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#1 |
Bannato
Iscritto dal: Aug 2006
Città: Paris
Messaggi: 535
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Il mercato si salverà da solo
Un articolo per far contento Mortar Kara-qualchecosa
Liberisti irriducibili «La ricetta giusta? Più risparmio, meno debito pubblico» «Quel piano era statalista: il mercato si salverà da solo» L'economista Miron, che si è schierato contro Bush WASHINGTON Jeffrey Miron è uno dei 166 economisti che hanno firmato la lettera al Congresso contro i 700 miliardi di dollari di aiuti pubblici agli istituti finanziari, contribuendo a bloccarli. Docente a Harvard, libertario in politica e liberista in economia, Miron è contrario per principio a qualsiasi intervento dello Stato sul mercato. «È lo statalismo che ha causato la crisi — dichiara —. È inaccettabile che la debbano pagare i contribuenti, la paghino le banche». Secondo l'economista, «se permetteremo al mercato di fare il mercato» la crisi verrà superata entro un anno o poco più, e si eviterà una grande depressione come negli anni Trenta. «Per ridare fiducia agli investitori americani e stranieri — sostiene Miron —, anziché interferire nella finanza privata, il Congresso e il governo dovrebbero ridurre l'indebitamento pubblico e i deficit del bilancio e degli scambi». La maggioranza degli operatori di mercato è per i 700 miliardi di dollari, vi accusa di aggravare la crisi per motivi ideologici. «È comodo salvarsi a spese altrui. Ma la verità è che il boom dei mutui subprime, il cui crollo ha provocato la stretta creditizia, è colpa dello Stato. Lo Stato ha creato le due agenzie semigovernative Fannie Mae e Freddie Mac che li hanno finanziati e ne ha garantito il debito. Le due agenzie non avrebbero rischiato se non fossero state certe della protezione pubblica, e non avrebbero rischiato nemmeno le banche. I mutui subprime sarebbero stati pochissimi ». Ma il governo e il Congresso non potevano lasciarle fallire, si sarebbe verificato un disastro. «Perché? In America, una società in bancarotta finisce spesso in amministrazione controllata, non chiude i battenti, diventa proprietà dei creditori, può riprendersi almeno in parte. Il danno va a carico dei vecchi azionisti, è la legge del mercato. Invece di sperperare 700 miliardi di dollari dei contribuenti, che non c'entrano nulla e che sono le vere vittime di questa crisi, lo Stato liquidi la Fannie Mae e la Freddie Mac». Non provocherebbe altri dissesti? «La realtà è che altri dissesti sono inevitabili, molti istituti finanziari si sono esposti troppo. Ma è inutile piangere sul latte versato ed è pericoloso fare del terrorismo, come accade adesso nel governo e al Congresso. Ci sono e ci saranno fusioni bancarie, Wall Street si ristrutturerà. Questo non è il bis del crack della Borsa del '29. Siamo come un paziente che è appena stato operato, avremo una dura convalescenza, ma ci riprenderemo ». Quindi la Camera ha fatto bene a dire di no ai 700 miliardi? I repubblicani, i più rigidi, non ne risentiranno alle elezioni? «Non siamo stati solo noi 166 economisti a opporsi al pacchetto del governo, vi era e vi è ostile anche una gran parte del pubblico. I contribuenti hanno tenuto dimostrazioni di protesta, e i repubblicani l'hanno recepito, non vedo perché dovrebbero soffrirne alle urne. Una recessione, non depressione, è inevitabile». Gli economisti moderati e liberal affermano che la genesi della crisi è da cercare nella deregolamentazione selvaggia dei mercati negli ultimi anni. «Non sono d'accordo. La regolamentazione non è mai stata una bacchetta magica, anzi è controproducente, e comunque i mercati trovano modo di aggirare le normative troppo rigide». L'Europa ha invitato l'America ad assumersi le sue responsabilità, ha messo in discussione il vostro modello economico. «La nostra immagine è scalfita dall'indebitamento nazionale e dai deficit del bilancio e degli scambi. Il rimedio è incentivare in maniera forte il risparmio dei cittadini, che attualmente è zero, ridurre la spesa pubblica e rilanciare gli investimenti con un taglio dell'imposta sul capitale. Il nostro modello è valido, non bisogna lasciarsi depistare dalle presenti difficoltà». Ennio Caretto 01 ottobre 2008 |
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#2 |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2004
Città: Padova
Messaggi: 11757
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evviva, è colpa del dottore se il paziente si è ammalato.
e se si salva è merito di Dio. ![]() ![]() ![]() ![]() oramai l'economia è una religione con i suoi riti, i templi in cui si insegna, gli evangelizzatori ceh la diffondono in tutto il mondo, i suoi guru, le sue verità rivelate prese per oro colato anceh e soprattutto quando si smentiscono da sè... ![]() ![]() ![]()
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mac user = hai soldi da buttare; linux user = hai tempo da buttare; windows user = hai soldi e tempo da buttare ![]() |
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#3 |
Bannato
Iscritto dal: Jan 2007
Città: Verona... finchè non mi buttano fuori :D
Messaggi: 3224
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e io che ero convinto che fosse stato il troppo mercato a sminchiare il mercato...
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#4 | |
Bannato
Iscritto dal: Aug 2006
Città: Paris
Messaggi: 535
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È la fine del capitalismo allora? Tutt’altro. Il fallimento è la sanzione ultima dei mercati. Le aziende nascono e, se sbagliano, muoiono. E sono rimpiazzate da altre più giovani e vigorose. È ciò che si chiama distruzione creatrice ed è la base fondamentale della dinamica economica dei mercati. Ci è voluto un anno perché venisse applicato questo principio elementare, un anno durante il quale il capitalismo è stato messo in difficoltà e osteggiato da una ristretta lobby, fatta di amicizie e intimidazioni, l’opposto cioè della concorrenza. La pulizia ora in corso a Wall Street segnala il trionfo del capitalismo e preannuncia un sistema bancario rigenerato. Quelle banche che si erano cullate sull’onda dell’autocompiacimento, vengono cancellate. Ne sorgeranno di nuove, pronte a trarre insegnamento dagli errori del passato. Un giorno anch’esse invecchieranno, faranno a loro volta grandi errori, magari gli stessi, e spariranno. Un mercato efficace significa un mercato in cui sopravvive solo chi vale. Wall Street ritroverà presto una nuova giovinezza. REGOLE E CONTROLLORI È la fine del laissez faire ? È il ritorno delle regole ? Assolutamente no. In materia bancaria parlare di laissez faire significa ritornare al diciannovesimo secolo. Oggigiorno la professione bancaria è soggetta a regole rigide. Il problema non consiste quindi nel porre o non porre determinate regole, ma nel migliorare quelle esistenti. La crisi ha dimostrato che l’attuale regolamentazione è mal strutturata, forse sin troppo pignola. E sicuramente troppo complessa. http://www.lavoce.info/articoli/pagina1000640.html Charles Wyplosz, PhD ottenuto alla Harvard University, è professore di Economia Internazionale all’Istituto di Studi Internazionali di Ginevra dal 1995. E’ direttore dell'International Centre for Monetary and Banking Studies di Ginevra ed è stato consulente di Banca Mondale, FMI e dell’Harvard Institute for International Development. |
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#5 |
Senior Member
Iscritto dal: May 2004
Città: Londra (Torino)
Messaggi: 3692
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Sono d'accordo.
E aggiungerei anche il blocco retroattivo di tutti i compensi degli ultimi 6 mesi a tutti i dirigenti (dal primo all'ultimo) e a tutti i consulenti con ingressi >1000$ giorno, che hanno portato a fallire le agenzie finanziarie in questione. Comprese e sopratutto le relative buone uscite (piuccheottime direi)
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#6 | |
Bannato
Iscritto dal: Aug 2006
Città: Paris
Messaggi: 535
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#7 | |
Senior Member
Iscritto dal: May 2004
Città: Londra (Torino)
Messaggi: 3692
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Ma non solo lo immagino. Soprattutto lo auspico. Che paghino in primis e di piu' i responsabili dei danni. Mi sembra una piu' che equa e capitalistica legge di mercato. Poi se ci dovro' mettere del mio con le mie tasse, per salvare il salvabile, e' un altro discorso. Ma che almeno paghino il giusto e di tasca loro i responsabili di questa crisi. E non si tratta neppure di pagare. Si tratta solamente e semplicemente di togliere loro indebiti guadagni (indebiti per come la vedo io almeno)
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#8 | |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2005
Messaggi: 3759
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Ammesso e non concesso di concordare con il resto, questo passaggio è di una ingenuità spaventosa (finta, presumo). Gli americani sono fra i popoli più indebitati del mondo e tutti gli altri paesi stanno seguendo a ruota. Noi non siamo ancora al livello di "faccio il mutuo per comprare la lavatrice", ma per fare le ferie sì. La tendenza è quella ad accedere in modo massiccio al credito, altro che risparmio... e non è una tendenza contingente ma strutturale, visto che il capitalismo è in una fase di estrema sovrapproduzione di beni e servizi rispetto alle capacità di consumo (se escludiamo, appunto, il credito al consumo). Quindi se non ho capito male la soluzione sarebbe consumare di meno, con conseguente crack anche dell'economia reale oltre che finanziaria.
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Inviato dal mio pollo di gomma™ usando la carrucola |
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#9 |
Messaggi: n/a
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Diversi anni fa su un numero di Limes (chissà se ce l'ho ancora) lessi un articolo nel quale si diceva che la politica economica dell'amministrazione Bush era fondata sull'azzeramento del risparmio delle famiglie.
Il concetto era che visto che era molto difficile rilanciare le esportazioni, i soldi per rilanciare i consumi e quindi il ciclo economico dovevano uscire proprio dai risparmi degli americani. Che anzi non dovevano più avere risparmi ma debiti. Per quello che ricordo, oltre ai ben noti mutui subprime, molti americani hanno fatto ricorso a rinegoziazioni dei mutui basate sull'incremento di valore degli immobili, che in pratica comportavano una disponibilità immediata di contante per chi sottoscriveva queste operazioni, e questo ebbe come conseguenza effettivamente un rilancio temporaneo nei consumi. Ora questo Miron definisce Fannie Mae e Freddie Mac "come agenzie semigovernative che garantivano il debito". L'articolo che avevo letto qualche anno fa e le affermazioni di Miron sembrano combaciare, e mi fanno pensare che la politica economica dell'amministrazione Bush abbia responsabilità notevoli in quanto è accaduto. La manovra da 700 m.di è forse un tentativo di mettere una pezza a colore sul pastrocchio combinato? |
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#10 | |
Bannato
Iscritto dal: Aug 2006
Città: Paris
Messaggi: 535
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Prima o poi questa situazione andrà riequilibrata. Che quella situazione sia la volontà strutturale del capitalismo è una osservazione piuttosto superficiale. |
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#11 |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Messaggi: 5390
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il rimedio sarebbe ricominciare con un'economia di tipo produttivo, abbandonando quella speculativa, buona solo a creare nuovi ricchi in poco tempo, ma deleteria per la salute del paese. E sarebbe il caso che pagasse chi ha creato questa situazione speculando a proprio vantaggio (altro che piani di salvataggio!!!!!!!!!!!!)
Crisi ampiamente teorizzata da chi non basava le sua analisi sull'andamento del pil http://www.movisol.org/trecu.htm questo (larouche) è solo uno degli economisti che aveva previsto questo crollo, sin dalla metà degli anni '80. Di attenuanti se ne sono trovate sin troppe (l'11 settembre, le successive guerre, tutti eventi che non hanno determinato la crisi ma che sono solo serviti a mascherarla, sviando l'attenzione su altri avvenimenti). Il fatto è che il capitalismo ha fallito (e non poteva essere altrimenti) ed è arrivato il momento che ciascuno si assuma le proprie responsabilità ed inizi a pagare di tasca propria. Ha ragione chi dice che questa crisi non è paragonabile a quella del '29; infatti è ben peggiore: nel '29 la crisi fu determinata dalla sovrapproduzione e gli USA non avevano rivali economicamente forti da poterne sfruttare le debolezze (l'urss era una potenza militare ma non economica). Oggi la crisi è determinata dalla scarsa o, in alcuni settori, inesistente produttività, poichè gli investimenti sono stati dirottati su un'economia di tipo monetario e speculativo e di fronte c'è un paese emergente, come la cina, la cui economia, invece, è solida ed in crescita Ultima modifica di yossarian : 01-10-2008 alle 17:11. |
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#12 |
Senior Member
Iscritto dal: Jul 2007
Messaggi: 1441
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Come salvare i ns risparmi ce lo dice Brunone Vespa ora su PaP.
Sto già lacrimando. ![]() ![]() ![]() ![]() Salvaci tu Vespone dicci come fare. |
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#13 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2007
Messaggi: 1624
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![]() ![]() e un grosso salvadanaio ![]() ![]() analisi tecnica? analisi fondamentale? Studi di macroeconomia? Non servono più, è uscito: Come diventare trader in 10 passi a cura di Brunetta, Vespa e altri due che non conosco. ![]() ![]() ![]() ![]() Alle prime 10 casalinghe di Voghera che acquistano il corso in regalo un mattone autografato da vespa (il mattone è un investimento sicuro come tutti sanno e l'autografo ne accersce il valore) Ultima modifica di killercode : 01-10-2008 alle 23:21. |
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#14 |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2006
Messaggi: 3398
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Ci sono dei liberali, appartenenti alla scuola dei cosiddetti "austriaci", che criticano da anni le politiche economiche statunitensi, a partire dall'operato della Federal Reserve, la banca centrale. I principali temi sono il tasso d'interesse, il corso forzoso, l'abbandono del gold standard oltre all'istituzione stessa delle banche centrali.
www.usemlab.com Nei prossimi giorni cercherò di postare vario materiale di questa teoria, preso principalmente da altri forum, nel modo più organico possibile.
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#15 | |
Senior Member
Iscritto dal: Feb 2002
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Il cap sui salari credo sia una cosa un pochino banale e stupida, ma molto molto populista. |
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#16 | |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
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#17 | |
Senior Member
Iscritto dal: May 2004
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E non e' una proposta mia, e non e' solo banale e stupida e populista, dato che parecchie decine di miliardi di dollari si recupererebbero da li'. Buoneuscite da centinaia di milioni di dollari qualche mese prima del fallimento. Vergogna. Paghi prima chi ha sbagliato, poi gli altri. E stiamo pure tranquilli che qualcun altro a risanare l'economia si trovera'. Gia' solo qui non so quanti esperti si riescano a contare. Peccato che coloro che sanno veramente come fare andare avanti le cose siano tutti impegnati a tagliare capelli e guidare taxi.
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#18 | |
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Iscritto dal: Feb 2002
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b) negli USA si pagano con la galera i propri sbagli finanziari.. non come in italia ( Enron docet, 24 anni al CEO ![]() c) nessuno lavora per la gloria, specialmente a quei livelli... d) la gente di hwup e i taxisti e' meglio che stiano dove sono e) anche l'economist ha giudicato la proposta stupida e populista. |
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#19 | |
Bannato
Iscritto dal: Jan 2007
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non si tratta di mettere cap sui salari, quanto piuttosto di evitare la buffonata di strapagare il topo che fugge prima del naufragio... |
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#20 | ||||
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
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