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#81 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2002
Città: Firenze, Perugia, Formia(LT)
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#82 |
Member
Iscritto dal: Dec 2005
Messaggi: 113
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si ma non ci vuole molto a capire che possiamo darci tutti da fare per migliorare la situazione attuale.Contenere la produzione di rifiuti,diminuire l'inquinamento,smettere di abbattere alberi ecc..Che le stagioni rispetto a 50 anni fa siano cambiate è una evidenza sotto gli occhi di tutti,basta chiedere ai nostri genitori.E' comodo pensare che non siamo noi la causa così non si fa niente per cambiare....Tutti nel nostro piccolo possiamo fare qualcosa per contenere gli sprechi anche solo spegnere una luce accesa inutilmente...L'importante è volere che le cose migliorino...
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#83 | |
Bannato
Iscritto dal: Jan 2005
Messaggi: 342
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documentario interessante, ma l'ho guardato (non tutto devo dire) con una certa diffidenza. Insomma.. a questo punto a chi dovrei credere? In generale ho sospettato che si trattasse dell'ennesimo documentario neocon prodotto col placet delle amministrazioni Bush-Blair per screditare teorie affermate sul degrado climatico... cmq il discorso nel complesso teneva ed è stato sicuramente interessante. Di sicuro estremizzarsi non mi sembra il caso.. ovvero a) Non credo si stia tendendo alla catastrofe climatica in stile day after tomorrow b) Non credo ci siano i margini per poter dire che è tutto apposto e possiamo continuare a pompare CO2 Interessantissimi i dati sul riscaldamento negli ultimi 1000 anni, tra mini glaciazioni e periodi subtropicali, mi piacerebbe verificare tali dati però |
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#84 | |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Città: Vila Del Mar
Messaggi: 541
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Basta solo avere accortezza nell'usare l'energia e seguire un pò di consigli, che la Co2 sia causa di mutamenti climatici o meno non pensate che valga la pena di seguirli COMUNQUE tali consigli? (visto che nel 90% dei casi danno anche un risparmio a lungo termine)
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ORGOGLIO FERRARI - 1999 | 2000 | 2001 | 2002 | 2003 | 2004 | 2007 | 2008 (e senza bisogno di truffe) |
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#85 |
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2003
Città: Taranto - Bari
Messaggi: 1046
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Ricordo bene i 47° all'ombra di una mattina a Bari di qualche settimana fa....giuro di non aver mai provato tanto DISAGIO a stare all'aria aperta, il calore mi ha fatto realmente pentire di essere uscito, quando si alzava un pò di vento sembrava di avere il phon puntato in faccia....ma questa naturalmente può essere un caso, una "anomalia" come se ne registrano di frequente..
fatto sta che come ho già letto i danni causati da eventi climatici estremi sta lievitando, e questo si spiega con la maggiore energia presente in atmosfera (dovuta alle temperature più alte). Quello che di solito cerco di raccomandare a quelli con cui mi capita di parlare di questo è una sana pratica di risparmi energetico...potremmo tranquillamente tagliare i consumi della metà senza costruire alcuna centrale, ma razionalizzando l'energia utilizzata nelle case, nell'industria, nella mobilità, negli usi comuni. Questa è la prima fonte di energia rinnovabile: quella risparmiata. Lasciando stare poi il nucleare (dove tra l'altro i prezzi dell'uranio stanno raggiungendo traguardi storici http://petrolio.blogosfere.it/2006/0...li-nuclea.html, oppure sul sito della Cameco, il maggior estrattore qui), dovremmo concentrarci seriamente sulle fonti rinnovabili (eolico, eolico di alta quota (meno distruttivo paesaggisticamente), geotermico, solare). Documentari come il celebre "Un unconvenient Thruth" hanno il pregio di non essere creati da manipoli complottisti, ma si basano su dati oggettivi, altrimenti sarebbero letteralmente stati distrutti dalle richieste di risarcimento danni delle compagnie petrolifere, automobilistiche e affini....non ho sentito di documentari altrettanto autorevoli che affermassero la tesi opposta.. Confesso però: sono un picchista convinto, anche se questo non è direttamente legato alla crisi climatica
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A Te, Manu...rimarrai sempre nei nostri cuori! Riposa in pace...
Le mie foto su Flickr -FRANCESCOGIUSTO.COM |
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#86 |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2004
Città: vigevano
Messaggi: 1164
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il riscaldamento c'è e si vede, anche Bush lo ha ammesso.
per quanto riguarda le cause, non è vero che la comunità scientifica internazionale è in disaccordo, quelli che sostengono che il riscaldamento non è causato dall'uomo sono ormai una piccolissima minoranza. |
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#87 | |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
Città: VR-PD
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#88 | |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2000
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Bufala un par di maroni, c'erano quasi 48 gradi da queste parti solo pochi giorni fa, e come già detto, siamo ancora a inizio luglio.
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#89 | |
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2003
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Mah,non so se frequenti ambienti scientifici,però fa comodo dire che sono pagati.Di certo sono poco pubblicizzati.Ho trovato anche questo articolo.
La censura del cambiamento climatico Postato : Gio, 2007-06-28 07:30 da HolySmoke L'accusa viene ripetuta: i climatologi e gli ambientalisti stanno cercando di "chiudere il dibattito". Coloro che smentiscono il riscaldamento globale indotto dall'uomo, si dice, vengono censurati I rapporti dell’illustre équipe mondiale dei climatologi si trovano sottoposti a un bizzarro processo. Per mesi gli scienziati che collaborano con l’Intergovernmental Panel on Climate Change (Comitato intergovernativo sul mutamento climatico – IPCC) hanno discusso animatamente su quanto scoperto. Nulla viene pubblicato senza consenso. I rapporti diffusi dal comitato sono moderati, cauti. E sono attendibili tanto quanto lo sono i documenti scientifici in generale. In generale, non appena gli scienziati pubblicano, i politici fanno irruzione e cercano di estirpare tutto ciò che pensano possa minacciare i propri interessi. Gli scienziati non demordono, ma alla fine si vedono costretti a dover cedere. Ad esempio, l’ultimo rapporto IPCC, diffuso venerdì scorso, è stato censurato in base all’avvertimento secondo cui “a causa del cambiamento climatico, ci si aspetta che l’America del Nord subisca gravi danni economici a livello locale, nonché considerevoli sconvolgimenti sociali, culturali e negli ecosistemi”. Ciò smentisce la nota storiella della stampa di destra britannica, ossia che l’IPCC, d’accordo con i governi, starebbe cospirando per drammatizzare la scienza. Nessuno spiega perché i governi dovrebbero cercare di enfatizzare i propri fallimenti. Nell’eccentrico mondo dei cospiratori climatici, non servono tante parole. L’ente scientifico più conservatore del mondo è stato in qualche modo trasformato in una cospirazione di deliranti demagoghi. Questo è solo un aspetto della storia. Sul Sunday Telegraph e su Daily Mail, in editoriali di gente come Dominic Lawson, Tom Utley e Janet Daley, l’accusa viene ripetuta, ovvero: i climatologi e gli ambientalisti stanno cercando di “chiudere il dibattito”. Coloro che smentiscono il riscaldamento globale indotto dall’uomo, dicono, vengono censurati. Quello che manca sono gli esempi a supporto. L’unica cosa che costoro sono riusciti a presentare sono state due lettere inviate – dalla Royal Society e dai senatori statunitensi Jay Rockefeller e Olympia Snowe – alla ExxonMobil, con la richiesta di tagliare i fondi ai lobbisti che falsano intenzionalmente gli studi sul clima. Questi giornalisti non hanno saputo farsi valere. Hanno semplicemente esortato la Exxon a modificare le proprie procedure. Se colui che esorta è un censore, le pagine di commento dei giornali dovrebbero essere chiuse in nome della libertà di parola. In una recente intervista, Martin Durkin, autore del documentario per Channel 4 “The Great Global Warming Swindle” (La grande bufala del riscaldamento globale), ha dichiarato di essere stato vittima di una “censura invisibile”. Durkin sembra dimenticare di aver avuto a disposizione 90 minuti di spazio televisivo in prima serata per illustrare la propria teoria – quella secondo cui il cambiamento climatico sarebbe il frutto di una cospirazione ambientalista. A cosa ha portato questa censura? L’Independent Television Commission aveva lamentato il fatto che in uno dei programmi di Durkin “i punti di vista dei quattro querelanti, come chiarito all’intervistatore, erano stati distorti da una ‘costruzione del servizio selettiva’”, e gli intervistati erano stati “fuorviati riguardo i contenuti e lo scopo dei programmi al momento di accettare di partecipare”. A quanto pare, questo episodio fa di Durkin un martire. Se volete sapere di che pasta è fatta la vera censura, lasciate che vi illustri cosa sta succedendo dall’altra parte dell’oceano. Gli scienziati che dimostrano che il cambiamento climatico è realmente in corso sono stati ripetutamente minacciati e messi a tacere, e le loro scoperte riviste o declassificate. In un sondaggio condotto dalla Union of Concerned Scientists, su 279 ricercatori climatologi che lavorano presso agenzie federali negli Usa, il 58% ha dichiarato di aver dovuto sottostare ad almeno una delle seguenti costrizioni: 1. Pressioni esercitate per eliminare dai propri studi le espressioni “cambiamento climatico”, “riscaldamento globale” o altri termini simili; 2. Revisione dei rapporti scientifici, da parte dei quadri superiori, che “hanno modificato il senso delle scoperte scientifiche”; 3. Dichiarazioni da parte di ufficiali delle agenzie che hanno travisato le scoperte; 4. Insoliti ritardi nella pubblicazione (o pubblicazioni mai avvenute) di materiale online, rapporti, o altri documenti scientifici relativi a studi sul clima; 5. Nuovi o insoliti requisiti amministrativi vincolanti; 6. Pressioni per modificare le scoperte scientifiche. La UCS ha riportato 435 episodi di interferenza politica negli ultimi cinque anni. Nel 2003, la Casa Bianca ha annullato la sezione sul cambiamento climatico di un rapporto curato dall’Environmental Protection Agency, cancellando riferimenti a studi che mostrano come il riscaldamento globale sia causato dall’azione. Inoltre è stato anche aggiunto un riferimento a uno studio, in parte finanziato dall’American Petroleum Institute (Istituto Americano per il Petrolio – API), che suggeriva che le temperature non sono in aumento. Alla fine, l’EPA ha deciso di omettere l’intera sezione del rapporto. Dopo che, nel 2004, Thomas Knutson della National Oceanographic and Atmospheric Administration – NOAA pubblicò uno studio che legava le emissioni crescenti a cicloni tropicali di maggiore entità, i suoi superiori gli impedirono di parlare ai media. Knutson accettò parlarne in TV sulla rete MSNBC, ma un responsabile della NOAA contattò l’emittente e disse loro che Knutson era “troppo stanco” per rilasciare l’intervista. Questa la spiegazione fornita a Knutson: la “Casa Bianca ha detto no”. Tutti le domande vennero girate per giunta a uno scienziato che sosteneva non ci fosse alcun legame tra riscaldamento globale e uragani. Lo scorso anno, il maggiore climatologo della Nasa, James Hansen, aveva rivelato che i suoi superiori stavano cercando di censurare i suoi lavori, conferenze, studi e messaggi postati in rete. Ufficiali di pubbliche relazioni della Nasa lo minacciarono di “conseguenze disastrose” se avesse continuato a incoraggiare rapide riduzioni delle emissioni di gas a effetto serra. Il mese scorso, la filiale dell’Alaska dell’U.S. Fish and Wildlife Service (Ente Usa per la Pesca, la Flora e la Fauna allo stato naturale) ha fatto sapere ai propri scienziati in viaggio verso l’Artico di informarsi bene riguardo “la posizione dell’Amministrazione sul cambiamento climatico, gli orsi polari e la banchisa polare, e di evitare comunque di commentare su questi aspetti”. Durante le udienze del Congresso di qualche settimana tre fa, Philip Cooney, ex assistente della Casa Bianca ed ex dipendente dello stesso American Petroleum Institute, ha ammesso di aver apportato centinaia di modifiche a rapporti governativi sul cambiamento climatico per conto dell’amministrazione Bush – cancellando prove che dimostravano che i ghiacciai si stanno ritirando e aggiungendo elementi atti a mettere in dubbio la certezza scientifica del riscaldamento globale. In Gran Bretagna le cose non vanno meglio. Il sottoscritto e il quotidiano The Guardian hanno ricevuto diverse lettere dallo “scettico del clima” Viscount Monckton, con la minaccia di procedere per via legale per diffamazione dopo che personalmente avevo osteggiato le sue dichiarazioni. In un paio di occasioni, Monckton ha chiesto di rimuovere dal web alcuni articoli. Monckton è lo stesso che ha scritto ai Senatori Rockefeller e Snowe, dichiarando che la loro lettera alla ExxonMobil offende il “diritto di libertà di parola” della multinazionale. Dopo la messa in onda del film di Martin Durkin, uno degli scienziati protagonisti del documentario, il Professor Carl Wunsch, si è lamentato del fatto che i propri punti di vista sul cambiamento climatico erano stati distorti. Wunsch ha detto di aver ricevuto una lettera dalla compagnia di produzione di Durkin, la Wag TV, con minacce di azioni legali per diffamazione a meno che non avesse accettato di smentire pubblicamente le dichiarazioni avanzate. È così scortese far notare che quando personaggi del genere si lamentano di iniziative di censura si entra nel paradossale? George Monbiot (The Guardian) Quote:
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#90 | |
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#91 |
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#92 | |
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#93 | |
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![]() Ci sono delle lobby molto potenti e danarose ( petrolio , case automobilistiche , governi ) che hanno tutto l' interesse a minimizzare e occultare il riscaldamento globale . Sul "poco pubblicizzati" avrei qualcosa da ridire , se l' unica trasmissione che dedica Canale5 al clima viene riservata a cercare di dimostrare che non esiste una correlazione tra CO2 e attività umana , posizione assai minoritaria tra gli scienziati , evidentemente così ghettizzati non sono , pur rappresentando una minoranza hanno più visibilità della maggioranza , evidentemente qualcuno paga bene per spingere certe tesi .
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#94 |
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![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() Invece no...con grande dispiacere della pulsione di morte che alberga in tutti noi (quella che Freud chiamava Thanatos, cioè l'istinto di morte) Se avverra' avverra' per il collasso delle risorse del pianeta, non per il riscladamento globale. (e poi comunque è difficile non credere che qualche uomo non sia in grado di adattarsi e sopravvivere) La verita' "che non viene detta" non è la "verita'" sostenuta da AL GORE e soci, quella è una mezza verita', e forse nemmeno quella che ci viene proposta dall' ottimo documentario (seppur velatamente condito da una buona dose di complottismo/politicismo aimhe' ![]() Questa "storia" per me non suona affatto come nuova, eppure il metodo scientifico dovrebbe aver imparato ad essere il piu' agnostico e scettico possibile...ma forse lui lo è ancora, mentre invece non lo è il mondo delle emozioni che ci permettono di credere ad una versione piuttosto che ad un'altra. Forse come reazione ad un senso di insicurezza generale, forse per un senso di colpa iintroiettato in noi dalla societa' contemporanea, siamo indubbiamente vogliosi di essere al centro dell'attenzione e forse a volte ci sopravvalutiamo. La verita' è che siamo delle caccole (pur essendo l'unica specie in grado con l'agricoltura di sfruttare le risorse del pianeta) e le modificazioni che sono avvenute nelle passate ere ne sono la prova inconfutabile... Durante tutte le altre ere geologiche i cambiamenti climatici ci sono stati eccome...una glaciazione di 1000 anni sarebbe perfettamente normale per la terra...ugualmente un periodo di qualche milione di anni di caldo tropicale... ![]() ![]() non tutti i cambiamenti climatici sono stati causa dell'uomo...e pure è altrettanto innegabile che in questo periodo la tendenza sia al riscaldamento... Il problema è appunto attribuire le colpe, ed è qui che salta fuori l'inghippo...il buon senso umano dovrebbe alla luce dei fatti passati (visto che il futuro rimane inconoscibile) fare una analisi davvero piu' critica sulle reali capacita' di predizione dei modelli climatici... Io dico, benvengano i protocolli di Kyoto a regolare l'inquinamento ecc...ma quando ci interroghiamo sulle cause è bene non fare di un erba un fascio Vi propongo un'altro articolo (seppur di qualche anno fa) per farvi riflettere: RENATO ANGELO RICCI (Professore ordinario di Fisica generale nell'Università di Padova) CAMBIAMENTI CLIMATICI: UNA SFIDA PER LA SCIENZA Di cambiamenti climatici e di effetto serra sono piene le cronache. Il modo con cui se ne parla o si diffondono messaggi più o meno allarmanti dal circuito mass-mediatico è sotto gli occhi o alle orecchie di tutti. Il leit-motiv è il solito: la temperatura del pianeta sale - avremo inondazioni ed effetti catastrofici e tutto questo è naturalmente colpa dell'uomo. È, per dirla più specificatamente, l'effetto serra di origine antropica la causa -necessaria e sufficiente- di questa futura apocalisse. Di qui mobilitazione globale contro le emissioni di gas serra, che si configura sulla carta del Protocollo di Kyoto. Tuttavia, in relazione a ciò che la scienza oggi può fornire come dati informativi e strumenti di valutazione, qualche barlume di maggiore cautela per non dire di scetticismo si sta facendo strada. Esso fa seguito a motivi di prudenza nelle conclusioni corredate da studi più approfonditi e sperimentalmente più affidabili. Una recentissima indagine effettuata da un gruppo di ricercatori della Harward University, basata su dati climatologici storici, mostra -e direi che conferma analisi precedenti- che le temperature di oggi non sono quelle più alte del passato millennio ed inoltre -e questa è semmai la novità- non stanno nemmeno determinando le situazioni climatiche più estreme di cui oggi si parla. I risultati sono in corso di pubblicazione sulla Rivista "Energy and Environment" e sono stati riportati dal "The Telepgraph" e dal "Corriere della Sera" (7 aprile, articolo di Franco Foresta Martin). Essi indicano che dal IX al XIV secolo si è avuto un lungo "periodo caldo" con temperature globali più alte di quelle attuali. L'indagine copre più di 200 dati a livello internazioale relativi alle temperature medioevali ricavate da sedimenti estratti col metodo del carottaggio, dagli anelli di accrescimento degli alberi secolari e da antiche testimonianze scritte. Rilevante è il fatto che in tale epoca l'aumento di temperatura, rispetto al periodo precedente, non fu di soli 0,5°, e cioé leggermente inferiore a quello registrato nei nostri giorni ma, almeno, il doppio. Va precisato che è sulla base di variazioni di questo tipo che vengono preconizzate le catastrofi ambientali nel corso di questo secolo. Trattasi della cosiddetta "ondata di caldo" del lungo periodo medioevale (22-23°) con tanto di effetto serra che seguí un periodo di "freddo"relativo (~21°), con un clima abbastanza simile all'attuale (300-750 anni d.C.) e precedette la piccola glaciazione della nostra era (1600-1800), con una temperatura piú bassa di 2-3° rispetto all'attuale. È qui che inizia il nuovo riscaldamento in corso e, verosimilmente, il prossimo effetto serra. L'analisi di centinaia di dati storici e ambientali del resto trova riscontro in risultati analoghi ottenuti anche da gruppi di ricerca italiani, per esempio quello diretto da Franco Ortolani, al Dipartimento di Geologia dell'Università di Napoli. Questi sono basati su evidenze geologiche tratte dagli archivi naturali costituiti dai sedimenti accumulatisi nel periodo storico in differenti condizioni ambientali e climatiche dell'area circummediterranea. Essi consentono la ricostruzione quantitativa della storia climatico-ambientale delle ultime migliaia di anni e la individuazione delle parti della superficie terrestre piú facilmente modificabili in quanto piú sensibili alle variazioni climatiche. In questo senso può essere ricostruita anche la curva della piovosità ovviamente correlata con quella della temperatura (periodi piú caldi corrispondono a maggiori siccità). È del resto storicamente noto che nei cinque secoli medioevali, tra l'800 e il 1300, la civiltà umana si sviluppò enormemente: in Inghilterra si coltivava la vite e la Groenlandia era in parte libera dai ghiacci ("terra verde"). La piccola "era glaciale" che seguí andò avanti fino al 1850. Al suo culmine (1700/1750) si poteva pattinare sulle superfici ghiacciate dei grandi fiumi europei e perfino in alcuni tratti della laguna di Venezia. L'andamento attuale si configura pertanto come un fenomeno atteso sulla base della "ciclicità" del clima terrestre. L'effetto serra (tasso di gas riflettenti la radiazione solare proveniente dal pianeta, in particolare il biossido di Carbonio CO2), ne può essere un elemento caratterizzante, anche se tuttora la correlazione in termini di causa-effetto è difficile da provare. Va anche ricordato che studi ben fondati sulla variabilità dei raggi cosmici mostrano una forte correlazione tra la temperatura media terrestre e la durata dei cicli di attività solare negli ultimi 120 anni. Tanto da non far escludere l'ipotesi che una delle determinanti dei mutamenti di temperatura , forse la piú importante, sia proprio il cambiamento di flusso solare, e che i cambiamenti della concentrazione di CO2 siano, almeno in parte, una conseguenza, e non la causa, della variazione termica (ne riferisce in particolare Ferdinando Amman al Convegno su Energia e Ambiente dell'Accademia dei Lincei nel 2000). Un'ulteriore obiezione alla teoria del riscaldamento globale, in questo caso accelerato, dovuto a cause antropogeniche, è venuta da uno studio francese (Edouard Bard del Collège de France) riportato dalla Rivista "La Recherche" , nel quale viene messo in evidenza, tra l'altro, che le emissioni di CO2 sono per il 95% naturali e che, nonostante la percentuale di aumento delle stesse nel corso del XX secolo sia del 32%, il contributo antropogenico non sarebbe quindi superiore ad un ventesimo. Si evidenzia inoltre che l'effetto serra non è un fenomeno nuovo nella storia della terra poiché esso esiste da quando esiste l'atmosfera, con effetti anche positivi (a parte quello essenziale di permettere la vita sulla terra). Durante l'Archeano (periodo geologico da 4,5 a 2,5 miliardi di anni fa) l'effetto serra compensava un flusso debole di radiazione solare. Tali indicazioni vanno ovviamente confrontate con quelle contenute nelle versioni ufficiali degli organismi internazionali. Esse provengono da 3 fonti ben definite: il Terzo Rapporto di Valutazione (TAR: Third Assessment Report) del Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), che è un organismo della Nazioni Unite, il Rapporto del 2001 della National Academy of Science (NAS) statunitense e il Rapporto Climate Science and Policy: making the connection dell'European Science and Environment Forum (ESEF), che contiene un'analisi critica dei primi due. I rapporti dell'IPCC contengono molte conclusioni, in particolare l'attribuzione in buona parte alle attività umane del riscaldamento globale osservato negli ultimi 50 anni e la previsione di un ulteriore significativo riscaldamento nel corso del secolo. Ogni altra conclusione (innalzamento del livello dei mari, impatto sui sistemi naturali e umani) in conseguenza delle prime due è purtroppo disseminata in ordine sparso da molti organi di informazione che hanno costituito oggetto di dibattito, senza l'accortezza di mantenere distinzione tra fatti e congetture. Bisogna anche tenere presente che l'IPCC non è un organo puramente scientifico, come spesso viene presentato. Ne fanno parte esperti di climatologia ma anche economisti, sociologi, rappresentanti governativi, il che rende la stesura dei rapporti una sorta di compromesso tra l'analisi critica delle risultanze scientifiche e la negoziazione politica. In effetti, il lavoro dell'IPCC è governato da criteri basati sugli accordi di Vienna del 1998 del tipo "nel prendere decisioni, nella stesura e approvazione dei propri rapporti, l'IPCC e i suoi gruppi di lavoro adotteranno ogni sforzo per raggiungere consenso". Ma una scienza basata sul consenso ad ogni costo piú che ridurre le incertezze dà solo l'illusione di una certezza. Il Rapporto NAS nacque per meglio comprendere le aree di maggiore certezza o maggiore incertezza e le eventuali differenze tra i rapporti originali dei gruppi di lavoro dell'IPCC e i rapporti riassuntivi destinati a responsabili politici. Ne è emersa la preoccupazione che "senza la comprensione delle fonti e dell'entità di ben definite incertezze, i responsabili politici potrebbero fallire nelle decisioni necessarie per affrontare il problema del riscaldamento globale". Gli studi sopra citati segnano una svolta nella scienza del clima, non solo per quanto riguarda la disponibilità di metodologie che permettano il confronto dei risultati delle simulazioni dei vari modelli, ma anche perchè contengono informazioni di fondamentale importanza per un piú corretto processo informativo. Sarebbe quindi opportuno, sia pure provvedendo a misure di attenuazione dei gas serra di origine antropica, non limitarsi a considerare il solo contributo umano la causa prinicipale del "riscaldamento globale". Tale contributo, cosí come le misure previste dal Protocollo di Kyoto, può rivelarsi minimo se non irrilevante. Se la temperatura media del pianeta è comunque destinata a crescere, lo studio delle cause naturali diventa importante al fine di prevedere misure efficaci per affrontare eventuali effetti negativi (ve ne sono anche di positivi) del cambiamento climatico prossimo venturo. (27 aprile 2003) Fino a qualche anno fa non mi sarei mai sognato di mettere in dubbio la teoria dell'effetto serra poiche' è una teoria assolutamente di buon senso e sostenuta da grandi scienziati, eppure oggi lo faccio, perche' forse ho sviluppato un senso critico maggiore e non posso far finta di non vedere dei dati (inconfutabili, perche' è questa la realta') dei cambiamenti climatici del passato... Delle implicazioni politiche francamente me ne infischio... Ultima modifica di Kharonte85 : 09-07-2007 alle 17:33. |
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#95 |
Senior Member
Iscritto dal: May 2006
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ma destinata a crescere dove ? quando ? che quì invece dei solito 30 gradi siamo intorno ai 15
![]() Se in Italia fa caldo è solo grazie alle Alpi dove praticamente si spezza il tempo. Al loro nord freddo, al loro sud caldo. E non si mescola. Succede, non so per quale motivo ma succede. E chissene frega, ci aggiungerei. Mi spiace per i miei copaesani baresi che soffrono il caldo, ma ciccia ![]()
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#96 |
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2003
Città: Pordenone - Tarvisio
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Ma si..il clima è sempre lo stesso..serve solo per far vendere + climatizzatori!
Intanto qua da me ha appena grandinato per 5 minuti e adesso c'è di nuovo il sole, ho raccolto 3 chicchi di grandine, 1 di 5 centimetri di diametro e gli di 6..ed erano tutti più o meno cosi. Mia nonna che vive qui da 80 anni mi dice di non aver mai visti chicchi cosi grossi. Ma il clima è sempre lo stesso ![]()
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#97 |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2005
Città: Stella di serramazzoni
Messaggi: 410
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Vi consiglio di dare una sbirciatina al forum meteonetwork.
colà c'è gente che ne sa abbastanza e il problema è noto e inquadrato. personalmente credo che l'attività umana sulla terra influenza in modo assolutamente irrisorio il clima globale. Da sempre vi sono variazioni del clima, in passato anche molto più pronunciate di ora e nessuno lo ha strombazzato come oggi. |
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#98 |
Senior Member
Iscritto dal: May 2006
Città: Wursteland
Messaggi: 1749
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ma se poi cambia il clima, dov'è il problema ? ci si adatta e bon. Al massino ci estinguiamo
![]() Cioè, i neri mica son neri perchè son sporchi. E gli eschimesi han gli occhi semichiusi per una paralisi facciale ? Cambieremo, ciccia. Ciò non toglie che sia giusto un rispetto per l'ambiente ![]()
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#99 | |
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chissà le auto com'erano distrutte. ma mi dispiace. una grandinata di 5 minuti è perfetrtaemnte normale in estate. Sarebbe stata eccezionale se fosse durata 2 ore, come in provincia di bologna negli anni 90. Se viene una grandinata in estate è colpa del riscaldamento globale ? si è estremizzato il clima ? NO ! viviamo una fase di riscaldamento, senza dubbio, in questo contesto i contrasti con le perturbazioni comportano fenomeni più violenti. tutto qui. La causa del riscaldamento, se si guardano i grafici "centenari" delle variazioni riportano una oscillazione periodica, di cui il minimo negli anni 60 (infatti nevicava molto di più) e un massimo ancora da raggiungere forse. Non si giudica un clima normale o non normale da un semplice fenomeno neppure raro per giunta. PS: ricordate l'heineken jammin festival ? tutti a strombazzare "tromba d'aria".. colà vi fu un normalissimo temporale con raffiche di forte intensità ma perfettamente lineari. Nessuno ha visto il cono eppure tutti d'accordo come le pecore: "tromba d'aria" |
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#100 | |
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tutte le perturbazioni atlantiche son bloccate. possono entrare dal rodano o da est (burian). Se le alpi non ci fossero avremmo tornado frequentissimi, come in USA. Un clima moolto più estremo. |
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