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Old 10-09-2003, 11:28   #1
cerbert
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Rinfrescarsi la memoria. Le colpe di chi?

In un topic recente, parlando di ONU e interventi unilaterali, sono stato invitato a "rinfrescarmi la memoria", sull'efficacia dell'ONU.
La cosa che mi stupisce è che si parte dalla constatazione che l'ONU "non funziona", come se l'ONU fosse una entità aliena, caduta sulla terra e, soprattutto, assolutamente priva di qualsivoglia rapporto con "quelli che funzionano" (fattivamente, NATO e USA).
Il primo punto di tale rinfrescata fu la tragedia dei Ruanda su cui, effettivamente, una rinfrescatina ci andrebbe.

Quote:
Il 6 aprile 1994 l'aereo del presidente rwandese Juvenal Habyarimana si schianta presso Kigali, colpito da un missile: comincia così il genocidio dei Tutsi, che porterà alla morte di 800.000 persone in solo 100 giorni, tra l'indifferenza della comunità internazionale e la benevolenza di Parigi...

Si è conclusa oggi in Rwanda la settimana della memoria, dedicata al ricordo di una delle pagine più nere della storia contemporanea: un genocidio terribile, il più sanguinoso dalla seconda guerra mondiale, pianificato ed attuato con metodo ed organizzazione. Ripercorriamo le tappe di un evento che ha cambiato per sempre la storia di un paese.

Storia

Per riuscire a comprendere le ragioni che hanno portato al genocidio, sono necessari alcuni brevi cenni storici: dal 1897 il Rwanda diventa una colonia tedesca, retta però da un monarca locale di origine divina, il mwami. Il paese è diviso in due etnie, i Tutsi, più ricchi e proprietari dei capi di bestiame, e gli Hutu, molto più numerosi e dediti all'agricoltura. La distinzione principale tra i due gruppi è di carattere economico, non tribale: i Tutsi sono più ricchi e ottengono più facilmente i posti di governo, ma i due gruppi parlano la stessa lingua, sottostanno alle medesime regole. Anche i matrimoni misti sono piuttosto frequenti.

La situazione cambia dopo la prima guerra mondiale, quando il Rwanda passa sotto il controllo del Belgio. La divisione tra i due gruppi si fa più marcata, anche perché i Belgi decidono di privilegiare i Tutsi, che vengono educati ai valori della cultura occidentale e conservano le redini del potere. Ogni cittadino riceve una carta d'identità in cui viene fissata definitivamente l'etnia di ognuno, impedendo di fatto l'ntegrazione tra i due gruppi. Cresce il risentimento degli Hutu verso i Belgi, ideatori di questo sistema, e i Tutsi, principali beneficiari.

Nel 1962 il Rwanda ottiene l'indipendenza e con le prime elezioni gli Hutu prendono saldamente il potere. L'antico risentimento sfocia in continue violenze contro i Tutsi, vittime di massacri efferati che attirano l'attenzione della comunità internazionale. I Tutsi nel frattempo si organizzano in gruppi armati che tentano di rovesciare il regime, senza però ottenere risultati. Nel 1973 grazie ad un golpe sale al potere Juvenal Habyarimana, che guida un governo dominato dal partito Hutu Movimento Rivoluzionario Nazionale per lo Sviluppo (MRND).

Il 1990 vede la nascita del Fronte Patriottico Rwandese (RFP), un gruppo armato Tutsi con basi in Uganda che ha lo scopo di rovesciare il governo di Kigali. Le incursioni dei ribelli in territorio rwandese si moltiplicano, seguite per rappresaglia da massacri di civili Tutsi. [b]Nel 1993, grazie alla mediazione delle Nazioni Unite, si arriva all'accordo di Arusha, che prevede una divisione del potere ed il ritorno al multipartitismo. Per monitorare il rispetto degli accordi viene inviata nel paese una missione dell'ONU, la UNAMIR[b].

Ma l'accordo di Arusha non soddisfa Kigali, gli Hutu al potere non sono disposti a scendere a compromessi con i Tutsi, e un gruppo di politici ed alti ufficiali dell'esercito vicini ad Habyarimana comincia a organizzare la "soluzione finale".

Preparativi

Nei mesi precedenti l'inizio del genocidio in Rwanda affluisce un quantitativo impressionante di armi, tanto che alcuni testimoni dichiareranno anni più tardi che fucili e granate venivano venduti al mercato come fossero frutta e verdura. Il maggior fornitore d'armi è la Francia, che in questo periodo opera una decisa scelta di campo in favore del governo di Habyarimana. Il Credit Lyonnais assicura una fornitura di armi del valore di 6 milioni di dollari proveniente dall'Egitto, mentre arrivano anche armi sequestrate all'Iraq durante la Guerra del Golfo del 1991. La Francia in questo modo agisce consapevolmente contro il trattato di pace di Arusha, che proibisce la vendita e la circolazione di armi nel paese.

La seconda fase prevede l'addestramento di "milizie speciali", specie di corpi scelti che ricevono in primis un indottrinamento politico. Le milize Interahamwe, create nel 90 con lo scopo di proteggere il paese da un eventuale attacco del RFP, vengono ora addestrate a portare attacchi contro i civili. Già nel 92 alcuni giornali rwandesi accusavano le Interahamwe di essere diventate un ricettacolo di assassini.

Ma perché il genocidio raggiunga i suoi obiettivi è necessaria una propaganda martellante, che istighi la popolazione Hutu all'odio contro i Tutsi, in modo che allo scoppio delle ostilità le vittime non possano trovare scampo da nessuna parte. A questo scopo nasce un'emittente radiofonica, Radio Mille Colline, che comincia a diffondere slogan e canzoni che incitano a liberarsi dei Tutsi, a sterminarli. I proclami sono di una tale violenza che sembrano grotteschi, perciò non vengono presi sul serio né dai diplomatici né dall'UNAMIR. In effetti, nessuno si aspetta il massacro che comincerà di lì a poche settimane.

Il piano dei militari Hutu, organizzati in un gruppo chiamato Network Zero, è semplice: impedire in ogni modo la nascita di un governo multipartitico, eliminare il Primo Ministro e scatenare una guerra civile, se necessario attaccare i Caschi Blu dell'ONU per indurre il ritiro del contingente UNAMIR.

La colpe dell'Occidente

Ma in questa organizzazione perfetta, un granello di sabbia rischia di mandare tutto a monte: l'11 gennaio 1994 un uomo che si fa chiamare "Jean-Pierre" entra in contatto con l'UNAMIR. JP addestra gli Interahamwe, ma negli ultimi giorni ha ricevuto l'ordine di identificare tutti i Tutsi di Kigali. JP sospetta che i vertici stiano preparando un massacro, e decide di entrare in contatto con i Caschi Blu.

Secondo JP, gli Interahamwe sarebbero sul piede di guerra e aspetterebbero solo il segnale per dare inizio allla carneficina. La sua unità è capace di uccidere 1.000 persone in venti minuti, e ciò la dice lunga sul pericolo che corrono i Tutsi. Per dimostrare che le proprie dichiarazioni sono credibili, JP fa visitare ad un ufficiale dell'UNAMIR in incognito un nascondiglio di armi, dichiarando di conscerne altri. In cambio della sua collaborazione, chiede la protezione dell'ONU.

Lo stesso pomeriggio il Comandante delle truppe ONU in rwanda, il generale Romeo Dallaire, invia un fax al Palazzo di Vetro chiedendo l'autorizzazione ad attaccare i nascondigli e la protezione per JP. Ma la risposta di New York è gelida: non se ne fa niente, l'UNAMIR contatti il presidente rwandese per discutere della questione.
L'operazione salta, JP si eclissa e l'ONU perde l'occasione per evitare una delle più grandi tragedie della storia.

Apocalisse

Il 6 aprile 1994, il massacro ha inizio: nei pressi di Kigali un missile colpisce l'aereo dove viaggiano i presidenti di Rwanda e Burundi. Non è ancora chiaro il ruolo di Habyarimana nella progettazione del genocidio. Il fatto che i maggiori accusati siano i suoi bracci destri fa pensare che non potesse essere all'oscuro del progetto, ma il fatto che sia stato ucciso dagli Interahamwe rimette tutto in discussione.

Quel che è certo è che i membri di Network Zero colgono la palla al balzo: pochi giorni dopo viene ucciso il Primo Ministro, assieme con i dieci Caschi Blu belgi della scorta. La propaganda comincia a tuonare contro i Tutsi, responsabili della morte dell'amato presidente. La macchina infernale si mette in moto, i massacri si susseguono mentre la comunità internazionale sta a guardare.

Belgio e Francia ritirano i propri contingenti pochi giorni dopo lo scoppio delle ostilità, per non subire altre perdite. Al Consiglio di Sicurezza gli USA premono per il ritiro totale delle forze dell'UNAMIR, visto che non sussisterebbero le condizioni per proseguire la missione. Da questo momento gli USA saranno i più strenui sostenitori del non-intervento, nonostante alcuni documenti confidenziali declassificati pochi anni fa dimostrino come la presidenza fosse perfettamente al corrente di cosa stava accadendo in Rwanda.

Resta da raccontare la storia delle vittime, persone di serie B odiate dai loro stessi compatrioti e ignorate dal mondo: storie di madri massacrate a colpi di machete con i loro neonati in braccio, storie di gente radunata per strada e poi uccisa a colpi di granate, storie di ragazze stuprate e poi finite a colpi di lancia o a bastonate. Il genocido rwandese è un monumento alla ferocia umana, che tutti i protagonisti hanno contribuito ad alimentare.

Il Rwanda è ancora alle prese con la sua pesante erdità: nove anni sono pochi, pochissimi per rimarginare una ferita così profonda e per dimenticare l'accaduto. Chi è sopravvissuto spesso ha perso tutto, i familiari, la casa, il lavoro. Il genocidio non ha solo ucciso 800.000 persone, ha anche ucciso il futuro di un paese destinato per chissà quanto tempo a vivere nella miseria e nell'odio.

Resta da sperare che un avvenimento del genere abbia almeno insegnato qualcosa. Nel corso degli anni, l'ONU e l'amminsitrazione Clinton hanno ammesso i propri errori, dichiarando come un'azione tempestiva avrebbe potuto evitare ciò che è successo. Ammissioni che di certo non riporteranno in vita le vittime, ma che sono state apprezzate da chi è sopravvissuto come una sorta di ricompensa morale. Molto più dell'ostinato silenzio francese, che dura ancora oggi...

Matteo Fagotto
Allora, servito il ripassino?
Colpa dell'ONU?... e chi ci stava all'ONU?
Francia e USA fanno parte SOLO dell'ONU?

dimenticavo la fonte:
www.warnews.it
(la memoria delle guerre dimenticate)
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Sono certo che anche i francesi si indignarono per il fatto che i tedeschi, piuttosto che veder dissolvere la loro nazione, preferirono il nazismo. Chi non impara la storia...

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Old 10-09-2003, 12:22   #2
ni.jo
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Non solo, nel caso dell’abbattimento del Mystere Falcon (francese) con a bordo il presidente Habyarimana che fece da miccia per l’esplosione dei massacri in un’inchiesta ordinata dal parlamento Francese e in uno studio di Wayne Madsen si legge:
“La rivelazione più drammatica riguarda la scatola nera del “Mystere Falcon” (…) fù trasportata al quartirer generale delle O.n.u. a New York, dov’è tuttora conservata (…) secondo le fonti O.n.u. il governo degli U.s.a. ha fatto pressioni perché le informazioni contenute nella scatola nera non venissero divulgate (…) inoltre la Arbour (procuratore capo del tribunale internazionale) ordinò ai propri subordinati (…) di interrompere le indagini quando divenne evidente che stavano portando a una conclusione chiara: il Fronte Patriottico e i suoi sostenitori americani erano coinvolti nell’organizzazione dell’attentato (…) il fronte controllava le tre principali vie d’accesso all’aereoporto e mercenari europei al soldo dei servizi segreti americani usarono un magazzino vicino all’aereoporto per pianificare e lanciare il missile che abbattè il falcon. (…) inoltre negli anni 96-97 l’agenzia canadese CIDA aveva concesso aiuti umanitari di emergenza proprio al fronte, che li aveva usati per acquistare armi (…) “ W.Madsen “UN & Canada complicit in Randa Cover up: America and Rpf Planned and launched aircraft attack” da l’Observatoire del L’Afrique Centrale vol.3, ma anche “Tutzi informants killed rwandan president”
http: ONU: Ong chiedono indipendenza per il Tribunale del Rwanda
lunedì, 18 agosto, 2003

Cmq,
Quattro importanti organizzazioni internazionali per la difesa dei diritti umani hanno inviato il 9 agosto scorso una lettera al Consiglio di Sicurezza dell'Onu chiedendo di assicurare "indipendenza e imparzialità" al Tribunale Penale Internazionale per il Rwanda (ICTR). Si tratta di Human Right Watch (HRW), del Lawyers Committee for Human Rights (LCHR) con sede a New-York, della Fédération Internationale des Ligues des Droits de l'Homme (FIDH) di Parigi e di Rencontre Africaine pour la Défense des Droits de l'Homme (RADDHO) di Dakar, Senegal.
Dietro la motivazione ufficiale, però, vi sarebbero le pressioni di Usa e Gran Bretagna affinchè il Tribunale per il Rwanda non persegua per crimini di guerra e crimini contro l'umanità gli ufficiali militari del Rwandan Patriotic Army (RPA), la milizia del Rwandan Patriotic Front (RPF) a maggioranza Tutsi che ha preso il potere nel 1994 dopo il genocidio perpetrato sotto la direzione di ufficiali dell'esercito dell'allora governo di maggioranza Hutu.

La Del Ponte, infatti, ha a più riprese manifestato la sua intenzione di perseguire non solo i responsabili dei massacri operati in quegli anni dall'esercito Hutu, ma anche quelli commessi in rappresaglia dalle milizie Tutsi del Rwandan Patriotic Front, che attualmente ricopre un ruolo centrale nel governo di Kigali.


La Del Ponte che iniziava a indagare su tutti gli eccidi ha perso il mandato.
La risoluzione approvata giovedì è stata redatta dagli Stati Uniti: in essa
si chiede al segretario generale Kofi Annan (appoggiato dagli Usa nella
successione a Boutros Gali) di nominare un nuovo procuratore per il tribunale
incaricato di occuparsi dei genocidi del 1994 in Ruanda.
http://www.swissinfo.org/sit/Swissin...05&sid=4177021




A capo dei servizi segreti militari delle forze ugandesi c’era Paul Kagame addestrato al U.s.Army Command and Staff College di Leavenworth in Lansas.
Nel ‘90 tornò in patria a comandare l’esercito rwandese. (prima dello scoppio della guerra civile e dell’incvasione del Rwanda l’esercito patriottico rwandese faceva parte dell’esercito Ugandese)
E comunque è ampliamente dimostrato che i corpi speciali americani in particolar modo berretti verdi del 3° corpo di base a Fort Bragg e c’era la presenza di consulenti militari nella regione
(da L.Duke, Africans Use Us Military Training in Unexpected Ways scritto sul Washington Post il 14 07 1998)
Rimane il fatto che adesso a Kingali l’inglese ha preso il posto del francese sia al governo che nell’esercito, e anche nell’università di Kinyarwanda, e che il dollaro stà rapidamente rimpiazzando il franco…

neanche l'Onu è senza colpe (ma è sempre un' organizzazione di Nazioni di cui fanno la parte del leone Usa Gb Francia Germania ecc...e in cui esiste una cosa chiamata diritto di veto che blocca qualsiasi risoluzione avversa ad uno dei Grandi...)
Mea culpa dell'Onu sul Ruanda

da "Il Manifesto" del 16 Aprile 2000

NEW YORK

Dopo sei anni, il Consiglio di sicurezza riconosce le responsabilità sul GENOCIDIO SEI ANNI FA, TRA APRILE E MAGGIO, SI CONSUMAVA IL GENOCIDIO IN RUANDA: 800 MILA PERSONE, IN MAGGIORANZA TUTSI MA ANCHE HUTU MODERATI, VENIVANO MASSACRATE NEL MODO PIÙ ATROCE, SOPRATTUTTO A COLPI DI MACHETE, SOTTO GLI OCCHI DISATTENTI DELLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE E DELL'ONU. Ci sono voluti ben sei anni ma ieri, finalmente, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite ha assunto esplicitamente le proprie responsabilità rispetto a quanto accaduto nel 1994. IN UN DIBATTITO ORGANIZZATO DAL CANADA, I MEMBRI DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA HANNO RISPOSTO A UN RAPPORTO SUL RUOLO DELLE NAZIONI UNITE IN RUANDA CHE ACCUSAVA L'ORGANIZZAZIONE DI ESSERE STATA TROPPO TIMIDA, DISORGANIZZATA E MALDIRETTA PRIMA DEL GENOCIDIO E RESPONSABILE PER IL MANCATO INTERVENTO DOPO CHE IL MASSACRO ERA INIZIATO. LO STESSO SEGRETARIO GENERALE DELLE NAZIONI UNITE, KOFI ANNAN, CHE HA COMMISSIONATO L'INCHIESTA, È FINITO SOTTO ACCUSA IN QUANTO ALLORA CAPO DELLA MISSIONE PEACEKEEPING DELL'ONU PER NON AVER PRESO SUL SERIO GLI AVVERTIMENTI DEL GENERALE CANADESE ROMEO DALLAIRE, CHE GUIDAVA LE FORZE ONU. NEL 1994 LE NAZIONI UNITE AVEVANO IN RUANDA 2.500 PEACEKEEPERS MA FURONO RITIRATI SUBITO DOPO L'UCCISIONE DI DIECI SOLDATI BELGI. Il ministro degli esteri canadese, Lloyd Axworthy, ha detto che nessuno può ora guardarsi indietro senza provare rimorso e tristezza per non aver aiutato il popolo ruandese quando ne aveva bisogno. "L'inaudita brutalità degli autori del genocidio si sono burlati, ancora una volta, della promessa che non sarebbe successo "mai più", impegno preso dopo l'Olocausto. L'AMBASCIATORE OLANDESE PETER VAN WALSUM, SOSTENENDO CHE L'ONU ERA AGGRAPPATA A UN PROCESSO DI PACE IRRILEVANTE, HA ALLARGATO IL DISCORSO ALLE RESPONSABILITÀ DELLA FRANCIA NELL'"OPERAZIONE TURQUOISE". Alla fine comunque i quindici del Consiglio di sicurezza hanno sottolineato che importante è la lezione da trarre da quanto successo per evitare che si ripeta, soprattutto in Africa, dove il pericolo è ancora presente. Per l'ambasciatore Usa, Richard Holbrooke, il miglior modo di dimostrare di aver appreso la lezione è quello di riportare la pace in Congo. L'ambasciatore ruandese all'Onu, Joseph Mutaboba, ha apprezzato il rapporto e le raccomandazioni espresse ma ha detto che il Consiglio di sicurezza deve fare di più: "non è mai troppo tardi per fare le cose giuste". Il riferimento era alla richiesta di un "mini piano Marshall" per la ricostruzione del suo paese. Peraltroin gennaio le famiglie di due vittime ruandesi avevano avviato un'azione legale contro le Nazioni unite per complicità negli omicidi. Ad avviare la denuncia erano stati due avvocati australiani sulla base delle accuse di due donne sopravvissute alle stragi: la hutu Anonciata Kavaruganda e la tutsi Louise Mushikiwabo. la Kavaruganda è vedova di un giudice hutu della Corte suprema ruandese, assassinato perché considerato "simpatizzante dei tutsi". Secondo le accuse i soldati Onu, del Ghana, avrebbero fatto amicizia con gli attentatori e invece di proteggere la famiglia del giudice avrebbero assistito, senza intervenire, alla tortura della moglie e dei figli. Louise Mushikiwabo, sorella di Lando Ndaswinga, l'unico ministro tutsi del governo ruandese all'epoca, avrebbe visto fuggire la scorta del fratello poco prima che questo fosse trucidato insieme con la madre

grazie a fabio69 per l'ultimo articolo
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Old 10-09-2003, 12:51   #3
ni.jo
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L'onu è l'unico organismo internazionale che può risolvere le controversie internazionali: dare in mano la gestione delle politiche e delle controversie ad un unica potenza si chiama dittatura e per quanto possa essere illuminata (ci sono pareri discordanti in questo) è sempre una dittatura e ultimamente ci sono "piccolissimi segnali" che sembrano indicare che la cosa non funzioni nemmeno così bene...
Spero che qualcuno che ci capisce qualcosa si prenda la briga di analizzare i motivi della "debolezza" di questa istituzione e ci si metta in testa di rinnovarla...altrimenti vedo il caos diventare ancor più profondo....saluti.
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Old 10-09-2003, 13:43   #4
Bet
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non ricordavo certo i dettagli, ma conoscevo già questa situazione che in effetti è una delle pagine più vergognose della politica estera francese ed americana. Uno appoggiava una etnia, l'altro stava con quelli contro, al fine di garantirsi accessi privilegiati ai mercati dei vari minerali... in questa zona non è che si potessero supporre chissà quali altre ipotesi.

Fin qui d'accordo quindi. E' di qui in avanti che la faccenda diventa ostica. Se si potesse risolvere le questioni con dichiarazioni di principio sarebbe facile, poi per la risoluzione dei problemi bisogna fare i conti anche con i dati di fatto da cui è impossibile prescindere... pero' sono discorsi vecchi, vero?
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Old 10-09-2003, 13:50   #5
cerbert
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Originariamente inviato da Bet
non ricordavo certo i dettagli, ma conoscevo già questa situazione che in effetti è una delle pagine più vergognose della politica estera francese ed americana. Uno appoggiava una etnia, l'altro stava con quelli contro, al fine di garantirsi accessi privilegiati ai mercati dei vari minerali... in questa zona non è che si potessero supporre chissà quali altre ipotesi.

Fin qui d'accordo quindi. E' di qui in avanti che la faccenda diventa ostica. Se si potesse risolvere le questioni con dichiarazioni di principio sarebbe facile, poi per la risoluzione dei problemi bisogna fare i conti anche con i dati di fatto da cui è impossibile prescindere... pero' sono discorsi vecchi, vero?
Sì, però non solo questi vecchi discorsi continuano ad essere lasciati incompleti. Ma vengono regolarmente dimenticati dal, diciamo, 70% della popolazione occidentale che è tutt'ora convinta che in Ruanda Hutu e Tutsi si massacravano "perchè si odiavano" (come se fossero nati, così), quando non travisati.

Allora, facciamo anche i conti con i dati di fatto da cui è impossibile prescindere... e vediamo in che modo possiamo continuare a guardarci nello specchio senza sputare.

A me non dispiacerebbe cominciare a fare il conto con questi "dati di fatto". Dopo tutto sono lì, sempre gli stessi e sempre in attesa di soluzione. Mica si sono nascosti.
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Bet
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visto che ti rivolgi a me, ti faccio rilevare che io questi dati non li ho mai nascosti.... tutt'altro: a questi avvenimenti ho fatto riferimento già 3 o 4 volte sul forum

forse hai interpretato il mio intervento come una presa di posizione a favore di questo o quello, ma direi proprio che non è così; e quindi non ho nessuna intenzione a partecipare ad una gara del tiro a segno con lo sputo

Ho messo solo in guardia dal presentare questioni di principio (peraltro da analizzare) come soluzioni al problema
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cerbert
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Veramente mi stavo riferendo alla media degli interventi visti su questa questione.

Poi c'è sempre una mia incapacità a capire dove sarebbe esattamente la "questione di principio".

Tralasciando il fatto che anche i principi andrebbero tradotti in pratica, non fosse altro per non riempirsi la bocca di paroloni come "sicurezza", "civiltà", "progresso" e continuare a masticare a vuoto, a me pare di vedere una situazione semplicissima:
o affrontiamo il dato di fatto o sarà il dato di fatto ad affrontare noi.

A meno che "questione di principio" non significhi "questione sul punto da cui iniziare".
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Old 10-09-2003, 14:23   #8
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andiamo bene allora, qui è tutto una incomprensione

ho postato soprattutto in riferimento all'ultimo intervento di ni.jo






ps: mi vuoi dire che pensi che quello che ha detto ni.jo sia un riempirsi la bocca di paroloni come "sicurezza" , "civiltà" , "progresso" e continuare a masticare a vuoto?
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sporco pipistrellone, vuoi mettermi contro il cerbero?!?




bet non bat...
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andiamo bene allora, qui è tutto una incomprensione

ho postato soprattutto in riferimento all'ultimo intervento di ni.jo






ps: mi vuoi dire che pensi che quello che ha detto ni.jo sia un riempirsi la bocca di paroloni come "sicurezza" , "civiltà" , "progresso" e continuare a masticare a vuoto?

Ho già capito che la più difficile missione che dovrà affrontare un ONU riformata sarà dotarmi di un interprete che mi faccia capire quando e perchè si stanno rivolgendo a me...
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sporco pipistrellone, vuoi mettermi contro il cerbero?!?




bet non bat...


ci ho provato

pero' il furbone ha svicolato
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visto che ti rivolgi a me, ti faccio rilevare che io questi dati non li ho mai nascosti.... tutt'altro: a questi avvenimenti ho fatto riferimento già 3 o 4 volte sul forum

forse hai interpretato il mio intervento come una presa di posizione a favore di questo o quello, ma direi proprio che non è così; e quindi non ho nessuna intenzione a partecipare ad una gara del tiro a segno con lo sputo

Ho messo solo in guardia dal presentare questioni di principio (peraltro da analizzare) come soluzioni al problema

cmq volevo solo darvi il mio modestissimo parere, in disaccordo con molte frasi lette su questo e altri forum che accusano l'onu di inefficenza e inutilità vs un america super efficente e decisionista.
Nessuno ha la soluzione in tasca, ma sarebbe già un risultato ammettere che il ruolo dell'Onu è indispensabile e che la stessa ha bisogno di essere riformata.
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Old 10-09-2003, 14:34   #13
cerbert
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Originariamente inviato da ni.jo
cmq volevo solo darvi il mio modestissimo parere, in disaccordo con molte frasi lette su questo e altri forum che accusano l'onu di inefficenza e inutilità vs un america super efficente e decisionista.
Nessuno ha la soluzione in tasca, ma sarebbe già un risultato ammettere che il ruolo dell'Onu è indispensabile e che la stessa ha bisogno di essere riformata.
Niente è indispensabile. Però, se effettivamente percepiamo il problema (ed è un problema, basta vedere quanto spendiamo ogni anno per gli "efficientissimi" interventi unilaterali) allora occorre uno strumento.
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Sono certo che anche i francesi si indignarono per il fatto che i tedeschi, piuttosto che veder dissolvere la loro nazione, preferirono il nazismo. Chi non impara la storia...
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Old 10-09-2003, 14:36   #14
StefAno Giammarco
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Mi pare che questa discussione sia un po' il paradigma del perché succedono le guerre
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Old 10-09-2003, 14:38   #15
Bet
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Mi pare che questa discussione sia un po' il paradigma del perché succedono le guerre
cioè? (toh, un'altra incomprensione in questa discussione )
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Old 10-09-2003, 14:41   #16
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Originariamente inviato da StefAno Giammarco
Mi pare che questa discussione sia un po' il paradigma del perché succedono le guerre
come osi?































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Old 10-09-2003, 14:46   #17
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Originariamente inviato da cerbert
Niente è indispensabile. Però, se effettivamente percepiamo il problema (ed è un problema, basta vedere quanto spendiamo ogni anno per gli "efficientissimi" interventi unilaterali) allora occorre uno strumento.
credo che in questo momento sia indispensabile, in quanto al attualmente non c'è nulla che possa sostituirla.
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Old 10-09-2003, 14:48   #18
Bet
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io sono d'accordo con cerbert

tutti siamo importanti, nessuno è indispensabile
meglio un uovo oggi che una gallina domani
tanto va la gatta al lardo...
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Old 10-09-2003, 14:48   #19
StefAno Giammarco
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Originariamente inviato da Bet
io sono d'accordo con cerbert

tutti siamo importanti, nessuno è indispensabile
meglio un uovo oggi che una gallina domani
tanto va la gatta al lardo...
Ma ce l'hai con me?
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Old 10-09-2003, 14:50   #20
Bet
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Originariamente inviato da StefAno Giammarco
Ma ce l'hai con me?
senti ni.jo, se continui con questo andazzo ti segnalo a un junior member!
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