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Old 19-08-2008, 17:26   #61
tutti79
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Io riconfermo quanto ho scritto nel mio post #47! La MQ non ci dice cosa ci sia prima ma da solo un modello di calcolo. E questo vale anche per l'interpretazione di C. che si rifugia addirittura nella metafisica e nell'impossibilità di capire cosa siano queste onde di probabilità e i vari oggetti quantistici.
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Old 19-08-2008, 17:35   #62
lowenz
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Quando torna Lucrezio ci pensa lui a spiegarvi come stanno le cose
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Old 19-08-2008, 18:43   #63
wiri
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Io riconfermo quanto ho scritto nel mio post #47! La MQ non ci dice cosa ci sia prima ma da solo un modello di calcolo. E questo vale anche per l'interpretazione di C. che si rifugia addirittura nella metafisica e nell'impossibilità di capire cosa siano queste onde di probabilità e i vari oggetti quantistici.

Prima di cosa?Non capisco cosa intendi...e in ogni caso deve esserci per forza qualcosa prima? Se la vedi da questo punto di vista qualsiasi teoria fisica è solo un "modello di calcolo"...che altro tipo di conoscenza dell'universo pensi sia ottenibile se non attraverso la matematica?
Il fatto poi che sia "metafisica" è dato solo dal prevalere, nel periodo nel quale è nata la teoria, di una forma mentis dominante in fisica orietata ad una visione del cosmo di tipo meccanicista, ed al fatto che la teoria contraddice le nostre percezioni macroscopiche. Pertanto è "metafisica" solo perchè certe idee non sono ancora entrare nel nostro patrimonio culturale;E' probabile che già i nostri figli considerino la quantistica come una teoria meno "mistica" di come la vediamo noi oggi.

Ultima modifica di wiri : 19-08-2008 alle 19:06.
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Old 19-08-2008, 20:36   #64
tutti79
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Prima di cosa?Non capisco cosa intendi...e in ogni caso deve esserci per forza qualcosa prima? Se la vedi da questo punto di vista qualsiasi teoria fisica è solo un "modello di calcolo"...che altro tipo di conoscenza dell'universo pensi sia ottenibile se non attraverso la matematica?
Il fatto poi che sia "metafisica" è dato solo dal prevalere, nel periodo nel quale è nata la teoria, di una forma mentis dominante in fisica orietata ad una visione del cosmo di tipo meccanicista, ed al fatto che la teoria contraddice le nostre percezioni macroscopiche. Pertanto è "metafisica" solo perchè certe idee non sono ancora entrare nel nostro patrimonio culturale;E' probabile che già i nostri figli considerino la quantistica come una teoria meno "mistica" di come la vediamo noi oggi.
Probabile che in futuro le cose cambieranno. Non sono d'accordo che la matematica sia l'unica forma di conoscenza dell'universo. Anzi la fisica è una delle prime scienze che è progredita soprattutto per via sperimentale e che ha poi ha adeguato la matematica alle sue osservazioni per descrivere e congelare in quelle grandi equazioni le sue scoperte.
Anche tu certo saprai che i fisici si dividono nelle due classi teorici e sperimentali e la stessa MQ con le sue equazioni sono il ricultato di osservazioni sperimentali.
C'è addirittura chi sostiene che la limitatezza della nostra matematica attuale sia un ostacolo al progresso della fisica....
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Old 19-08-2008, 21:07   #65
Banus
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Prima di cosa?Non capisco cosa intendi...e in ogni caso deve esserci per forza qualcosa prima? Se la vedi da questo punto di vista qualsiasi teoria fisica è solo un "modello di calcolo"...che altro tipo di conoscenza dell'universo pensi sia ottenibile se non attraverso la matematica?
Nessuna teoria fisica può essere puramente matematica, perché deve descrivere la realtà, e quindi è necessario mettere in relazione gli enti matematici con qualcosa di cui abbiamo esperienza. Ad esempio tre delle quattro dimensioni dello spazio di Minkowski nella teoria della relatività sono interpretate come "estensione spaziale" e la quarta come "intervallo di tempo". E' in questa fase che si introduce la metafisica, ed è un passo necessario perché i problemi sollevati (interpretazione degli enti non osservabili direttamente, scelta fra diversi modelli matematici indistinguibili sperimentalmente) sono al di fuori sia della descrizione matematica sia dall'indagine sperimentale.

La fisica quantistica è problematica da questo punto di vista perché non si riesce a trovare una "traduzione" accettabile degli enti matematici in enti fisici (cioè interpretazione). Lo stato di un sistema in fisica quantistica è dato generalmente da una sovrapposizione di stati "classici" intuitivi: esiste realmente, o è solo uno strumento matematico per codificare la nostra conoscenza limitata del sistema? La misurazione in fisica quantistica porta lo stato di un sistema a "collassare" in un autostato: è un processo reale, o una conseguenza dell'interazione con il sistema?
L'interpretazione di Copenhagen offre queste risposte: no, il sistema prima della misura ha uno stato indefinito; sì, il colasso è reale. L'interpretazione dei molti mondi invece risponde in maniera opposta: sì, gli stati quantistici sono reali; no, il collasso è una conseguenza dell'evoluzione del sistema quantistico che comprende lo strumento di misura.
__________________
echo 'main(k){float r,i,j,x,y=-15;while(puts(""),y++<16)for(x=-39;x++<40;putchar(" .:-;!/>"[k&7])) for(k=0,r=x/20,i=y/8;j=r*r-i*i+.1, i=2*r*i+.6,j*j+i*i<11&&k++<111;r=j);}'&>jul.c;gcc -o jul jul.c;./jul |Only Connect| "To understand is to perceive patterns" Isaiah Berlin "People often speak of their faith, but act according to their instincts." Nietzsche - Bayesian Empirimancer - wizardry
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Old 19-08-2008, 21:15   #66
akfhalfhadsòkadjasdasd
 
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Prima di cosa?Non capisco cosa intendi...e in ogni caso deve esserci per forza qualcosa prima? Se la vedi da questo punto di vista qualsiasi teoria fisica è solo un "modello di calcolo"...che altro tipo di conoscenza dell'universo pensi sia ottenibile se non attraverso la matematica?
Il fatto poi che sia "metafisica" è dato solo dal prevalere, nel periodo nel quale è nata la teoria, di una forma mentis dominante in fisica orietata ad una visione del cosmo di tipo meccanicista, ed al fatto che la teoria contraddice le nostre percezioni macroscopiche. Pertanto è "metafisica" solo perchè certe idee non sono ancora entrare nel nostro patrimonio culturale;E' probabile che già i nostri figli considerino la quantistica come una teoria meno "mistica" di come la vediamo noi oggi.
Matematica e realtà.. due cose che tendono a divergere ogni tanto. Io non ritengo affatto che con la matematica allo stato attuale si possano formulare modelli di calcolo sempre consistenti con ciò che avviene in natura. Ma di certo non abbandono il principio di causalità solo per l'ignoranza a cui siamo costretti.

La visione meccanicistica dell'universo vuole anch'essa essere olistica, vuole un modello unico perchè la realtà è unica!

Quote:
«Noi dobbiamo considerare lo stato presente dell’universo come l’effetto di un dato stato anteriore e come le causa di ciò che sarà in avvenire. Una intelligenza che, in un dato istante, conoscesse tutte le forze che animano la natura e la rispettiva posizione degli esseri che la costituiscono, e che fosse abbastanza vasta per sottoporre tutti i dati alla sua analisi, abbraccerebbe in un’unica formula i movimenti dei più grandi corpi dell’universo come quello dell’atomo più sottile; per una tale intelligenza tutto sarebbe chiaro e certo e così l’avvenire come il passato le sarebbero presenti».
Il citato è di Laplace. Il determinismo ha le sue falle quanto concerne l'inizio del tutto e sarà che il concetto non ha abbastanza espressività per catturare tutto però è quanto noi possiamo avere di certo. Continuerò a cosiderare gli strumenti probabilistici come testimonianza della nostra ignoranza e limitatezza ma non che la natura funzioni in base ad essa... non stiamo a giocare a dadi
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Old 19-08-2008, 23:12   #67
tutti79
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Nessuna teoria fisica può essere puramente matematica, perché deve descrivere la realtà, e quindi è necessario mettere in relazione gli enti matematici con qualcosa di cui abbiamo esperienza. Ad esempio tre delle quattro dimensioni dello spazio di Minkowski nella teoria della relatività sono interpretate come "estensione spaziale" e la quarta come "intervallo di tempo". E' in questa fase che si introduce la metafisica, ed è un passo necessario perché i problemi sollevati (interpretazione degli enti non osservabili direttamente, scelta fra diversi modelli matematici indistinguibili sperimentalmente) sono al di fuori sia della descrizione matematica sia dall'indagine sperimentale.

La fisica quantistica è problematica da questo punto di vista perché non si riesce a trovare una "traduzione" accettabile degli enti matematici in enti fisici (cioè interpretazione). Lo stato di un sistema in fisica quantistica è dato generalmente da una sovrapposizione di stati "classici" intuitivi: esiste realmente, o è solo uno strumento matematico per codificare la nostra conoscenza limitata del sistema? La misurazione in fisica quantistica porta lo stato di un sistema a "collassare" in un autostato: è un processo reale, o una conseguenza dell'interazione con il sistema?
L'interpretazione di Copenhagen offre queste risposte: no, il sistema prima della misura ha uno stato indefinito; sì, il colasso è reale. L'interpretazione dei molti mondi invece risponde in maniera opposta: sì, gli stati quantistici sono reali; no, il collasso è una conseguenza dell'evoluzione del sistema quantistico che comprende lo strumento di misura.
Quoto quanto dici. Poi già il fatto che si chiamino interpretazioni la dice lunga sulla loro non pretesa si assolutezza...
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Old 20-08-2008, 02:22   #68
wiri
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Nessuna teoria fisica può essere puramente matematica, perché deve descrivere la realtà, e quindi è necessario mettere in relazione gli enti matematici con qualcosa di cui abbiamo esperienza. Ad esempio tre delle quattro dimensioni dello spazio di Minkowski nella teoria della relatività sono interpretate come "estensione spaziale" e la quarta come "intervallo di tempo". E' in questa fase che si introduce la metafisica, ed è un passo necessario perché i problemi sollevati (interpretazione degli enti non osservabili direttamente, scelta fra diversi modelli matematici indistinguibili sperimentalmente) sono al di fuori sia della descrizione matematica sia dall'indagine sperimentale.
La realtà è matematica.L'universo è matematico.La fisica stessa è possibile solo perchè viviamo in un universo ordinato che obbedisce a leggi matematiche semplici.E mettere in relazione gli enti matematici con eventi sperimentabili serve eventualmente da conferma ex post della teoria, almeno se restiamo nel campo della fisica quantistica,ma non solo.La teoria della relatività ad esempio è stata comprovata solo dopo che è stata formulata, così come la maggior parte della fisica sperimentale di cui parli è tesa a comprovare l'esistenza di fenomeni e particelle solo ipotizzate nella teoria (es:bosone di Higgs).
La scelta tra modelli matematici equivalenti avviene poi sulla base di criteri "estetici", privilegiando la semplicità e l'eleganza del modello.Parli poi di metafisica in riferimento ad enti matematici come lo spazio di Minkowski, ma si tratta semplicemente di un oggetto matematico utile in riferimento al cronotopo della teoria della relatività.E' il fatto che si parli di "quarta dimensione" che te lo fa sembrare un concetto metafisico?

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La fisica quantistica è problematica da questo punto di vista perché non si riesce a trovare una "traduzione" accettabile degli enti matematici in enti fisici (cioè interpretazione). Lo stato di un sistema in fisica quantistica è dato generalmente da una sovrapposizione di stati "classici" intuitivi: esiste realmente, o è solo uno strumento matematico per codificare la nostra conoscenza limitata del sistema? La misurazione in fisica quantistica porta lo stato di un sistema a "collassare" in un autostato: è un processo reale, o una conseguenza dell'interazione con il sistema?
L'interpretazione di Copenhagen offre queste risposte: no, il sistema prima della misura ha uno stato indefinito; sì, il colasso è reale. L'interpretazione dei molti mondi invece risponde in maniera opposta: sì, gli stati quantistici sono reali; no, il collasso è una conseguenza dell'evoluzione del sistema quantistico che comprende lo strumento di misura.
In realtà sta invece trovando sempre più "traduzioni", vale a dire evidenze sperimentali che convalidano la teoria. Sul fatto che la sovrapposizione sia un fenomeno reale penso non ci sia dubbio alcuno, dato che è verificato anche sperimentalmente così come il collasso in un'autostato. Inoltre, dicotomizzi la faccenda ponendo come mutualmente esclusivi i concetti di "processo reale" e "conseguenza dell'interazione col sistema" ma il fatto ipotetico che sia frutto dell'interazione col sistema lo renderebbe forse meno reale? L'interpretazione di Copenhagen e quella di Everett III , poi, non sono incommensurabili:il fatto che la sovrapposizione si sostanzi in una "scelta" per uno stato piuttosto che per un altro (Copenhagen) oppure che vengano compiute entrambe le scelte con la foliazione di un altro universo (molti mondi) non elimina il fenomeno della
sovrapposizione.Sono solo due modi di spiegarla.Per l'appunto, interpretazioni.
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Old 20-08-2008, 08:49   #69
tutti79
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wiri secondo me dovresti leggere un libro di storia della matematica (io ad esempio ne avevo letto uno di Hersh Rueben che mi era piaciuto). Allo stato attuale la matematica viene vista come un fenomeno socio culturale, tu invece mi sembra che hai una visione platonica di questa materia attribuendogli uno status divino.
Ad esempio le equazioni della teoria della relatività che tu citi non sono nate a posteriori cercando delle formule che esprimessero i principi di partenza? (costanza di c e invarianza del sistema di riferimento per quella ristretta). Il caso contrario (cioè ipotizziamo che qualcosa esiste e poi andiamo a verificare coi fatti se è vero) è materia di fisici teorici ma sempre e comunque subordinati alla prova pratica dei fatti. Se l'esperimento dice che l'ipotesi è falsa crolla tutto! Il problema attuale (che lascia in vita e probabilmente fa la fortuna di molti teorici) è l'impossibilità o comunque estrema difficoltà di verificare la maggior parte delle teorie, visti i nostri limiti...
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Old 20-08-2008, 10:51   #70
Banus
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E mettere in relazione gli enti matematici con eventi sperimentabili serve eventualmente da conferma ex post della teoria, almeno se restiamo nel campo della fisica quantistica,ma non solo.
Al contrario, è indispensabile a monte delle conferme sperimentali perché altrimenti non sai neppure cosa dice la teoria. Molti modelli matematici, come l'oscillatore armonico, si presentano in molti contesti diversi, ma la loro formulazione resta identica. Quello che distingue una massa legata a una molla, un circuito LC o un'onda elettromagnetica è l'interpretazione delle quantità in gioco.

Quote:
La teoria della relatività ad esempio è stata comprovata solo dopo che è stata formulata, così come la maggior parte della fisica sperimentale di cui parli è tesa a comprovare l'esistenza di fenomeni e particelle solo ipotizzate nella teoria (es:bosone di Higgs).
La teoria della relatività è invece un ottimo esempio di quello che sto dicendo. La parte matematica della teoria era già stata elaborata da Minkowski e Lorentz: l'importanza del contributo di Einstein è stata nel riconoscere che quelle formule rappresentavano una proprietà fondamentale dello spazio e del tempo, e non un la conseguenza di un processo che riguardava solo gli oggetti materiali (come era convinto Lorentz).

Quote:
Parli poi di metafisica in riferimento ad enti matematici come lo spazio di Minkowski, ma si tratta semplicemente di un oggetto matematico utile in riferimento al cronotopo della teoria della relatività.E' il fatto che si parli di "quarta dimensione" che te lo fa sembrare un concetto metafisico?
Leggi meglio, l'ho citato come esempio di "modello matematico in cerca di interpretazione"

Quote:
Sul fatto che la sovrapposizione sia un fenomeno reale penso non ci sia dubbio alcuno, dato che è verificato anche sperimentalmente così come il collasso in un'autostato. Inoltre, dicotomizzi la faccenda ponendo come mutualmente esclusivi i concetti di "processo reale" e "conseguenza dell'interazione col sistema" ma il fatto ipotetico che sia frutto dell'interazione col sistema lo renderebbe forse meno reale?
Il termine che ho scelto infatti porta a confusione; è meglio parlare di "processo distinto", cioè differente dalle normali trasformazioni degli stati quantistici (in particolare, non unitario e irreversibile).
Il collasso della funzione d'onda non è mai stato osservato direttamente, e ci sono esperimenti che dimostrano sovrapposizione o entanglement in sistemi realtivamente grandi (molecole come fullereni e correnti in un superconduttore). Sono state trovate inoltre molte conferme sperimentali della decoerenza, che permette di simulare alcuni aspetti del collasso (riduzione a una combinazione lineare di autostati, ma non la scelta di un autostato e la legge di Born). Nell'interpretazione a molti mondi la selezione di un autostato è una conseguenza dell'essere un osservatore macroscopico (cioè in interazione con l'ambiente) e non richiede una legge aggiuntiva per il processo di misura, come l'interpretazione di Copenhagen: questa è un importante differenza, e se vuoi criterio estetico, nella scelta fra le due interpretazioni

PS: non usare "foliazione" in questo contesto; si riferisce a una particolare rappresentazione degli spazi curvi, e ha rilevanza limitata per l'interpretazione di Everett. Un termine più adatto è "ramificazione" (dall'inglese "branching")
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Old 20-08-2008, 10:59   #71
lowenz
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Banus ottimo come sempre

L'universo matematico? E' una pura congettura, del tutto analoga al principio antropico forte.

Ultima modifica di lowenz : 20-08-2008 alle 11:03.
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Old 20-08-2008, 11:02   #72
wiri
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Ma che l'esperimento possa smentire ed invalidare le ipotesi nessuno lo nega; sulla concezione della matematica beh, direì che sono in buona compagnia: Penrose, Davies ,Hawking, tanto per citarne alcuni, la pensano come me (meglio,io la penso come loro ) Cito Paul Davies (dal libro "Dio e la nuova fisica"): "Kant sosteneva che è la mente umana che conferisce ordine al mondo per poterlo capire;non credo che la maggior parte degli scienziati sia d'accordo con lui. Kant nulla sapeva della struttura dell'atomo o del nucleo atomico, eppure la fisica ha rivelato, nell'atomo, lo stesso principio di regolarità matematica che si dà nell'organizzazione del sistema solare.Questo parallelismo, che non può non sorprenderci, non ha niente a che vedere con il nostro modo di percepire il mondo.Inoltre, anche le particelle subatomiche sono anch'esse soggette ad alcuni principi di simmetria semplici e rigorosi.E' difficile credere che la simmetria sinistrosa e destrosa non abbia alcun significato se non in quanto attributo della mente umana". Definire la matematica un fenomeno socio-culturale mi sembra quantomeno azzardato.Il fatto che lo sviluppo della disciplina sia, come ogni fenomeno umano, legato a tempi e luoghi non inficia il fatto che essendo logicamente necessarie, le verità matematiche sono a priori rispetto all'osservazione della realtà fisica, e stabili nel tempo.Attenzione,io non propugno l'idea che gli enti matematici abbiano una qualche realtà "la fuori",ma solo che l'organizzazione dell'universo risponde a principi matematici.
Per quanto riguarda la teoria della relatività, io intendevo che la teoria (non necessariamente la formulazione matematica di essa) è stata fatta prima della sua verifica sperimentale, date le difficoltà tecniche nel compierla e data la sua natura controintuitiva.Comunque continuamo così ragazzi sta venendo fuori una discussione interessante e pacata.
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Old 20-08-2008, 11:05   #73
lowenz
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Io invece sono assolutamente d'accordo con Kant
La matematica è la matematica umana, non sappiamo se degli ipotetici alieni abbiano sviluppato la nostra stessa matematica.
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Old 20-08-2008, 11:09   #74
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Attenzione,io non propugno l'idea che gli enti matematici abbiano una qualche realtà "la fuori",ma solo che l'organizzazione dell'universo risponde a principi matematici.
Scusa e dove sarebbe la differenza?
Alla radice c'è sempre il postulato che ci sia il mondo delle idee matematiche di stampo platonico e che l'universo "guardi" (idea appunto, usando la terminologia platonica) ad esse nell'organizzarsi

Ultima modifica di lowenz : 20-08-2008 alle 11:13.
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Old 20-08-2008, 11:27   #75
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Al contrario, è indispensabile a monte delle conferme sperimentali perché altrimenti non sai neppure cosa dice la teoria. Molti modelli matematici, come l'oscillatore armonico, si presentano in molti contesti diversi, ma la loro formulazione resta identica. Quello che distingue una massa legata a una molla, un circuito LC o un'onda elettromagnetica è l'interpretazione delle quantità in gioco.
Non sono d'accordo. Se poi dici che è a monte allora concordi con me.Il fatto ad esempio che la gravità rallenti il tempo è stato comprovato solo dopo la formulazione della teoria.Anche in fisica c'è una componente legata all'intuito, non è puro metodismo matematico.

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La teoria della relatività è invece un ottimo esempio di quello che sto dicendo. La parte matematica della teoria era già stata elaborata da Minkowski e Lorentz: l'importanza del contributo di Einstein è stata nel riconoscere che quelle formule rappresentavano una proprietà fondamentale dello spazio e del tempo, e non un la conseguenza di un processo che riguardava solo gli oggetti materiali (come era convinto Lorentz).
Non fai che confermare quanto dico adducendo questo esempio. La parte matematica è elaborata prima della sua applicazione a fenomeni concreti. Ho un fenomeno;cerco di spiegarlo;formulo delle ipotesi sulla base delle conoscenze accumulate, eventualmente formalizzandole matematicamente;verifico sperimentalmente le ipotesi (quando è possibile farlo).Trovo che la prova empirica conferma le ipotesi;Accetto l'ipotesi fino a che essa non sarà smentita (se lo sarà).



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Leggi meglio, l'ho citato come esempio di "modello matematico in cerca di interpretazione"
"Ad esempio tre delle quattro dimensioni dello spazio di Minkowski nella teoria della relatività sono interpretate come "estensione spaziale" e la quarta come "intervallo di tempo". E' in questa fase che si introduce la metafisica..."
Non mi pare.Quanto meno è sibillino


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Il termine che ho scelto infatti porta a confusione; è meglio parlare di "processo distinto", cioè differente dalle normali trasformazioni degli stati quantistici (in particolare, non unitario e irreversibile).
Il collasso della funzione d'onda non è mai stato osservato direttamente, e ci sono esperimenti che dimostrano sovrapposizione o entanglement in sistemi realtivamente grandi (molecole come fullereni e correnti in un superconduttore). Sono state trovate inoltre molte conferme sperimentali della decoerenza, che permette di simulare alcuni aspetti del collasso (riduzione a una combinazione lineare di autostati, ma non la scelta di un autostato e la legge di Born). Nell'interpretazione a molti mondi la selezione di un autostato è una conseguenza dell'essere un osservatore macroscopico (cioè in interazione con l'ambiente) e non richiede una legge aggiuntiva per il processo di misura, come l'interpretazione di Copenhagen: questa è un importante differenza, e se vuoi criterio estetico, nella scelta fra le due interpretazioni

PS: non usare "foliazione" in questo contesto; si riferisce a una particolare rappresentazione degli spazi curvi, e ha rilevanza limitata per l'interpretazione di Everett. Un termine più adatto è "ramificazione" (dall'inglese "branching")
Si parla di foliazione nell'interpretazione a molte menti. In questa ipotesi anzichè un'infinità di mondi e quindi un'infinità di copie di ogni osservatore cosciente si considera un solo mondo e un solo esempio di ogni osservatore, ma lo si dota di una infinità di menti (o una mente strutturata in infiniti fogli) ciascuno delle quali percepisce uno diverso degli esiti di un processo in cui possono darsi esiti percettivamente diversi. Non a ho messo il termine tra virgolette.
Nell'interpretazione a molti mondi la selezione di un autostato non c'è:non c'è selezione, perchè tutti gli eventi e quindi l'unica realtà è rappresentata da una funzione d'onda che contiene tutte le possibilità.

Ultima modifica di wiri : 20-08-2008 alle 13:02.
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Old 20-08-2008, 11:31   #76
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Scusa e dove sarebbe la differenza?
Alla radice c'è sempre il postulato che ci sia il mondo delle idee matematiche di stampo platonico e che l'universo "guardi" (idea appunto, usando la terminologia platonica) ad esse nell'organizzarsi
Sono processi inversi: da un lato, un universo matematico su cui si modella l'organizzazione dell'universo, dall'altro un universo organizzato secondo principi matematici.
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Old 20-08-2008, 11:32   #77
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Mi sa che tu abbia un'idea di metafisica diversa da quella di Banus
Banus per metafisica intende proprio l'etimo, meta-fisica, non "banalmente" la branca della filosofia omonima.
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Old 20-08-2008, 11:33   #78
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Sono processi inversi: da un lato, un universo matematico su cui si modella l'organizzazione dell'universo, dall'altro un universo organizzato secondo principi matematici.


E come distingui l'universo dall'organizzazione dell'universo?
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Old 20-08-2008, 11:41   #79
wiri
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E come distingui l'universo dall'organizzazione dell'universo?
????? Forse mi sono spiegato male.Parlo di universo matematico intendendo con questo termine non l'universo fisico ma un corpus di elementi fornito di esistenza propria, non forgiati dalla mente umana, il quale non inventa ma scopre la matematica (realismo matematico).Un conto è dire che esiste un universo, un insieme di enti matematici forniti di esistenza propria su cui l'organizzazione dell'universo (fisico) si modella, un'altro conto è affermare che esiste un universo fisico la cui organizzazione matematica è ad esso intrinceca. In un caso la matematica è linguaggio "indipendente" rispetto al fatto che sia applicabile alla realtà fisica,ovvero postuli l'esistenza di due "subuniversi", quello fisico e quello matematico e spieghi il primo usando il secondo, nell'altro i due subuniversi coincidono.

Ultima modifica di wiri : 20-08-2008 alle 12:50.
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Old 20-08-2008, 11:42   #80
wiri
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Mi sa che tu abbia un'idea di metafisica diversa da quella di Banus
Banus per metafisica intende proprio l'etimo, meta-fisica, non "banalmente" la branca della filosofia omonima.
Si credo anch'io che sia questo l'inghippo
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