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Old 29-09-2009, 09:08   #1
mixkey
 
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La lista dei mestieri da non fare

Parlando di disoccupazione:

Quote:

focus - le nuove generazioni
Laureati in cerca di lavoro. All’estero
Due su tre sono pronti a lasciare l’Italia per fare carriera. La lista dei mestieri «da non fare»

La domanda è stata fatta agli stu*denti dell’ultimo anno di uni*versità, ormai ad un passo dalla laurea. Stagione di passaggio, quando i sogni sono ancora intatti ma si co*mincia a fare i conti con la realtà che si agita là fuori, il lavoro, lo stipendio, la carriera. «Cercherà un posto al*l’estero nei prossimi 12-18 mesi?». A sentire le risposte rischiamo lo spopo*lamento. Il 30,2 per cento dice che sì, cercherà lavoro in un altro Paese, un altro 33 per cento ci sta pensando se*riamente. Insomma due aspiranti dot*tori su tre potrebbero fare le valige e trasferirsi all’estero, mentre solo il 36,8 per cento giura che resterà sicura*mente sul suolo patrio. Un dato che a prima vista ha sorpreso gli autori del*lo studio, i ricercatori dell’Ipsos e del Cnel, il Consiglio nazionale per l’eco*nomia e il lavoro. Perché se confron*tiamo queste intenzioni di voto con il numero reale degli espatri, la fuga si trasforma da regola in eccezione. Solo il 4 per cento dei ragazzi laureati nel 2007 ha trovato davvero un posto ol*tre confine. È vero, sono comunque 11.700 dottori, rispetto al 1999 il loro numero è triplicato. Ed è anche vero che non sempre chi cerca trova, una cosa è mandare un curriculum, un’al*tra firmare una lettera d’assunzione. Ma tutti gli altri che fine hanno fatto? Una spiegazione la tenta Domenico De Masi, che guarda al problema con le lenti della storia: «Dal 1900 al 1910 — spiega il professore di Sociologia del lavoro alla Sapienza di Roma — in Italia si laureavano 6 mila persone l’anno. E la metà non sceglieva ma era costretta ad andare all’estero». Anche il professore, in famiglia, ha avuto due laureate in farmacia che sono fini*te negli Stati Uniti, a Philadelphia. «Ri*spetto al lontano passato — aggiunge — l’Italia offre più lavoro, chi va al*l’estero non è costretto ma decide di farlo. E non essendo costretti sono molti quelli che, dopo i primi slanci, cambiano idea». Un ragionamento condiviso dal consigliere del Cnel Elio Ciaccia: «Molti ragazzi hanno una va*lutazione un po’ romantica della real*tà. Alcuni di loro pensano che all’este*ro sia tutto meglio, tutto più facile. Ma poi, all’atto pratico, si accorgono che è vero solo in parte».

Per capire bisogna andare più in profondità. E vedere perché quei due aspiranti dottori su tre sotto la tesi tengono pronto il passaporto. Il 75 per cento degli universitari (e addirit*tura l’85 per cento degli studenti all’ul*timo anno delle superiori) sostiene che l’Italia non offre abbastanza op*portunità di lavoro. Tra i difetti del no*stro Paese che li spingono a fuggire, indicano la tendenza delle nostre aziende a privilegiare i contratti a ter*mine e il precariato, la difficoltà di es*sere assunti senza esperienza, la diffu*sione delle raccomandazioni, mentre la crisi economica si piazza solo agli ultimi posti. Tutte cose che all’estero non ci sono? «Sulla protezione sociale — dice Ciaccia, il consigliere del Cnel — i ragazzi hanno ragione. A differen*za di quanto avviene in altri Paesi eu*ropei la perdita del posto, fenomeno frequente in un sistema flessibile, non è accompagnata da un sostegno del reddito capace di mettere al sicuro il lavoratore. Su tutto il resto, invece, ha un certo peso quella valutazione ro*mantica di cui parlavamo prima».

Ragionamento di pancia più che di testa? Una conferma il professor De Masi la legge nella lista dei Paesi stra*nieri che gli universitari italiani sce*glierebbero come approdo per la loro fuga. Al primo posto gli Stati Uniti, poi l’Inghilterra, molto più indietro la Germania, la Spagna, e poi la Svezia che supera anche la Francia. New York, Londra: certo, lì si parla inglese, la lingua straniera più conosciuta an*che da noi. Potrebbe essere questa la ragione della scelta. Ma oltre a quella razionale c’è una spiegazione mitolo*gica: «Per decenni — dice De Masi — abbiamo detto che negli Stati Uniti non c’era disoccupazione, che chi è bravo si fa da solo e via discorrendo. Questo valeva quando da loro i disoc*cupati erano il 4 per cento e da noi il 15». Ma adesso? «Adesso siamo tutti e due al sette per cento, negli Stati Uniti ci sono più di 6 milioni di homeless e la metà di loro ha meno di 30 anni. Il mito è rimasto ma non corrisponde più alla realtà».

Estero o Italia, cosa cercano gli aspi*ranti dottori quando mandano un cur*riculum? Prima di tutto una ricca bu*sta paga. Da questo punto di vista la strada dell’estero ha il suo perché: in Europa il primo stipendio per un lau*reato supera i 1.700 euro al mese nel 43 per cento dei casi. Da noi i «fortu*nati » sono meno della metà. Dopo i soldi, i giovani italiani chiedono di avere la possibilità di fare carriera, di essere sicuri (leggi posto fisso), ma anche di poter lasciare libera la mente finite le otto ore lavorative. «Una paro*la che i giovani non vogliono più sen*tire — dice Ciaccia, il consigliere del Cnel — è fatica. Molti di loro cercano un impiego d’ufficio, meglio se a due passi da casa, con un capo simpatico, scarse responsabilità e un orario ridot*to ». Proprio partendo da questo ragio*namento il corposo rapporto è stato intitolato dal Cnel «La scomparsa del*la fabbrica», prima tappa di una serie di indagini sul riposizionamento com*petitivo delle nostre imprese dopo la crisi.

Non solo per i futuri dottori ma an*che per gli aspiranti diplomati l’opera*io rappresenta una sorta di condanna professionale, la fine di tutte le aspira*zioni. «Se dico che faccio l’impiegata — è una delle risposte raccolte dagli autori della ricerca — mi vedo in ca*micetta e pantaloni. Invece come ope*raia mi vedo con la tuta blu: è il lavo*ro meno qualificato che ci sia». L’ope*ratore di call center, il receptionist, l’impiegato di infimo livello sono pro*fessioni ritenute socialmente più ac*cettabili. Nella classifica dei lavori che i laureati italiani non vorrebbero mai fare, peggio dell’operaio ci sono sol*tanto il meccanico, il parrucchiere, l’estetista, il lavoratore di un fast fo*od, il militare e lo spazzino. I diploma*ti aggiungono a queste categorie quel*le di dentista, medico, idraulico (ma non volevano guadagnare tanto?) ed insegnante. Al primo posto, sia per i laureati che per i diplomati, c’è il mu*ratore. «Ci sono lavori faticosi che non sono pericolosi — commenta De Masi — e lavori pericolosi che non so*no faticosi. Quello del muratore è uno dei pochi che unisce la fatica al perico*lo. È una risposta che non mi sorpren*de ». I muratori, infatti, sono tutti stra*nieri » .

Lorenzo Salvia
Per un mio errore ho riportato solo la parte finale dell'articolo. Correggo alle 17.40.

Ultima modifica di mixkey : 29-09-2009 alle 17:39. Motivo: errore
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Old 29-09-2009, 09:27   #2
udria
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Uno studio più ragionevole avrebbe dato dei numeri per quanto riguarda le professioni richieste in Italia, fondamentalmente bassa manovalanza con pochissima possibilità di carriera e/o mobilità sociale. Non bisogna girarci intorno, se supponiamo che in Italia il 50% delle figure richieste sono operai è perfettamente inutile, se non addirittura controproducente, far laureare il 60% dei giovani.

(Le % sono esempi per farmi capire)
__________________
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Old 29-09-2009, 09:48   #3
dave4mame
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Parlando di disoccupazione:



Fonte: Corriere della sera.
poi se dici che la gente non vuole fare certi lavori ti dicono che vivi fuori dal mondo.
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Old 29-09-2009, 09:52   #4
AntonioBO
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Uno studio più ragionevole avrebbe dato dei numeri per quanto riguarda le professioni richieste in Italia, fondamentalmente bassa manovalanza con pochissima possibilità di carriera e/o mobilità sociale. Non bisogna girarci intorno, se supponiamo che in Italia il 50% delle figure richieste sono operai è perfettamente inutile, se non addirittura controproducente, far laureare il 60% dei giovani.

(Le % sono esempi per farmi capire)
Mi chiedo perché uno che ha speso tempo, soldi che ha fatto sacrifici (dalle nottate sui libri alle mancate uscite con amici e fidanzate per prepararsi agli esami) non debba aspirare ad una giusta retribuzione. Allora chiudiamo le università, bruciamo i libri e creiamo una socetà di forza lavoro (da un punto di vista di patrimonio culturale) che sa solo fare lavori manuali. L'anomalia è il non saper valorizzare chi ha studiato che dovrebbe essere una risorsa per la comunità e un investimento per lo Stato.
__________________
"mo va a fer dal pugnàt!
THO' UN CUOCO .....(Daniele Luttazzi Raiperunanotte 25/03/2010)
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Old 29-09-2009, 09:57   #5
dave4mame
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Città: Verona... finchè non mi buttano fuori :D
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puoi studiare alla morte.
ma se i posti "da laureato" sono 50 e i laureati sono 80, mi sembra inevitabile che 30 non avranno quel posto.
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Old 29-09-2009, 09:59   #6
Fil9998
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confindustria e gli "imprenditori" (spesso imprenditori con i soldi dello stato se non delle banche cioè dei lavoratori dipendenti)
no imprendono, non investono in ricerca, solo portano la ditta dove il costo del lavoro è infimo, dopo aver ricevuto dallo stato cioè dai lavoratori dipendenti fior di agevolazioni e contributi.


lo stato NON fa formazione e NON cpstringe le industrie e banche ad investire in innovazione.



in pratica chi ha le leve del potere politico ed economico da 20 anni investe nel medioevo

mi pare evidente ceh questo non sia un errore, ma un progetto sociale ben sviluppato in cui

popolo stolto bue, ignorante e precario = ottima mandria di carne da macello

Ultima modifica di Fil9998 : 29-09-2009 alle 10:39.
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Old 29-09-2009, 10:17   #7
LUVІ
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Letto nel blog di Gad Lerner ieri sera, 18 anni, "preferisco fare la prostituta piuttosto che la badante".

LuVi
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Old 29-09-2009, 10:19   #8
Chevelle
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Mi chiedo perché uno che ha speso tempo, soldi che ha fatto sacrifici (dalle nottate sui libri alle mancate uscite con amici e fidanzate per prepararsi agli esami) non debba aspirare ad una giusta retribuzione.
Questo è corretto solo se la persona ha capacità. Deve trasformare le competenze acquisite nel mondo universitario in un maggior valore per l' azienda.
__________________
** Hasta la vista **
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Old 29-09-2009, 10:19   #9
factanonverba
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Letto nel blog di Gad Lerner ieri sera, 18 anni, "preferisco fare la prostituta piuttosto che la badante".

LuVi
Si perchè oramai tutto è concesso. Mentre una volta fare la troia era un disonore, oggi è quasi un plusvalore.
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Old 29-09-2009, 10:20   #10
Chevelle
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A tanti laureati pieni di boria farebbe bene un' esperienza da manovali...si ridimensionerebbero un pò.
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Old 29-09-2009, 10:24   #11
zerothehero
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Originariamente inviato da dave4mame Guarda i messaggi
poi se dici che la gente non vuole fare certi lavori ti dicono che vivi fuori dal mondo.
"Certa" gente..non tutti.
Poi chiaramente gli itagliani democratici (quelli col triplo villone) vogliono la badante in nero sottopagata e l'operaio in nero a 800euro. A loro fa comodo l'immigrazione di massa.

La realtà però è un'altra.

http://archiviostorico.corriere.it/1...06207557.shtml

C'è la fila anche per fare il coll. scolastico (bidello), pensa un pò
__________________
We are the flame and darkness fears us !
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Old 29-09-2009, 10:24   #12
factanonverba
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Originariamente inviato da AntonioBO Guarda i messaggi
Mi chiedo perché uno che ha speso tempo, soldi che ha fatto sacrifici (dalle nottate sui libri alle mancate uscite con amici e fidanzate per prepararsi agli esami) non debba aspirare ad una giusta retribuzione. Allora chiudiamo le università, bruciamo i libri e creiamo una socetà di forza lavoro (da un punto di vista di patrimonio culturale) che sa solo fare lavori manuali. L'anomalia è il non saper valorizzare chi ha studiato che dovrebbe essere una risorsa per la comunità e un investimento per lo Stato.
Già uno che sta 24/24 sui libri vuol dire che non sa lavorare bene e gestire le proprie risorse. Poi si sa che studiare lettere, storia, psicologia... non garantirà una professione ben retribuita (se non a pochi).

Fate ingegneria... voglio vedere chi non lavora (ok mi premunisco, ora salteranno fuori quelli del forum che dicono che ci sono ingegneri in CIG e che lavorano ai call center... ).

Io conosco molti periti industriali che sono occupati. Come tanti ingegneri. Seguiti da tutti quelli di istituti professionali. Sarà un caso?
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Old 29-09-2009, 10:25   #13
MadJackal
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poi se dici che la gente non vuole fare certi lavori ti dicono che vivi fuori dal mondo.
*
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командир роты - Quando la CAUSA chiama, l'esercito del male risponde!
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Old 29-09-2009, 10:26   #14
gigio2005
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Originariamente inviato da dave4mame Guarda i messaggi
puoi studiare alla morte.
ma se i posti "da laureato" sono 50 e i laureati sono 80, mi sembra inevitabile che 30 non avranno quel posto.
e questa cosa secondo te cosa comportera' a questo paese di merda?

Quote:
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A tanti laureati pieni di boria farebbe bene un' esperienza da manovali...si ridimensionerebbero un pò.
a tanti manovali che non sono riusciti a laurearsi per scarsa capacita' o scarsa volonta' farebbe bene qualche anno a risolvere problemi fisico-matematici, a progettare e gestire impianti di produzione, a sperimentare nuovi materiali etc etc etc

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Old 29-09-2009, 10:27   #15
factanonverba
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Originariamente inviato da zerothehero Guarda i messaggi
"Certa" gente..non tutti.
Poi chiaramente gli itagliani democratici (quelli col triplo villone) vogliono la badante in nero sottopagata e l'operaio in nero a 800euro. A loro fa comodo l'immigrazione di massa.

La realtà però è un'altra.

http://archiviostorico.corriere.it/1...06207557.shtml

C'è la fila anche per fare il coll. scolastico (bidello), pensa un pò
Beh insomma tanti vorrebbero fare gli operatori ecologici o i bidelli. Diciamoci la verità non è che ti spacchi la schiena e hai il lavoro garantito a vita.

Ti credo che son ambiti
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Old 29-09-2009, 10:32   #16
morpheus85
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vogliamo parliare invece della richiesta?

al primo posto abbiamo:

agenti

al secondo:

camerieri, baristi, lavapiatti

al terzo:

parrucchieri, estetisti

Questo è lo scenario, altro che lavori poco graditi... per fare lo spazzino ci sono persino dei concorsi
__________________
..illusioni, capricci della percezione! Temporanei costrutti del debole intelletto umano che cerca disperatamente di giustificare un'esistenza priva del minimo significato e scopo..
NON TRATTATE CON ironia
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Old 29-09-2009, 10:32   #17
zerothehero
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Beh insomma tanti vorrebbero fare gli operatori ecologici o i bidelli. Diciamoci la verità non è che ti spacchi la schiena e hai il lavoro garantito a vita.

Ti credo che son ambiti
Uscite fuori dalla realtà virtuale che vi hanno messo davanti agli occhi.
In tempi di crisi, c'è chi pur avendo un diploma o una laurea si mette a fare persino il collaboratore scolastico, l'usciere e il manovale.
Il resto sono balle contate da Confindustria e dagli utili idioti.
E da quelli con la badante in nero che declamano "e, ma gli italiani non li trovo"..

http://www.romeninitalia.com/2009/03...-scoprono.html
Al sud la situazione è ancora più tragica..mio cugino attualmente è a Verona a fare la ferma breve per il militare (1 anno) retribuito con 800euro/mese per poi entrare nelle FDO.
Tutta sta puzza sotto il naso io non la vedo.
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Ultima modifica di zerothehero : 29-09-2009 alle 10:35.
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Old 29-09-2009, 10:35   #18
morpheus85
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"Certa" gente..non tutti.
Poi chiaramente gli itagliani democratici (quelli col triplo villone) vogliono la badante in nero sottopagata e l'operaio in nero a 800euro. A loro fa comodo l'immigrazione di massa.

La realtà però è un'altra.

http://archiviostorico.corriere.it/1...06207557.shtml

C'è la fila anche per fare il coll. scolastico (bidello), pensa un pò
ecco come stiamo veramente..
è tutto il sistema che fa cagare, se vuoi un lavoro stabile e duraturo te lo devi inventare..
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..illusioni, capricci della percezione! Temporanei costrutti del debole intelletto umano che cerca disperatamente di giustificare un'esistenza priva del minimo significato e scopo..
NON TRATTATE CON ironia
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Old 29-09-2009, 10:37   #19
-kurgan-
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In tempi di crisi, c'è chi pur avendo un diploma o una laurea si mette a fare persino il collaboratore scolastico, l'usciere e il manovale.
*
la "scelta" del lavoro, questo si quello no, sono cose che possono permettersi quelli che ancora campano a casa dei genitori. Una volta da soli se ci si trova con le chiappe per terra si accetta qualsiasi cosa, laurea o non laurea.
-kurgan- è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 29-09-2009, 10:40   #20
dave4mame
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Originariamente inviato da gigio2005 Guarda i messaggi
e questa cosa secondo te cosa comportera' a questo paese di merda?
la presa di coscienza che, magari ad interim, anche un ingegnere può sporcarsi le manine potrebbe essere un buon inizio.

Quote:
a tanti manovali che non sono riusciti a laurearsi per scarsa capacita' o scarsa volonta' farebbe bene qualche anno a risolvere problemi fisico-matematici, a progettare e gestire impianti di produzione, a sperimentare nuovi materiali etc etc etc
eh! come no!
vacci a vivere tu in una casa progettata da un architetto mancato.
dave4mame è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
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