L'intelligenza artificiale entra nell'esercito americano: anche i generali chiedono aiuto ai chatbot

L'intelligenza artificiale entra nell'esercito americano: anche i generali chiedono aiuto ai chatbot

Anche i vertici dell'esercito americano stanno sperimentando l'intelligenza artificiale per supportare le decisioni tattiche e strategiche. Il generale William "Hank" Taylor, comandante dell'Ottava Armata in Corea del Sud, utilizza chatbot generativi per analizzare modelli decisionali, mentre il Pentagono valuta rischi e vantaggi di una tecnologia che potrebbe cambiare per sempre il modo di condurre le operazioni militari

di pubblicata il , alle 10:24 nel canale Web
 

L'adozione di intelligenza artificiale all'interno delle forze armate statunitensi non si limita più ai sistemi d'arma o ai droni autonomi. Alcuni alti ufficiali stanno sperimentando l'uso dei chatbot generativi come strumenti di supporto nelle attività di comando e nella pianificazione quotidiana.

William "Hank" Taylor, maggiore generale dell’Ottava Armata in Corea del Sud, ha raccontato di utilizzare regolarmente un chatbot per affinare i processi decisionali. Secondo un report pubblicato da Business Insider, durante una conferenza a Washington ha spiegato di voler sviluppare modelli in grado di migliorare le scelte operative che influenzano migliaia di soldati.

Secondo Taylor, l'obiettivo è prendere decisioni "al momento giusto" per ottenere un vantaggio tattico, un concetto ispirato alla dottrina militare nota come OODA Loop (observe, orient, decide, act). Elaborata durante la guerra di Corea dai piloti americani, questa teoria si basa sulla rapidità nel passare dall'osservazione all'azione, elemento che l'intelligenza artificiale può grandemente supportare grazie alla sua capacità di analisi immediata.

Il tema della velocità è centrale anche per altri vertici militari. L'ex segretario dell'Aeronautica Frank Kendall aveva evidenziato in precedenza che, con l'avanzamento dei sistemi automatizzati, le decisioni nei conflitti futuri non verranno più prese alla velocità dell'uomo ma a quella della macchina. Una prospettiva che trasforma l'intero concetto di comando e controllo.

L'esercito americano sta già integrando algoritmi di IA in diversi ambiti: dal pilotaggio di droni alla gestione dei dati di targeting, fino ai sistemi di analisi logistica e documentale. Le Forze per Operazioni Speciali utilizzano strumenti basati su IA per ridurre il carico cognitivo degli operatori, elaborare report e velocizzare la consultazione delle dottrine del Pentagono.

Secondo Bianca Herlory, responsabile IA dello Stato Maggiore Congiunto, queste tecnologie possono "migliorare la capacità di integrazione e analisi delle operazioni globali" e rendere i processi decisionali più rapidi e precisi. Tuttavia, lo stesso Pentagono invita alla cautela: l'uso di sistemi generativi comporta il rischio di fughe di dati sensibili o di risposte errate, potenzialmente pericolose se adottate in contesti critici.

La sfida per i comandi militari è trovare l'equilibrio tra il vantaggio strategico offerto dall'intelligenza artificiale e la necessità di mantenere il controllo umano su decisioni che, sempre più spesso, dovranno essere prese alla velocità delle macchine.

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