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Old 28-04-2004, 12:00   #1
jumpermax
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Ormai è guerra... 42000 vittime!

Quote:
http://www.ilfoglio.it/pdf/28042004_06.pdf
Samba della mala
Oggi si muore di più in Brasile
che in Iraq, eppure Lula aveva
promesso la pacificazione



Roma. Il presidente brasiliano Luiz Inácio
da Silva Lula, che dal continente americano
si è presentato come il profeta di
un’ideologia di liberazione da esportare in
tutto il mondo, aveva assicurato la pacificazione
in poco tempo, ma la verità è che
è ormai in atto una vera e propria guerra:
115 morti al giorno di media nell’ultimo
anno, pari a ben 42 mila vittime in tutto il
2003. Almeno cinque organizzazioni armate
dai nomi truci spargono il terrore nelle
principali città, attaccando i poliziotti e
anche i soldati.
Le loro roccaforti sono nei quartieri più
popolari, ai cui ingressi hanno messo perfino
mine antiuomo per impedire l’accesso
ai militari, ma il fatto di considerarsi i
difensori del popolo non impedisce a queste
bande di sparare nel mucchio, compiendo
attentati di cui sono vittime soprattutto
i civili, e sequestrando senza pietà.
Anche nelle carceri è il caos, e gruppi di
avventurieri che approfittando della situazione
miravano a guadagnare qualche
soldo si sono visti attaccati nelle zone geograficamente
più difficili e fatti letteralmente
a pezzi. E neanche gli elicotteri sono
ormai al sicuro. D’altra parte, il capo
dell’organizzazione armata che ha scatenato
l’ultima ondata di violenza resta ancora
nascosto in un quartiere che è la sua
roccaforte, e dove i militari non hanno il
coraggio di infilarsi.
La violenza in Iraq ha provocato addirittura
un numero di vittime inferiore, e
comunque nell’ipotesi peggiore il presidente
americano George W. Bush potrebbe
sempre ordinare ai soldati americani il
“tutti a casa!”. Ma come fa Luiz Inácio da
Silva Lula, a ordinare una ritirata dell’esercito
e della polizia brasiliani da Rio de
Janeiro e dall’Amazzonia? Naturalmente,
la colpa della tremenda situazione dell’ordine
pubblico in Brasile non è soltanto
sua. Secondo l’Istituto Brasiliano di Geografia
e Statistica, negli ultimi 20 anni le
vittime per omicidio in Brasile sono state
ben 600 mila, e Lula è presidente solo dall’inizio
del 2003. Però lui era stato eletto
proprio perché gran parte degli stessi ceti
medio e alto avevano pensato che solo un
leader in grado di promuovere un grande
progresso sociale sarebbe riuscito a combattere
quelle situazioni di degrado che
sono l’humus di cui la violenza si alimenta.
Invece, la situazione è peggiorata. I 42
mila morti del 2003, sia pure riferiti alle
proporzioni di un paese immenso, sono comunque
nettamente superiori alla pur terrificante
cifra di 30 mila morti all’anno
della media di questo ventennio.
L’Indice del Terrore
La gravità della situazione è d’altronde
confermata dalla Fondazione Getulío Vargas,
un think tank progressista che è un po’
l’Istituto Gramsci del Brasile. Lo speciale
“Indice del Terrore” da essa elaborato,
lungo una scala che va da 0 al 100 del “terrore
assoluto”, stima la media delle grandi
città a 59. Comando Rosso, Terzo Comando,
Amici degli Amici, Terzo Comando
Puro, Primo Comando sono le sigle delle
bande di narcos che si stanno combattendo
per il controllo delle favelas di Rio de
Janeiro. “Chiudere le favelas con un muro
come quello che Israele vuole realizzare
in Cisgiordania” è stata la proposta del governo
dello Stato: retto dalla moglie del
leader populista Anthony Garotinho, già
avversario di Lula alle presidenziali, che
non poteva ricandidarsi. Il governo federale
ha tacciato il progetto di “razzista”,
ma a sua volta per rassicurare i cittadini
non ha trovato di meglio che promettere di
inviare nelle favelas le truppe federali.
Non solo a Rio la situazione è sempre
più ingovernabile. Nello Stato amazzonico
di Rondonia i detenuti ammutinatisi nel
penitenziario di Urso Branco hanno preso
in ostaggio e poi fatto a pezzi 14 persone,
obbligando dopo 6 giorni il governo ad accogliere
le loro rivendicazioni. Nello stesso
Stato gli indios della tribù delle Cinte
Lunghe hanno attaccato i cercatori clandestini
di diamanti che erano entrati nel
territorio della loro riserva, trucidandone
42 e mutilandone i cadaveri.
Le autorità non sono riuscite a impedire
né la violazione del territtorio indigeno,
né la successiva feroce vendetta. Marcio
Thomaz Bastos, il ministro della Giustizia
brasiliano, è però un noto cultore di Jean-
Paul Sartre. La prende appunto con filosofia,
rispondendo alle domande preoccupate
della stampa con citazioni del suo
pensatore preferito. “Le responsabilità del
governo? Siamo metà complici e metà vittime.
Come tutti”.
Maurizio Stefanini

Francamente non credevo che la situazione Brasiliana fosse così grave, fa un po' impressione vedere come l'Iraq sia così sotto i riflettori e del Brasile nemmeno se ne parli....


Edit: aggiungo questo articolo che parla del Sudan perchè faceva parte della stessa discussione
[quote]
Quote:

Genocidio in Sudan
Due milioni di morti, la sharia,
gli stupri, i bombardamenti sui
villaggi e l’Onu si chiede che fare


Roma. La regione di Darfur, nel Sudan
occidentale, all’incrocio con le frontiere
del Ciad, del Centrafrica e della Libia aveva
conosciuto vent’anni di siccità e desertificazione.
Ma nulla aveva preparato la popolazione
di pastori e piccoli agricoltori
dei Fur, Masaalit e Zaghawa al deserto e alla
morte procurata da altri esseri umani, loro
connazionali.
Da quattordici mesi orde di gruppi arabi
del nord e del centro del paese operano
razzie, distruggono villaggi, pozzi, piantagioni,
allevamenti e uccidono famiglie, oltraggiando
vecchi, stuprando donne, abusando
bambini e bambine per poi rivenderli
come schiavi nei mercati del Sudan e
del Medio Oriente.
Si tratta di un genocidio sistematico portato
avanti dalle orde dei Janjawid, gli “uomini
a cavallo”, milizie di etnia araba, e
dalle truppe del governo sudanese. Lo stesso
presidente Bashir ha promesso di “annientare…
i traditori e i rinnegati” che
chiedono solo rispetto delle loro terre e
maggiori aiuti allo sviluppo. Il governo ha
di mira soprattutto la guerriglia del Sudan
Liberation Army e del Justice Equality Movement,
alleatisi con la guerriglia cristianoanimista
di John Garang del Sudan People’s
Liberation Army del sud Sudan. E ha
timore che dietro la guerriglia riappaia l’odiato
Hassan al Turabi, creatore dell’integralismo
islamico fondamentalista in Sudan,
poi emarginato dallo stesso Bashir.
L’annientamento dei “nemici” si è trasformato
in un annientamento totale della
popolazione. Non si spiega altrimenti il metodo
usato per combattere un pugno di
guerriglieri, usando aerei Antonov e Mig
dell’esercito per scagliare centinaia di
bombe e razzi su villaggi, scuole, pozzi d’acqua,
ospedali. Dopo i bombardamenti arrivano
i Janjawid a cavallo e in groppa a
cammelli, o guidando potenti jeep dell’esercito
per fare razzia e distruggere quanto
è ancora rimasto in piedi e per uccidere
chiunque osi difendere la sua casa o i suoi
familiari, mentre gli elicotteri governativi
sparano all’impazzata con mitragliatrici. Le
testimonianze raccolte da gente fuggita all’eccidio
parlano di villaggi messi a ferro e
fuoco, di centinaia di morti, di ragazzi uccisi
per difendere le loro mandrie. La gente
si difende a mani nude, o con vecchi fucili;
i Janjawid hanno mezzi sofisticati: kalashnikov,
telefoni satellitari, divise, automobili.
Ma il loro modo di uccidere è tipico di
tutte le antiche barbarie: donne con i seni
recisi, vecchi con la testa fracassata, bambini
sbattuti contro le mura di casa. E centinaia
di donne violate, perfino deflorate
con lunghi coltelli e marchiate a fuoco sulle
mani. Lo scorso 27 febbraio a Tawila, in
un solo giorno, i Janjawid hanno ucciso sessantasette
persone; quarantuno ragazze, insieme
alle loro maestre sono state stuprate,
alcune fino a quattordici volte, di fronte ai
propri parenti.
Gli abitanti della regione sono fuggiti
dapprima sulle colline, sperando di tornare
alle loro case. Dopo gli incendi di centinaia
di villaggi, è stata la fuga. Molti scappano
verso il Ciad, dove si trovano gruppi
della stessa etnia, ma per altri vi è solo l’esodo
interno, spostandosi da un paese all’altro,
spesso rifiutati dalla gente per paura
degli attacchi selvaggi dei Janjawid.
Secondo dati dell’Onu, almeno centomila
Fur e Zaghawa si sono rifugiati nel Ciad;
ma gli sfollati interni sono più di un milione.
In dispregio di qualunque legge internazionale
a difesa dei civili in tempo di
guerra, i Janjawid attaccano anche le piccole
carovane di profughi, li derubano di
animali, coperte, cibo, decretando la loro
morte per fame o per sete; avvelenano i
pozzi lungo le piste, bombardano i rigagnoli
d’acqua perché la sete uccida gli uomini
e le bestie.
L’esaltazione della pulizia etnica
Il governo del Sudan non è nuovo a questi
festini criminali. Da vent’anni, da quanto
dura la guerra fra il nord arabo e islamico
e il sud cristiano e animista, la comunità
internazionale ha potuto conoscere tutti i
delitti contro i diritti umani basilari: migliaia
di bambini rapiti e schiavizzati; bombardamenti
su popolazioni inermi, razzie
di bestiame, esodo forzato per migliaia di
tribali. Si calcola che in questi vent’anni la
guerra del Sudan abbia fatto due milioni di
morti. A questo si aggiunge l’islamizzazione
forzata del paese, retto dalla sharia, che fustiga
i cristiani che bevono vino (anche
quello per la messa), arresta sacerdoti, perseguita
vescovi, distrugge le chiese.
Di fronte allo sfacelo che rischia di innescare
un remake del genocidio rwandese,
comunicando instabilità a tutta la regione,
vi è una strana impotenza della comunità
internazionale. Il 7 aprile scorso
Kofi Annan ha chiesto con forza che
esperti e aiuti umanitari possano raggiungere
la regione di Darfur. Il governo ha assentito,
ma poi gli esperti delle Nazioni
unite, giunti a Khartum, sono rimasti bloccati.
Sono ritornati a Ginevra, dove era in
corso la sessione della Commissione Onu
per i Diritti umani che non ha avuto nemmeno
il coraggio di votare una mozione di
condanna contro il Sudan.
In compenso, il World Food Program ha
lanciato un appello per raccogliere novantotto
milioni di dollari per sfamare la
popolazione degli sfollati di Darfur. E Kofi
Annan ha domandato loro di visitare il
Sudan in questi giorni. Non si sa se Bashir
darà loro il permesso di incontrare le migliaia
di scampati al genocidio. Testimonianze
giunte in questi giorni ad Asia-
News parlano di profughi costretti a vivere
sotto il sole e il caldo a quaranta gradi,
con almeno mille morti alla settimana. E
in barba all’Onu, i notiziari radio esaltano
la “campagna del terrore e della pulizia
etnica”.
Bernardo Cervellera
direttore di AsiaNews

Ultima modifica di jumpermax : 28-04-2004 alle 23:42.
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Old 28-04-2004, 12:04   #2
Teox82
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Quoto.Forse la gente è troppo presa a prendere x il culo Berlusconi
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Old 28-04-2004, 12:05   #3
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NONO..

il problema è questo e ricordatevelo TUTTI, i politici l'hanno capito bene:


SE UNA COSA NON APPARE IN TELEVISIONE...... NON ESISTE
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Snu snu
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Old 28-04-2004, 12:08   #4
jumpermax
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Quote:
Originariamente inviato da Teox82
Quoto.Forse la gente è troppo presa a prendere x il culo Berlusconi
non direi che sia questo il punto. Credo, visti i toni dell'articolo, che nemmeno Il Foglio si sarebbe dedicato alla questione se non per farne un parallelo con la vicenda irakena. Mi chiedo però se questa sovraesposizione mediatica abbia un senso, come mai alla fine solo certi fatti finiscano sotto i riflettori e non altri.
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Old 28-04-2004, 12:08   #5
ALBIZZIE
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Quote:
Originariamente inviato da Teox82
Quoto.Forse la gente è troppo presa a prendere x il culo Berlusconi
non sarà che in iraq c'è una situazione che abbiamo contribuito a creare direttamente,
mentre del brasile e di altre decine di tragedie internazionali ce ne siamo ampiamente sbattute los cojones?

detto questo, l'articolo è terrificantemente deprimente.
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Old 28-04-2004, 12:09   #6
Gandalf The White
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Re: Ormai è guerra... 42000 vittime!

Quote:
Originariamente inviato da jumpermax
Francamente non credevo che la situazione Brasiliana fosse così grave, fa un po' impressione vedere come l'Iraq sia così sotto i riflettori e del Brasile nemmeno se ne parli....
Fosse l'unica cosa di cui non si parla ... è innegabile che ormai i massmedia hanno il controllo dei sentimenti popolari, sia che si stia dalla parte dei pacifisti che da quella degli interventisti se i media non parlano di un dato evento nessuno vede, nessuno sa, nessuno parla, nessuno si muove, nessuno manifesta ... il nulla assoluto.


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I guerriglieri dell'EZNL combattono contro il governo centrale rivendicando i diritti delle comunità indigene

Guatemala
A 7 anni dalla fine della trentennale guerra civile, tarda ad arrivare un vero accordo di pace

Bolivia
Dopo la "guerra del gas", la situazione di estrema miseria di gran parte della popolazione non contribuisce a riportare pace e serenità ai piedi della Ande

Venezuela
Iil duro scontro istituzionale tra il presidente Chavez e l'opposizione, continua a far vivere il Paese in costante tensione

Perù
Dopo 20 anni di guerra civile, una pace duratura, tra corruzione, scontri occasionali e diritti negati, tarda ad arrivare

Regno Unito/Irlanda del Nord
Continua il contrasto tra i protestanti e la minoranza cattolica, che chiede l'annessione dell'Ulster alla repubblica d'Irlanda

Spagna/Paesi Baschi
Nonostante i ripetuti colpi subiti dai separatisti dell'ETA, continuano sporadici gli attentati dinamitardi

Francia/Corsica
Decisamente in calo le attività armate dei separatisti corsi, ma scontri si verificano ancora di quando in quando

Bosnia
12mila uomini della Nato mantengono l'ordine in questa terra che tutto appare fuorchè pacificata

Serbia-Montenegro/Kosovo
Tarda ad arrivare una soluzione definitiva per questa provincia autonoma della Serbia, dal 1999 protettorato ONU

Macedonia
La difficile convivenza tra macedoni ed albanesi resta il problema centrale di questa repubblica

Moldova/Transdnistria
Lla Transdnistria, la repubblica non riconosciuta della minoranza russa, rimane un problema per tutta la comunità internazionale

Georgia
Iil Paese rimane dilaniato sia al proprio interno che nelle sue repubbliche autonome, Abkhazia e Adjaristan, di fatto indipendenti

Armenia-Azerbaijan
Rrimane irrisolta la questione del Nagorno-Karabakh, enclave armena in territorio azero e controllata dall'Armenia

Turchia/Kurdistan
La minoranza curda in Turchia, dopo decenni di persecuzioni e guerre, chiede diritti troppo a lungo negati

Iran
I contrasti tra riformisti e conservatori al potere appaiono sempre più insanabili

Pakistan
Il governo sempre più in difficoltà, mentre monta la protesta dell'opposizione islamica

Myanmar
I contrasti tra governo centrale e minoranze etniche sfociano periodicamente in scontri, nonostante ripetuti accordi di pace

Indonesia/Molucche
Prosegue il faticoso processo di pacificazione tra le comunità cristiana e quella islamica nell'isola

Indonesia/Sulawesi
Continuano gli attacchi alle popolazioni cristiane dell'isola

Indonesia/Papua
Le popolazioni locali continuano a chiedere l'indipendenza dall'Indonesia, spesso in manifestazioni che terminano con morti e feriti

Cina/Sinkiang-Uygur
Attentati e strani legami in questo lembo dimenticato dell'Asia Centrale che difende la propria identità

Cina/Tibet
Dal 1949, anno dell'invasione cinese, si consuma il dramma di un popolo che non vuole scomparire

Laos
I ribelli/fuorilegge Hmong schiacciati dalla spietata repressione del governo laotiano

Thailandia
Sconfinamenti di ribelli birmani ad ovest e tumulti della minoranza malay al Sud, creano preoccupazioni nell'antico regno del Siam

Marocco/Saharawi
Dal 1975 il popolo saharawi si oppone all'occupazione marocchina, il conflitto è irrisolto ma mantiene una bassa intensità

Senegal/Casamance
Ancora si segnalano scontri e attentati nell'area del Casamance, abitata in prevalenza da cristiani che vogliono l'autonomia da Dakar

Guinea Bissau
Colpi di stato a ripetizione non facilitano lo sviluppo di questo poverissimo Paese

Sierra Leone
Dopo la fine della devastante guerra civile, la Sierra Leone deve ora affrontare i problemi della ricostruzione e della rivalità tribali

Ciad
Continua instabilità ed estrema rimangono un seria ipoteca sulla via dello sviluppo del Ciad

Congo Brazzaville
L'accordo di pace con i ribelli ninja non ha ancora permesso di riportare il Paese alla normalità

Angola
La trentennale guerra civile, pur terminata, ha lasciato il Paese in ginocchio, inoltre, rimane irrisolto il problema Cabinda

Zimbabwe
La repressione del presidente/dittatore Mugabe sta conducendo lo Zimbabwe al collasso

Comore
Frequenti colpi di stato e forti tensioni sociali provocano grave instabilità politica in tutto il piccolo arcipelago

Ruanda
Dopo l'apocalisse di 10 anni fa, il ritorno alla normalità è un lungo ed irto cammino

Repubblica Centrafricana
Colpi di stato e rivolte militari sullo sfondo di un Paese tra i più poveri del Mondo.

( Fonte: http://www.warnews.it/index.php/cont...w/196/28/#wars sono disponibili i link con gli approfondimento sulle singole aree di guerra effettiva )
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Silver
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Old 28-04-2004, 12:10   #7
ALBIZZIE
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Originariamente inviato da PaTLaBoR
NONO..

il problema è questo e ricordatevelo TUTTI, i politici l'hanno capito bene:
SE UNA COSA NON APPARE IN TELEVISIONE...... NON ESISTE
il che, ad esempio, vuol dire aspettare la prossima pasqua per ricordarci che esistono i montagnard.
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Old 28-04-2004, 12:11   #8
riaw
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Re: Ormai è guerra... 42000 vittime!

Quote:
Originariamente inviato da jumpermax
Francamente non credevo che la situazione Brasiliana fosse così grave, fa un po' impressione vedere come l'Iraq sia così sotto i riflettori e del Brasile nemmeno se ne parli....

Perchè viviamo in un regime, e il nostro dittatore, Silvio Berlusconi, che possiede e controlla tutte le televisioni, le radio, e i giornali, con la censura ha vietato la diffusione di questa notizia.

ora manca solamente qualche messaggio del tipo
che schifo
mi vergogno

e poi i temi classici delle discussioni qua sul forum possono considerarsi esauriti.
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La teoria è quando si sa tutto e niente funziona. La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perché. Noi abbiamo messo insieme la teoria e la pratica: non c'è niente che funzioni... e nessuno sa il perché!
riaw è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 28-04-2004, 12:13   #9
jumpermax
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Originariamente inviato da ALBIZZIE
il che, ad esempio, vuol dire aspettare la prossima pasqua per ricordarci che esistono i montagnard.
Mi chiedo come mai però per la questione dei montagnard non si riuniscano in piazza folle transoceaniche, insomma non è che alla fine focalizzando solo sulla questione irakena, e soprattutto su una certa visione del problema finiamo completamente col deformare la realtà dei fatti? Tu stesso hai in singnature un link al conteggio delle vittime Irakene, non lo avevi immagino prima del conflitto e pure le vittime c'erano e non ce l'hai adesso per i Montagnard o per i Brasiliani....
jumpermax è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 28-04-2004, 12:16   #10
speck
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Se non ci sono gli USA

e ISRAELE non sono guerre a cui dare importanza o scendere in piazza e i presunti pacifisti se ne fregano ! !

CIAO ENRICO
speck è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 28-04-2004, 12:18   #11
ALBIZZIE
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il link ce l'ho perchè, come ho detto, l'italia ha una sua responsabilità diretta per quelle vittime. magari molte sarebbero morte ugualmente per mano di saddam. però abbiamo preso la via sbagliata per porre fine al problema.
per le tragedie dimenticate, hai visto la lista postata. ed io che mi illudevo fossere poche decine.
__________________
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Old 28-04-2004, 12:19   #12
Arësius
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i "pacifisti" sono le persone più ipocrite e menefreghiste di cui abbia memoria.
__________________
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Arësius è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 28-04-2004, 12:21   #13
jumpermax
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Messaggi: 1910
Quote:
Originariamente inviato da ALBIZZIE
il link ce l'ho perchè, come ho detto, l'italia ha una sua responsabilità diretta per quelle vittime. magari molte sarebbero morte ugualmente per mano di saddam. però abbiamo preso la via sbagliata per porre fine al problema.
per le tragedie dimenticate, hai visto la lista postata. ed io che mi illudevo fossere poche decine.
Ma quando si tratta di scegliere tra intervenire o meno il non intervenire non ti rende responsabile lo stesso? Se io posso fermare un assassino e non lo faccio e quello compie una strage ho comunque la responsabilità di quello che è successo.
jumpermax è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 28-04-2004, 12:22   #14
jumpermax
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Messaggi: 1910
Quote:
Originariamente inviato da Arësius
i "pacifisti" sono le persone più ipocrite e menefreghiste di cui abbia memoria.
evitiamo di mandare in rovina questo thread grazie.
jumpermax è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 28-04-2004, 12:34   #15
evelon
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Iscritto dal: May 2000
Città: Roma
Messaggi: 661
Re: Ormai è guerra... 42000 vittime!

Quote:
Originariamente inviato da jumpermax
Francamente non credevo che la situazione Brasiliana fosse così grave, fa un po' impressione vedere come l'Iraq sia così sotto i riflettori e del Brasile nemmeno se ne parli....
Credo che se non ci siano di mezzo gli USA (o più raramente Israele o qualche stato occidentale) difficilmente i movimenti pacifisti scendono in piazza...

A farglielo notare la solfa è sempre la stessa : "marciamo contro i governi occidentali perchè sono interlocutori mentre governi non democratici non ci darebbero ascolto...."
Fà un pò cadere le braccia...

Come fà cadere le braccia l'opinione pubblica che vede i morti di ora in Iraq mentre non vedeva quelli precedenti di Saddam (molti di più e molto più a lungo).
Opinione pubblica pronta a criticare un intervento occidentale teso (a mio avviso) ad un assetto politico-strategico diverso dall'attuale (altro che petrolio!) che giustificherebbe senz'altro una guerra (IMHO) ma disposta a non interessarsi del Brasile solo perchè i movimenti (che sicuramente conoscono queste situazioni) non protestano (e quindi non vanno in TV)..

bah..
__________________
I cattivi a volte si riposano, gli imbecilli mai
evelon è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 28-04-2004, 12:46   #16
GreG
Senior Member
 
Iscritto dal: Oct 1999
Messaggi: 606
Quote:
Originariamente inviato da Arësius
i "pacifisti" sono le persone più ipocrite e menefreghiste di cui abbia memoria.
ahimè...quoto!...mi tocca darti tristemente ragione!


saluti,

GreG
__________________
"Il Sogno è l'infinita ombra del Vero" Giovanni Pascoli
GreG è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 28-04-2004, 12:56   #17
Alessandro Bordin
Amministratore
 
L'Avatar di Alessandro Bordin
 
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Originariamente inviato da Arësius
i "pacifisti" sono le persone più ipocrite e menefreghiste di cui abbia memoria.
Giro a me e a mio padre l'insulto, che senza scendere in piazza sa di tutte queste guerre, anche dimenticate, senza farne questione di destra o sinistra.

Tnks


PS Non ci son più le mezze stagioni.
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Old 28-04-2004, 13:00   #18
Maxmel
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Originariamente inviato da Alessandro Bordin
Giro a me e a mio padre l'insulto, che senza scendere in piazza sa di tutte queste guerre, anche dimenticate, senza farne questione di destra o sinistra.

Tnks


PS Non ci son più le mezze stagioni.
Evabbè anche oggi ti sei portato a casa la tua dose...
Stà di fatto che, almeno come movimento di piazza, forse tali accuse non sono del tutto immeritate.
__________________
"A pessimist is someone who is waiting for it to rain. But I'm already soaked to the skin." L. Cohen.
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Old 28-04-2004, 13:03   #19
Alessandro Bordin
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Originariamente inviato da Maxmel
Evabbè anche oggi ti sei portato a casa la tua dose...
Stà di fatto che, almeno come movimento di piazza, forse tali accuse non sono del tutto immeritate.
I tuoi sono altri termini, decisamente più adatti ad iniziare una discussione
Alessandro Bordin è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 28-04-2004, 13:08   #20
ferste
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L'Avatar di ferste
 
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Città: prov. di Alessandria
Messaggi: 5110
Alla fine abbiamo fatto tutti lo stesso errore del "Foglio", invece di parlare del Brasile e della situazione politica, economica e sociale di quel paese vi siete messi come al solito a parlare di Bush, dell'Iraq e, naturalmente, di Berlusconi!
ma d'altronde vi renderete conto che 3\4 del forum sono occupati da B&B, da Israele e c@g@te varie.Capisco che siano tra le grandi problematiche di questi tempi ma si potrebbero riunire tutti in unico 3d.
Se vogliamo parlare del Brasile mi unisco volentieri alla festa, altrimenti vi lascio disquisire su Destra, sinistra, pacifisti, guerrafondai, finchè tra un'oretta qualcuno aprirà un altro 3d "Berlusconi ha l'aerofagia" e allora via tutti a dire sempre le stesse cose da un'altra parte.
__________________
Addio Pierpo, motociclista.
Se il cameriere di un locale per me è un idiota, non conosce le regole del locale, tratta bene solo i suoi leccaculo ma va bene al proprietario...cambio locale.
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