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Old 01-01-2008, 14:36   #1
Bastian UMTS
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Vi sembra giusto? (No Flame Please)

Riapro il 3d nella sezione appropriata (su indicazione di FreeMan), vi prego di evitare flame, vorrei un ragionamento costruttivo, grazie


Buongiorno e Buon Anno a tutti.
Leggevo propria ora dei feriti di fine anno con i botti, e riflettendo su questi feriti voglio porvi una domanda:

Vi sembra giusto che un coglione, che si è portato via una mano con un botto possa accedere alla categoria degli invalidi civili?

Personalmente ritengo la cosa assurda, se ti sei portato via una mano o hai perso un occhio per un petardo, per quale motivo adesso io Stato devo concederti dei vantaggi?
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Old 01-01-2008, 14:43   #2
Deuced
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assolutamente assurdo

chi è causa del suo mal pianga sè stesso

è questa l'unica frase ad hoc che mi viene in mente
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Old 01-01-2008, 14:44   #3
CYRANO
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come ho postato nell'altro topic , concordo con chi afferma che sia giusto che uno stato sociale tuteli tutti indiscriminatamente .


c,la,;z,;a
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Old 01-01-2008, 14:44   #4
FalconXp
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Effettivamente il ragionamento non fa una grinza.Alla fine sparare i petardi è a tuo rischio e pericolo pertanto poi uno si dovrebbe regolare anche per quelle che sono le conseguenze.

Tuttavia ritengo più giusto che lo stato non dia soldi direttamente alle persone invalide per conto petardi, bensi investa quei soldi in attività sociali, come per esempio prevenzione nelle scuole o nelle università, ovviamente saranno le stesse persone che si sono procurate danni permamenti a illustrare le cause, i rischi e le conseguenze nell'uso non idoneo dei petardi.
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Old 01-01-2008, 14:45   #5
fabio80
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assolutamente assurdo

chi è causa del suo mal pianga sè stesso

è questa l'unica frase ad hoc che mi viene in mente
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Old 01-01-2008, 14:45   #6
Deuced
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come ho postato nell'altro topic , concordo con chi afferma che sia giusto che uno stato sociale tuteli tutti indiscriminatamente .


c,la,;z,;a
anche se la colpa è mia?Cioè,se io un domani non trovassi lavoro basta che mi sego una gamba?
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Old 01-01-2008, 14:48   #7
er-next
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riquoto l'utente momo-racing che ha spiegato bene quello che condivido pienamente:

Quote:
lo stato sociale è tale proprio perchè non fa distinzioni. Altrimenti dovremmo escludere dagli invalidi civili tutti coloro che si sono procurati invalidità facendo i pirla in automobile, non rispettando le norme di sicurezza elementari compiendo determinati lavori, agendo contro il buon senso e così via: in pratica se si delegasse a un assicurazione la possibilità di stabilire chi debba appartenere alla categoria degli invalidi ne sarebbero esclusi il 70% perchè in un modo o nell'altro si sarebbe in grado di produrre delle prove di una loro imperizia che abbia portato alla loro situazione.

poi escludiamo anche dall'assistenza sanitaria chiunque fumi, beva alcolici, non segua una dieta stabilita dal ministero della salute, non pratichi attività sportive.

sarebbe controproducente per lo stato stesso un atteggiamento del genere.
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ho concluso con: Beep Beep - bagluca - ShaDe - alenter - djlorenz - Gordon Freeman - mariotanza - ciufoligo - johnny185 - scarano76 - lamerone - Boxer2 - fabiuxx - Sakurambo - gianpixel - alstare84 - nickluck - ziodamerica - ReDBouL - Coop - Keffo - sv4 - niko0 - shin82 - daikengorobot - patafrana - OcTaGoN - Shippo - Bladexx - superman79 - Fran123 - cos1950 - Xidius - cdere - daygo - 2fst4rc - maxcarra - almus! - Juliàn Carax - e non ne aggiungo più...
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Old 01-01-2008, 14:48   #8
CYRANO
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anche se la colpa è mia?Cioè,se io un domani non trovassi lavoro basta che mi sego una gamba?
ti devono lasciare dissanguato per strada ?


c,la;'z.;'a
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Old 01-01-2008, 14:49   #9
CYRANO
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riquoto l'utente momo-racing che ha spiegato bene quello che condivido pienamente:
aricondivido.


Clm,a,;z,a
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Old 01-01-2008, 14:49   #10
Deuced
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ti devono lasciare dissanguato per strada ?


c,la;'z.;'a
che c'entra?Qui stiamo parlando del sussidio mensile,dei punti in graduatoria che questo tizio avrà quando farà concorsi,ecc ecc

Che al momento vada soccorso sono d'accordo,ci macherebbe

Ultima modifica di Deuced : 01-01-2008 alle 14:52.
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Old 01-01-2008, 14:52   #11
Bastian UMTS
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ti devono lasciare dissanguato per strada ?


c,la;'z.;'a
No non ti devono lasciare in strada, io non parlo del soccorso ad una persona che si fà del male a causa di un suo comportamento errato.
Il pronto soccorso non lo si nega assolutamente, io parlo del dopo, ovvero di chi da un SUO errore gravissimo ne trae un vantaggio.

Ricapitolando:

Perdi una mano con un petardo?
Ok ti faccio curare e assistere, ma dopo non ti permetto alcuna agevolazione.

Spero di esser stato chiaro
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Old 01-01-2008, 14:54   #12
CYRANO
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No non ti devono lasciare in strada, io non parlo del soccorso ad una persona che si fà del male a causa di un suo comportamento errato.
Il pronto soccorso non lo si nega assolutamente, io parlo del dopo, ovvero di chi da un SUO errore gravissimo ne trae un vantaggio.

Ricapitolando:

Perdi una mano con un petardo?
Ok ti faccio curare e assistere, ma dopo non ti permetto alcuna agevolazione.

Spero di esser stato chiaro
quindi anche se fai sport per es?


cmkalmza
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Old 01-01-2008, 14:54   #13
naitsirhC
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Val la pena leggere questo articolo:



Gli ha chiesto: «E ora?». «Sparisci!». Christian Kleon lo ha fissato con sguardo da ebete, rimanendo per un attimo indeciso se ubbidire o meno. «Vaffanculo» ha pensato ed è fuggito sull’erba bagnata di brina, dieci metri fino alla strada, tenendo ben stretta la motosega arancione con la mano destra. Andreas Plack, disteso sotto un meleto, aveva la gamba sinistra rovinata da un taglio profondo. Il sangue sgorgava a fiotti. Il cane di guardia al maso di Walter Gamper abbaiava forte. Dietro di sé il silenzio perfetto della campagna. Plack non urlava, benché dovesse sentire un dolore atroce. È rimasto così qualche minuto, supino sull’erba, sino a quando non ha sentito che il Kleon si era allontanato a tutto gas con la sua Rover. Erano questi i patti: aspettare qualche minuto, e poi dare l’allarme. Nel frattempo ci avrebbe pensato lui, era stato infermiere, sapeva come cavarsela. Si è trascinato per qualche metro. Era una sera fredda, ma non gelida. Presto sarebbe calata le nebbia, nessuno dalla strada avrebbe potuto vederlo. Le auto sfrecciavano veloci lungo la vicina statale Merano-Bolzano. Ha preso il cellulare, il numero del 113 era già impostato, bastava solo premere, «Questurraa», gli hanno risposto, ma lui è riuscito a emettere solo un rantolo. Morto. È spirato alle 20.52, per dissanguamento, come ha poi accertato il medico legale. All’indomani la guardia giurata Massimo Burchiellaro, fermatasi sul ciglio della strada per fare pipì, ha scorto il suo corpaccione disteso nel frutteto: aveva lo sguardo rivolto al cielo e le braccia allargate. Sembrava un Cristo in croce. Erano le 9.10 del 28 novembre a Marlengo, periferia di Merano. E quindi questa è la storia di Andreas Plack, il giovane che voleva truffare l’assicurazione facendosi amputare la gamba dal cugino Christian Kleon.
«Adesso», ha notato Petra Plack, la convivente di Andreas, «la gente sta con il Kleon, non con noi». Kleon si è fatto 21 giorni di carcere e poi, il 19 dicembre, è stato scarcerato: non può inquinare le prove e nemmeno c’è il rischio che reiteri il reato, ha scritto il giudice Alessandra Burei. Vallo a trovare un altro che sacrifica la propria gamba per incassare un miliardo dall’assicurazione. La Petra è biondina, sul robusto, ha un figlio di sette anni, avuto dal matrimonio con un tassista. Da due anni stava con Andreas, suo cugino di primo grado. Anche Kleon e Plack erano cugini. Christian è figlio di Martha Plack, bidella a Bolzano, sorella di Paul, il papà di Andreas e di Rosemarie, la mamma di Petra. Vengono tutti da Silandro, il capoluogo della Val Venosta. Da tempo s’erano insediati in città, a Merano. Petra e Andreas vivevano in un appartamento in affitto, al terzo piano di un caseggiato di via San Francesco, poco lontano dal centro, dove scorre placido il Passirio.
«Era un cucciolone, l’Andreas» racconta la Petra, che odia il Kleon: «Non l’ho mai sopportato. Né ho mai capito perché l’Andreas ci perdesse così tanto tempo. “È lui che mi cerca”, si giustificava. In casa si dava tanto da fare. Sparecchiava la tavola, riempiva la lavastoviglie, passava l’aspirapolvere. Portava mio figlio a giocare a hockey su ghiaccio, la settimana prima di morire gli aveva comprato una nuova tenuta. Gli voleva bene come se fosse stato suo». Andreas aveva 23 anni. Alto, grosso, pesava 120 chili. Non aveva mai avuto un lavoro veramente stabile. Da un mese lavorava all’Upim di Bolzano come agente antitaccheggio. Non aveva mai preso un ladro, ma nemmeno dato problemi. L’investigazione era il suo pallino. Aveva cercato di entrare in polizia ma lo avevano scartato perché sovrappeso. Per un po’ aveva lavorato come buttafuori nelle discoteche della zona: l’Après di Gargazzone, l’Exclusive di Lana e il Big’s di Bolzano. Aveva la smania del detective. Collaborava in nero con un investigatore privato della zona: scovare le infedeltà coniugali era la sua passione. Spesso se ne vantava con gli amici. Non teneva per sé certe confidenze. Entrava e usciva dalla caserma dei carabinieri. I militari lo hanno riconosciuto subito, vedendolo disteso nel meleto: «Ma questo è il Plack!». Tutti lo descrivono come un ficcanaso, ma bonaccione. Un po’ incostante, ecco. Per due volte si era speso come volontario della Croce Bianca, prima a Merano, poi a Lana, ma dopo pochi mesi aveva sempre smesso: «Si faceva vedere poco», dicono.

TENEBRE E LUCE. L’anno scorso, per qualche tempo, aveva collaborato con la Vfg, un’assicurazione austriaca sbarcata di recente in Alto Adige che sulla sua homepage in internet si presenta così: «All’inizio regnavano le tenebre… poi fu la luce». Aveva coinvolto anche il cugino Kleon nell’impresa. Facevano i procacciatori di polizze. Gli affari andavano così così. Però si era comprato la Rover. Le macchine gli piacevano. Petra, dopo un passato di commessa alla boutique Hillary di Sinigo, stava a casa. In breve tempo avevano accumulato debiti con la Banca popolare di Merano per 60 milioni. La scorsa estate il Kleon aveva firmato una fideiussione di 30 milioni in loro favore. Petra aveva protestato: «Con tutti gli amici che abbiamo perché ti sei rivolto proprio a lui?». «Si è offerto lui», le aveva detto Andreas.
Nella primavera del 2001 Andreas Plack comincia a prendere seriamente in considerazione la possibilità di farsi amputare la gamba, dopo avere stipulato una polizza miliardaria per invalidità permanente. È un suo amico, assicuratore, a fargli venire l’idea. Ha perso un piede dopo un incidente stradale e l’assicurazione gli ha riconosciuto un’invalidità del 40 per cento. Prende una pensione, riesce perfino a guidare, conduce una vita normale. Plack va alla biblioteca comunale di Merano e sfoglia delle pubblicazioni sulle protesi. Chiede a uno stupito medico di poter consultare un catalogo. Scopre che con una gamba di plastica si torna a camminare abbastanza bene. E si può tornare a guidare, a patto di rifare la patente. A giugno si presenta da Werner Kneissl, assicuratore del Lloyd Adriatico di Lagundo. Vuole una polizza assicurativa per invalidità permanente. «Perché ti serve?», gli chiede Kneissl. «Con il mio lavoro di infermiere ne ho viste di cotte e di crude. Voglio premunirmi». Kneissl gli offre una polizza di 500 milioni, ma lui rifiuta. Vuole la più alta di tutte. La trattativa va avanti per tutta l’estate. È tenace, non molla. A settembre l’affare si conclude. Plack stipula due polizze: una da un miliardo e un’altra da 400 milioni. Paga sull’unghia il premio di 5 milioni. Il contratto contiene una clausola: in caso di morte l’assicurazione pagherà 200 milioni a Petra (come è poi accaduto nella realtà). Gli sembra un piano perfetto. Se rimane senza gamba incasserà un miliardo e 400 milioni. Ne parla con Kleon. Il quale lo ascolta senza dire una parola. Come sempre.
Gli dice: «Ti do 400 milioni se mi seghi la gamba». Kleon ha 29 anni, i capelli sempre arruffati, un viso imbronciato, porta occhiali da miope un po’ demodé. È un solitario. Parla un italiano stentato. Non ha hobby, solo una breve parentesi come pompiere volontario, come tutti i ragazzi del Trentino- Alto Adige. Ha frequentato la scuola alberghiera, pensava di fare il cuoco, ma poi ha scoperto che bisogna lavorare i sabati e le domeniche. Troppa fatica. Entra alla Seab, la società che ha in appalto la pulizia di Bolzano. Fa il netturbino. Sei ore al giorno di lavoro, uno stipendio di un milione e 800 mila lire al mese. Ogni mattina compie i 25 chilometri che separano Lana da Bolzano con la Golf comprata tre anni fa. Lavora sodo, si fa gli affari suoi, mai dato un problema, dicono alla Seab.
Pochi mesi fa si è comprato un appartamento a Lana, abbandonando così la casa di mamma Martha e del suo convivente, Heinrich Vigl. Con suo padre, Moritz, affittacamere in Val Passiria, i rapporti si sono diradati da tempo. L’appartamento gli è costato 400 milioni, ha acceso un mutuo ventennale, mamma Martha contribuisce a pagarlo. Lana ha 8 mila abitanti e un solo consigliere comunale che parla l’italiano. All’indomani dell’ 11 settembre il sindaco Cristoph Gufler ha proposto di intitolare la piazza del paese a un ex dinamitardo, Jörg Pircher, condannato a otto anni di carcere per atti di terrorismo irredentista. Spiega il sindaco: «Anche Che Guevara e Garibaldi hanno seminato delle vittime per raggiungere il loro scopo». Ma a Kleon la politica non interessa. Da due anni è in cura presso un medico per depressione. (E alla fine il Consiglio comunale ha deciso di congelare l’intitolazione della piazza).
Qualche settimana dopo Plack e Kleon vanno da Waibl, negozio in via Mainardo, a Merano, a comprare la motosega a catena. «Entra tu, che qui mi conoscono», dice Plack, «e fatti fare un buon prezzo». Kleon entra, sceglie, acquista l’attrezzo per 600 mila lire. Un po’ se ne intende, qualche volta lo zio lo ha portato con sé in campagna a tagliare la legna. Plack resta fuori, ad aspettare. Poi sistemano la motosega nel cofano della Rover. Kleon nicchia. Questa storia dell’amputazione non lo convince. Un pomeriggio provano la motosega in campagna, ma fanno fatica a usarla. «Non ci riuscirò mai», gli dice Kleon. «Vedrai che andrà tutto bene». Provano altre volte. Non riescono a farla partire. Plack ha pianificato tutto nei dettagli: il Kleon gli avrebbe dovuto tranciare la gamba, lui sarebbe riuscito a bloccare l’emorragia, grazie a quei rudimenti di medicina appresi nella Croce Bianca. Sarebbe stato lui stesso a dare l’allarme, chiamando l’ambulanza, oppure, come sospetta il sostituto procuratore Guido Rispoli, forse c’era una terza persona, che aveva l’incarico di transitare casualmente da lì, scoprire il Plack e dare l’allarme? Ma cosa importa? Gli avrebbero creduto in ogni caso: il povero Andreas era stato vittima di un pazzo con la motosega. E poi con tutti quei soldi se ne sarebbe andato via dall’Alto Adige. Quello era il suo sogno.

L’ultimo bacio. E viene la sera del 27 novembre. «Andreas è tranquillo, come sempre», racconta Petra. Ha finito il suo lavoro all’Upim. Sono le 20, lei sta guardando la tv, suo figlio è a letto con la febbre. Andreas fa la doccia, lei prepara la cena. Mangiano la minestra, lui si veste, la saluta. Tutto in mezz’ora. Dice che deve andare in un pub di Lana, dove c’è un amico, uno del giro degli assicuratori, che lo aspetta. Deve saldare un debito di 300 mila lire. «Gli do solo 100 mila lire, il resto lo rendo dopo». Dice Petra: «Gli ho dato un bacio ed è uscito». Alle 19.30 si era incontrato con Kleon a Gargazzone per definire gli ultimi dettagli. Kleon ha lasciato la sua Golf nei pressi della Merano-Bolzano ed è salito sulla Rover di Plack. Lo ha accompagnato a casa, e lo ha atteso nel parcheggio dell’Opera serafica. La sera prima, nei pressi di un maso, erano riusciti finalmente a far funzionare la motosega. Sono pronti, quindi. Alle 20.35 Plack esce di casa, raggiunge il Kleon e insieme si dirigono verso Marlengo. «Questo è il posto», gli dice il Plack. Christian trema dalla paura, è incerto. Al semaforo sul ponte Resia gli spiega il suo formidabile piano: «Vedi, dirò che in questo punto uno sconosciuto è entrato di forza in macchina, minacciandomi con una motosega». Scendono, Kleon trasporta la pesante motosega, si infila un impermeabile di nylon per evitare di sporcarsi di sangue, Plack si adagia sull’erba. Con un taglierino si tagliuzza le guance, per simulare un ferimento. «Muoviti!». Kleon lo guarda con aria interrogativa. «Non puoi tirarti indietro, mi sono già ferito, come mi potrò giustificare con gli amici?». «Brrr». Sega fino all’osso. Sono le 20.45. Cinque minuti dopo squilla il telefono al commissariato di Merano. È il rantolo di Plack.
Plack è spirato quasi subito, stordito dallo choc emorragico. È morto dissanguato, dopo che la vena e l’arteria tibiale della gamba sinistra sono state recise. La motosega Kleon l’ha buttata nell’Adige. Poi è tornato a casa. La Petra, nella notte, preoccupata per l’insolito ritardo («non l’aveva mai fatto»), ha perlustrato la zona, passando anche davanti al frutteto, ma è calata già la nebbia, non vede nulla. All’indomani, alle 19, quando ancora non si conosce il nome dell’assassino, Kleon la chiama sul cellulare: «Mi dispiace tanto. Posso fare qualcosa per te?». «Che ipocrita», dice adesso Petra.
Alla Seab hanno deciso di riaccogliere Christian Kleon tra di loro, a partire dal 2 gennaio. Prima di Natale hanno convocato il personale e si sono raccomandati di non canzonarlo per la storia della motosega. A tutti i dipendenti è stato vietato di fare alcun accenno alla vicenda. Gli avvocati Alberto Valenti e Daniela Libelli gongolano: l’accusa pare intenzionata a derubricare l’iniziale imputazione di omicidio volontario in preterintenzionale. La difesa conta di giungere a una condanna per il reato di omicidio colposo come conseguenza di altro delitto. «A quel punto verrebbe condannato a meno di tre anni, non finirebbe più nemmeno in carcere, ma sconterebbe la pena direttamente dai servizi sociali». Kleon se la caverà.



Due uomini e una gamba
L’incredibile storia dei cugini altoatesini Andreas e Christian, che con una motosega pensavano di fregare l’assicurazione ma sono finiti male: uno morto, l’altro omicida. Calcoli sbagliati...
di Concetto Vecchio
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Old 01-01-2008, 14:55   #14
Bastian UMTS
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quindi anche se fai sport per es?


cmkalmza
No rileggi, io parlo di comportamenti colposi, ho aperto il 3d parlando dei botti, la stessa cosa l'accosterei ai recidivi ubriachi al volante.
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Old 01-01-2008, 14:56   #15
Deuced
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riquoto l'utente momo-racing che ha spiegato bene quello che condivido pienamente:
ok,nell'ottica dello stato sociale si può essere d'accordo.Ma mi chiedo quanto possa essere dannoso per i contribuenti.In Italia mi sembra che allo stato attuale lo stato sociale non giovi a nessuno se non a quei pochi furbi


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quindi anche se fai sport per es?


cmkalmza
rispondo per me:sì,anche per chi fa sport
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Old 01-01-2008, 14:56   #16
fabio80
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quindi anche se fai sport per es?


cmkalmza
ti costa tanto sforzo cerebrale capire la differenza tra fatalità e il mantenere di proposito comportamenti pericolosi?
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Old 01-01-2008, 14:57   #17
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No rileggi, io parlo di comportamenti colposi, ho aperto il 3d parlando dei botti, la stessa cosa l'accosterei ai recidivi ubriachi al volante.
ho letto bene.
ma perche' io cittadino devo pagare , con le mie tasse, l'invalidita' di chi sceglie di fare sport ( mica parlo solo del footing , ma magari del parapendio ) invece di starsene a casa a giocare con la playstation ?

a sto punto, come dice momo , non paghiamo piu' nessuno che si fa male aldifuori del suo ambito lavorativo e chi si fa male nel suo ambito lavorativo commettendo leggerezze evitabili.


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Old 01-01-2008, 14:58   #18
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ti costa tanto sforzo cerebrale capire la differenza tra fatalità e il mantenere di proposito comportamenti pericolosi?
fatalita' e' anche l'esplosione di un petardo in mano.

ovvio che se tu ti schianti in auto andando al lavoro e le perizie indicano che superavi di 5 km/h la velocita' consentita , cio' ti renda esente di invalidita'...


Cmla,;z,;a
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Old 01-01-2008, 15:00   #19
fabio80
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fatalita' e' anche l'esplosione di un petardo in mano.


Cmla,;z,;a
no quella non è fatalità, quello è andarsele a cercare visto quanto hanno martellato di sti giorni per la storia dei botti illegali e via dicendo

certo, immagino che per te fatalità sia anche drogarsi, perchè tutti sono vittime e nessuno ha potere decisionale, la responsabilità questa sconosciuta.

tanto, c'è lo stato sociale
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Old 01-01-2008, 15:00   #20
Bastian UMTS
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ho letto bene.
ma perche' io cittadino devo pagare , con le mie tasse, l'invalidita' di chi sceglie di fare sport ( mica parlo solo del footing , ma magari del parapendio ) invece di starsene a casa a giocare con la playstation ?

a sto punto, come dice momo , non paghiamo piu' nessuno che si fa male aldifuori del suo ambito lavorativo e chi si fa male nel suo ambito lavorativo commettendo leggerezze evitabili.


C,;a.'z.a
Sarei per una visione meno estremista, ma il concetto di base dovrebbe essere quello, ad esempio se fai parapendio ti fai una tua assicurazione privata in merito, se permetti io stato non posso esser costretto a pagarti una pensione perchè ti sei ridotto su una sedia a rotelle volando col parapendio.
Bastian UMTS è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
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