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Old 26-06-2005, 12:08   #1
Lucio Virzì
Bannato
 
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Messaggi: 1524
Il business del "doctor"....

http://www.repubblica.it/2005/f/sezi...or/doctor.html

Che bella gente... andare avanti, sempre più su, anche se non ne capisci una ceppa....

Il titolo non è riconosciuto in Italia e sapere l'inglese non serve
Eppure a San Marino è nato un business: Ricucci tra i clienti
In fila per le lauree made in Usa
l'importante è chiamarsi doctor
Così manager e politici arricchiscono il biglietto da visita
dal nostro inviato MICHELE SMARGIASSI


San Marino

SAN MARINO - Uno degli ultimi "doctor" è venuto a laurearsi col suo elicottero privato: tanto per dire di quale livello sociale parliamo. Molti portano i figli grandi. Qualcuno, ricevendo la benedetta pergamena, si scioglie in lacrime: "L'avevo promesso a papà sul letto di morte". Hanno almeno quarant'anni, sono uomini di successo, ricchi e spesso molto famosi, tutti divorati da un unico desiderio: tappare quel vuoto sulla parete, che pesa come una vergogna, con una bella cornice d'argento attorno al "pezzo di carta" sospirato, il diploma di laurea di qualche università, senza sottilizzare, va bene anche se ha un nome improbabile come "The Honolulu University".

Eppure esiste, la Honolulu University delle isole Hawaii, e a quanto pare non sforna dottori in surfing. Sono ormai decine gli italiani che hanno appeso alla parete il suo degree. Così come esiste la Clayton University, balzata agli onori delle cronache da quando Stefano Ricucci, l'arrembante immobiliarista che vuole comprarsi il Corriere della sera, ha rivelato di esservisi laureato in Economia. La Clayton non si sa bene dove stia (pare in Missouri, ma sul sito internet dà un indirizzo di Hong Kong), comunque Ricucci non ha dovuto preoccuparsene per andare a sostenere i suoi 18 esami di Bachelor e gli altri 18 di Doctor, né per discutere la dissertazione finale. Si fa tutto in Italia. Comodamente. Senza mai vedere un solo professore americano, senza neppure essere tenuti a pronunciare una sola parola in inglese. Gli esami, a Roma. Solo per la laurea si va all'estero: nella Repubblica di San Marino. Dove la Clayton, la Honolulu, la Adam Smith University (che risulta sempre domiciliata alle Hawaii) hanno una succursale attivissima, che produce una quarantina di doctor ogni anno.

Trovare l'ateneo dei ricchi e famosi non è semplice. Il palazzo di vetrocemento esibito sul sito internet è in realtà un condominio direzionale sullo stradone che da Rimini sale alla Repubblica del Titano, cento metri oltre il confine. Sali al secondo piano, sopra un mobilificio, e suoni al campanello che dice European Institute of Technology. Un corridoio, due segretarie, un'auletta, un bagno e tre uffici, nell'ultimo dei quali trovi il direttore, Aureliano Casali, un simpatico esilissimo sanmarinese di 78 anni che fuma sigarette al mentolo, pioniere degli studi di psicocibernetica. L'Eit è figlio suo, esordì nel '92 con corsi di chiropratica, osteopatia, naturopatia e altre medicine alternative, ma s'accorse presto che l'attività più promettente era un'altra: il brokeraggio delle lauree a distanza. "Noi non rilasciamo lauree, per favore lo scriva perché il governo sanmarinese è severissimo.
Noi mettiamo solo in contatto l'aspirante laureato con l'università americana più adatta a lui".

Perché americana? Negli Usa non esiste il valore legale della laurea, qualunque privato può aprire un ufficio e chiamarlo University più un nome di fantasia, meglio se altisonante. Poi bastano una sede, due professori e bilanci in regola, e l'università può pure rilasciare degrees con l'intestazione in lettere gotiche. Tanto il valore di una laurea, negli Usa, viene dal prestigio di chi la rilascia. E la Honolulu e la Clayton (che attualmente ha problemi col rinnovo dell'autorizzazione in patria, ed è "in standby"), si sarà capito, non sono proprio al livello di Harvard o Yale. "Noi non promettiamo Harvard", protesta Casali, "però non siamo neppure i soliti venditori di lauree fasulle.
Abbiamo una clientela d'élite, non inganniamo nessuno, chi si rivolge a noi sa precisamente cosa ottiene". Sa, perché c'è scritto nel modulo di iscrizione, che le lauree di queste "università non tradizionali" che si autodefiniscono open university per distinguersi da quelle con aule e campus e sono poco più che centri di formazione per corrispondenza, non hanno valore legale in Italia, nel senso che un Doctor in Architecture della Honolulu non potrà mai fare l'esame di Stato per diventare architetto, e il Doctor in Economics della Clayton non sarà mai ammesso a un concorso pubblico che richieda una laurea.

"Ma i nostri studenti non ne hanno bisogno", sorride Mario Festa, direttore del Campus romano dell'Eit, vale a dire degli uffici di piazza Rondanini dove Ricucci, sotto la sua personale supervisione, ha preparato gli esami. "Non chiedono una laurea per far carriera: il successo l'hanno già raggiunto". Ma allora a cosa gli serve? Perché spendere dieci o dodicimila euro per un titolo sconosciuto e inservibile? Solo per la vanità di un "dott." sul biglietto da visita? Anzi neppure quello, perché tutto quello che l'Eit è riuscita ad ottenere dal ministero è che i "suoi" laureati possano fregiarsi, senza incorrere nell'abuso di titolo, del prefisso anglofono "dr", ma assolutamente non dell'italico "dottor".

"Non è pura vanità", spiega Festa. "Pensi all'imprenditore che ha costruito un piccolo impero faticando, lasciando gli studi, e adesso sente la mancanza di un riconoscimento per ciò che ha saputo fare. Pensi al commercialista titolare di un grande studio, costretto a vergognarsi del suo povero "rag" di fronte a tutti i giovani "dott" a cui dà lavoro. Pensi al dirigente di Mediobanca (non è un esempio inventato) che non ha nulla da scrivere davanti al nome sulla targa dell'ufficio...". Manager, professionisti, politici ("abbiamo fatto laureare tre sottosegretari in carica") non hanno il tempo, né forse l'umiltà di andare a sedersi sui banchi dell'università di massa, assieme ai ragazzini. Cercano una strada più semplice, riservata, efficiente, veloce. Pazienza se un "dr" non vale come un "dott": quanti se ne accorgeranno? La Clayton non somiglia neppure da lontano a Berkeley, ma quanti sanno spiegare la differenza?

Qualche volta, comunque, anche un "dr" serve a fare carriera davvero. Certi datori di lavoro s'accontentano della forma. "Molte banche chiedono la laurea per la promozione, e accettano anche quelle straniere. Il direttore della divisione italiana di una grande multinazionale è diventato direttore europeo esibendo una laurea Clayton". Del resto, è un buon affare: poche migliaia di euro, il costo di una vacanza per i facoltosi businessman che si rivolgono ai brokers di San Marino. "Serve anche un po' di sforzo". Sforzo? "Devono pur studiare". Ah, certo. "Su questo non si transige. Dopo la vicenda Ricucci ci telefonano a decine, vorrebbero pagare e avere subito la pergamena, s'infuriano quando spieghiamo che i libri devono studiarli davvero, almeno per un paio di anni".

Anche qui, però, non siamo a Yale. L'executive-matricola può mettere a frutto, se ne ha, gli esami di carriere universitarie interrotte, ma soprattutto i suoi "crediti professionali": essere commercialista, aver fatto un master a pagamento alla Bocconi, o anche solo un corso d'aggiornamento della Guardia di Finanza può valere uno sconto sul piano di studi: da una ventina di base, gli esami possono anche dimezzarsi. I rimanenti vertono su "programmi personalizzati", cioè ricalcati sugli interessi e le competenze del candidato. Anche la laurea è una specie di relazione professionale: come Ricucci, che ha fatto la tesi sul mercato azionario, i doctor studiano se stessi. Gli esaminatori, reclutati dall'Eit un po' nelle università italiane un po' nelle professioni (le University si fidano, non mandano neppure un commissario) lo sanno e non esagerano con le pretese.
Così, è vero, si ribalta il senso dello studio: la laurea non è la premessa del successo nella vita, è il suo coronamento, il suo premio. Ma nel paese delle lauree honoris causa a pioggia, cantanti rock e campioni sportivi in testa, non è forse quello che già succede anche nei nostri atenei più prestigiosi, per volere di rettori ermellinati che si metterebbero a ridere di fronte a un diploma intestato Honolulu University?

(26 giugno 2005)
Lucio Virzì è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 26-06-2005, 12:31   #2
SaMu
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Dovrebbero abolire il valore legale del titolo di studio anche in Italia.. così la vera differenza tornerebbe a farla la preparazione, non il titolo.
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Old 26-06-2005, 12:33   #3
kaioh
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Originariamente inviato da SaMu
Dovrebbero abolire il valore legale del titolo di studio anche in Italia.. così la vera differenza tornerebbe a farla la preparazione, non il titolo.
parl icosi perché non riesci a laurearti in una università seria?
__________________
I love FireFox 0.8 ......bye bye Internet Explorer. Since Nov-2003
Lo so bene che è uscita l'ultima versione ! Ricordatevi di fare il backup della cartella di configurazione dopo ogni modifica, o almeno una volta al mese, sia di Firefox che Thunderbird.
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Old 26-06-2005, 12:42   #4
SaMu
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Originariamente inviato da kaioh
parl icosi perché non riesci a laurearti in una università seria?
Parlo così proprio perchè mi laureo in un'università seria.
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Old 26-06-2005, 12:53   #5
Tom Joad
Bannato
 
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Originariamente inviato da Lucio Virzì
Ma allora a cosa gli serve? Perché spendere dieci o dodicimila euro per un titolo sconosciuto e inservibile?
Per colmare il vuoto che hanno nella testa con un papiro attaccato al muro? Mabbaffa...

Ciao.
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Old 26-06-2005, 22:09   #6
Harvester
 
Messaggi: n/a
che differenza c'e' con la carta igienica?
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Old 26-06-2005, 22:12   #7
LittleLux
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Originariamente inviato da SaMu
Dovrebbero abolire il valore legale del titolo di studio anche in Italia.. così la vera differenza tornerebbe a farla la preparazione, non il titolo.
Ogni tanto dici qualcosa di sensato.
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Old 26-06-2005, 23:14   #8
Hal2001
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L'Avatar di Hal2001
 
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Originariamente inviato da LittleLux
Ogni tanto dici qualcosa di sensato.
Ahah vero! Madonna se è vero
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"Le statistiche sono come le donne lascive: se riesci a metterci le mani sopra, puoi farci quello che ti pare" Walt Michaels
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Old 26-06-2005, 23:20   #9
majin mixxi
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Città: Milano Tokyo , purtroppo Utente con le palle fracassate
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Originariamente inviato da Hal2001
Ahah vero! Madonna se è vero
beh ogni tanto anche l'inter vince lo scudetto
__________________
Kotoshi mo yoroshiku onegai-itashimasu
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Old 26-06-2005, 23:22   #10
CYRANO
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Messaggi: 20032
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Originariamente inviato da majin mixxi
beh ogni tanto anche l'inter vince lo scudetto
ora non ti allargare dai




Ciaozzz
__________________
FINCHE' C'E' BIRRA C'E' SPERANZA !!!
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Old 27-06-2005, 00:37   #11
Lucrezio
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No, scusate... lasciate stare il titolo di studio!!!
Volete mettere la soddisfazione di avere un pezzo di carta stampata con su scritto "Politecnico di Milano", "Scuola Normale Superiore", "Bocconi" et al?

Cmq sono d'accordo, se abolissero il valore legale del titolo di studio ( o se iniziassero a buttar fuori la gente un anno fuori corso... ) non sarebbe male...
__________________
"Expedit esse deos, et, ut expedit, esse putemus" (Ovidio)
Il mio "TESSORO": SuperMicro 733TQ, SuperMicro X8DAI I5520, 2x Xeon Quad E5620 Westmere, 12x Kingston 4GB DDR3 1333MHz, 4x WD 1Tb 32MB 7.2krpm
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Old 27-06-2005, 02:49   #12
Krammer
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Originariamente inviato da Lucrezio
Cmq sono d'accordo, se abolissero il valore legale del titolo di studio ( o se iniziassero a buttar fuori la gente un anno fuori corso... ) non sarebbe male...
se è per questo è proprio nelle università serie che si contano le maggiori percentuali di studenti fuori corso, proprio perchè sono università serie (anche se il termine non mi piace per nulla)
per il resto sono ovviamente d'accordo
__________________
Ed io non so chi va e chi resta.
Krammer è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 27-06-2005, 04:41   #13
GianlucaElferPorsche
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Iscritto dal: Jan 2005
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Originariamente inviato da Lucrezio
o se iniziassero a buttar fuori la gente un anno fuori corso...
eh no, lo studente fuori corso ti dà il + alto profitto , paga la tassa, spesso non ri-segue la stessa materia + di una volta, non occupa spazio, e quando è alla fine se ne sta a casa a preparare gli esami che gli mancano: una gallina dalle uova d'oro.
__________________
Ti darò un procio basso e aerodinamico, te lo installerò su un mobo disegnato dal vento, ti darò 0.2 o 0.3 gHz di frequenza in più, ti installerò un dissy che resisterà 10°C extra, ti vernicerò di bianco e ti infilerò in un case super-sottile, mi senti? Sarai una macchina perfetta...
GianlucaElferPorsche è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 27-06-2005, 09:07   #14
Onisem
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Messaggi: 821
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Originariamente inviato da SaMu
Dovrebbero abolire il valore legale del titolo di studio anche in Italia.. così la vera differenza tornerebbe a farla la preparazione, non il titolo.
Su questo sono perfettamente d'accordo. Prima però vorrei veder chiudere i diplomifici ed ora anche laureifici in cui i vari parvenu e persone troppo somare per riuscire altrove, riescono a fregiarsi di un titolo con valore legale.
__________________
Tanto poco un uomo si interessa dell'altro, che persino il cristianesimo raccomanda di fare il bene per amore di Dio. (Cesare Pavese)
"Sono un liberale di destra, come potrei votare uno come Berlusconi?"
Marcello Dell'Utri, fondatore del partito Forza Italia, è stato condannato per mafia.
Onisem è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
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