buoni titoli ha anche il presidente del Banco Nacional, Francisco Soveron.

In attesa del cambio generazionale, grandi segnali di apertura non se ne vedono. Anzi, a sentire la proprietaria di uno dei 'paladàres' del centro, i ristoranti privati gestiti in casa, all'Avana una cinquantina legali e quattro volte tanto illegali, come gli affittacamere, "ci stanno strozzando: dobbiamo versare allo Stato 800 cuc al mese, che si lavori o no. Il mio lo hanno chiuso due anni perché un controllore ha trovato un commensale in più dei 12 permessi".

Privilegiati sono gli artisti. "Come diceva Piscator, io faccio del mio teatro una tribuna. 'Mi socio Manolo', il prossimo spettacolo, è il confronto critico dei due mondi di chi è rimasto a Cuba e di chi è emigrato", racconta Sarah Maria Cruz, regista ora a mezzo tra L'Avana e Ginevra: fu lei, nel '91, ad adattare da un racconto di Senel Paz e mettere in scena per tre mesi al Bertolt Brecht 'Fragole e cioccolato', due anni prima del film di Tomas Gutierrez Aléa. Quel dialogo fra due amici, un comunista e un omosessuale, segnò l'inizio della fine della discriminazione contro i gay. Oggi Mariela Castro, figlia di Raúl e direttore del centro statale Cedesex, si batte per una legge che consenta il cambio di sesso. Ogni sera una folla di omosessuali maschi e femmine si incontra in un tratto centrale del Malecón, il lungomare dell'Avana. E le loro storie furoreggiano sulla tv di Stato, in particolare con la seconda serie della telenovela 'La cara oculta de la luna': "Nella quarta serie tocchiamo invece temi come l'Aids, il rapporto di una donna con un amante molto più giovane, la mancanza di spazio e di case", rivendica Danielis Brito, bionda protagonista delle 29 puntate in onda ora.

Chi di simili privilegi non gode per nulla sono i dissidenti. Secondo la stima del loro leader più noto, Elizardo Sanchez, ce ne sono in galera 330, molti per il reato di 'potenziale pericolosità', cioè senza aver commesso reati specifici. Ma Cuba è dal 2003 nel Consiglio per i Diritti umani delle Nazioni Unite, e l'Unione europea ha abolito le ritorsioni che aveva imposto quello stesso anno dopo la condanna a morte di tre dirottatori e l'arresto di 75 altri ( 60 sono ancora in carcere). Le 'damas de blanco', le loro donne vestite di bianco , si incontrano ogni domenica alle 11 alla Chiesa di Santa Rita. Loro leader è Martha Beatriz Roque, economista, unica donna tra i 75, in libertà condizionata per motivi di salute. Sono gruppi isolati. Padura li liquida come "inaffidabili, inquinati come sono e dalla Cia e dai servizi segreti cubani": che qui sono un'istituzione della rivoluzione, con tanto di museo che esalta azioni, inganni, armi ed eroi. Schiacciati tra la repressione del governo e gli annunci di Bush che vuole comprare Cuba a suon di dollari, nella percezione corrente i dissidenti non sono l'embrione di una Solidarnosc, ma solo l'appendice dei fuoriusciti di Miami.




http://espresso.repubblica.it/dettag...tro/1345493//0
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Old 01-08-2006, 12:03   #19
FastFreddy
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Originariamente inviato da maddero
sono stato a cuba ad inizio febbraio.
Ho paura di quello che potrà accadere con la morte di castro.
Mi sa tanto che scoppierà una guerra civile.
Rilassati, la successione è già pronta da un pezzo, e a reprimere la dissidenza il regime cubeno è stra-allenato...
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La mia config: Asus Z170 Pro gaming, Intel i5 6600k @4.5Ghz, cooler master 212x, corsair vengeance 8Gb ddr4 2133, SSD sandisk ultra II 480Gb, Gainward GTX960 4Gb, Soundblaster Z, DVD-RW, ali Corsair CX750M, Case Thermaltake Suppressor F31
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Old 01-08-2006, 12:04   #20
DonaldDuck
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Originariamente inviato da zuper
il "povero" popolo che può parlare, ovvero i cubani LONTANI da cuba,

la vedono così

CUT
Come sono affranti. Però penso che si rassegneranno presto considerando che niente è eterno a questo mondo.
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