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emergenza acqua pianura padana, colpa delle società elettriche non delle poche piogge
Acqua: Le vere ragioni della siccità nella Pianura padana
Domenica, 09 luglio Sulle Alpi decine di dighe sono stracolme. Hanno catturato la pioggia e la neve che si scioglie. Sono una riserva di energia da vendere a caro prezzo. Ecco perché la pianura padana è rimasta a secco... Sono stati costretti a inviare i vigili urbani con il megafono per invitare i cittadini a risparmiare l’acqua, avvertendo che possono verificarsi interruzioni del servizio. Ma non siamo ad Agrigento. La scena è ambientata a Varese, una città e una provincia che abbraccia due laghi, il Ticino e innumerevoli corsi d’acqua minori. Un paradosso. Eppure, dal 1990 a oggi, la falda si è abbassata di ben sei metri. Così l’emergenza è già scattata nel 2005 e quest’anno si è aggravata, con diversi comuni rimasti a secco e la popolazione costretta a dissetarsi grazie alle autobotti dei vigili del fuoco. Varese non è un caso isolato. Da qualche anno, nella verde pianura padana solcata dal grande Po, si soffre la sete, con i laghi che calano paurosamente, fiumi che a ogni estate toccano un nuovo record storico a causa della siccità e sindaci costretti a emanare ordinanze e avvisi alla popolazione per evitare sprechi e usi impropri. Certo, noi italiani non scherziamo in quanto a consumi: con 237 litri al giorno pro capite, siamo ai primi posti in Europa nella hit parade degli sciuponi. A Varese, poi, avevano esagerato spingendosi a 500 litri al giorno per abitante. Sicuramente troppo. Ma non sembra essere questa la causa principale della grande sete. E allora dove è finita l’acqua? È colpa della pioggia che non arriva e della neve sempre più scarsa? Tutto sommato, con una media annuale di 1.108 millimetri di precipitazioni piovose, la pianura padana è una delle zone più ricche d’acqua del pianeta. E allora che cosa può essere accaduto? Chi ha "rubato" la pioggia? In Lombardia, le 76 dighe che imbrigliano fiumi, ruscelli e sorgenti sono stracolme, ma a valle giunge solo un rivoletto. Lo chiamano "minimo deflusso vitale", ma non sempre c’è. A denunciare l’anomala situazione che si è venuta a creare per l’ennesima estate, è la Coldiretti che deve fare i conti con centinaia di ettari il cui raccolto è compromesso dalla mancata irrigazione: «I bacini alpini, pur essendo pieni, vengono mantenuti chiusi dalle società elettriche che ne hanno la concessione per la produzione di elettricità, impedendo che l’acqua giunga a valle, sottraendola ai cittadini, all’ambiente e all’agricoltura». Un’accusa molto precisa che ha alimentato una "guerra dell’acqua" tra l’Anbi (Associazione nazionale delle bonifiche) che si occupa di irrigazione, e i gestori dell’energia. L’acqua, l’oro blu del terzo millennio, è catturata per ricavarne profitti. Finisce perfino imbottigliata e venduta nei supermercati a 300 euro al metro cubo. Ma l’acqua è anche energia e in tempi di caropetrolio può accadere di tutto. «Con la liberalizzazione del mercato dell’energia, i prezzi sono determinati dall’andamento della Borsa. Mediamente nei mesi di aprile, maggio e giugno», spiega Ludovici, «i prezzi dell’energia elettrica sono relativamente bassi, ma tendono ad alzarsi notevolmente in luglio e agosto quando la richiesta di energia è più alta per il grande caldo». I gestori, quindi, accumulano energia sotto forma di acqua per poterla poi vendere in un periodo più favorevole dal punto di vista del mercato. Anche l’agricoltura, secondo il Wwf, va messa sul banco degli accusati malgrado sia anche vittima della siccità. L’agricoltura è il maggior utilizzatore d’acqua, ma per la legge è al secondo posto in ordine di priorità, dopo l’uso idropotabile. Per incentivare il risparmio con metodi più razionali, per il Wwf occorrerebbe far pagare l’acqua non "a superficie" ma "a quantità". In pratica, gli agricoltori dovrebbero sborsare un tanto a metro cubo e non un semplice canone annuale, indipendentemente da quanta acqua si spande sui campi. Invece, accade che sulla bolletta dell’acqua potabile i cittadini vedano apparire la voce: "Consorzio di bonifica per ravvenamento falda". Si tratta di pochi euro, che tutti sborsiamo per finanziare i consorzi di bonifica. Ma paghiamo sempre di più l’energia elettrica e alla fine rimaniamo pure senza acqua. Nella piana assolata la terra non si colora più di verde: il primo tepore di primavera ingiallisce gli stentati pascoli prima che i radi fili d’erba possano riprendere a germogliare. A toccarlo, più che di terra sembra essere di sabbia il suolo di questo avamposto del "deserto" nel Sudest della penisola. Siamo in Capitanata, provincia di Foggia, ma sembra d’essere alle porte del Sahara. Un tempo una pianura fertilissima, oggi queste contrade sono una landa desolata dove i fiumi sono ridotti a una pietraia. A causa del deserto che avanza, decine di piccoli agricoltori hanno abbandonato le loro masserie dove prima si producevano quintali di pomodori. Queste terre rimaste a secco sono una delle 14 zone dell’Italia esposte al rischio di desertificazione. Migliaia di ettari sparsi tra le province di Agrigento, Siracusa, Reggio Calabria, Potenza, Bari, Foggia, Sassari. Novantamila chilometri quadrati, il 27 per cento del Belpaese esposto allo scirocco e alla sabbia rossa che arriva dall’Africa. La desertificazione è una delle più gravi emergenze ambientali e minaccia circa un miliardo di abitanti degli oltre 100 Paesi a rischio e un quarto delle terre del pianeta. Per questa ragione, l’Assemblea generale dell’Onu ha proclamato il 2006 "Anno internazionale dei deserti e della desertificazione". da Famiglia Cristiana (canisciolti.info)
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#2 |
Senior Member
Iscritto dal: May 2003
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Questo dovrebbe far riflettere sul fatto che non sempre quello che è naturale e rinnovabile, sia anche privo di problemi.
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焦爾焦 |
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#3 |
Bannato
Iscritto dal: Feb 2001
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a me fanno riflettere invece certi poteri...
come quello di accaparrarsi un bene DI TUTTI e ridistribuirlo a caro prezzo, o utilizzarlo lucrandoci. Che schifo. |
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#4 | |
Senior Member
Iscritto dal: Feb 2004
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GIà...ricorda molto da vicino l'acqua della bolivia...
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#5 | |
Senior Member
Iscritto dal: May 2003
Città: Lucca
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Se ci pensi bene, quello che hai detto è così per TUTTO, a partire dall'aria che respiriamo e/o consumiamo con il nostro metabolismo, alla terra sopra la quale abbiamo costruito le nostre case ecc. ecc., se io utilizzo una risorsa, privo del suo utilizzo un altra persona e questo è normale, basta decidere quali sono le priorità.
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焦爾焦 |
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#6 | |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2004
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#7 |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2001
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Le dighe in Italia del Nord, e specie in Lombardia, ci sono sempre state. E' sicuramente vero che gran parte dell'acqua viene intercettata da loro, tuttavia è ben più vero che le precipitazioni, negli ultimi 25 anni, sono drasticamente calate. Basta guardare all'estensione dei nostri ghiacciai per rendersene ben conto. Per dirne un'altra, tutto il tratto di pianura padana compreso tra la Martesana e le pendici delle prealpi del lecchese e del bergamasco non ha mai avuto, e sottolonineo non MAI, un sistema di irrigazione. Si sono sempre affidati alle precipitazioni, e li si coltiva il mais, piante notoriomanete assai bisognosa di acqua. Ora è da almeno 5 anni che tutta questa zona è in grave emergenza siccità, proprio perchè il livello e la frequenza delle pioggie e delle nevicate si è drasticamente ridotto. Se aveste occasione di passare da quelle parte ve ne rendereste immediatamente conto: a nord della martesana il mais è alto 50 cm, a sud quasi 2 m, ed il tutto nel volgere di poche decine di metri.
Quindi è del tutto sbagliato imputare il problema solo alle dighe. Esse rappresentano solo una parte dello stesso. |
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#8 |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2001
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Ambiente: Una siccità da record nel nord Italia
Domenica, 23 luglio Livelli da minimo storico nei principali laghi e nei grandi fiumi del nord, Ticino e Po su tutti. Una siccità che è "tra le peggiori degli ultimi 30 anni" e che sta provocando "centinaia di milioni di danni in campagna". A lanciare l'allarme è la Coldiretti in base all' ultimo monitoraggio sugli effetti del caldo. "Ora si spera nella pioggia per assicurare acqua alle coltivazioni di granoturco, riso e soia, e ai foraggi necessari per l' alimentazione del bestiame". Particolarmente grave la situazione nelle regioni del Nord Ovest e in Friuli Venezia Giulia dove si stima già un valore dei danni di cento milioni di euro, riferisce la Coldiretti. In negativo le portate dei fiumi. Se il Ticino a Pavia all' altezza del Ponte Coperto è sceso a 4 metri e 71 centimetri sotto lo zero idrometrico e il Po ha registrato a Pontelagoscuro nel ferrarese, il suo minimo storico con un meno 7,29 metri. Secondo la mappa dell'emergenza caldo della Coldiretti, in Lombardia la situazione è particolarmente critica nel milanese e nel lodigiano dove sul territorio attorno al capoluogo lombardo, con una diffusione a macchia di leopardo, si è verificato un danno che, in media, raggiunge il 40% della produzione lorda vendibile di cerali, riso e foraggi, per un valore di quasi 28 milioni di euro di colture. Situazione preoccupante anche in Emilia Romagna dove i danni hanno colpito con percentuali variabili dal 20 al 40 per cento le colture ne diversi territori e si segnalano forti aumenti nei costi del gasolio per attivare i sistemi di irrigazione. Grave il bilancio nelle campagne friulane dove - sottolinea la Coldiretti - nelle aree non irrigate le coltivazioni sono compromesse quasi irreparabilmente e la situazione sembra destinata a peggiorare se nei prossimi 10-15 giorni non dovesse piovere. In Friuli non c'é coltura che non sia colpita: il mais denuncia una perdita del 41%, la soia del 26, i pascoli del 20, la patata del 34 e la vite del 12 per cento, secondo il monitoraggio effettuato dai tecnici della Coldiretti. Ma le difficoltà determinate dalla siccità nelle campagne si estendono oltre alla Lombardia, Friuli ed Emilia Romagna e - continua la Coldiretti - colpiscono territori di altre regioni dalla Liguria al Piemonte, dal Veneto alla Sardegna. Le temperature torride hanno colpito anche gli animali: nelle stalle si sono registrate riduzioni fino al 20% della produzione di latte da parte delle mucche. Ma a essere in difficoltà sono anche gli animali al pascolo, nelle malghe di montagna, dove i prati sono secchi a seguito della mancanza di piogge e in alcuni casi manca addirittura il foraggio per l'alimentazione. Cresce ora l'attesa delle annunciate piogge. "Per essere efficaci e ristabilire le riserve idriche devono cadere - precisa la Coldiretti - in modo costante e durare nel tempo affinché l'acqua possa infiltrarsi nel terreni. Preoccupa invece l'eventuale caduta di grandine perché distruggerebbe irreversibilmente le coltivazioni e i temporali violenti, pericolosi perché i terreni secchi non riescono ad assorbire l' acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento portando con sé i nutrienti contenuti nella parte superficiale del terreno e favorendo frane e smottamenti". Dietro all'emergenza non solo i cambiamenti climatici, ma anche, riferisce la Coldiretti, i sistemi di raccolta nei bacini idroelettrici che trattengono le acque rendendole indisponibili a valle a fiumi e laghi che sono al minimo. Dopo la mobilitazione della Coldiretti, le positive rassicurazioni delle Istituzioni impegnano i gestori dell'energia elettrica a liberare l'acqua trattenuta nei bacini alpini e a garantire la disponibilità nelle campagne in misura sufficiente al normale sviluppo delle coltivazioni. La responsabilità degli enti coinvolti nel soddisfare le esigenze delle colture in sofferenza sarà accompagnata - afferma la Coldiretti - "da una concreta attenzione degli imprenditori agricoli per il risparmio dell'acqua destinata all' irrigazione". (canisciolti.info)
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#9 |
Member
Iscritto dal: Jun 2006
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Quand'è che vi renderete TUTTI conto che siamo in mano a una banda di pazzi armati e potenti, non importa in che paese del mondo si viva? La chiamano cultura, civiltà, progresso... se andare avanti significa questo allora preferisco la barbarie...
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"I don't want to start any blasfemous rumors but i think that god has a sick sense of humour and when I die I expect to find him laughing" (Dave Gahan) \ "Il problema non è la caduta: è l'atterraggio" (Mathieu Kassovitz) \ "I'm only happy when it rains, I'm only happy when it's complicated" (Shirley Manson) \ "Vorrei cullare il tuo dolore" (Irene Grandi) |
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#10 | |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2001
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il punto è che dobbiamo capire, noi popoli ricchi, che spetta a tutti noi un piccolo sacrificio per raddrizzare la situazione. Siamo disposti a consumare un pelo di meno per avere un mondo migliore? E' questa la questione fondamentale. Se questa richiessa venisse, con forza, dal basso, dalla gente comune, allora forse le classi dirigenti invertirebbero la rotta sulla quale ci siamo messi. |
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#11 |
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Eh, il Po l'ho visto qualche settimana fa ed era già bassissimo... ma la cosa che mi ha colpito è che sul letto del fiume c'erano molte piante, il che significa che proprio non s'è più rialzato da tempo. Ok le dighe, tutto quello che vuoi, ma qui sono diversi anni che c'è molto secco: piove poco d'estate, piove molto meno d'inverno.
Comunque non siamo soli, anche in Spagna per esempio sono in siccità da cinque anni e gli ultimi dati che avevo letto parlavano di risorse idriche ridotte al 30-40% della norma.
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#12 |
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sarà quel che sarà, ma bisogna imparare a razionalizzare l'uso dell'acqua.
è una risorsa non illimitata, teniamolo presente.
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#13 | |
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![]() Ma inizierei dagli acquedotti... i romani facevano acquedotti che ancora funzionano, noi facciamo acquedotti che dopo un mese iniziano a perdere acqua. Com'è possibile? Ci sono delle volte che i tombini buttano fuori acqua anche per una settimana prima che facciano le riparazioni... quelli son sprechi.
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#14 |
Senior Member
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io penso invece che irrigare ettari ed ettari di mais sia uno spreco.
e che l'utilizzo industriale dell'acqua sia troppo poco costoso, disincentivando l'efficienza di utilizzo. e che anche nelle nostre case ci siano grandi sprechi (uno scarico solo per acque nere e acque dei lavandini, p.es. ma anche sciacquoni di 10 litri, etc...)
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#15 | |
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#16 |
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Coldiretti: Con la siccità aumentano i livelli di inquinamento
Mercoledì, 09 agosto La siccita' che ha abbassato il livello di acqua dei grandi laghi ha anche favorito l'aumento dei livelli di inquinamento per l'effetto concentrazione che potrebbe ridursi con l'arrivo della pioggia. E' quanto afferma la Coldiretti in riferimento allo studio di Legambiente sull'inquinamento dei laghi italiani nel sottolineare che il livello idrometrico dei grandi laghi e' ancora preoccupante. Il Lago Maggiore - precisa la Coldiretti - a Sesto Calende registra un livello idrometrico di - 34,8 centimetri e l'acqua contenuta e' pari ad appena il 10 per cento della capacita' e quello di Como a Malgrate e' a 1,8 centimetri con una percentuale di riempimento del 24,7 per cento dell'invaso, sulla base del monitoraggio della Coldiretti nel pomeriggio del 9 agosto. Si tratta di uno degli effetti del cambiamento climatico in atto che - sottolinea la Coldiretti - conferma l'analisi dei dati divulgati al Parlamento nella Relazione annuale sullo stato dei servizi idrici dal Comitato di vigilanza sull'uso delle risorse idriche dalla quale emerge che in Italia cade il 10 per cento in meno di piogge e la portata dei principali fiumi italiani e' scesa del 20 per cento nel periodo compreso tra il 1994 e il 2004. Una situazione che influenza gli assetti idrogeologici del territorio ma anche lo stato dell'inquinamento ambientale che va accompagnata con un maggiore impegno nel risparmio, raccolta e gestione dell'acqua ma anche - conclude la Coldiretti - da una crescente attenzione alla difesa di risorse preziose per il turismo, l'ambiente e le attivita' economiche. (canisciolti.info)
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