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Old 16-11-2005, 08:41   #1
cprintf
Member
 
Iscritto dal: Jul 2003
Messaggi: 145
Impennata dei tassi d'interesse a breve?

E' una delle cose sostenute in questo articolo. La cosa è verosimile, secondo voi?
Non sarebbe un vero e proprio disastro per chi ha il mutuo a tasso variabile?

http://www.effedieffe.com/interventi...metro=economia
<<Grazie banchieri
Maurizio Blondet
16/11/2005
La sede centrale della BCE


FRANCOFORTE - La Banca Centrale Europea (BCE) ha annunciato una misura draconiana: non accetterà, come collaterale per emettere i suoi prestiti agli Stati europei (ex) sovrani, Buoni del Tesoro emessi da quegli Stati e classificati al disotto di «A-».
La misura pende anzitutto come una spada di Damocle sulla Grecia, i cui titoli del debito pubblico hanno un rating «A», poi sul Portogallo (AA-) e sull'Italia (AA- con tendenza «negativa»).
Dunque la Banca «europea» si affida ad agenzie di rating americane tipo Standard & Poors (sono loro che danno i voti), le quali non hanno nulla di obbiettivo - legate come sono all'ideologia e agli interessi finanziari speculativi USA - per giudicare la nostra affidabilità come debitori.
E la minaccia pregiudica in primo luogo proprio l'Italia.
I Buoni del Tesoro italiani sono quasi un terzo dei titoli trattati nella zona euro, grazie a Ciampi che decise di indebitare l'Italia con l'estero anziché, come prima, con i suoi cittadini.
Se la BCE non accetterà più i nostri titoli, li renderà non negoziabili sul mercato.
I nostri tassi d'interesse schizzeranno alle stelle.
Forse per noi cittadini non tutto il male verrebbe per nuocere: ricominceremmo a comprare BOT redditizi, anziché dilapidare i nostri risparmi in «investimenti consigliati» dai banchieri, tipo Parmalat o Argentina.

Ma «l'EIR Strategic Alert» ci segnala un altro scenario, non meno inquietante.
La BCE avrebbe fatto questo passo come prima fase di un progetto per arrivare a una Europa Monetaria «ristretta» a Francia, Germania (e Lussemburgo, Liechtenstein, ecc.), escludendo i Paesi meno virtuosi, come Italia, Grecia, Portogallo.
L'EIR prosegue: «questo della 'eurozona ristretta' è uno scenario messo a punto da ambienti oligarchici che intendono 'mantenere in vita l'euro dopo la sua morte'. Il trucco dovrebbe servire soprattutto a tenere la Germania entro una UME 'riformata e snellita' in modo tale da impedirle di liberarsi dalle pastoie di Maastricht e tornare così al marco tedesco, cioè capace di emettere sovranamente il credito per lo sviluppo. Questo progetto ha i suoi principali sostenitori in Francia, soprattutto tra gli eredi di quel Mitterrand che volle impastoiare la Germania con l'euro, come prezzo per la riunificazione tedesca. In tale contesto, il 10 novembre, la BCE è intervenuta per bloccare la proposta di riforma della Banca d'Italia preparata dal governo, che comprende un trasferimento delle azioni della Banca Centrale, possedute dai privati, allo Stato. Il rappresentante della BCE Lorenzo Bini Smaghi ha annunciato che se la riforma della Banca d'Italia sarà approvata, la BCE farà ricorso alla Corte di Giustizia Europea in quanto la riforma violerebbe le regole di 'indipendenza' delle Banche Centrali».

Palesemente la BCE non vuole il controllo dello Stato nemmeno sulla spettrale Bankitalia: ciò che teme è la sovranità monetaria degli Stati, ed è decisa a ricorrere ad ogni mezzo, anche rovinoso, per mantenerci in riga.
La Banca d'Italia resterà perciò proprietà privata, delle banche controllanti-controllate (collegate alla «oligarchia») ma, piccolo particolare, gli stipendi di Bankitalia restano a carico nostro, ossia di noi contribuenti.
E sono stipendi enormi, come abbiamo appreso: un dipendente della nostra Banca Centrale prende in media (da noi) 153 mila dollari l'anno, contro i 91 mila dollari della Banca Centrale USA, la Federal Reserve.
Il monte-stipendi di Bankitalia è tra i più salati del mondo; ci costa 1.237 miliardi di dollari l'anno (oltre un miliardo di euro, 2.000 miliardi di lire), contro i 1,009 della Banca Centrale tedesca, e i 377 milioni (non miliardi) della Banca Centrale del Giappone.
La Federal Reserve costa di più (1,5 miliardi di dollari) ma ha parecchie responsabilità in più, e fra l'altro è una banca di emissione, cosa che la nostra inutile Bakitalia ha cessato di essere.

Ma gli stipendi dei nostri principi della banca «pubblica» e privata sono aumentati del 10% nell'ultimo anno.
C'è da chiedersi perché dobbiamo pagare tanto i servizi che degli incompetenti rendono non al popolo italiano, ma alle oligarchie di cui sono servi?
Se li paghino gli oligarchi, i loro maggiordomi.


Maurizio Blondet



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Old 16-11-2005, 09:55   #2
Northern Antarctica
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Originariamente inviato da cprintf
E' una delle cose sostenute in questo articolo. La cosa è verosimile, secondo voi?
Non sarebbe un vero e proprio disastro per chi ha il mutuo a tasso variabile?
Certo che la cosa è verosimile, ci mancherebbe. Proprio oggi al TG hanno parlato di un aumento a partire dal 1° dicembre, e tutto sommato tale aumento è fisiologico (pensa che la Federal Reserve in USA ne ha già fatti dodici dall'inizio dell'anno).

L'aumento in questione non sarà chissà che: un quarto di punto o al massimo mezzo, vedrai. Chi ha il mutuo a tasso variabile (come il sottoscritto) pagherà un po' di più, ma fa parte del gioco: prima di arrivare al corrispondente interesse del tasso fisso ce ne vorrà.

Nessun disastro quindi, solo pochi Euro in più al mese.

Forse sarà invece un po' peggio, dato il declassamento dell'Italia, per chi il mutuo deve ancora sottoscriverlo.

Infatti i mutui a tasso variabile sono legati all'Euribor a tre mesi ed allo spread contrattuale che rimane costante per tutta la durata del contratto; anche se in Italia i tassi di interesse dei BOT dovessero arrivare al 10% non ci sarebbe un aumento corrispondente del tasso di interesse di un mutuo a tasso variabile. Anzi, chi ha qualche soldo da parte ed un mutuo a tasso variabile potrebbe anche guadagnarci. Esempio: devo pagare 50.000 Euro di mutuo al 4% ed ho da parte 50.000 Euro in BOT al 2%; se i BOT schizzano ed il mutuo sale di un po' io ci guadagno. Molta gente che fa mutui a tasso variabile fa questo genere di coperture (non io, adesso non c'ho una lira )

Invece chi sottoscriverà un mutuo dopo, invece di sentirsi proporre uno spread dell 1.5 - 2%, se ne sentirà proporre uno dell'8-10 %. Del resto è l'unico modo per le banche per rientrare.

Sarà la volta buona che i prezzi delle case diminuiranno
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Northern Antarctica è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
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