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20-10-2003, 20:31 | #1 |
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[CORSO BASE DI FOTOGRAFIA] 7ª Sezione "La coppia tempo-diaframma"
7. Importanza della coppia tempo-diaframma
L’elemento sensibile (la pellicola o il CCD) puo essere paragonato ad un secchio da riempire e l'obiettivo al rubinetto: per riempire il secchio si può aprire al massimo il rubinetto per un breve tempo, oppure lasciar scorrere un sottile filo d'acqua per un tempo più lungo. La coppia tempo diaframma lavora allo stesso modo: a parità di pellicola e d'illuminazione, più terremo aperto il diaframma, minore dovrà essere il tempo d'esposizione, e viceversa. In pratica, l'operatore può scegliere se utilizzare un diaframma f/2 ed un tempo di 1/1000 di secondo oppure f/5,6 ed un tempo di 1/125 di sec. Naturalmente la scelta della coppia tempo diaframma non deve essere effettuata a caso, ma in base al modo in cui ciascuna delle due grandezze influisce sull'immagine finale. La scelta del tempo d'esposizione influisce sulla nitidezza con cui saranno poi rappresentati gli oggetti in movimento: tanto più rapido sarà il tempo d'esposizione, tanto più "fermi" saranno gli oggetti in movimento. Dosare il tempo permetterà quindi di fotografare per esempio un ciclista in movimento in modo che sembri completamente fermo, oppure in modo che solo le ruote vengano "mosse" oppure ancora in modo che sia tutto mosso, dando impressione di velocità. Il valore di diaframma definisce invece la "profondità" della zona a fuoco: provando a fotografare una fila di birilli od una staccionata presa d'infilata, ci accorgeremo che non è sempre possibile mettere a fuoco tutti i birilli o tutti i paletti. Il diaframma ci permette di controllare la zona nitida della fotografia: più il diaframma è chiuso, maggiore sarà la profondità di campo e viceversa. La conoscenza di questa caratteristica ci permette di operare alcune scelte importanti, delimitando ad arte la zona nitida (per esempio, in un ritratto useremo il diaframma aperto al massimo, in modo da avere a fuoco solo il viso del soggetto; in un panorama chiuderemo il più possibile per avere tutto a fuoco. Tutto naturalmente con una vastissima gamma di sfumature.) È evidente a questo punto quali sono le possibilità espressive legate al sapiente uso del tempo e del diaframma. Per poterle sfruttare al meglio dobbiamo conoscere a fondo la nostra fotocamera, perché alcune compatte (totalmente automatiche) scelgono da se, ed all'operatore resta ben poco da fare. Quando le operazioni possono essere controllate, è bene seguire un determinato schema: a) Decidere quale sia per noi in quel momento la grandezza più importante, fra tempo e diaframma. Per esempio, volendo scattare un bel ritratto in primo piano, scegliamo il diaframma da impostare a f/2,8.Impostare sulla macchina fotografica il valore prescelto. b) Controllare sulla fotocamera che l'altro valore (nel nostro caso il tempo) sia adeguato alle nostre esigenze. In pratica, se impostassimo un valore di diaframma tanto aperto in condizioni di luminosità eccessiva, molto probabilmente il tempo d'otturazione richiesto sarebbe più breve del tempo più veloce concessoci dalla fotocamera. A questo punto dovremo rivedere le nostre scelte, chiudendo il diaframma c) Operando con una reflex automatica, nella maggior parte dei casi l'esposimetro imposta automaticamente una coppia tempo diaframma basandosi su diversi parametri. Comunemente l'operatore può modificare la scelta automatica senza variare l'esposizione complessiva (funzione shift). 7.1 Relazione tra diaframmi e tempi Quando l'esposimetro propone una coppia diaframma-tempo non è detto che sia quella desiderata o per motivi di nitidezza (diaframma) o per velocità del soggetto (tempo) e quindi occorre modificare tempo e diaframma in modo da ottenere l'effetto desiderato senza per questo alterare la quantità di luce che deve giungere alla pellicola. Intuitivamente si ha che chiudendo il diaframma (usando "f" più grandi) si fa arrivare meno luce e quindi si deve compensare usando un tempo d'esposizione più lungo; mentre usando un diaframma più aperto ("f" più piccolo) si fa arrivare più luce e quindi si deve compensare usando un tempo più breve. Dal punto di vista pratico le scale sia dei diaframmi sia dei tempi sono messe in modo tale d'adattare l'esposizione ad una luce sempre crescente; ovvero partono dal buio per andare verso la luce. Inoltre la serie dei tempi e dei diaframmi sono messe in modo tale che per compensare uno spostamento dei diaframmi (o dei tempi) verso la luce (od il buio) basta uno spostamento in senso contrario dei tempi ( o dei diaframmi). (f) 1 - 1.4 - 2 - 2.8 - 4 - 5.6 – 8 - 11 - 16 - 22 - 32 (t) 1 - 1/2 - 1/4 - 1/8 - 1/15 - 1/30 -1/60 - 1/125 - 1/250 - 1/500 - 1/1000 Esempio pratico: Se l'esposimetro propone "f4" con "t 1/500" ma per motivi di nitidezza è meglio usare "f8" occorre impostare necessariamente "t 1/125" perché essendosi spostati coi diaframmi di due posizioni verso la luce occorre bilanciare spostandosi di due tempi verso il buio. Oppure se partendo da "f22" con "t 1/4" si deve fotografare un oggetto veloce occorre usare tempi più rapidi (muovendosi verso la luce) e se viene scelto "t 1/500 occorre impostare "f2" perché essendosi spostati coi tempi di sette posizioni verso la luce occorre spostarsi coi diaframmi di sette posizioni verso il buio. Esiste una legge che lega i tempi ai diaframmi : f ² / t = Costante La formula indica che il rapporto tra il quadrato del numero di diaframma ed il tempo deve rimanere costante e questo spiega perché i tempi cambiano 1/2 ed i diaframmi di radice quadrata di due. 7.2 L’esposizione e la messa a fuoco L’esposizione corretta dipende dalla combinazione del tempo di otturazione e dell’apertura del diaframma. Il diaframma e il tempo sono direttamente proporzionali: più è aperto il diaframma e più deve essere veloce il tempo di otturazione. Il diaframma, a valori numerici alti (es. f\22 da leggersi sulla ghiera dell’obiettivo) risulta proporzionalmente più chiuso. Più il diaframma è chiuso, più si ha profondità di campo, cioè area a fuoco. A valori numerici bassi (es. f\4) corrispondono diaframmi aperti. Più il diaframma è aperto, minore è la profondità di campo, cioè area a fuoco. Per realizzare fotografie nitide tenendo la fotocamera in mano è necessario non scendere sotto un tempo di sicurezza che varia a seconda dell’obiettivo usato. Esempio: Obiettivo 28 mm. 1\30 Obiettivo 50 mm 1\60 Obiettivo 100 mm 1\125 Obiettivo 500 mm 1\500 Per fissare un movimento è necessario valutare la velocità con cui si muove il soggetto, tenendo presente che l’immagine di un soggetto lontano dà l’impressione di muoversi più lentamente e viceversa. Si possono però, di proposito, ottenere foto mosse ad esempio con la tecnica del panning oppure impostando un tempo lento rispetto alla velocità del soggetto in movimento. By s0nik0@simail.it Ultima modifica di s0nik0 : 20-10-2003 alle 21:29. |
06-11-2003, 08:37 | #2 |
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mi permetto di fare un piccola aggiunta all'ottimo lavoro di s0nik0:
Riguardo alla convenienza di usare tempi lunghi o diaframmi aperti per ottenere una data immagine, i puristi della fotografia sostengono che un tempo lungo produca foto più nitide, con maggiore dettaglio, più di quanto nn faccia un tempo breve. Naturalmente questo va fatto nel rispetto delle coppie tempo/diaframma suggerite dall'esposimetro (ad es. usare 1/15+f/22 anziché 1/500+f/2, che sono equivalenti). Va detto inoltre che l'esatta corrispondenza delle varie coppie tempo/diaframma non è sempre mantenuta (almeno su pellicola tradizionale) quando si scelgono tempi molto lunghi. Questo effetto viene chiamato "difetto di reciprocità", e significa che, usando tempi molto lunghi (diciamo da 5-10 secondi in su), il diaframma dovrà essere più aperto di quanto suggeriscano le coppie precedenti, oppure che il tempo stesso dovrà essere allungato ulteriormente a parità di diaframma.
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... mi guardo ancora nello specchio / e vi saluto, brava gente. (Ivano Fossati) Il mio coro - Polifonica San Lorenzo Ho fatto affari con molti, ho avuto problemi SOLO con madyson e Xavierz |
14-05-2006, 17:17 | #3 | |
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Influisce sulla qualita' finale della foto o no ? |
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30-05-2006, 12:27 | #4 |
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x blumen
La sovra/sotto esposizione non è altro che una correzione manuale che va a "starare" il calcolo che, in base alla luminosità della scena, determina la scelta della coppia tempo/diaframma. Non si può fare come dici tu perchè questa correzione andrebbe comunque ad influire o sul tempo o sul diaframma. Facendo un esempio, se sono in priorità di diaframma a imposto f:2,8 e la fotocamera, in base alla luce ambiente, sceglie un tempo di 1/250s, agendo sull'esposizione si avrà che dando un + (perchè voglio la foto + luminosa) aumenterà il tempo a parità di diaframma, mentre dando un - (foto meno luminosa) diminuirà il tempo. Spero di essermi spiegato, ciao. p.s.: visto che il tuo post è di qualche tempo fa magari avevi già trovato da te la soluzione...
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06-06-2006, 08:48 | #5 |
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Ciao ragazzi, una domanda sull'argomento....provo in questa sezione...
Quando si lavora in manuale o anche con altre modalità, se si mantiene sempre una corretta esposizione, cosa cambia al variare della coppia diaframma/tempi? Sicuramente la profondità di campo ma questo si nota soprattutto agli estremi dei valori di apertura ma a livello di definizione e dettagli quale è la differenza nel variare questa coppia mantenendo il valore corretto di esposizione.... A volte mi trovo in difficoltà nei valori di diaframma da scegliere soprattutto quando sono nell'intorno di F5-F6-F7 o simili....non so in base a quali parametri scegliere ed in base a cosa sceglierli a seconda dell'effetto che voglio. E poi non so se ci sono dei diaframmi in cui l'obbiettivo lavora "meglio", quello che si chiama "Sweet point" mi sembra. Mi piacerebbe trovare qualche documento che spieghi queste cose senza rompere sempre....e magari qualche riferimento generale sui tempi di otturazione da usare a seconda dei soggetti da fotografare (in movimento si intende). Grazie dell'aiuto
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14-06-2006, 09:02 | #6 | |
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Come giustamente dici anche tu, il diaframma determina la profondità di campo e il tempo di otturazione permette di congelare un movimento o di avere l'effetto mosso quindi, a parità di esposizione, puoi avere diversi effetti, a seconda di cosa vuoi ottenere dalla tua foto. In generale, soprattutto per gli obiettivi economici (quelli delle compatte e quelli non professionali per reflex) ai valori limite di diaframma compaiono dei difetti più o meno accentuati, così come ai valori limite della focale in un obiettivo zoom. Da quel che ho capito, a diaframma intermedio (tipo f/5 per una compatta e f/8 o 11 per una reflex) si ha la maggiore nitidezza. Prova a cercare info nelle guide qui sul forum oppure leggi qualche test di obiettivi su riviste o siti specializzati (ti posso consigliare PcPhoto e Tutti Fotografi che ogni tanto leggo e mi sembrano ben fatte). Per quanto riguarda l'effetto che vuoi ottenere ricordati che con aperture maggiori - tipo f/2,8- avrai minore profondità di campo (effetto sfuocato davanti e dietro il soggetto) mentre con apertura minori - tipo f/11 - avrai più nitidezza e profondita di campo molto estesa (buono per i panorami o quando hai più soggetti a distanze diverse). Io in genere uso la priorità di diaframma - modalità Av - scegliendo diaframmi aperti per i primi piani e medio-chiusi per gli altri tipi di foto. In alternativa uso la priorità di tempo - modalità Tv - quando so che il soggetto è in movimento e lo voglio congelare oppure quando c'è poca luce e mi spingo fino a tempi limite di 1/30 o 1/15 (a mano libera). Spero di esserti stato d'aiuto. Ciao e buone foto.
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15-01-2007, 19:55 | #7 | |
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16-01-2007, 10:32 | #8 |
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C'è anche da dire che diaframmi molto chiusi (da f/16 in su per intenderci ) nei formati piccoli (per esempio il diffusissimo 135mm e ovviamente tutti i sensori piu piccolli di un 36x24mm) e semplice imbatersi infenomeni di diffrazione che possono pregiudicare la nitidezza dell'immagine.
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16-01-2007, 20:38 | #9 | |
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chiuso f/22. aperto f/2.8 f/2
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01-03-2007, 17:31 | #10 |
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tipo di obiettivo
sull'obiettivo della mia macchina fot. c'è scritto: (Cael Zeiss) vario-sonnar 2-2,4/9,7-48,5, premesso che carl zeiss è il produttore, cosa vuol dire il resto?
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06-07-2008, 23:12 | #11 |
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Vario-Sonnar il modello
2-2,4 apertura minima (massima luce/buco + grande ) ai 2 estremi di focale dello zoom 9,7-48,5 sono i 2 estremi di focale dello zoom, minimo 9,7mm max 48,5mm Quindi a 9,7mm al max apre il diaframma a 2 mentre a 48,5 apre al max a 2,4 .
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Sharkoon VG4-W - CoolerMaster GX650W - Asus TUF Z390-PLUS GAMING (WI-FI) - G.Skill 2x 8GB DDR4_3000 - Intel i5-9600K@4600 - Corsair H75 - ZeroSwap - Hot Swap - Crucial 2x M550 256GB RAID0 / 2x MX500 500GB - HP DVDRAM_GT80N - WD 2x WD10EZEX - Philips Brilliance 272B8Q -- Nikon D7k - Nikkor 18-105VR / 18-200VRii / 28-105D - Tamron 17-50SP 2,8 / SP70-300VC USD - Metz 48AF-1 |
10-07-2008, 23:46 | #12 | |
Bannato
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11-07-2008, 13:57 | #13 |
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Come kazz me lo son trovato davanti quel post
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09-02-2010, 11:54 | #14 |
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Per quanto riguarda i valori molto alti di diaframma
di conseguenza se voglio fare una foto in notturna (tempi di esposizione particolarmente lunghi dunque) mi conviene tenere il diaframma su un valore medio?
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16-02-2010, 20:28 | #15 | |
Bannato
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In genere non conviene oltrepassare f/11 o f/16 a seconda della densità del sensore.Oltre hai perdità di definizione causa diffrazione. In teoria scegli il diaframma che ti dà maggiore profondità di campo a quella focale e metti a fuoco alla distanza giusta secondo le scale della distanza. La scala della distanza la trovi su dofmasters.com. Ricorda che non c'è una esposizione corretta per una scena ma almeno un 7-8 a seconda dei vetri e della macchina che hai Certo,ci sono esposizioni più "corrette" di altre ma tutto sta alla tua fantasia. |
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16-12-2012, 12:27 | #16 |
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GRAZIE!!!
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21-03-2013, 12:03 | #17 |
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Città: Napoli
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Grazie 1000!
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