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#1 |
Bannato
Iscritto dal: Aug 2001
Città: Berghem Haven
Messaggi: 13526
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Satelliti trovano acqua sulla Luna
Ce n'è di più del previsto, ma ovviamente non in formato liquido
![]() http://physicsworld.com/cws/article/news/40471 There is much more water on the Moon than previously thought, according to scientists who have analysed data gathered by three different space missions. Data from one mission show that water is retained by the Moon through chemical reactions, suggesting that water may also be present below the lunar surface. Significant amounts of water on the Moon would make it much easier to sustain human colonies. Ever since the Apollo missions brought back chunks of the Moon, scientists have been under the impression that there is very little (if any) water on our nearest neighbour. As well as being bone dry, these Moon rocks also showed no signs of ever interacting chemically with water. Later studies of the Moon's surface yielded tantalizing hints that water could be there, but these were not conclusive. Most of what we know about the surface of the Moon is limited to its equatorial regions. That's where the Apollo missions landed, and it's also where subsequent Russian robotic missions gathered samples. Far less is known about the polar regions, where frozen water may be lurking – particularly in shady craters. New data from NASA's Deep Impact spacecraft reveals that water and hydroxyl (water less one hydrogen atom) molecules are present just about everywhere on the surface of the moon. What's more, the concentration of these molecules goes up and down in a daily cycle, suggesting that they are formed during the day by chemical reactions between protons in the solar wind and moon rocks. Deep Impact used its infrared spectrometer to survey the entire surface of the moon and also found that the concentrations of water and hydroxyl were highest at the north pole. Similar evidence for such surface water has also just been found by Roger Clark of the US Geological Survey, who has analysed data gathered in 1999 by the Visual and Infrared Mapping Spectrometer (VIMS) aboard the Cassini mission. According to lunar expert Ian Crawford of Birbeck College London, however, the most significant of the three findings was made by Moon Mineralogy Mapper (M3) on board India's Chandrayaan-1 satellite, which was launched 11 months ago. M3 maps the mineral content of the surface of the Moon using spectrometers covering the infrared to the ultraviolet. "The M3 result shows that there are hydrated minerals on the Moon," explained Crawford. "This shows that the water is not just frozen on the surface, it requires some interaction between rocks and water". These interactions show that the Moon is retaining water that arrives on its surface via comets, meteorites and dust as well as the solar wind. Crawford also believes that these three latest results suggest that there is enough water on the Moon to be useful to future lunar colonies. We will learn even more about the Moon next week, when NASA's LCROSS probe will crash into a shady polar crater – and hopefully kick up ice and other debris that will then be analysed. The next big challenge for Moon scientists, according to Crawford, will be to combine the results from all these missions to gain a better understanding of water on the Moon. In particular, he points out that ice on the Moon should contain a historical record of exactly what comets deliver to terrestrial planets. This could help us understand how Earth acquired its watery environment, which is crucial for life on this planet. Results from the three missions will be published in Science later today. |
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#2 |
Member
Iscritto dal: Feb 2009
Città: Biellese
Messaggi: 84
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...e per chi vuole leggere in italiano:
24 Set 2009 E' pochissima, a malapena osservabile, ma l’acqua sulla Luna c’è. Per la prima volta gli scienziati sono convinti di averne davvero le prove, e le pubblicano sul numero di questa settimana della rivista Science. Tre ricerche indipendenti, basate sui dati provenienti dalle missioni spaziali Chandrayyan 1, Deep Impact e Cassini hanno consentito a studiosi statunitensi di confermare la presenza, in diversi punti della superficie lunare, di composti volatili basati sul legame tra idrogeno e ossigeno che è caratteristico della molecola d’acqua. In realtà, i dati non consentono di determinare con certezza in quale misura si tratti di acqua (la cui molecola è formata da due atomi di idrogeno e uno di ossigeno) e in quale di ossidrile (un composto formato da un atomo di idrogeno e uno di ossigeno). Ma questo basta comunque a cambiare profondamente le nostre teorie sulla Luna, a lungo considerato un corpo celeste completamente secco e inospitale, con importanti implicazioni per eventuali colonie umane sul nostro satellite naturale. I tre gruppi hanno utilizzato i dati spettrometrici raccolti dalle tre missioni Chandrayyan 1 (una missione dell’agenzia spaziale indiana lanciata nel 2008) Deep Impact (della NASA, lanciata nel 2005 verso la cometa Tempel 1) e Cassini (missione NASA-ESA-ASI per lo studio di Saturno e dei suoi satelliti). Solo la prima è una missione effettivamente dedicata alla Luna. Le altre due hanno compiuto dei flyby su di essa (quello di Cassini risale al 1999) per sfruttarne l’effetto gravitazionale lungo il loro viaggio. Tutte e tre sono dotate di spettrometri, strumenti in grado di scomporre la radiazione riflessa dalla superficie lunare, e in questo modo individuare le “firme” caratteristiche di ogni molecola (dato che ogni struttura chimica assorbe la luce in modo caratteristico). La coerenza tra i risultati dei tre studi è totale. A scanso di equivoci, sulla Luna non ci sono certo laghi o fiumi e nemmeno pozze, e questo si sapeva. Ma la sua superficie presenta tracce significative di ossidrile, acqua o entrambi, intrappolata nei minerali. Ancora più sorprendente è dove questi composti siano stati rilevati. Non nei freddi crateri delle regioni polari, dove i ricercatori hanno sempre ritenuto più probabile la presenza di ghiaccio d’acqua (e dove, non a caso, andrà a impattare nelle prossime settimane la sonda della NASA L-CROSS). Al contrario, anche se la sua concentrazione aumenta avvicinandosi ai Poli, l’acqua sembra essere presente anche a latitudini molto più basse, raggiunte dalla luce solare. I dati pubblicati su Science, spiega Enrico Flamini, responsabile dell’Unità di osservazione dell’Universo dell’Agenzia Spaziale Italiana, ''indicano che c'e' una quantità di acqua relativamente alta diffusa su tutta la superficie e intrappolata in minerali idrati''. Il dato interessante, secondo Flamini, è che si tratta ''di una quantità più alta di quella che si potrebbe ipotizzare se l'acqua fosse stata portata sulla Luna dall'impatto di comete. Potrebbe insomma, essere acqua già presente nel momento in cui si e' formata la Luna''. Questa scoperta è destinata a cambiare profondamente il modo in cui guardiamo al nostro satellite naturale. La teoria predominante ha finora descritto la Luna come un pezzo di Terra, staccatosi circa 4 milioni di anni fa (quando il nostro pianeta era ancora in formazione) a causa dell’impatto di un corpo delle dimensioni di Marte. In questo caso, all’epoca della sua nascita la Luna non avrebbe potuto avere acqua sulla sua superficie, ancora costituita da magma ad altissime temperature. Per questo la ricerca di ghiaccio si è sempre concentrata sui freddi crateri vicini alle regioni polari, dove potrebbe essersi conservato dopo l’impatto di una cometa. Queste conclusioni erano in parte basate sull’analisi dei campioni di rocce lunari riportati dalle missioni Apollo tra la fine degli anni Sessanta e gli anni Settanta. Campioni per lo più secchi, se non per minime parti di acqua che erano state spiegate come contaminazioni avvenuta sulla Terra. Alla luce degli studi appena pubblicati, quella valutazione era forse errata. Le scoperte annunciate oggi parlano di acqua distribuita sulla superficie del pianeta, per quanto in piccole quantità, e questo non si può spiegare con le comete. Come spiega Flamini, acquista di nuovao forza la teoria che la Luna possa essersi formata per accrescimento, come la Terra ma in modo indipendente da essa. Altre teorie per spiegare la presenza di acqua sulla superficie lunare comprendono l’impatto di meteoriti, che potrebbero aver portato alla superficie dell’acqua intrappolata in profondità. Oppure potrebbe essere il vento solare ad aver portato sulla Luna idrogeno che poi si sarebbe legato con l’ossigeno sul suolo lunare. Un po’ di chiarezza potrebbe farla la sonda della NASA LCROSS, che andrà ad atterrare dalle parti del Polo Sud lunare il 9 ottobre prossimo. La nuvola di polvere che alzerà al momento dell’impatto sarà analizzata (per mezzo di satelliti e di osservatori a Terra) in cerca di ulteriori conferme della presenza di acqua (ghiaccio per la precisione, viste le temperature da quelle parti) sotto la superficie lunare. Al di là del problema dell’origine della Luna, la scoperta potrebbe avere importanti conseguenze per la pianificazione di future missioni. Da tempo, molti ricercatori suggeriscono che una presenza d’acqua sulla Luna potrebbe facilitare la costruzione di insediamenti umani sulla Luna. Non tanto o non solo perché l’acqua trovata lì potrebbe servire alle esigenze quotidiane degli astronauti (si pensi all’idratazione dei cibi liofilizzati), evitando di trasportare a bordo della missione grandi quantitativi d’acqua da terra. Ma soprattutto perché idrogeno e ossigeno potrebbero fornire il combustibile necessario a ripartire dalla Luna verso la Terra, o verso ulteriori destinazioni. fonte:ASI |
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#3 |
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2004
Messaggi: 383
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Mondiali di nuoto sulla luna, su rieducheschonal channel!!!
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