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Old 19-10-2009, 10:45   #1
John Cage
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[Augias] Basta parlare male del capo, prima o poi arriva il colpo



http://www.repubblica.it/2009/09/sez...co-augias.html

Quote:
Il Giornale di Feltri attacca Corrado Augias accusandolo di spionaggio
a favore dei servizi cecoslovacchi tra il 1963 e il 67. La replica
Io, spia dell'Est in prima pagina
per quattro chiacchiere al bar Rosati
Il "contatto" forse cercava notizie su mio suocero che era un generale
Ma non ebbe mai nulla. Dal "Giornale" accuse ridicole
di CORRADO AUGIAS


La prima pagina del
Ieri mattina ho dovuto comprare Il Giornale avendo ricevuto alcune telefonate divertite, indignate, sorprese. Così ho scoperto - insieme ad una mia gigantesca foto sulla prima pagina - di essere precocemente stato, dal 1963 al 1967, una spia al soldo dei servizi cecoslovacchi.

Ho scoperto anche di avere avuto un nome in codice "Donat", di non essere stato remunerato, a parte un uovo di Pasqua, dato che la mia attività era svolta per simpatia politica verso quel regime. È un'accusa talmente ridicola che non varrebbe la pena neanche di rispondere: ma questi sono i tempi in cui viviamo, in cui si è costretti a reagire alle calunnie mediatiche. Ho letto il servizio e mi sono chiesto il perché di tutto quel chiasso.

A che cosa si riduceva l'attività spionistica che avrei svolto? Certo, se fossi un responsabile dei servizi segreti licenzierei me stesso e anche il "contatto". Azzardo l'ipotesi che l'interesse dell'agente cecoslovacco fosse soprattutto quello di restare a Roma che certo era molto più allegra di Praga e nonostante tutto lo è ancora. Che cosa non si scrive per mantenere una sede gradita. "Contatto" modesto, le informazioni sul mio conto riportate sul Giornale sono sbagliate nei fatti e si potrà dimostrare, se sarà necessario, anche in tribunale. Il "rapporto" poi si sarebbe chiuso perché "non soddisfacente", un risvolto finale quasi grottesco.

All'epoca lavoravo ai Programmi per l'Estero della Rai e mi occupavo di teatro sia come critico sia per qualche testo che ho scritto. Ebbi numerosi rapporti con diplomatici stranieri di svariate nazionalità, buone e cattive. Sono andato a Berlino Est a prendere contatti con il Berliner Ensemble di Brecht, sono stato due volte a Praga a preparare un numero speciale della rivista "Sipario" sul teatro cecoslovacco. Sia a Berlino che a Praga ho incontrato molte persone, alcuni li conoscevo, altri no. Di che cosa si parlava? Dei programmi ovviamente ma poi anche del governo, dei giornali e della Rai. Sono passati quarant'anni, mi rendo conto scrivendo che oggi le cose sono maledettamente le stesse. In Italia, ma anche all'estero, appena uno si siede a tavola tutti cominciano a parlare del governo, dei giornali e della Rai, una specie di destino.

Leggo che incontravo il mio "contatto" a Roma, al bar Rosati di piazza del Popolo. Si può immaginare imprudenza maggiore? Come insegnano i romanzi di Le Carré che abbiamo divorato da giovani, le spie si incontrano in un parco, depositando i documenti nel cavo di un certo albero. Oppure, più romanticamente, si vedono dietro il convento delle Carmelitane Scalze, possibilmente all'alba. Soprattutto mai da Rosati, perché Rosati anche oggi, ma più allora, era uno dei posti più frequentati di Roma, ci andavano tutti anzi a un certo punto si disse: basta Rosati! Più semplice a dirsi che a farsi perché il posto era (è) comodo e gradevole. C'era spesso Giancarlo Fusco a tenere banco. Una sera ricordo che passò un camioncino che annunciava con l'altoparlante un comizio del Msi. Fusco si mise a corrergli dietro rifacendogli il verso con la mano a trombetta col rischio di farsi pestare di brutto.

La direzione della Rai si trovava in via del Babuino 9 dove c'è adesso l'Hotel de Russie. Rosati è di fronte e l'orario degli incontri era proprio quello che dice il "contatto" cioè verso le 18-19 uscendo dall'ufficio per bere qualcosa e fare quattro chiacchiere prima di rientrare. Ero un giovane funzionario, avevo pochissime informazioni di rilievo e un po' mi dispiaceva.

Infatti leggo che l'interesse nei miei confronti derivava soprattutto dal fatto che il padre di mia moglie era un alto ufficiale dell'Aeronautica militare (come mio padre, del resto) sottocapo di Stato maggiore che aveva ricoperto anche importanti incarichi in ambito Nato. Qui la faccenda diventa seria perché il generale Pasti è morto e già una volta si è tentato di infangarne la memoria. Do un dettaglio per far capire che tipo di uomo e di ufficiale era. Con mia moglie scoprimmo solo anni dopo, leggendolo sui giornali quando scoppiò lo scandalo Lockheed, che il generale Pasti era stato silurato perché contrario all'acquisto dei C-130 Hercules. Aveva subodorato che c'era del losco, come poi si seppe. Gli aerei vennero acquistati ugualmente ma Andreotti non glielo perdonò e venne rimosso. L'uomo era di tale riservatezza che di tutta quella storia da lui non sapemmo mai una parola. E impensabile che mia moglie Daniela abbia dato a chicchessia gli elenchi telefonici interni del ministero dove lavorava il padre.

Nel 1967 sono stato trasferito alla Rai Corporation di New York. Il visto "I" (Information) mi venne rilasciato dopo che avevo assicurato di non essere membro o attivista del Pci. Si sa come funziona negli Stati Uniti: si presuppone la buona fede, uno firma un modulo e finisce lì. Se però poi si scopre che uno ha barato, gli americani si innervosiscono e l'espulsione è immediata. In ogni caso poiché fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio, all'arrivo a New York (via nave) venni invitato da un signore dei servizi d'informazione che mi intrattenne in un lungo e cordiale colloquio. In realtà era un interrogatorio appena mascherato sotto una formale cortesia.

Nell'accusa lanciata dal Giornale di Feltri s'è subito infilato il presidente emerito Cossiga insinuando il dubbio che il racconto possa essere veritiero. D'altronde bastano dubbi e sospetti per seminare la calunnia. E infatti dal quotidiano di Feltri non ho ricevuto neanche una telefonata che avrebbe chiarito.

Ma le telefonate non si fanno perché non me direttamente si è cercato di colpire ma, attraverso me, ancora una volta, il giornale su cui scrivo. Ormai è chiara l'azione di pestaggio mediatico, versione aggiornata del vecchio manganello. Si fruga dove si può, si cercano pezzi di vita che possano sporcare qualcuno e poco importa che siano o no veri.

L'importante è sparare un titolo, una foto, la consegna è calunniate calunniate qualcosa resterà. E' toccato ad altri, ieri a me. Basta parlare male del capo, e prima o poi arriva il colpo. Molta voglia di far male, per fortuna sbagliano quasi sempre mira.
Altro pestaggio mediatico.
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Old 19-10-2009, 10:48   #2
John Cage
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http://www.ilgiornale.it/interni/riv...e=0-comments=1

Quote:
Rivelazione deli 007 cecoslovacchi: Augias nostro infiltrato negli Usa


I cecoslovacchi seguono con interesse la carriera di Corrado Augias: «Donat partirà l’8 febbraio 1967 per New York dove lavorerà per la Rai con il compito di piazzare negli Usa i programmi culturali preparati a Roma. Ha firmato il contratto per due anni con lo stipendio di 1.400 dollari al mese. La moglie lo raggiungerà in aprile con la bambina e con la donna di servizio». I cecoslovacchi cercano di capire se il trasferimento del giornalista e della sua famiglia possa rappresentare un’opportunità.

Prima di tutto occorreva appurare se Corrado Augias fosse disposto a continuare la collaborazione durante la permanenza negli Stati Uniti. In secondo luogo era necessario il nulla osta della sezione d’intelligence cecoslovacca che curava i rapporti con gli informatori residenti negli Stati Uniti (Settore 3). Dalla lettura dei documenti sembra emergere che Corrado Augias si fosse reso disponibile ad incontrare negli Stati Uniti dei cecoslovacchi. Molti i documenti che avvalorano questa tesi. Il giorno prima d’imbarcarsi per New York, Corrado Augias e la moglie incontrano Jaros. Il verbale dell’appuntamento: «Era l’ultimo incontro con Donat. Avevo ricordato a Donat il nostro accordo che se venisse qualcuno con il mio biglietto da visita sul quale egli stesso aveva scritto l'indirizzo, sarebbe stato sicuramente un amico da frequentare. Mi aveva assicurato la sua disponibilità dicendo che sarà sempre un grande amico della Cecoslovacchia. Non riusciva a capacitarsi che era l'ultima volta che ci vedevamo».

Quindi sembra che Corrado Augias acconsenta ad incontrare sul territorio americano dei cecoslovacchi forniti di un segno di riconoscimento rilasciato da Jaros o dai suoi colleghi. Una precedente informativa stilata dall’amico dell’ambasciata cecoslovacca riporta con più precisione le regole da seguire in caso d’appuntamento: «Gli ho chiesto di concedere favore ed amicizia al mio amico che eventualmente manderò da lui. Era entusiasticamente d’accordo, posso contare su di lui. Abbiamo concordato che se dovessi sapere che un mio amico parte per gli Stati Uniti lo cercherà mostrando il mio biglietto da visita. Gliene ho dato uno scrivendoci sopra il mio indirizzo di Roma ed il numero di telefono. Su un altro mio biglietto da visita Donat aveva scritto il suo recapito americano. Ho detto che, se dovesse andare qualcuno con quel biglietto da visita, cioè quello sul quale aveva scritto il suo indirizzo, significava che costui era un mio buon amico».

In un altro documento viene ribadita la disponibilità: «Se qualcuno si rivolgerà a lui a nome di Jaros, vale a dire un membro dell’ambasciata o della missione, Donat lo frequenterà volentieri e cercherà, per quanto gli sia possibile, di soddisfare le necessità». Infine il maggiore Vaclav Majer in un’informativa interna ancora una volta sottolinea quanto già più volte emerso: «Se verrà contattato a nome di Jaros, secondo le proprie disponibilità, Donat manterrà volentieri dei contatti con qualcuno dell’ufficio di rappresentanza diplomatica negli Usa e cercherà di venirgli incontro».

Dopo il benestare del dipartimento che si occupava delle faccende italiane (Settore 1), occorreva quello che si occupava di quelle statunitensi (Settore 3). Quindi la pratica Corrado Augias-Donat venne valutata sia a New York che a Praga. Un documento datato 2 marzo 1967 classificato «top secret» recita: «La posizione di Donat non convince: l'ufficiale che stila la nota è molto critico riguardo la “preparazione operativa del caso prima della partenza da Roma per New York” e lamenta anche che non siano stati eseguiti “controlli di sicurezza“» su Corrado Augias. Il giornalista avrebbe potuto essere un infiltrato dei servizi italiani. Per quel che riguarda la qualità del servizio offerto da Donat il documento si esprime in termini contraddittori: «Donat è un caso senza ambizione e concretezza che passa per un contatto dal carattere confidenziale. Questo anche in prospettiva, nonostante a chiunque studi il fascicolo Donat, deve essere chiaro che in realtà non è così». La conclusione della lunga informativa: «Bisogna applicare più serietà nelle valutazioni (...) Vogliamo riconsiderare il caso con il referente del suo settore». Alla severa reprimenda proveniente dal «Settore 3» risponde una decina di giorni dopo (15 marzo 1967) il maggiore Sumavsky (del Settore 1) minimizzando il lavoro svolto da Donat e puntando l’attenzione verso Daniela Pasti, moglie di Corrado Augias. L’alto ufficiale: «Nella discussione è stato chiarito che nel caso di un eventuale contatto con Donat a New York (a Roma non è stato fatto alcun passo per la preparazione operativa del caso) questo si manterrebbe a livello di conoscenza di società per usarlo come mediatore di nuovi interessanti contatti e per eventuali possibili informazioni a lui accessibili. D’altra parte, questo parziale sfruttamento della sua persona sarà segnalato dalla sicurezza (controspionaggio Usa) e ciò potrebbe significare una grande limitazione delle possibilità operative al suo ritorno in Italia. Jaros dice che queste prospettive sono tali in considerazione della posizione del padre e della moglie stessa, vedi il suo lavoro precedente al ministero della Marina».

Le conclusioni: «Jaros, al suo ritorno a Roma avrà altre opportunità di contatto con la moglie di Donat (dal punto di vista operativo più interessante perché di carattere avventuroso e coraggioso). Durante il contatto dovrà sapere, verosimilmente, posizione di Donat a New York, la possibilità di lui e di lei di muoversi nell’ambito sia della comunità italiana che tra gli americani».

Sembra che il progetto riguardante la coppia sia rimasto sulla carta. Corrado Augias da New York incomincerà una brillante carriera di giornalista e scrittore. Qualche anno dopo Daniela Pasti diverrà una famosa giornalista, inviata del quotidiano Repubblica.
Ovviamente l'articolo del giornale non dice proprio nulla di quello che lascerebbe intendere il titolo.

A voi un giudicare questo modo di fare "giornalismo".
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Old 19-10-2009, 10:50   #3
whistler
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stanno veramente esagerando.
mi auguro li querelino.
spero paghino milioni e milioni di euro di risarcimento gli operai che scrivono al rotolo perchè non sono giornalisti , sia ben chiaro.
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Old 19-10-2009, 10:50   #4
Onisem
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Perfino Augias? E che avrà fatto mai??
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Tanto poco un uomo si interessa dell'altro, che persino il cristianesimo raccomanda di fare il bene per amore di Dio. (Cesare Pavese)
"Sono un liberale di destra, come potrei votare uno come Berlusconi?"
Marcello Dell'Utri, fondatore del partito Forza Italia, è stato condannato per mafia.
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Old 19-10-2009, 10:54   #5
CUBIC84
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Old 19-10-2009, 10:57   #6
whistler
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qualsiasi cosa non sia piaggeria al DIO MITO silvio è da ritenersi spiacevole per l illustrissimo , quindi giù con i pestaggi mediateci.
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Old 19-10-2009, 11:03   #7
John Cage
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Chi sarà il prossimo?

Ci vorrebbero i bookmaker(s) inglesi, potrebbero cominciare a raccogliere le scommesse

Tornando seri... Augias di cosa sarebbe colpevole? Che cosa ha detto?
Se leggi, neanche quelli del giornale sono riusciti a tirar fuori qualcosa, se non un titolo da diffamazione.

Sarà colpevole di non essere berlusconiano.
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Old 19-10-2009, 11:04   #8
lowenz
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Perfino Augias? E che avrà fatto mai??
E' un progressista.....va eliminato per salvare il mondo dai comunisti

Prima o poi questa gente affonderà nella propria boriosità salvifica, e cadrà in uno stato depressivo da Guinness dei Primati.
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Old 19-10-2009, 11:05   #9
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E' un progressista.....va eliminato per salvare il mondo dai comunisti
Ah ecco!
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Old 19-10-2009, 11:05   #10
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Old 19-10-2009, 11:07   #11
John Cage
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Chi tocca i fili muore

http://www.repubblica.it/2009/09/sez...ca-i-fili.html

Quote:
L'EDITORIALE
Chi tocca i fili muore
di GIUSEPPE D'AVANZO

Coincidenze. Che volete che siano? Soltanto coincidenze. Poco meno di due settimane fa, viene fuori che il premier è convinto di essere il bersaglio di un complotto internazionale. Vuole scoprire chi tira le fila dell'operazione.

Così chiede aiuto "ai servizi di una potenza amica e non alleata", scrive il Corriere della sera (6 ottobre). Senza giri di parole, Berlusconi implora l'aiutino dell'amico Putin. L'indiscrezione galleggia non smentita per ventiquattro ore. Soltanto quando l'opposizione ne chiede conto con un paio di interrogazioni parlamentari, l'Egoarca salta su e nega tutto, ma la frittata è già fatta. Non sentendogli aprire bocca per un giorno intero, gli uomini del capo si sentono autorizzati in quelle ore a qualche confidenza pericolosa: lui avrebbe chiesto all'amico del Kgb qualche dossier da usare contro i suoi avversari, il capo dello Stato è il primo della lista. Balle, senza dubbio. Come è una coincidenza, soltanto una coincidenza, che il giornale di Berlusconi pubblichi ora un primo dossier delle polizie segrete dell'ex-impero sovietico contro Corrado Augias. Tanto fumo, neppure l'ombra di arrosto in quelle cartacce. Tant'è. Corrado non ha bisogno di essere difeso qui. Lo farà da solo.

Qui interessa ragionare del dispositivo di dominio che Berlusconi ha inaugurato con la politica dello scandalo e sulla necessità, per il premier, dello scandalo come metodo di governo. Detto in altro modo, perché un potere solido nelle alleanze politiche, gratificato da un'imponente maggioranza parlamentare, premiato dal diffuso consenso degli elettori, rinuncia a governare per abbandonarsi a un'aggressione permanente alimentata dalla menzogna?

Le due questioni sono connesse, se si tiene il fuoco sulla menzogna. La menzogna è necessaria a Berlusconi per punire, distruggere e, al tempo stesso, creare. Berlusconi l'ha usata e l'userà a piene mani. Può farlo senza sforzo. Dispone di un agglomerato di potere politico-mediatico-burocratico spaventoso. Non lo utilizza per confutare le ragioni degli avversari o convincere gli altri delle proprie buone ragioni. Lo dispiega per denigrare chi non si conforma, per demolire i perplessi; per punire la reputazione di chi (pochi giornali, qualche testimone) non occulta i "duri fatti"; per screditare la fiducia in chi non si inchina alla sua volontà o convenienza (è accaduto al presidente della Repubblica, al presidente della Camera, ai giudici costituzionali, all'editore, al direttore, al fondatore di questo giornale). È la ragione che, il 3 ottobre, ha spinto centinaia di migliaia di cittadini ad affollare piazza del Popolo in difesa dell'articolo 21 della Costituzione nella convinzione non che, in Italia, non ci sia in assoluto libertà di stampa, ma che sia indispensabile proteggere, come ha detto Roberto Saviano, "la serenità di lavorare, la possibilità di raccontare senza doversi aspettare ritorsioni". Anche chi, ieri, ha mostrato una legittima perplessità per quella protesta, potrà oggi forse convenire che in Italia è sempre più presente e opprimente l'intimidazione per chi si rifiuta di tacere, di dimenticare e omettere; per chi si ostina a smascherare le favole dell'Egoarca lasciando affiorare nella nebulosa "politica narrativa" del Cavaliere la realtà o, più semplicemente, la legge.

A costoro è riservata una brutale menzogna e la barbara rappresaglia dei giornali e delle televisioni controllate dal premier. Ne hanno fatto le spese in molti, qualche nome lo abbiamo già fatto (Giorgio Napolitano, Gianfranco Fini, i giudici della Consulta eletti dal Quirinale, Carlo De Benedetti, Ezio Mauro, Eugenio Scalfari). Altri nomi è doveroso ricordare: Veronica Lario, accusata di avere un amante dal Brighella che oggi dirige il giornale del marito; Dino Boffo, direttore dell'Avvenire, umiliato con un documento contraffatto reso pubblico dal giornale dell'Egoarca; Raimondo Mesiano, il giudice civile che ha deciso il risarcimento per la "sentenza Mondadori" comprata dalla Fininvest (inseguito dalle telecamere nascoste di Mediaset, è risultato colpevole di indossare calze turchesi).

Nelle redazioni, in Parlamento, nelle istituzioni c'è oggi la consapevolezza che chi contraddice la "narrazione" dell'Egoarca deve essere pronto a subire una severa lezione perché la sua reputazione sarà minacciata dalla menzogna. Che ha altre due funzioni specifiche nel sistema politico di Berlusconi. Distrugge la trama stessa della realtà; crea una narrazione fantastica che nega eventi, parole e documenti per sostituirli con una scena di cartapesta popolata di verità rovesciate, fantasmi, fumose dicerie, immaginari complotti politici.

Così, per stare alle ultime cronache, si deve dire che la Corte costituzionale ha smentito se stessa bocciando la "legge Alfano" (non è vero, dicono schiere di costituzionalisti); che Berlusconi ha subito 106 processi (sono dodici più quattro sospesi). Si deve sostenere che "la sentenza Mondadori è giusta" dimenticando la corruzione del giudice che se l'è lasciata scrivere dai corruttori pagati dalla Fininvest. Si deve dire che nel 1994 il primo governo Berlusconi si sbriciolò per un avviso di garanzia e non per la decisione di Umberto Bossi. Cancellata la realtà, la si può creare come s'inventa una filastrocca ripetendola poi ad infinitum. E dunque: c'è un complotto internazionale di un gruppo editoriale italiano (il gruppo Espresso); c'è l'aggressione di una magistratura politicizzata che vuole distruggere il patrimonio del premier-tycoon; c'è in atto una manovra che vuole espropriare il popolo della sua volontà da parte "della sinistra" e di rappresentanti delle istituzioni che sono "tutti di sinistra".

Sul nascondimento della realtà e sulla menzogna Berlusconi costruisce la sua politica che si nutre soltanto di comunicazione e non di azioni e decisioni, tutte risolte nell'annuncio di iniziative che verranno. Condotta esclusivamente sui media e coi media, la politica vuota di Berlusconi, piena soltanto dei suoi privati interessi, deve controllare con pugno di ferro lo spazio mediatico perché è in quel perimetro che è nato, è stato costruito e oggi si deve difendere il suo potere. È questa la ragione che induce il premier a distruggere, a spaventare chi, in quel perimetro, fa il suo lavoro rispettandone la decenza. È questa la ragione che gli suggerisce di non affermare - governando - la legittimità del proprio potere (che peraltro nessuno nega), ma di mostrare come la natura più nascosta di quel potere sia la violenza pura. Un abuso di potere che, sì, colpisce i suoi avversari o critici, ma serve da lezione anche a chi, nel suo schieramento, nel suo esecutivo, vuole essere alleato e consigliere leale e non corifeo e cane fedele.

Quel che abbiamo sotto gli occhi non è, allora, una guerra tra gruppi editoriali né la guerra di un gruppo editoriale contro un governo, come racconta la "narrazione" berlusconiana accettata purtroppo anche da chi vuole essere il sereno custode delle terre di mezzo. Questa banalizzazione, che inventa una "guerra", nasconde la realtà: chi tocca i fili della comunicazione - e quindi della politica e degli interessi dell'Egoarca - mette in gioco la sua reputazione, la sua dignità, il bene più prezioso: il suo buon nome. Bisognerà avere presto molto coraggio, nel mondo dell'informazione, nelle istituzioni, nelle magistrature, per denunciare lo scandalo di una politica che vive di scandali e menzogne.
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Old 19-10-2009, 11:08   #12
cat1
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Anche se fosse vero che Augias sia stato "una spia" riguarda fatti avvenuti 40 anni fa. Utilizzando lo stesso metro cosa si dovrebbe pensare oggi di sb e del suo grande amico putin?
Facendo un parallelo in russia si fa la fine della Politkovskaia, in itaglia si sputtana boffo e augias per rimanere nel campo giornalistico, se di giornalismo si può ancora parlare dopo il caso mesiano..

Ma vuoi vedere che.. sb comunista?
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Old 19-10-2009, 11:09   #13
John Cage
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No, mi sono spiegato male... Di recente Augias ha parlato male del governo o di Berlusconi in particolare?

Non mi riferivo all'articolo.
Non mi pare. Secondo me è solo perché appartiene ad un'area sgradita a Berlusconi. Questi qui stanno facendo terrorismo mediatico. Non trovo parole più adatte.
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Old 19-10-2009, 11:12   #14
Rik_Verbrugghe
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Noo!! Pure Augias!!

Una delle persone più integerrime del panorama italiano.

Sempre più schifo...
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Old 19-10-2009, 11:19   #15
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Non mi pare. Secondo me è solo perché appartiene ad un'area sgradita a Berlusconi. Questi qui stanno facendo terrorismo mediatico. Non trovo parole più adatte.
Augias scrive su Repubblica quotidianamente, conduce un programma su Rai3 e conosciamo bene le sue idee politiche.

Tutto questo è sufficiente, anzi troppo, per un Berluscones.
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Old 19-10-2009, 11:34   #16
lowenz
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Ovviamente l'articolo del giornale non dice proprio nulla di quello che lascerebbe intendere il titolo.
In pratica hanno fatto dire ai "documenti polacchi" che Augias è una spia malriuscita

Quote:
Per quel che riguarda la qualità del servizio offerto da Donat il documento si esprime in termini contraddittori: «Donat è un caso senza ambizione e concretezza che passa per un contatto dal carattere confidenziale. Questo anche in prospettiva, nonostante a chiunque studi il fascicolo Donat, deve essere chiaro che in realtà non è così»
Non che ci voglia molto a mettere in prima pagina anche i documenti "segreti".....dato che li hanno, mostrateli!
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Old 19-10-2009, 11:38   #17
ConteZero
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La cosa veramente sorprendente è che i lettori di tal giornale non si siano ancora accorti di star leggendo rumenta.
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Old 19-10-2009, 11:39   #18
lowenz
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Originariamente inviato da ConteZero Guarda i messaggi
La cosa veramente sorprendente è che i lettori di tal giornale non si siano ancora accorti di star leggendo rumenta.
Diamo una possibilità al Giornale piuttosto: che MOSTRI a tutta Italia i documenti che cita.

Mi pare molto semplice, che lo faccia: una bella scannerizzata e passa la paura.....oppure viene
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Old 19-10-2009, 11:49   #19
indelebile
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la cosa bella è che si lamentano che sono i più querelati e che nessun giornalista li difende
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Sono contrario al matrimonio dei preti: se fanno figli, siamo finiti. (cit)
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Old 19-10-2009, 12:08   #20
LUVІ
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Originariamente inviato da whistler Guarda i messaggi
stanno veramente esagerando.
mi auguro li querelino.
spero paghino milioni e milioni di euro di risarcimento gli operai che scrivono al rotolo perchè non sono giornalisti , sia ben chiaro.
Ma figurati, non gli faranno mai un cazzo, sto ancora aspettando che succeda qualcosa dopo la sparata su Napolitano.
Possono sparare tutte le puttanate che vogliono, con qualsiasi mezzo e in qualsiasi luogo, anche sui forum, questi del rotolo.

LuVi
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