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Old 21-02-2005, 10:46   #1
plutus
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"Prodi da Chirac a svendere l'Italia"

riporto questo intervento....

http://www.legnostorto.com/node.php?id=25826

Prodi è andato da Chirac, forse per rinnovare un vecchio debito e per ottenere, in cambio della promessa di una nuova politica estera dell’Italia totalmente allineata alle scelte dell’asse Parigi-Berlino-Madrid, una certa forma di solidarietà.
Il debito è quello che contrasse tra il 1996 e il 1997 quando Francia e Germania erano orientate a escludere l’Italia dalla prima fase della moneta unica perché il deficit di bilancio era al disopra del 3% e il debito pubblico viaggiava al 120% del Pil. Prodi allora fece anche un tentativo maldestro: convincere la Spagna di Aznar ad allearsi con l’Italia per rinviare l’introduzione dell’euro. Ma Chirac lo mandò all’aria e il 1° ottobre 1996, insieme ad Aznar, accusò l’Italia di «politica economica sleale», con l’intenzione di lasciare il nostro Paese fuori dalla prima fase della moneta unica. Allora Prodi minacciò che «avrebbe fatto vedere i sorci verdi» ai nostri vicini, alludendo alla possibilità di svalutazioni selvagge per rendere concorrenziali i nostri prodotti.
Non fu questa minaccia a convincere i nostri partner a cambiare idea. L’Italia fu costretta ad accettare una parità lira-marco, preludio al cambio lira-euro, sconveniente. La Francia propose quota 950, Prodi puntava a 1020. La decisione fu 990, assolutamente sfavorevole per un Paese che era abituato alle svalutazioni competitive. In questo modo, in aggiunta poi all’eurotassa per rientrare nei limiti del deficit, Prodi portò l’Italia nell’euro, ma compromettendo la struttura produttiva del Paese. Evitò a se stesso e alla classe dirigente della prima Repubblica, che incarnava, il fallimento umiliante di vedere sbattuta in faccia la porta dell’euro al Paese ufficialmente più europeista di tutti. Chirac allora lo salvò, e Prodi è tornato di nuovo a chiedere aiuto. Ma Prodi, con quella maldestra trattativa, aveva compromesso il futuro del sistema produttivo italiano.
Senza avere contrattato per il futuro anche un atteggiamento comprensivo sul livello del debito pubblico (fatto salire dai precedenti governi di centrosinistra), Prodi ha inoltre lasciato l’Italia sguarnita di fronte al ricatto che si sta profilando, e di cui sembra gioirne: nessuna concessione di flessibilità sul Patto di stabilità ai Paesi che hanno un debito pubblico di oltre il 60% rispetto al Pil. Tra il 1996 e il 1998, Prodi ottenne che Francia, Germania e Spagna chiudessero un occhio anche su questo, ma contrasse un debito, che adesso paga svendendo la politica estera futura dell’Italia. Così, dopo che i governi di centrosinistra e di sinistra hanno ipotecato il futuro delle nuove generazioni con il debito pubblico, adesso Prodi vuole ipotecare anche la politica estera. Ma l’ossessione del potere è incoercibile e due giorni fa è salito all’Eliseo per promettere una totale adesione dell’Italia che intende guidare alla linea e alle scelte di questi tre Paesi.
E' legittimo chiedersi se tanta disinvoltura sia garanzia di una leadership che dovrebbe essere esercitata nell’interesse dell’Italia. C’è da chiedersi anche se sia corretto delegittimare all’estero una politica, quella in Irak, approvata dal Parlamento e risultata lungimirante alla prova dei fatti.
L’Italia ha conquistato, diversamente da ciò che sostiene Prodi, credibilità in campo internazionale perché ha mantenuto fede alla scelta di contribuire a combattere il terrorismo e a consentire al popolo iracheno di essere veramente libero di scegliere il proprio futuro, e di decidere di non abbandonarlo proprio adesso che ha dato una così alta e convincente prova di coraggio il 30 gennaio. Ma Prodi non ha avuto scrupoli a stravolgere anche la posizione di Kofi Annan, che ha chiesto a tutta la comunità internazionale, compresi coloro che si erano opposti alla guerra d’Irak, di contribuire «anche dal di fuori» all’opera di ricostruzione in cui l’Onu è già impegnata. Prodi ha preso quella frase come un invito a tutti ad andarsene. Questo è il suo metodo di manipolazione.
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Old 21-02-2005, 10:57   #2
flisi71
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Iscritto dal: Feb 2001
Città: a casa mia
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Io mi iscrivo alla discussione.

Comunque complimenti alla scrittrice Amelie e al fantastico mondo in cui vive "credibilità internazionale", ma è mai uscita dall'Italia per sentire cosa se ne pensa all'estero?


Ciao

Federico
flisi71 è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 21-02-2005, 11:02   #3
plutus
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e tu sei mai uscito?
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Old 21-02-2005, 11:29   #4
plutus
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Città: paris again...
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Le critiche di Chirac? Una grave ingerenza
Il ministro: collaborazione tra i governi, ma forse al presidente francese dà fastidio il rapporto stretto Berlusconi-Bush
ROMA - D’istinto, Antonio Martino vorrebbe derubricare la polemica che sta coinvolgendo Jacques Chirac dopo la visita parigina di Romano Prodi, per quelle dichiarazioni attribuite al presidente della Repubblica francese secondo cui l’Italia conterebbe meno in Europa da quando c’è Silvio Berlusconi a palazzo Chigi. Il ministro della Difesa è stato titolare della Farnesina nel ’94, e sa che non c’è nulla di più urticante nelle relazioni diplomatiche tra due Paesi di questi incidenti. Così inizialmente tende a scaricare sul leader del centrosinistra la responsabilità del caso, «potrebbe darsi - sostiene Martino - che questa sia una sua gaffe, l’ennesima, che gli darebbe diritto ad entrare nel guinness dei primati. Non dimentico le perle di Prodi, che chiese invano ad Aznar di tenersi "mano nella mano" per ritardare l’avvio dell’Euro, che promise di far vedere "i sorci verdi alla Francia" e di "battere ai tempi supplementari la Germania". Perciò non scarto l’ipotesi che si sia inventato tutto. E anche se fosse una sua invenzione, sarebbe una gaffe, perché un esponente politico non si fa ricevere nelle cancellerie internazionali per parlar male del proprio Paese».

Ma se non fosse una «gaffe» di Prodi?
«L’ambasciata di Francia in Italia ha subito precisato che Parigi lavora "in piena sintonia" con il governo italiano. E io credo che Chirac sia estraneo alla vicenda. Certo, se si fosse lasciato andare a quelle considerazioni, allora sarebbe un fatto grave: significherebbe che le opinioni personali del presidente della Repubblica francese sull’esecutivo italiano vengono offerte al capo dell’opposizione italiana per una questione di politica interna. Si tratterebbe di un’ingerenza inammissibile. In ogni caso, dire che l’Italia conta meno a livello internazionale è falso. Sull’atlantismo non abbiamo mai avuto un così buon rapporto con gli Stati Uniti. Sul fronte medio-orientale abbiamo straordinarie relazioni con i Paesi arabi e il legame con Israele non ha eguali rispetto al passato. Quanto al fronte europeo, abbiamo messo in discussione l’idea che nell’Ue possano esistere Paesi più uguali degli altri, e che possano decidere anche per gli altri».

Sarà così, ciò non toglie che le frasi riferite a Chirac gettano ombre sui rapporti tra Roma e Parigi.
«Il fatto che non abbia smentito, non va inteso necessariamente come una conferma di quanto gli è stato attribuito. Siccome in questo caso siamo al livello del pettegolezzo, e siccome un capo di Stato non può scendere a certi livelli, il presidente della Repubblica francese potrebbe aver deciso di ignorare le affermazioni in libertà che Prodi ha reso pubbliche».

Ma ignorando non si alimenta il dubbio?
«Quando ero ministro degli Esteri, alla vigilia di un vertice italo-francese un organo di stampa attribuì all’Eliseo valutazioni negative sull’"antieuropeismo di Martino". Il presidente Mitterrand non solo mi fece immediatamente sapere in via riservata di non aver mai espresso quelle riserve sul mio conto, ma al pranzo del giorno dopo ci tenne che fossi seduto alla sua destra. Fu cordialissimo, disse di aver conosciuto mio padre... Cito l’episodio per spiegare che - probabilmente - in via riservata quelle parole sono già state smentite. Non lo si fa pubblicamente perché una smentita è sempre una notizia data due volte».

Sta dicendo che c’è stata una telefonata tra Chirac e Berlusconi?
«Non lo so. Ma credo che, se non l’ha già fatto, il presidente francese farà una telefonata all’"amico Silvio" per dirgli che sono solo pettegolezzi da cortile».

Non le sembra eccessivo parlare di amicizia tra i due?
«Che tra Berlusconi e Chirac ci siano stati momenti di difficoltà è noto, ma i rapporti di collaborazione tra i governi sono elevati. Solo per citare un caso che compete al mio ministero, abbiamo dato vita alla Gendarmeria europea, idea nata durante il semestre italiano di presidenza dell’Ue, e di cui la Francia si è fatta promotrice: si tratta di una delle maggiori iniziative di difesa europea».

La collaborazione tra governi è una cosa, i rapporti tra il presidente francese e il premier italiano un’altra.
«Ci sono delle differenze, com’è normale tra due leader. Entrambi stanno al centro della scena e amano starci. Non c’è dubbio che la crisi irachena abbia segnato una fase difficile nelle loro relazioni. Sulla guerra Chirac è stato perentorio, ai limiti della rottura con gli Usa, mentre Berlusconi è convinto che il rapporto euro-atlantico sia essenziale, e costituisca un sistema di valori: quello dell’Occidente. Allora si disse che l’Europa era entrata in crisi, ma non è affatto detto che se alcuni Paesi assumono un’impostazione, gli altri debbano adeguarsi: quello sarebbe servilismo non europeismo. Comunque la fase sta mutando. Al di là delle differenti opinioni sull’intervento militare, c’è la consapevolezza che il successo dell’Iraq è nell’interesse dell’intera comunità internazionale».

Può darsi che quella vicenda abbia allargato il solco tra Chirac e Berlusconi?
«Il fatto è che Francia e Italia sono due Paesi molto simili, e proprio per questo differenti, perché le diversità sono più marcate quando c’è una base comune. Del resto, le liti più furibonde sono fra parenti. E la Francia è una nostra amata cugina, ipersensibile. Ma negli incontri bilaterali c’è sempre grande cordialità tra i due. Fino a che punto quella cordialità sia sentita, non lo so. Conobbi Chirac quando era ancora sindaco di Parigi. Fece un discorso di un’eleganza straordinaria e pensai che sarebbe stato per la Francia l’uomo politico del futuro. Mentirei se dicessi che le promesse le ha mantenute tutte, anche se parliamo di una personalità di grande spessore. Chissà, forse tra il presidente francese e il premier italiano c’è una certa competitività, e il fatto che Berlusconi vanti un rapporto stretto con Bush dà fastidio».

Così come l’asse franco-tedesco dà fastidio a Berlusconi.
«Quell’asse in passato era basato sulla condivisione anche di un modello economico: il modello Renano. Oggi però quel modello è in crisi, come lo stesso asse franco-tedesco è in crisi e in fase di revisione. Non è più il monolite del ’94, quando le personalità di Kohl e Mitterrand davano a quel rapporto una robustezza che non ha più. Non a caso le ultime riunioni sono state allargate anche agli inglesi».

Concludendo, ministro, andreottianamente cosa pensa...
«A pensar male, dice Andreotti, si fa peccato ma qualche volta ci si azzecca. E dunque è possibile che qualcosa Chirac l’abbia potuta dire, ma personalmente non credo sia vero quanto gli è stato attribuito. Se penso al suo ruolo, mi convinco sempre più di una cosa: monsieur le president de la Republique française non può scadere nel pettegolezzo da portiere con un ex presidente della Commissione europea che va lì per piatire un soccorso. Vorrei però sottolineare un paradosso della sinistra italiana, che dovendo scegliere tra il gollismo di Chirac e il laburismo di Blair, preferisce la linea francese perché anti-americana. O meglio, è la sinistra italiana a giudicare la linea francese anti-americana, compiendo una forzatura. Perché la posizione di Parigi è molto più sfumata e intelligente di quanto la nostra opposizione voglia far credere».

dal Corriere
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Old 21-02-2005, 11:38   #5
oscuroviandante
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e costui vorrebbe governare il nostro paese?

almeno Berlusconi non va in giro per il mondo a spargere letame sul proprio paese solo per convenienza politica.
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Old 21-02-2005, 11:45   #6
adele97
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Re: "Prodi da Chirac a svendere l'Italia"

Quote:
Originariamente inviato da plutus
riporto questo intervento....

http://www.legnostorto.com/node.php?id=25826

Prodi è andato da Chirac, forse per rinnovare un vecchio debito e per ottenere, in cambio della promessa di una nuova politica estera dell’Italia totalmente allineata alle scelte dell’asse Parigi-Berlino-Madrid, una certa forma di solidarietà.
Il debito è quello che contrasse tra il 1996 e il 1997 quando Francia e Germania erano orientate a escludere l’Italia dalla prima fase della moneta unica perché il deficit di bilancio era al disopra del 3% e il debito pubblico viaggiava al 120% del Pil. Prodi allora fece anche un tentativo maldestro: convincere la Spagna di Aznar ad allearsi con l’Italia per rinviare l’introduzione dell’euro. Ma Chirac lo mandò all’aria e il 1° ottobre 1996, insieme ad Aznar, accusò l’Italia di «politica economica sleale», con l’intenzione di lasciare il nostro Paese fuori dalla prima fase della moneta unica. Allora Prodi minacciò che «avrebbe fatto vedere i sorci verdi» ai nostri vicini, alludendo alla possibilità di svalutazioni selvagge per rendere concorrenziali i nostri prodotti.
Non fu questa minaccia a convincere i nostri partner a cambiare idea. L’Italia fu costretta ad accettare una parità lira-marco, preludio al cambio lira-euro, sconveniente. La Francia propose quota 950, Prodi puntava a 1020. La decisione fu 990, assolutamente sfavorevole per un Paese che era abituato alle svalutazioni competitive. In questo modo, in aggiunta poi all’eurotassa per rientrare nei limiti del deficit, Prodi portò l’Italia nell’euro, ma compromettendo la struttura produttiva del Paese. Evitò a se stesso e alla classe dirigente della prima Repubblica, che incarnava, il fallimento umiliante di vedere sbattuta in faccia la porta dell’euro al Paese ufficialmente più europeista di tutti. Chirac allora lo salvò, e Prodi è tornato di nuovo a chiedere aiuto. Ma Prodi, con quella maldestra trattativa, aveva compromesso il futuro del sistema produttivo italiano.
Senza avere contrattato per il futuro anche un atteggiamento comprensivo sul livello del debito pubblico (fatto salire dai precedenti governi di centrosinistra), Prodi ha inoltre lasciato l’Italia sguarnita di fronte al ricatto che si sta profilando, e di cui sembra gioirne: nessuna concessione di flessibilità sul Patto di stabilità ai Paesi che hanno un debito pubblico di oltre il 60% rispetto al Pil. Tra il 1996 e il 1998, Prodi ottenne che Francia, Germania e Spagna chiudessero un occhio anche su questo, ma contrasse un debito, che adesso paga svendendo la politica estera futura dell’Italia. Così, dopo che i governi di centrosinistra e di sinistra hanno ipotecato il futuro delle nuove generazioni con il debito pubblico, adesso Prodi vuole ipotecare anche la politica estera. Ma l’ossessione del potere è incoercibile e due giorni fa è salito all’Eliseo per promettere una totale adesione dell’Italia che intende guidare alla linea e alle scelte di questi tre Paesi.
E' legittimo chiedersi se tanta disinvoltura sia garanzia di una leadership che dovrebbe essere esercitata nell’interesse dell’Italia. C’è da chiedersi anche se sia corretto delegittimare all’estero una politica, quella in Irak, approvata dal Parlamento e risultata lungimirante alla prova dei fatti.
L’Italia ha conquistato, diversamente da ciò che sostiene Prodi, credibilità in campo internazionale perché ha mantenuto fede alla scelta di contribuire a combattere il terrorismo e a consentire al popolo iracheno di essere veramente libero di scegliere il proprio futuro, e di decidere di non abbandonarlo proprio adesso che ha dato una così alta e convincente prova di coraggio il 30 gennaio. Ma Prodi non ha avuto scrupoli a stravolgere anche la posizione di Kofi Annan, che ha chiesto a tutta la comunità internazionale, compresi coloro che si erano opposti alla guerra d’Irak, di contribuire «anche dal di fuori» all’opera di ricostruzione in cui l’Onu è già impegnata. Prodi ha preso quella frase come un invito a tutti ad andarsene. Questo è il suo metodo di manipolazione.
Allora era meglio non entrare?
E fare la fine dell'Argentina?
adele97 è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 21-02-2005, 11:46   #7
adele97
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Quote:
Originariamente inviato da oscuroviandante
e costui vorrebbe governare il nostro paese?

almeno Berlusconi non va in giro per il mondo a spargere letame sul proprio paese solo per convenienza politica.
Ah no?
adele97 è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 21-02-2005, 12:39   #8
evelon
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Re: Re: "Prodi da Chirac a svendere l'Italia"

Quote:
Originariamente inviato da adele97
Allora era meglio non entrare?
E fare la fine dell'Argentina?

Teoria tua ?

L'euro ci ha riparato da alcune speculazioni ma nel rapporto costi/benefici sull'economia italiana direi che siamo ampiamente in negativo...
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Old 21-02-2005, 12:44   #9
Onisem
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Tanto poco un uomo si interessa dell'altro, che persino il cristianesimo raccomanda di fare il bene per amore di Dio. (Cesare Pavese)
"Sono un liberale di destra, come potrei votare uno come Berlusconi?"
Marcello Dell'Utri, fondatore del partito Forza Italia, è stato condannato per mafia.
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Old 21-02-2005, 12:46   #10
adele97
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Re: Re: Re: "Prodi da Chirac a svendere l'Italia"

Quote:
Originariamente inviato da evelon
Teoria tua ?

L'euro ci ha riparato da alcune speculazioni ma nel rapporto costi/benefici sull'economia italiana direi che siamo ampiamente in negativo...
Non è una mia teoria ma della maggior parte degli economisti italiani e mondiali.

Ma tu che avresti fatto?
Rispondi perchè non è chiaro quello che tu avresti fatto al posto di Mortadellone.
adele97 è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 21-02-2005, 12:48   #11
ferste
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Quote:
Originariamente inviato da Onisem
"Autorevole" questa Paola...
beh, siamo andati avanti anni a prendere come Vangelo citazioni di forum come disobbedienti.it o schifezze del genere........

Prendiamo questo articolo come quello che è.....un parere PERSONALISSIMO di un essere umano da cui partire per fare delle considerazioni........
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Old 21-02-2005, 12:58   #12
Amu_rg550
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Quote:
Originariamente inviato da oscuroviandante
e costui vorrebbe governare il nostro paese?

almeno Berlusconi non va in giro per il mondo a spargere letame sul proprio paese solo per convenienza politica.
come no.

""leggo ormai nelle facce dei miei interlocutori stranieri la preoccupazione per la debolezza italiana. Ormai noi abbiamo un Governo delegittimato con un premier che sta li solo per designazione delle segreterie di partito e che e' gia stato accantonato a favore di un altro". Ma questa preoccupazione , viene chiesto a Berlusconi, e' stato Chirac in persona a esprimerla? "No, risponde il Cavaliere "ma tutti sono capaci di leggere l'attuale situazione italiana"


parigi 29-09-2000.
silvio berlusconi, dopo un colloquio con il presidente chirac.

in piena campagna elettorale.
__________________
Maurizio | There is no dark side in the moon, really. Matter of fact it's all dark. The only thing that makes it look light is the sun.
Amu_rg550 è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 21-02-2005, 12:58   #13
Onisem
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Quote:
Originariamente inviato da ferste
beh, siamo andati avanti anni a prendere come Vangelo citazioni di forum come disobbedienti.it o schifezze del genere........

Prendiamo questo articolo come quello che è.....un parere PERSONALISSIMO di un essere umano da cui partire per fare delle considerazioni........
Non c'ero, ma secondo me si è fatto male. E' un intervento fatto non in questo forum, di un sito più o meno sconosciuto e viene postato quasi fosse un'articolo. Mi è sembrato legittimo considerarlo molto poco autorevole, questo come gli estratti dal forum dei disobbedienti.
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Tanto poco un uomo si interessa dell'altro, che persino il cristianesimo raccomanda di fare il bene per amore di Dio. (Cesare Pavese)
"Sono un liberale di destra, come potrei votare uno come Berlusconi?"
Marcello Dell'Utri, fondatore del partito Forza Italia, è stato condannato per mafia.
Onisem è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 21-02-2005, 13:02   #14
evelon
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Re: Re: Re: Re: "Prodi da Chirac a svendere l'Italia"

Quote:
Originariamente inviato da adele97
Non è una mia teoria ma della maggior parte degli economisti italiani e mondiali.

Ma tu che avresti fatto?
Rispondi perchè non è chiaro quello che tu avresti fatto al posto di Mortadellone.

Che ci abbia riparato da speculazioni è un dato e non lo contesto.
Che avremmo fatto la fine dell'argentina è fantasia.
Che sia stata una "fortuna" o semplicemente "utile" c'è mooolto da discutere (e su questo punto non c'è convergenza nemmeno tra gli economisti mondiali come sugli altri due....pensa un pò).

Legare rigidamente economie diverse come struttura, possibilitò, flessibilità è stata una cavolata ed era ovvio che ci avremmo rimesso.

Attenzione: non lo dico io ma la maggioranza degli economisti prima dell'avvento dell'euro prevedevano una generale recessione delle economie più deboli (come quella italiana) nel momento in cui fosse stata rigidamente legata ad economie forti..

Non è un caso che la "batosta" che abbiamo preso noi con l'introduzione dell'euro in altri paesi più ricchi non ci sia stata o sia stata molto minore...

Io consideravo ovvio che il pagar l'eurotassa (a proposito: non ce la doveva restituire il mortadellone ? non sò perchè me l'aspettavo ) fosse il nostro passaporto per avere una speculazione pazzesca...

Non sono un economista di fama mondiale, il commerciante all'angolo della strada, la massaia che dicevano la stessa identica cosa non hanno l'autorevolezza degli economisti eppure dicevamo tutti (economisti e gente "della strada") le stesse cose...


Ora: un politico *appena decente* doveva saperlo, non poteva non saperlo e sicuramente lo sapeva.
L'economia italiana non era in grado di affrontare il passaggio indenne, la popolazione non era pronta, le carenze infrastrutturali sono venute a galla come scogli..

Tutto questo in nome di che ?
Dell'"appartenenza" all'europa (la "e" minuscola è voluta)

Ma baff...
__________________
I cattivi a volte si riposano, gli imbecilli mai
evelon è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 21-02-2005, 13:12   #15
adele97
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Re: Re: Re: Re: Re: "Prodi da Chirac a svendere l'Italia"

Quote:
Originariamente inviato da evelon
Che ci abbia riparato da speculazioni è un dato e non lo contesto.
Che avremmo fatto la fine dell'argentina è fantasia.
Che sia stata una "fortuna" o semplicemente "utile" c'è mooolto da discutere (e su questo punto non c'è convergenza nemmeno tra gli economisti mondiali come sugli altri due....pensa un pò).

Legare rigidamente economie diverse come struttura, possibilitò, flessibilità è stata una cavolata ed era ovvio che ci avremmo rimesso.

Attenzione: non lo dico io ma la maggioranza degli economisti prima dell'avvento dell'euro prevedevano una generale recessione delle economie più deboli (come quella italiana) nel momento in cui fosse stata rigidamente legata ad economie forti..

Non è un caso che la "batosta" che abbiamo preso noi con l'introduzione dell'euro in altri paesi più ricchi non ci sia stata o sia stata molto minore...

Io consideravo ovvio che il pagar l'eurotassa (a proposito: non ce la doveva restituire il mortadellone ? non sò perchè me l'aspettavo ) fosse il nostro passaporto per avere una speculazione pazzesca...

Non sono un economista di fama mondiale, il commerciante all'angolo della strada, la massaia che dicevano la stessa identica cosa non hanno l'autorevolezza degli economisti eppure dicevamo tutti (economisti e gente "della strada") le stesse cose...


Ora: un politico *appena decente* doveva saperlo, non poteva non saperlo e sicuramente lo sapeva.
L'economia italiana non era in grado di affrontare il passaggio indenne, la popolazione non era pronta, le carenze infrastrutturali sono venute a galla come scogli..

Tutto questo in nome di che ?
Dell'"appartenenza" all'europa (la "e" minuscola è voluta)

Ma baff...
Immagina solo l'euro che ci difende costantemente dal caro-petrolio.Se avessimo ancora la lira saremmo già morti(benzina a 4.000 lire).

Il governo attuale doveva o no controllare le tariffe e i prezzi e tutelare i consumatori o chi altro lo doveva fare?
Ari baff...
adele97 è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 21-02-2005, 14:09   #16
evelon
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: "Prodi da Chirac a svendere l'Italia"

Quote:
Originariamente inviato da adele97
Immagina solo l'euro che ci difende costantemente dal caro-petrolio.Se avessimo ancora la lira saremmo già morti(benzina a 4.000 lire).
Il petrolio è solo uno dei fattori che contribuiscono a frenare l'economia e non è il più importante.

Il sistema infrastrutturale è di gran lunga più influente e la sua (in)efficenza sconsigliava l'euro.

Quote:
Originariamente inviato da adele97
Il governo attuale doveva o no controllare le tariffe e i prezzi e tutelare i consumatori o chi altro lo doveva fare?
Ari baff...
Di questo se ne è parlato ampiamente anche in questo forum...

Come poteva fare il governo a "controllare" i prezzi ?

Che misure poteva introdurre in un'economia di mercato dove i prezzi sono decisi dal mercato stesso ?

Nessuno ha una risposta a questa domanda visto che risposta non c'è...

Il governo non può imporre prezzi di alcun tipo (e se ne deve ben guardare) e non si può incolpare lui se un'economia già inefficente di suo è stata "costretta" a stringere vincoli soffocanti.

Intendiamoci: non è che l'economia "debba" essere inefficente ed il sistema produttivo "debba" essere non competitivo; ma si trattava di prendere atto di un dato di fatto (l'estrema inefficenza, l'impreparazione della popolazione etc..) e non pretendere che un sistema basato sulle PMI si trasformasse magicamente dall'oggi al domani in un sistema competitivo (come in effetti non è accaduto).

Stessi discorsi possono essere fatti circa la mentalità imprenditoriale (grande assente), il sistema economico assurdamente bancocentrico etc...

Cose sbagliate, certo, ma che non potevano essere corrette nel giro di poco tempo dal governo che non ha potuto far molto..
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Old 21-02-2005, 14:37   #17
plutus
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: "Prodi da Chirac a svendere l'Italia"

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Originariamente inviato da evelon

Cose sbagliate, certo, ma che non potevano essere corrette nel giro di poco tempo dal governo che non ha potuto far molto..
quindi l'unica cosa da fare era piegarsi a pi/2 davanti a Francia e Germania?...cosa che riaccadrà puntualmente con la sx al governo...
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Old 21-02-2005, 14:45   #18
Sursit
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Re: "Prodi da Chirac a svendere l'Italia"

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Originariamente inviato da plutus
riporto questo intervento....

http://www.legnostorto.com/node.php?id=25826

Prodi è andato da Chirac, forse per rinnovare un vecchio debito e per ottenere, in cambio della promessa di una nuova politica estera dell’Italia totalmente allineata alle scelte dell’asse Parigi-Berlino-Madrid, una certa forma di solidarietà.
Il debito è quello che contrasse tra il 1996 e il 1997 quando Francia e Germania erano orientate a escludere l’Italia dalla prima fase della moneta unica perché il deficit di bilancio era al disopra del 3% e il debito pubblico viaggiava al 120% del Pil. Prodi allora fece anche un tentativo maldestro: convincere la Spagna di Aznar ad allearsi con l’Italia per rinviare l’introduzione dell’euro. Ma Chirac lo mandò all’aria e il 1° ottobre 1996, insieme ad Aznar, accusò l’Italia di «politica economica sleale», con l’intenzione di lasciare il nostro Paese fuori dalla prima fase della moneta unica. Allora Prodi minacciò che «avrebbe fatto vedere i sorci verdi» ai nostri vicini, alludendo alla possibilità di svalutazioni selvagge per rendere concorrenziali i nostri prodotti.
Non fu questa minaccia a convincere i nostri partner a cambiare idea. L’Italia fu costretta ad accettare una parità lira-marco, preludio al cambio lira-euro, sconveniente. La Francia propose quota 950, Prodi puntava a 1020. La decisione fu 990, assolutamente sfavorevole per un Paese che era abituato alle svalutazioni competitive. In questo modo, in aggiunta poi all’eurotassa per rientrare nei limiti del deficit, Prodi portò l’Italia nell’euro, ma compromettendo la struttura produttiva del Paese. Evitò a se stesso e alla classe dirigente della prima Repubblica, che incarnava, il fallimento umiliante di vedere sbattuta in faccia la porta dell’euro al Paese ufficialmente più europeista di tutti. Chirac allora lo salvò, e Prodi è tornato di nuovo a chiedere aiuto. Ma Prodi, con quella maldestra trattativa, aveva compromesso il futuro del sistema produttivo italiano.
Senza avere contrattato per il futuro anche un atteggiamento comprensivo sul livello del debito pubblico (fatto salire dai precedenti governi di centrosinistra), Prodi ha inoltre lasciato l’Italia sguarnita di fronte al ricatto che si sta profilando, e di cui sembra gioirne: nessuna concessione di flessibilità sul Patto di stabilità ai Paesi che hanno un debito pubblico di oltre il 60% rispetto al Pil. Tra il 1996 e il 1998, Prodi ottenne che Francia, Germania e Spagna chiudessero un occhio anche su questo, ma contrasse un debito, che adesso paga svendendo la politica estera futura dell’Italia. Così, dopo che i governi di centrosinistra e di sinistra hanno ipotecato il futuro delle nuove generazioni con il debito pubblico, adesso Prodi vuole ipotecare anche la politica estera. Ma l’ossessione del potere è incoercibile e due giorni fa è salito all’Eliseo per promettere una totale adesione dell’Italia che intende guidare alla linea e alle scelte di questi tre Paesi.
E' legittimo chiedersi se tanta disinvoltura sia garanzia di una leadership che dovrebbe essere esercitata nell’interesse dell’Italia. C’è da chiedersi anche se sia corretto delegittimare all’estero una politica, quella in Irak, approvata dal Parlamento e risultata lungimirante alla prova dei fatti.
L’Italia ha conquistato, diversamente da ciò che sostiene Prodi, credibilità in campo internazionale perché ha mantenuto fede alla scelta di contribuire a combattere il terrorismo e a consentire al popolo iracheno di essere veramente libero di scegliere il proprio futuro, e di decidere di non abbandonarlo proprio adesso che ha dato una così alta e convincente prova di coraggio il 30 gennaio. Ma Prodi non ha avuto scrupoli a stravolgere anche la posizione di Kofi Annan, che ha chiesto a tutta la comunità internazionale, compresi coloro che si erano opposti alla guerra d’Irak, di contribuire «anche dal di fuori» all’opera di ricostruzione in cui l’Onu è già impegnata. Prodi ha preso quella frase come un invito a tutti ad andarsene. Questo è il suo metodo di manipolazione.
1- Il debito pubblico italiano è stato creato per la maggior parte sotto i governi DC e PSI, i governi di CDS lo hanno ridotto a forza di finanziarie da lacrime e sangue. E lo hanno fatto Prodi e Ciampi, non Tremonti. Vai a vederti l'andamento del debito pubblico negli ultimi 30 anni
2- l'Italia credibilità in campo internazionale non ce n'ha
3- l'Euro ha contribuito in maniera determinante, volenti o nolenti, a mantenere bassa la crescita del debito pubblico grazie ad un basso tasso di sconto
4-per quanto riguarda la politica estera, per quanto riguarda gli interessi della nazione Italia vano molto più a braccetto con Francia e Germania che non con gli Stati Uniti. Se appoggiare le scelte americane sia stato giusto, questo è tutto da dimostrare.
Personalemente, era più giusto mantenere una linea di condotta europeista che non filoamericana. Le nostre industrie lavorano molto di più con Francia e Germania che non con gli USA. Se poi uno vuole fare il leccapiedi a Bush, faccia pure ma lo faccia da solo e non si porti dietro una nazione che non è d'accordo.
5- la politica dei cambi lira-marco vai vederla meglio su come è stata impostata: era stata fissata sulla base delle oscillazioni monetarie comprese in un certo periodo, non stabilita a tavolino dai politici
6- se Prodi parla male dell'Italia faccia pure, ha il mio pieno appoggio. Ha ragione, ma dentro c'è anche lui.
Sursit è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 21-02-2005, 14:53   #19
plutus
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Re: Re: "Prodi da Chirac a svendere l'Italia"

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Originariamente inviato da Sursit

6- se Prodi parla male dell'Italia faccia pure, ha il mio pieno appoggio. Ha ragione, ma dentro c'è anche lui.
cosi si che ci si crea una credibilità....
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Old 21-02-2005, 14:59   #20
Sursit
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Re: Re: Re: "Prodi da Chirac a svendere l'Italia"

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Originariamente inviato da plutus
cosi si che ci si crea una credibilità....
Quale?
Non mi sembra che ce ne sia uno dei nostri politici che si sia dato da fare per questo. Eccetto Ciampi. Forse.
Sursit è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
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