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#1 |
Member
Iscritto dal: Feb 2009
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Energia del futuro: l'Asia punta sul torio
NEW YORK (WSI) - Con una startup che puo' contare su un budget iniziale di 350 milioni di dollari, il Principe Rosso Jiang Mianheng, figlio dell'ex leader Jiang Zemin, sta promuovendo un progetto per l'Accademia delle Scienze Nazionale cinese destinato a rivoluzionare per sempre il mondo energetico.
Se il progetto, che vede coinvolti 140 scienzati con un dottorato, avra' esito positivo, il torio diventera' la prima fonte di energetia pulita. Sicura, non inquinante e a basso costo. Lo staff complessivo al Shanghai Institute of Nuclear and Applied Physics sara' composto da 350 persone entro il 2015. A dimostrazione di quanto Pechino punti forte su questa tecnologia, ancora poco nota alle grandi masse. L'obiettivo e' liberarsi dagli arcaici reattori nucleari alimentati da uranio, disegnati negli Anni 50 per i sottomarini Usa. I reattori di nuova generazione alimentati dal torio consentirebbero invece di produrre meno rifiuti tossici ed evitare in futuro incidenti catastrofici come quello di Fukushima. "E' la Cina il paese da tenere sotto osservazione. Ci stanno puntando forte e hanno i ricercatori di talento per farlo, potrebbe portare a una svolta epocale", al Telegraph Bryony Worthington, a capo del gruppo parlamentare incaricato di occuparsi delle prospettive offerte dall'energia a base di torio. La storia dell'elemento chimico del torio non e' ancora conosciuta al grande pubblico, ma pare destinata a diventarlo presto. Potrebbe trasformare la tecnologia necessaria per dare il la a rivoluzioni industriali in Asia ed scongiurare cosi' lo scoppio di quella che oggi appare come una inevitabile bolla energetica. Crisi che sara' provocata dal tentativo di salita di piu' di due miliardi di persone nella scala sociale, allo scopo di avvicinarsi alo stile di vita caratterizzato da comfort e consumismo degli occidentali. Avra' per l'energia nucleare lo stesso effetto che il gas di scisto ha avuto sul gas naturale, ma su scala molto piu' grande e per piu' tempo, probabilmente a un prezzo piu' vantaggioso, con quasi zero emissioni di CO2. I cinesi sono in prima fila, ma non sono certo soli. Anche Norvegia e Giappone seguono a stretto giro di posta. Lo scorso mese Oslo ha avviato un programma di test lungo quattro anni, mentre la giapponese Toshiba-Westinghouse vuole scoprire se il torio puo' essere usato per alimetare il reattore tradizionale norvegese di Halden. Da tempo il Giappione si e' interessato a questa tecnologia "completamente diversa" dalle altre. L'International Institute for Advanced Studies (IIAS) - capitanato da un promotore dell'utilizzo del torio, Takashi Kamei - sta cercando di sviluppare reattori di sale liquefatto in grado di utilizzare carborante liquido. http://www.wallstreetitalia.com/arti...sul-torio.aspx [Video]Rubbia: http://www.youtube.com/watch?v=raDUa...layer_embedded Riassumendo... Per produrre 1 Gwatt ogni anno di energia elettrica occorrono 3.5 milioni di tonnellate di carbone 200 tonnellate di uranio 1 tonnellata di torio dopo 500 anni le scorie del torio sono inerti. La Cina ha tanto di quel torio, che estrae assieme alle terre rare, da permetterle di sostenere l'attuale consumo energetico cinese per ben 22 mila anni. L'india per 15-20 mila anni.
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Bach (Polonaise)-Bach (Badinerie)-Bach (Bourrèe)-Bach BWV 147-Il tè nel deserto-Pachelbel Canon in D major fantastic version Ultima modifica di frankytop : 08-01-2013 alle 20:12. |
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#2 |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2005
Messaggi: 4089
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Noi italiani invece se facciamo una buona offerta riusciamo a comprarci usato l'impianto di Cernobyl e poi lo ripariamo per conto nostro
![]() Comunque ricordo che anni fa la Cadillac fece un prototipo di auto alimentata col torio. |
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#3 | |
Bannato
Iscritto dal: Aug 2011
Città: Val di Non, Trentino
Messaggi: 9969
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![]() ![]() ![]() comunque non sarebbe più vantaggiosa la fusione nucleare per produrre energia? mi sorprendo che negli usa non si faccia una ricerca sul torio... forse vogliono sprecare fino al ultima goccia di petrolio per dissetare i loro suv v8 a benzina ![]() |
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#4 |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2005
Messaggi: 4089
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#5 | |
Bannato
Iscritto dal: Aug 2011
Città: Val di Non, Trentino
Messaggi: 9969
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#6 |
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2004
Città: BOLZANO/BOZEN
Messaggi: 14871
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segnalo un ottimo articolo di Wired
http://daily.wired.it/news/scienza/2...ari-torio.html Il futuro del nucleare sono le centrali al torio? Grande disponibilità di materia prima, basso costo, grande energia con scorie molto meno pericolose. Allora dov'è il trucco? Potrebbe essere nel torio la risposta ai problemi di energia del futuro. La tecnologia legata a questo particolare minerale potrebbe infatti rappresentare il giusto compromesso di sicurezza e di rispettodelle problematiche ambientali che riuscirebbe a convincere anche il più acerrimo ambientalista. Usare torio al posto dell’uranio arricchito per far funzionare centrali nucleari è infatti una tecnologia già ampiamente utilizzata, conosciuta, studiata e anche collaudata che presenta una serie di vantaggi economici e anche ambientali. Ma anche di svantaggi. Nel mondo esistono abbondanti riserve di torio e il costo del combustibile sarebbe davvero molto basso. Inoltre le riserve di questo materiale sono presenti un po’ ovunque e questo metterebbe al riparo da eventuali strozzature di mercato. I reattori alimentati a torio poi produrrebbero una serie di scorieche non solo potrebbero essere riutilizzate per alimentare altri reattori, ma sarebbero anche molto meno pericolose di quelle prodotte da reattori ad uranio dell’ordine di diverse potenze in meno. Eppure nonostante tutti questi apparenti vantaggi solo pochi paesi hanno sviluppato questa speciale filiera nucleare: l’I ndia, ora la Cina e, in un certo senso anche il Canada. ” Il motivo per il quale questo tipo di tecnologia non è stato sviluppato – spiega Ezio Puppin, presidente del Consorzio Interuniversitario scienze fisiche della materia (Cnism) - sono essenzialmente legati alla storia del nucleare, che ai primordi è stato sviluppato per produrre plutonio e altro materiale utile alla fabbricazione di testate nucleari". Ma ci sono anche altri motivi, anche se non si tratta di problemi insormontabili. Si tratta di problemi essenzialmente legati ai costi di gestione più elevati del ciclo del combustibile nucleare. “ Se infatti per alimentare un reattore tradizionale – spiega Giuseppe Forasassi, presidente del Consorzio interuniversitario di ingegneria nucleare (Cirten) e docente all'università di Pisa – basta semplicemente raffinare un po’ il minerale estratto dalla miniera, per il torio occorre associare un impianto chimico al reattore per permettere di avere combustibile che sia in grado di sostenere la reazione di fissione”. Il problema infatti è che il torio, non è un elemento fissile. Non è radioattivo e cioè non libera dal suo nucleo neutroni che poi vanno a spaccare nuclei di altri atomi. Detta in maniera più semplice il torio da solo non brucia, e nemmeno si accende. Per la verità neanche l’uranio naturale, l’ uranio 238 si accende, ma nei reattori tradizionali si usano miscele di uranio parzialmente arricchito e cioè che contiene al suo interno un isotopo radioattivo dell’uranio naturale, l’ uranio 235, che invece è radioattivo e permette di sostenere la reazione a catena. Il problema dell’utilizzo delle centrali a torio nasce proprio da questa considerazione. Che non è del tutto marginale.Non basta infatti mettere una fiammella sotto una barra di torio per liberare l’energia contenuta all’interno dei suoi atomi. Almeno non una fiammella tradizionale. Ne serve una atomica. Serve cioèbombardare con dei neutroni. Ci sono due metodi per fare questo. Il primo è miscelare il torio con elementi radioattivi, per esempio uranio arricchito o plutonio. Il secondo sistema, e questo è il frutto dell’intuizione di Carlo Rubbia quando era alla guida dell’Enea, consiste nel bombardare il torio con un fascio di neutroni prodotti in un acceleratore di particelle. Ottenendo così la cosiddetta trasmutazione per spallazione. I neutroni colpiscono gli atomi di torio e li trasformano, meglio trasmutano, in un altro elemento, l’ uranio 2333, un isotopo non esistente in natura e fortemente radioattivo. Al punto da riuscire a bruciare in maniera più efficiente anche dell’uranio 235 e del plutonio. Ora questa trasmutaz! ione si attiene anche utilizzando come innesco del torio, uranio arricchito. Ed è proprio quello che avviene negli attuali reattori alimentati a torio. “ Il ciclo torio-uranio233 – spiega Emilio Santoro, direttore del reattore Triga dell’Enea - è talmente efficiente che introducendo in reattore 100 kg di si ottengono 120 kg di materiale fissile”. In pratica di benzina. “ I reattori al torio sono estremamente efficienti– spiega Santoro – come del resto quelli cosiddetti superveloci alimentati a plutonio che sono in pratica la quarta generazione di reattori in fase di sviluppo e che credo possano essere il vero nucleare del futuro”. Impianti al torio erano stati sviluppati anche in Occidente. Proprio ai primordi dell’epopea nucleare, nel 1957 e sotto gli auspici del presidente Usa Eisenhower venne infatti inaugurata la centrale diShippingport, un piccolo impianto di appena 60 Megawatt di potenza totalmente alimentata a torio. L’idea era quella di collaudare reattori di taglia utile a far girare le eliche delle grandi portaerei americane. Da allora però la storia cambiò rotto e solo pochi altri impianti, come quello di Elk River (le cui barre di combustibile vennero spedite in Italia e ora sono al centro Enea di Trisaia) sono stati realizzati. Solo in India si è puntato molto su questa tecnologia e sono stati effettuati dei reattori alimentati a torio. Negli ultimi anni pero’ questa particolare tecnologia è tornata di moda, soprattutto inCina che sta puntando moltissimo sul nucleare sia di terza che di quarta generazione. Anche negliStati Uniti si torna a parlare dei reattori a torio. Principale sostenitore di questa tecnologia è Alvin Weimberg, direttore dei laboratori di Oak Ridge e fondatore della National Science Foundation, che già nel 1958 pubblica un libro di 978 pagine in cui espone la possibilità di creare reattori al torio con combustibile liquido. Un progetto che ora è stato rispolverato anche in America). E, per un breve periodo venne studiato anche in Italia. Nel nostro paese, infatti nella prima metà degli anni 2000, all’Enea si cominciò a sviluppare l’idea proposta da Carlo Rubbia, il cosiddetto Rubbiatron. In pratica si tratta di un reattore al torio che viene acceso non da plutonio, ma da un fascio di neutroni sparati con un acceleratore di particelle. I neutroni colpiscono la barra di torio e innescano la reazione. Con il vantaggio che il fascio di neutroni può essere interrotto in ogni momento proprio come se si trattasse di un vero e proprio interruttore. “ Proprio nell’impianto Triga, alla Casaccia, un piccolo reattore sperimentale, – racconta Santoro – venne iniziata la fase di verifica del progetto che però si arresto’ davanti alla mancanza dei fondi necessari per la realizzazione dell’acceleratore”. |
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#7 | |
Bannato
Iscritto dal: Aug 2011
Città: Val di Non, Trentino
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a ecco, mi sembrava strano che solo in cina e giappone lo facessero
Quote:
![]() ![]() ![]() a vitalizzi, privilegi e stipendi d' oro però certe persone non rinunciano è... ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() OT... comunque non pensavo fosse così interessante il torio dal punto di vista energetico |
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#8 |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2004
Messaggi: 1262
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Quindi durano "quanto l'uranio"... almeno per quanto riguarda la scala temporale di noi poveri mortali che al massimo campiamo 80 anni.
Cioè, se esplode una centrale all'uranio o al torio, gli effetti sono gli stessi: dintorni inabitabili "per sempre". ![]() Spero che le centrali al torio abbiano una sicurezza passiva intrinseca (*), senno' proprio non vedo il vantaggio, in termini di pericolo radioattivo. (*)se l'addetto alla centrale rimane al bar per troppo tempo, la centrale si spegne o esplode? In Italia di caffè ne prendiamo TANTI... ![]()
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La scienza è provvisoria -- Jumpjack -- |
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#9 |
Senior Member
Iscritto dal: Feb 2004
Messaggi: 2898
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se non erro le centrali alimentate al Torio erano il progetto su cui puntava Rubbia che non trovando finanziamenti in italia mi pare avesse tentato di portarlo avanti non so se in spagna o francia. Sta a vedere che questa è l'ennesima possibilità di primeggiare del nostro paese buttata al vento per la scarsa lungimiranza di chi ci governa ( che nel 2011 voleva dare il via a un programma nucleare convenzionale, stiamo sempre sul pezzo come i giornalisti d'assalto
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Impedire alla gente di esprimersi liberamente minacciando "sistematiche querele" dal mio punto di vista è semplicemente una EVIDENTE MANIFESTAZIONE DI PAURA e l'idea che qualcuno abbia paura del fatto che io possa esprimere un idea mi da semplicemente più forza e convinzione nell'esprimerla |
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#10 | |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2005
Messaggi: 4089
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Nel resto dei paesi sviluppati invece avevano raggiunto il Mb già da un pezzo ![]() |
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#11 | |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
Messaggi: 4377
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Se non sbaglio, le centrali di Rubbia erano a Torio solido dove servono sorgenti intense e stabili di neutroni, che non esistono. Per sali fusi di torio e' tutta un'altra storia. Se capite un po' di inglese andate qui e trovate tutto. www.energyfromthorium.com PS: hai detto bene, scarsa lungimiranza, ma del popolino italiano. |
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#12 | |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2001
Messaggi: 20029
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a confronto gli attuali reattori nucleari, chernobyl e fukushima compresi, sono dei giocattoli controllabilissimi e di cui si conosce ogni minimo particolare di funzionamento.
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Mai discutere con un idiota. Ti trascina al suo livello e ti batte con l'esperienza (O.W.) |
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#13 | |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2001
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![]() qualche centinaio di anni è gestibile. qualche milione no.
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#14 |
Senior Member
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Messaggi: 2867
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Grande thread
![]() Segnalo il seguente docu-video portato avanti da un certo Kirk Sorensen (minchia ma quante lauree ha questo?): http://www.youtube.com/watch?v=8EHEoc2QsvM I primi 5 minuti sono un riassunto/spiegazione dell'immenso vantaggio del elemento torio respetto al uranio in una centrale nucleare...Per il resto il documentario spiega molto bene in lungo e in largo cos'è un LFTR e perchè potrebbe essere l'unica soluzione pacifica ed efficiente per produrre immense quantità di energia per anni a venire con scorie sia riutilizzabili come combustibili alternativi o comunque che diventano inerti in "soli" 300 anni circa...comunque molto meno in confronto a delle scorie all'uranio che ci mettono migliaia e passa anni se non sbaglio... Segnalo anche il trailer del documentario The Good Reactor...che dovrebbe uscire a inizio anno Ultima modifica di ice_v : 19-01-2013 alle 14:00. |
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#15 | ||
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2004
Città: Verona
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ITER dovrebbe risolvere entrambi i problemi, ma è un impianto di ricerca, la strada è ancora lontana.. i primi risultati probabilmente li avremo nel 2040-2050. Per quanto riguarda la sicurezza, la fusione controllata è intrinsecamente sicura, già adesso... |
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#16 |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2004
Città: IV Reich
Messaggi: 18598
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che differenza c'è tra queste centrali e le candu?
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Wind3 4G CA |
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#17 |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2008
Città: Oderzo
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nel docu-video nel mio post ci sono 3-4 brevi riferimenti al candu in confronto al LFTR, uno è al minuto 1:09:58
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#18 | |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2001
Messaggi: 20029
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Il fatto che il plasma si autosostenga (a temperature di milioni di gradi) rende il tutto intrinsecamente instabile per cui ITER è tutt'altro che "intrinsecamente sicuro"...
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#19 |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2001
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in parole povere, appartiene alla famiglia di reattori in cui il combustibile anzichè solido (candu, pwr, bwr, rbmk ecc) è sciolto in sali ed è fatto circolare tramite pompe dentro e fuori il reattore, con tutti i rischi del caso (mandare a spasso un fluido bollente altamente radioattivo è cosa parecchio delicata).
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#20 | |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2004
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La reazione è instabile solo dal punto di vista termodinamico, nel senso che mal che vada si spegne tutto. Se il plasma non riesce ad autosostenersi, si raffredda e la reazione di fusione termina immediatamente. Non c'è nulla di instabile dal punto di vista "esplosivo", la reazione messa in atto è intrensicamente sicura proprio perché la reazione tra D e T per avvenire richiede altissime temperature: se il plasma si raffredda per qualsiasi motivo la reazione cessa immediatamente. anche se il principio è sempre la fusione nucleare, il sistema per ottenerla è differente rispetto alle bombe H |
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