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#41 | |
Senior Member
Iscritto dal: Feb 2004
Messaggi: 2897
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#42 |
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2004
Città: BOLZANO/BOZEN
Messaggi: 14870
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A me piacciono la Crossfire (non più in produzione) e la 300C ...
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#43 | |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2003
Città: Torino
Messaggi: 20447
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la 8c è una serie limitata e sono tutte vendute mito e 5oo in un mercato con il 99% della popolazione che usa solo il cambio automatico saranno di fatto invendibili così come il 90% del resto della gamma resteranno ognuna con la propria identità salvo piccoli, ma proprio piccoli, scambi e la maggior parte a loro favore (vedi i motori a gasolio) |
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#44 |
Bannato
Iscritto dal: Feb 2002
Città: Sanremo, Italy
Messaggi: 1938
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#45 | |||
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2009
Messaggi: 609
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Il Diesel in USA è più difficile che si diffonda nei primi anni, perché la rete di distribuzione del gasolio è piuttosto deficitaria.
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L'iPad? Potrebbe esserci gente che, pur d'avere il nuovo gadget, si mette a leggere i libri. Questa sì sarebbe una rivoluzione (Beppe Severgnini)
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#46 | ||
Senior Member
Iscritto dal: Jul 2006
Città: Reggio Emilia
Messaggi: 8147
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le alfa sono tutte piccole e quindi aldilà di una nicchia di mercato non possono vendere sto granchè (cmq potrebbe essere un poco importante per l'alfa), Quote:
ho cmq l'idea che le vetture italiane attuali non venderanno granchè in america perchè i gusti americani sono molto diversi (e non credo basteranno le campagne marketing di mister obama a cambiare le idee degli yankees). |
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#47 |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
Città: Napoli
Messaggi: 4875
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io dico che la 500 spaccherà tra le trojette americane di 16 anni...
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Ho concluso con millemila utenti ![]() |
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#48 | ||
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2005
Città: Roma
Messaggi: 10859
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in usa cè la mini che va molto forte...ora nn seguo molto il mercato fashion dell'auto...ma qui la fiat puo entrare...penso... ![]() |
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#49 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2004
Città: BOLZANO/BOZEN
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#50 |
Bannato
Iscritto dal: Feb 2002
Città: Sanremo, Italy
Messaggi: 1938
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tra le tecnologie che la fiat sta sviluppando e che saranno pronte in poco tempo c'è il cambio automatico doppia frizione (copiato dai crucchi) che in ottica americana è il meglio che una casa possa avere
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#51 |
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2004
Città: BOLZANO/BOZEN
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Marchionne: "Un matrimonio perfetto, non potevamo mancarlo"
L'Ad della Fiat: «Il mondo ci guarda, adesso non possiamo sbagliare» MARIO CALABRESI TORINO «Adesso non possiamo sbagliare, siamo sotto la lente del mondo intero, tutti ci guardano e la responsabilità è enorme. Per riuscire dobbiamo restare umili e non farci illusioni perché il lavoro non sarà facile». Sergio Marchionne è felice, non lo vuole dire, ripete che come premio spera soltanto di riuscire a dormire. E’ a New York, sta per salire sull’aereo che lo riporterà in Italia dopo aver concluso le nozze con l’americana Chrysler. Tossisce continuamente per la stanchezza ma non smette mai di parlare: «È stato un processo che avevamo cominciato ad immaginare un anno fa, ci abbiamo lavorato giorno e notte, ho sputato sangue, e devo dire che la situazione del mercato ci ha indubbiamente aiutato molto. La crisi americana ha costruito una condizione di possibilità e ha aperto delle opportunità a noi favorevoli, ma le abbiamo potute cogliere perché avevamo le idee chiare, un progetto valido in testa. Tutto questo è accaduto perché negli ultimi cinque anni avevamo sviluppato le motorizzazioni giuste, un approccio e un impegno per l’ambiente che oggi l’America voleva e di cui aveva bisogno. Così è nato un matrimonio perfetto, con una serie di incastri e di coincidenze irripetibili. Sapevo che la storia non ci avrebbe dato un’altra possibilità. Così, se non ce l’avessimo fatta, sarebbe stato un grandissimo peccato e le conseguenze negative le avrebbero pagate sia la Fiat sia la Chrysler. Invece questa unione porterà benefici ad entrambi, è una cosa che è riuscita perché non c’è stata arroganza ma tanto lavoro e una grandissima serietà e uno sforzo immenso del governo americano». Alle dieci del mattino aveva firmato l’accordo, ma anche in quel momento non era riuscito a gioire: «A dire la verità c’erano ancora dei punti aperti, così mentre firmavo speravo valesse qualcosa, ma non c’era ancora certezza. Poi ho passato due ore a Washington ad aspettare le parole di Barack Obama, l’annuncio dell’Amministrazione. A mezzogiorno finalmente ho potuto liberare l’emozione: ce l’avevamo fatta. La Fiat ritorna negli Stati Uniti dopo anni di lontananza, dopo essere andata via in modo poco piacevole, ma torna con un know-how di valore e con gli occhi dell’America e del mondo addosso». L’amministratore delegato del gruppo torinese sente più di tutto la responsabilità della sfida: «Non possiamo sbagliare: da quando un mese fa Obama ha parlato della Fiat ha scommesso su di noi, da quel momento su di noi si sono concentrate una pressione e una responsabilità fortissime, ci è richiesto un impegno straordinario. L’obiettivo è rafforzare la Fiat e dare la possibilità a Chrysler di risanarsi». L’accordo con la Chrysler per Sergio Marchionne, emigrato in Canada dall’Abruzzo insieme ai genitori quando aveva quattordici anni, non è stato soltanto una grande operazione manageriale ed economica ma anche una rivincita della vita: «Sono cresciuto parlando un inglese con un marcatissimo accento italiano. Ci ho messo più di sei anni a perderlo, ma sono stati sei anni persi con le ragazze. L’imbarazzo di aprire bocca mi paralizzava. Pensavo che il sistema americano fosse aperto ma da emigrante non avrei mai immaginato fino a questo punto. E’ cambiato il mondo e questa volta mi sono trovato a parlare con l’accento giusto». Sergio Marchionne percorre l’America avanti e indietro da un vita, ma ripete continuamente, tra un colpo di tosse e l’altro, che ha scoperto un Paese diverso, profondamente cambiato: «Ma lo hanno fatto restando fedeli al loro Dna: capacità di risanarsi, di mettersi in discussione e cambiare strada per ripartire, di creare nuove basi per il futuro. Certo l’America ha pregi e difetti, ma Obama in questi cento giorni ha mostrato una straordinaria capacità di visione, una chiarezza di idee e obiettivi che mi ha impressionato e non si è fatto bloccare da pregiudizi o convenienze politiche. Ha fatto un passo enorme: ha accettato di farsi aiutare da un gruppo straniero per salvare Chrysler e ci ha messo i soldi. A noi hanno chiesto tecnologia e capacità gestionali e su questo non possiamo deluderli». Prima di ripartire insieme ad Alfredo Altavilla, che lo ha accompagnato in tutta la trattativa, ha fatto tappa a New York: «Ero su Park Avenue e mi sono fermato a guardare l’edificio dove cinque anni fa avevamo fatto la trattativa con la General Motors, dove avevamo chiuso il nostro rapporto americano riuscendo a portare a casa due miliardi di dollari. Era il 14 febbraio del 2005, il giorno di San Valentino, e mai avrei immaginato che saremmo tornati in America per sposarci. Ma questo ci dice molto della vita, ci dice che bisogna essere pronti a tutto, essere preparati e flessibili per cogliere ogni opportunità». Ora per l’uomo che non mette mai la cravatta - «Neanche per la firma, neanche quando mi sono seduto a discutere al Tesoro con Timothy Geithner. Sono sempre restato fedele al mio maglione» - si apre una stagione nuova: «Dovrò dividere il mio tempo e la mia vita tra l’Europa e gli Stati Uniti, lo facevo già, ma ora c’è un impegno aggiuntivo e succederà ancora di più». Tossisce di nuovo: «Certo dovrò alleggerire certe cose che facevo perché ho raggiunto i miei limiti fisici e di più non posso chiedere a me stesso». Racconta che non vede l’ora di salire in aereo: «E’ piccolo e scomodo ma devo dormire a tutti i costi e riuscire a dormire sarà il mio modo di festeggiare». Atterrato da questa parte dell’oceano, di nuovo non ci sarà molto tempo per dormire perché la partita non è finita: «Adesso dobbiamo concentrarci sulla Opel: sono loro i nostri partner ideali». E’ a conoscenza delle preoccupazioni italiane che l’ingresso in America possa significare un disimpegno della Fiat nel nostro Paese e non si tira indietro: «Non ho mai abbandonato nemmeno per un secondo l’impegno verso il sistema italiano ma insieme ai sindacati e al governo dobbiamo essere capaci di affrontare i problemi strutturali in modo responsabile, tenendo fede a tutti gli impegni con i dipendenti. Però non possiamo non guardare ad una domanda che è calata. L’esempio che ci viene da Obama è che dobbiamo mantenere e rafforzare l’industria del Paese ma riconoscendo la realtà delle cose. Un percorso che faremo nel rispetto delle specificità del sistema europeo e del nostro radicamento italiano. Non sono diventato Marchionne l’Americano». fonte: La stampa |
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#52 |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2002
Città: Mi
Messaggi: 8046
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aggiungo questa notizia
Ecco le possibili strategie di modelli e fabbriche. Per un gruppo che produrrà 4,7 milioni di auto l'anno e che avra 10 mila punti vendita nel mondo Le Alfa costruite in Usa: primi frutti Fiat-Chrysler Gli intrecci possibili fra le 30 fabbriche del Gruppo Chrysler e le 178 di quelle del Gruppo Fiat sono praticamente infiniti. Sarà infatti possibile produrre in ogni angolo del mondo i modelli più disparati, con economie di scala grandiose. Dalle prime indiscrezioni sembra proprio che l'Alfa Romeo (un marchio con un'immagine fortissima) sarà il primo marchio a fruttare i benefici di questo accordo. Fiat potrebbe costruire negli Stati Uniti due vetture Alfa Romeo: 'Milano' e 'Giulia'. Rispettivamente le eredi dell'attuale 147 e della 159. La Milano ovviamente sarà prodotta anche in Europa dove dovrebbe essere commercializzata con il nome di 149 all'inizio del 2010, mentre per quanto riguarda la 'Giulia', che avrà come la 159 una versione berlina e una sportwagon, bisognerà aspettare fino al 2011. Nella fabbrica messicana di Toluca, invece, dovrebbero essere prodotte auto basate su piattaforme di segmento A della Fiat, inclusa la 500 e una piccola Jeep. Da Belvidere III (Illinois) potrebbero poi uscire le future generazioni di Chrysler Sebring e Dodge Avenger. La Chrysler dovrebbe giungere a produrre entro il 2013 circa 500-600 mila vetture l'anno basate sulle piattaforme del gruppo torinese. Tutto da definire poi lo scacchiere relativo agli scambi di motori e altre parti meccaniche tra le due case automobilistiche perché i tanti marchi (a proposito, da una parte ci sono Chrysler, Jeep, Dodge e dall'altra Fiat, Abarth, Alfa Romeo, Lancia, Ferrari, Maserati, Iveco) possono essere tutti "donatori di organi". Di certo da oltre oceano arriveranno i grandi pianali per le ammiraglie e per i Suv, mentre noi saremmo esportatori di compatte, city car e crossover. Tuttavia non è solo dal punto di vista industriale che i due colossi, uniti, costituiranno un'azienda di enorme forza: mettendo insieme una Chrysler da 55 mila dipendenti e due milioni di auto prodotte l'anno con una Fiat da 185 mila dipendenti e 2.700.000 di macchine sfornate l'anno si arriva a realizzare una specie di mostro dal punto di vista commerciale. Un gruppo che ha qualcosa come 10 mila punti vendita, sparsi in tutti il globo (3.300 Chrysler e 6.500 Fiat): qui non si farammo sinergie, anzi. Si sommeranno le forze per sfondare sempre di più il muro della concorrenza. (30 aprile 2009) http://www.repubblica.it/2009/04/mot...?ref=mothpstr6 |
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#53 |
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2005
Città: in lombardia
Messaggi: 8414
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Per me prendere la Opel è un suicidio, a causa di un alto indice di sovrapponibilità con fiat;
rischiano di cannibalizzarsi a vicenda ![]()
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Asrock z170m, i7 6700k, 8GB Kingston ddr4 2666, sandisk ssd120GB, Segate 4TB, XFX Radeon RX 480 RS 8GB |
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#54 |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2005
Città: Castiglione Olona
Messaggi: 22637
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Beh, magari in Europa Opel va bene (tipo Germania) o comunque meglio rispetto a Fiat.
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#55 |
Bannato
Iscritto dal: Mar 2004
Città: Galapagos Attenzione:utente flautolente,tienilo a mente
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#56 |
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2005
Città: in lombardia
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appunto, fiat rischi di ridurre la sua quota anche in italia e ciò sarebbe un male per i nostri operai
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#57 | |
Bannato
Iscritto dal: Mar 2004
Città: Galapagos Attenzione:utente flautolente,tienilo a mente
Messaggi: 28966
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Quote:
oltre chiaramente a quelli che come dici te verranno "sottratti" alla fiat |
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#58 |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2005
Città: Castiglione Olona
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![]() ![]() In Italia Fiat rimane comunque molto molto forte è all'estero che paga moltissimo. P.S: non sono andato a controllare gli andamenti di mercato ultimamente, quindi sono supposizioni ![]()
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#59 |
Bannato
Iscritto dal: Feb 2002
Città: Sanremo, Italy
Messaggi: 1938
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per me Opel è un errore... i tedeschi cercano qualcuno che sovvenzioni le loro fabbriche come han fatto gli americani per anni senza farsi troppi problemi. Fiat deve invece investire in se stessa e in Chrysler.
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#60 | |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2001
Città: Milano
Messaggi: 1707
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Quote:
ok.. si faranno più numeri in Europa sui segmenti C-D, ma ne vale veramente la pena?
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And love is not the easy thing.... The only baggage you can bring Is all that you can't leave behind |
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