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Emergenza rifiuti a palermo: c'e bisogno di termoV...chi lo costruirà mai???
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Chi vincerà la gara pubblica per il termovalorizzatore di Bellolampo? A Roma una Pasquinata lo racconta. Ma noi la smentiamo!
di Ignazio Panzica
ieri, 30 giugno 2009 21:09
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In occasione dell’approssimarsi dell’apertura delle buste per la gara pubblica europea per la realizzazione dei quattro termovalorizzatori siciliani, torniamo a parlarne. E’, perciò, obbligatorio fare riferimento al relativo piano regionale dei termovalorizzatori predisposto dall’Arra, l’agenzia speciale regionale (figlia dell’ex commissariato per l’emergenza rifiuti ed acqua in Sicilia) diretta dal bravo manager Felice Crosta e voluta, pervicacemente, dal Governo di Totò Cuffaro, con la attiva solidarietà del sindaco di Palermo Cammarata e la cooperazione dell’Amia, quella della gestione 2001-2008.
Come ricorderete, l’Unione europea era intervenuta, pesantemente, cassando il precedente atto amministrativo dell’esito della gara per la “concessione” regionale dei quattro termovalorizzatori (Bellolampo Palermo, Agrigento-Casteltermini, Catania-Messina–Paternò, Augusta), che era stato rilasciato a quattro “società di scopo” (ossia con un capofila e più soci). Aggregazioni che si sono contraddistinte per una forte “mobilità dei soci”, che entrano ed escono, spesso.
E nonostante le nostre reiterate insistenze, nell’arco di ben quaranta giorni, il dottor Crosta ed i suoi collaboratori non hanno mai trovato un attimo per mandarci un loro “elenco ufficiale” dei soci attualmente presenti nella compagine societaria che si era già aggiudicata “in concessione” il costruendo impianto di Bellolampo.
Così, l’Unione europea aveva imposto alla Regione siciliana (l’Ente territoriale responsabile della pianificazione relativa) l’indizione di un bando pubblico per l’assegnazione dei lavori, e poi della gestione “a tariffa” dei 4 impianti. Una “manovra strutturale”, strategicamente prioritaria, per cui l’Ue e lo Stato, a vario titolo (anche con i fondi della tassa Enel Cp6, ndr) erogheranno ai vincitori delle gare “qualcosina” come 5 miliardi e mezzo di euro. “Appena” un miliardo in meno di quanto previsto per il più complesso lavoro del Ponte sullo stretto.
In quell’occasione il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, aveva espresso forti perplessità e dubbi su quattro questioni: l’aver usato lo strumento della “concessione”, che espropria dalla titolarità regionale, e della mano pubblica, dalla realizzazione e dalla conseguente gestione dei quattro termovalorizzatori; le esasperate dimensioni dei medesimi (quello di Palermo sarà il secondo più grande di Europa); le tecnologie previste, che appaiono a molti tecnici ed agli ecologisti desuete, e molto differenti, qualitativamente, proprio dall’ultimo termovalorizzatore realizzato a Parigi, a cui spesso si appella come esempio buono il dottor Felice Crosta; infine, visto che, nonostante le ultime modifiche, il Decreto Ronchi sull’Ambiente ha comunque fissato al 66% (entro il 31 dicembre 2011) la quota di raccolta differenziata per la Sicilia - ha ragionato Lombardo – che senso ha costruire 4 grandi termovalorizzatori, quando ne basterebbero due piccolini?
Adesso il punto è: come finirà la gara?
Rivinceranno i quattro vecchi “concessionari”? O ci saranno nuovi “vincitori” ? E, nel caso, come si potranno aggiustare tra loro, visto che i quattro “vecchi” concessionari, ai sensi del codice civile, sono proprietari ed intestatari dei quattro progetti e di tutti i bei mobiliari interclusi?
Confesso che non mi entusiasma l’essere identificato come il giornalista più esperto in “munnizza” ed affini, sulla piazza palermitana. Così, per spezzare lo stress del lavoro routinario, ho preso l’auto e ho deciso di partire, per “respirare un po’ d’aria nuova a Roma”. Basta Amia e termovalorizzatori. Basta il direttore che mi tallona come un controllore Amat di una volta.
Detto-fatto. Mi sono immerso nel “mio sociale romano”. La sera, dopo una buona cena, accompagnato da un amico, sono andato, more solito, a far due passi a Piazza Navona e dintorni. Un piacere personale che non vi dico. Il mio itinerario prevede, in questi casi, anche il rituale passaggio a Piazza Pasquino. Il piccolo monumento che durante lo Stato Pontificio, del potere temporale dei “Papi” (roba da Vaticano, non quello che state pensando voi… maliziosi, ndr!) serviva per attaccarvi su messaggi di critica al potere costituito o, più semplicemente, di controinformazione. Ancora oggi, vi si legge di tutto.
Da cosacce su Maurizio Costanzo a quelle su Andreotti, da quelle su “Papi” (stavolta pensate giusto, ndr!) a critiche a Veltroni… Periodicamente, altri messaggi nuovi vengono incollati su quelli vecchi, o si strappano i vecchi e se ne appongono di nuovi.
Quando all’improvviso… Oddio! Indovinate cosa abbiamo trovato: un dattiloscritto, “registrato” come “quarta puntata”, dove si parlava – roba da non crederci – della gara sui termovalorizzatori siciliani. Una lettera firmata da un indeterminato e misterioso “Ettore A”. In buona sostanza, l’anonimo vergatore, raccontava dell’ira dei Papi (non chiedetemi stavolta riferito a chi, ndr…) nei confronti dei soliti amministratori siciliani anarchici, voraci ed inaffidabili.
Per cui nello scritto si preconizzava che la gara per il termovalorizzatore di Palermo, fissata da celebrarsi il 30 giugno 2009, non l’avrebbe rivinta il colosso, centrista (!?), della Falk (quotata in Borsa), ma il più moderno e più competente gruppo Impregilo. Uno degli esempi dell’orgoglio italiano dell’universo imprenditoriale , tanto che quando lo incontri operare nel mondo, come allo stadio, ti sale nel petto la voglia di urlare “forza Italia”, proprio come accadeva tempo fa in un noto spot di una casa petrolifera nazionale.
L’Impregilo, secondo Ettore A., si sottrarrebbe, però, alla “gestione futura” del termovalorizzatore realizzato, cedendo il passo ed il servizio (con sostanziosa quota parte di devoluzione dei contributi pubblici previsti a sostegno delle tariffe) alla società A2A (società milanese-bresciana che gestisce i termovalorizzatori lombardi, ndr), esattamente come è già successo ad Acerra, in Campania.
La lettera dell’anonimo Ettore A si concludeva con una rassicurazione agli occasionali lettori: che la Impregilo - dovendosi impegnare di più nella nuova, e strategica “avventura siciliana” dei termovalorizzatori, dopo essersi fatta onore in quella “storica” di Acerra (che tante soddisfazioni ha dato alla Campania, ndr) – avrebbe abbandonato una serie di lavori di realizzazione per impianti di energie alternative e per la lavorazione dei rifiuti, a Dubai ed Abu Dhabi.
Lavori nei quali sarebbe subentrata, fortuitamente, la Falck, o società operative ad essa riconducibili, anche con sede legale nel mondo arabo. A quel punto l’Amia di Palermo, fallita, passerà di mano ad un privato siciliano “al di sopra di ogni sospetto”, ma con radici, sotterranee, ben piantate tra Milano e la comunità siciliana in Canada. Che strana storia, eh!? Quella sera, io ed il mio amico ci abbiamo riso su. Ma, si sa, un tarlo nella mente è un tarlo.
Intanto, forse, sarà meglio specificare che Dubai e Abu Dhabi, citati prima, sono due sceiccati della confederazione degli Emirati Arabi Uniti. Ma come, cari lettori: non avete presente, geograficamente, dove sono? A ridosso della penisola arabica! Santa pazienza, concentratevi! Sono quei posti frequentati dagli amministratori dell’Amia durante la gestione 2001-2008. Oh, insomma… finalmente avete capito!
Noi, invece, vi confessiamo di no!
L’indomani mattina, comunque, utilizzando la complicità della luce del giorno, volevamo fotografare ed immortalare lo strano reperto sul monumento di Pasquino. Giusto per non passare per pazzi, visionari, anche con noi stessi e con il mio Direttore. Ma la lettera di Ettore A. deve essere rimasta vittima di una delle pulizie periodiche del sito. Non vi era più traccia.
Il mio direttore, dopo giorni e giorni di domande e dubbi, con il suo solito scetticismo sul mondo e sulle cose, mi ha detto: “Su, scrivila questa storia della “pasquinata”! E’ provato che scrivere è terapeutico, così poni fine al tuo dilemma: scriverla o no. Mi basta che tu specifichi che noi non ci crediamo, anzi la smentiamo, perché non può essere credibile. Figurati, tu, se il risultato, a sorpresa, di una pubblica gara d’appalto europea per miliardi di euro la puoi trovare a Roma, sul monumento di Pasquino!?. E’ inverosimile, non ci si può credere! Convincitene!
Che forza il mio direttore: mi ha convinto! Non ci credo più neanche io!
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http://www.siciliainformazioni.com/g...-smentiamo.htm
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“ Fiat iustitia, et pereat mundus”- המעז מנצח -
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