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#1 |
www.hwupgrade.it
Iscritto dal: Jul 2001
Messaggi: 75173
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Link alla notizia: https://edge9.hwupgrade.it/news/devi...ale_94960.html
Il momento in cui Rocky Linux sarà lanciato si avvicina: gli sviluppatori prevedono che il varo sarà nel secondo trimestre, con la prima "release candidate" che sarà pubblicata entro il 31 marzo Click sul link per visualizzare la notizia. |
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#2 |
Senior Member
Iscritto dal: Feb 2004
Messaggi: 5856
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possibile che non si riesca a fare a meno di una distribuzione, una sola, ce ne sono 500.. per me questa è e sarà sempre la zavorra di gnu-linux, una ridondanza di centinaia di sistemi tutti uguali e tutti diversi, inutile e dispersiva
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#3 | |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2008
Messaggi: 10262
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Quote:
Tra Rocky Linux, Alma, Oracle Linux & Co, IMHO rimarrà solo una distro nel giro di 1-2 anni. Probabilmente sarà proprio Rocky Linux a prevalere se AWS continuerà a sponsorizzarla.
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Le mie 80+ Trattative del Mercatino Vendo: Case Koolink midtower con pannelli fonoassorbenti |
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#4 |
Member
Iscritto dal: Dec 2016
Città: Toulouse/Montpellier/Melbourne
Messaggi: 270
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in realtà il mondo linux server ormai si riduce a giusto le debian-based a partire da ubuntu server e le redhat-based a partire RHEL e centos.
tutto il resto o è irrilevante (al limite ci sono le slack-based con SUSE, ma quelle di norma te le montano direttamente sistemisti microsoft. l'unico motivo per usarle era l'integrazione con ADFS ed Exchange. ma ormai on-premise pure quelli stanno scomparendo) o non è un problema (un qualunque sistemista RHEL mette tranquillamente le mani su un oracle linux, un centos e famiglia senza cambiare una virgola. idem dicasi per mondo debian. fermo restando che al 90% il sistema in sé non ha nemmeno grande importanza, si fa tutto in sandbox e container ormai) mica tanto differente dai winserver standard e datacenter edition alla fin fine, sempre un sistemista che sappia il fatto suo ti serve |
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#5 |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2007
Messaggi: 3519
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C'è molta più SUSE che Debian, almeno nelle grandi aziende.
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Il senno di poi è una scienza esatta ![]() |
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#6 | |
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2001
Città: Kendermore
Messaggi: 6624
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https://tasslehoff.burrfoot.it | Cloud? Enough is enough! | SPID… grazie ma no grazie "Arguing that you don't care about the right to privacy because you have nothing to hide is no different than saying you don't care about free speech because you have nothing to say." |
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#7 | |
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2001
Città: Kendermore
Messaggi: 6624
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Anche prima la scelta della distribuzione non è mai stata così critica, una volta soddisfati i requisiti del servizio che vuoi farci girare sopra era questione più che altro di preferenze. In fin dei conti il 99,9999% dei problemi è dovuto a rogne applicative, non certo a capricci della distribuzione. Sulle differenze tra mondo Debian e RedHat poi ci sarebbe tanto da dire, ma si tratta più che altro di dettagli insignificanti per qualunque sistemista, un link simbolico qui anzichè la, un servizio che cambia leggermente nome ma è comunque "parlante", package manager diverso ma che funziona in modo molto simile, piccole cose del genere. Le differenze più significative sono su aspetti che (ahimè ![]()
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#8 | |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2012
Messaggi: 8629
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Pixel 5 - Galaxy S21 - Galaxy Tab S7 - Yoga Slim 7 Ryzen 7 16gb RAM - NUC i5-1145G7 /32Gb RAM /NVME 1Tb + SSD SATA 1Tb - BenQ EX2780Q + BenQ PD2500Q - XBOX Series S |
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#9 |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2008
Città: Lat.: 45° 42′ 15′′ N Long.: 9° 35′ 15′′ E
Messaggi: 1355
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Nella vita quotidiana sicuramente scegli sempre tra centinaia di beni e servizi differenti: vini, automobili, biciclette, scarpe, camicie cellulari, ecc. ecc. ecc. Eppure, vorresti una sola distribuzione Linux... non ti pare una contraddizione? Se tu volessi iniziare a produrre borsette in cuoio perché dovrei venirti a dire che in Italia già ci sono già tante pelletterie?
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Ultrabook: Lenovo ThinkPad X220 - 8GB ddr3, Intel i5 2520M, ssd S3+ 240GB, OS MX-Linux 23.5_x64 Xfce Subnotebook: Sony Vaio VPC-YB1S1E - 8GB ddr3, AMD E-350, ssd OCZ Trion 100 120GB, OS Windows 10 Pro 22H2 64 bit NAS: Foxconn R30-A1 - Barebone SFF - AMD E-350, 4GB ddr3, hdd 4TB WD40EFRX, OS XigmaNAS 11.4.04 x64-embedded |
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#10 |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2003
Messaggi: 2355
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Finche' saranno libere, e il software che includono lo richiede, sara' sempre possibile, prendere l'intera distribuzione, cambiare 1 solo byte, o nessuno, o meglio rimuovere i riferimenti al brand originale se e' un brand registrato, e ri-rilasciarla sotto un altro nome come se fosse propria. In fondo inizialmente hanno tutte fatto cosi. Per esempio Ubuntu e' derivata dalla Debian, e continua ad attingervi, anche se ha i suoi canali di testing/sviluppo (ppa, etc.); Mandrake era derivata dalla RedHat, tramite l'aggiunta del KDE, che inizialmente RedHat non includeva perche' non approvava la licenza di QT, poi si e' fusa con Conectiva ed e' diventata Mandriva, e quando ha cessato le operazioni commerciali, si e' riversata in Mageia (che presto rilascera' la Mageia-8) e in Openmandriva. Mint deriva da Ubuntu. Oracle era basata su RedHat e ha aggiunto le sue customizzazioni; Manjaro deriva da Arch, fornendo i binari; Fedora deriva da RedHat, quando RedHat decise che era piu' profittevole dedicarsi soltanto ai server, e abbandono' la distribuzione desktop (che ricordo fino a quel periodo venivano vendute in dei cofanetti completi di CD e manuali stampati).
Le uniche due che mi vengono in mente abbiano cessato la distribuzione, sono Yellow Dog Linux, una distribuzione derivata da RedHat orientata ai processori PowerPC dei Mac, sparita perche' e' sparito l'hardware (come per l'Amiga), e l'altra e' la SCO-Linux, acquistata da Novell e poi confluita in SUSE. Ubuntu stessa che aveva tentato la customizzazione del desktop con Unity, ma ha preferito mollarlo e aggrapparsi al Gnome upstream, risparmiando sullo sviluppo interno. |
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#11 | |
Bannato
Iscritto dal: May 2008
Città: Verona
Messaggi: 612
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E sono tutti riconducibili a paure e fobie personali: la paura di sbagliare, essere giudicati, non essere all'altezza. Io di fronte ad una nuova distro mi entusiasmo e vorrei scoprire quali vantaggi mi da, e trovo questo stimolante. Creo subito una macchina virtuale, scarico, installo e poi esploro. Se mi trovo bene e vedo che da vantaggi tangibili, la adotto e modifico la mia vita in funzione delle nuove comodità e funzionalità ritrovate. Tu invece provi fastidio e vorresti avere meno scelte possibili, perché? Sembri mio nonno, lui accendeva la TV e lasciava sempre sul RAI 1. Non ho mai capito se la sua fosse paura che si rompesse il telecomando, o incapacità, o magari disinteresse per il resto dei canali disponibili. Di sicuro rimanere nell'area di comfort mostra paura di esplorare il mondo. E lasciare che altri scelgano al posto nostro lasciandoci 1, 2, max 3 possibilità chiare, togliendoci lo stress e l'ansia che sopraggiunge nel dover scegliere noi. Sempre più persone oggi non sono in grado di risolversi da soli i propri problemi decisionali ed esistenziali, cercando di demandarli ad altri. P.S. Dimenticavo di dire che sto per laurearmi in psicologia. Ultima modifica di Mechano : 25-01-2021 alle 17:21. |
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#12 | |
Senior Member
Iscritto dal: May 2001
Messaggi: 12778
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Non vedo che fastidio ti dia la possibilità di scelta, sinceramente. Se poi uno non vuole sbattersi per decidere, allora guarda te lo dico io quale provare: vai con Ubuntu e via. A te piacerebbe se ci fosse solo un modello di auto acquistabile (anche se ci vogliono arrivare con l'elettrico)? A me NO. |
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#13 | |
Senior Member
Iscritto dal: Feb 2004
Messaggi: 5856
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La scelta è buona finché ha un senso ma così è solo spreco di risorse. |
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#14 | |
Senior Member
Iscritto dal: Feb 2004
Messaggi: 5856
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#15 | |
Senior Member
Iscritto dal: Feb 2004
Messaggi: 5856
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OT: avere centinaia di beni e servizi differenti mi pare stia iniziando a essere sempre più insostenibile, specie da un punto di vista ambientale. Un po' di razionalizzazione non guasterebbe. Fine OT Ultima modifica di Opteranium : 25-01-2021 alle 17:52. |
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#16 | |||||
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2006
Messaggi: 3131
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Sicuramente è positivo avere più scelta ma reinventare la ruota 100 volte forse è troppo. Quote:
IMHO quello server è un mondo diverso da quello desktop/portatile (client) anche se mi rendo conto che forse sto andando un po' OT parlando di mondo desktop/portatili. Quote:
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Se invece la maggior scelta causa frammentazione e non perfetta compatibilità può essere un problema. Poi ripeto, parlo soprattutto per il mondo client e utenti non esperti. Ultima modifica di Alfhw : 25-01-2021 alle 18:59. |
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#17 | |
Senior Member
Iscritto dal: May 2001
Messaggi: 12778
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La scelta è buona finché ha un senso, ma così è solo uno spreco di risorse. A parte gli scherzi, stai confondendo la possibilità di scelta dell'utente con una gestione manageriale ed un impegno di risorse che è evidentemente soggettivo per ognuno di coloro che offrono una distribuzione Linux. In generale una distribuzione non fa nient'altro che fare questo: collezionare programmi che sono scritti da terzi (il famoso upstream), eventualmente patcharli e offrirli in versione binaria in maniera da restituire una esperienza più o meno coerente (cosa quest'ultima che non è sempre obiettivo di chi fa una nuova distribuzione). Dopodiché non è vero che sono esattamente gli stessi programmi: dipende. Dal punto di vista teorico e anche pratico un kernel o un programma patchati non sono affatto "gli stessi", nel senso che non è ciò che ti fornisce l'upstream. Ci sono distribuzioni che cercano di mantersi vicine a quanto hanno fatto gli sviluppatori (Slackware/Arch) e distribuzioni che invece patchano il codice come se non ci fosse un domani (Ubuntu/Fedora). Quindi già questo aprirebbe tutto un discorso enorme. A questo aggiungiamoci che molte distro sono pre-confezionate per certi specifici scopi. Esistono distro pensate per NAS ad esempio, piuttosto che per fare musica, piuttosto che per fare dei server sicuri e via discorrendo. Quella particolare distribuzione di binari è messa a disposizione perché gli utenti, soprattutto quelli meno esperti (o anche esperti che non vogliono perdere troppo tempo a compilarsi a mano i pacchetti) possano avere già un ambiente pronto all'uso. Non è un caso se ad un neofita si può consigliare Ubuntu mentre magari ad un utente più scafato si consiglia Arch, piuttosto che Gentoo o Slackware. Ergo, NON sono distro uguali e non sono pensate neanche per la stessa utenza. |
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#18 | |
Senior Member
Iscritto dal: Feb 2004
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#19 | |
Member
Iscritto dal: May 2011
Messaggi: 124
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- favorisce la competizione ed il miglioramento continuo - ma soffre di una vera e propria standardizzazione: le distro sono tutte simili ma tutte diverse. Comunque non sono 500; quelle "industrial grade" sono: - redhat e derivate (fedora / oracle unbreakable / centos) - debian / ubuntu (anche se poi si stanno differenziando sempre più) - suse Ce ne sono altre (mint, arch, gentoo... ) ma sono meno usate in ambito professionale. Non che siano meno valide, ma alla fine l'industria si è specializzata sulle prime. Comunque va menzionato systemd, che sta portando una riunificazione e standardizzazione di tante strutture che prima erano sotto diverse cappelle (lancio dei servizi, loggin, networking...). Ad alcuni puristi questa "standardizzazione" non piace (vedi i vari flame che ci girano attorno). Inoltre sto notando che Yocto linux, sta godendo di una certa popolarità per le soluzioni "embedded".. E poi come faremmo senza le "distro wars" ? :-) |
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#20 | |||
Senior Member
Iscritto dal: May 2001
Messaggi: 12778
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Ad esempio: è più efficiente mantenere distro fatte con pochissime modifiche al codice upstream o quelle che patchano pesantemente il codice upstream? Ad esempio Slackware da quello che mi hanno detto viene mantenuta praticamente da una sola persona, più il supporto della community naturalmente. Certo è un delirio utilizzarla perché non si può neanche dire che abbia un "package manager" ![]() Quote:
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Anche qui ci sono distro che patchano pesantemente il kernel (penso ad Ubuntu o Fedora). Ci sono voluti anni per avere una versione Linux "vanilla" che facesse il boot di Android senza patch esterne. Tutti i produttori di cellulari Android ad esempio usano versioni kernel vecchie (che sono più o meno costretti a tenere aggiornati "manualmente"), senza sfruttare la community e gli stessi mantainers del kernel. Un vendor che vuole tutelare la sua proprietà intellettuale potrebbe scrivere driver per avere come target le versioni "vanilla" (ovvero quelle di kernel.org) possibilmente supportando almeno le ultime 2 LTS (Long Term Support) + la versione mainline. Chiaro che la cosa ottimale sarebbe rilasciare open o addirittura integrare il tutto dentro il kernel (come fanno molti, ad esempio Intel). PS: per le stampanti il discorso è diverso perché i driver sono in user space e sono gestiti da CUPS, che oggettivamente è un mezzo obbrobrio. |
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