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Senior Member
Iscritto dal: Nov 2001
Città: Padova
Messaggi: 1638
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L'antieuropeismo americano
Come spiegate i continui tentativi del passato, intensificatisi di recente con il governo Bush, di ostacolare in tutti i modi il processo di unificazione europeo (blocco Est su tutti)?
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#2 |
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 2000
Città: lodi-crema-milano.
Messaggi: 12338
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OO
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La teoria è quando si sa tutto e niente funziona. La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perché. Noi abbiamo messo insieme la teoria e la pratica: non c'è niente che funzioni... e nessuno sa il perché! |
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#3 |
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 2001
Città: Padova
Messaggi: 1638
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Si insomma, la "vecchia europa" contro la "nuova europa", quella subordinata alla supremazia politica ed economica statunitense.
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#4 |
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Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
Città: Roma
Messaggi: 373
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Azz mi hai fregato sul tempo, stavo per aprirlo io.
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#5 |
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Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
Città: Roma
Messaggi: 373
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Antieuropeismo americano
TIMOTHY GARTON ASH Quest'anno, a causa della ben nota situazione internazionale, sulla stampa americana si leggono molti articoli sull'antiamericanismo in Europa. Ma che dire dell'antieuropeismo negli Stati Uniti? Qualche esempio: "Alla lista di sistemi di governo destinati a scivolare nell'Urinatoio della storia, è il caso di aggiungere l'Unione Europea e la Quinta Repubblica francese. Resta solo da chiarire quanto caotica sarà la loro disintegrazione" (Mark Steyn, Jewish World Review, 1° maggio 2002). "Anche l'espressione "scimmie pappamolla mangiaformaggio" viene impiegata [a indicare i francesi] con la stessa frequenza con cui i francesi dicono "fotti gli yankee". Ops, come non detto: questo è un altro modo di dire popolare francese" (Jonah Goldberg, National Review Online, 16 luglio 2002). Tutto un intingere penne nel cianuro, uno storcere la bocca per mettere alla berlina "gli europei", anche noti come euros, euroids, 'peens o Euroweenies. A dire di Richard Perle, attuale presidente del Consiglio nazionale alla difesa, l'Europa ha perduto la sua "bussola morale" e la Francia "la sua fibra etica". Tale irritazione investe anche le più alte cariche dell'amministrazione Bush. Parlando con alcuni alti funzionari, ho potuto notare che al sintagma "i nostri amici europei" faceva seguito come un'appendice d'obbligo "quei rompipalle". Il luogo comune che oggi circola sull'Europa è presto detto. Gli europei sono gente inetta. Deboli, petulanti, ipocriti, divisi, in malafede, in qualche caso antisemiti e spesso pacifisti per antiamericanismo. In una parola: Euroweenies. I loro valori, la loro colonna vertebrale si sono dissolti in un tiepido semicupio di sciocchezzai multilaterali, transnazionali, secolari e postmoderni. Buttano via gli euro in vini, vacanze e stati assistenziali esorbitanti invece che investirli in opere di difesa. Dopodiché, standosene belli paciosi ai bordi del campo, si permettono parole di scherno mentre gli Stati Uniti fanno il lavoro sporco di proteggere il mondo per loro. Gli americani, viceversa, sono forti, incrollabili difensori della libertà, patrioti fedelmente al servizio dell'ultimo stato-nazione autenticamente sovrano del mondo. Le metafore sessuali di questi stereotipi meriterebbero uno studio specifico. Se l'antiamericanismo europeo vede negli "americani" cowboy spacconi e prepotenti, gli americani antieuropei considerano "gli europei" delle checche effeminate. L'americano è un maschio virile ed eterosessuale; l'europeo è femmina, un impotente, o gliele hanno tagliate. Militarmente parlando, agli europei non gli si alza. (In fin dei conti, non hanno neanche venti aerei da "trasporto pesante" di contro agli oltre duecento degli americani.) Alla fine di una conferenza che ho tenuto a Boston, un anziano signore è andato barcollando al microfono e ha chiesto come mai l'Europa "denoti così scarse energie vitali". La parola "eunuchi", ho scoperto, viene scandita in "EU-nuchi". Le metafore sessuali fanno capolino anche in resoconti più elaborati delle differenze tra America ed Europa: è il caso di un articolo, che fa già testo, apparso sulla Policy Review a firma di Robert Kagan, della Carnegie Endowment for Peace, dal titolo "Forza e debolezza". Rispolverando l'immagine di un famoso libro sui rapporti tra i sessi, Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere, Kagan proclama: "Gli americani vengono da Marte, gli europei da Venere". Ma non tutti gli europei sono ugualmente da buttare. Vi è la tendenza a considerare gli inglesi un po' diversi, a vederli in una luce migliore. Ai britannici i conservatori americani fanno spesso grazia dell'ignominiosa natura "europea" — opinione che certo incontrerebbe l'accorato plauso dei tory d'oltremanica, mentalmente ancora sotto l'egida di Margaret Thatcher. E di Tony Blair, come della Thatcher prima di lui, e di Churchill prima di lei, si parla a Washington come di una luminosa eccezione alla trista regola europea. Trattamento peggiore è riservato ai francesi — che, ovviamente, ripagano quanto meno della stessa moneta. Non mi ero reso conto quanto fosse diffuso nella cultura popolare americana l'antico passatempo British del dagli-al-francese. "La Francia, capirai, a quelli gli abbiamo salvato il culo due volte e per noi non hanno mai fatto nulla", mi ha ragguagliato all'Ameristar Casino di Kansas City Verlin "Bud" Atkinson, veterano della seconda guerra mondiale. Parlando a studenti di licei e università del Missouri e del Kansas, mi sono imbattuto in uno strambo pregiudizio popolare: i francesi, pare, non si lavano. "Mi sentivo proprio lurido", diceva un ragazzo, ricordando il suo viaggio in Francia. "Ma eri sempre più pulito dei ragazzi francesi", aggiungeva un altro. Due importanti giornalisti americani, Thomas Friedman del New York Times e Joe Klein del New Yorker, di ritorno da lunghi giri di presentazione dei propri libri negli Stati Uniti, mi hanno detto separatamente di essersi imbattuti ovunque in un palpabile antifrancesismo: una frecciata ai francesi e puoi contare su una risata sicura. Grazie al direttore della National Review Online nonché dichiarato "castigafranciosi", il conservatore Jonah Goldberg, visibile anche sugli schermi televisivi, il succitato epiteto di "scimmie pappamolla mangiaformaggio", originariamente apparso in un episodio dei Simpsons, è ora moneta corrente. Goldberg mi ha detto che, quando nel 1998 iniziò a scrivere pezzi antifrancesi per la National Review, scoprì che "avevano un mercato". Bacchiolare i transalpini, ha detto, è diventato "un tormentone". Si dirà forse che dare risalto all'"antieuropeismo americano" come ho appena fatto può solo contribuire a questa vertiginosa spirale di reciproca sfiducia. Ma gli scrittori non sono diplomatici. L'antieuropeismo americano è una realtà, e i suoi corrieri rischiano di essere le prime rondini di una brutta estate. 15 gennaio 2003 TIMOTHY GARTON ASH è direttore dello European Studies Center del St. Antony's College di Oxford ed è noto al lettore italiano come autore di: Le rovine dell'impero (1992); In nome dell'Europa (1994); e Storia del presente (2001), tutti editi da Mondadori. Ho tagliato dei pezzi, era davvero lungo, il testo integrale è qui. http://www.larivistadeilibri.com/200...arton-ash.html Ultima modifica di parax : 03-02-2004 alle 17:29. |
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#6 |
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Senior Member
Iscritto dal: Jan 2000
Città: Salerno
Messaggi: 416
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Belli questi thread contrapposti...sembrate Ricci e Bonolis
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Detesto questa faccina |
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#7 |
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 2001
Città: Padova
Messaggi: 1638
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Grazie parax, ottimo contributo
Marco: è per mantenere sempre una visione a 360° del mondo
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#8 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 2000
Città: Chieti
Messaggi: 308
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Re: L'antieuropeismo americano
Quote:
la mia critica va soprattutto ai francesi che in ogni occasione sia in politica estera che economica cercano di minare l'interesse comune e un grave errore è quello di voler creare due europe, quella dei "forti" e quella dei "deboli".....naturalmente i nostri cugini ci hanno già inserito nella seconda categoria |
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#9 |
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 2002
Città: Ivrea-Milano
Messaggi: 381
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mi e' piaciuto questo paragrafo:
Antieuropeismo e antiamericanismo non sono fenomeni simmetrici. Il secondo ha il proprio basso continuo emotivo in una miscela di risentimento e di invidia; il primo in un mix di irritazione e disprezzo. L'antiamericanismo costituisce un'autentica ossessione per certi paesi — per la Francia in particolare, come ha di recente rilevato Jean-François Revel. L'antieuropeismo, viceversa, è ben lungi dall'essere un'ossessione americana. Negli USA, in realtà, l'atteggiamento verso l'Europa prevalente tra la popolazione è forse quello di un'indifferenza blandamente benevola, mista a un'ignoranza impressionante. Ho girato due giorni per il Kansas chiedendo alla gente che incontravo: "A che cosa pensa se dico "Europa"?". Molti rispondevano con un lungo, meravigliato silenzio, talora accompagnato da una risatina nervosa. Dopodiché rispondevano cose del tipo: "Be', credo che non vadano molto a caccia da quelle parti" (Vernon Masqua, falegname a McLouth); "Che è un sacco lontano" (Richard Souza, figlio di emigrati francesi e portoghesi); o, dopo una lunga pausa di riflessione, "Be', che è un bel viaggio dall'altra parte dello stagno" (Jack Weishaar, un vecchio contadino di origine tedesca). Si può star certi che sull'America un falegname o un contadino anche del più sperduto villaggio dell'Andalusia o della Rutenia avrebbe molte più cose da dire. sempre trattoda quell'articolo..... Io ho vissuto sia qua che la' e questo trafiletto rispecchia totalmente le mie impressioni.... Ultima modifica di Fumereo : 03-02-2004 alle 17:54. |
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#10 |
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Senior Member
Iscritto dal: Dec 2002
Messaggi: 12275
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Prima c'era l'ex URSS e per gli americani erano il demonio, ora c'è l'Europa a contendergli il primato e noi siamo solo degli zimbelli da irridere.... e in futuro? Probabilmente tra non molto vedranno la minaccia asiatica della Cina (forse la vedono già) e anche loro dovranno fare la parte dei cattivi. Gli Stati Uniti hanno sempre avuto bisogno di avere un antagonista contro cui misurarsi e contro cui sentirsi "grandi". Fa parte della loro cultura ed è una delle basi su cui si regge tutta la loro società.
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La Ducati non è una moto...è uno stile di vita!!! Membro dell'Hardware Upgrade Aerospace Group
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#12 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Dec 2002
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#13 |
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 2002
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La competizione con la cina c'e' gia' e sara' soprattutto una guerra economica.....
Non credo che l'europa possa vedersi come un competitore.... La forza in politica estera si ottiene (beh prima di tutto con una politica estera |
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#14 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Mar 2003
Messaggi: 740
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nessun paese europeo può competere economicamente con gli usa, ma sull'europa intera bisogna cambiare prospettiva. |
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#15 | |
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Iscritto dal: Nov 2002
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E poi fidati.....all'highschool dove andavo io mi chiedevano se nel mio paese usavamo caratteri occidentali o ideogrammi.... Di noi se ne strafregano nella maniera piu' totale...ma non con cattiveria......e' come se chiedessi a te che tipo di funghi crescono nel sottbosco vietnamita e mi stupissi per la tua ignoranza in materia....(te a buon diritto....con tutti i tuoi amici mi manderesti a cag*** |
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Iscritto dal: Dec 2002
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#17 | |
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#18 | |
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#19 | |
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Iscritto dal: Nov 2002
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Nel 99 quando ero a seattle il discorso era questo: lo stato di washington ha una forte fetta dell'economia basata sulla coltivazione delle mele....(in piemunt si fa' il riso e a uoscinton si fanno le mele....che male c'e'?) Il problema e' che costava meno comprare mele cinesi perche' il libero mercato (imposto dal wto) rendeva molto piu' appetibili le mele cinesi nonostante i costi di trasporto. I contadini 'mericani hanno ricevuto un duro colpo:loro devono produrre mele rispondendo a severi standard di sicurezza e distribuendo salari adeguati......prezzo mele 2dollari al kilo.... I cinesi prendono 5000 sfigati....gli promettono una coppa di riso al giorno gli danno una roncola in mano e li mandano nudi a raccogliere le mele.....costo di un kilo 5 centesimi... (i prezzi sono inventati ma i rapporti non mi stupirei di averli azzeccati).... Fu anche il tema di unamia tesina |
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#20 | |
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