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[NEWS] La truffa nigeriana colpisce ancora: 4 arresti a Roma
04.12.2007
![]() Nonostante gli anni la truffa 419 o truffa nigeriana continua a mietere "polli". L’ultimo a Roma, in gradi di sborsare 8.500 euro prima di rendersi conto di essere stato raggirato. Ecco l’ennesima storia di stupidità digitale: Quattro cittadini africani tra i 18 e i 41 anni sono stati arrestati ieri mattina dai carabinieri della compagnia Roma Centro perché responsabili di una truffa on-line. I quattro, probabilmente con la collaborazione di altre persone ancora da identificare, nel settembre scorso avevano inviato una e-mail a un napoletano, residente a Roma, in cui si diceva che una giovane rifugiata politica in Costa D’Avorio aveva ereditato dal padre la somma di 2.500.000 dollari e che, per poter riscuotere in sicurezza il patrimonio, doveva trasferire il proprio denaro nel nostro Paese. Al destinatario della mail chiedeva, per questa delicata operazione, di versare in suo favore - in più operazioni e mediante bollettini - 8.500 euro. La somma sarebbe servita per liquidare l’agenzia di sicurezza, dove il denaro si trovava custodito, trasportarlo in Italia e sostenere le necessarie spese di dogana. Tutto con la promessa in cambio del dieci per cento dell’intera eredità, ovvero 250mila dollari. L’ignaro napoletano ha effettuato tutti i pagamenti richiesti fin quando gli sono arrivate una nuova e-mail e numerose telefonate che avvisavano che il pacco con il denaro era stato bloccato alla dogana parigina e che, per il suo riscatto, bisognava pagare altri seimila euro. A conferma di ciò, aveva anche ricevuto via e-mail documenti che confermavano la presenza del pacco alla dogana parigina e fotocopie di passaporti della rifugiata politica e dei due corrieri incaricati del trasporto. Scoperto il raggiro e fatta la denuncia ai carabinieri, i militari hanno atteso l’arrivo dei quattro corrieri giunti nella capitale dalla Francia per farsi consegnare dalla vittima i seimila euro richiestigli. Sequestrati una cinquantina di assegni bancari di agenzie estere, alcuni in bianco, telefoni cellulari, passaporti e documentazione cartacea attestante l’esecuzione di diverse operazioni bancarie. [tratta da ilGiornale.it] Fonte: Anti-Phishing Italia
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