STMicroelectronics crolla in Borsa: cosa succede alla società italo-francese?

Il fatturato in calo e previsioni non migliori per il 2025 stanno affossando il titolo di STMicroelectronics in Borsa. Pesa la frenata dell'automotive in Europa, ma non solo. L'azienda illustra la strategia per contenere i costi.
di Manolo De Agostini pubblicata il 30 Gennaio 2025, alle 14:07 nel canale MercatoSTMicroelectronics
Il titolo di STMicroelectronics sta perdendo pesantemente in Borsa (-8% al momento) dopo aver presentato i risultati finanziari del quarto trimestre e dell'intero anno fiscale 2024. La società italo-francese, guidata da Jean-Marc Chéry, ha annunciato conti deludenti e previsioni sotto le attese degli analisti per il Q1 2025.
In Italia la società ha centri produttivi ad Agrate Brianza e Catania, oltre a diramazioni in altre parti della Nazione: si parla di 13 siti con più di 12.500 mila dipendenti, di cui più di 3.400 ricercatori (dati 2024).
Il Q4 2024 di ST si è chiuso con un fatturato di 3,32 miliardi di dollari, in calo del 22,4% su base annua, ma in crescita sul Q3 2024 del 2,2%. L'utile netto si è fermato a 341 milioni di dollari, in calo del 68,3% sul miliardo circa di 12 mesi fa.
L'anno è andato sulla falsariga dell'ultimo trimestre: i ricavi hanno raggiunto 13,26 miliardi di dollari, il calo del 23,2% sul 2023, e l'utile netto si è attestato a 1,5 miliardi di dollari contro i 4,2 miliardi di dollari precedenti.
A pesare sui conti l'andamento europeo del settore dell'auto, ma anche altri comparti come quello dei prodotti analogici, MEMS e sensori (AM&S). Purtroppo, non sembra che il 2025 inizierà con un piglio diverso.
"Per quanto riguarda le previsioni sulle attività di ST per il primo trimestre, ci aspettiamo, come valori intermedi, ricavi netti di 2,51 miliardi di dollari, corrispondenti a una diminuzione anno su anno del 27,6% ed a una diminuzione del 24,4% rispetto al trimestre precedente; il margine lordo è atteso intorno al 33,8%, con un impatto di circa 500 punti base dovuto agli oneri da sottoutilizzo della capacità produttiva", spiega la società.
STMicroelectronics: a Catania il primo impianto al mondo integrato per il carburo di silicio
La società ha annunciato il lancio di un programma per rimodellare la propria impronta produttiva, accelerando la capacità di fabbricazione di wafer a 300 mm di silicio (Agrate e Crolles) e 200 mm di carburo di silicio (Catania) e ridimensionando la sua base di costi globale.
In termini di spese operative, STMicroelectronics prevede risparmi sui costi annuali compresi tra 300 e 360 milioni di dollari a partire dal 2027, rispetto alla base di costo del 2024.
Confermato anche il focus sulla Cina con la strategia China-for-China, il cui obiettivo è creare un ecosistema di produzione locale per servire al meglio il mercato cinese dell'automotive. Nel piano rientra anche l'accordo con Sanan Optoelectronics siglato nel giugno 2023.
9 Commenti
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Più che altro sono le prospettive sull'elettrico in Europa che non si sono avverate per il 2024.
Pensa era un cerchio perfetto, 3SUN col FV, ST con gli inverter, mancano pale EO e accumuli e sarebbe stato tutto lì uno a fianco a l'altro.
Dimenticavo il pieno in "tre minuti" quello è piú importante di qualunque altra cosa.
chissà che fine faranno i dipendenti Europei quando si sposteranno dove non si suicida l'economia
E a far una "strategia EU-for-EU" non ci pensano?
Pensa era un cerchio perfetto, 3SUN col FV, ST con gli inverter, mancano pale EO e accumuli e sarebbe stato tutto lì uno a fianco a l'altro.
Dimenticavo il pieno in "tre minuti" quello è piú importante di qualunque altra cosa.
In teoria per le pale eoliche c'è Siemens Gamesa. Sembra che stiano uscendo dai problemi di qualità delle turbine degli ultimi anni.
Mentre per gli accumulatori, in teoria ci sarebbe dovuta essere Northvolt. Ma sta andando gambe all'aria. E chi la salverà saranno i cinesi (Geely in primis)
(sempre) in teoria la possibilità di fare una filiera end-to-end in Europa ci sarebbe, sia come capacità di ricerca che di produzione industriale. Ma nei fatti, siamo indietro.
E a far una "strategia EU-for-EU" non ci pensano?
Se pensavano ad una strategia UE-for-UE, non si sarebbero suicidati con il gas americano. Le imprese sono in fuga dalla Germania per via dei costi dell'energia troppo elevati. I prezzi sono più che raddoppiati.
Possiamo o vogliamo fare finta che la guerra in Ucraina non c'entri niente, ma non è così.
Sbagli
TUTTI sapevano che sarebbe andata a finire nel modo in cui sta andando a finire.
Solo gli idioti burocrati scaldapoltrone europei non c'erano arrivati (e questo nella migliore delle ipotesi: in realtà avrebbero pure finanziato gruppi ambientalisti per sostenere le politiche green, quindi pure corrotti e disonesti).
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