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#1 |
Bannato
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[Topic Ufficiale]Ateismo.
Ciao a tutti viste le derive religiose mondiali,dall'etica,ai diritti,e alle guerre di religione.Vorrei che ci fosse chi in modo ateo e pragmatico proponesse all'uomo nuove soluzioni di vita possibilmente meno dannose ed ignobili dei pregiudizi e salti dialettici dei religiosi,e di tutta la scia di violenza celata dietro chi si fà portatore di danni e e discriminazioni di ogni genere grazie a verità "rivelate".
Si astengano sofisti grazie.a noi interessa il qui ed ora. Ultima modifica di Franx1508 : 11-08-2006 alle 13:17. |
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#2 |
Bannato
Iscritto dal: Dec 2004
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si parte da qui:
FONTE:Gazzetta Del Sud Divampa la polemica per il libro di Sam Harris Un "manifesto" contro la fede Antonio Fiorini «Una saggia valutazione della realtà e della storia ci porta a dire che è impossibile reperire prove di un creatore benevolo, onnipotente e onnisciente che prenda a cuore i destini di uomini e donne». Lo scrive Sam Harris autore del libro «La fine della fede – Religione, terrore e il futuro della ragione» che sta provocando polemiche a non finire perché è un manifesto contro il cristianesimo, l'Islam e l'ebraismo e, più in generale, contro il «fanatismo e la cecità di ogni credo religioso». È invece un inno al «laicismo razionale e indipendente dalle ingerenze spirituali ed ecclesiastiche». Insomma un libro forte che ha tenuto banco negli Stati Uniti e in Inghilterra e che approda in Italia con una precisazione dell'editore (Nuovi Mondi Media), interdetto dalle posizioni a volte estreme di Harris, a tratti «talmente politicamente scorrette da valicare il limite dell'intolleranza». «Pur dissociandoci in parte dai contenuti di questo libro – recita una nota dei Nuovi Mondi – riteniamo che la sua pubblicazione possa contribuire al dibattito sulla laicità». Ma per contrastare una teoria, si sa, è meglio conoscerla e diffonderne anche i rivolti più controversi per far sì che anche il pubblico dei lettori possa farsi un'idea precisa. «Ho scritto questo libro – spiega Harris nell'epilogo – per contribuire a chiudere le porte a un certo tipo di irrazionalità. La fede religiosa, pur appartenendo a quel genere di ignoranza umana che non ammette neanche la possibilità di correzione, è ancora al riparo dalle critiche in ogni angolo della nostra cultura. Rinunciando a tutte le fonti di informazioni valide di questo mondo (tanto spirituali quanto terrene in senso stretto), i nostri religiosi hanno colto al volo antichi tabù e miti pre-scientifici come se avessero una validità metafisica incontestabile. Libri – prosegue – che abbracciano una gamma ristrettissima di interpretazioni politiche, morali, scientifiche e spirituali (libri che, già solo in virtù della loro antichità, ci offrono il tipo di saggezza il più annacquata possibile in relazione al presente) sono ancora considerati dogmaticamente un punto di riferimento cui spetta l'ultima parola su argomenti della massima rilevanza. Nella migliore delle ipotesi, la fede fa sì che persone altrimenti benintenzionate non riescano a riflettere in modo razionale su molte delle cose che stanno loro più profondamente a cuore; nell'ipotesi peggiore è una fonte continua di violenza tra gli uomini". Nella sua ricerca delle radici del fondamentalismo religioso e del terrorismo islamico, Sam Harris si scaglia contro il dogmatismo e mette inoltre in discussione il concetto di tolleranza, uno dei pilastri del liberalismo politico: nella contrapposizione di fedi, ognuna vera per se stessa, proprio i moderati fanno il gioco dei fondamentalisti, sostiene l'autore secondo il quale non è la tolleranza il modo di combattere l'integralismo religioso che degenera in violenza. Per Harris occorre quindi recuperare un senso del vero razionale e accantonare ogni tesi mistica e superstiziosa, priva di fondamenti verificabili: «L'indulgenza con cui i moderati guardano ai testi sacri e alle varie identità religiose, favorisce lo svilupparsi dei conflitti fra gli uomini. Possono anche ignorare o sottovalutare i passaggi più barbari dei testi religiosi, ma siccome allo stesso tempo li venerano, diventa più difficile contrastare il fondamentalismo. Inoltre, proprio ignorando quelle pagine, sarà ancora più difficile cogliere il pericolo della lettura acritica che ne viene fatta. C'è chi ancora prende alla lettera i testi sacri e i «tolleranti» tendono a dimenticare il ruolo della fede nell'ispirare la violenza umana. I moderati, insomma, sono accecati dalla loro stessa moderazione. Si scervellano in cerca di una risposta di fronte ai filmati di combattenti kamikaze formatisi nelle università occidentali, pronti a farsi esplodere insieme a dozzine di passanti; si sorprendono quando quelli dichiarano di "amare la morte più di quanto gli infedeli amino la vita"». Ragione, onestà, amore: questi gli unici angeli che l'uomo deve invocare, sostiene Harris: per lui gli unici demoni da temere sono «quelli che si annidano dentro la mente di ogni uomo: l'ignoranza, l'odio, l'avidità e la fede che è sicuramente il capolavoro del diavolo». «Non è necessario – scrive Harris – venerare alcun Dio particolare per poter vivere lasciandoci incantare dalla bellezza e dall'immensità del creato. Non abbiamo bisogno di raccontarci fantasie tribali per renderci conto, un bel giorno, che amiamo il nostro prossimo, che la nostra felicità e inscindibile dalla sua, e che tale interdipendenza richiede che le persone di tutto il mondo abbiano la possibilità di prosperare. Le nostre identità religiose, chiaramente, hanno i giorni contati. Anche i giorni dell'umanità stessa probabilmente saranno contati, se non ci renderemo conto di tutto questo». (mercoledì 9 agosto 2006) |
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#3 |
Bannato
Iscritto dal: Dec 2004
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Trattato di Ateologia
Michel Onfray. Trattato di Ateologia. Collana «Le Terre/Interventi», Fazi Editore 2005, pp. 224, € 14,00. ISBN 88-8112-678-8 Reduce da un clamoroso successo in Francia (oltre 200.000 copie vendute), il testo di Michel Onfray, fondatore dell’Università popolare di Caen, è stato recentemente pubblicato anche in Italia, dove pure è entrato nelle classifiche di saggistica. Diamo subito il senso del titolo: con “ateologia” l’autore non intende l’elaborazione di una sorta di “scienza dell’ateismo”, quanto lo «smontare filosoficamente» la teologia. A-teologia, quindi, obiettivo che Onfray sviluppa in tre tappe, proponendosi di decostruire i tre monoteismi, il cristianesimo, le teocrazie. Il volume si rivela dunque, essenzialmente, una critica serrata e spesso irriverente delle pretese delle religioni, attingendo a piene mani all’arsenale argomentativo del pensiero libero, dal De tribus impostoribus ai libertini, dagli illuministi a Nietzsche, fino a Bataille. Tesi non nuove, ma presentate con una verve spigliata e sicura di sé che sicuramente attrarrà chi si avvicina per la prima volta a queste tematiche. L’ironia è sparsa a piene mani, con battute spesso fulminanti: «L’obbedienza si misura bene solo per mezzo di divieti»; «Il monoteismo passa per essere la religione del Libro – ma sembra piuttosto la religione di tre libri che non si sopportano affatto»; «Dio non è morto perché non è mortale. Una finzione non muore». Nella prima parte Onfray delinea la propria visione storica dell’ateismo che, a suo avviso, comincerebbe solo nel Settecento in Francia, con il Testamento dell’abate Meslier, il primo uomo a negare recisamente l’esistenza di Dio. Se il fatto è innegabile, nondimeno è anche casuale: chissà quante altre imbarazzanti memorie di atei furono fatte sparire nei secoli precedenti. La negazione esplicita di Dio è diventata una via percorribile solo recentemente e la circospezione di molti filosofi del passato è ampiamente giustificata. Si pensi a Giulio Cesare Vanini, del quale Onfray irride il cristianissimo titolo della sua opera maggiore, senza considerare che l’artifizio di scrivere opere fintamente apologetiche, in cui le ragioni della miscredenza venivano contrastate con estrema debolezza, è stato ampiamente praticato nel corso del Seicento (anche Pierre Bayle vi fece ampiamente ricorso: del resto, lo stesso De rerum natura di Lucrezio non comincia forse con un inopinato inno a Venere?). Il limite di questo testo (tutti i libri hanno limiti: soprattutto quelli sacri!) è che alla pars destruens, che Onfray allarga all’ateismo contemporaneo (giudicato troppo dipendente dai valori religiosi,) non si accompagna alcuna pars construens. Secondo Onfray l’ateismo «non è una terapia, ma una salute mentale recuperata»; sottolineandone «la Filosofia, la Ragione, l’Utilità, il Pragmatismo, l’Edonismo individuale e sociale, cioè sollecitazioni a muoversi sul terreno dell’immanenza pura, per il bene degli uomini, con essi, per essi, e non con Dio o per Dio», Onfray rammenta «l’aspetto solare, affermativo, positivo, libero, forte dell’individuo che si colloca oltre il pensiero magico e le favole». L’istintuale affermazione secondo cui «dirsi ateo è difficile: atei si è chiamati» contrasta però un poco con queste premesse, e ci sarebbe aspettati che l’ultimo capitolo, intitolato Per una laicità postcristiana, non fosse dedicato per tre quarti all’Islam. Per la verità, lo stesso autore sostiene che una diversa etica è di là da concretizzarsi, e che solo «in seguito occorrerà lavorare a un nuovo progetto etico per creare in Occidente le condizioni di una vera morale postcristiana». Il testo è corredato da una bibliografia ragionata (forse un po’ troppo francofona), ricca di testi interessanti, purtroppo spesso irreperibili nel nostro Paese. Un’opera divulgativa, quindi, che consigliamo soprattutto ai neofiti: nel contempo, dopo il successo del pamphlet di Giulio Giorello Di nessuna chiesa, il volume di Onfray conferma che gli atei, e più in generale i laici (autori e lettori), non hanno alcuna intenzione di subire passivamente il ritorno (esclusivamente politico) del sacro. |
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#4 |
Senior Member
Iscritto dal: May 2002
Città: Pavia.. a volte Milano o Como...talora Buccinasco! Firenze fino al 15/7
Messaggi: 2143
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carogna mi hai rubato l'idea
![]() oggi parto per le ferie ma voglio dare un piccolo contributo: "I cristiani ritengono cher la loro fede sia benefica e le altre dannose. (...). Ciò che desidero chiarire è che tutte le fedi sono dannose. Quella che possiamo definire "fede" è la ferma credenza in qualcosa che non si può provare. Quando esistono prove, nessuno parla di "fede". Non parliamo di fede se diciamo che due più due fa quattro o che la terra è rotonda. Parliamo di fede soltanto quando desideriamo sostituire l'emozione all'evidenza" (B. Russel, Human society in Ethics and Politics)
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"Le masse sono abbagliate più facilmente da una grande bugia che da una piccola". (Adolf Hitler) "Se sei bello ti tirano le pietre, se sei brutto ti tirano le pietre. se sei al duomo ti tirano il duomo". (cit. un mio amico ![]() |
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#5 | |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2000
Città: Roma
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![]() Il tutto naturalmente succede quando anche dell'ateismo se ne fa una fede.
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La mia config: Asus Z170 Pro gaming, Intel i5 6600k @4.5Ghz, cooler master 212x, corsair vengeance 8Gb ddr4 2133, SSD sandisk ultra II 480Gb, Gainward GTX960 4Gb, Soundblaster Z, DVD-RW, ali Corsair CX750M, Case Thermaltake Suppressor F31 Ultima modifica di FastFreddy : 10-08-2006 alle 13:30. |
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#6 |
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2004
Città: Nella bassa: BO - FE
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tutti gli estremi automaticamente portano a difficoltà di convivenza.
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Concluso con: Boso - Fallen Angel - tcianca - sycret_area - carver - serbring - emax81 - Cluk Si chiude una porta.. si apre un portone |
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#7 | |
Bannato
Iscritto dal: Dec 2004
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chi è il tuo prestigiatore preferito? |
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#8 |
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2004
Città: Belo Horizonte
Messaggi: 522
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Bene , non lo avevo visto.
Mi dimostrate che Dio non esiste per favore, magari mi convincete. |
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#9 |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2005
Città: Palermo
Messaggi: 2579
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anche se cristiano spero di portare un contributo alla discussione.
Mi pare difficile smontare, come nel libro da te proposto, qualcosa che non esiste. La fede è fede, è come pensare di vedere i batteri che ci circondano guardandoli con gli occhi. Ovviamente il paragone è "leggero" perchè noi oggi sappiamo che esistono e possono essere visti grazie al microscopio. Con il dilemma Dio è più complicato, esiste o non esiste ? e' vero o non è vero ? Se vuoi smontare qualcosa, parti già dall'assunto che sia verosimile e tu sei nella (svantagiata) condizione che nn esiste. Ma se Dio non esiste, non vi è nemmeno l'esigenza di creare delle controprove, sono gli altri prima a doversi assumere l'onere della prova, che oggettivamente nn potrà mai essere prodotta. ![]() allo stesso modo io non devo portare delle controprove per dimostrare al mondo che non esistono gli asini volanti, mi prenderebbero per pazzo prima ancora che argomentassi. Credo il concetto sia chiaro
__________________
Utente gran figlio di Jobs ed in via di ubuntizzazione Lippi, perchè non hai convocato loro ? |
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#10 | |
Bannato
Iscritto dal: Dec 2004
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![]() loro dicono dio è un essere necessario alla realtà contingente. io dico dio è contingente alla realtà necessaria.ti piace il giochetto di prestigio? l'ho imparato a rovescio da quei burloni dei teologi. |
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#11 | |
Bannato
Iscritto dal: Aug 2001
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#12 | |
Bannato
Iscritto dal: Nov 2004
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Sei tu quello che va in giro a dire "credici esiste" quindi sei tu che devi dimostrare a noi,NON IL CONTRARIO. E' come se andassi in giro a dire "o raga sapete che esistono i draghi nei boschi" e se qualcuno mi dicesse "ma dai dimostralo" gli risponderei "dimostrami tu che non esistono"....se a te sembra un discorso logico e sensato....avresti sicuramente bisgono d'aiuto ![]() |
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#13 | |
Senior Member
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Prove tangibili per favore , non è quello che avete sempre chiesto? E poi chi sarebbero questi teologi? |
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#14 | |
Bannato
Iscritto dal: Dec 2004
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#15 | |
Bannato
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#16 | |
Bannato
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#17 | |
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#18 | |
Bannato
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via umts... ![]() |
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#19 | |
Bannato
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#20 | |
Bannato
Iscritto dal: Aug 2001
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![]() Adesso arrivano quelli dell'Inquisizione e mi mettono al rogo.....beh in effetti oggi è S.Lorenzo.....messo sulla graticola ![]() |
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