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#21 |
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Senior Member
Iscritto dal: Apr 2005
Città: Napoli
Messaggi: 6817
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Riporto li caso dell marito di mia cugina: Carabiniere reduce da Kosovo e Iraq, attualmente è in cura per un cancro al testicolo...
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0 A.D. React OS La vita è troppo bella per rovinarsela per i piccoli problemi quotidiani... IL MIO PROFILO SOUNDCLOUD! |
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#22 |
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Senior Member
Iscritto dal: Apr 2004
Messaggi: 666
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che stracazzo centra? ho fatto una domanda, mica era una provocazione, vorrei vedere quei dati per confrontarli, punto e basta
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#23 |
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Senior Member
Iscritto dal: Dec 2000
Città: Verona
Messaggi: 3169
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I proiettili al DU non sono fatti per i proiettili di piccolo calibro delle armi leggere, ma per medi e grossi calibri, che tra l'altro non sono in dotazione presso le forze armate Italiane.
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#24 |
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 2006
Messaggi: 8933
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mi pare ci fossero alcuni sardi che hanno avuto problemi causati dall'uranio impoverito...e mi pare che 3 siano morti (parlo dei sardi perchè sono i più vicini) uno anche recentemente...
eccoli http://www.ainfos.ca/02/may/ainfos00026.html * Militari morti: Lorenzo Michelini, Roberto Buonincontro, Antonio Vargiu, Domenico di Francia, G. M. (ex comandante del poligono). Militari sopravvissuti: Christian Cardia, in cura dal marzo 94 al 1995; Fabio Capellano, in cura dal settembre 2000. e altro http://www.erroneo.org/modules.php?o...ticle&sid=1202 Alcuni non sono nemmeno andati in kosovo, semplicemente hanno lavorato nelle basi dove è stato depositato il materiale contaminato...che bello vivere nella spazzatura nucleare della nato -_- ah comunque viene usato anche nei proiettili di carro armato non solo nelle bombe, in quanto la densità dell'uranio è superiore a quella del materiale usato per le corazze dei carri nemici... |
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#25 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Apr 2004
Messaggi: 666
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Comunque, nei poligoni italiani l'uranio impoverito non si usa, e ti elenco pure i motivi della mia affermazione: -L' italia non ne fa uso -in italia non ci sono reparti americani che ne fanno uso -In italia non vengono a esercitarsi reparti stanziati in altri paesi europei che ne fanno uso...e qui si può chiudere la questione! Comunque, c'è una madre di un soldato morto che da alcuni anni sostiene una battaglia verso il ministero della difesa, affermando che il responsabile di quelle morti non è l'uranio ma dei vaccini somministrati ai soldati fino al 2000, vaccini poi frettolosamente ritirati dal mercato. Questo spiegerebbe anche il perchè sono morte di tale malattia anche alcuni soldati che in kossovo non ci sono mai stati, ma si sottoposero alle vaccinazioni Altri casi sono imputabili all' uso di benzina per lavare i mezzi (o almeno cosi disse il mio prof di biologia all' epoca) |
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#26 |
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 2006
Messaggi: 8933
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ho sbagliato scrivendo, non bombe, volevo dire i missili anticarro lanciati dagli aerei...
ti ho appena scritto che nelle basi americane in sardegna gira eccome materiale nucleare...e non solo proiettili all'uranio impoverito |
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#27 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Jan 2002
Città: Pelican Bay
Messaggi: 5571
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' stato reso noto il resoconto sulla missione in Sardegna della Commissione parlamentare d'inchiesta ''sui casi di morte e gravi malattie che hanno colpito il personale militare italiano impiegato nelle missioni internazionali di pace, sulle condizioni della conservazione e sull'eventuale utilizzo di uranio impoverito nelle esercitazioni militari sul territorio nazionale''. La Commissione, presieduta dal senatore Paolo Franco, era stata in Sardegna il 17 ottobre del 2005, e durante la permanenza nell'isola aveva ascoltato il Presidente della Regione. Renato Soru in quell'occasione, ha riproposto i temi dell'equilibrio delle servitù militari, della restituzione agli usi civili di Capo teulada, sollevando per questo territorio anche il problema del tipo di armamenti e munizioni in uso nelle esercitazioni. SORU. Cercherò di inquadrare il problema dal punto di vista della Regione. Intanto comprendo che vi occupiate di problemi legati ll'utilizzo dell'uranio impoverito e non direttamente di servitù militari, ma per noi sono una componente dello stesso problema. Vale la pena ricordare che in Sardegna si spara quasi l'80 per cento di tutte le bombe che si sparano in Italia in tempo di pace, sia da parte dell'esercito italiano che da parte degli eserciti nostri alleati. L'80 per cento dell'attività di Poligono viene svolta nella nostra Regione. Nonostante vi abiti circa il 2,5 per cento della popolazione italiana, viene sparato l'80 per cento di bombe. Ricordo in particolare i Poligoni di Salto di Quirra, di Capo Teulada, di Capo Frasca e di Capo San Lorenzo. Oltre a questi vorrei ricordare anche la base di Santo Stefano presso La Maddalena, nata in maniera segreta nel 1972 per garantire ad una nave appoggio di sommergibili nucleari il diritto di attracco'' Il Presidente Soru ricorda ai senatori: ''Sulla base della legge 898 del 1976, è stato istituito un Comitato misto paritetico (COMIPA) nell'ambito del quale si discute qualsiasi argomento che attiene all’attivita` della difesa. Si autorizzano nuove servitù, rinnovi di servitù, si verificano vincoli e attività dei Poligoni. Gia` nel 2004 l’attivita` del Poligono di Capo Teulada – su richiesta dei rappresentanti del COMIPA, ma anche del rappresentante del Ministero dell’economia e delle finanze – venne autorizzata a condizione che da un documento scritto risultasse che a Capo Teulada non si sparavano munizioni con uranio impoverito. Il COMIPA concesse per l’ultima volta l’autorizzazione a condizione che entro un certo numero di mesi pervenisse una comunicazione scritta a conferma del fatto che in quella zona non si sparavano munizioni con uranio impoverito. Nel 2005, al momento di autorizzare la nuova stagione di tiro presso Capo Teulada, si e` svolta una riunione del COMIPA, i cui componenti in rappresentanza della Regione nel frattempo erano stati in parte sostituiti, nell’ambito della quale lo stesso rappresentante del Ministero dell’economia e delle finanze ha sottolineato la difficolta` a dar corso ad un’autorizzazione che risente del fatto che una condizione ben precisa posta gia` l’anno precedente, nonostante l’impegno assunto a dare una risposta scritta, non fosse stata rispettata. E' stato chiesto quindi di dare una risposta nell’immediato, ma poiché nulla si era in grado di dire o di mettere per iscritto, la totalità dei rappresentanti regionali del COMIPA insieme a un rappresentante del Governo hanno negato l’autorizzazione a continuare a sparare a Capo Teulada. Mancava un documento scritto che certificasse che in quel Poligono non si sparava uranio impoverito. Il COMIPA ha negato l’autorizzazione, ma il ministro Martino ha imposto l’obbligo.A quel punto ho scritto una lettera in cui ricordavo al Ministro che il COMIPA non aveva manifestato un diniego in maniera arbitraria, ma semplicemente perché non era stata data risposta alle richieste avanzate l’anno precedente. Ho chiesto che quelle esercitazioni non avessero luogo e comunque che fosse risposto per iscritto che lì non veniva sparato munizionamento contenente uranio impoverito. Le esercitazioni hanno avuto inizio, ma io non ho ancora avuto risposta. Sempre con riferimento a Capo Teulada, va ricordata l’importante questione del disciplinare d’uso, di cui si e` discusso nel dicembre del 2000, che scadrà a dicembre 2005. Dovrà quindi essere ridiscusso nell’ambito di un confronto tra il Comando della regione militare della Sardegna e la Regione stessa. Il sindaco di Teulada mi ha espresso una sua preoccupazione in merito all’articolo 2 del disciplinare. Risulta infatti scritto: «L’ente gestore del Poligono e` il 1º Reggimento corazzato in Capo Teulada. Gli enti militari utilizzatori sono unita` dell’Esercito militare italiano, altre Forze armate o corpi armati dello Stato per proprie esigenze o per esercitazioni in cooperazione con unita` terrestri, unita` alleate terrestri, navali, aeree. Lo Stato Maggiore dell’Esercito dispone e autorizza inoltre, nel rispetto delle norme per l’utilizzo del Poligono di Capo Teulada, lo svolgimento di particolari esercitazioni» – non e` chiaro cosa si intenda con «particolari esercitazioni» – «o sperimentazioni di interesse nazionale o NATO». ''Non solo - conclude il Presidente della Regione - non ci viene detto che non si utilizza munizionamento contenente uranio impoverito, ma anzi, in base al disciplinare in scadenza nel 2005, risulta che a Capo Teulada in questo momento sono autorizzate particolari esercitazioni o sperimentazioni di interesse nazionale o NATO. Si dice poi che «il Poligono viene autorizzato per l'effettuazione di esercitazioni a fuoco terrestri, esercitazioni navali di tiro contro costa e sbarchi anfibi, esercitazioni a fuoco aeree», sempre con l'indicazione di esercitazioni particolari e sperimentazioni. Cosa accade li esattamente non è dato sapere''.
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"A pessimist is someone who is waiting for it to rain. But I'm already soaked to the skin." L. Cohen. Ultima modifica di Maxmel : 26-03-2007 alle 21:53. |
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#28 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Apr 2004
Messaggi: 666
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Gli stati uniti non possidono basi in sardegna, l'unica è la Maddalena, ma li non girano armi all' uranio impoverito di alcun tipo Per sapere cosa accade a Teulada o salto di Quirra basta aprire qualcune rivista di difesa |
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#29 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Jan 2002
Città: Pelican Bay
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#30 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Apr 2004
Messaggi: 666
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Comunque, immagino che la regione sardegna sarà lieta di pagare con le sue casse le esercitazioni che i nostri militari dovranno andare a svolgere all' estero in quanto il Sig. Soru non vuole vengano fatte sulla sua isola Ultima modifica di easyand : 26-03-2007 alle 21:59. |
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#31 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Jan 2002
Città: Pelican Bay
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#32 |
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Senior Member
Iscritto dal: Apr 2004
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Comunque, ci sono delle cose che non tornano, elenco cosi come mi vengono:
In italia ci sono state 45 morti imputabili a tale malattia, e i malati attualmente sono 513, perchè nelle altre nazioni sono nettamente inferiori? Si parla solo di 4/5 decessi per nazione. Perchè i malati sono solo quelli di ritorno dai balcani? Perchè Iraq o Afghanistan no? Anche li è stato usato DU Perchè nel 2000 è stato interrotto l'uso del vaccino usato fino a quel momento ed è stato ritirato dal commercio? |
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#33 |
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 2006
Messaggi: 8933
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http://www.uranioimpoverito.it/utilizzo.htm
il sito dedicato, molto interessante sui missili ho detto un'altra cavolata, ho letto male...avevo visto munizioni dell'a-10 e ho pensato subito ai missili, poi mi sono ricordato che l'a-10 è l'aereo anticarro che spara proiettili da 30mm...quelli sono i proiettili con l'uranio impoverito sul nucleare è così...a la maddalena oltre alle armi ci girano anche i sottomarini atomici... http://italy.indymedia.org/news/2002/08/74277.php mi ricordo quando a 8 anni ci sono andato e ho visto sotto un ponte questo simbolo e ho chiesto a mio padre "cosa vuol dire quel simbolo?" ![]() comunque i proiettili all'uranio impoverito giravano nelle basi NATO, quindi anche nelle basi italiane stanziate in sardegna. ps: non è che soru si sveglia e dice "da oggi niente più esercitazioni militari", è stata la popolazione dei territori interessati che l'ha chiesto. Qualche tempo fa su un canale televisivo sardo avevo visto alcune riprese delle esercitazioni e se abitassi li vicino avrei protestato anch'io. edit: ma non ho capito, stai contestando il fatto che l'esposizione all'uranio impoverito faccia danni? |
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#34 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Apr 2004
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ma, tu, sai cosa stai dicendo o no? L'unica base nell' intera europa dove girano proiettili (da aereo) al DU è Spagdalemh, in Germania, e gli A10 di Spangdalemh in Sardegna non ci vengono MAI, e ne ci sono MAI stati. In italia (ma anche in tutti i paesi europei!) al posto del DU si usa il tungsteno |
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#35 |
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 2006
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ma tu lo sai invece?? cazzo oh sai tutto tu
nelle basi sarde si addestravano soldati della NATO. Non ci credi? e chi se ne frega io ti copio questo, http://www.bellasardegna.it/Cultura/uranio_nato.htm se vuoi leggilo, io ho finito gli argomenti per i testardi sotuttoio. |
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#36 |
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Senior Member
Iscritto dal: Apr 2004
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certo che ci credo, posso dirti anche chi, come, dove, e anche quando, se mi impegno posso darti pure i dettagli su chi era impiegato...il mio archivio è vasto e copre dal 1981 a oggi...ma di una cosa sono certo, i "dispensatori di uranio impoverito" (alias A10, Apache e M1 Abrams) non hanno mai messo piede sull' isola....
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#37 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Jan 2002
Città: Pelican Bay
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Mentre invece il comando italiano se n'è infischiato; ho visto un documentario in tv poco tempo fà non ricordo il nome dove intervistavano i reduci delle varie missioni. Uno affermava che alle varie richieste di tute e maschere per operare durante le varie bonifiche gli veniva risposto di farsi i cazzi suoi... cmq chiacchere di chi legge troppe riviste di armi come se fossero giocatoli a parte... (siccome se fasso saltare un carro con una mina convenzionale non c'è emissione di particolato contenente particelle di uranio per esempio...) Uranio impoverito: conclusi i lavori della commissione 16.03.2006 scrive Nicole Corritore Lo scorso primo marzo la Commissione d'inchiesta del Senato sull'uranio impoverito, ha chiuso i lavori con l'approvazione della relazione finale. Un'intervista di Osservatorio sui Balcani al senatore Luigi Malabarba, del Partito della Rifondazione Comunista, membro della commissione Proiettile all'uranio impoverito La Commissione d'inchiesta del Senato, che ha votato la relazione finale dei lavori lo scorso primo marzo, era stata chiamata ad indagare sui casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impegnato nelle missioni internazionali di pace e sulle loro cause, ma anche sulle condizioni della conservazione e sull'eventuale utilizzo di uranio impverito nelle esercitazioni militari sul territorio italiano. Dopo nemmeno dieci mesi di indagine, costellati di difficoltà, si è arrivati alle tanto attese conclusioni. Mentre il Presidente della Commissione Paolo Franco ha dichiarato che “non sono emersi elementi per affermare una responsabilità diretta dell'uranio impoverito” pur ammettendo il ritrovamento di “nanoparticelle che potrebbero essere state prodotte dall'esplosione dei proiettili”, tutti i componenti di opposizione della stessa si sono dichiarati non soddisfatti. Tra essi il senatore Luigi Malabarba che a seguito della prima seduta di voto, interrotta a causa di forti divergenze tra i membri della Commissione, aveva diramato un comunicato dai toni accesi. Proprio Malabarba spiega a Osservatorio sui Balcani i motivi di questa insoddisfazione e quali possibili sviluppi si auspicano in futuro. Senatore, Lei si è dichiarato insoddisfatto delle conclusioni della Commissione d'inchiesta di cui ha fatto parte e che è arrivata alla sua istituzione dopo notevoli difficoltà. Perché? La valutazione dell'attività della commissione deve essere rapportata agli obiettivi che erano stati indicati nel disegno di legge di istituzione della commissione stessa. Questi erano di per sé autolimitanti, tanto da rendere complicato il tentativo di affrontare in maniera esaustiva la questione delle malattie dei militari e delle conseguenze dei bombardamenti sulle popolazioni civili locali. Voglio ricordare che l'istituzione della stessa era stata proposta alla fine della scorsa legislatura, ma allora non si era arrivati alla definizione neppure dei termini che avrebbero dovuto comportare quel tipo di lavoro. Una volta formata la commissione, c'è stato poi un sabotaggio chiarissimo da parte del ministero della Difesa, ma anche da parte di alcune lobby delle gerarchie militari dentro i vari partiti, soprattutto della maggioranza. Esiste tutta la documentazione relativa ai passaggi che denotano il blocco dell'attività attraverso il nucleo sopratutto di Forza Italia, da un lato il ministro Martino, dall'altra il Presidente del Senato. Essi hanno fatto un lavoro concertato per impedire alla commissione di lavorare, seppure nel luglio di due anni fa si fosse arrivati ad una posizione unanime per istituire una commissione. In effetti anche dai resoconti delle sedute della Commissione emerge che è stato difficile reperire i dati di cui parla... I limiti statistici sono stati tali, non penso casualmente, da impedire alla commissione qualsiasi definizione approfondita di vario tipo. Per cominciare dalle relazioni Mandelli. Laddove invece esistono dei dati, vi è stato un boicottaggio diretto del ministero della Difesa che non ha permesso ai distretti militari di fornirceli, dati dei quali avevamo bisogno per poter avanzare sulla strada dell'approfondimento. Sottolineo che una commissione d'inchiesta ha potere inquirente. Se la commissione fosse stata più coesa avrebbe dovuto, giustamente, prendere un'iniziativa di carattere penale, indicare dunque sanzioni nei confronti di chi non rispondeva alle richieste. Ma non c'erano le condizioni per pretenderlo, ed è anche per questo che la relazione finale è stata votata dalla maggioranza mentre noi ci siamo ovviamente astenuti. Una proposta da parte nostra di rafforzamento del documento finale avrebbe comportato la vanificazione di qualsiasi conclusione. La tattica parlamentare della maggioranza sarebbe stata quella di far mancare il numero legale necessario al voto del testo conclusivo, non obbligatorio invece durante le sedute di lavoro dove su 21 membri le presenze non hanno mai superato le 3-4 persone e tutte dell'opposizione. Dunque se in sede di voto avesse votato solo l'opposizione, la relazione non sarebbe arrivata neppure agli atti del Senato. Nonostante tutto, avete pensato fosse utile istituire la Commissione e avviare i lavori. Si sono comunque raggiunti dei risultati? Infatti. Tutto lasciava intendere che non sarebbe stato facile il lavoro che ci era richiesto e non era chiaro se valeva la pena istituire la commissione con le autolimitazioni di cui ho già paralto. Abbiamo optato per farlo, perché abbiamo valutato che la produzione di documentazione sarebbe stata comunque utile a fronte, nel giro di un anno, della possibilità di avere una nuova maggioranza. Da questo punto di vista credo si possa fare un bilancio abbastanza positivo, sia rispetto alle consulenze sebbene non siano state tutte quelle che avremmo voluto, sia rispetto al materiale prodotto. Il lavoro fatto ha rappresentato un'occasione importante per un'inchiesta futura, da realizzarsi in seno ad una nuova commissione ad inizio legislatura. Ci sono degli aspetti contenuti nella relazione finale che riguardano prettamente i militari e che sono importanti. Nella relazione infatti è scritto un tracciato chiaro, per cui le conseguenze delle esplosioni, non solo all'uranio impoverito, si manifestano con una scansione abbastanza lineare. C'è un'esplosione ad alta temperatura, poi una dispersione nell'aria del particolato (polveri sottili) che inalato o ingerito passa nei tessuti. E la provocazione dei tumori ne è la conseguenza. Naturalmente la prova che anche queste nanoparticelle trovate nei tessuti dei malati costituiscono elemento di creazione di patologie lo dobbiamo ancora dimostrare, nel senso che non abbiamo avuto la possibilità di produrre una serie di ricerche, ma rappresenta uno studio sostanzialmente in corso che porterà a tali conclusioni. In che senso questo tracciato diventa già importante per i militari? E le ricerche di cui parla, una delle quali è allegata alla relazione finale in forma di proposta, rappresentano indicazioni per una prossima commissione oppure si realizzeranno prima di allora? Mi riferisco all'accenno contenuto nella relazione rispetto al fatto che l'uranio impoverito ha effetti indiretti sulla patologia, e che dal punto di vista giuridico potrebbero diventare addirittura diretti. Nelle parti che possono servire al contingente militare, la relazione contiene una serie di indicazioni sufficienti per rafforzare le iniziative legali in corso e a quelle che si stanno aprendo legate ai malati e ai familiari dei militari deceduti. Cioè, in essa sono indicate nero su bianco delle indicazioni per rivendicare risarcimenti e garantire protezione e tutela a chi la richiede. Sia gli avvocati che stanno seguendo il personale militare, sia i magistrati, in particolare il magistrato Raffaele Guariniello (procuratore aggiunto di Torino) stanno lavorando su questo terreno. Abbiamo fin qui parlato di due piani di lavoro, quello istituzionale/parlamentare e quello di coloro che hanno lavorato in qualità di consulenti della commissione. Anche se non va mai dimenticato il terzo livello, che personalmente ritengo fondamentale, cioè quello della mobilitazione delle associazioni, delle persone, delle popolazioni che abitano intorno alle basi in Sardegna, ma anche i contatti diretti che ci sono con i teatri di guerra, importantissimi per mantenere l'attenzione sull'argomento. Ma torniamo ai consulenti. Essi rimangono in contatto con alcuni di noi parlamentari e sebbene non ci sia più la commissione si continua a fare ricerca direttamente, in qualità di singoli cittadini e rappresentanti di istituzioni diverse da una commissione. Quindi anche nei mesi che ci separano da una nuova commissione, potrà esserci una continuità di attività che permetterà alla futura commissione di riprendere sperimentazioni già in corso. Rispetto alla nuova commissione sarà importante definire bene gli obbiettivi, quindi non solo l'inserimento della popolazione civile come ambito di ricerca, ma anche aprire lo scenario dei teatri di guerra successivi ai Balcani. Ad esempio, sappiamo che ci sono già dei malati che tornano dall'Iraq. Ma anche la questione dei poligoni di tiro in Italia, le modalità di stoccaggio dell'uranio impoverito, facendo indagini più pregnanti e a tutto campo. Ha nominato la questione dei civili. A fine novembre 2005, in prossimità della pubblicazione della relazione finale della Commissione d'inchiesta bosniaca sul caso DU, siete stati in missione nei Balcani. Avete incontrato la Presidente della Commissione - Jelena Durkovic, oltre ai contingenti militari italiani di stanza in Bosnia Erzegovina e Kosovo. Quali sono stati i risultati dell'incontro? L'incontro da parte nostra era doveroso perché non era possibile fare un'inchiesta sulle conseguenze dell'uso dell'uranio impoverito senza avere nemmeno un contatto formale con la realtà dei Balcani, sia con il contingente militare in Bosnia e in Kosovo, sia con i parlamentari della commissione di Bosnia Erzegovina. La missione è durata un giorno e mezzo e dunque si è trattato di un primo contatto, che aveva l'obiettivo di sottolineare che questa è una realtà fondamentale, centrale per continuare l'inchiesta. La conoscenza e lo scambio con coloro che hanno lavorato come noi a livello istituzionale, ma anche con i medici, gli ospedali, tuttele realtà della comunità locale, avrebbe richiesto un maggior livello di apprfondimento. Nel caso si aprirà con una nuova commissione il campo di ricerca sulle popolazioni, noi saremo in grado di interloquire con coloro che possiamo dire di avere già incontrato. L'incontro di novembre rappresenta dunque una traccia di lavoro che potrà dare i suoi frutti solo in una seconda fase. Inoltre, considerando la difficoltà di reperire statistiche prima, durante, e dopo i bombardamenti sia a causa di massicci esodi della popolazione sia della distruzione degli archivi, mi auguro che l'Italia possa in futuro dare delle risorse affinché i paesi dei Balcani producano quelle importanti evidenze statistiche che oggi hanno difficoltà a raccogliere.
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#39 | |
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