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Old 08-10-2009, 10:34   #1
toms
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[3d uniti] il governo privatizza l'acqua

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Italo Di Sabato*, 23 settembre 2009, 13:06

Nel silenzio generale il governo privatizza l'acqua

Dal 2012, grazie alla legge 133/08 "recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria" approvata ad agosto dal Parlamento la gestione del servizio idrico integrato in Italia sarà privatizzato. Da diritto acquisito, l'acqua diventa merce, prodotto commerciale soggetto alle regole del mercato


L'articolo 23bis della legge 133 favorisce "il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali, in via ordinaria, a favore di imprenditori o di società in qualunque forma costituite individuati mediante procedure competitive ad evidenza pubblica". Ciò al fine - afferma la legge - "di favorire la più ampia diffusione dei principi di concorrenza, di libertà di stabilimento e di libera prestazione dei servizi di tutti gli operatori economici interessati alla gestione di servizi di interesse generale in ambito locale". In altre parole si spalanca la via alla privatizzazione dell'acqua, infatti il servizio idrico è stato equiparato a qualunque servizio pubblico di rilevanza economica, costringendolo alle regole della concorrenza.

Da diritto acquisito, l'acqua diventa merce, prodotto commerciale soggetto alle regole del mercato. Lo stesso sistema che solo nell'ultimo anno si è dimostrato pronto a implodere su sé stesso, con fallimenti a catena di banche e assicurazioni.
Eppure, dopo un rapido sguardo alle esperienze cosiddette "pilota" in Italia, sorgono non pochi dubbi proprio sulle garanzie di accesso al servizio.
Basta leggere l'inchiesta pubblicata il 4 dicembre 2008 dal Corriere Magazine sull'acqua privata e sui costi delle bollette, per scoprire che in città come Arezzo ed Agrigento, comuni che ha sposato il progetto di privatizzazione dell'acqua già da diversi anni, si è assistito a un processo rapido e febbrile di innalzamento vertiginoso dei costi delle tariffe (+ 300%).

Personalmente ritengo che l'art. 23 bis del ddl 133 andato ben oltre le competenze statali e l'ordinamento comunitario. La categoria dei servizi pubblici di rilevanza economica, oggetto dell'affidamento secondo la norma, è una categoria oscura e non presente nell'ordinamento comunitario. Come è noto, l'ordinamento comunitario distingue tra servizi di interesse economico-generale e servizi di interesse generale, entrambi, seppur con caratteristiche differenti, servizi pubblici essenziali, ed in quanto tali, entrambi, in relazione al nostro ordinamento, riconducibili all'art. 43 della Costituzione. Cioè riconducibili a quella norma che non è una mera norma di carattere organizzativo-funzionale, ma è una norma che contribuisce alla caratterizzazione più profonda del modello di Stato sociale; una norma che continua a riconoscere, garantire e legittimare, proprietà e gestione pubblica dei servizi pubblici essenziali, anche, laddove necessario, in regime di monopolio.

Trasformare la nozione di servizio pubblico essenziale in servizio di rilevanza economica, significa violare l'art. 43, il modello di Costituzione economica e tutte le norme ad essa raccordate in primis gli artt. 2, 3, 5 della Costituzione; significa violare la peculiarità che l'ordinamento comunitario riconosce allo status di servizio di interesse economico-generale e servizio di interesse generale, peculiarità ancor più rafforzata dopo l'approvazione del Trattato di Lisbona ed i suoi protocolli.
La norma in oggetto in questi ambiti, in questi servizi, caratterizzati da condizioni oggettive di monopolio naturale, introduce un astratto principio di concorrenza per il mercato, che significa di fatto riconoscere e favorire l'insorgere di malcelati monopoli privati. La norma non sembra assolutamente percepire e assimilare le tipologie comunitarie dei servizi di interesse economico-generale, seppur con una serie di limiti, orientati al mercato, e dei servizi di interesse generale, decisamente al di fuori delle logiche mercantili.

Mi spiego meglio: questa nuova categoria dei servizi pubblici locali di rilevanza economica tout court rientra tra i servizi pubblici essenziali? È possibile immaginare servizi pubblici che non abbiano carattere generale? Sarei portato a ritenere che ciò debba escludersi. E allora se così è, tale categoria, così come configurata, presenta evidenti difformità rispetto al quadro comunitario e statale i quali, seppur con toni differenti, pongono in posizione rilevante il ruolo dei poteri pubblici e subordinano la regola della concorrenza al prius del perseguimento degli interessi generali e al soddisfacimento del servizio universale. Si delinea dunque una duplice violazione sia del dettato comunitario, che di quello interno.

Non è un caso che il Comune di Parigi ha deciso la ripubblicizzazione dei servizi idrici. Infatti dal 1 gennaio 2010 un Ente di diritto pubblico, nel cui comitato di gestione siederanno anche i rappresentanti dei lavoratori e degli utenti, gestirà l'intero ciclo dell'acqua della capitale francese. Nel 1985 le multinazionali Suez e Veolia si erano accaparrate la gestione delle acque parigine con la complicità di Chirac Sono stati vent'anni di abusi, prezzi "gonfiati" e casi talora clamorosi di corruzione. Per contro, non ci sono stati cambiamenti di rilievo sotto il profilo della qualità dei servizi.
Anche a Parigi, come da noi, la gestione privata ha portato con sé una serie di effetti collaterali dovuti alla mancanza di concorrenzialità. In Francia tre quarti della gestione delle acque è oggi in mano ai privati, ma la speranza è che, sul modello parigino, il ruolo pubblico torni ad essere prevalente anche nelle altre zone del Paese.

Nella primavera del 2007 più di quattrocentocinquantamila mila firme furono raccolte a sostegno della legge d'iniziativa popolare che vede come primo punto il riconoscimento dell'acqua come "diritto inalienabile ed inviolabile della persona". Ma la sensazione forte è che la straordinaria raccolta firme sia già stata oscurata. Con un semplice colpo di spugna. Seguendo il manuale del "buon governo" che approva leggi impopolari e antidemocratiche proprio quando imperversa l'afa estiva e l'attenzione della stampa è rivolta altrove.

Il 2010 si candida quindi ad essere l'anno della svolta, ed è incredibile pensare come la Francia e l'Italia prenderanno direzioni cosi diverse in merito ad un bene fondamentale come l'acqua. Da una parte abbandonando una lunga privatizzazione e dall'altro si inaugurando una stagione di privatizzazione diffusa, che già negli esperimenti locali si è dimostrata allo stato attuale fallimentare e onerosa per gli utenti.
E' necessario una forte opposizione sia istituzionale, a partire dai ricorsi di incostituzionalità che le Regioni e gli enti locali debbono presentare, sia sociale al dispositivo della legge 133, affinché in Italia si costruisca la strada della promozione di una società mirante alla garanzia dei principi di uguaglianza nei diritti, di giustizia sociale, di solidarietà e di un vivere insieme fondato sul rispetto e la salvaguardia dei beni comuni

*segretario regionale del Prc Basilicata
articolo postato via Facebook
http://www.aprileonline.info/notizia.php?id=12958
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Old 08-10-2009, 10:38   #2
MARCA
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Privatizzando dando a società private gestite dai comuni è un conto ed è indicativamente positivo,
privatizzare dando le risorse idriche a società gestite dai privati è pura follia, perchè queste società non avrebbero come le prime la necessità della parità del bilancio, ma bensi l'utile, quindi caricherebbero sugli utenti(in regime di monopolio!!!!)dei costi altissimi.
L'acqua è il bene principale che abbiamo, farlo gestire/vendere a società private sarebbe veramente stupido oltre che estremamente dannoso!!!
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Old 08-10-2009, 10:39   #3
Sheera
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Privatizzando dando a società private gestite dai comuni è un conto ed è indicativamente positivo,
privatizzare dando le risorse idriche a società gestite dai privati è pura follia, perchè queste società non avrebbero come le prime la necessità della parità del bilancio, ma bensi l'utile, quindi caricherebbero sugli utenti(in regime di monopolio!!!!)dei costi altissimi.
L'acqua è il bene principale che abbiamo, farlo gestire/vendere a società private sarebbe veramente stupido oltre che estremamente dannoso!!!
Molte di queste società sono pubblico-privato.
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Old 08-10-2009, 10:40   #4
Fides Brasier
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Privatizzando dando a società private gestite dai comuni è un conto ed è indicativamente positivo,
privatizzare dando le risorse idriche a società gestite dai privati è pura follia, perchè queste società non avrebbero come le prime la necessità della parità del bilancio, ma bensi l'utile, quindi caricherebbero sugli utenti(in regime di monopolio!!!!)dei costi altissimi.
L'acqua è il bene principale che abbiamo, farlo gestire/vendere a società private sarebbe veramente stupido oltre che estremamente dannoso!!!
e' il liberismo, bellezza

la stessa cosa a mio avviso presto accadra' anche alla sanita'
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E' il tuo sguardo che mi fa capire cosa mi puoi fare E le tue labbra accese e accattivanti mi fanno barcollare e l'adrenalina sale! Vorrei un altro pianeta disperso per noi due è solo un modo per dirti cosa ti farei!! E' il tuo odore che mi fa impazzire ho questa strana voglia di renderti il mio cibo Ma non temere sono solo un tipo strano che vuole la tua carne in preda all'essere animale Vorrei un altro pianeta disperso per noi due e come un tuono nel cielo sparire come Dei..
Fides Brasier è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 08-10-2009, 10:41   #5
MARCA
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e' il liberismo, bellezza

la stessa cosa a mio avviso presto accadra' anche alla sanita'
Il liberismo non dice di cedere gli asset principali in regime di monopolio
grazie per il bello
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Old 08-10-2009, 10:48   #6
CUBIC84
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...

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Old 08-10-2009, 10:50   #7
Fides Brasier
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Il liberismo non dice di cedere gli asset principali in regime di monopolio
grazie per il bello
eh ma siamo in italia, questo e' il liberismo di berlusconi

prego
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Old 08-10-2009, 11:06   #8
toms
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Il caso francese: marcia indietro sulle privatizzazioni

Quote:
di Claudio Agostoni

Dopo essere stati in prima linea nel trasformare il servizio di fornitura dell’acqua in un business, i nostri vicini d’Oltralpe stanno tornando sui loro passi: un segnale significativo per l’intero continente europeo.

Se l’Italia va verso la privatizzazione dell’acqua, la Francia che ha già privatizzato molto (al suo interno, ma anche all’estero), comincia a fare marcia indietro. E se è vero che una delle peculiarità di Parigi è quella di lanciare tendenze, che spesso attecchiscono e diventano "moda" ai quattro angoli del pianeta, l’iniziativa di ri-municipalizzare l’acqua parigina potrebbe essere un segnale positivo per molte altre città e Paesi. Per lo meno è quello che si augurano i sostenitori della campagna "Acqua bene pubblico" da quando, lo scorso novembre, si è diffusa la notizia che la capitale francese avrebbe ri-municipalizzato l’acqua potabile urbana. Era una promessa elettorale del sindaco Bertrand Delanoë, che si era impegnato a non aumentare il prezzo del metro cubo sino alla fine del suo mandato nel 2014.

La promessa diventerà realtà a fine anno quando non verranno riconfermati i contratti con i due giganti privati dell’acqua, Veolia (ex Générale des eaux, exVivendi) eSuez (ex Lyonnaise des eaux). Oggi in pratica agiscono in regime di monopolio e, grazie a un’azione di lobbying, hanno assunto il rango di vere e proprie co-produttrici dell’intervento pubblico. Sotto forma di contratti di delega del servizio pubblico (Dsp) stipulati con le collettività locali, Veolia e Suez, detengono circa l’80 per cento del mercato della produzione e della distribuzione e il 55 per cento della depurazione delle acque di scarico, per non parlare di rifiuti, igiene urbana, riscaldamento, trasporti urbani e ferroviari, ristorazione collettiva e pompe funebri. Per capire quanto le due società francesi siano importanti, anche nell’economia mondiale, basti ricordare che la sola Veolia Eau, uno dei quattro bracci della Veolia Environment Sa (gli altri tre settori in cui opera sono l’energia, i trasporti e i rifiuti), è detentrice del 39 per cento del mercato dell’acqua francese, e nel mondo conta ben 711 filiali con cui costruisce e gestisce sia impianti di purificazione e distribuzione dell’acqua, sia impianti di smaltimento delle acque reflue. Gestisce, inoltre, acquedotti in varie città del mondo che raggiungono un totale di 80 milioni di persone.


Per fare qualche esempio, nel 2008 ha vinto una commessa di 294 milioni di euro per fornire acqua ai cittadini di Changle in Cina, una da 461 milioni per mettere in opera due impianti di depurazione ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, una di 145 milioni per costruire due impianti di potabilizzazione acque a Bata, nella Guinea Equatoriale. Veolia e Suez sono state e sono tuttora molto attive anche in diversi Paesi dell’America latina, come Argentina, Uruguay, Bolivia, Brasile, dove sono tra le principali concessionarie per la gestione dei servizi legati all’acqua. Anche in Italia, Veolia Acqua Srl detiene importanti partecipazioni nelle società che controllano la gestione all’ingrosso dell’acqua della Sicilia, della Calabria e della Campania (e, in più, significative partecipazioni nelle società che gestiscono in concessione il servizio acqua potabile a Latina, Genova e Lucca).

La scelta di Bertrand Delanoë segna la fine di un’era, iniziata negli anni Ottanta, quando la Francia fu inondata da una marea di privatizzazioni. Ancora oggi, nella maggioranza dei comuni francesi, l’acqua è gestita da privati. Nella capitale era stato Chirac, nell’84, allora sindaco di Parigi, a privatizzare la distribuzione dell’acqua. I due giganti si erano divisi la città: a Veolia la rive droite,e a Suez la rive gauche. Dal gennaio 2010 la città controllerà tutta la "sequenza", dalla produzione (purificazione) alla distribuzione. Una scelta ribadita con orgoglio da Anne Hidalgo, vicesindaco di Parigi, lo scorso gennaio durante i lavori dell’Alternative Water Forum di Istanbul: «Abbiamo deciso di nominare un operatore pubblico dell’acqua. Con lui ci sarà anche un miglior controllo democratico di questo servizio, che sarà anche più efficace. È un sistema all’interno di una riforma generale per i servizi alla collettività. Vorremmo che la gestione pubblica dei servizi fosse finalmente efficace, quindi con una buona performance per ottenere sempre un servizio migliore».

Si tratta indubbiamente di un forte segnale di controtendenza che va a colpire un’anomalia tutta francese. Nel mondo solo il 7-8 per cento dei mercati dell’acqua è affidato a operatori privati, mentre Oltralpe – prima del ribaltone parigino – solo il 28 per cento dipendeva da operatori pubblici, aziende o società a economia mista. Parigi non è la prima città a fare marcia indietro: tra le grandi città una scelta analoga è già stata fatta da Grenoble, e qui, come in altre località dove l’acqua è municipalizzata (Chambèry, Clermont-Ferrand, Annency), il prezzo al metro cubo è sotto la media nazionale. La posta in gioco è fondamentale perché sono sempre più evidenti le disuguaglianze rispetto all’accesso all’acqua e al drammatico impatto del cambiamento climatico sul ciclo idrico. Tematiche a cui la Chiesa francese ha prestato attenzione in più occasioni. L’esempio più recente riguarda la campagna "Vivere l’estate 2009 in maniera diversa", lanciata con successo da 24 associazioni di ispirazione cristiana, su iniziativa della sezione francese di Pax Christi.

Tutti i cittadini sono stati invitati a «non sprecare un bene comune fondamentale come l’acqua». E, per dare maggiore concretezza alla campagna, è stato istituito una sorta di gemellaggio "idrico" tra Senna e Marna e il Niger, grande fiume africano che attraversa Guinea Conakry, Mali, Niger e Nigeria. Sulle rive dei due fiumi francesi si sono celebrati spettacoli di danza, teatro, musica, mostre di pittura, scultura e fotografia dedicate al Niger e alle popolazioni che vivono lungo il suo corso: un’ottima occasione per far conoscere il patrimonio di culture, usi e costumi di questa regione, ma anche un pretesto per denunciare i molti problemi legati all’inquinamento (si pensi alla situazione drammatica delle regioni petrolifere del delta in Nigeria) e allo sfruttamento (dighe idroelettriche, irrigazioni...) di questo fiume. Le conseguenze sono quanto mai drammatiche: inondazioni di vaste aree che provocano lo sfollamento di intere comunità locali o riduzione della portata del fiume con conseguenti periodiche carestie. La campagna si spinge oltre l’informazione e la solidarietà grazie a un obiettivo preciso: realizzare un progetto idrico solidale a Zinder, la seconda città del Niger. Un modo concreto per schierarsi al fianco di milioni di cittadini che, qui come in molte altre parti del mondo, combattono contro la mercificazione dell’acqua.

Claudio Agostoni
http://www.stpauls.it/jesus/0910je/0910je72.htm
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Old 08-10-2009, 11:11   #9
Fil9998
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popolo bue, non hai detto "A" fino ad ora ...
ti han sodomizzato in tutti i modi, insultato, deriso ogni giorno di più e con modi nuovi,
sgobbi una vita per forse riuscire a pagare una casa tua, forse.

ti han tolto sanitò, scuola, giustizia sicurezza

ti fanno bere, respirare e mangiare cibo velenoso e costoso solo per poterti spillare soldi quando ti ammali
in tutto questo sei talmente preso da salute e debiti e sopravvivenza che non hai il tempo di crescere come persona da BUE a "UOMO" ...


ora ti misureranno l'ACQUA, dopo averti avvelenato aria e cibo e terra e alimenti...





che farai?
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Old 08-10-2009, 11:13   #10
cocis
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bene .. avanti così ..
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Old 08-10-2009, 11:22   #11
gigio2005
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Privatizzando dando a società private gestite dai comuni è un conto ed è indicativamente positivo,
privatizzare dando le risorse idriche a società gestite dai privati è pura follia, perchè queste società non avrebbero come le prime la necessità della parità del bilancio, ma bensi l'utile, quindi caricherebbero sugli utenti(in regime di monopolio!!!!)dei costi altissimi.
L'acqua è il bene principale che abbiamo, farlo gestire/vendere a società private sarebbe veramente stupido oltre che estremamente dannoso!!!
grazie per averli votati! veramente...a nome mio, della mia famiglia, dei miei figli e dei miei nipoti

GRAZIE
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Old 08-10-2009, 11:24   #12
MARCA
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grazie per averli votati! veramente...a nome mio, della mia famiglia, dei miei figli e dei miei nipoti

GRAZIE

Io non voto,
è solo la 300volta che lo scrivo...
Vediamo di non ripeterlo più, perchè la camomilla potrebbe non bastarmi, chairo?Bene.
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Old 08-10-2009, 11:26   #13
gigio2005
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ma chi cazzo li ha votati a questi? BAH
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Old 08-10-2009, 11:33   #14
cocis
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ma chi cazzo li ha votati a questi? BAH
7 italiani su 10 ..
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Old 08-10-2009, 11:37   #15
redsith
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Ma come chi! Gli ZombiNazisti ovviamente!

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Old 08-10-2009, 11:48   #16
sider
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ma chi cazzo li ha votati a questi? BAH
Principalmente dovete ringraziare i nonni e le vecchie zie+ SUD
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Old 08-10-2009, 12:14   #17
mixkey
 
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Principalmente dovete ringraziare i nonni e le vecchie zie+ SUD
Aggiungi al Sud le altre regioni (togliendo Emilia e Toscana).
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Old 08-10-2009, 12:19   #18
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popolo bue, non hai detto "A" fino ad ora ...
ti han sodomizzato in tutti i modi, insultato, deriso ogni giorno di più e con modi nuovi,
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ti han tolto sanitò, scuola, giustizia sicurezza

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che farai?
il film "storie di ordinaria follia" è quanto di più vicino al fuuto paradossale che ci attende..
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Old 08-10-2009, 12:22   #19
lowenz
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il film "storie di ordinaria follia" è quanto di più vicino al fuuto paradossale che ci attende..
Oppure è semplicemente la normale giungla umana camuffata da società regolata
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Old 08-10-2009, 12:27   #20
^TiGeRShArK^
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Bene così.
Tanto io non ho il minimo problema a pagare 10 o 100 volte la bolletta dell'acqua attuale.
Ma sono FELICISSIMO che se la prenderanno in quel posto tutti gli elettori di Ilvio.
Cazzi loro.
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