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#1 |
Bannato
Iscritto dal: Apr 2002
Città: Roma
Messaggi: 7014
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Libro di una mia amica...
Volevo farvi leggere un pezzo del libro di questa mia amica... che secondo me è molto brava... ah scusate se c'è qualche errore ma la mia amica è straniera ed ha solo 16 anni...
il libro si chiama: SEGRETI E RICORDI... Ti guardavo, impotente, ma in quel momento mi balenò in mente l’idea che tu avresti vissuto in eterno. Che splendida luce, immortale, calda, quasi irreale. Questa sensazione è paradisiaca, ma io non voglio, non voglio sparire nel nulla per lasciare il nulla. Che cosa sta succedendo?, perché ora sto ricordando? Ma quella sono io. Aiuto. Molto tempo fa, mi venne raccontata una storia molto particolare, assai commovente e soprattutto sconvolgente. Se tutto ciò sia bugia o verità non lo saprei proprio dire, fatto sta che ora mi trovo nel cuore un peso troppo grande, che mi comprime. Ricordo ancora con perfetta lucidità che mi trovavo al parco di fronte a casa, dove di solito mi dedicavo ai miei esercizi ginnici, a un tratto mi fermai, per riprendermi dal fiatone e per raccogliere un bellissimi fiore bianco con gradazioni rosse. Mi stesi su una panchina e mi assopì per circa mezzora, finche la mano di una persona non mi svegliò. Era una donna bellissima, con tipici tratti mediterranei, anche se la carnagione particolarmente bruna tradiva la mia convinzione. Era una straniera. Singhiozzava, e io gli chiesi come mai. Con i suoi grandi occhi neri, mi guardava, scrutandomi nel profondo, per cercare qualcosa che la convincesse a fidarsi, probabilmente la trovò poiché mi chiese se avevo tempo di ascoltarla, feci un cenno di si con la testa, e lei comincio a narrare. Quella domenica si prospettava incerta e forse monotona. Il pallore del cielo, si intonava perfettamente con il mio plumbeo umore. Ricordo che quella era la prima domenica in cui uscivo senza una metà precisa. Le emozioni che si accavallavano dentro di me erano laceranti, e la loro forza, la loro pressione, si faceva pian piano più energico e insistente. Era come se volessero uscire dal petto e squarciarmi l’anima in due parti ben distinte. Nel mezzo di quella danza delle sensazioni, mi sentivo come arrivata di fronte ad un precipizio dopo un’affannosa corsa, e in quel momento dovevo decidere se vivere o morire, e sceglievo di buttarmi, e quando mi sembrava di essere arrivata giù mi ritrovavo al punto di partenza. Dopo anni e anni di terapie e analisi, avevo la certezza di non aver superato i sensi di colpa verso il suicidio di mia figlia. Camminando tra le vie del centro, entrai dentro un locale molto particolare, una sorta di oriente in mignatura. In questo luogo pensavo di trovare dei piatti tipici della cultura di quei popoli, invece era una fiera di riti e di usanze magiche. Mai nella mia vita avevo visto tante erbe dalla forma bizzarra e dagli odori afrodisiaci e inebrianti. Il commesso che mi ricevette, mi porse un listino con tutti i nomi di quelle e di altre spezie, con accanto le modalità per l’utilizzo e gli effetti che si potevano ottenere. Per pura cortesia, acquistai delle droghe per cucinare e delle erbette per fare il bagno. Erano molto carine, con i petali che partivano dal bianco fino ad arrivare al rosso, quella gradazione era quasi innaturale, ma piacevole per gli occhi. Ciò che mi sorprese, fu oltre al nome, ricordo, anche la totale mancanza di informazioni su quale fosse il suo effetto. Ma il commesso mi assicuro che serviva a liberare i sensi, e a portare chiunque in uno stato di oblio e di instancabile rilassamento. Alla parola relax non seppi resistere, e mi convinsi a comprarlo. Ritornata a casa, cenai, e poi preparai un bagno caldo, staccai il telefono, e mi immersi nell’acqua bollente. L’erba faceva effetto. Chiusi gli occhi, e fu come se fossi stata trasportata in un altro piano astrale, in bilico fra la realtà e lo sconfinato ignoto. Le immagini che mi si presentavano erano confuse e componevano una grande figura. era una vecchia foto che ritraeva me e mia figlia nel nostro paese natale, l’Argentina. Improvvisamente nella foto si aprì una crepa che mi risucchio al suo interno. Non saprei dire con certezza, ma ero arrivata a S. Salvador dove avevo vissuto i miei anni più belli, e soprattutto dove avevo conosciuto Carlos, l’uomo che mi aveva fatto perdere totalmente la testa. Cosa molto strana, ma mi trovavo a rivivere il mio passato. Mi ricordo ancora quel giorno, avevo appena compiuto i vent’anni e mi avevano organizzato una bellissima festa, anche se la mia famiglia non poteva permettersela. Come spesso accadeva c’era sempre qualcuno che si infiltrava senza invito; fu allora che lo vidi. Alto, mulatto con dei occhi neri e profondi, circondato da un alone di mistero. Passai la sera a osservarlo, e quando chiesi ai miei cugini chi fosse, mi sconsigliarono di frequentarlo, poiché aveva la fama di essere infido e poco corretto. Ma come si dice, nel cattivo c’è molto fascino, e quel suo aspetto mi aveva stregato, volevo assolutamente che fosse mio, e mio soltanto. Accadeva spesso che una donna si concedesse a un uomo solo per sentire quel senso di appartenenza che ricerchiamo nelle cose a noi famigliari e cari. Quella fu una notte indimenticabile. Subito dopo la festa, mi porto a casa sua, e lì senza nemmeno rivolgerci la parola, capimmo che quella sarebbe stata una notte memorabile. Mi sfilò lentamente il vestito nero, e quando mi accarezzava, un brivido mi percorreva la schiena, fino a sfociare nel linguine. Ciò che successe dopo, fu il trionfo dell’amore. Persino i suoi baci avevano la dolcezza di un bambino, era come se ogni volta che le nostre labbra si sfioravano, lui volesse assaporarmi. Inspiegabilmente, in quel attimo di passione, un pensiero crudele turbò quel magico momento; mi dicevo: “goditi questo momento perché mai più troverai un amore come questo, coinvolgente ma spregiudicato, inafferrabile ma semplice e soprattutto eterno”. Non capivo, ero convinta che quel uomo sarebbe stato l’unico e l’ultimo che avrei amato. Passata quella notte, cominciamo a vederci spesso; ormai eravamo inseparabili. Restammo per circa tre anni insieme, finche non nacque una splendida bambina. Forse per la paura delle responsabilità, o forse perché non si sentiva ancora pronto, Carlos ci abbandonò. se volete vado avanti... |
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#2 |
Bannato
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up...
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#3 |
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ho smesso
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#4 | |
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#5 |
Bannato
Iscritto dal: Apr 2002
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dai che palle è un 3d serio!
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#6 | |
Senior Member
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#7 |
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Città: Ehi ehi ehiiiii...
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figata!
(qua ci sta proprio bene) |
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#8 |
Member
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Mi ricorda la trama di un film, non mi ricvordo il titolo però
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#9 |
Bannato
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up!
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#10 |
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pareri sul contenuto o sullo stile?
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--- --- VENDO AppleCare per Macbook Pro 15"/17" a 200E --- --- Ho trattato con mezzo forum, per l'altra meta' mi sto attrezzando... ![]() ![]() Perditempo di professione: signirr |
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#11 | |
Bannato
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