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Senior Member
Iscritto dal: Jun 2006
Città: Roma-Milano Utente:Deberlusconizzato Iscritto:20/2/2000 Status:SuperUtenteAdm Messaggi totali:107634 Auto:BMW X3 3.0 SD M
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Strage sul K2, 9 morti e 6 dispersi
E' una estate stregata
http://www.repubblica.it/2008/06/sez...gna/k2/k2.html http://www.montagna.tv/?q=node/8230 Roberto Manni: sul K2 è peggio di una guerra Top News Inserito da montagnatv il Sab, 2008-08-02 14:38 immagine BERGAMO -- "E' peggio di una guerra, tra morti e dispersi. Per fortuna Marco è in tenda, ma vorrei tanto essere ancora lassù per dare una mano". Queste le parole di Roberto Manni, che poco fa ha concluso la discesa dal K2 e ha raggiunto il campo base dove ora sta seguendo, con il cuore in gola insieme a Mario Panzeri, le tragiche vicende che si stanno susseguendo a ritmo incalzante sopra il campo 4. Manni, ieri, era partito per la vetta insieme agli altri alpinisti ma dopo alcune ore aveva dovuto fare dietrofront per forti malesseri dovuti alla quota. "Gli olandesi dicono che Marco sta piuttosto bene - racconta Manni, che siamo riusciti a raggiungere telefonicamente poco fa -. E' ancora a campo 4 e passerà la notte lì. Per fortuna con lui c'è un medico, che gli ha dato i farmaci contro i congelameni. Ci sono anche tre Sherpa, due della nostra spedizione che domani probabilmente lo aiuteranno a scendere fino a campo 2". Il tono è concitato, la voce preoccupata. Traspare con chiarezza che la situazione, al K2, è davvero terribile. "Lassù è peggio di una guerra - ripete Manni almeno tre volte -. Davvero da non credere. Ieri l'alpinista serbo è precipitato davanti ai miei occhi. Era su un tratto facile, dopo il collo di bottiglia, e si è ribaltato all'indietro improvvisamente. Io non sono riuscito nemmeno a capire chi era, eravamo in 25 a salire, è stato tremendo". "Dopo un'ora - prosegue Manni - mi hanno detto che era uno dei due serbi. Io stavo già male. Ero partito con gli altri ma vomitavo, barcollavo, ho dovuto tornare indietro . Volevo restare a campo 4 ad aspettare Marco, ma il medico americano mi ha ordinato di scendere perchè stavo troppo male, mi ha mandato al campo 2 con un alpinista americano". Oggi Manni ha proseguito nella discesa. Ora si trova al campo base insieme a Mario Panzeri. Fisicamente sta bene, ma la tensione è alle stelle. I due alpinisti sono fissi nelle tende olandesi del centro operativo di soccorso, e stanno seguendo l'evoluzione della vicenda che, a parte la buona notizia di Confortola che ha raggiunto le tende, sembra farsi ogni minuto più grave. "I dispersi ora sembrano essere 14 - raccontano Panzeri e Manni -. Pare che tre coreani siano bloccati in quota, congelati dal ginocchio in giù. Uno dei soccorritori, forse uno sherpa, è precipitato insieme all'alpinista che stava salvando. Peggio di un bollettino di guerra. Peggio". Al momento, sul K2 sono le 18.40.
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#2 |
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 2003
Città: Regno Unito
Messaggi: 5726
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più che sfiga se la cercano, lo sanno tutti che quelle quote sono cimiteri.
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#3 |
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 2003
Città: Torino
Messaggi: 21069
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che c'entra sta roba in sport e motori?
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#4 | |
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Bannato
Iscritto dal: Jun 2007
Messaggi: 460
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accidenti, tutti sanno che il clima stà cambiando, fà più caldo e i ghiacci diventano più cedevoli, eppoi una spedizione si prepara con più cura, non mancano certo i mezzi tecnici, oggi, nel 2008 Potevano starsene a casa, invece che tentare intrepide missioni, con il rischio di coinvolgere pure i soccorritori, e con spreco di soldi inutile.. |
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#5 |
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Senior Member
Iscritto dal: Jan 2008
Città: Roma Eur
Messaggi: 11731
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Possibile che in questo forum è sempre pieno di moralizzatori ? secondo voi fanno le cose cosi a cazzo....senza pianificare tutto,certo certo
é uno sport e come tale ha dei rischi.
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#6 | |
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Bannato
Iscritto dal: Jun 2007
Messaggi: 460
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#7 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Jan 2008
Città: Roma Eur
Messaggi: 11731
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Vi vorrei ricordare che anche sport come la F1 erano pericolissimi ai tempi,stranamente nessuno diceva mai nulla....che poi ora non fanno più incidenti mortali (fortunatamente) è solo merito dell'elettronica che fa tutto da sola...e grazie all'evoluzione dei telai. Ma tutti i sport possono essere molto pericolosi.
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#8 | |
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Bannato
Iscritto dal: Jun 2007
Messaggi: 460
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nel campo della sicurezza- E così pure per le spedizioni dell' Imalaja, potevo capire se fosse stato nel 1948, dove non c'erano mezzi e perdipiù si andava a scalare zone inesplorate, Oggi nel 2008 no ! C'abbiamo naavigatori satellitari e gooogle earth, insomma tutte le migliori tecnologie, tranne una, la testaaaa ! |
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#9 |
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Bannato
Iscritto dal: May 2006
Città: Imola - (BO) - Italia Moto: Husqvarna SM125 ripo. DAP: iRiver H120+RockBox. Status attuale: Ernesto.
Messaggi: 1550
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ALPINISMO: MORTI E DISPERSI SU K2, CONFORTOLA IN SALVO
di Enrico Marcoz AOSTA - All'appello mancano 14 tra alpinisti e portatori di alta quota che dalla notte scorsa sono dispersi a oltre 8.000 metri di quota sulle pendici del K2, la seconda montagna più alta della Terra con i suoi 8.611 metri di altezza, sulla catena dell'Himalaya, nel Karakorum pachistano. Ansia e preoccupazione crescono con il passare delle ore per la sorte degli scalatori, almeno quattro dei quali sono già morti in diverse cadute. Salvo, invece, l'italiano Marco Confortola. I dispersi - di differenti nazionalità - sono membri di varie spedizioni provenienti da Olanda, Norvegia e Corea. Tra di loro ci sono il capospedizione olandese, Wilco van Rooijan, l'irlandese Gerard McDonnell, il francese Hugues d'Aubarade. Facevano parte di un nutrito gruppo di scalatori che nella notte tra giovedì e venerdì è partito dall'ultimo campo per l'attacco alla vetta. Nella 'cordata' c'erano anche due italiani: il valtellinese Confortola, di Santa Caterina Valfurva, e il bresciano Roberto Manni, che ha rinunciato quasi subito a causa del tipico malessere da alta quota. Il sovraffollamento in alcuni passaggi chiave (come il famigerato 'Collo di bottiglia') e incidenti vari hanno rallentato il cammino del gruppo facendo si che l'arrivo in vetta è slittato al pomeriggio. Troppo tardi, secondo le tabelle di marcia sul K2, per evitare problemi. Così molti hanno dovuto bivaccare in alta quota, come accaduto nel 1954 a Walter Bonatti in occasione della prima ascensione del K2, mentre altri si sono cimentati in una pericolosa discesa notturna. A rendere tutto più difficile è stato il crollo di un seracco pensile che ha spazzato via le corde fisse, strumento indispensabile per ritrovare senza difficoltà la via per il campo 4, a 8.000 metri di quota, scongiurando il pericolo di perdersi in mezzo al bianco dei pendii ghiacciati. Dopo aver trascorso la notte in una buca nella neve, Marco Confortola, l' 'ironman' della Valtellina, ce l'ha fatta a rientrare con l'ausilio di alcuni alpinisti saliti in soccorso dai campi più in basso. Ora si trova in tenda a campo 4 dove viene curato con farmaci e ossigeno. Ha lievi principi di congelamento ma può camminare, condizione essenziale per scendere al più presto. Domani dovrebbe avviarsi con alcuni portatori verso il campo base. Per gli altri invece la preoccupazione è sempre maggiore. "E' peggio di un bollettino di guerra, peggio", ha commentato Manni, che sta assistendo alle operazioni di soccorso dal campo base. Difficile individuare le cause di una simile situazione. Per Agostino Da Polenza, presidente del comitato Everest-K2-Cnr e veterano del K2, "c'é sicuramente la concomitanza di errori e di sfortune: errori come la decisione assurda di salire in vetta troppo tardi nel pomeriggio, essendo così costretti a bivaccare in alta quota; sfortune come la caduta del seracco pensile che ha spazzato via le corde fisse". Il K2 è una delle montagne più difficili al mondo da conquistare. Una difficoltà che è confermata dai numeri: finora è stata scalata 281 volte, contro le oltre 1.500 dell'Everest, e sulle sue pendici sono morti 66 scalatori (quasi il 25% di quelli arrivati vetta), la maggior parte durante la discesa. http://www.ansa.it/opencms/export/si...732817429.html sovraffollamento sul K2. assurdo. |
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#10 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Jul 2004
Città: verona
Messaggi: 1467
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troppa gente che si improvvisa o poco piu' ... a mio avviso |
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#11 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Feb 2004
Messaggi: 2902
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E' come dare del pirla a uno che s'è schiantato con l'automobile perchè di punto in bianco in autostrada gli è esploso un pneumatico difettoso ed è finito contro un palo. Ultima modifica di momo-racing : 03-08-2008 alle 02:01. |
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#12 |
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Senior Member
Iscritto dal: Feb 2004
Messaggi: 2902
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ma quali moralizzatori. Qui sono tutti perfetti alpinisti d'alta quota che parlano tutti con cognizione di causa. Ancora non hai metabolizzato la camaleodonticità dell'italiano medio? quando gioca la nazionale questo diventa un paese di 60.000.000 di allenatori che quando si disputa l'america's cup si tramutano in 60.000.000 di skipper, che quando si disputano i mondiali di ciclismo diventano 60.000.000 di ciclisti, che quando si disputa il palio di siena si trasformano in 60.000.000 di fantini. Fossi in te cercherei di tacere e di attingere dalla loro infinita conoscenza piuttosto che cercare di fargli capire che a 8000 metri fai dieci passo ogni quarto d'ora perchè i venti e la mancanza d'ossigeno, seppur con le bombole, ti stravolgono l'animo e il corpo e che nessuna di quelle persone che ogni anno tentano queste imprese e che ogni tanto perdono anche la loro vita, ha mai chiesto la comprensione, la pietà o il cordoglio di gente che se ne sta comodamente seduta in poltrona e che vede la montagna come "quel posto dove si va a sciare la settimana di capodanno".
Ultima modifica di momo-racing : 03-08-2008 alle 01:57. |
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#13 |
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Senior Member
Iscritto dal: Feb 2004
Messaggi: 2902
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purtroppo è forse il più grande fattore di rischio attualmente inerente le alte vette. Le finestre di tempo in cui è possibile tentare l'impresa sono sempre strettissime, meno di un mese, e in quel mese, i giorni in cui le condizioni meteo permettono di arrivare fino alla cima, quando si è fortunati sono 3 o 4 e in quei 3 o 4 giorni chi parte per la vetta lo fa sempre alla medesima ora dal medesimo punto di partenza.
Ora in quei 3 4 giorni cercheranno di salirvi ogni anno almeno un centinaio di persone, forse duecento, il che significa che nello stesso giorno ci sono una media di una quarantina di persone che compiono tutte un percorso obbligato, il medesimo sia in salita che in discesa, con passo più lento di quello di un corteo funebre, con l'impossibilità di superarsi perchè andare al difuori del passo battuto ( se così si può chiamare ) comporta uno sforzo e un dispendio di energie altissimo andandosi a impantanare nella neve che ti arriva ai femori, stanco, provato da settimane di permanenza in quota e incapace a respirare, e pertanto il tutto si traduce in un gran rallentamento delle operazioni dato che soprattutto nei passaggi più impegnativi si vengono a creare lunghi ingorghi. un quadro della situazione è dato molto bene nel libro "aria sottile" che ho finito di leggere in questi giorni, dove si racconta di una situazione molto simile verificatasi nel 1996 durante un tentativo di scalata del monte everest. Ultima modifica di momo-racing : 03-08-2008 alle 02:14. |
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#14 |
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Member
Iscritto dal: Jan 2004
Città: Montecatini Terme ma con Firenze n'i'ccore
Messaggi: 271
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povera gente...speriamo che non abbiano patito troppo.
comunque,per l'argomento moralizzatori: comincio a essere del parere,a furia di leggere messaggi assurdi su questo forum, che se le cose non si fanno non si possono capire...nè si può capire la passione che sta dietro agli sport,estremi e non. il problema inizia quando si giudicano gli altri secondo il proprio pantofolaio modo di vedere le cose.
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#15 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 2001
Città: Trento/Verona
Messaggi: 3901
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In ogni caso l'alpinismo d'alta quota ha delle percentuali di rischio davvero alte. Quest'anno, solo in Trentino, sono morte diverse persone e tra queste c'erano scalatori esperti, ma purtroppo un scivolata, un chiodo che non tiene, una valagna e via dicendo sono sempre all'ordine del giorno. Cesare Maestri, uno dei piu' noti alpinisti al mondo: "Lo dico da anni: la montagna va amata e rispettata, ma soprattutto temuta, perche' in quota l'ambiente e' ostile e bisogna stare molto attenti". Se questo vale per le montagne di 2000m lo stesso vale moltiplicato per 8000 per il grande mostro (K2). Un pensiero va alle vittime.
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"La struttura alare del calabrone, in relazione al suo peso, non è adatta al volo, ma lui non lo sa e vola lo stesso". (Igor Sikorsky) MyAnobii |
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Senior Member
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#17 | |
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Bannato
Iscritto dal: Jun 2007
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dei ghiacciai è all' ordine del giorno, quindi era prevedibilissimo.. Eppoi ieri l'ha detto pure Messner al TG che è salita gente poco preparata, e i fatti lo dimostrano.. (purtroppo) |
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#18 | |
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Bannato
Iscritto dal: Jun 2007
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#19 |
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Senior Member
Iscritto dal: Jun 2006
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Ci saranno stati ANCHE turisti, in mezzo.. ma non siamo NESSUNO noi per affermare che era gente non preparata.
A certi eventi, a quelle quote, NESSUNO può affermare con cognizione di causa di essere "preparato". LuVi
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Fra l'altro... dopo il seracco... chi ha cercato di ripararsi per la notte per tentare la discesa senza corde fisse il giorno dopo, è stato travolto da una valanga....
http://www.montagna.tv/?q=node/8235 K2: una valanga ha ucciso 7 alpinisti sul traverso Top News Inserito da montagnatv il Dom, 2008-08-03 16:05 immagine ISLAMABAD, Pakistan -- Prima il crollo di un seracco, che ha spazzato via le corde fisse. Poi una valanga, che ha travolto e ucciso 7 alpinisti che stavano bivaccando nella neve. Sarebbe questa la tragica successione dei fatti accaduti ieri notte a 8.300 metri, sul K2. L'agghiacciante racconto arriva dalla voce degli alpinisti coreani sopravvissuti alla strage, che sono appena giunti a campo avanzato e hanno informato Mario Panzeri dell'accaduto e del fatto che Marco Confortola passerà probabilmente la notte a campo 2. "Erano circa le otto del mattino - hanno raccontato i coreani a Mario Panzeri -. Stavamo tutti bivaccando nei pressi del traverso, cercando di capire come scendere dopo che il crollo del seracco aveva portato via le corde fisse. Improvvisamente un boato, poi la valanga... proprio sopra gli alpinisti. Ne ha portati via sette. Sono morti tutti". E' ancora più terrificante del previsto, la sequenza dei fatti accaduti nella maledetta notte tra l'1 e il 2 agosto sul K2. A raccontarlo, sono gli alpinisti coreani che si trovavano lassù, e che si sono miracolosamente salvati come Marco Confortola e pochi altri fortunati. "Marco Confortola si trovava 15 metri più a sinistra del punto dove si è staccata la valanga - hanno detto i coreani -. Il distacco lo ha schivato per miracolo. Si è salvato perchè era all'estremità del traverso". I coreani sono arrivati poco dopo le 19, ora pakistana, al campo avanzato. Anche loro, come Confortola, erano partiti questa mattina da campo 4 e sono scesi lungo lo sperone Abruzzi. "Marco era più indietro di noi - hanno detto - si era fermato a campo 2 con i portatori che lo accompagnavano e un altro alpinista. Probabilmente loro si fermeranno lì per la notte e riprenderanno il cammino domattina all'alba". Panzeri, dopo aver raccolto la testimonianza dei coreani, ha immediatamente informato Agostino Da Polenza che dall'Italia sta seguendo la vicenda e coordinando l'emergenza in accordo con l'Unità di Crisi del Ministero degli Esteri e l'Ambasciata italiana in Pakistan. "Mario mi ha detto che domani mattina da campo 1 saliranno un americano e uno sherpa - racconta Da Polenza -. Andranno incontro a Marco e agli altri per dar loro una mano". Intanto, gli elicotteri restano allerta, pronti a decollare appena sarà possibile il recupero. Intanto, al centro di soccorso del campo base, si cerca di ricostruire con precisione cosa sia accaduto lassù per capire quante persone siano ancora disperse. Dopo il racconto dei coreani, il bilancio di morti e dispersi, potrebbe anche essere più grave di quello già terribile di questa mattina, che parlava di 9 deceduti e 4 alpinisti spariti nel nulla. Secondo quanto riferito dalle agenzie di stampa francese, sotto la valanga di cui si è appena avuta notizia sarebbero morti sicuramente tre sud coreani e due nepalesi. Forse anche il norvegese Rolf Bae che - sempre secondo i fancesi - sarebbe stato travolto sotto gli occhi della moglie Cecilie Skog arrivata invece al campo base nelle ore scorse. Ma è ancora troppo presto per tracciare un bilancio definitivo di questi tragici giorni. Non esistono infatti informazioni ufficiali sull'identità degli alpinisti che mancano all'appello e la dinamica degli incidenti accaduti ieri, riferiti da fonti diverse in momenti diversi, non è ancora stata chiarita. Sara Sottocornola
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