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Old 18-11-2008, 10:07   #1
IpseDixit
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Detroit chiama Washington, rispondi Washington

Ma come si sono ridotti

La crisi dei tre colossi di Detroit finisce su YouTube. Le devastanti conseguenza per l'America del collasso della sua industria automobilistica e la necessità immediata di un pacchetto di aiuti per il settore sono i punti essenziali di un video apparso sul popolare sito Internet, scovato dall'agenzia Apcom.
É General Motors ad aver avuto l'idea. La società impegnata da settimane in attività di lobby a Washington per ottenere finanziamenti, ha deciso di sfruttare Internet e lanciare un messaggio a tutti gli americani.

Un filmato di quattro minuti. La domanda principale è «Che cosa succede se crolla Detroit?». Le conseguenza, spiega il video, sarebbero drammatiche: tre milioni di disoccupati nel primo anno e altri 2,5 milioni nei successivi due. Un costo complessivo per lo Stato in sussidi, assistenza sanitaria e riduzione di entrate fiscali pari a 156 miliardi di dollari solo nei primi tre anni. E tutto questa rischia di accadere molto presto: «ll collasso è imminente», avverte il filmato. Ma evitarlo è possibile: servono 25 miliardi di dollari di aiuti da parte del Governo.
Il video si chiude con la domanda «Che cosa fareste voi?», e l'appello, rivolto agli americani, di far sentire la propria voce ai rappresentanti eletti in Congresso.

Il videohttp://www.ilsole24ore.com/art/SoleO...4-a4bb3f77fd1b

http://www.ilsole24ore.com/art/SoleO...lesView=Libero

Ultima modifica di IpseDixit : 06-12-2008 alle 10:54.
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Old 18-11-2008, 13:06   #2
Phantom II
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Quello che serve ai colossi di Detroit è prima di tutto una nuova concezione dei prodotti che vendono.
Troppo facile (oltre che da stronzi) pretendere i miliardi dalla collettività minacciando l'ombra nera della disoccupazione, quando la situazione è diretta conseguenza di amministratori incapaci la cui concezione di auto è ferma agli anni '50.
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Old 18-11-2008, 13:27   #3
Edo4444
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Credo che neanche l'America possa permettersi di salvare tutte le aziende che sono sull'orlo del fallimento.. Si deve lasciare fallire. Qualche altra azienda si farà avanti per un'acquisizione parziale o totale degli asset. Credo che ormai l'opinione dei più liberisti ("bisogna sfoltire il bosco per lasciare spazio alle piante sane di crescere") sia ahimè nell'ottica di medio lungo periodo la migliore.
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Old 18-11-2008, 20:28   #4
evelon
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Ma come si sono ridotti

La crisi dei tre colossi di Detroit finisce su YouTube. Le devastanti conseguenza per l'America del collasso della sua industria automobilistica e la necessità immediata di un pacchetto di aiuti per il settore sono i punti essenziali di un video apparso sul popolare sito Internet, scovato dall'agenzia Apcom.
É General Motors ad aver avuto l'idea. La società impegnata da settimane in attività di lobby a Washington per ottenere finanziamenti, ha deciso di sfruttare Internet e lanciare un messaggio a tutti gli americani.

Un filmato di quattro minuti. La domanda principale è «Che cosa succede se crolla Detroit?». Le conseguenza, spiega il video, sarebbero drammatiche: tre milioni di disoccupati nel primo anno e altri 2,5 milioni nei successivi due. Un costo complessivo per lo Stato in sussidi, assistenza sanitaria e riduzione di entrate fiscali pari a 156 miliardi di dollari solo nei primi tre anni. E tutto questa rischia di accadere molto presto: «ll collasso è imminente», avverte il filmato. Ma evitarlo è possibile: servono 25 miliardi di dollari di aiuti da parte del Governo.
Il video si chiude con la domanda «Che cosa fareste voi?», e l'appello, rivolto agli americani, di far sentire la propria voce ai rappresentanti eletti in Congresso.

Il videohttp://www.ilsole24ore.com/art/SoleO...4-a4bb3f77fd1b

http://www.ilsole24ore.com/art/SoleO...lesView=Libero
Queste cose fanno molta presa sull'elettorato.

Peraltro non è, come si può pensare, un problema di concezione dei prodotti (di ricerche e prodotti innovativi a Detroyt ce ne sono parecchi) ma di liquidità.

Comunque le case europee (che di solito non sono tacciate di fare prodotti scadenti) hanno già fatto presente al parlamento europeo che se l'America aiuta le case americane anche loro verranno a batter cassa perchè si troverebbero svantaggiate (ed è vero) nei confronti di concorrenti aiutate direttamente dai soldi dello stato
__________________
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Old 19-11-2008, 07:38   #5
Phantom II
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Queste cose fanno molta presa sull'elettorato.

Peraltro non è, come si può pensare, un problema di concezione dei prodotti (di ricerche e prodotti innovativi a Detroyt ce ne sono parecchi) ma di liquidità.
Non erano le grandi di Detroit a subire pesantemente la concorrenza europea ma soprattutto asiatica perché propongono tutt'ora automobili che non prestano alcuna attenzione all'ottimizzazione dei consumi ecc?


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Comunque le case europee (che di solito non sono tacciate di fare prodotti scadenti) hanno già fatto presente al parlamento europeo che se l'America aiuta le case americane anche loro verranno a batter cassa perché si troverebbero svantaggiate (ed è vero) nei confronti di concorrenti aiutate direttamente dai soldi dello stato
I miracoli del liberismo estremo. Fino a quando le cose vanno bene (o sembrano tali) si vogliono sempre meno regole per il mercato (dove mangiano i soli noti) ma appena i grandi imprenditori finiscono col culo per terra vanno salvati con i soldi di tutti.
Se vivessimo in un sistema che funziona, gli aiuti di stato alle aziende andrebbero di pari passo con il totale azzeramento dei consigli di amministrazione delle compagnie prossime al tracollo e col conseguente esproprio dei capitali personali faraonici che questa gente ha messo insieme mentre l'azienda andava a bagno.
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Old 19-11-2008, 09:17   #6
evelon
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Non erano le grandi di Detroit a subire pesantemente la concorrenza europea ma soprattutto asiatica perché propongono tutt'ora automobili che non prestano alcuna attenzione all'ottimizzazione dei consumi ecc?
La Ford, la Chrysler e la GM hanno in cantiere (ed anche in vendita) alcuni modelli di auto ibride molto efficenti.
Peraltro la Chrysler è parte con GM del gruppo per lo studio di una standardizzazione delle tecnologie ibride (dove tutt'ora non ci sono standard)

Inoltre, grazie agli accordi di Bush con Brasile e produttori agricoli, ci sono già in vendita modelli alimentati ad E85 (metanolo ricavato da vegetali) etc..

Alla fine le case automobilistiche propongono ciò che i consumatori chiedono..
E' chiaro che non possono cambiare le linee produttive seguendo i ritmi delle speculazione petrolifera con il sali-scendi del prezzo del petrolio (sono comunque interventi che richiedono mesi)

Ma a livello progettuale non stanno messe male, non è che gli manchi la tecnologia

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I miracoli del liberismo estremo. Fino a quando le cose vanno bene (o sembrano tali) si vogliono sempre meno regole per il mercato (dove mangiano i soli noti) ma appena i grandi imprenditori finiscono col culo per terra vanno salvati con i soldi di tutti.
Se vivessimo in un sistema che funziona, gli aiuti di stato alle aziende andrebbero di pari passo con il totale azzeramento dei consigli di amministrazione delle compagnie prossime al tracollo e col conseguente esproprio dei capitali personali faraonici che questa gente ha messo insieme mentre l'azienda andava a bagno.
Ideologie a parte cerchiamo di ragionare seriamente: un'azienda così grossa che fallisce o và in crisi è un danno per tutto il paese.

oltre che per i lavoratori interessati il danno è trasversale.
Nei panni di un governante non si può mandare a rotoli un paese per seguire degli ideali...
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Old 19-11-2008, 09:42   #7
Phantom II
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La Ford, la Chrysler e la GM hanno in cantiere (ed anche in vendita) alcuni modelli di auto ibride molto efficenti.
Peraltro la Chrysler è parte con GM del gruppo per lo studio di una standardizzazione delle tecnologie ibride (dove tutt'ora non ci sono standard)

Inoltre, grazie agli accordi di Bush con Brasile e produttori agricoli, ci sono già in vendita modelli alimentati ad E85 (metanolo ricavato da vegetali) etc..

Alla fine le case automobilistiche propongono ciò che i consumatori chiedono..
E' chiaro che non possono cambiare le linee produttive seguendo i ritmi delle speculazione petrolifera con il sali-scendi del prezzo del petrolio (sono comunque interventi che richiedono mesi)

Ma a livello progettuale non stanno messe male, non è che gli manchi la tecnologia
La FIAT è da una vita che commercializza auto ad etanolo in Brasile. Inoltre, se le grandi americane sono così al passo coi tempi come mai stanno registrando (da tempo per altro) un tracollo ben superiore a quello della concorrenza, con in testa i marchi giapponesi?

Quote:
Ideologie a parte cerchiamo di ragionare seriamente: un'azienda così grossa che fallisce o và in crisi è un danno per tutto il paese.

oltre che per i lavoratori interessati il danno è trasversale.
Nei panni di un governante non si può mandare a rotoli un paese per seguire degli ideali...
Non confondiamo ideologia con buon senso per favore. Pretendere le dimissioni degli amministratori che hanno mandato a rotoli un'azienda e purgarli del contante che hanno accumulato mal gestendo il proprio ruolo mi sembra un'azione sacrosante se si pretende che tutta la collettività si debba far carico degli errori (o malafede) di questa gente.
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Old 19-11-2008, 10:46   #8
evelon
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La FIAT è da una vita che commercializza auto ad etanolo in Brasile. Inoltre, se le grandi americane sono così al passo coi tempi come mai stanno registrando (da tempo per altro) un tracollo ben superiore a quello della concorrenza, con in testa i marchi giapponesi?
Quindi ?
In USA non c'era l'etanolo ergo nessun costruttore si è mai cimentato in questa tipologia di auto.

Cionondimeno hanno fattouna joint venture con Daimler (mercedes) per le standardizzazioni delle ibride.

I marchi giapponesi vendono auto più piccole (mediamente in gamma) e nei mesi passati di isteria pro-petrolio hanno registrato cali medi più contenuti.

In numero di pezzi venduti c'è pure stato il sorpasso di Toyota ai danni di GM .

Ciò non toglie che la crisi di liquidità non c'entra con la tecnologia che hanno

Quote:
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Non confondiamo ideologia con buon senso per favore. Pretendere le dimissioni degli amministratori che hanno mandato a rotoli un'azienda e purgarli del contante che hanno accumulato mal gestendo il proprio ruolo mi sembra un'azione sacrosante se si pretende che tutta la collettività si debba far carico degli errori (o malafede) di questa gente.
Il "pretenderlo" è ideologia .

A me non frega nulla, dico solo che "pretendere" le dimissioni cos'altro è se non ideologia (gli unici titolati a chiederle credo siano gli azionisti mica il governo)

Comunque non sò se il CEO verrà cambiato (possibile, in USA di questi tempi + possibilissimo )
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Old 19-11-2008, 16:41   #9
cocis
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fare macchine che consumano meno no eh ??

mi ricordo ancora quando il capo di GM diceva che l'ibrido di toyota era una cazzata .. solo perchè non era riuscito a copiarlo ..
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Old 20-11-2008, 00:16   #10
limpid-sky
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Dai troppo facile chiedere gli aiuti quando stai nei casini per demeriti anche tuoi. A me da fastidio aizzare in quel modo l'elettorato, ma si sa la società americana è fortemente lobbystica.
Devono fare auto più attente al rapporto sboroneria/consumo al litro tipico di buona parte degli americani. Poi devono necessariamente rivedere i contratti dato che se molti concorrenti hanno delocalizzato un motivo ci sarà, sarà dura combattere con i sindacati ma non è che hanno molta scelta. Vero è che la crisi è stata talmente veloce nell'ultimo periodo che non ha permesso di ammortizzarne le conseguenze prendendo prima delle contromisure.
Cmq a livello finanziario puntare qualcosina su questi titoli a questi prezzi non è mica una cattiva idea. Cmq vedo peggio GM ripsetto a Ford ma questa è solo una sensazione...
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Old 25-11-2008, 08:48   #11
cocis
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300 miliardi x citigroup ci sono .. 25 x la GM no ..
e i banchieri non devono dimostrare nulla .. gm si ..
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Old 06-12-2008, 10:46   #12
IpseDixit
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(ANSA) - WASHINGTON, 6 DIC - Leader democratici Usa e la Casa Bianca hanno raggiunto un accordo per stanziare fondi per aiutare l'industria dell'auto Usa.Il pacchetto di aiuti, che i leader democratici sperano di far approvare dal Congresso la prossima settimana per poi inviarla al presidente Usa Bush, oscilla tra i 15 e i 17 mld di dollari; molto meno dei 34 mld richiesti dalla GM, Ford e Chrysler. Ma i democratici confidano poi in un ulteriore sforzo di Barack Obama quando si insediera' il 20 gennaio.
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Old 09-12-2008, 09:53   #13
IpseDixit
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Un accordo di massima sul salvataggio dell'auto americana ha preso forma ieri notte. L'intesa, negoziata tra i leader democratici del Congresso, l'amministrazione entrante di Barack Obama e il presidente repubblicano uscente George W. Bush, metterebbe in campo 15 miliardi di dollari di prestiti da erogare immediatamente soprattutto a General Motors e Chrysler, che si trovano in condizioni più allarmanti della Ford.
Stando ad una bozza fatta filtrare ieri notte i prestiti concessi per una durata di sette anni, avranno un interesse del 5% nel primo quinquennio e poi del 9% e dovrebbero consentire ai gruppi di sopravvivere almeno fino a marzo. In cambio il governo riceverebbe una partecipazione, sotto forma di equity warrant, nelle imprese pari al 20% del valore degli aiuti. E affiderebbe la supervisione del salvataggio ad uno «Zar dell'auto».
La Casa Bianca ha mostrato ottimismo nel corso del pomeriggio: «Un accordo è molto probabile», ha detto la portavoce Dana Perino. E ha aggiunto che «i principi di base» sono stati concordati. «L'intesa sarà presto pronta», le ha fatto eco il deputato Barney Frank, presidente della Commissione Servizi finanziari della Camera e tra i leader democratici più impegnati nella maratona delle trattative.
Wall Street ha aspettato con ansia: la speranza di rapidi passaggi di soccorsi multimiliardari ha spinto il titolo di Gm in rialzo del 18% e quello di Ford del 23 per cento. Anche se le incertezze non sono del tutto svanite: in tarda serata, quando il Congresso ha inviato un testo all'esame finale della Casa Bianca, sono affiorate ancora riserve sui dettagli e sul linguaggio del compromesso che potrebbero prolungare i lavori. E il test del voto in Parlamento, dove in passato aveva già faticato a passare il piano di salvataggio delle banche, rimane ancora da superare.
In presenza di una finalizzazione dell'accordo nella nottata, il primo esame in aula degli aiuti è atteso fin da oggi.
I capitoli dell'intesa, nelle ultime ore, sono stati discussi a Washington a ritmo frenetico e con continue evoluzioni. I 15 miliardi per Detroit verrebbero prelevati da un programma da 25 miliardi inizialmente studiato dal Dipartimento dell'Energia per stimolare lo sviluppo di veicoli più efficienti. Il governo riceverebbe, da parte sua, diritti a quote azionarie nelle tre società. Anche il sindacato United Auto Workers ha però chiesto ieri una partecipazione nella General Motors e un seggio nel consiglio di amministrazione dell'azienda quale prezzo di concessioni contrattuali. La scorsa settimana la Uaw aveva accettato, nel corso di un vertice sindacale d'emergenza, la prospettiva di nuovi tagli a posti di lavoro e benefit.
La supervisione del salvataggio di Detroit, stando a Congresso e Casa Bianca, rappresenta un altro elemento cruciale e dovrà essere ferrea. Verrebbe affidata a una commissione speciale, che potrebbe coinvolgere diversi ministeri ed essere guidata da un esperto già battezzato "Zar" dell'auto. Bush ha proposto, in particolare, la creazione di un Financial viability adviser, un super-consulente di nomina presidenziale che controlli il rispetto dei termini dell'intesa da parte delle società. Ma i poteri e la composizione dell'authority che dovrebbe gestire il cambio di marcia nell'auto statunitense sono stati a lungo oggetto di dibattito. Alcuni parlamentari hanno insistito fino all'ultimo per un potere di veto su qualunque transazione superiore ai 25 milioni di dollari da parte delle aziende.
I vertici delle società, mentre ricorrono ai fondi federali, hanno inoltre accettato stringenti limiti sui compensi degli executive e di sospendere il pagamento del dividendo sui titoli. Gli amministratori delegati di Gm e Chrysler, Rick Wagoner e Alan Mulally, lavoreranno per un salario di un dollaro l'anno, mentre il chief executive di Chrysler aveva già accettato un simile compenso simbolico.
Il piano di aiuti non prevede cambi al volante delle società. Le polemiche sul futuro dei dirigenti di Detroit, tuttavia, non sono affatto svanite. Dei tre top executive Wagoner è quello in maggiori difficoltà: le pressioni per una sua uscita di scena, già in passato forti, stanno nuovamente crescendo. L'influente senatore democratico Christopher Dodd, chairman della Commissione bancaria che la scorsa settimana ha condotto le audizioni sull'auto, ha esplicitamente sostenuto che Wagoner dovrebbe lasciare il posto davanti al salvataggio pubblico dell'azienda.
Lo stesso presidente eletto Barack Obama, in interviste durante il fine settimana, ha auspicato cambiamenti nel management delle case automobilistiche in crisi.
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleO...lesView=Libero
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