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Old 26-04-2009, 14:24   #1
Dream_River
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Libertà e Economia

"la libertà politica senza eguaglianza economica è un inganno, una frode, una bugia: e i lavoratori non vogliono bugie" (Michail Bakunin)

"Il diritto alla vita significa che un uomo ha il diritto di sostenersi in vita per mezzo del proprio lavoro (al livello economico raggiungibile dalle sue capacità) e non significa che gli altri debbano fornirgli quanto gli è necessario per sopravvivere." (Ayn Rand)

Volevo proporvi una riflessione politica che da ieri mi lascia perplesso

Sulla base di queste due citazione, la prima del padre del anarchismo e la seconda della madre del libertarismo, voi quale ritenere più in sintonia con il vostro pensiero?
Per andare più al nocciolo della questione, ciò che io mi chiedo è: in nome della libertà il mercato dovrebbe essere preservato dall'azione dello stato o al contrario l'economia dovrebbe essere un area di intervento dello stato?

Insomma, avrete capito che il faccio fatica a esprimere il dubbio che o in testa, forse la domanda più adatta sarebbe "il capitalismo è compatibile con la libertà?"

Cavolo, proprio la domanda più adatta non riesco a formularla, comunque spero abbiate capito quanti dubbi possa far sorgere una riflessione sul rapporto fra "economia" e "libertà"
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Old 26-04-2009, 14:53   #2
_Magellano_
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La libertà è un qualcosa che tutti hanno ma che può essere tolta,ma che non dovrebbe,il sostentamento è qualcosa che ci si guadagna con il proprio lavoro.
Io francamente non vedo perchè qualcuno che ha lavorato per il suo sostentamento e quello della sua famiglia debba privarsi di parte di questo per darlo a chi non lo ha fatto.
Il discorso della formica e della cicala insomma.
Riguardo alla libertà,non si può essere liberi se si ha intorno a sè dei parassiti che con il loro agire pregiudicano la tua vita.
La differenza fra un parassita sociale e uno schiavista è soltanto nella quantità di risorse di cui ti privano,almeno economicamente e ovvimante imho.
Poi è ovvio che resta all'umanità di una persona essere generoso e aiutare chi non ha raggiunto un livello di sostenamento efficace purchè sia per cause estranee alla mala fede di questo.
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Sampdoria o Lazio,ditemi voi chi ha bruciato di piu,la sconfitta diretta o la sconfitta morale?
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Old 26-04-2009, 15:09   #3
zerothehero
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Capitalismo renano, cameralistica, socialdemocrazia
Si può chiudere.
Il capitalismo è compatibile con la libertà?
Si, perchè non dovrebbe esserlo?
Non è causa efficiente della libertà (è lo stato liberal-democratico che garantisce la libertà, al contrario di quello che pensano le correnti giusnaturalistiche) ma non è neanche di per sè ostativo ad essa.
Esistono stati capitalisti in cui i diritti fondamentali dell'uomo sono tutelati, quindi per forza di cose libertà (sia in termini sostanziali che formali) e capitalismo non sono incompatibili.
Poi però bisogna capire cosa si intende per libertà: è ovvio che chi ha in mente un principio di libertà a-la-Bakunin troverà che lo stato e il capitalismo di per sè portano alla illibertà dell'individuo.
Di per sè neanche la democrazia diretta garantisce la libertà assoluta, proprio perchè vige il principio della maggioranza e cmq lo stato ha un monopolio legittimo della forza (il che implica che io non sono libero di fare quello che desidero).
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Old 26-04-2009, 15:12   #4
blamecanada
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La “libertà economica” come è intesa normalmente è un concetto astratto che non ha alcuna attinenza con la realtà.

In realtà chi ha i fondi può esercitare questa libertà, mentre chi non la ha è solo “libero” di essere un lavoratore salariato o fare la fame.

Prima che qualcuno affermi che chiunque può aprire un'attività economica trovando un prestito o qualcosa di simile, faccio due considerazioni: in primis, non è detto che si riesca a trovarla (ed in buona parte dipende dalla condizione di partenza), in secundis, in ogni caso è una libertà teorica, se l'intera popolazione tentasse di mettersi in proprio l'economia non potrebbe funzionare...

Inoltre un'economia priva di qualsiasi coordinamento, finisce inevitabilmente col fare danni all'umanità intera, poiché ciascuno scarica le esternalità sulla collettività, oltre al generare danni sociali (induzione al consumo, feticismo della merce, alienazione di vario tipo).

In ogni caso la libertà è comunque limitata in una società, visto che dev'essere compatibile con gli altri (non può esservi libertà di uccidere, ad esempio).
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Old 26-04-2009, 15:44   #5
zerothehero
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Blame, andiamo ai fatti.
Col capitalismo e la globalizzazione il reddito procapite di tutte le aree del mondo, africa sub-sahariana esclusa, è in crescita.
Lo vediamo in particolare in Cina, in India e nel sud-est asiatico.
Merito del capitalismo, senza il quale è un pò difficile produrre ricchezza (e quindi poi redistribuirla attraverso il welfare state)..
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Old 26-04-2009, 15:49   #6
blamecanada
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Blame, andiamo ai fatti.
Col capitalismo e la globalizzazione il reddito procapite di tutte le aree del mondo, africa sub-sahariana esclusa, è in crescita.
Lo vediamo in particolare in Cina, in India e nel sud-est asiatico.
Merito del capitalismo.
Quello che dici è vero, peccato che quanto dici non c'entra nulla con quanto ho asserito... infatti il tuo messaggio non contraddice nessuna delle mie affermazioni.
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Old 26-04-2009, 15:54   #7
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Quello che dici è vero, peccato che quanto dici non c'entra nulla con quanto ho asserito... infatti il tuo messaggio non contraddice nessuna delle mie affermazioni.
Forse
Alchè rilancio.
Libertà economica ha un minimo di senso, su. Intesa come libera iniziativa del privato.
Ci sono regimi che non la consentono, altri invece che la consentono.

Poi per carità, l'ugualianza formale (espressa dalle correnti liberali) conta una mazza se poi nei fatti non ho neanche il companatico..concetto che è espresso in maniera più elegante nell'art. 3 della nostra costituzione. (e che ieri ho visto scritto sul pavè di Piazza Duomo. ).
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Old 26-04-2009, 16:18   #8
blamecanada
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Forse
Alchè rilancio.
Libertà economica ha un minimo di senso, su. Intesa come libera iniziativa del privato.
Ci sono regimi che non la consentono, altri invece che la consentono.
No, la questione è differente.
Ti dirò che in un sistema socialista ci dovrebbe essere piú libertà d'iniziativa economica che in qualsiasi sistema capitalista, visto che tutti i cittadini potrebbero partecipare all'organizzazione economica.

Il problema è che tu interpreti ogni opposizione all'attuale sistema economico come un ritorno all'ancien régime, o al massimo come un sistema pianificato dall'alto sul modello sovietico, il problema è che non sai andare oltre al dato, cosa tipica di una mentalità conservatrice (che ritiene possibile solo cià che c'è o c'è stato).
Invece la storia rivela sempre delle novità, il realizzabile va molto oltre il realizzato.

Quote:
Poi per carità, l'ugualianza formale (espressa dalle correnti liberali) conta una mazza se poi nei fatti non ho neanche il companatico..concetto che è espresso in maniera più elegante nell'art. 3 della nostra costituzione. (e che ieri ho visto scritto sul pavè di Piazza Duomo. ).
L'articolo 3 della nostra costituzione è lettera morta in Italia, ma direi che non c'è nessuno stato al mondo in cui tale principio possa dirsi applicato.
In ogni caso il Welfare state è possibile solo in un sistema tendenzialmente isolato economicamente. Se si attua una politica liberista il welfare deve essere gestito a livello sovranazionale, altrimenti comporta svantaggi competitivi.

In ogni caso la discussione in questo modo slitta su questioni economici, mentre la questione è un'altra.

Il punto è se la libertà economica sia fondamentale, e che cosa si intenda per libertà economica. Perché il significato comune è noto, ma a mio modo di vedere si può intendere in modo ben diverso.

Ad un livello superiore, la questione è: questo è il migliore dei modelli economici possibili? La mia risposto è no.
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Old 26-04-2009, 16:23   #9
zerothehero
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I crucchi hanno un ottimo welfare eppure sono cmq competitivi.
Eh
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Old 26-04-2009, 16:31   #10
blamecanada
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I crucchi hanno un ottimo welfare eppure sono cmq competitivi.
Eh
Se non lo avessero sarebbero piú competitivi. Io non parlavo in assoluto (chi ha un welfare NON è competitivo), ma del fatto che il welfare è uno dei parametri che incide (negativamente) sulla competitività.

Comunque aggiungo che il marxismo non è in contraddizione con nessuna delle due citazioni iniziali.
Nella prima fase vale il principio “chi lavora non mangia” e “a ciascuno in base al suo lavoro”.
La seconda fase sarebbe raggiunta progressivamente, quando infine ci sarebbe una tale abbondanza che ciascuno potrebbe fruire come desidera dei beni prodotti perché basterebbe il lavoro volontario per produrre beni a sufficienza.
Prima che qualcuno dica che la seconda fase è irraggiungibile, in tal caso si rimarrebbe indefinitivamente nella prima, che è coerente coi principii enunciati.

Tuttavia il “libertario”, come è loro tipico, mostra di basarsi sul ragionamento di vivere in universo tutto suo, in cui la volontà è assolutamente libera, mentre in realtà in ogni società ci sono dei limiti dettati dalla convivenza. Se si desse retta ai libertarii si giungerebbe ad un sistema in cui tutte le libertà sarebbero negate, perché l'assenza di limiti creerebbe delle forze che potrebbero violare impunemente la legge (ma nel loro mondo particolare tutti rispettano la legge per bontà).
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Old 26-04-2009, 17:18   #11
trallallero
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Io sono sempre più convinto che non esista un sistema perfetto o, se esiste, dovrebbe essere dinamico in modo da non dare la possibilità all'uomo di adattarsi ad esso (ma non riesco neanche ad immaginarlo un sistema del genere).
Come fai ad integrare un "chi non lavora non mangia" con un "chi ha bisogno di vero aiuto sia aiutato" ?

Metti un controllore ma, con gradi e tempi diversi negli stati, inevitabilmente si va a finire che il controllore andrebbe a sua volta controllato.
Quindi, sempre con livelli e tempi diversi nei vari paesi, non ti puoi affidare al buon senso del cittadino perchè questo col tempo cambia e non puoi solo reprimere perchè generi malcontento->rivoluzioni.

Per il capitalismo stesso discorso, bello all'inizio ma ha inevitabili tendenze al marciume (conflitto di interessi).

Quote:
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I crucchi hanno un ottimo welfare eppure sono cmq competitivi.
Eh
Si, ma non puoi immaginare il numero di case popolari che ci sono
Secondo me tra un pò scoppia tutto quì.

Ecco, questo mi sembra un chiaro caso di marciume raggiunto: molta gente col tempo ha imparato ad approfittare del welfare crucco al punto che, secondo me, ci sarebbe da fare un'inversione di marcia.
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Old 26-04-2009, 17:25   #12
Fritz!
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La “libertà economica” come è intesa normalmente è un concetto astratto che non ha alcuna attinenza con la realtà.

In realtà chi ha i fondi può esercitare questa libertà, mentre chi non la ha è solo “libero” di essere un lavoratore salariato o fare la fame.

Prima che qualcuno affermi che chiunque può aprire un'attività economica trovando un prestito o qualcosa di simile, faccio due considerazioni: in primis, non è detto che si riesca a trovarla (ed in buona parte dipende dalla condizione di partenza), in secundis, in ogni caso è una libertà teorica, se l'intera popolazione tentasse di mettersi in proprio l'economia non potrebbe funzionare....
Se é per questo non esiste neppure l'eguaglianza, che é un concetto astratto del tutto irrealizzabile.

L'unico modo per essere eguali é alla fine quello di essere tutti schiavi.
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Old 26-04-2009, 17:55   #13
Fritz!
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Comunque la solita diatriba tra libertà vs uguaglianza, si potrebbe anche vedere in un altro modo, partendo dal particolare invece che dal generale.

Per che cosa vivi? Cosa rende la tua vita degna di essere vissuta?

L'approvazione degli altri?
Per essere uguale agli altri?
Per primeggiare?
Per essere benestante, avere una bella casa e una bella macchina?
Per sposarsi e avere figli?
Per dedicare la propria vita alla volontà di Dio (=volontà dei preti)?
Per dedicarsi alla patria, la famiglia, le proprie idee?
o per essere libero, se non in senso assoluto, per essere almeno libero di scegliersi le proprie catene?
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Old 26-04-2009, 18:20   #14
lowenz
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La libertà è il concetto più astruso inventato dagli uomini, dato che vuol dire tutto e niente.
E di fatto è solo un concetto, molto meglio usare "possibilità" come referente di cose reali o realizzabili.

In confronto Dio è palpabile
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Old 27-04-2009, 16:24   #15
_Magellano_
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Pensavo di leggere solamente per il momento, ma non posso non ribattere a tale affermazione

Vorrei fare un esempio un po' estremo ma non fantasmagorico, per cui niente Bill Gates (che era cmq di famiglia benestante) o Page&friend e l'esempio di Google, rimaniamo nei nostri confini (dati presi da http://politicando.myblog.it/archive...mo-poveri.html

Dopo l'acquisizione del centro Motorola da parte di Reply ho letto in un dettagliato articolo la storia personale del suo presidente, non l'ho ritrovato, ma ne faccio un riassunto: inizio come operaio, da famiglia umile, nell'indotto Fiat, diploma preso alle serali e diventa impiegato, laurea da autodidatta o quasi e comincia con le consulenze esterne, poi con le acquisizioni...ed ecco nascere Reply. Ora a quanto pare la sua situazione è la seguente nella classifica dei manager italiani: 155 Mario Rizzante p e a.d. Reply 820.000€
E in quell'articolo qualcuno si rivolge con rabbia (?) ed indignazione (??) di fronte a questi manager "strapagati", visti come "nemici di classe", anche nei moltissimi casi in cui la classe sociale era la stessa quando entrambi avevano 20 anni, semplicemente qualcuno ha talento, capacità, ambizione ed ha lavorato tanto, studiando di sera, mentre il suo "amico" si lamentava se in ufficio alle 17:45 gli arrivava una telefonata, perchè forse quel giorno priam delle 18:10 non avrebbe staccato (...padrone sfruttatore...). Senza pensare che il talento di quella persona dovrebbe essere per primo riconosciuto da lui, che ha un lavoro comodo dietro ad una scrivania come altre 2500 persone grazie all'attività di persone come quell'odiato manager strapagato, che inoltre contribuisce alla redistribuzione della ricchezza in modo allucinante già solo con la montagna di tasse che paga.
Siamo sicuri che la bilancia in Italia non sia già troppo a sfavore di persone come queste? Perchè nel momento in cui c'è la sensazione che non valga la pena di lavorare il doppio degli altri per seguire un progetto ambizioso, o si emigra o ci si siede alla mensa del "faccio le mie 8 ore nel posto con meno responsabilità possibile, attendendo l'aiuto dello Stato" e se un mondo di "manager" non va avanti, inutile dire che non va avanti nemmeno un mondo di operai.

Ma soprattutto trovo allucinante che i giovani si autoconvincano e automortifichino pensando che se non parti benestante non ce la puoi fare a fare qualcosa che non sia "campare". Questo è FALSO. In Italia ci sono difficoltà, è vero, soprattutto in alcune zone, ma si può cmq espatriare, dipende SOLO dal soggetto. E' vero, puoi partire non dalla prima fila, che è un aiuto, ma ho visto molte volte Valentino Rossi partire 10-12esimo e arrivare sul podio, anche vincere. Anche qui, lasciando stare casi già limite come quello raccontato sopra, sto vedendo molti conoscenti gestire il passaggio unversità-lavoro in modo radicalmente diverso, con risultati prevedibili nel lungo termine radicalmente diversi: chi è convinto che no può farcela, sicuramente non ce la farà e le sue scelte sembrano dettate da questo. C'è invece chi a 32 anni è dirigente. La mobilità sociale è bassa, ma c'è, ed è bassa per un buon 50% per la mentalità dell'italiano medio, non solo per i difetti del sistema. L'ambiente è impregnato di fatalismo, di "catto-comunismo" piagnone e assistenzialista, manca lo spirito liberale che ha fatto (e fa) grandi alcune nazioni dove il tenore di vita medio è assai più alto che non da noi. Solo per chi non riesce a scrollarsi di dosso questo peso infame (e non è facile farlo del tutto) vale la seguente frase: "chi non ha i fondi è solo “libero” di essere un lavoratore salariato o fare la fame." (cit. blamecanada). Ma in quel caso, più che richiedere a gran voce i soldi dei manager tout-court o ambire a rivoluzioni comuniste, penserei di cambiare la mia mentalità, che considererei drammaticamente perdente e contraria alla vita, tanto quanto quella di una giraffa che invece di far di tutto per sopravvivere mangiando le foglie più in alto nonostante faccia difficoltà ad arrivarci, richieda a gran voce che qualcun'altro gliele porga, finendo per morire di fame, considerando le altre "immorali" (un po' di evoluzionismo... ).
Del resto mi chiedo davvero che senso abbia vivere senza questo impulso vitale. Per questo desidero vivere in una società che non lo sopprime e trovo che quella italiana lo sopprima già troppo, e non di poco. Le alternative sono ben accette: per ora la violenta assurdità di Bakunin è rispedita al mittente

Amen
Ottimo intervento,mi è piaciuta specialmente la parte evidenziata.
Molte gente fra l'altro pensa che uguaglianza significhi appiattire i meriti,o peggio togliere a chi ha lavorato per dare a chi non lo ha fatto adducendo a qualche strano principio di giustizia sociale,solidarietà o addirittura morale.
La libertà di migliorarsi e la dignità è dovuta ma il resto bisogna guadagnarselo che siano beni mobili o immobili o posizione sociale,va garantita una giusta mobilità sociale ma nessun ascensore preferenziale che porta in alto indistintamente chi non vuole fare gli scalini perchè faticosi.
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Old 27-04-2009, 16:32   #16
pegasoalatp
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Ottimo intervento,mi è piaciuta specialmente la parte evidenziata.
Molte gente fra l'altro pensa che uguaglianza significhi appiattire i meriti,o peggio togliere a chi ha lavorato per dare a chi non lo ha fatto adducendo a qualche strano principio di giustizia sociale,solidarietà o addirittura morale.
La libertà di migliorarsi e la dignità è dovuta ma il resto bisogna guadagnarselo che siano beni mobili o immobili o posizione sociale,va garantita una giusta mobilità sociale ma nessun ascensore preferenziale che porta in alto indistintamente chi non vuole fare gli scalini perchè faticosi.
E' anche il mio pensiero.
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Old 27-04-2009, 17:01   #17
Dream_River
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L'unico modo per essere eguali é alla fine quello di essere tutti schiavi.
Quindi si potrebbe dire che la differenza fra liberali e socialisti (Immaginandoci questi due archetipi politici nella forma più pura, quindi tralasciando diramazioni come il liberismo sociale) e che i primi ritengono sia meglio essere schiavi del mercato mentre i secondi sia meglio essere schiavi della società?

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La libertà di migliorarsi e la dignità è dovuta ma il resto bisogna guadagnarselo che siano beni mobili o immobili o posizione sociale,va garantita una giusta mobilità sociale ma nessun ascensore preferenziale che porta in alto indistintamente chi non vuole fare gli scalini perchè faticosi.
Questa mi sembra un affermazione molto significativa, ne approfitto quindi per rivolgere una domanda in particolare a Magellano e Morkar Karamat (naturalmente niente vieta anche ad altri di rispondere)
Quindi voi ritenete che la libertà economica in qualche misura vada limitata, per evitare che l'ambizione di alcuni possa arrivare a schiacciare la libertà al miglioramento di tutti? (Ad esempio attraverso l'anti-trust)?

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Se non lo avessero sarebbero piú competitivi. Io non parlavo in assoluto (chi ha un welfare NON è competitivo), ma del fatto che il welfare è uno dei parametri che incide (negativamente) sulla competitività.
Questo è vero, è in effetti è una constatazione inquietante se è visto sullo sfondo della globalizzazione.
Viene da pensare che il capitalismo sia tutt'altro che morto, ma che sia un treno in corsa senza freni dal quale non c'è possibilità di scendere
Non si sa se la metà sarà bella o buona (ne che sia già dicisa), ma il ritmo con cui si muove è inquietante

Infatti di questi tempi in cui sto riflettendo in maniera più critica sulle mie convinzioni politiche, guardo con interesse il pensiero politico/economico del liberalismo sociale.
Ma devo ancora colmare molta della mia ignoranza in economia per potermi fare un opinione seria.
(Infatti ho aperto questo thread proprio perchè auguravo una discussione accesa fra i libertari del forum e altri utenti di idee politiche ispirate maggiormente dal socialismo)
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Old 27-04-2009, 17:49   #18
_Magellano_
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Morkar mi ha anticipato e mi trovo d'accordo anche in questo però vorrei aggiungere un ulteriore sfumatura al discorso dell'antitrust e organismi di controllo delle concorrenza che in molti casi diventano un ulteriore "mafia" anzichè un rimedio ai cartelli.
Ad esempio chiedo possibile che tutte le aziende che forniscono modem usb in Italia diano le stesse condizioni,molti fanno il discorso delle assicurazioni che fanno cartello ma invece invito molti di voi a vedere offerte per pennette usb dove sono tutte rigorosamente 10 euro per un 1 ora al giorno,30 euro 10 ore al giorno o 40 euro libero,per tutte le ditte maggiori.
Alla fine anche questo non è fare cartello? e sopratutto siamo sicuri che mettere un freno ad un fenomeno potenzialmente negativo ma fisiologico(e quindi autoassestante) lo risolva piuttosto che aggravarlo?
Dove stanno gli organismi di controllo in questa situazione?
Ma non vado avanti per non andare offtopic o per dire qualche imprecisione come potrei aver detto.
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Fritz!
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Quindi si potrebbe dire che la differenza fra liberali e socialisti (Immaginandoci questi due archetipi politici nella forma più pura, quindi tralasciando diramazioni come il liberismo sociale) e che i primi ritengono sia meglio essere schiavi del mercato mentre i secondi sia meglio essere schiavi della società?

Ma no, la mia era solo una risposta a Blanca, sull'affermazione che la libertà economica é astratta e non attinente alla realtà. A cui rispondevo che neppure l'uguaglianza é un concetto attinente alla realtà. E che l'unico modo perché tutti siano eguali é privare tutti delle loro libertà.

D'altronde non trovo un obiezione molto sensata l'idea che la libertà economica é fittizia perche non accessibile a tutti. Sarebbe come dire che la libertà di divorziare non é una vera libertà perché non é accessibile a chi non é sposato.
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Old 27-04-2009, 19:07   #20
Fritz!
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Originariamente inviato da Morkar Karamat Guarda i messaggi
Pensavo di leggere solamente per il momento, ma non posso non ribattere a tale affermazione

Vorrei fare un esempio un po' estremo ma non fantasmagorico, per cui niente Bill Gates (che era cmq di famiglia benestante) o Page&friend e l'esempio di Google, rimaniamo nei nostri confini (dati presi da http://politicando.myblog.it/archive...mo-poveri.html

Dopo l'acquisizione del centro Motorola da parte di Reply ho letto in un dettagliato articolo la storia personale del suo presidente, non l'ho ritrovato, ma ne faccio un riassunto: inizio come operaio, da famiglia umile, nell'indotto Fiat, diploma preso alle serali e diventa impiegato, laurea da autodidatta o quasi e comincia con le consulenze esterne, poi con le acquisizioni...ed ecco nascere Reply. Ora a quanto pare la sua situazione è la seguente nella classifica dei manager italiani: 155 Mario Rizzante p e a.d. Reply 820.000€
E in quell'articolo qualcuno si rivolge con rabbia (?) ed indignazione (??) di fronte a questi manager "strapagati", visti come "nemici di classe", anche nei moltissimi casi in cui la classe sociale era la stessa quando entrambi avevano 20 anni, semplicemente qualcuno ha talento, capacità, ambizione ed ha lavorato tanto, studiando di sera, mentre il suo "amico" si lamentava se in ufficio alle 17:45 gli arrivava una telefonata, perchè forse quel giorno priam delle 18:10 non avrebbe staccato (...padrone sfruttatore...). Senza pensare che il talento di quella persona dovrebbe essere per primo riconosciuto da lui, che ha un lavoro comodo dietro ad una scrivania come altre 2500 persone grazie all'attività di persone come quell'odiato manager strapagato, che inoltre contribuisce alla redistribuzione della ricchezza in modo allucinante già solo con la montagna di tasse che paga.
Siamo sicuri che la bilancia in Italia non sia già troppo a sfavore di persone come queste? Perchè nel momento in cui c'è la sensazione che non valga la pena di lavorare il doppio degli altri per seguire un progetto ambizioso, o si emigra o ci si siede alla mensa del "faccio le mie 8 ore nel posto con meno responsabilità possibile, attendendo l'aiuto dello Stato" e se un mondo di "manager" non va avanti, inutile dire che non va avanti nemmeno un mondo di operai.

Ma soprattutto trovo allucinante che i giovani si autoconvincano e automortifichino pensando che se non parti benestante non ce la puoi fare a fare qualcosa che non sia "campare". Questo è FALSO. In Italia ci sono difficoltà, è vero, soprattutto in alcune zone, ma si può cmq espatriare, dipende SOLO dal soggetto. E' vero, puoi partire non dalla prima fila, che è un aiuto, ma ho visto molte volte Valentino Rossi partire 10-12esimo e arrivare sul podio, anche vincere. Anche qui, lasciando stare casi già limite come quello raccontato sopra, sto vedendo molti conoscenti gestire il passaggio unversità-lavoro in modo radicalmente diverso, con risultati prevedibili nel lungo termine radicalmente diversi: chi è convinto che no può farcela, sicuramente non ce la farà e le sue scelte sembrano dettate da questo. C'è invece chi a 32 anni è dirigente. La mobilità sociale è bassa, ma c'è, ed è bassa per un buon 50% per la mentalità dell'italiano medio, non solo per i difetti del sistema.
Secondo me questo discorso esula dal liberalismo e sfocia nel rampantismo.

Non é mica che negli USA o nel mondo anglosassone tutti diventano manager o CEO...
Per un marchionne ci sono 200'000 dipendenti FIAT. E non cambia nei paesi anglosassoni. Anzi tenendo conto che in italia le piccole e piccolissie imprese sono in numero molto piu elevato, non si puo certo pensare di limitare tutto al discorso da mentalità del posto fisso.

La mobilità sociale va benissimo ed é un processo che crea maggiore benessere per tutti. Ma non si può certo pensare che la somma, a livello sociale, sia diversa da zero. C'é chi sale perché c'é chi scende.
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