Colpo clamoroso della Cina: convalidato UBIOS, nuovo firmware indipendente più flessibile e scalabile di UEFI

Il Global Computing Consortium ha ufficializzato UBIOS, un nuovo standard di firmware progettato interamente in Cina per sostituire BIOS e UEFI, due pilastri storici del funzionamento dei computer moderni. Il progetto rappresenta un importante traguardo nell’industria tecnologica cinese per ridurre la dipendenza dalla tecnologia occidentale.

Frutto della collaborazione tra 13 aziende, tra cui Huawei, China Electronics Standardization Institute (CESI), Byosoft e Kunlun Tech, UBIOS – acronimo di Unified Basic Input/Output System – nasce come riscrittura completa del vecchio BIOS, diversa dalle specifiche UEFI sviluppate principalmente da Intel e AMD.

Secondo il consorzio, l’obiettivo è creare un firmware più leggero, modulare e scalabile, capace di supportare architetture non x86 come ARM, RISC-V e LoongArch, oltre a configurazioni multi-CPU eterogenee. Queste caratteristiche permettono una maggiore flessibilità rispetto a UEFI, che spesso fatica a gestire scenari hardware complessi o non convenzionali.

La nascita di UBIOS si inserisce nel contesto delle politiche tecnologiche del governo cinese, che incoraggiano lo sviluppo di standard indipendenti per software e hardware. In particolare, il documento governativo “Document 79” fissa al 2027 l’obiettivo di ridurre drasticamente l’utilizzo di tecnologie occidentali nei sistemi pubblici e aziendali.

Come riportato da MyDrivers, il consorzio presenterà ulteriori dettagli su UBIOS durante la Global Computing Conference 2025, in programma a Shenzhen il prossimo novembre. Tra le tematiche attese: la compatibilità con sistemi operativi Linux-based, le modalità di adozione da parte dei produttori di schede madri, e il rilascio del codice di riferimento.

Resta da capire se UBIOS riuscirà a ottenere un’adozione ampia e stabile come lo standard aperto RISC-V, o se finirà confinato in ambiti limitati, come accaduto con LoongArch. In ogni caso, il lancio di questo firmware segna un passo fondamentale verso l’autonomia tecnologica della Cina.

Inoltre, se dovesse rivelarsi davvero così flessibile e scalabile come sulla carta, non è da escludere un'eventuale diffusione anche in occidente, mercato in cui le architetture ARM e RISC-V acquisiscono sempre più popolarità. Naturalmente, a fare la reale differenza, sarà il supporto da parte di produttori e sviluppatori.