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Inaugurazione anno giuidiziario
Anno giudiziario, dalle Corti d'Appello
duro atto d'accusa contro l'indulto A Roma le parole più pesanti: "Amara delusione per gli interventi legislativi" La difesa del ministro Mastella: "Primo passo verso la definizione di un nuovo sistema penale" La cerimionia al tribunale di Milano ROMA - Dopo le accorate parole pronunciate ieri dal presidente più anziano della Corte di Cassazione Gaetano Nicastro nel corso dell'inaugurazione dell'anno giudiziario nazionale, il drammatico quadro della giustizia italiana è stato confermato oggi dalle cerimonie svolte a livello locale in ogni sede di Corte d'Appello. Da Roma a Milano, da Palermo a Torino, la situazione tratteggiata negli interventi dei presidenti di Corte d'Appello è quanto mai allarmante. I problemi sono gli stessi denunciati ieri da Nicastro davanti alle massime cariche dello Stato e al ministro guardasigilli Clemente Mastella: ritardi, inefficienze, mancanza di risorse, organici insufficienti. L'autodifesa di Mastella. In molti tribunali sono risuonate poi parole dure contro l'indulto e le sue conseguenze sull'amministrazione della giustizia. Difendere il provvedimento è toccato quindi al ministro Mastella, intervenuto alla cerimonia di Napoli. "La stagione dell'indulto - ha detto il guardasigilli - di cui è sembrato che io sia l'unico padre e l'unica madre, che ha segnato la ricerca di una dimensione legale pure nella fase dell'esecuzione della pena, sarà compatibile premessa con la definizione di un sistema penale che, nel rispetto di tutte le regole, individui le fattispecie più rilevanti e le forme più agili per garantire libertà ai cittadini e forza alle istituzioni". Il disagio della capitale. A Roma per esprimere il disagio rispetto a una situazione che non accenna a migliorare, i magistrati hanno posto una toga sul leggio. Si tratta dell'ennesimo gesto simbolico dopo che negli anni passati i giudici avevano prima sfilato in toga nera e con in mano la Costituzione in segno di lutto per lo stato della giustizia e poi lasciato vuote quattro poltrone disposte in un lato, a testimoniare l'assenza della magistratura dal progetto dell'ordinamento giudiziario. Indulto sotto accusa. "Un semplice sguardo agli interventi legislativi susseguitisi nello scorso anno porta ad un'amara delusione", ha detto il presidente della Corte di Appello di Roma, Giovanni Francesco Lo Turco, nel suo discorso. Il magistrato ha puntato quindi il dito soprattutto sull'indulto, la cui legge ha costituito "anch'essa un intervento che in non pochi casi ha assicurato di fatto l'impunità" perché, riguardando l'estinzione delle pene detentive entro un limite "troppo ampio" (tre anni), ha determinato come conseguenza che "molti condannati non espieranno nemmeno un giorno di pena". L'indulto, ha proseguito, "non ha e non poteva avere efficacia sulla riduzione delle pendenze degli uffici giudiziari e ha prodotto l'effetto negativo della necessità di celebrare un numero rilevantissimo di processi in relazione ai quali l'eventuale pena non verrà mai espiata". Milano dichiara il fallimento. Fosco anche il quadro tratteggiato a Milano dal presidente della Corte d'Appello, Giuseppe Grechi. "Ci si chiede di assumere una condotta da manager - ha osservato - ma se fossimo un'impresa ora vi parlerebbe un curatore fallimentare". "I fondi per le spese d'ufficio - ha detto ancora Grechi - sono via via diminuiti dagli 873 mila euro del 2001 ai 400 del 2006; quelli per la vitale fotoriproduzione si sono ridotti a un terzo in tre anni (da 978.586 del 2004 a 348.000 del 2006), e buona parte dei fondi del 2006 sono arrivati, a seguito dell'ennesimo allarme di questa presidenza e per l'apprezzabile intervento straordinario del ministro solo a dicembre e sono serviti a pagare debiti già accumulati". Un raggio di sole a Torino. A Torino, se per molti aspetti la situazione è simile a quella degli altri distretti giudiziari con "il 90% dei procedimenti penali in corso "inutili" dal punto di vista della condanna per via dell'indulto, il presidente della Corte d'Appello Francesco Novità, ha sottolineato però un primato positivo. "I tribunali in cui i processi civili hanno avuto nel 2005 la minor durata - ha detto - sono quelli del distretto della Corte d'Appello di Torino". Palermo e il rischio prescrizione. Ritratto in chiaroscuro, ma nel complesso allarmante quello della giustizia siciliana fatto dal presidente della Corte d'appello di Palermo, Carlo Rotolo. Anche qui i processi durano sempre troppo e la mannaia della prescrizione acquista dappertutto una valenza "devastante", soprattutto in virtù della legge ex Cirielli che induce gli imputati a tentare la soluzione della dilatazione indefinita dei tempi del giudizio. A ciò va aggiunto che i reati sono infatti complessivamente in aumento, anche se quelli più gravi, come gli omicidi, sono invece in calo, così come quelli di mafia, di usura e di estorsione (perlomeno quelli denunciati). Desta però preoccupazione la crescita dei crimini legati alla violenza sessuale a danno dei minori. La protesta degli avvocati. Nel capoluogo siciliano l'inaugurazione dell'anno giudiziario è stata movimentata dalla protesta di un nutrito numero di avvocati che ha abbandonato l'aula del Tribunale di Palermo nel momento in cui ha preso la parola il sottosegretario alla Giustizia Luigi li Gotti. Una protesta mirata contro le misure che il governo intende adottare in materia di giustizia. Il ministro a Napoli. Protesta degli avvocati anche a Napoli, dove i legali hanno attuato un sit-in all'esterno di Castel Capuano mentre il presidente della Corte d'Appello, Raffaele Numeroso, nel Salone dei Busti, stava leggendo la sua relazione. La manifestazione si è poi conclusa quando ha preso la parola il ministro Mastella. La "forza" dell'istituzione giudiziaria, ha ricordato, "è fatta anche di credibilità, di prestigio, oltre che di strumenti e risorse". "Il mio impegno ed il mio auspicio - ha aggiunto il guardasigilli - sono pertanto rivolti a garantire un'attenzione a ciò di cui la giustizia ha bisogno. Risorse e mezzi, ma anche credibilità e prestigio, assetti ordinamentali equilibrati e riforme, che ne esaltino il ruolo nell'interesse dei cittadini". http://www.repubblica.it/2007/01/sez...no-locale.html stiamo messi bene ![]() |
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