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Renato Soru (presidente reg. Sardegna) contro la presenza base USA a La Maddalena
"La base di La Maddalena serve ancora alla Sardegna", 15 maggio 2005
Intervista all'Ambasciatore Mel Sembler La seguente intervista è apparsa sul quotidiano "L'Unione Sarda" del 15 maggio 2005 (ed è riportata sul sito www.usembassy.it) Intervista di Paolo Figus L'ambasciatore: «La presenza navale Nato fondamentale per la sicurezza del Mediterraneo» "Ora c'è un grosso pericolo, si chiama terrorismo transnazionale" Ha undici nipoti, e ne va molto fiero: 75 anni, nato nel Missouri, Mel Sembler da quattro anni è ambasciatore degli Stati Uniti in Italia. Nominato da George W. Bush dopo la prima elezione a presidente, col secondo mandato Sembler tra qualche mese lascerà l'Italia e tornerà nel suo Paese. Dice di essere rimasto affascinato dalla Sardegna e, in questa intervista, parla della base di Santo Stefano, dalle origini alla situazione attuale, dalle polemiche sull'inquinamento alle ricadute economiche. È nota, sotto questo punto di vista la posizione della Regione sarda, che ha ufficialmente chiesto il recupero di Santo Stefano e l'abbandono della base da parte degli americani. Posizione ribadita giovedì in un incontro a Roma tra il governatore Soru e l'ambasciatore. Identica la risposta: questa è una questione internazionale che va discussa tra i due Stati sovrani. Ambasciatore Sembler, il comunismo è morto, il muro di Berlino caduto e anche la guerra fredda è finita da dieci anni: come mai in Sardegna esiste ancora la base di Santo Stefano? «Prima di tutto è importante ricordare che si tratta di una base di supporto per le operazioni Nato, non solo italiane o americane. La guerra fredda potrà essere anche terminata, ma altre minacce relative alla stabilità della nostra alleanza e alla pace nel mondo, sono emerse in particolare dal terrorismo "transnazionale". La presenza navale della Nato nel bacino del Mediterraneo rimane vitale. L'operazione Nato in Sardegna è parte integrante della lotta al traffico delle armi di distruzione di massa, di persone e sostanze stupefacenti, così come nella guerra contro il terrorismo in supporto alla sicurezza nazionale nell'interesse sia dell'Italia che degli Stati Uniti. Bisogna inoltre considerare che venti anni fa la fine della Guerra Fredda e il sorgere del terrorismo transnazionale era impensabile. La nostra capacità di prevedere il futuro tra venti anni non è migliore di quella che era allora. La presenza navale della Nato nel Mediterraneo resterà molto probabilmente necessaria per affrontare quelle sfide che oggi sono altrettanto imprevedibili». Quanti americani ci sono ora a La Maddalena? «Poco meno di 1.500 militari, 100 dipendenti civili americani e circa mille familiari (coniugi e bambini) che sono residenti alla Maddalena. Il totale della "popolazione americana" è di circa 2.600 persone». Facciamo un passo indietro: quando e perché è nata la base di La Maddalena? «Un accordo è stato sottoscritto tra il Governo italiano e quello americano nel 1972, stabilendo un punto logistico di nave officina per la marina americana presso la base italiana a Santo Stefano. Non ci sono basi americane in Italia. La Marina Usa, i marinai e le loro famiglie sono ospiti delle basi italiane e delle comunità vicine. Siamo fieri di essere ospiti del Governo italiano a La Maddalena all'interno del nostro accordo Nato. Come abbiamo sempre fatto negli ultimi 33 anni, continueremo ad essere buoni amici e vicini adempiendo agli impegni presi con il Governo e la gente d'Italia, Sardegna e La Maddalena». Al di là del buon vicinato, questa presenza a cosa serve, qual è la sua utilità, a cosa contribuisce? «Alla sicurezza e difesa dell'area mediterranea, e a un più esteso impegno della Nato in materia di sicurezza, dal quale traggono vantaggio gli italiani e i sardi in particolare. Per quanto riguarda concretamente la Sardegna, la presenza navale Usa rappresenta per l'isola un impatto economico positivo di 35 milioni di euro all'anno. Il profitto deriva da contratti edili, contratti di servizi, impiego diretto, approvvigionamenti, locazioni, trasporti, acquisti e molto altro ancora. Ci sono 172 italiani che lavorano alla Maddalena direttamente per la Marina Usa. In più ci sono circa 190 italiani che lavorano per altri imprenditori che forniscono servizi legati alla presenza americana. La spendida ospitalità sarda e le bellezze naturali godute dai nostri marinai e dalle loro famiglie diventano anch'esse una efficace pubblicità per la vostra regione». Quanti sottomarini ci sono a La Maddalena? «Nessun sottomarino è assegnato permanentemente di stanza alla Maddalena. I sottomarini che sostano a La Maddalena fanno parte di operazioni di spiegamento dagli Stati Uniti della durata di circa sei mesi. Durante questi spiegamenti può essere che un sottomarino sosti a La Maddalena per una settimana o due prima di rientrare in porto negli Usa. Questo permette ai sottomarini l'approvvigionamento di cibo e permette all'equipaggio di apprezzare l'ospitalità dei sardi». Il Senato italiano ha indagato sull'inquinamento radioattivo causato dai sottomarini nucleari Usa. I risultati? «Siamo gratificati dal fatto che gli accertamenti del Senato concordino con i nostri: infatti il Senato non ha riscontrato alcuna incidenza nelle acque della Maddalena in seguito alla presenza della flotta Usa. Il nostro monitoraggio ha dimostrato costantemente che non vi è stata alcuna modifica dell'ambiente derivante dalla nostra presenza. I nostri risultati sono condivisi dal Governo Italiano e un confronto con le analisi condotte da esperti italiani dimostra che la presenza attuale di radioattività è la stessa di 35 anni fa prima dell'arrivo degli americani. I marinai americani e le loro famiglie sono parte integrante della comunità, e hanno lo stesso interesse dei cittadini italiani a mantenere buoni rapporti di vicinato e a preservare l'ambiente nel rispetto dell'intera comunità. La Marina Usa osserva gli stessi standard ambientali applicati nei porti americani». Turismo, parco nazionale: è compatibile la presenza della Marina Usa con queste due componenti così importanti in quella zona? «Non vedo incompatibilità. Le recenti audizione del Senato hanno confermato che la Marina americana è un buon ospite e un responsabile amministratore delle acque della Maddalena. I marinai e i loro familiari che lavorano a La Maddalena sono anche tra i migliori turisti in Sardegna. Infine, bisogna ricordare che l'area della base italiana a La Maddalena, in cui gli americani sono ospiti, era stata scelta dagli italiani. La Sardegna e tutta la zona intorno a La Maddalena sono posti bellissimi. La presenza americana non toglie nulla alle bellezze naturali e non è di alcun impedimento allo sviluppo turistico». Ma la presenza militare americana impedisce il rilancio economico della Sardegna? «No. Questo argomento non regge guardando alla realtà economica. Io provengo dallo stato della Florida che per molti versi è simile alla Sardegna, in modo particolare per le bellezze naturali. In Florida abbiamo basi militari, un poligono militare, e godiamo di una delle economie più solide degli Stati Uniti. Abbiamo una economia che favorisce il turista, l'investitore, le forze armate e l'ambiente. Infatti, gli abitanti della Florida avrebbero molto da obiettare se il governo americano proponesse la chiusura delle installazioni militari nel nostro stato, in quanto la loro chiusura danneggerebbe l'economia della Florida. La Sardegna gode di un fantastico ambiente naturale. I turisti desiderano visitarla. E chi investe vuole costruire strutture che attirino il turista. Ho parlato con alcuni imprenditori che hanno deciso di non investire in Sardegna, ma non dicono che la ragione sia la presenza militare, italiana o americana. Essi dicono molto chiaramente che la ragione sta nel fatto che il sistema legale e burocratico italiano e regionale non dà loro la fiducia di poter guadagnare denaro. Se non date ascolto alle persone che hanno soldi da investire, e non affrontate le questioni legali ed economiche concrete, la Sardegna non potrà godere di una reale crescita economica, indipendentemente dalla presenza militare». Capitolo ospitalità. Che rapporti ci sono tra la gente del nord Sardegna, e in modo particolare La Maddalena, e gli americani? Esistono contrasti, momenti di frizione oppure ormai si può parlare di integrazione? «Sento dire solo cose positive dalla Marina Usa, che apprezza molto l'ospitalità a La Maddalena, in Sardegna e in Italia da oltre 30 anni. Una intera generazione di americani e maddalenini hanno beneficiato di tante relazioni personali e professionali che si sono sviluppate tra le nostre comunità. Le famiglie americane e i marinai riferiscono di essere trattati come parte della comunità: i bambini americani e quelli italiani che giocano insieme nelle piazze, le relazioni di buon vicinato, i marinai che stringono amicizia con i residenti. Sentirsi parte della comunità significa anche il desiderio degli americani di contribuire alla "nostra" comunità. La Marina Usa apprezza le opportunità nelle quali è stata coinvolta: in primavera nella pulizia delle spiagge, nel restaurare una chiesa locale, nella visita agli anziani, nella partecipazione a eventi culturali come il carnevale e nell'incoraggiare gli italiani a partecipare agli eventi culturali americani come ad esempio il 4 luglio, il giorno del Ringraziamento e Halloween. Molti americani hanno imparato la lingua italiana e un gran numero si è stabilita nella Sardegna settentrionale definitivamente». In Iraq purtroppo sta continuando una guerra sanguinosa, anche alcuni militari sardi sono caduti. «La Sardegna, al di là della sua grande ospitalità, è una buona amica e alleata. Ricordiamo gli eroi, membri della Brigata Sassari e Carabinieri, che hanno perso la loro vita a Nassirya, e altri italiani, militari e civili, che si sono sacrificati nel tentativo di aiutare la popolazione dell'Iraq, dell'Afghanistan e di altri paesi nel mondo. La Brigata Sassari ha una bella e onorabile tradizione. Come nostri alleati condividiamo la fierezza dei sardi di questa Brigata che per oltre 90 anni hanno contribuito alla sicurezza e pace nel mondo. Il sacrificio dei suoi soldati per mantenere la pace in una terra problematica non sarà dimenticato». .............................................. Maddalena: dove navigano i sottomarini nucleari 23 NOVEMBRE 2004 Maddalena: dove navigano i sottomarini nucleari"Una storia agghiacciante". Si apre con questa frase pronunciata da Massimo Zucchetti, ingegnere nucleare e docente ordinario di impianti nucleari, il racconto per immagini andato in onda su La 7 che parte da un incidente avvenuto, nelle acque della Maddalena (Sardegna) l'ottobre dello scorso anno. Un incidente quasi del tutto dimenticato e sottovalutato dai media nazionali. Ma tenuto vivo dalle associazioni ambientaliste che stanno portando avanti una battaglia perché cose del genere non succedano più. A raccontare la storia e gli aggiornamenti su questo caso ci ha pensato, quasi del tutto isolato, Armando Sommajulo, giornalista de La 7, che nell'ultima puntata di Effetto Reale, l'approfondimento settimanale del TG ha indagato su quello che sta accadendo nei fondali marini della Sardegna. "La Maddalena: S.O.S Plutonio", questo il titolo del reportage di Sommajulo. Un racconto minuzioso che parte da quel 20 ottobre 2003, quando gli abitanti sono sorpresi nel dormiveglia, alle 23.30 da un boato. Non si trattava di una scossa di terremoto, come si vuol far credere inizialmente, ma da fonti americane si scopre, che un sottomarino americano ha avuto un incidente nei pressi della Maddalena. L'arcipelago della Maddalena, in Sardegna, è sede di un parco marino di incomparabile bellezza, e al suo interno pare che navighino tranquillamente sottomarini militari americani a propulsione nucleare. Grazie anche al lavoro del WWF locale e dell'impegno da parte delle associazioni ambientaliste a sollevare il problema, Effetto Reale ha scoperto che l'anno scorso alcuni sub del Wwf hanno raccolto campioni di alghe che analizzati da un istituto indipendente francese hanno evidenziato la presenza di Plutonio 239. Ma le indagini ufficiali delle autorità italiane smentiscono tutto. Ma Legambiente e l'Università della Tuscia a settembre di quest'anno rilanciano l'allarme sulla presenza di radionuclidi trans-uranici nelle acque di balneazione: tracce di radioattività sono state rilevate nell'arcipelago della Maddalena, intorno alla base navale americana dell'isola di Santo Stefano che ospita i sommergibili atomici. Un' inchiesta vera e propria quella realizzata da Sommajulo che per verificare le notizie date dalle associazioni ambientaliste parte per la Francia, dove incontra l' ingegnere nucleare Bruno Chareyron dell'istituto francese CRIIRAD che ha realizzato le analisi. E qui, lo studioso conferma che nelle acque della Maddalena hanno scoperto esserci valori elevatissimi di Torio 234 e, soprattutto, la presenza di Plutonio 239. Ma l'inchiesta prosegue e vengono intervistati il professor Mauro Cristaldi dell'Università La Sapienza di Roma che alle telecamere de La Sette denuncia persino la contaminazione della catena alimentare. Mentre il professor Massimo Zucchetti parla della pericolosità per l'ambiente dei sottomarini a propulsione nucleare che navigano nel parco della Maddalena. E come tutte le buone inchieste non poteva mancare la voce istituzionale: quella del Ministro Matteoli. Secondo i dati rilevati da Apat, Icram e Arpa i livelli di radioattività nell'arcipelago escluderebbero rischi reali per la popolazione. A riferirlo è stato lo stesso Ministro dell'Ambiente che ha escluso rischi reali per la popolazione ma ha anche annunciato un nuovo monitoraggio più completo e con l'ausilio di Istituti di Ricerca internazionali. E intanto il governatore della Regione, Renato Soru ha fatto visita alla base Usa di La Maddelena e ha ribadito, con una frase già utilizzata in campagna elettorale, la volontà della Giunta Regionale di chiedere la smilitarizzazione dell'area di Santo Stefano. Giorgia Marzi (Vita) ............................... 29-4-2005 Soru: "resistenza contro le servitù militari" “Nei prossimi giorni la Regione effettuerà una resistenza pacifica contro le servitù militari in Sardegna”. Lo ha detto il Presidente della Regione Sardegna, Renato Soru, che vuole mantenere l’impegno preso in campagna elettorale per ottenere dai militari italiani e americani che controllano una porzione vastissima del territorio e del mare sardo un credibile piano di ritiro. “Noi - ha proseguito Soru - saremo contrari a tutto ciò che riguarda le servitù fino a quando non riconosceranno alla Sardegna il diritto di discutere su questo tema. Non è pensabile che, ad esempio, l’80% delle bombe italiane siano esplose nella nostra isola”. Fonte: il Manifesto ----------------------------------------- 5-5-2005 Sardegna: Soru rifiuta indennizzi Usa Il Presidente della Regione Sardegna Renato Soru si è rifiutato di firmare gli indennizzi ai pescatori di Capo Teulada, costretti a non lavorare per le esercitazioni belliche dei militari Usa. E’ questo il primo concreto atto pacifico del governatore dell’isola contro le basi americane in Sardegna, già annunciata qualche giorno fa. “Sono dieci mesi - ha detto - che su Capo Teulada cerco un confronto con il governo. Non ho mai ricevuto risposta. E ora mi viene presentato un testo in cui si parla solo di soldi, quaranta euro per pescatore il giorno, di fronte all’enormità di un’area sottratta allo sviluppo della nostra terra. Le elemosine non c’interessano”. L’ambasciatore americano Mel Sembler sarà in Sardegna per parlare con Soru nei prossimi giorni per parlare della base a La Maddalena e Soru confermerà “In pace gli americani sono arrivati in Sardegna, in pace se ne devono andare”. Fonte: il Manifesto
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Guida CDR - SACD/DVD-A links - Pal,Secam, Ntsc - Fonts - Radio online - Jazz -Soul&Funky - siti traduzioni lingue non rispondo a msg privati sui monitor Ultima modifica di Adric : 17-09-2005 alle 00:46. |
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Iscritto dal: Dec 2001
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Iscritto dal: Dec 2001
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Ciao P.S.: vedo che il tuo interesse si estrinseca secondo ciò che tu ritieni più conveniente al supporto delle tue tesi. |
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Iscritto dal: Apr 2004
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Soru è tutta l'estate che rompe con la presenza militare in sardegna, prima ce l'aveva con i poligoni di capo Teulada, poi con Salto di Quirra, poi ancora con Pederasefogu, adesso visto che i casini con il ministero della difesa italiano non gli bastano li cerca anche con il DOD.
Ok che i sardi vedono i militari come gli irakeni vedono gli americani però a tutto c'è un limite. Senza contare il fatto che le uniche zone che sono rimaste incontaminate in sardegna sono proprio quelle militari. |
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 2003
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ma insiema a questa considerazione, va tracciato un bilancio su ricavi/costi della basi in sardegna: tra quelle usa e nato sono circa 24.000 ettati, contro i 16.000 del resto del continente. per non parlare dei 3 milioni di ettari di mare. a metà degli anni 70 fu riconosciuto un lecito rimborso per le zone penalizzate, in tutt'italia: sai in che anno si sono accorti del fatto che la sardegna fosse al primo posto come territorio occupato? nel 2000 mi pare. sono anni che si lotta in regione per vedere i risarcimenti per i danni alla pesca delle zone di teulada, del poligono nato/usa. idem capo frasca. il rapporto costi benefici non è certo paritetico: nella base usa di la maddalana per esempio lavorano circa 200 sardi a vario titolo, tra edilizia, pulizia e manutenzione della base. ora, questi lavori non generano alcun know-how, se non quello riproducibile in ambienti gestiti dallo stato o da grosse strutture private o altre militari. il catering ed il giro di denaro dei soldati all'esterno delle basi sono briciole. una chiusura delle basi non implicherebbe, se non in un primo momento, particolari disagi. dall'altro lato, il territorio che invece potrebbe esser sfruttato a fini turistici è immenso: ora il parco geomarino di santo stefano è il primo econucleare al mondo, dato che annette la base usa. le servitù militari gestiscono il territorio e tutelano l'ambiente si dice: 'nsomma, adesso a titolo di esempio, gli usa vogliono ampliare la base di parecchi metri cubi di cemento, in pieno parco. poi parlando di bonifica del territorio, basti pensare alla polemiche sul tratto di mare di la maddalena o di teulada, ove i pescatori asseriscono che le bombe arrivino ben oltre i confini del demanio militare in acqua, e nessuno si interessa di ciò. per non parlare dei bombardamenti di piccolo paradisi di costa. parliamo degli attuali indennizzi proposti e rifutati da soru, o dell'amicizia che lega sardegna e basi usa secondo sembler: sono elemosine, così come è stato detto da soru. adesso che c'è il rischio di un ridimensionamento delle basi, sia a livello nazionale che usa c'è interesse, prima, quando si chiedevano rimborsi, quando a parlare erano solo i rappresentati comunali nisba. se il malcontento viene dalle zone stesse nelle quali ci sono le basi, ha voglia sembler di parlare di amicizia: che lo vada a dire a la maddalena, o a teulada.. posso capire che le forze armate nato necessitino di zone per i poligoni, e che la sardegna possa offrirne in percentuali maggiori di altri posti. ma anche le popolazioni circostanti hanno dei diritti e delle necessità, finora inascoltate se non adesso che la situazione si muove. posso capire che gli usa paghino allo stato belle cifre per le basi. ma a parte il fatto che in base allo statuto sardo tutti soldi inutilizzati derivati dall'affitto del territorio dovrebbero tornare in sardegna e così non è, francamente non vi è più la necessità di una presenza così invasiva ed inutile. un ridimensionamento del territorio ed una rinegoziazione degli accordi è quantomeno d'uopo. Quote:
domanda: sei mai stato in sardegna? |
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Iscritto dal: Apr 2004
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Iscritto dal: Mar 2001
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Senior Member
Iscritto dal: Oct 1999
Città: Varie ed Eventuali
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Ma perchè, c'è indotto? Prova a venire a La Maddalena e ti accorgrai che gli Americani vivono in totale autoproduzione.....e intendo totale totale!!!! Anche alcuni amici ForzaItalioti di maddalena e Palau vogliono liberarsi della base......magari per liberare potenzialità turistiche dell'arcipeago. Ultima modifica di roadrunner : 17-09-2005 alle 16:52. |
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#9 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Jan 2002
Città: Napoli
Messaggi: 1727
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Se buttassimo in un cestino tutto ciò che in Italia non funziona cosa rimarrebbe? Il cestino. |
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Senior Member
Iscritto dal: Dec 2001
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#11 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Jan 2002
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Tornando al discorso base, la sua presenza non aveva ragion d'essere in un luogo simile quando venne costruita, ora che le minacce con cui venne giustificata sono cessate da 15 anni ne ha ancora meno, per cui prima la smantellano meglio è. |
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#12 | ||
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Bannato
Iscritto dal: Aug 2004
Città: Roma Status:Superutente Messaggi totali:38335 Auto:Fiat Stilo 1.9 MJT Moto:Ducati Sport 900 IE
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Ma infatti, per favore... Era ora che qualcuno prendesse una posizione precisa e forte sulla questione! LuVi |
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Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
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Per capire di cosa stiamo parlando.
![]() Il problema fondamentale della base in questione è che è stata costituita sulla base di un accordo segreto quando la nostra costituzione specifica in maniera chiara che questo tipo di limitazione del territorio nazionale deve essere autorizzata attrverso un trattato internazionale sottoposta a ratifica da parte del parlamento. Ultima modifica di Amu_rg550 : 17-09-2005 alle 22:40. Motivo: immagine precedente rimpicciolita, il 3d risultava scomodo da visualizzare ;) |
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#14 |
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Senior Member
Iscritto dal: Jan 2002
Città: Cavalese
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Quella che vedo sopra nn è 32x32 vero?
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#15 | |
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Bannato
Iscritto dal: May 2004
Città: Cagliari
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non credo sia così, perchè se così fosse, il problema non sarebbe tanto la base in se, quanto il fatto che i governi degli ultimi 33 anni, una trentina, abbiano derogato se non violato una precisa disposizione costituzione ora siccome non pesno che una cosa del genere sia possibile, si tratta evidentemente di un trattato sottoscritto, come dice l'ambasciatore Sembler, dalle parti contestualmente e regolarmente e qundi con approvazione parlamentare o come addizionale ad accordi e trattati precedentemente sottoscritti, quindi rientrante tutto nella piena legalità costituzionale il punto è un altro che non la conformità dell'accordo alla nostra costituzione |
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#16 |
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Bannato
Iscritto dal: May 2004
Città: Cagliari
Messaggi: 704
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cmq quando si parla di basi militari, figuriamoci quelle USA, qui da noi è subito il trionfo della demagogia e del provincialismo
qualcuno mi sa spiegare il motivo di ciò, cioè perche solo in Italia è così e invece negli altri paesi è diverso? perchè noi siamo dei "diversi" rispetto a questa e altre tematiche? ancora non ho trovato una risposta esauriente a questo interrogativo cmq vedrò di scrivere qualcosa domani |
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#17 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
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Per la questione dell'accordo segreto, evidentemente nè tu nè Sambler sapete da cosa nasce la leggittimazione della base della Maddalena ecco un link che ve lo spiega. http://italy.indymedia.org/news/2003/11/433929.php |
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#18 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Apr 2004
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Senza contare il fatto che i poligoni sardi non sono frequentati da mezzi che utilizzano proiettili al DU. |
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#19 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
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#20 | |
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Senior Member
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