OpenAI chiede al governo USA l'accesso illimitato ai contenuti protetti da copyright per competere nell'IA
OpenAI sollecita il governo statunitense a dichiarare l'addestramento delle IA come "fair use" nel piano di Donald Trump, previsto per luglio. La mossa mira a garantire accesso illimitato ai dati per le aziende americane e mantenere il vantaggio tecnologico sull'intelligenza artificiale cinese
di Andrea Bai pubblicata il 14 Marzo 2025, alle 16:03 nel canale WebOpenAI
OpenAI sta esercitando una "garbata" pressione nei confronti dell'amministrazione statunitense affinché il piano d'azione sull'IA delineato da Donald Trump, atteso per luglio, risolva le complesse dispute legali sui diritti d'autore: la società ritiene che l'addestramento dell'IA utilizzando opere coperte da copyright rientri nell'ambito del "fair use", garantendo così alle aziende americane un accesso illimitato ai dati necessari per sviluppare modelli sempre più avanzati, considerati cruciali per mantenere il vantaggio tecnologico sui modelli IA sviluppati in Cina.
Attualmente, i tribunali statunitensi stanno valutando se l'addestramento delle IA possa effettivamente essere considerato un "fair use", considerando le posizioni dei detentori dei diritti secondo le quali i modelli di intelligenza artificiale, addestrati su opere creative protette da copyright, rischiano di sostituirli nei mercati e di compromettere la qualità della produzione creativa umana. OpenAI si trova coinvolta in numerose cause legali con titolari di diritti d'autore, difendendo la sua posizione con la tesi che l'addestramento delle IA trasformi le opere originali in qualcosa di nuovo e diverso e che gli output generati non siano sostituti diretti delle opere originali. Di recente, però, una sentenza ha segnato un punto a favore dei titolari dei diritti d'autore, stabilendo che l'addestramento delle IA non costituisce "fair use" perché gli output generati possono effettivamente sostituire i servizi e prodotti editoriali originali dei titolari.

In un intervento sul proprio sito ufficiale OpenAI anzitutto sostiene che i suoi modelli non replicano opere per il consumo pubblico ma apprendono dai dati estratti modelli linguistici e strutture contestuali, creando qualcosa di completamente nuovo senza compromettere il valore commerciale delle opere originali. La società inoltre propone al governo USA un cambio di strategia sul copyright durante il periodo di consultazione pubblica del piano d'azione sull'IA.
In particolare, la proposta di OpenAI si basa sull'idea che gli Stati Uniti debbano promuovere la "libertà di apprendimento" nell'industria dell'intelligenza artificiale, partendo dall'ipotesi che la Cina potrebbe già accedere a dati protetti da copyright che le aziende americane non possono utilizzare, ottenendo così un vantaggio competitivo senza offrire protezioni significative ai creatori originali. OpenAI afferma che garantire l'accesso ai dati su scala globale è essenziale per lo sviluppo dell'IA e per mantenere la leadership tecnologica americana.
La società ha inoltre espresso preoccupazione per le numerose leggi (oltre 800, in nemmeno tre mesi!) statali introdotte nel 2025 per regolamentare l'intero settore dell'intelligenza artificiale: secondo OpenAI rappresentano anch'esse il rischio di un freno alla competitività degli Stati Uniti, poiché sarebbero difficili da applicare ad aziende estere, soprattutto le realtà cinesi.

La proposta di OpenAI comprende inoltre il suggerimento per il governo statunitense di una maggior proattività nelle discussioni internazionali sulle politiche legate ai diritti d'autore e all'intelligenza artificiale, così che non sia possibile per paesi meno competitivi imporre restrizioni legali alle aziende americane e rallentare il progresso.
Secondo OpenAI si tratta di una situazione da affrontare con rapidità, a fronte dell'avanzamento dei modelli open source cinesi: la società cita espressamente DeepSeek sottolineando come il vantaggio competitivo statunitense si stia assottigliando.










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10 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoQuindi secondo la loro tesi strampalata, anche gli autori non USA devono contribuire a mantenere la supremazia USA a loro spese. Fico.
"Ah no, ma gli Usa rispettano le leggi internazionali e il copyright, mentre la Cina fa quello che vuole..." "gli Usa sono una democrazia, quindi sono per definizione più onesti e affidabili della Cina"
Sì sì, come no...
"Ah no, ma gli Usa rispettano le leggi internazionali e il copyright, mentre la Cina fa quello che vuole..." "gli Usa sono una democrazia, quindi sono per definizione più onesti e affidabili della Cina"
Sì sì, come no...
Quoto.
Tra l'altro se ci fossero i democratici al Potere tutti i giornali (italiani) ammanterebbero questo furto di proprietà intellettuale come "democratico" e per il bene di tutti.
Fa ridere come la gente possa essere così credulona quando i giornalisti all'unisono ci dicono come dobbiamo pensarla. Adesso vanno contro Trump e prima a favore di Biden: sempre una massa di pesci boccaloni siamo, questa è la vera costante.
Sì sì, come no...
Io invece vi squoterei entrambi a randellate... mettere sullo stesso piano USA e Cina sul rispetto delle proprietà intelletuali è come mettere sullo stesso piano L'erpes con l'AIDS.
Che poi almeno qui se ne discute pubblicamente ma per esempio che ne sappiamo di come sono stati raccolti i dati per addestrare deepseek?
L'unica cosa che si sa e che la versione online ha un filtro per evitare che dica cose che al governo non piacciono...
E questa mi sa che è solo una tua fantasia smentita dalla realtà basti pensare come giornali anche di sinistra si siano scagliati proprio contro chatgbt e durante l'amministrazione Biden, esempio:
New York Times contro ChatGpt: ecco tutti i diritti in gioco Pubblicato il 29 dic 2023
Quindi almeno in questo caso la storia del "prima quando c'era biden andava tutto bene e ora tutti a criticare Trump" è semplicemente una cazzata.
Prima o poi o daranno l'OK oppure avranno l'accesso in altri modi.
Senza contare che la supremazia dell'AI dovrebbe essere il fattore prioritario su qualunque altra cosa.
A me fa ridere la gente che dà del "credulone" agli altri e poi si "informa" su FB e TikTok.
Ecco i toni pacati di chi è portatore di verità...
E di Chatgpt, invece? Cosa ne sappiamo?
Perché ci sono stati parecchi autori che hanno fatto causa per infrazione del copyright...
Ma c'è la credenza naif che gli Usa siano rispettosi e amici di tutti.
Gli Usa, da sempre, fanno i loro interessi passando sopra a tutti, compresi i partner più vicini.
O vogliamo negare i vari whistleblower, o l'amicizia dimostrata dall'America negli ultimi 2 mesi?
Russia e Cina non lo fanno invece?
La prima sta praticamente iniziando la terza guerra mondiale, ma immagino sia solo una bazzecola, la colpa dev'essere senz'altro degli americani, come sempre.
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