La partita del secolo: 143.000 giocatori hanno sfidato online il campione di scacchi Magnus Carlsen. Ma come è finita?

La sfida tra Magnus Carlsen e il resto del mondo si è conclusa con un risultato che nessuno avrebbe immaginato: un pareggio dopo 32 mosse e 46 giorni di gioco, in una partita che ha coinvolto oltre 143.000 persone da ogni angolo del pianeta.

L’evento, ospitato sulla piattaforma Chess.com, ha segnato un nuovo record mondiale per il maggior numero di partecipanti in una singola partita di scacchi online, superando di gran lunga il precedente primato stabilito da Garry Kasparov nel 1999 contro 50.000 utenti.

Magnus Carlsen vs The World: la leggenda costretta al pareggio da una community globale

La partita, iniziata il 4 aprile, si è svolta secondo la formula “freestyle” o Chess960, una variante inventata da Bobby Fischer che prevede una disposizione casuale dei pezzi sulla prima riga, mentre i pedoni restano nelle posizioni tradizionali.

Carlsen, con i pezzi bianchi, giocava da solo, mentre il “Team Mondo” – composto da decine di migliaia di appassionati – rispondeva votando la mossa da eseguire entro 24 ore. Ogni giorno, la community discuteva, analizzava e sceglieva la strategia migliore, supportata anche da un gruppo di coach esperti che fornivano analisi e consigli tecnici in tempo reale.

Nonostante Carlsen partisse da assoluto favorito – è il giocatore con il punteggio Elo più alto della storia e ha detenuto contemporaneamente i titoli mondiali classico, rapid e blitz – la partita ha preso una piega inaspettata. Dopo un’apertura promettente, il norvegese non è riuscito a concretizzare il vantaggio iniziale. Il Team Mondo ha saputo resistere con disciplina e solidità, forzando la patta grazie a una tripla ripetizione di scacchi al re di Carlsen.

Lo stesso Carlsen ha riconosciuto il valore degli avversari: “Il mondo ha giocato in modo molto solido, forse meno creativo, ma efficace. All’inizio pensavo di essere un po’ meglio, poi forse non ho giocato così precisamente e, onestamente, da allora non mi hanno più dato una sola possibilità”.