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Senior Member
Iscritto dal: Apr 2004
Messaggi: 666
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Afghanistan: 400 talebani nell' area italiana, sfratto esecutivo in corso
Ai primi del mese una formazione di 400 talebani è entrata nella macro regione a controllo italiano, arrivando da sud e penetrando nella provincia di Farah nel distretto di Gulistan, è da 4/5 giorni in corso un operazione di sfratto per i suddetti 400
AFGHANISTAN: SCONTRI A FARAH, DECINE DI MORTI Almeno 50 combattenti talebani e 14 militari afghani morti sono il bilancio di scontri in corso da tre giorni nella provincia occidentale di Farah. Teatro dei combattimenti, stando a quanto riferito una fonte uffficiale, il distretto di Gulistan. La stessa fonte ha parlato anche di cinque agenti di polizia e di quattro militari dell'esercito catturati dai talebani. Gli scontri sono iniziati con l'arrivo dalla confinante provincia di Helmand di circa 400 ribelli. Repubblica Per contrastare la penetrazione talebana, il comando italiano ha dislocato fin dall'anno scorso a Farah un centinaio di fanti della Forza di reazione rapida e alcuni distaccamenti di incursori. Nessuna fonte ufficiale italiana ha fornito notizie sulle operazioni in corso. Secondo indiscrezioni le truppe italiane per il momento non parteciperebbero direttamente agli scontri, ma fornirebbero supporto a un battaglione dell'esercito afghano e ai reparti di polizia impegnati nei combattimenti. I mezzi in dotazione comprendono tre elicotteri da trasporto CH-47, due velivoli teleguidati da ricognizione Predator (in gra do di mantenere per lungo tempo una sorveglianza capillare del territorio) e cinque elicotteri da combattimento Mangusta (due recentemente spostati dall'aeroporto di Herat alla base di Farah). Se i dati forniti dalla polizia verranno confermati, quella in corso nel Gulistan è la più grande offensiva talebana nel settore a comando italiano. Per questo pare improbabile che le truppe italiane e alleate non vengano coinvolte nei combattimenti tenendo conto della debolezza delle truppe governative e che i consiglieri militari italiani e americani addestrano e accompagnano in azione i battaglioni afghani. Il sole 24 ore |
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#2 |
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Senior Member
Iscritto dal: Apr 2003
Città: Torino
Messaggi: 6840
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mi racccomando, sempre piano piano e sottovoce ..
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#3 |
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Senior Member
Iscritto dal: Apr 2004
Messaggi: 666
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9 novembre – Nel silenzio più totale da parte delle fonti ufficiali italiane in Afghanistan e a Roma, i talebani sono penetrati in forze nel settore Occidentale presidiato dalle truppe della NATO sotto comando italiano. Il 30 ottobre circa 400 combattenti jihadisti provenienti dalla provincia meridionale di Helmand sono penetrati nel distretto di Gulistan, nella provincia di Farah, la più calda tra le quattro assegnate al Comando Regional Ovest della NATO guidato dal generale degli alpini Fausto Macor. Secondo quanto riferito dal capo della polizia di Gulistan, Abdul Rehman Sarjang, i talebani si sono uniti ai guerriglieri locali per prendere il controllo del capoluogo dove “hanno sparato contro la popolazione uccidendo sette persone”. Un portavoce dei talebani Yousuf Ahmadi, ha confermato la conquista del distretto abitato da circa 55.000 persone per l’80 per cento di etnia pashtun e per il resto tagiki.
Sajang ha dichiarato che i suoi agenti hanno registrato tre caduti ma hanno ucciso o ferito oltre una ventina di talebani prima di ritirarsi di fronte alla superiorità numerica del nemico. “Abbiamo dovuto effettuare una ritirata tattica” ma l’ufficiale ha confermato che truppe afgane e della NATO stanno combattendo per “riprendere il controllo totale del distretto”. Un’affermazione che confermerebbe il coinvolgimento delle truppe italiane schierate a Farah insieme a 200 militari americani del Provincial Reconstruction Team locale e a un reparto di Berretti Verdi, forze speciali che dipendono però dal comando di Enduring Freedom. Proprio per contrastare la penetrazione talebana dalla confinante Helmand, il comando italiano ha dislocato fin dall’anno scorso a Farah un centinaio di fanti della Forza di reazione rapida e alcuni distaccamenti di incursori che sono stati coinvolti anche nel blitz del 24 settembre scorso per la liberazione dei due agenti del SISMI sequestrati dai talebani. Il distretto del Gulistan era già stato occupato dai talebani che ne vennero cacciati dopo aspri combattimenti nel settembre 2005 in base alla tattica che prevede di assumere il controllo di un distretto per poi ritirarsi all’arrivo dei rinforzi alleati: con l’esclusione di Musa Qala, a Helmand, ormai da un anno in mano agli uomini del mullah Omar. Negli scontri per riprendere il controllo di Gulistan almeno 50 talebani e sei poliziotti afgani sono rimasti uccisi il 30 ottobre mentre 14 soldati di Kabul risultano dispersi. Il Regional Command West di Herat, guidato dal generale Fausto Macor, deve affrontare un’escalation degli attacchi talebani che si allarga di giorno in giorno. Come ormai è consuetudine nessuna notizia è stata fornita da Herat o da Roma circa i combattimenti, i più intensi da quando l’Italia ha assunto il comando dell’Afghanistan Occidentale. Il capo della polizia del Gulistan, Abdul Rahman Sarjang, aveva annunciato l’arrivo di truppe dell’International Security Assistance Force al fianco dei militari afgani per “riprendere il controllo totale del distretto”. Il ruolo delle truppe alleate, costituite soprattutto da italiani e da un reparto di forze speciali americane della Task Force 82 di Enduring Freedom, è stato confermato anche dal colonnello Ikramuddin Yawar, comandante della polizia nel settore occidentale, che ha riferito di un’operazione lanciata con l’aiuto della NATO. Da quanto si è appreso un battaglione di truppe afgane del 207° Corpo e reparti della polizia hanno circondato il centro di Gulistan controllato dai talebani che si erano barricati nelle case utilizzando i civili come scudi umani. I jet della NATO si sono limitati a sorvolare la città ma avrebbero rinunciato a effettuare bombardamenti per non colpire i civili. Indiscrezioni confermano che in appoggio alle forze governative sono state schierate intorno al villaggio anche le forze speciali italiane della Task Force 45 e i fanti della Forza di reazione rapida mentre le truppe afgane sono assistite anche in battaglia da consiglieri militari italiani e americani. A Farah sarebbero stati schierati anche la gran parte degli elicotteri italiani, 3 CH-47 da trasporto e 5 Mangusta da combattimento. Il 6 novembre il Task Group Fenice dell’AV.ES ha visto avvicendarsi al comando il tenente colonnello Roberto Minini con il Maggiore Andrea Salvatore. Un passaggio di consegne tra i due reggimenti dotati di A-129 Mangusta della Brigata Aeromobile Friuli, il 5° Rigel e il 7° Vega, che continuano a garantire insieme uomini e macchine al contingente schierato ad Herat. L’attacco al Gulistan ha costituito solo una direttrice d'attacco della più vasta offensiva talebana e, in parte, ha rappresentato un diversivo per impegnare le già scarse forze alleate e afgane mentre altri miliziani hanno attaccato la notte del 31 ottobre il vicino distretto di Bakwa, già in più occasioni teatro di scontri tra talebani e italiani, costringendo alla fuga 400 famiglie. Le dimensioni dell’offensiva, che coinvolge nei due distretti oltre 700 guerriglieri, ha richiesto anche l’impiego dei due velivoli teleguidati da ricognizione Predator di base a Herat in grado di mantenere per lungo tempo una sorveglianza capillare del territorio. Altre centinaia di talebani hanno occupato il 5 novembre anche il distretto di Khaki Safed mettendo in fuga la piccola guarnigione di forze di sicurezza. “Khaki Safed è caduto senza alcuna resistenza da parte delle forze afgane” ha dichiarato all’agenzia Reuter un componente del consiglio provinciale di Farah, Qadir Daqiq. La notizia è stata confermata dalla polizia che ha rilevato la presenza di combattenti stranieri tra le fila talebane mentre fonti locali hanno riferito che i talebani si sarebbero ritirati dal distretto dopo l’arrivo di una colonna di truppe afgane e alleate. Proprio il ruolo delle forze italiane sembra essere al centro di polemiche per il blando supporto fornito agli agenti di polizia e alle truppe del 207° Corpo dell’esercito, impegnati in prima linea ma dotati di armi ed equipaggiamenti troppo leggeri. Maolavi Yahya, governatore del vicino distretto di Delaram, ha riferito le lamentele per lo scarso coinvolgimento delle truppe alleate. “Gli abitanti sono risentiti perché le forze straniere non assistono le truppe afgane per riconquistare i distretti”. Centinaia di famiglie hanno dovuto lasciare le abitazioni mentre fonti militari parlano di morale basso tra gli agenti afgani, una quarantina dei quali hanno disertato. Le ultime notizie, non confermate da fonti italiane (che continuano a mantenere un penoso silenzio stampa) riferiscono che il centro di Gulistan è stato riconquistato dalle forze italo-afghane la mattina del 9 novembre. Combattimenti intensi continuano in tutto il distretto e gli italiani avrebbero impiegato anche "assetti pesanti" quali la componente cingolata della Forza di reazione rapida composta da un plotone di corazzati Dardo. All'operazione hanno partecipato circa 500 militari tra afgani, italiani e americani di Enduring Freedom secondo quanto reso noto dal quartier generale americano a Bagram. Sempre nel settore a comando italiano, nella provincia di Badghis, i paracadutisti spagnoli hanno sgominato il 31 ottobre una banda talebana uccidendo due miliziani, catturandone 17 (incluso il comandante, il mullah Abdul Qayum) e requisendo ingenti quantitativi di armi ed esplosivi. I talebani adottano da qualche tempo nuove tattiche con l’impiego simultaneo non più di poche decine ma bensì di centinaia di combattenti, come ha dimostrato anche la battaglia combattuta negli ultimi giorni nei pressi di Kandahar nella quale i soldati canadesi e afgani hanno respinto l’attacco di 250 talebani uccidendone una cinquantina. Un rafforzamento delle capacità operative che consente ai guerriglieri di impegnare gli alleati in vere e proprie battaglie campali e che rischia di mettere in seria difficoltà i comandi della NATO più sguarniti di truppe e mezzi, come quello italiano, dove 2.500 militari alleati (per metà italiani) e quattro battaglioni afgani male armati devono controllare un’area grande come mezza Italia. analisi difesa |
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#4 |
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Senior Member
Iscritto dal: Jul 2005
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#5 |
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Senior Member
Iscritto dal: Feb 2005
Città: molto vicino
Messaggi: 760
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Shhhhhhhhh non ditelo a nessuno...
Ma quando si decideranno a supportare sti poveri ragazzi, con più soldi!!!
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Sopor Aeternus & The Ensemble of Shadows....by anna varney SIATE SINCERI, perchè ogni bugia uccide una parte del mondo così come uccide una parte di voi stessi.by Anna Varney(sopor aeternus) |
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