Prodotti pericolosi su Temu e Shein: l'UE contro l'e-commerce low-cost più sfrenato
Il commissario europeo per la giustizia e recentemente espresso preoccupazione per la sicurezza dei prodotti venduti da Shein e Temu. L'UE sta infatti valutando nuove misure per contrastare l'importazione di beni non conformi alle normative europee.
di Nino Grasso pubblicata il 21 Luglio 2025, alle 11:51 nel canale WebLa Commissione Europea ha avviato un'azione decisa contro le piattaforme di vendita online cinesi, con particolare focus su Shein e Temu, a seguito della scoperta di prodotti potenzialmente pericolosi che violano le normative di sicurezza dell'Unione. Michael McGrath, commissario europeo per la giustizia, ha espresso forte preoccupazione per la tossicità e i rischi associati ad alcuni articoli commercializzati attraverso queste piattaforme all'interno di un'intervista rilasciata al Guardian.

L'entità del fenomeno risulta particolarmente insidiosa: ogni giorno entrano nell'UE circa 12 milioni di pacchi di basso valore provenienti da rivenditori online esterni al blocco europeo. I dati dell'Unione mostrano che nel 2024 sono previste 4,6 miliardi di spedizioni sotto i 150 euro, il doppio rispetto al 2023 e il triplo rispetto al 2022. Una crescita esponenziale che ha già messo sotto pressione i sistemi di controllo nazionali, rendendo necessario un intervento coordinato a livello europeo.
Prodotti pericolosi e norme violate: cosa si nasconde dietro gli e-commerce low-cost
Le indagini condotte dalle autorità europee hanno rivelato gravi violazioni delle normative di sicurezza: tra i casi più preoccupanti emergono succhietti per bambini con perline che si staccano facilmente, privi del foro di dimensioni regolamentari necessario per prevenire il soffocamento in caso di ingestione accidentale. Altri prodotti problematici includono impermeabili per bambini contenenti sostanze chimiche tossiche, occhiali da sole senza filtro UV e pantaloncini con lacci superiori alla lunghezza consentita.
Particolarmente grave risulta la presenza di cosmetici contenenti butilfenil metilpropionale, noto come Lilial, una sostanza classificata dall'UE come di "massima preoccupazione" e vietata dal 2022 per i potenziali effetti sulla fertilità e sullo sviluppo fetale. Il Regno Unito ha già raccomandato ai consumatori di smaltire tutti i prodotti contenenti tale ingrediente. Il sistema Safety Gate dell'UE ha registrato nel 2024 un record di 4.137 avvisi per prodotti non alimentari non sicuri, con oltre un terzo relativo ai cosmetici, seguiti da giocattoli, elettrodomestici, automobili e prodotti chimici.
McGrath ha sottolineato come la situazione non riguardi solo la protezione dei consumatori, ma crei anche un problema di concorrenza sleale per le imprese europee. Le aziende del continente sostengono costi per conformarsi ai requisiti normativi, mentre si trovano a competere sugli stessi mercati con venditori che non rispettano le stesse regole. La crescita straordinaria delle piattaforme cinesi negli ultimi due anni ha chiaramente inciso sulle possibilità di guadagno delle realtà che si impegnano a conformarsi con le normative vigenti, per un fenomeno che potrebbe peggiorare sempre più nel corso dei prossimi anni.
L'Unione Europea sta valutando diverse contromisure per affrontare la situazione: tra le opzioni figura l'abolizione della soglia di 150 euro per le esenzioni doganali e l'introduzione di una tassa di gestione per ogni pacco, misure che potrebbero scoraggiare gli acquisti di basso valore e finanziare controlli doganali più approfonditi. Un'altra possibilità riguarda la creazione di un'autorità doganale europea per gestire i problemi sistemici a livello continentale. Mosse non troppo differenti da quelle volute negli USA da Donald Trump, che ha firmato un ordine esecutivo per eliminare la soglia duty-free di 800 dollari, imponendo agli acquirenti americani una tassa aggiuntiva del 30% o un minimo di 50 dollari per articolo.
La questione sarà affrontata con le autorità cinesi durante una visita prevista entro la fine dell'anno, mentre rimane incerto se l'argomento sarà discusso durante il vertice UE-Cina di Pechino del 25 luglio. Le piattaforme coinvolte hanno già risposto alle critiche annunciando investimenti in sicurezza e conformità. Shein ha dichiarato un investimento di 15 milioni di dollari per il 2025 in iniziative di conformità e sicurezza, includendo 2,5 milioni per test di qualità e sicurezza dei prodotti, con partnership presso 15 centri di test in Regno Unito e Germania. L'azienda ha inoltre rimosso 500 fornitori dal proprio marketplace e ha affermato di collaborare con organizzazioni di certificazione riconosciute a livello mondiale come TÜV SÜD, Eurofins, SGS e Bureau Veritas.










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12 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoCosa che era già stata fatta anni fa poi abolita...
12 milioni di pacchi al giorno, 12 milioni di avvisi di pagamento, 12 milioni di persone che devono andare all'ufficio postale a ritirare il pacco.
Shein e temu non li uso, vado di aliexpress da quando esiste, ma qui in ufficio a maggioranza femminile, shein spopola !
12 milioni di pacchi al giorno, 12 milioni di avvisi di pagamento, 12 milioni di persone che devono andare all'ufficio postale a ritirare il pacco.
Shein e temu non li uso, vado di aliexpress da quando esiste, ma qui in ufficio a maggioranza femminile, shein spopola !
Già AliExpress è quasi una mezza garanzia,sono molto severi su prodotti scadenti o regole,mi spiegava un negozio/venditore che hanno un tot di richiami,poi scatta il ban permanente e ritornare sulla piattaforma è difficile se non impossibile,fanno molti controlli,quindi evitano di vendere porcheria estrema,cosa che non fa ne shein ne temu.
Le tue colleghe di lavoro,quando si troveranno con problemi della pelle causati da colori e sostanze nocive,se ne accorgeranno,alcune aziende cinesi del tessile sono attente a queste cose, altre, specialmente quelle a basso costo,se ne fregano.
Penso che le aziende che lavorano per shein non fanno i controlli che servono sui tessuti etc.
Penso che le aziende che lavorano per shein non fanno i controlli che servono sui tessuti etc.
Mah, argomento che non ho mai affrontato, non ho idea...
Ma casualmente qualche tempo fa, mi hanno fatto vedere che un costume da bagno era venduto su shein a 8 euro mi pare e qualcuna lo aveva trovato su bonpix a 35 credo, stesso modello.
Verissimo.
Peccato che la stessa cosa non è mai stato un problema per la produzione dislocata là, cioè il fatto di andare in Cina a produrre con controllo dell'uso di prodotti tossici e degli scarichi inquinanti pari a zero. Quella era globalizzazione.
Ora che la Cina vende robe sue, le nostre imprese sono soggette alla concorrenza sleale, cioè delle stesse imprese cinesi che usano gli stessi metodi di produzione che hanno usato fino a ieri tutte le aziende del mondo tranne una manciata (che fa robe di nicchia, perché elettronica e plastiche sono tutte realizzate in Cina).
Ragionamento che non fa una piega certo.
Così come non fa una piega quella di difendere i nostri mercanti che comprano le stesse cose in Cina a 1 euro e lo rivendono a 10 o 20. Basta vedere le differenze di prezzo degli stessi identici prodotti venduti su Temu/Aliexpress o Amazon/ebay.
Se l'acquisto passa da questi ladri (eh, ma tengono famiglia), allora tutto va bene. Se li si bypassa (rischiando la garanzia, che tanto spesso farla applicare anche con gli acquisti locali non è sempre automatica, ma saranno affari miei se non la voglio risparmiando la metà o più del prezzo) allora è concorrenza sleale.
E quindi la ricerca della motivazione più caxxona per giustificare altre tasse/balzelli/impedimenti nel tentativo di arginare quella breccia nella diga che hanno prodotto anni fa e che ora è incontenibile con buona pace di chi ha appoggiato per anni la globalizzazione ritenendola la nuova frontiera dello sfruttamento low cost di intere popolazioni, non solo per il costo della manodopera, ma anche come detto, per la qualità dei processi produttivi dove era tutto lecito pur di pagare meno il prodotto.
Faceva comodo la cina quando gli portavano gli oggetti da produrre, ma ora che li fanno e li vendono loro, eh no, non va bene, altimenti le maglie da 100 euro a chi le vendiamo ?
Le tue colleghe di lavoro,quando si troveranno con problemi della pelle causati da colori e sostanze nocive,se ne accorgeranno,alcune aziende cinesi del tessile sono attente a queste cose, altre, specialmente quelle a basso costo,se ne fregano.
Penso che le aziende che lavorano per shein non fanno i controlli che servono sui tessuti etc.
Eppure anche aliexpress non ha una gran fama di prodotti di qualità (che si trovano comunque se si cerca)
Voglio dire ieri quasi per scommessa con me stesso ho fatto un ordine di 15€ che comprendeva dei prodotti per un valore complessivo di almeno 200€ se li avessi acquistati da Amazon, cioè parliamo di prodotti che normalmente su Amazon si vendono a 15/30€ e che su aliexpress compri a 1/2 o al massimo 3€, mi chiedo come sia possibile...
Voglio dire ieri quasi per scommessa con me stesso ho fatto un ordine di 15€ che comprendeva dei prodotti per un valore complessivo di almeno 200€ se li avessi acquistati da Amazon, cioè parliamo di prodotti che normalmente su Amazon si vendono a 15/30€ e che su aliexpress compri a 1/2 o al massimo 3€, mi chiedo come sia possibile...
semplice...
comprano a 1 e vendono a 10 !
Voglio dire ieri quasi per scommessa con me stesso ho fatto un ordine di 15€ che comprendeva dei prodotti per un valore complessivo di almeno 200€ se li avessi acquistati da Amazon, cioè parliamo di prodotti che normalmente su Amazon si vendono a 15/30€ e che su aliexpress compri a 1/2 o al massimo 3€, mi chiedo come sia possibile...
Un mio amico ha preso l'anno scorso uno stesso set di cacciaviti (quelli che si usano per smontaggio telefoni e tecnologia varia) a circa un terzo di quello che avevo speso io però molti anni prima.
Però ho anche trovato roba che cmq paghi abbastanza anche se la compri su Amazon, quindi non risparmiandoci nulla.
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