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Old 31-03-2003, 12:44   #1
supermarchino
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IMPORTANTE (appello): Palladium e gli avvocati e non solo...

Allora per farla breve.

1. Sapete che presto o tardi entrerà in vigore il processo telematico, con possibilità di deposito degli atti appunto tramite Rete. L'email potrà essere usata al posto della raccomandata. Chiaramente alla base di tutto questo c'è la firma digitale mediante certificato su smart card. Tutti questi servizi di autenticazione dovranno essere forniti chiaramente da un apposito 'certificatore', cioè con autorizzazioni provenienti da un server terzo. La cassa forense ha creato una apposita società http://www.cyberavvocato.it/pavv/ cioè lextel per fornire questi servizi tramite l'autenticazione di Infocamere (l'apposito certificatore delle Camere di Commercio) nonché creare un software che li integri ma che serva anche come gestione dello studio legale. L'iniziativa mi pare lodevole (sono stato alla presentazione del soft. una settimana fa all'Ordine di Fi): molto meglio dare i soldi per il software alla propria cassa di previdenza che ad altri (M$?). Chiaramente si stanno scatendando anche altri produttori per fornire questi servizi, vedi Giuffré. Concorrenza tutta salute che certo renderà le cose più difficili a Palladium.

2. Di Palladium si sa già abbastanza penso.
Forse non si sa che già Office 2003 di prossima relase integra un sistema di autenticazione dei documenti (tipo puoi decidere chi può leggerli, la scandenza, ecc. ... Penserei anche firma digitale), OVVIAMENTE fondato su autorizzazioni rilasciate da server centrale (M$, ovviamente). C'era una discussione in merito qui sul forum. E' un altro preludio tutto software a Palladium. FATTO PAZZESCO: in concomitanza a questo nuovo servizio cambia la politica di pricing per le licenze di Office: non più una royalty una tantum all'acquisto ma un canone annuale. PICCOLO COROLLARIO: SE NON PAGHI IL CANONE NON APRI PIU' I TUOI DOCUMENTI, PERCHE' NON OTTIENI PIU' L'AUTORIZZAZIONE DA M$. OVVIO CHE APPLICATIVI NON M$ NON POSSONO APRIRE I DOCUMENTI 'PROTETTI', RENDENDO MOLTO COSTOSA LA MIGRAZIONE AD ALTRE PIATTAFORME... COSI' M$ OLTRE A TENERE LA CHIAVE DI TUTTO IL TUO LAVORO PUO' PURE IMPORTI IL PREZZO CHE VUOLE.

3. Vengo al dunque. Se Lextel e simili si affermano prima di Office 2003 e Palladium, questi due avranno MOLTA PIU' DIFFICOLTA' A PENETRARE IL MERCATO, considerando che Infocamere non lo usano solo Lextel e l'avvocato ma anche imprenditori e commercialisti...
PENSO CHE NON CI SIANO DUBBI NEL PREFERIRE UN SERVIZIO DI AUTENTICAZIONE QUASI 'AUTOGESTITO' E SOPRATTUTTO, ITALIANO (non mi sembra molto furbo affidare in toto al foresto bill sicurezza e autenticità dei documenti).
ERGO CARI COLLEGHI CONSIDERATE TUTTO CIO' NELLE VS. SCELTE SOFTWARE! (E prima di comprare M$ Office, visto che esiste l'egregio Openoffice!)

Saluti
Marco
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Old 31-03-2003, 14:39   #2
SaMu
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Hai dei link per documentarsi su quello che dici al punto 2? Sono fatti certi e dichiarati ufficialmente, o ipotesi/supposizioni?
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Old 31-03-2003, 14:42   #3
supermarchino
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Originally posted by "SaMu"

Hai dei link per documentarsi su quello che dici al punto 2? Sono fatti certi e dichiarati ufficialmente, o ipotesi/supposizioni?
come ho scritto c'era una discussione in merito qui sul forum, ma chissà dov'è finita

quindi
http://www.apogeonline.com/webzine/2003/03/11/01/200303110101

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Old 31-03-2003, 20:19   #4
nemorino
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grazie Marco per l'info, farò presente al titolare dello studio

ciao



ps

ho una vecchi aversione di open office (del 2001 credo), dici che devo riscaricarmi tutta la suite o esiste un aggiornamento di qualche mega per le versioni più recenti?

ps sono megaignorante in materia
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Io ti dico che mai, il ricordo che in me lascerai sarà stretto al mio cuore da un motivo d'amore. Non pensarlo perché tutto quel che ricordo di te, di quegli attimi amari,sono i tuoi occhi chiari. E se tu tornerai t'amerò come sempre ti amai,come un bel sogno inutile che si scorda al mattino. Ma i tuoi larghi occhi... i tuoi larghi occhi chiari anche se non verrai non li scorderò mai.
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Old 31-03-2003, 20:32   #5
supermarchino
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Originally posted by "nemorino"

grazie Marco per l'info, farò presente al titolare dello studio

ciao



ps

ho una vecchi aversione di open office (del 2001 credo), dici che devo riscaricarmi tutta la suite o esiste un aggiornamento di qualche mega per le versioni più recenti?

ps sono megaignorante in materia
figurati è a vantaggio di tutti


io sapevo che nel 2001 ci fosse solo staroffice gratis cmq non saprei proprio risponderti... ma credo che si debba scaricare tutto...
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Old 03-04-2003, 18:27   #6
supermarchino
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Old 03-04-2003, 20:20   #7
iltranquillo
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Le tue considerazioni sono - almeno pre me - assolutamente da condividere. Il problema è che solo pochi giovani professionisti potranno essere sensibilizzati sul punto: dalle mie parti solo qualche collega sa appena distinguere tra macchina da scrivere e pc, figurati, quelli danno retta solo all'amico rappresentante... Ho visto cose...tipo vecchi pentium 2 o pentium 3 venduti impunemente a prezzi folli come fossero l'ultimo gioiello della tecnologia! Figuriamoci se sarà facile far capire 'ste cose a vecchi marpioni del mestiere tutto "carta e penna".
Nel mio studio c'è gente che scrive le lettere con un (mitico) pentium 100 battendo i tasti con un dito alla volta! Non credo capiscano la differenza tra l'uso di Infocamere e l'imposizione di Palladium.
Speriamo bene...
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Old 03-04-2003, 20:24   #8
supermarchino
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Originally posted by "iltranquillo"

Le tue considerazioni sono - almeno pre me - assolutamente da condividere. Il problema è che solo pochi giovani professionisti potranno essere sensibilizzati sul punto: dalle mie parti solo qualche collega sa appena distinguere tra macchina da scrivere e pc, figurati, quelli danno retta solo all'amico rappresentante... Ho visto cose...tipo vecchi pentium 2 o pentium 3 venduti impunemente a prezzi folli come fossero l'ultimo gioiello della tecnologia! Figuriamoci se sarà facile far capire 'ste cose a vecchi marpioni del mestiere tutto "carta e penna".
Nel mio studio c'è gente che scrive le lettere con un (mitico) pentium 100 battendo i tasti con un dito alla volta! Non credo capiscano la differenza tra l'uso di Infocamere e l'imposizione di Palladium.
Speriamo bene...
Già il fatto che ci pensi l'Ordine a 'sensibilizzare' è cmq. un fatto molto positivo. Speriamo bene...
Tra l'altro ho notato proprio oggi che hwupgrade riportando di Office 2003 ha TACIUTO LA FREGATURA che nasconde...

http://news.hwupgrade.it/9685.html
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Old 03-04-2003, 20:35   #9
iltranquillo
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Originally posted by "supermarchino"



Già il fatto che ci pensi l'Ordine a 'sensibilizzare' è cmq. un fatto molto positivo. Speriamo bene...
Tra l'altro ho notato proprio oggi che hwupgrade riportando di Office 2003 ha TACIUTO LA FREGATURA che nasconde...

http://news.hwupgrade.it/9685.html
Guarda, il fatto che ci pensi l'ordine è sicuramente positivo, ma se le cose vanno per il verso in cui va il mondo oggi allora credo che "magic bill" (come l'ha chiamato il premier italiano accogliendolo a larghi sorrisi a palazzo Chigi ), dubito che tutto finisca bene. Non so come spiegare, è una specie di sensazione, ma mi viene da credere che alla fine il cattivo trionfa sempre...
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Old 03-04-2003, 20:38   #10
supermarchino
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Originally posted by "iltranquillo"



Guarda, il fatto che ci pensi l'ordine è sicuramente positivo, ma se le cose vanno per il verso in cui va il mondo oggi allora credo che "magic bill" (come l'ha chiamato il premier italiano accogliendolo a larghi sorrisi a palazzo Chigi ), dubito che tutto finisca bene. Non so come spiegare, è una specie di sensazione, ma mi viene da credere che alla fine il cattivo trionfa sempre...
magic bill ... che vergogna ...
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Old 03-04-2003, 20:46   #11
iltranquillo
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Originally posted by "supermarchino"



magic bill ... che vergogna ...
Sì!! E nn'hai visto le immagini!! Se avessi visto i servizi dei tiggì ti saresti scompisciato dalle risate . Manco fosse stato il suo idolo Bush! Azzardo: forse sarà semplicemente che è uno dei suoi migliori committenti (v. guide ai prodotti micros$$t della mondad€€i)...che tristezza
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Old 05-04-2003, 11:34   #12
supermarchino
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sapevo anche di provvedimenti contro l'open source nella pubblica amministrazione... è vero?!
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Old 05-04-2003, 12:10   #13
iltranquillo
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Di questo non ne sono al corrente, comunque sarebbe il colmo.
Qualche tmpo fa ho letto non ricordo dove che alcune nazioni stanno intimando un aut-aut a "magic bill": o rendi pubblici i codici dei tuoi programmi oppure le nostre amministrazioni d'ora in poi useranno linux & co.! Così si fa!
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Old 05-04-2003, 13:34   #14
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Originally posted by "iltranquillo"

Di questo non ne sono al corrente, comunque sarebbe il colmo.
Qualche tmpo fa ho letto non ricordo dove che alcune nazioni stanno intimando un aut-aut a "magic bill": o rendi pubblici i codici dei tuoi programmi oppure le nostre amministrazioni d'ora in poi useranno linux & co.! Così si fa!
Ecco come le PA si faranno infinocchiare
http://www.apogeonline.com/webzine/2003/01/07/01/200301070101
Quote:
Microsoft diventa "open"? Tutta una finta

di Paolo Attivissimo

Microsoft annuncia di abbracciare gli standard aperti con Office 11 e di fornire a richiesta il proprio codice sorgente. Il gigante diventa buono e accetta la filosofia del movimento open source? Non ci contate


La prossima versione di Microsoft Office, denominata temporaneamente Office 11, supporterà il formato XML in tutti i propri documenti. Detta così, sembra una notizia degna del più sonoro dei vostri sbadigli, ma resistete: per aiutarvi nell'impresa, vi preannuncio che questa storia include anche un faccia a faccia fra Bill Gates e un preservativo da due metri e quaranta.

Bene, ora che ho la vostra completa attenzione, vengo al dunque. Per gli addetti ai lavori, l'uso di XML da parte di Microsoft è una novità non indifferente: infatti, diversamente dai formati usati sinora da Office, XML è un formato aperto e non proprietario. In altre parole, le sue specifiche sono pubblicamente documentate e utilizzabili da chiunque senza restrizioni; quelle degli attuali formati Microsoft (il .DOC di Word, per esempio) no.

Questo, si ipotizza, dovrebbe consentire finalmente la realizzazione di applicazioni non-Microsoft che leggono e scrivono documenti Office in modo assolutamente identico alle applicazioni Microsoft, cosa finora praticamente impossibile. Certo, ci sono molte applicazioni concorrenti che si avvicinano a questo risultato, ma agli utenti l'approssimazione non basta: serve la compatibilità sicura e assoluta, visto che nella maggior parte dei casi devono condividere i propri documenti con clienti o colleghi che usano il prodotto Microsoft.

La mancanza di programmi alternativi realmente compatibili con i formati Office è la chiave del successo di Microsoft. Immaginate, per esempio, di poter scrivere documenti Word perfetti usando un programma diverso da Word che costi meno di Word o sia addirittura gratuito come OpenOffice.org (che già supporta XML da tempo). Verrebbe ovviamente a mancare la ragione principale per cui si compra Word, ossia scambiare documenti trasparentemente con l'universo degli utenti del prodotto Microsoft.

Inoltre, se diventa possibile creare un programma perfettamente alternativo a Microsoft Office, lo si può creare anche in versioni per sistemi operativi diversi da Windows: per esempio per Linux, che è gratuito. Viene quindi a mancare anche la ragione principale per cui si compra Windows, ossia la necessità di usare Microsoft Office, attualmente disponibile appunto soltanto per Windows e per i sistemi operativi Mac, che sono tutt'altro che gratuiti.

Quindi, ragionano in molti, l'avvento dell'XML in Microsoft Office consentirebbe di fare a meno sia di Office, sia di Windows: una buona notizia per i bilanci aziendali, già scottati dai recenti rincari delle licenze Microsoft. La società di Redmond adotterebbe un formato che non ci obbliga a usare i suoi prodotti. Ecco perché la scelta di Microsoft di adottare XML ha destato così tanto interesse.

Dunque Microsoft ha abbastanza fiducia nella qualità dei propri prodotti e nella propria potenza commerciale da rinunciare ai meccanismi che incatenano gli utenti al suo software? Se la cosa vi sembra troppo bella per essere vera, c'è un'ottima ragione: non è vera.

Il burro spagnolo

L'XML, infatti, è un formato un po' particolare. A differenza dell'HTML, in cui i nomi e le funzioni degli attributi o tag sono rigidamente predefiniti (la coppia di tag <B> e </B> significa che il testo compreso fra i due tag deve essere in grassetto, per esempio), l'XML consente la definizione personalizzata di questi attributi.

Semplificando al massimo, chiunque si può svegliare una mattina e definire per ipotesi una coppia di attributi <firma del pennivendolo> e </firma del pennivendolo> per indicare che il testo racchiuso fra questi due tag indica il nome dell'autore di un articolo. L'XML, avrete notato, è orientato più alla gestione del significato di un testo che alla sua formattazione, anche se è utilizzabile per entrambe le funzioni.

Queste definizioni personalizzate sono raccolte in un cosiddetto schema, che è una sorta di chiave di interpretazione dei vari attributi. Lo stesso attributo può avere significati completamente diversi in due schemi differenti, un po' come burro si scrive allo stesso modo in spagnolo e in italiano ma ha due significati radicalmente distinti (in spagnolo significa "asino").

Pertanto, se lo schema di un file in formato XML non è documentato, gli attributi non sono decifrabili, anche se il file è a tutti gli effetti scritto in un formato aperto, così come se incontriamo la parola burro senza che sia accompagnata da un contesto che chiarisca se è italiano o spagnolo, possiamo leggerla ma non interpretarla.

Soltanto chi conosce lo schema di un file XML è in grado di visualizzarlo ed editarlo correttamente. E stando a Cnet, Microsoft non ha ancora chiarito se intende divulgare i propri schemi e consentirne il libero riutilizzo. Traduzione: il nuovo Microsoft Office può benissimo usare un formato aperto, eppure scrivere file compatibili soltanto con se stesso.

La scelta dell'XML è doppiamente astuta: prima di tutto perché ora Microsoft può dire farsi bella dicendo che Office usa un formato aperto e non più proprietario (cosa almeno formalmente vera), zittendo così chi si è reso conto della trappola costituita dai formati proprietari; in secondo luogo, perché XML è la parola più trendy dell'informatica odierna per delle ottime ragioni. Come accennato, infatti, consente di assegnare un significato alle parti di un documento, e questo è un potere inestimabile nel cosiddetto data mining (l'estrazione di dati dagli archivi dei documenti elettronici).

Per esempio, se l'archivio delle fatture è costituito da file Word e volete estrarne i totali per generare un riepilogo, attualmente dovete procedere a mano aprendo ciascun file e trascrivendone il totale, mentre con XML ogni totale è già contrassegnato automaticamente da un attributo che lo identifica, ovunque si trovi nel documento Word, e quindi è banale creare uno script che lo estragga e ne tragga un riepilogo.

Conosco persone che venderebbero un rene pur di poter fare cose di questo genere (preferibilmente il rene di un collega, ma non sottilizziamo). Office promette di consentirle, ed è quindi altamente desiderabile. Ma in quanto a rendere interoperabili i propri documenti con altre suite per ufficio, per ora è solo una pia illusione.

Alla sorgente del codice

Parlando di pie illusioni, Bill Gates è stato recentemente in India a donare cento milioni di dollari a favore della lotta all'AIDS e nel contempo dedicarne ben quattrocento ad investimenti e "doni" alle scuole indiane tesi a promuovere l'educazione all'uso del software. Lascio a voi intuire di quale software si tratti.

La visita è capitata, sicuramente per una fortuita coincidenza, poco dopo l' annuncio da parte del governo indiano di un'iniziativa per adottare Linux come piattaforma preferenziale per ovvi motivi di costo, particolarmente sentiti in un paese economicamente povero ma informaticamente ricco di programmatori di primissima categoria.

Di conseguenza non sono mancate le malelingue che hanno ritenuto un gesto di cattivo gusto spendere contro Linux quattro volte la cifra dedicata all'AIDS, e durante la tappa a Hyderabad per visitare un nuovo centro di sviluppo software Microsoft, Bill Gates si è trovato, come dire, "hatù per tu" con un immenso preservativo su precise istruzioni del ministro locale.

Sempre per un'altra di quelle meravigliose coincidenze che adornano la vita dei ricchi e dei potenti, poco dopo la visita di Gates, Microsoft ha proposto al governo indiano di "condividere" il codice sorgente di Windows, come ha già fatto con Giappone, Svizzera e USA. Ancora una volta, una mossa apparentemente rivoluzionaria, vista la proverbiale riluttanza di Microsoft a far conoscere il contenuto di Windows a chicchessia.

Come per il caso dell'XML, si è subito levato il coro degli entusiasti che hanno visto questa mossa come una capitolazione del colosso di Redmond nella direzione della filosofia dell'open source. Alcuni governi stanno diventando più cauti nella gestione della propria riservatezza e autonomia, e cominciano a dare segni di inquietudine all'idea di far dipendere la propria amministrazione (quindi, in un certo senso, la propria esistenza) da un prodotto il cui contenuto è segreto e appartiene oltretutto a una società straniera che, da buona capitalista, non regala certo il proprio software. Ed è obiettivamente difficile per Microsoft ribattere elegantemente alla domanda "il codice di Linux è pubblico, come mai non ci fate vedere il vostro?". Per quanto sia sacrosanto diritto di Microsoft custodire i propri segreti commerciali, è difficile per l'acquirente non trarne l'impressione che ci sia qualcosa di brutto da nascondere.

In realtà, analizzando i fatti senza facili entusiasmi, salta fuori che "condividere" ha un significato inconsueto in casa Microsoft. Se due persone condividono il pane, significa che ne mangiano e ne beneficiano entrambe. Per Microsoft, invece, "condividere" significa "io mangio il pane, tu lo guardi e non lo tocchi".

Gli accordi Microsoft prevedono infatti che il suo codice sorgente sia sì ispezionabile, ma soltanto in parte, e soltanto da parte di alcuni individui accuratamente selezionati che avranno l'obbligo di segretezza su ciò che hanno visto. Il codice, inoltre rimane nella maniera più assoluta di proprietà Microsoft e non è modificabile. Tutt'altro che open source, dunque.

Fa niente, si è obiettato; una parziale trasparenza è meglio di niente. I governi e le aziende che temono che il software Microsoft possa contenere vulnerabilità (hai visto mai?) o peggio ancora "passaggi segreti" (backdoor) che permetterebbero a Microsoft o a governi amici di Microsoft di spiarli, possono comunque ispezionare il codice e saperlo una volta per tutte.

Beata ingenuità: a parte il fatto che non tutto il codice viene reso accessibile agli eletti e quindi la parte segreta può comunque contenere qualsiasi cosa, c'è il piccolissimo problema che la "condivisione" proposta da Microsoft non garantisce in alcun modo che il codice esaminato sia quello effettivamente presente in Windows.

Sotto Linux, si può scaricare il codice sorgente e compilarselo personalmente: pertanto si sa che ciò che si esegue (la versione compilata) è davvero il codice che si è scaricato ed esaminato. Con la soluzione Microsoft, da una parte c'è un codice sorgente visibile solo in parte, dall'altra c'è un CD di installazione contenente Windows compilato, e in mezzo, a garantire che il compilato sia davvero tratto dal sorgente che ho esaminato, c'è sempre e solo Microsoft.

Dubito seriamente che Microsoft si abbassi a barare in questo modo, ma se un governo è scettico nei confronti dell'azienda di Bill Gates, non ha senso chiedergli di fidarsene in questo modo. Questa è chiaramente una soluzione che non risolve nulla e anzi ricorda spiacevolmente i metodi di certi venditori ambulanti che prima mostrano l'oggetto autentico e poi rifilano una scatola sigillata che contiene invece una telecamera di legno.

Insomma, lasciamo da parte le manovre d'immagine di Microsoft e guardiamo alla sostanza: Microsoft produce software per fare soldi (e in questo non c'è niente di male), e una posizione di monopolio permette maggiori guadagni, per cui non farà mai nulla, almeno consapevolmente, che possa intaccarla. I suoi discorsi di apertura sono palle di Natale: belle fuori, ma vuote dentro. E ora che è passato il Natale, è ora di mettere da parte gli addobbi e concentrarci di nuovo sulla realtà quotidiana.
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Old 05-04-2003, 13:36   #15
Xtian
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Microsoft "open", proficua confusione

di Paolo Attivissimo

Microsoft lancia un'altra iniziativa che offre la visione del codice sorgente ai governi. La coesistenza di tante iniziative analoghe produce una confusione che distrae dalle altre conseguenze di questa "apertura": i governi farebbero gratis il debug del software Microsoft e l'egemonia di Redmond sarebbe ancora più salda. Bella mossa, Bill


Il 14 gennaio scorso Microsoft ha annunciato l'iniziativa Government Security Program, che “offre al personale governativo la possibilità di consultare il codice sorgente di Windows e di collaborare con Microsoft per migliorare e potenziare le funzionalità di sicurezza della piattaforma Windows e di realizzare gli obiettivi individuati dagli stessi governi”, come dice il comunicato stampa Microsoft.

Nonostante i titoloni da prima pagina che la notizia si è aggiudicata, in realtà non è la prima volta che Microsoft dichiara di offrire ai governi i propri gioielli di famiglia: prima del GSP esisteva infatti il Government Source Licensing Program, in aggiunta a una miriade di licenze che consentivano a enti o organizzazioni accuratamente selezionate di accedere al codice sorgente di vari prodotti Microsoft: per esempio, il Windows CE Shared Source Licensing Program, il C#/JScript/CLI Implementations Shared Source Licensing Program, l'Enterprise Source Licensing Program, il Systems Integrator Source Licensing Program, l'Original Equipment Manufacturer Source Licensing Program, eccetera.

Ciascuna di queste opzioni ha condizioni e limitazioni diverse, ed è inevitabile che questo porti a una notevole confusione. Per farla breve, in alcuni casi il codice sorgente di alcuni prodotti è interamente disponibile, quello di altri no; sotto certe licenze è modificabile, compilabile e distribuibile, sia pure con qualche limitazione, sotto altre no. L'accesso integrale al sorgente di Windows resta comunque limitato a una cerchia ristrettissima di governi amici e di grandi aziende vagliate scrupolosamente, e soggetto a una ridda di restrizioni anche fisiche (per vedere certe porzioni di codice occorre andare personalmente a Redmond).

Il contrasto con le regole semplici del vero software open source, in cui tutto è esaminabile da tutti, distribuibile a tutti e compilabile anche dall'ultimo degli utenti, non potrebbe essere più stridente.

Visto che il Government Security Program non è la novità rivoluzionaria che si dice che sia, vediamo se comporta altre sorprese, sulla base di quello che è dato sapere per ora, con l'aiuto di alcuni chiarimenti cortesemente fornitimi da Andrea Valboni, Chief Technology Officer di Microsoft Italia.

Accesso a quale codice, e da parte di chi?

Di preciso, di quale codice sorgente stiamo parlando? Secondo le dichiarazioni di Craig Mundie, uno dei senior vice president di Microsoft, l'iniziativa GSP offre “accesso gratuito al codice sorgente di Windows 2000, Windows XP e Windows Server 2003”. Di accesso ai sorgenti delle vecchie versioni di Windows, tuttora largamente utilizzate dai governi, e a quelli di Office, per esempio, non si parla. Vista l'onnipresenza di Office e la sua stretta integrazione in Windows, è una omissione piuttosto importante.

Inoltre l'accesso non è offerto al primo funzionario di governo che passa: secondo Mundie, il GSP è concepito specificamente per “i ministeri degli interni o i dipartimenti di sicurezza dedicati... il programma non è concepito per le agenzie governative a livello statale, provinciale o locale, né per le agenzie governative che richiedono accesso al codice sorgente per il supporto dei prodotti... senza attinenza alle questioni di sicurezza”. Questi pesci piccoli (per modo di dire) possono usare le più limitative licenze Shared Source preesistenti.

Questa specificazione dei “ministeri degli interni o dipartimenti di sicurezza”, combinata con la precisazione Microsoft che “la partecipazione al GSP verrà rivelata a discrezione del singolo firmatario governativo e Microsoft si impegna a rispettare la riservatezza ove necessario”, conferisce all'iniziativa un certo sgraziato sapore cospiratorio, ma ne chiarisce il senso: è un'apertura mirata esclusivamente agli aspetti di sicurezza. L'accesso al sorgente per altri motivi, anche da parte di governi, è fuori discussione nel GSP.

Un cittadino che si fidasse poco del proprio governo potrebbe dunque intendere il tutto come un patto scellerato in cui Microsoft offre segretamente al Fisco o ai servizi segreti la tecnica ideale per spiare i contribuenti e i sediziosi: sfruttare il computer presente in ogni casa e in ogni ufficio, quello sul quale chatta e registra la propria contabilità, accedendo a chissà quali funzioni di Windows che solo loro conoscono.

E' un'ipotesi da leggenda metropolitana in Europa, ma non in paesi in cui la sorveglianza online del cittadino è all'ordine del giorno (Cina, per esempio), e comunque stonata in un progetto che si dice improntato ad una maggiore trasparenza. Nella sua forma attuale, insomma, il GSP rassicura forse i governi, ma di certo non i cittadini e le aziende, che non ne ricevono alcun beneficio.

Compilabile sì o no?

La domanda che molti addetti ai lavori si pongono è se questo codice sarà semplicemente ispezionabile o se sarà anche modificabile e compilabile in proprio dai governi. La compilabilità risolverebbe una delle principali obiezioni sollevate dagli scettici, ossia che non c'è garanzia che il sorgente esaminato sia davvero quello distribuito. Nel vero open source, invece, questa garanzia c'è, perché ognuno può compilare il sorgente e ottenere l'eseguibile da distribuire.

La compilabilità eliminerebbe quindi le ansie espresse da molti governi (quello russo e quello cinese, per citarne un paio) su ipotetichebackdoor contenute in Windows che potrebbero favorire gli Stati Uniti, e metterebbe Microsoft in grado di rispondere elegantemente alla domanda “Linux mi fa vedere cosa contiene, perché voi no?”, annullando uno dei principali vantaggi dell'uso dell'open source nelle amministrazioni pubbliche.

Sarebbe pertanto logico presumere che offrire la compilabilità sia, per la società di Redmond, un gesto necessario per convincere della sua buona fede quei governi riluttanti che sembrano essere i principali bersagli dell'iniziativa GSP. In effetti Salah DanDan, worldwide manager del GSP, ha dichiarato a CNet che “i governi potranno... usare il codice per creare delle build”, e secondo il New York Times, i governi potranno scegliere il proprio software crittografico e inserirlo in Windows sotto forma di moduli.

A una prima lettura, questo potrebbe dare l'impressione della compilabilità, ma una build non è necessariamente una compilazione (può essere un assemblaggio di eseguibili), e i moduli possono essere inclusi a livello binario senza richiedere compilazioni. Infatti Valboni mi conferma che “GSP non prevede la modificabilità unilaterale del codice e quindi neppure la sua compilazione”.

Ma se il codice non è compilabile dai governi, non è chiaro in che modo il GSP possa tranquillizzarli sulle ipotetiche trappole segrete di Windows: si ritrovano, come prima, con un compilato che non sanno per certo se deriva dal sorgente che hanno esaminato, a meno che Microsoft abbia inventato un sistema super partes (checksum?) che consente di garantire questo nesso pur compilando soltanto in casa Microsoft. Se un governo non si fidava prima di Microsoft, in realtà ora non ha alcun motivo per cambiare idea.

L'uomo che sapeva troppo

Una grande incognita che pesa su questa “operazione trasparenza” è costituita dai suoi accordi di riservatezza, o Non-Disclosure Agreement: una prassi abituale, in cui un esperto, per poter accedere a informazioni riservate, deve impegnarsi a non divulgarle e a non utilizzarle al di fuori dell'incarico per cui firma l'NDA.

Una precauzione sensata, che però cela un problema: una volta esaminate le informazioni segrete, diventa difficile per l'esperto partecipare a qualsiasi altro progetto anche solo vagamente concorrente. Nessuna azienda vuole più assumerlo a causa del rischio di azioni legali: come potrebbe infatti quell'esperto dimostrare di non aver attinto alle proprie conoscenze privilegiate?

E' per questo che molti esperti di informatica, pur essendo invitati ad esaminare documentazione tecnica e codici sorgenti riservati, spesso rifiutano di farlo: si esporrebbero a rappresaglie giudiziarie interminabili e diverrebbero paria nella propria comunità di lavoro. Questo significa che gli esperti disponibili a esaminare il codice sorgente di Windows saranno pochi; se poi si considera che devono oltretutto avere autorizzazioni di sicurezza di alto livello per lavorare per il Ministero degli Interni, la rosa dei candidati si restringe maggiormente.

Il bello è che secondo le dichiarazioni di Microsoft Italia, “per quanto riguarda il Non Disclosure Agreement è totalmente impossibile divulgarlo all'esterno, data la natura di estrema riservatezza”. Dunque persino le condizioni necessarie per visionare il codice segreto sono a loro volta segrete. Chissà, forse occorre firmare un accordo di riservatezza per poter visionare l'accordo di riservatezza. In queste condizioni è difficile immaginare che si formi la coda di esperti ansiosi di partecipare a un'ispezione del sorgente Microsoft.

Per i governi, insomma, non sarà facile reclutare ispettori affidabili e veramente esperti (hacker nel senso originale del termine, per intenderci), per cui la qualità delle ispezioni potrebbe risentirne. A questa carenza di candidati si aggiunge inoltre il problema non banale di esaminare decine di milioni di righe di codice: con un numero così ristretto di ispettori, è semplicemente impensabile analizzarne in tempi ragionevoli più che una frazione infinitesima, tenuto conto che oltretutto il codice cambia in continuazione con l'uscita di patch e aggiornamenti. L'offerta del GSP è quindi una trasparenza del tutto illusoria.

Legati a doppio filo

In realtà il GSP è semplicemente una mossa commercialmente molto astuta da parte di Microsoft. Le consente infatti di coinvolgere gratuitamente nello sviluppo del proprio software gli esperti governativi dei paesi più tecnologicamente avanzati (almeno quelli disposti al sacrificio), dando l'impressione della trasparenza senza realmente offrire nulla di significativo in cambio.

A spese dei rispettivi governi, infatti, questi esperti andranno in pellegrinaggio a Redmond, dove discuteranno dei problemi di sicurezza di Windows con gli addetti Microsoft e inevitabilmente offriranno suggerimenti utili per risolverli. Aiuteranno Microsoft, insomma. Come dice il comunicato stampa, il GSP “offre al personale governativo la possibilità di... migliorare e potenziare le funzionalità di sicurezza della piattaforma Windows”. Non è chiaro perché un governo dovrebbe lavorare per migliorare i prodotti di una società commerciale, ma pazienza.

Inoltre, come mi conferma Valboni, se un ispettore di un governo aiuta a risolvere un'anomalia di Windows, la proprietà intellettuale del codice migliorato rimane di Microsoft. In altre parole, Microsoft ha modo di attingere gratis alle menti migliori dei nostri governi per migliorare il proprio software. Software che poi ci rivenderà. Un bell'affare.

C'è un'altra conseguenza interessante: quest'offerta di accesso al sorgente Microsoft consente alla società di Bill Gates di dare a rappresentanti altolocati e influenti dei governi “una migliore capacità di eseguire ispezioni di sicurezza e rispetto della privacy e idee migliori su come progettare, costruire e manutenere ambienti informatici sicuri”, come dice Craig Mundie. Ambienti basati su software Microsoft, s'intende. Una volta che questi rappresentanti avranno acquisito queste competenze, è logico che quando torneranno a casa raccomanderanno il software Microsoft in cui sono diventati competenti, non di certo l'open source. Il GSP diventa quindi una tattica elegante per sbarazzarsi del problema open source e introdurre Microsoft nei più alti livelli dell'amministrazione pubblica.

Riassumendo: il codice è talmente vasto, e i limiti di accesso sono così severi, che farlo esaminare seriamente da un pugno di esperti è impossibile; le migliorie suggerite dagli esperti governativi restano di proprietà Microsoft; non c'è garanzia che il codice ispezionato sia quello distribuito. Di preciso dove sta il vantaggio per i governi? Potrebbe essere una domanda simpatica da fare a Bill Gates quando sarà ospite al Senato italiano il prossimo 31 gennaio.
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Old 09-04-2003, 10:12   #16
supermarchino
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Old 09-04-2003, 12:55   #17
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Beh, vorrei dire una cosa, soprattutto a SaMu che è quello con cui ho scambiato più opinioni riguardo l'argomento TCPA Palladium in un altro 3d.

Purtroppo sembra che alcune delle mie supposizioni che appunto nel 3d che ho aperto io sul TCPA qualche giorno fa e che sono state giudicate catastrofiste sono già realtà, io continuo a dire che bisogna stare molto attenti e pronti a ingegnarsi e a muoversi per risolvere il problema.

Non si può sperare di fermare sta cosa ma si possono creare alternative. Penso che almeno una parte del mondo open source si stia già mobilitando, dato che tanto l'open source all'interno del mondo TCPA perderà gran parte del significato. Anche questa è uan supposizione però dato che fino ad ora sembra che ci ho preso continuo a sbilanciarmi

Non a caso mi chiamo Seldon, l'inventore della psicostoria, ovvero la predizione del futuro secondo logica e calcoli matematici precisi (Isaac Asimov RULEZ A BESTIA!!!) .
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...e s'io commetto un'azione dannosa a' più, io sono punito; mentre non mi verrà fatto mai di vendicarmi delle loro azioni, quantunque ridondino in sommo mio danno....
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