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#1 |
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Senior Member
Iscritto dal: Mar 2003
Messaggi: 740
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democrazia..
qualcuno mi spiega questa cosa? non sono molto ferrato sulle definizioni..
http://www.repubblica.it/2004/a/sezi...corteobag.html |
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#2 | |
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Bannato
Iscritto dal: Dec 2003
Messaggi: 46
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Re: democrazia..
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#3 |
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Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Messaggi: 1910
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mi piacerebbe sapere il tuo commento... secondo te come mai una cosa del genere può avvenire in Iraq nel 2004 è non è mai successa nel 2002 nel 2001 ecc ecc....
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#4 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 2001
Città: Padova
Messaggi: 1638
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#5 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Messaggi: 1910
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in Italia se non ricordo male le prime elezioni si svolsero 3 anni dopo. Il 2005 potrebbe anche essere troppo vicino... o qualcosa non convince in questo discorso? |
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#6 |
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Senior Member
Iscritto dal: May 2001
Messaggi: 991
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Italia dopoguerra. Il governo Mussolini cade il 25 Luglio 1943. Le prime elezioni popolari quando sono state fatte? Il 2 Giugno 1946. Fino al Giugno 1946, il governo era stato retto prima dai governatori alleati (nella parte liberata del paese). Poi con la fine della guerra da un governo di coalizione non eletto. Nel 1947 terminano i lavori dell'assemblea costituente, e dal 1 Gennaio 1948 l'Italia diventa una repubblica costituzionale. Sono passati 4 anni e mezzo dalla caduta del regime, e 3 dalla fine della guerra.
Qualcuno di voi ritiene che l'Italia non sia stata una democrazia? Che fosse possibile, auspicabile, doveroso, convocare elezioni popolari il giorno dopo la caduta del regime? Non mi risulta che alcuno storico abbia mai sostenuto tesi di questo genere. Eppure i passaggi sono stati esattamente quelli che vediamo ora in Iraq. Governatori delle potenze alleate. Governo di coalizione non eletto, in rappresentanza di tutti i partiti antifascisti (in Iraq, di tutti i partiti ad esclusione del Baath). Elezioni. Assemblea Costituente. Costituzione. Con l'unica differenza, che in Iraq questi passaggi stanno avvenendo più velocemente. Che elezioni sarebbero, senza che sia ancora garantito l'ordine pubblico? Come si costituirebbero le liste, in assenza di istituzioni locali e prefetture? Chi controllerebbe il voto, se nemmeno i soldati possono girare tranquillamente? Ma soprattutto, per cosa voterebbe un iracheno? Non c'è ancora una costituzione, nessuno ha stabilito la forma di governo, si vota per un parlamento, per eleggere il capo dello stato, per eleggere direttamente un governo, per cosa? |
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#7 | |
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Bannato
Iscritto dal: Dec 2003
Messaggi: 46
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Qui escono da una guerra di due settimane, e sono in uno stato di finta calma + guerriglia da mesi, e ci sono state più vittime, da tutte le parti, dalla fine della guerra che durante la guerra. La situazione non è comparabile. |
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#8 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Messaggi: 1910
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#9 |
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Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Città: Vila Del Mar
Messaggi: 541
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Non è possibile comparare l'Iraq di oggi all'Italia del dopoguerra.
Per la maggiorparte degli Iracheni gli Americani sono oppressori/conquistatori, per noi erano liberatori. In Iraq la guerriglia popolare cerca di uccidere gli Americano, i nostri Partigiani erano alleati degli Americani. Se proprio dovete fare un paragone allora gli USA per la maggiorparte degli Iracheni sono come i nazisti del dopo armistizio per noi.
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ORGOGLIO FERRARI - 1999 | 2000 | 2001 | 2002 | 2003 | 2004 | 2007 | 2008 (e senza bisogno di truffe) |
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#10 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Messaggi: 1910
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#11 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Apr 2000
Città: Nella mitica verde e ridente BRIANZA <=
Messaggi: 445
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#12 |
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Senior Member
Iscritto dal: Dec 2001
Messaggi: 1009
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Francamente, nel comparare l'Italia appena uscita dalla guerra alla realtà dell'odierno Irak, mi sembra eccessivo, se non del tutto sbagliato.
Realtà storiche e sociali totalmente diverse, guerre, quella in cui è stata coinvolta l'Italia e quella irakena, diversissime tra loro, per origine e sviluppo.Guerriglia devastante in Irak ed infiltrazione di forze straniere destabilizzanti.Realtà internazionale, quella del 1945, nemmeno comparabile a quella contemporanea. Che poi gli sciiti chiedano a gran voce elezioni democratiche è un altro discorso; credo infatti che il loro scopo non sia quello di mettere in piedi una democrazia, ma fanno buon viso a cattivo gioco nel dire che quello è il loro vero intento. Personalmente credo che gli americani rimarranno li per un bel po' di anni (in mezzo alla guerriglia), per poi lasciare dietro di se un governo filousa sul modello di quelli filosovietici insediati a Kabul, cioè sostituiranno una dittatura con un'altra, in sostanza sono convinto che per l'Irak si sia avviato un processo simile a quello che si è avuto con l'afghanistan.Solo che i tempi saranno più brevi di quanto non sia avvenuto all'epoca dell'invasione dell'URSS. ciao |
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#13 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Messaggi: 1910
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Sulle previsioni... boh per adesso non ci ha azzeccato nessuno.... |
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#14 |
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Senior Member
Iscritto dal: May 2001
Messaggi: 991
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Non ho citato l'Italia del dopoguerra come analogia storiche.
L'ho citata perchè: paesi usciti da regimi e da guerre sono diventati democratici passando attraverso il governo di un governatore delle forze vincitrici, poi un governo nominato non eletto, infine arrivando ad una costituzione ed ad un governo eletto. Sono paesi democratici, e tutti consideriamo quelle prime fasi dopo la caduta del regime la fase embrionale delle democrazie che sono oggi. Nessuno si sogna di dire che l'Italia non è una democrazia perchè non si sono fatte elezioni il giorno dopo la caduta del regime. Non si capisce allora perchè applicare questo criterio all'Iraq, o meglio si capisce benissimo.. perchè trattandosi degli odiati americani bisogna sostenere che ciò che fanno è sbagliato, anche quando ciò che fanno è giusto, è quel che si è sempre fatto ed è la soluzione più razionale in queste situazioni. E' sotto gli occhi di tutti che al momento in Iraq non si possono svolgere elezioni.. a parte che manca tutto, dalle liste alle prefetture per raccoglierle, ad un'anagrafe controllata.. l'ordine pubblico non è garantito, figuriamoci la regolarità delle elezioni o l'incolumità di osservatori internazionali.. ma soprattutto, non si saprebbe nemmeno cosa votare.. un parlamento? Un governo? Un capo dello stato? La forma di governo di uno stato non si decide certo a testa o croce.. serve una costituzione! Inoltre, non mi pare che gli sciiti non chiedano elezioni democratiche. Come possono essere democratiche, elezioni in cui loro sarebbero l'unica forza organizzata (l'unica che il regime non ha azzerato)? Ci sono partiti che il regime baathista ha represso quando è salito al potere e da 30 anni non operano.. esuli politici (i pochi riusciti a scappare) tornati da poco nel paese.. un'elezione democratica dovrebbe perlomeno consentire a chi vuol far politica in Iraq il tempo e la possibilità di organizzarsi. Gli sciiti chiedono semplicemente "elezioni", qualsiasi voto gli va bene essendo appunto come detto l'unica forza organizzata, e in quanto tale otterebbero una sicura sopravvalutazione del loro peso.. è comprensibile del resto che agiscano così, fanno i loro interessi.. quello che è incomprensibile, è che qualcuno in Occidente al solo fine di sostenere il contrario degli americani, appoggi le loro antidemocratiche richieste. Ultima modifica di SaMu : 20-01-2004 alle 01:50. |
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#15 | |
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#17 | |
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#18 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 2001
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Cmq la Cina si sta (lentamente) "democratizzando" da sola, anche con pressioni esterne, sia ben chiaro, ma certo non con la guerra...
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#19 | |
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#20 |
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Non apriamo la questione della democrazia se si esporta o no, altrimenti finiamo alla solita guerra di slogan.. rimaniamo al tema concreto della discussione!
E' opportuno sostenere la richiesta degli estremisti sciiti di fare "elezioni" subito in Iraq? Sarebbero elezioni "democratiche"? Riporterebbero (come giustamente osserva GioFX) la democrazia in Iraq, oppure la allontanerebbero sine die? Un governo di transizione non eletto è contrario alla democrazia, oppure in questa situazione è un passaggio necessario (come lo fu in Italia dopo la seconda guerra mondiale)? |
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