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#21 | |||
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Sì, dal 2006 sono nella lista dell’Unione Europea delle formazioni terroristiche.. Quote:
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[The Matrix Clan] eoropall - La nuova Cometa Rossa ![]() "La violenza è l'ultima risorsa degli incapaci" - "Il Saggio educa sè stesso" - MacUpgradeClub - (P. Coelho) Per questo sono guerrieri della luce. Perché sbagliano. Perché si interrogano. Perché cercano una ragione: e certamente la troveranno. Ultima modifica di eoropall : 21-04-2009 alle 23:22. |
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#22 |
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“Le chiediamo – concludono i Tamil - di pressare il Governo italiano a persuadere il Governo dello Sri Lanka ad accettare un cessate il fuoco immediato per evitare un'ulteriore carneficina di vite umane, permettendo agli operatori umanitari di soccorrere i civili Tamil”.
MA ANCHE NO. Vogliono sfangarsela dalla sacca visto che sono alla canna del gas, salvo poi riorganizzarsi e procedere alle loro tattiche mediante autobombe, kamikaze e uccisioni sommarie. E no..troppo comodo chiedere cessate il fuoco con la scusa dei civili.
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#23 |
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eportage CONFLITTI DIMENTICATI
lo Tsunami e le Tigri Tamil l' Isola che non Sa Risorgere BATTICALOA (Sri Lanka) - «Questa è la terra dei pesci canterini», recita un cartellone pubblicitario lungo una delle spiagge di Batticaloa, afflitte in permanenza dall' oceano, quasi sempre aggressivo. Un vecchio di età indefinibile, che ride in portoghese dalle gengive disabitate, racconta che si trovava proprio qui, coi piedi nella sabbia, il giorno che quella bestiaccia dello tsunami «ci piombò addosso, facendo di colpo 5 mila morti». Come lui solo sia scampato all' uragano nessuno sarà mai in grado di spiegarlo. Ogni giorno, il bollettino meteorologico annunciava calamità. Da Point Pedro, all' estremo Nord, fino alla Kirigalla Bay, a Sud, tutti i 420 chilometri della costa orientale dello Sri Lanka sono stati flagellati. Meno sconvolgente il disastro provocato dallo tsunami sulla sponda occidentale, dove però i marosi hanno sfasciato capanne e barche. Nella sgangherata periferia meridionale di Colombo raccolgo la testimonianza di un uomo che, tre anni fa, ha dovuto fare i conti con la tracotanza dell' oceano: è il proprietario della Beach Wadya, una locanda con le finestre spalancate sul mare e la risacca alla soglia. In tavola gamberoni fritti e una boccia di vino bianco che non tollera aggettivi. «Il 26 dicembre 2004 - racconta - l' acqua invase il mio locale. Sulla parete c' è ancora il segno del livello raggiunto, oltre due metri. Ci siamo salvati, giusto in tempo. Rientrati dopo la catastrofe, c' era solo silenzio. Devastazione. Solo qualche muro in piedi. Abbiamo ricostruito adagio, mattone su mattone, quello che oggi vedete. Ma era la casa dei vecchi, dei vecchi dei vecchi, dove sono nato: in nessun altro posto al mondo avrei potuto continuare a vivere». Ma a minacciare la sopravvivenza dello Sri Lanka, definita dai poeti senza spreco di enfasi la perla più bella dell' Oceano Indiano, non era solo la calamità naturale. Era un' altra specie di tsunami che gli strisciava nelle viscere come un serpente, alimentato dai conflitti interni di una popolazione costituita da tre gruppi: i tamil (41%), i musulmani (33%) e i singalesi (26%), anche se le redini del governo nell' era postcoloniale sono nelle mani di questi ultimi. Dopo le recenti escursioni (o incursioni) nella penisola di Jaffna, dove la massiccia presenza dell' esercito ha smorzato l' aggressività delle Tigri tamil, o nella fitta giungla settentrionale del distretto di Vanni dove i militanti dello Ltte (Liberation Tigers of Tamil Eelam) hanno costruito un minuscolo Stato condannato all' asfissia per il cerchio di ferro che i militari gli hanno stretto al collo, sarebbe bastato un brevissimo soggiorno nella provincia orientale per rendersi conto che l' aspirazione all' indipendenza dei tamil non avrebbe mai avuto successo. Cronache sbrigative informano tuttora di agguati e scontri nella foresta o sul litorale: ma si tratta, leggo in un quotidiano, degli ultimi colpi di coda di un rettile che, ormai sazio e sfiancato, sta per cadere in letargo. E comunque, le vicende della provincia orientale (7.000 chilometri quadrati, il 16% dello Sri Lanka) sono da sempre strettamente legate a quelle di Jaffna e del bellicoso Settentrione. Quando, nel ' 96, Jaffna si arrende alle Forze di Sicurezza, lo Ltte smorza l' esultanza del governo dichiarando, a colpi di megafono, che il 70% dell' Est «è nelle nostre mani». In realtà, pare non vi sia mai stata una netta prevalenza degli uni sugli altri nel conflitto scoppiato l' anno prima. Ancor oggi, a Batticaloa, i pescivendoli dell' Eluvaankarai (spiaggia del sole levante) ricordano che «qui ci stavano i governativi», mentre per i pescatori della Padubhakarai (spiaggia del sole al tramonto) erano le Tigri a bivaccare sull' arenile. Ma a poco a poco, dal 2006 ad oggi, un numero consistente di Tigri è stato stanato dai nascondigli, anche se altre continuano a mantenere, in quantità ridotta, la loro presenza nelle giungle a ovest. Uomini pronti a tutto, che si muovono a piccoli gruppi nei labirinti di boscaglie, già loro terreno di giochi nell' infanzia. Altri sono impegnati in operazioni-lampo sul litorale, che eseguono, ad onore del nome che portano, con felina rapidità. Tutte selezionate per le «Assassination Squads», le squadre della morte. Se ti consentono di metter piede in uno dei loro rifugi (privilegio rarissimo), l' aria che respiri sa di obitorio. Tuttavia, anche quelle piccole sacche di resistenza infastidivano le sofisticate narici singalesi di Mahinda Rajapaksa - il presidente -, che all' Est non tollerava «estranei» e puntava da sempre sulla compattezza geopolitica dell' isola. Inizio delle ostilità il 25 aprile 2006, quando l' aviazione bombarda Sanpur, roccaforte tamil a sud di Trincomalee. Tre mesi dopo, una tranquilla offensiva di terra che offrirà al governo, sul piatto d' argento, la prelibata selvaggina della provincia orientale. Il comando supremo dello Ltte si rassegna. Militarmente parlando l' Est non è così importante come Jaffna o Vanni, dove le Tigri hanno grandi spazi di manovra. Ed è infine troppo gravoso mantenere il controllo definitivo su una lingua di terra lunga 286 chilometri e larga, nel punto massimo, solo 86: in più, abitata da gente amministrata direttamente da Colombo. Uno dei capitoli più angosciosi in questa guerra è il reclutamento forzato degli adolescenti o, peggio, di bambini e bambine. Capita che talvolta, per strada, una donna più consumata dal dolore che dalla fame, tirando fuori dal suo fagotto di cenci una foto sudicia e sbiadita, ti chieda se l' hai mai visto, «il suo bambino». A un paio d' ore di macchina da Batticoloa c' è nella giungla un Kindergarten, un asilo infantile, dove - dicono qui - s' insegna ai minorenni come impugnare e maneggiare l' Ak 47. Ma quando con l' ok dell' ufficio stampa e il bavaglino di plastica appeso al collo con tanto di foto e di timbri, vai a chiedere il lasciapassare, sbatti fatalmente il muso contro le facce di granito dei militari, che di marmo hanno pure i denti e il sorriso. Il massimo della curiosità, addentrandoci nella foresta, sarebbe stato di far conoscenza col comandante Karuma, numero 2 del líder máximo Prabhakaran, che aveva poi abbandonato per schierarsi col «nemico», l' esercito, dove milita tuttora. Anni orsono - raccontano - avrebbe fatto voto, in un tempio buddhista di Kendy, di sterminare l' Ltte fino all' ultimo uomo: attualmente starebbe addestrando un esercito di mini-soldati, ma non è chiaro per chi o contro chi. Un progetto che evoca i fantasmi della soldataglia imberte del Burundi. L' eventualità che Ltte scateni una grande offensiva per recuperare l' Est è quando mai remota. Al momento, non può contare sull' appoggio di nessuno: né dei singalesi, suoi nemici tradizionali, ma neanche da parte della comunità islamica che lo sente estraneo ai propri interessi e si ritiene emarginata. Ostilità confermata da testimonianze recenti, che risalgono alla seconda metà degli anni 80, quando le Tigri estorcevano denaro ai musulmani: se non soddisfatte, li punivano come in Sicilia e in Calabria. Nel 1986, 35 pescatori di fede coranica finiranno massacrati in fondo al mare per non aver pagato il pizzo. Furono, secondo le cronache, 17 anni di torture, culminate nello sterminio (1992) di sei famiglie. Se l' incontro con lo Sri Lanka comincia da Kandy, è quasi impossibile non restare assorbiti nel torpore mistico che emana dal tempio, dal lago, dalle colline coltivate a tè. E viene spontaneo chiedersi come in un Paese, così afflitto da conflitti interni, politici e militari, possono convivere e coabitare armoniosamente religioni diverse. La risposta viene subito dal vescovo di Batticaloa, monsignor Kingsley Swampillai, che dice: «La maggioranza della popolazione è buddhista e non sorprende che vogliano un Paese buddhista. Ma le minoranze vanno rispettate. Ednon ho dubbi che musulmani, indù, cristiani possano vivere in pace com' è sempre avvenuto. Qui la guerra di religione non è neanche concepibile». Monsignor Kingsley, 70 anni e da 25 vescovo di questa diocesi, dice: «Qui noi abbiamo problemi immensi: sia per il disastro dello tsunami, sia per la guerra. In questo momento abbiamo più di 150 mila sfollati e solo una parte sono stati risistemati, con un tetto sopra la testa. Il nostro primo obiettivo è la ripresa, lo sviluppo economico. Non facciamoci illusioni. La guerra non è finita». Il suo aspetto è quello d' un signore borghese, buona cultura, buon conversatore e due occhi molto attenti. Gli sta molto a cuore il problema dei Tamil che - dice - «hanno ragione da vendere» e non esita ad affermare che per lui, uomo e prete, il solo movimento che conta è lo Ltte: «Ma se anche fosse spazzato via lasciando il governo di Colombo arbitro assoluto della situazione, non ci sarà la pace in questo Paese. Che si potrà avere solo quando saranno risolti i gravi problemi sociali che ci affligono. Lei mi ha detto di essere stato a Jaffna vent' anni fa, quando le Tigri di Prabhakaran sfoderavano gli artigli e dettavano legge. Forse adesso potranno sembrarle addomesticate. Ma non s' illuda. Oggi, per me, la situazione è assai peggiore». Al Lake View Hotel svuotato l' acquario e buttato nella vasca pesciolini nuovi. Prigionieri in quel metro d' acqua, sembrano allegri, guizzano nella falsa profondità marina come storditi e di tanto in tanto sbattono il muso contro il vetro. Dalla finestra vedo i pescatori sull' argine del lago, la canna in mano. Il sole tramonta a Paduvaankaran sulla sponda della laguna. E' l' ultimo giorno. Barche approdano con grosse quantità di pesci nelle reti, altre vengono spinte in acqua a fatica da ragazzotti allegri. Alle nostre spalle, in uno di quei cimiteri senza muro di cinta e senza tombe, vasto come un deserto, stanno seppellendo un giovane di 28 anni che - dicono - si è tolto la vita. Scena tutta da dimenticare nel momento del commiato dalla perla dell' oceano Indiano. Ma, stranamente, qualcuno ha deciso di avvelenarci l' addio. L' uomo che si è seduto accanto al bistrot e ha ordinato vino per due ha deciso di raccontarmi una storiella. È grande e grosso. «Vino fa buon sangue», sentenzia al terzo bicchiere. «Allora, cosa volevi dire?». «Oh, niente d' importante. Ma t' ho visto parlare con Monsignore e mi son chiesto se lui te l' avesse detto». «Cosa?» «Beh, un gran bel delittaccio nella sua chiesa, davanti all' altare. Si chiamava Joseph Parajaasingham, cattolico praticante, quel che si dice un baciapile. Era anche membro dell' Ina, un partito fiancheggiatore dello Ltte. Natale 2005. Messa di mezzanotte. Joseph s' era accostato all' altare e, fatta la comunione, stava tornando al suo banco, quando un uomo gli si pone davanti e gli spara dritto al cuore. Chi lo sa, rancori politici o roba del genere. Dai, beviamo alla salute di Joseph. Adeste fideles...». * * * 21 milioni La popolazione dello Sri Lanka. Gruppi etnici: singalesi, mori, tamil indiani, tamil * * * 70 mila Morti in scontri tra Tamil ed esercito in 24 anni. Dopo la tregua del 2002, le Tigri ripresero la lotta nel 2006 * * * Anni 70 Da allora si è accentuata la conflittualità tra la maggioranza singalese e la minoranza tamil Mo Ettore Pagina 016/017 (16 settembre 2007) - Corriere della Sera
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#24 |
Bannato
Iscritto dal: Feb 2001
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Il fatto che il movimento delle tigri tamil sia di stampo terroristico non credo giustifichi l'eccidio di migliaia di civili, di cui svariate centinaia BAMBINI.
Ma evidentemente qui c'è chi ha un'idea diversa di come vadano gestite i moti indipendentisti ![]() |
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#25 | |
Senior Member
Iscritto dal: Feb 2003
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#26 |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2006
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A quanto pare si, per assonanza con la situazione israelo-palestinese.
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#27 |
Bannato
Iscritto dal: Feb 2001
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#28 |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2006
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Che battuta da fine umorista.
Quando uno giustifica qualsiasi cosa (anche sparare di punto in bianco sugli sfollati) perché gli avversari usano autobombe e kamikaze direi che stà suonando il nastro "...con Israele". Il motivo è sempre lo stesso "questi sono terroristi che ammazzano i civili, è giusto liberarsi di loro, a qualsiasi costo. Anche fregandosene della vita di eventuali civili".
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#29 | |
Bannato
Iscritto dal: Feb 2001
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![]() ok che ormai con me c'hai un po' l'orecchio felpato, ma io veramente mi riferivo a una delle ultime risposte del 3d sui pirati. Ma che hai capito? ![]() |
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#30 | |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2003
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I governativi hanno la possibilità di fare a pezzi le tigri Tamil eliminando uno dei peggiori movimenti guerrigliero/terroristici presenti al mondo, forse quasi peggiori dei terroristi di Hamas: sarebbe un peccato permettere ai guerriglieri di riorganizzarsi, con la scusa di salvaguardare la popolazione civile.
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#31 |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2003
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Solo tu e pochi altri possono prestare fede alle parole di personaggi loschi che sequestrano le navi e chiedono riscatti milionari (in dollari).
![]() Cmq c'è un altro thread in cui si discute della ridicola affermazione di un pirata, meglio discuterne lì.
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#32 | |
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Iscritto dal: May 2002
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"Le masse sono abbagliate più facilmente da una grande bugia che da una piccola". (Adolf Hitler) "Se sei bello ti tirano le pietre, se sei brutto ti tirano le pietre. se sei al duomo ti tirano il duomo". (cit. un mio amico ![]() |
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#33 |
Bannato
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zero si eccita ogni volta che c'é un eccidio di civili.
![]() Si alla guerra senza se e senza ma. ![]() Ultima modifica di Fritz! : 22-04-2009 alle 23:57. |
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#34 | |
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Iscritto dal: May 2002
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#35 |
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#36 |
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Iscritto dal: Dec 2006
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E'una questione endocrina.
Gli ormoni antiterrorismo gli vanno nel sangue. Appena scopre che una delle due fazioni è stata dichiarata "terrorista" da gente come Bush, Blair, Aznar, Chirac e Sharon quella fazione diventa "il male supremo". Diventano tutti bombaroli kamikaze che fanno stragi di civili e che bisogna sconfiggere anche a costo di fare stragi di civili.
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#37 |
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Iscritto dal: Aug 2003
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Fa ridere che un movimento di terroristi che in 20 anni ha fatto più di 25000 morti, d'amblè si preoccupa per il fatto che in un'operazione militare vi siano dei civili morti.
Non è credibile. Fanno finta di preoccuparsi dei civili, quando sono chiusi in una sacca sapendo di essere spacciati. Cascateci voi a queste balle, invocando degli inutili e perniciosi cessate il fuoco, giusto per salvare uno dei peggiori movimenti di guerriglia presenti nel pianeta. ![]()
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#38 | |
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#39 | |
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Me ne farò una ragione. ![]()
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#40 | |
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Io ordinerei l'embargo totale fino a quando le due fazioni non consegnano le armi e nel frattempo invierei l'esercito per salvaguardare la popolazione. Per il resto fra un gruppo di terroristi "designati tali" ed una forza governativa che spara agli sfollati non ci vedo grandi differenze.
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