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#81 |
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 1999
Città: Torino
Messaggi: 461
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IO la vedo così: nel periodo del c.d. Boom economico, l'Italia ha effettivamente avuto un enorme sviluppo legato soprattutto alle esportazioni: in altre parole abbiamo riempito l'europa di automobili Fiat, di TV Indesit, Lavatrici Zoppas...
Questo "Miracolo" era legato ad una serie di fattori, fra cui: la pratica della svalutazione sistematica da parte dei governi (la lira era una moneta tradizionalmente "debole", in modo da rendere più semplici le esportazioni e rendere meno competitivi nel mercato interno i prodotti dei concorrenti esteri), il basso costo della manodopera italiana rispetto a quella degli altri maggiori paesi europei ed una visione economica concentrata nel cercare di produrre prodotti per i consumi di massa, più che in un'ottica qualitativa. Però questo modo di fare, che nell'immediato ha dato i suoi frutti, a lungo andare si sta dimostrando fallimentare, visto che manca quasi del tutto alle nostre industrie una tradizione di forte "ricerca e sviluppo" in grado di dare un valore aggiunto ai nostri prodotti(ovviamente sto generalizzando, poichè vi sono numerose eccezioni, però seguite il discorso). In questo modo, nel momento in cui è cresciuta una forte concorrenza sui prezzi, prima da parte del giappone, poi da parte della Korea, della Cina e, non ultima, dai paesi dell'europa dell'est le nostre industrie non riescono più a stare sul mercato: gestire l'inflazione nella maniera allegra del passato non è più possibile, il costod ella manodopera in Italia è sempre molto più basso che in Francia o Germania, ma è incomparabile con quelli dell'estremo oriente..quindi i prodotti italiani NON sono più fra i più convenienti del mercato! Il fatto è che in UK, Germania, Francia, Europa del Nord in genere vi è una tradizione nel campo dell'istruzione in primis e della R&D in secundis, che permette loro di poter immettere continuamente nel mercato prodotti ad altissima tecnologia che i concorrenti non sono in grado di riprodurre (e non solo nel campo dell'elettronica, ma anche e soprattutto della chimica, della ricerca biotecnologica, della farmaceutica etc. etc.), mentre noi molto, molto meno. Soluzioni? Maggiore intervento dello stato in materia di finaziamenti e defiscalizzazioni dei capitali investini della Ricerca, maggiore attenzione alle "fughe di cervelli"...e molte preghiere
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In rebus dubis plurimum est audacia: Nelle situazioni incerte vale moltissimo l'audacia Se pensi che il tuo capo sia uno stupido, ricordati che se fosse stato più intelligente forse tu non lavoreresti per lui. Ultima modifica di davidplatt : 09-06-2004 alle 16:03. |
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#82 |
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Senior Member
Iscritto dal: May 2004
Città: Vicenza
Messaggi: 1520
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Per la fuga di cervelli la vedo molto, molto dura.
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#83 |
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 2002
Città: Firenze
Messaggi: 4027
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Qual'è il problema dell'italia?...esportiamo l'oro e importiamo la merda........l'oro lo facciamo pagare poco agli stranieri(sai com'è....),....e la merda per il popolino la si fa pagare cara(e sai com'è di nuovo).
Soluzione? Il prodotto di eccellenza lo si dà al popolino....e gli si insegna la differenza tra un hamburger(o come cappero si scrive), e una pizza napoletana(originale-nn surgelata-vera-nn di plastica), se avanza qualcosa lo si dà al mercato estero. Si importa solo quello che effettivamente serve(senza ovviamente creare un sistema industriale basato su quello che non si ha....altrimenti si produrrà in perdita),....il superfluo lo si tassa abbestia.....costringendo però nel contempo le aziende italiane che producono per il mercato prodotti dimmerd, a modificare e migliorere la produzione(innovazione etica), o le si fà chiudere. Inoltre abolire le aziende enormi che producono in intensivo(sia industriali che agricole),....per mantenere la produzione in uno stadio intermedio tra l'artigianale e l'industriale. Ultima cosa nn pensare sempre alla crescita e alla competizione....è una cazza@ assurda.......il paese deve FUNZIONARE nn correre(e già sarebbe qualcosa). Cioè se hai un'azienda che funziona e che ti dà dei buoni guadagni, accontentati e nn stare a ingrandire sempre.....fermati, darai la possibilità a un altro di fare la stessa cosa se il mercato lo richiede....e si evita il monopolio. |
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#84 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 2001
Messaggi: 481
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Quote:
Questa inflazione è causata da una serie di fattori: Primo: Tutte le volte che c'è stato un enorme aumento del prezzo del petrolio c'è stato un aumento dell'inflazione poichè è il petrolio che muove tutto e se aumenta quello aumentano tutti i costi. Così è successo nel '73, nel '79 quando l'inflazione è schizzata in alto poco dopo l'aumento del petrolio. Nel 2000 (quindi prima della guerra in Iraq, prima di Bin Laden) il prezzo mondiale del petrolio è aumentato di 2 volte e mezza (da 9$ a 25$), per cui l'effetto inflazione che ne sarebbe seguito in tutto il mondo era già previsto (sin dal 2000, e ovviamente non è colpa di Berlusconi, nè di Bush). Secondo: dal 1° gennaio 2002 non è più la Banca d'Italia a fissare il tasso di interesse, ma la Banca Centrale Europea. Lo stesso tasso per tutti i paesi. Nel 2002 era il 3,25% (alle banche), di conseguenza il tasso che le banche facevano ai clienti per i prestiti era 5,8-7,25%, piuttosto alto, soprattutto se paragonato alla Banca Federale USA (1%) o a quella del Giappone (0,1%!). Il tasso di interesse è come un acceleratore per l'economia, più è basso e più la gente consuma, le imprese investono, l'inflazione diminuisce; ogni punto di tasso in più è un punto di inflazione in più (legge di Fisher). Se il tasso è alto le imprese non hanno convenienza a farsi prestare soldi dalle banche, ma hanno convenienza a tenerli in banca piuttosto che investirli! La stessa cosa i privati non hanno convenienza a comprare un'auto se devono pagare alti tassi, ma hanno convenienza a ridurre i consumi e tenere i soldi fermi in banca per anni. Avere il tasso così alto ha avuto un brutto effetto in tutta l'Europa (infatti il rapporto euro/dollaro è peggiorato tantissimo, fino a due anni fa per avere 1000$ occorrevano solo 850€, adesso ce ne vogliono 1300€!), sia per gli investimenti, sia per i consumi, sia per l'inflazione. Terzo: il controllo dei prezzi. In Italia, negli ultimi dieci anni si tende a liberalizzare i prezzi dei beni. Ogni anno sono sempre più i beni che non vengono tenuti sotto controllo dello Stato. Non è un male, poichè se il prezzo è libero sono le forze del mercato a tenerlo sempre in equilibrio e l'efficienza di del mercato libero è sempre massima. I beni sotto controllo non sono aumentati (addirittura i farmaci sono diminuiti parecchio), come si vede dalla tabella che allego. Per gli altri il Governo non ha alcun potere. Ossia se aumentano (per il petrolio, per una cattiva annata, per i furbi che arrotondano, ecc.) il Governo non può farci proprio niente, nè può farlo la Banca d'Italia, ora che il tasso è fissato dalla Banca Centrale Europea. Quarto: l'inflazione è una profezia autoavverantesi (è scritto in ogni libro di economia). Nel senso che se si urla ogni giorno che l'inflazione è alta e c'è una crisi terribile questa si aggrava e alla fine si avvera! E' esattamente come quando ci si fa prendere dal panico e si inizia a strillare istericamente invece di mantenere i nervi saldi. Il primo atteggiamento non è mai positivo e peggiora sempre qualsiasi situazione, mentre il secondo (mantenere l'ottimismo) è sempre positivo. Nel 1929 la crisi scoppiò perchè tutti si fecero prendere dal panico, se non ci fosse stato panico non ci sarebbe stata la crisi del '29. L'inflazione è ora al 2,3% e per l'anno prossimo è prevista all'1,7%, oltre al fatto che i rapporti deficit/PIL e debito/PIL migliorano ogni anno. Non ha senso frignare istericamente come se l'inflazione fosse al 20%, perchè questo non fa che avverare una crisi che non è affatto così grave. |
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#85 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 2001
Messaggi: 481
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Quote:
Guarda la tabella sui redditi dei dipendenti (pubblici e privati) al netto delle tasse dal 2000 al 2003 (fonte ISTAT). Sono aumentati del 4,4% nel 2003 e del 4,3% nel 2002. E sono aumentati anche i lavoratori. Infatti il prodotto interno è aumentato. Le tabelle le ho prese da PDF di duecento pagine. |
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#86 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 2001
Messaggi: 481
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Quote:
Ha defiscalizzato i capitali investiti nella ricerca. Ha investito molto in un centro tecnologico a Genova a livello europeo per richiamare i cervelli (italiani ed esteri), ma ovviamente non si può fare da un giorno all'altro, ci vuole il tempo che ci vuole. |
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#87 |
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Bannato
Iscritto dal: May 2002
Città: Roma Messaggi totali: 18774 Auto: Fiat Stilo 1.9 MJT Moto: Ducati Sport 900
Messaggi: 328
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Ragazzi, lasciate perdere, vive e Bersluscolandia, lui.
Non cercate di estrarre da Blisset qualcosa in più del Bondi Pensiero, del metodo Schifani.... Assieme a loro sei l'ultimo a valutare il caro vita con gli indici ISTAT.... Ah, hai cambiato la tecnica, non più link, ma attachment, per evitare che ti si possa accusare di propaganda a mezzo forum... Ma questi sotterfugi durano poco.. |
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#88 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 1999
Città: Torino
Messaggi: 461
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![]() La domanda è: ma ti rendi conto di avere un futuro nello spettacolo d'intrattenimento? (a mediaset, ovviamente)
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In rebus dubis plurimum est audacia: Nelle situazioni incerte vale moltissimo l'audacia Se pensi che il tuo capo sia uno stupido, ricordati che se fosse stato più intelligente forse tu non lavoreresti per lui. Ultima modifica di davidplatt : 09-06-2004 alle 20:12. |
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#89 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Jul 2000
Città: Praha
Messaggi: 2186
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O vuoi dire che si sono aumentati...ma in misura talmente ridotta da non essere assolutamente rilevante (soprattutto in concomitanza con un aumento dei prezzi di ben altra misura)? |
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#90 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 2001
Messaggi: 481
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La realtà è evidente: siete talmente plagiati dalla disinformazione di Sx che preferite credere ai finti dati ISTAT dati dà Rai3, ai veri dati ISTAT presi da documenti pubblici e ufficiali e disponibili nei siti istituzionali, persino se presi dai siti internazionali più affidabili al mondo! Insomma, non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere... Patetico, vi lascio alla vostra cecità totale. Ah, sapete cosa vuol dire Islàm? Vuol dire "fede cieca". Vi si addice perfettamente... |
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#91 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 2001
Messaggi: 481
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Se vai a chiedere alle forze dell'ordine vedrai se in questi 3 anni non hanno avuto aumenti di stipendio molto superiori all'inflazione... Cmq se sono aumentati i costi alla produzione (prezzo doppio del petrolio, ecc.) non è certo colpa del Governo. Cosa faresti tu al Governo? Più dell'aumento dei redditi ai dipendenti e dell'aumento delle pensioni... Che state tenendo per un 2-3% di inflazione, ma allora in Inghilterra e in Svezia cosa dovrebbero dire che hanno l'inflazione molto più alta della nostra? |
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#92 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Jul 2000
Città: Praha
Messaggi: 2186
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#93 |
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 2000
Città: Franciacorta (BRESCIA)
Messaggi: 692
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A me...fa ridere di più TOTO.......decisamente!!!
ciao
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Bye...... MâíÎÅñÐrë ® |
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#94 | ||
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Senior Member
Iscritto dal: May 2001
Messaggi: 991
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Quote:
Perchè dovremmo pensare che i dati che fornisce non sono attendibili? Usano un metodo inattendibile? Truccano i dati? Non sono attendibili da oggi, o non lo sono mai stati? Quote:
Forse che gli argomenti contro il governo nascono dal cuore e dalla mente libera degli utenti, mentre quelli a favore sono becera propaganda? Bisognerebbe finirla con queste accuse.. oppure estenderle per par condicio a chi, quotidianamente, da anni, apre thread che si possono riassumere in due parole "abbasso Berlusconi!" Tu più di ogni altro dovresti essere tollerante e liberale, anche con le idee diverse dalle tue, anche con chi le posta con pazienza metodica come tu stesso fai. Non trovi Chromo? |
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#95 |
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 2000
Città: Franciacorta (BRESCIA)
Messaggi: 692
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Rapporto Italia 2004
Percorsi di ricerca nella società complessa Un Paese in cerca d’autore. È questa la chiave di lettura alla quale il presidente dell’Eurispes, il prof. Gian Maria Fara, affida il Rapporto Italia 2004. Un volume di 1.400 pagine di analisi severa e approfondita dalla quale emerge un’Italia smarrita, diffidente e alla ricerca di un’identità. Sono, infatti, numerose le cause all’origine del senso di smarrimento, di diffidenza, di incertezza che attraversa il Paese e la situazione attuale è il frutto dell’intreccio di processi recenti e di lungo periodo che chiama in causa diversi e concomitanti fattori economici, politici, sociali e psicologici. «Nel Rapporto dello scorso anno – sottolinea nelle Considerazioni generali il Presidente dell’Eurispes prof. Gian Maria Fara - avevamo evidenziato le difficoltà e i guasti provocati dall’affermarsi della pericolosa cultura del manicheismo. Eravamo convinti che una eccessiva radicalizzazione del confronto politico avrebbe nociuto al prestigio del Parlamento e delle Istituzioni e indebolito, nello stesso tempo, sia l’azione della maggioranza di governo sia quella dell’opposizione producendo un rallentamento del processo di legittimazione del bipolarismo necessario al consolidamento della democrazia dell’alternanza». «Tuttavia – prosegue Fara - le forze politiche non sono riuscite a superare lo spirito partigiano che ne ha caratterizzato i percorsi degli ultimi anni, affermando, di fronte alla opinione pubblica, una vocazione al conflitto difficilmente superabile anche all’interno stesso dei due schieramenti. Alle difficoltà di tenuta delle diverse anime della maggioranza di governo corrispondono la divisione e la mancanza di un progetto alternativo dell’opposizione». Mentre tutto ciò accade, secondo l’Eurispes, in Italia lo spettro della povertà si allarga sino ad occupare territori che solo fino a qualche anno fa erano sconosciuti: i ceti medi sono costretti, per la prima volta dopo decenni, a difendersi dal pericolo di una incalzante proletarizzazione. Il rischio di proletarizzazione del ceto medio. La società dei tre terzi che l’Eurispes aveva paventato qualche anno fa è diventata una realtà: un terzo di supergarantiti, un terzo di poveri e un terzo a rischio di povertà. Del resto la attuale congiuntura penalizza soprattutto la categoria degli impiegati. In particolare, secondo l’Istituto, nel biennio 2001-2003, la perdita del potere d’acquisto delle retribuzioni è stata pari al 19,7% per gli impiegati, al 16% per gli operai, al 15,4% per i dirigenti e al 13,3% per i quadri. Il confine tra povertà e non povertà diventa sempre più labile e rappresenta una condizione di instabilità che potrebbe precipitare al modificarsi di una sola variabile. L’Eurispes ha stimato il numero di famiglie italiane che sono seriamente a rischio povertà. Utilizzando i parametri riferiti alle fasce di reddito, risulta, infatti, che oltre alle tradizionali 2.500.000 famiglie povere (pari a circa 8 milioni di soggetti) si aggiunge un altro 10% di famiglie italiane a rischio povertà. In valori assoluti si tratta di altri 2.400.000 nuclei familiari. La sensazione di essere più poveri trova conferma nei dati sull’inflazione ormai unanimemente riconosciuti. Per l’Eurispes la forbice tra stipendi e prezzi si è allargata, il potere d’acquisto si è ridotto e non si intravede una inversione di tendenza. Più volte si è accesa la polemica sulle cause della più elevata dinamica dell’inflazione interna rispetto agli altri paesi della Comunità Europea, e la tesi più diffusa attribuisce una particolare responsabilità al changeover e ai conseguenti arrotondamenti. Tuttavia, questa tesi potrebbe spiegare gli andamenti inflazionistici del 2002 e non quelli del 2003. Il dato circa l’aumento del carovita è incontestabile: quasi la totalità degli intervistati, pari al 96,7%, ha avvertito un aumento dei prezzi nel corso del 2003. Inoltre, solo una contenuta percentuale di intervistati non ha avvertito variazioni (2,8%) ed appena lo 0,2% del campione afferma che i prezzi sono diminuiti. Ma si è trattato di aumenti fisiologici o aumenti sconsiderati? In questo inizio di anno i consumatori giudicano ancora più pressanti gli aumenti inflazionistici rispetto a quanto rilevato all’inizio del 2003: il 59,1% del campione percepisce un eccessivo aumento dei prezzi, contro il 37,5% dello scorso anno. Diminuiscono invece le quote di coloro che avvertono aumenti più contenuti (minimi o elevati che siano). Quindi, gli italiani avvertono con sempre maggior disagio il problema dell’aumento dei prezzi, che incide pesantemente sui bilanci familiari. CONTINUA........ http://www.eurispes.it/visualizzaComunicato.asp?val=7 chi vivrà ....vedrà!!!
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Bye...... MâíÎÅñÐrë ® |
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#96 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Apr 2000
Città: Torino
Messaggi: 1679
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Quote:
Sarà, ma come tutti sanno c'è stata in tempi molto recenti una polemica rovente, a causa di una inchiesta di "Striscia la notizia" che ha dimostrato come i farmaci italiani costino uno sproposito rispetto agli identici prodotti all'estero (ad esempio Francia)... Per cui, ammesso che siano diminuiti, la cosa non è che sia molto consolante. |
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#97 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 2001
Messaggi: 481
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Quote:
Era ovvio che con un aumento del prezzo del petrolio del 150% (ossia da 9$ a 25$) nel 2000, ci sarebbe stato un aumento dell'inflazione negli anni seguenti. A un forte e brusco aumento del prezzo del petrolio segue sempre un aumento dell'inflazione come ben sa chi conosce almeno l'abc dell'economia. Per giunta i tassi di interesse della Banca Centrale Europea (che fissa da due anni i tassi per l'Italia) erano alti rispetto a quelli delle altre Banche Centrali mondiali. Ogni punto di tasso è un punto di inflazione in più. E per giunta il rapporto euro/dollaro è aumentato del 50% in due anni! Un'inflazione come quella che abbiamo era davvero il MINIMO che potesse accadere. Se il Governo non avesse preso delle ottime misure (tagli alle spese inutili, diminuzione rapporto deficit/PIL, diminuzione rapporto debito pubblico/PIL, aumento degli investimenti, ecc.) l'inflazione sarebbe molto, ma molto più alta. Fare il paragone con gli altri paesi è facile quando l'Italia ha accumulato in 50 anni il peggior debito pubblico di tutta l'Europa. Neppure i 10 paesi poveri che devono entrare nell'Unione hanno un debito disastroso come il nostro (siamo gli unici in tutta l'Europa che hanno un rapporto debito/PIL oltre il 100% e chiaramente dare a Berlusconi la colpa di un debito che ha 50 anni non è una cosa da esseri pensanti). Certo gridare istericamente al panico ogni giorno come fanno molti non fa che peggiorare la situazione. |
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#98 |
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 2000
Città: Franciacorta (BRESCIA)
Messaggi: 692
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Continuiamo a rimanere in tema.....di satira,....CHE E' MEGLIO.
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#99 |
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 1999
Città: Torino
Messaggi: 461
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MEGLIO, MOLTO MEGLIO DI ZELIG
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In rebus dubis plurimum est audacia: Nelle situazioni incerte vale moltissimo l'audacia Se pensi che il tuo capo sia uno stupido, ricordati che se fosse stato più intelligente forse tu non lavoreresti per lui. |
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