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[Telecom] Lo scandalo delle intercettazioni abusive
Io sono basito, 500 persone che lavoravano in una struttura dedita alle intercettazioni telefoniche su larga scala, per attività di insider trading, rivendita di informazioni, il tutto nella società di telefonia al centro di ogni attenzione.
Ma come cazzo è stato possibile tenere in piedi questa Echelon in miniatura? E, soprattutto, come è stato scoperto? http://www.repubblica.it/2006/08/sez...-mastella.html CRONACA Invia Stampa Dopo lo scandalo Telecom il Guardasigilli chiede più vigilanza Il ministro dell'Interno, preferisce attendere: "Finora casi isolati" Intercettazioni abusive Mastella manda gli ispettori <B>Intercettazioni abusive<br>Mastella manda gli ispettori</B> Clemente Mastella ROMA - Mastella manda gli ispettori a Milano per capire se "uffici del ministero della Giustizia siano stati coinvolti nelle intecettazioni illecite". Gli ispettori di largo Arenula dovranno prestare "particolare attenzione" al rispetto rigoroso della legge da parte dei magistrati nell'uso delle intercettazioni telefoniche e ambientali per ciò che riguarda la tutela dei dati riservati". Vuole capire, il ministro della Giustizia, se "strutture dell'amministrazione della giustizia" sono coinvolte nello scandalo delle intercetazioni illegali Telecom. Il ministro non nasconde la gravità dello scandalo: "Costituisce un grave attentato alle libertà civili e democratiche non soltanto l'illegale intercettazione, ma anche l'abusiva, incontrollata e talvolta strumentale diffusione di dati sensibili acquisiti nel corso delle indagini". Amato: "Nessuna inchiesta interna".Nessuna inchiesta interna, invece, è stata ordinata dal Viminale sul coinvolgimento nello scandalo di alcuni poliziotti. Il ministro dell'interno Giuliano Amato ha detto che finora si tratta di "casi individuali" sui quali si attende "di sapere di più: di certo "non c'è né un ufficio infetto, né una vasta indagine da fare". Iniziati gli interrogatori. Intanto, nel Palazzo di giustizia milanese, il giudice ha iniziato gli interrogatori. Il primo ad essere ascoltato dal gip è stato Marcello Gualtieri, ex commercialista di Emanuele Cipriani, l'investigatore privato ritenuto la mente dell'organizzazione delle intercettazioni illegali, insieme a Giuliano Tavaroli, ex responsabile della sicurezza Telecom e all'investigatore Marco Bernardini. "Il mio assistito - ha spiegato l'avvocato Federico Cecconi, legale di Gualtieri - aveva un ruolo defilato senza nessuna conoscenza dei rapporti pregressi fra gli indagati". Cipriani dovrebbe invece essere ascoltato domani e sempre domani interrogatorio anche per Giuliano Tavaroli. Un giro d'affari di 20 milioni di euro. L'indagine vuole fare luce anche su eventuali complicità di cui potrebbero aver goduto i presunti 'spioni' ma anche legami coi servizi segreti. Un'opera imponente proseguita indisturbata almeno fino al 2004 e che avrebbe procurato agli organizzatori oltre 20 milioni di euro. (21 settembre 2006) http://www.repubblica.it/2006/08/sez...banchieri.html CRONACA Invia Stampa I verbali dei magistrati di Milano: da Geronzi a Benetton migliaia di ascolti illegali Patto di ferro con i Servizi segreti: in 344 pagine spaccato di un Paese sotto controllo Operai, politici e banchieri nella rete del grande spione di WALTER GALBIATI e CRISTINA ZAGARIA MILANO - Un grande orecchio, segreto, illegale potentissimo per anni ha spiato tutti, dall'operaio al vip della finanza, dal politico alla soubrette dello spettacolo. Un ristretto gruppo di potere, una organizzazione piramidale al cui vertice ci sono l'ex responsabile della Security Telecom, Giuliano Tavaroli, il titolare dell'agenzia d'investigazioni Polis d'Istinto, Emanuele Cipriani, e l'attuale manager Pirelli Pierguido Iezzi. Anche se al di sopra di loro, secondo gli investigatori, potrebbe esserci un mandante "eccellente". Per il giudice, Tavaroli, che pur ha "ampio potere di spesa e di decisione", e gli altri indagati non avrebbero compiuto indagini solo per interesse personale, ma anche per conto di una destinatario "posto al di sopra di Tavaroli". Del resto, aggiunge il giudice il sistema "aveva come presupposto fondamentale l'esistenza di una consistente, per non dire enorme disponibilità di denaro proveniente da Telecom e Pirelli", società ai danni delle quali gli indagati per anni hanno messo in atto "un elegante drenaggio di risorse economiche". Soldi che finivano in "indagini parallele", "fondi neri - secondo i magistrati Nicola Piacente, Fabio Napoleone e Stefano Civardi - destinati al pagamento di attività corruttive", e "opache collaborazioni". Così gli "spioni" grazie alla disponibilità di milioni di euro, intercettazioni telefoniche, pedinamenti, sistemi di videosorveglianza e software, per quasi dieci anni, dal 1997 a oggi hanno creato un immenso archivio segreto in cui schedavano i propri dipendenti, i possibili concorrenti e avversari, persone influenti da "tenere eventualmente in pugno". I DIPENDENTI SCHEDATI Nelle 344 pagine dell'ordinanza, firmata dal gip Paola Belsito, viene svelato un grande archivio segreto creato negli anni degli "infedeli": i manager della sicurezza Telecom e Pirelli. I primi ad essere spiati e controllati sono proprio i dipendenti delle due aziende. "Su espresso incarico della sicurezza Pirelli, sotto il nome di "Operazione Filtro" (costata 2.343.081 euro) nel 2000, nonché della sicurezza Telecom, sotto il nome di "Operazione Scanning" (409.471 euro) nel 2004, Emanuele Cipriani dava mandato a Fabio Bresciani (poliziotto a Firenze) di controllare al terminale Sdi delle forze dell'ordine i precedenti di polizia del personale che sarebbe stato assunto". C'era poi chi lavorava all'ufficio delle Entrate di Firenze che completava i dossier con "accessi abusivi al sistema dell'anagrafe tributaria" e chi spulciava gli archivi bancari. Il giudice usa toni duri, parla di violazione dello Statuto dei lavoratori e di "una vera e propria schedatura", operazioni che ricordano tristemente quella del lontano agosto 1971, scoperta a Torino e targata Fiat, che portò a una colossale attività di schedatura". TAVAROLI E TRONCHETTI L'uomo chiave dell'inchiesta è Giuliano Tavaroli 46 anni. L'ex- capo della security di Telecom "godeva di ampia autonomia" all'interno del settore security di Telecom e "non dettagliava le attività compiute tanto nel contenuto quanto nelle dimensioni, agiva con grande frequenza mediante operazioni fuori sistema, e non riferiva sostanzialmente a nessuno, se non al Presidente". Un uomo vicino a Telecom e considerato un esperto del settore, ascoltato dalla procura il 3 maggio 2005, dopo i sequestri effettuati a Telecom e Pirelli dai pm milanesi , spiega di "aver effettuato una verifica sul sistema di controllo interno nell'ambito di Security, ma di essersi in questo caso dovuto limitare ad una verifica "soft"... a causa della delicatezza della materia trattata da Tavaroli... una verifica soft, giacché Tavaroli deve riferire direttamente al Presidente". L'INTOCCABILE Tavaroli sembra essere un intoccabile, in grado di poter mantenere quel "potere non di modesta rilevanza che aveva sapientemente costruito negli anni". Risulta dagli atti "che per un certo periodo, anche dopo il suo allontanamento dalla dirigenza del settore Security, egli abbia mantenuto un ruolo attivo in Telecom, operando in particolare dalla Romania. La "scalata" di Tavaroli parte nel luglio del 2001 quando, in seguito al ritrovamento di una microspia fasulla nell'auto in uso all'allora amministratore delegato di Telecom, Enrico Bondi, furono costretti a lasciare i loro incarichi Vittoria Nola, fino a quel momento segretario generale di Telecom e Piero Gallina, che aveva già ricoperto il ruolo di responsabile della Security. Ciò comportò l'"azzeramento dei vertici della security di Telecom" e "un'organizzazione che vede concentrato nelle mani di Tavaroli un potere enorme" tra l'altro in relazione ad un "settore strategico quale quello dei rapporti con le autorità giudiziarie in materia di intercettazioni telefoniche". Un potere che porterà alla distruzione di tutta la "documentazione sugli incarichi conferiti a degli esterni". L'E-MAIL DELLA PRESIDENZA Una mail ricevuta direttamente dalla presidenza Telecom. Che mette in moto prima Tavaroli e poi la sua rete di 007. È Cipriani a parlarne nell'interrogatorio del 4 maggio: "Per quanto riguarda l'operazione Garden e l'operazione Little Country così come la pratica Maggia aperta da Polis, si riferiscono a una richiesta fattami da Tavaroli e relativa a una e-mail ricevuta dalla presidenza Telecom ed il cui contenuto appariva minaccioso o poco ortodosso". L'inchiesta è molto delicata. "Tavaroli - continua Cipriani - mi ha dato nominativi di persone fisiche o giuridiche da sviluppare e ricordo di aver fatto tutta una serie di accertamenti nel Principato di Monaco su persone che facevano parte di banche". Ma la richiesta non finisce qui. "Ricordo anche di una operazione fatta a Torino nell'estate del 2003 nel corso di un incontro che Tavaroli aveva organizzato presso un ristorante a Torino ed a cui dovevano partecipare le persone coinvolte nella vicenda". Solo per quest'ultima missione, Cipriani dice di ricevere la bellezza di 340mila sterline. IL TARIFFARIO DELLE SPIE Un prezziario. Come nelle migliori banche dati informatiche, anche la Polis d'Istinto aveva una tariffa per ogni informazione. A ricostruirlo è sempre Cipriani che nell'interrogatorio del 30 marzo, svela fonti e prezzi. Una sigla "Bct" significa voler saper tutto sui conti bancari di uno spiato. "Meroni forniva tali informazioni al prezzo circa di un milione di lire ad accertamento fino al 2003". Poi scatta l'adeguamento in euro. "Negli ultimi anni la cifra corrisposta era superiore ed ammontava, se non ricordo male, a 1.500 euro. Giorgio Serrelli, invece, ex appartenente alla Guardia di Finanza, forniva dati dell'anagrafe tributaria. Ogni interrogazione costava 20 euro. Un po' più costose erano i "precedenti di Polizia". Per 30 o 50 euro il dipendente della Polizia di Stato, Fabio Bresciani, forniva non solo precedenti, ma anche pernottamenti in alberghi e targhe di auto posseduto dagli indagati. La copertura dei precedenti penali era garantita da Giovanni Nuzzi, ex sottoufficiale dei Carabinieri, che si accontentava di 15-20 euro a ricerca. Molto più costosi, invece, i tabulati telefonici, per i quali servivano non meno di 250 euro fino a un massimo di 1.500 euro. Ovviamente questi erano i prezzi dei fornitori della Polis d'Istinto, sui quali Cipriani, da buon imprenditore, applicava i suoi ricarichi. GLI ARCHIVI SEGRETI Dati sensibili, numeri di telefono, segreti bancari e vite private venivano raccolti in dossier dai nomi in codice (Operazione Fiordaliso, Garden, pratica Z) e con sistemi di schedatura da 007 ("X" erano i controlli sul territorio; "H" quelli in Hotel...). Per ora sono stati esaminati solo una piccola parte di questi fascicoli, scrive il giudice: "la verifica si è limitata solo alle pratiche celesti, quelle prive di mandato e poi memorizzate nell'archivio Z, le più delicate". I SERVIZI Il grande orecchio nato all'interno di Telecom e Pirelli poteva contare su "un piccolo esercito - scrive il gip- di investigatori, pubblici dipendenti infedeli, che per denaro vendevano informazioni" . Ma soprattutto sia Tavaroli che Cipriani avrebbero potuto contare su un canale privilegiato con i servizi segreti. Nell'allegato 17 all'ordinanza, ci sono (in fotocopia) organigrammi riservati all'Autorità nazionale per la sicurezza, del ministero della Difesa, dell'Interno, dell'Economia, della presidenza del Consiglio dei Ministri, della camera, Dei Ros, del Cesis, del Sismi, del Sisde, dei Carabinieri". Tutti documenti trovati e sequestrai a casa di Tavaroli. Ma anche Cipriani aveva una fonte all'interno degli 007 italiani: secondo la procura di Milano era Marco Mancini, nome in codice "Tortellino" o "I nostri Mezzi". "Grazie ai "Nostri mezzi" - scrive il gip- Cipriani aveva a sua disposizione tutti i mezzi concretamente esistenti sul "mercato" per fornire, a coloro i quali facevano richiesta, qualsiasi tipo di informazione", grazie a "una vera e propria ragnatela, parallela se non addirittura contrapposta a quella legale " . I rapporti tra Telecom-Pirelli, investigatori privati e Sismi sono così stretti che il traffico telefonico è imparagonabile addirittura quello "tra due appassionati amanti" scrive il gip. Le informazioni richieste e scambiare secondo un test "riguardavano un eventuale contesto internazionale" e venivano riversate al cliente su un foglio a parte ("il foglio bianco"). Il capo centro Sismi di Milano, colonnello D'Ambrosio dice ai pm il 3 maggio scorso: " Su invito del mio direttore di Divisione, Augusto Pignero, mi sono incontrato con Tavaroli, al fine di instaurare buoni rapporti". Secondo il racconto del capo centro Sismi, un responsabile sicurezza di una grossa banca parlava di una "Banda Bassotti", composta proprio da Mancini, Tavaroli e Cirpiani. Tra il Sismi e Telecom e Pirelli c'era, secondo i magistrati, un continuo scambio di informazioni, ogni tanto venivano vendute dagli 007 delle "bufale", ma spesso "le investigazioni commissionate da Tavaroli a Cirpiani piuttosto che un immediato diretto interesse del gruppo Pirelli-Telecom, perseguivano verosimilmente l'obiettivo di far lavorare i privati su indagini di interesse dei Servizi, facendo ricadere il costo sul conto delle due società". GLI SPIATI Tra gli spiati ci sono l'ex patron di Parmalat, Calisto Tanzi, il presidente di Capitalia, Cesare Geronzi e l'ex presidente della Figc, Franco Carraro. Vittime della raccolta illegale di informazioni, anche il presidente dell'accordo parasociale di Capitalia ed ex parlamentare Vittorio Ripa di Meana. L'investigatore privato Marco Bernardini, che a un certo punto prende il posto Cipriani, ammette di aver preparato dei dossier anche su "esponenti della finanza particolarmente in vista come Gnutti, i De Benedetti, i Della Valle e i Benetton". Nei dossier anche uomini dello spettacolo, politici e calciatori . Si tratta "di documentazione che non doveva in alcun modo essere conservata" e che a partire da un certo momento ha cominciato addirittura ad essere bruciata. I SISTEMI DI SPIONAGGIO Per schedare, spiare, catalogare, incastrare le loro vittime, gli "spioni" avevano a disposizione (internamente a telecom) quattro sistemi: Radar, un sistema in grado di analizzare la storia, i contatti e la vita di qualsiasi numero di telefono, senza lasciare traccia; un sofisticato e "piratesco" sistema di videosorveglianza e di accessi abusivi contro i sistemi informatici altrui per controllare i dipendenti; Magistratura, un meccanismo che consentiva in relazione a certi numeri telefonici ritenuti di interesse, di sapere se fossero intercettati dalle procure d'Italia: Circe, un sistema che permette l'acquisizione illecita di tabulati, anche senza inserire il numero di decreto del pm. ADAMO BOVE Nell'ordinanza più volte torna il nome di Adamo Bove, il dirigente della Telecom, che si è ucciso il 21 luglio scorso lanciandosi da un ponte della Tangenziale di Napoli. In Telecom, attraverso sistemi segreti di raccolta di informazioni sui tabulati telefonici, Adamo Bove chiedeva ad una sua collaboratrice di compiere "accertamenti su arabi legati alla vicenda Abu Omar". Dati da fornire, secondo le dichiarazioni del suo successore alla guida della security di Telecom, Fabio Ghioni, e confermate dalla stessa collaboratrice del manager suicida, "a persone preannunciate da Bove e che accedevano al suo ufficio in tarda serata". Si tratta però di affermazioni, allo stato delle indagini, "che vanno verificate, anche perché non smentibili da uno dei protagonisti di queste vicende - scrive il giudice - Adamo Bove, recentemente tragicamente scomparso in circostanze ancora oggetto di indagine". LA VILLA DI CIPRIANI Coi compensi pagati dal gruppo Telecom, un flusso finanziario che gli consentiva di mettere in piedi spericolate operazioni finanziarie, Emanuele Cipriani si è comprato anche una villa da due milioni di euro. Un'operazione - si legge nell'ordinanza - "grazie a un meccanismo raffinato, ideato da Cipriani con il commercialista cosentino Marcello Gualtieri. "È proprio seguendo il percorso della provvista per l'acquisto della villa - si legge nella richiesta del pm - che si è arrivati alla scoperta di numerosi conti in svizzera e nel Regno Unito in disponibilità del Cipriani". Un vorticoso giro di denaro attraverso assegni circolari, bonifici, provviste costituite all'estero e transitate su conti correnti intestati a società con sede alle Bahamas e alle Isole vergini. "Le fonti di approvvigionamento del denaro - chiarisce l'ordinanza - sono i compensi pagati dal gruppo Telecom-Pirelli". (21 settembre 2006)
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http://www.repubblica.it/2006/08/sez...emocrazia.html
IL COMMENTO Attentato alla democrazia di EZIO MAURO All'ombra della più grande azienda italiana, la Telecom, è cresciuta per anni una centrale di spionaggio illegale che non ha precedenti nella storia del nostro Paese. Giuliano Tavaroli, l'ex capo della Security di Pirelli e Telecom arrestato ieri con altre 20 persone, aveva ai suoi ordini un esercito aziendale di 500 dipendenti, ma soprattutto era al centro di un network fuorilegge che secondo i magistrati formava "una vera e propria ragnatela parallela" in grado di usare "tutti i mezzi concretamente esistenti sul mercato" per raccogliere "qualsiasi tipo di informazione", violando "i principi costituzionali fondanti di questo Paese". Gli spiati sono soprattutto imprenditori e finanzieri (Benetton, De Benedetti, Della Valle, Geronzi, Tanzi), ma i file illegali sono più di centomila. Lo spionaggio avveniva attraverso la sicurezza Telecom, le agenzie d'investigazione privata di Emanuele Cipriani, longa manus di Tavaroli, le intercettazioni abusive, l'uso dei tabulati telefonici, l'abuso sulle intercettazioni legali della magistratura, che fino a qualche tempo fa avvenivano attraverso il "Centro nazionale autorità giudiziaria" controllato proprio da Tavaroli. In più, con la corruzione si compravano notizie riservate sulle banche dati del ministero degli Interni, dell'Economia, della Giustizia, "nonché informazioni e atti svolti da agenti e pubblici ufficiali dei servizi segreti italiani e stranieri". Una colossale banca privata - e ovviamente fuorilegge - di informazioni riservate e illegali, coltivata e nascosta nel cuore della modernità d'impresa, tra i telefonini e le fibre ottiche. Con un legame diretto con il Sismi non soltanto sul terreno operativo, ma anche nel vertice, visto che l'ordinanza del Gip parla di "rapporti pericolosi" con i servizi segreti e in particolare con l'ex numero due del Sismi Marco Mancini, fino all'istituzione di un canale segretissimo "per le informazioni più delicate e riservate", sul quale operava proprio Mancini, in connessione con Tavaroli e Cipriani: un terzetto che nell'ordinanza un teste chiave definisce "la banda Bassotti". Questa enorme massa di informazioni illegali e di dati riservati era commissionata "per la stragrande maggioranza" da uomini Telecom e Pirelli "e pagata con denaro di tali società". Non solo. L'attività di Tavaroli non era soggetta a controllo alcuno "se non a livello di vertici aziendali". Gli atti criminali avevano "come destinatario, come soggetto interessato" qualcuno "posto al di sopra di Tavaroli", che le utilizzava "a propri fini". Questo è il quadro di un sistema illegale che attenta, per le sue dimensioni e le sue ramificazioni, alla democrazia sostanziale del nostro Paese. Quando "Repubblica" lo ha svelato, con l'inchiesta di Giuseppe D'Avanzo e Carlo Bonini, il vertice Telecom ha parlato di "attacchi esterni per indebolire l'azienda". Oggi è chiaro invece che l'azienda è minata al cuore da questo scandalo, non dal suo disvelamento giornalistico. I vertici, o gli ex vertici, dovrebbero dire tutto ciò che sanno, aiutando la democrazia, e non solo la magistratura, a estirpare questo cancro: che - attenzione - è ancora pericoloso. (21 settembre 2006)
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#3 |
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riapro..mi sembrava ci fosse gia una discussione
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Tutto rigorosamente IMHO Per i messaggi contrassegnati da *: IMHO un par di balle! Salva un albero, uccidi un castoro. Ultima modifica di prio : 21-09-2006 alle 19:43. |
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#4 |
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Città: spero ancora per poco in italia
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ma tu non lavori in telecom_
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#5 | |
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E poi sono consulente. LuVi
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#6 |
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non è un caso che tutto sia saltato fuori adesso.
Si vede che qualcuno ha voluto svalutarla per ricomprarla a poco prezzo. provetti tronchera? |
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#7 | |
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LuVi
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#8 | |
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excusatio non petita accusatio manifesta. Magari sotto qualche prestanome o qualche società fantasma. Piu che possibile. Non riesco comunque a spiegarmi come mai telecom abbia comprato Aol Germania. Mi puzza di ultima azione di tronchetti per autofarsi un regalo. Non sò. Fatto stà che queste accuse sono tutt'altro che casuali. Erano già saltate fuori con il caso Storace. Storace è "amico" di Fini. Fini è amico di Berlusconi. Secondo voi vale la proprietà transitiva? |
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#9 | |
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#10 | |
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Tanto poco un uomo si interessa dell'altro, che persino il cristianesimo raccomanda di fare il bene per amore di Dio. (Cesare Pavese) "Sono un liberale di destra, come potrei votare uno come Berlusconi?" Marcello Dell'Utri, fondatore del partito Forza Italia, è stato condannato per mafia. |
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#11 |
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http://www.repubblica.it/2006/09/sez...bali-spie.html
I VERBALI (1) Ecco chi ha incastrato la banda dei grandi spioni di ETTORE LIVINI e CRISTINA ZAGARIA MILANO - Gli spioni vengono incastrati da un piccolo gruppo di gole profonde. È il paradosso dell'indagine sulle intercettazioni abusive. L'ex numero uno della Security Telecom, Giuliano Tavaroli, e l'investigatore privato Emanuele Cipriani che spiano politici, vip della finanza e operai, vengono incastrati in una sottile ragnatela tessuta dagli inquirenti in mesi di pazienti interrogatori. Piccoli particolari raccontati da dipendenti con contratti a tempo o da tecnici, giornate di lavoro di pedine "insignificanti" nel grande gioco dell'orecchio che tutti ascolta, permettono ai pm, Nicola Piacente, Fabio Napoleone e Stefano Civardi di ricostruire le operazioni "opache" di Telecom e Pirelli; i rapporti con i Servizi; gli "accertamenti vietati dalla legge; la corruzione; i nomi in codice. C'è il super visore che rivela l'insolita indagine interna e la segretaria che racconta di quegli strani pomeriggi del sabato in cui Cipriani compilava fatture segrete su un hard-disk messo poi in cassaforte. Una dipendente della Polis, per esempio, si lamenta con i magistrati di aver svolto per due anni funzioni burocratiche, però nella routine quotidiana ha avuto modo di conoscere i poliziotti che consegnavano all'agenzia "fogli con la stampata da terminale" di tutti i precedenti penali del soggetto "sotto osservazione", un uomo che faceva controlli sui redditi e un esperto in accertamenti bancari. Grazie ai ricordi delle gole profonde i pm ricostruiscono trucchi e stratagemmi dei dossier segreti. La dipendente: "Così abbiamo fatto sparire i documenti scottanti" I dossier riservati per Telecom e Pirelli erano registrati su un computer custodito in cassaforte e, appena trasmessi, venivano distrutti per sfuggire a controlli o blitz improvvisi. A pagina sei del verbale del 19 maggio 2005 una dipendente della Polis D'Istinto spiega ai pm i rapporti tra l'agenzia di investigazioni di Cipriani e la Pirelli. "Pirelli era uno dei nostri migliori clienti - racconta la donna agli inquirenti - e i mandati erano eseguiti regolarmente", anche se, "c'era una notevole sproporzione tra il lavoro in concreto svolto e i compensi richiesti in cambio". La dipendente parla di due società che fanno capo a Cipriani: la Sistem Group che ci occupava di gestione di conto correnti e delle attività economiche di artigiani, impiegati e piccoli risparmiatori e una società estera, la Worldwide consultants security. Proprio a proposito di questa società la donna ricorda: "... le fatture della Wcs indirizzate alla Pirelli venivano compilate da Emanuele negli uffici della Polis di sabato, quando eravamo chiusi, e conservati su un disco rigido estraibile, conservato in una cassaforte , di cui solo lui aveva le chiavi". Le fatture venivano compilate dalla donna una volta al mese. "Una volta stampate le fatture, Cipriani si occupava personalmente di recapitarle al commercialista di Milano (Marcello Gualtieri), perché questo secondo modalità a me sconosciute le spedisse a Londra dove materialmente poi venivano ritrasmesse alla Pirelli, perché ufficialmente risultasse la provenienza dall'estero. A quanto mi risulta i pagamenti delle fatture avvenivano estero su estero. Il conto della Wcs era infatti all'estero, Cipriani mi parlava delle Isole Vergini". Ma la vera anomalia, su cui stanno ancora lavorando gli inquirenti, è che secondo la donna l'investigatore fiorentino avrebbe ricevuto i compensi senza mai svolgere nessuna operazione: "Non mi risulta che Cipriani svolgesse alcuna attività, né che tali attività venissero svolte da altri". Il consulente: "Svuotammo l'ufficio prima delle perquisizioni" Il centro degli investigatori privati a servizio di Telecom e Pirelli è in Toscana. Però a un certo punto Emanuele Cipriani ha bisogno di un ufficio a Milano, sembra anche per nuove collaborazioni. Un "covo" scelto non a caso, tra piazza Duomo e il Tribunale. "Nel gennaio 2004 - rivela un consulente esterno della Telecom agli investigatori - Giuliano Tavaroli mi disse che Cipriani aveva bisogno di estendere le sue attività a Milano e che occorreva mettersi in contatto con lui". L'investigatore fiorentino affitta tra il gennaio e il febbraio di due anni fa un appartamento in via Albricci, poco lontano dal Tribunale. "Cipriani mi disse - racconta il consulente - che occorreva arredarlo in modo particolarmente accurato, ed io, che mi intendo di mobili antichi, mi impegnai a sceglierli per tutti i locali tranne uno. In particolare per gli uffici, mio e di mia moglie, e per la sala riunioni. Invece l'ulteriore ufficio che Cipriani mi disse avrebbe occupato una sua persona di fiducia non venne arredato da me". Il consulente per allestire l'ufficio, con due linee telefoniche separate, linea Isdn, fax ha speso 13.000 euro per le sue stanze e altri 20.000 euro per quella di Cipriani. "Dopo qualche tempo ha iniziato a frequentare l'ufficio tale Rizzo, ex maresciallo dei carabinieri e qualche volta lo stesso Cipriani, nessun altro". Cosa facevano i due nell'ufficio? Perché una sede a Milano, così vicina al Palazzo di giustizia? Il consulente non riesce spiegarlo, dice solo che "una sola volta entrato in ufficio, in particolare nella sala riunioni, trovai Cipriani insieme ad altre due persone che non conoscevo e notai che lui era irritato". All'inizio del 2005 sia le visite dell'ex carabiniere che quelle dell'investigatore, però, cominciano a diradarsi". Cipriani dà una spiegazione sbrigativa parlando di problemi di famiglia. I pm, però, nella richiesta dell'ordinanza di custodia cautelare sottolineano: "Appare semplicemente opportuno ricordare come al momento della perquisizione del 3 maggio '05 lo stabile per cui Cipriani pagava un cospicuo canone di locazione era sostanzialmente vuoto". (segue) (22 settembre 2006) I VERBALI (2) Ecco chi ha incastrato la banda degli spioni L'investigatore: "Con una tanica di benzina ho bruciato i segreti dei vip " MILANO - L'ex capo della Sicurezza Telecom, Giuliano Tavaroli, l'intoccabile, l'uomo senza limiti di spesa e senza nessuno al di sopra di lui, tranne il presidente Tronchetti Provera, quando arriva alla guida della Security aziendale decide una nuova gestione dell'ufficio: ogni dossier riservato, subito dopo l'utilizzo, deve essere distrutto, bruciato. A svelare il maniacale metodo di distruzione dei documenti è uno degli indagati, che racconta di un'operazione segreta in una cava a Milano, a pochi passi dal terminal 1 dell'aeroporto di Malpensa. Marco Bernardini è il primo nome della lista dei 20 finiti in manette fino al 25 luglio scorso, si "salva", accettando di raccontare ai magistrati il suo lavoro "sporco" per conto di Telecom e Pirelli. La richiesta d'arresto a suo carico viene così ritirata l'11 settembre. Le sue dichiarazioni sono raccolte in nove pagine fitte dell'ordinanza di custodia cautelare. Un episodio è particolarmente interessante e secondo il gip spiega anche perché "la polizia giudiziaria non ha trovato né presso Telecom, né presso Pirelli, traccia delle attività svolte dagli investigatori privati". "Nel novembre 2004 mi telefonò M. R. della Pirelli e mi disse che bisognava distruggere tutti i documenti in mio possesso - racconta ai magistrati - io noleggiai un furgoncino e mi recai a caricare il materiale per portarlo insieme con la donna che mi aveva chiamato e un'altra persona in una cava nei pressi di Malpensa utilizzata dalla polizia per far brillare gli esplosivi", cioè per le bombe inesplose della seconda guerra mondiale. I dossier pericolosi, quelli sui De Benedetti, i Della Valle, i Benetton e gli altri uomini dell'alta finanza dovevano essere distrutti, fatti esplodere, come un vecchio ordigno: "Cosparsi di benzina il materiale e lo bruciai. Erano i report di Cipriani e in qualche caso quelli della società per cui io lavoro". Bernardini ricorda che molti dossier erano gemelli, cioè fatti dall'una e dall'altra società di investigazioni, forse per avere un maggior controllo. In ogni caso, come deciso da Tavaroli, tutti i dossier sarebbero stati cancellati in uno spettacolare rogo. Il bonificatore: "Nell'automobile di Bondi nascosi una cimice-bufala" MILANO - Più che una cimice, una bufala. Un'altra delle testimonianze chiave per ricostruire il pactum sceleris (per dirla con i magistrati) tra Tavaroli e Cipriani è la storia raccontata ai pm da Lorenzo Baroncelli. Professione: esperto in bonifiche ambientali della Verzoletto Spa, azienda cui la Polis d'Istinto (su incarico di Tavaroli, allora in Pirelli) ha affidato nell'agosto 2001 un controllo dell'auto di Enrico Bondi, a quell'epoca fresco ad di Telecom. In teoria per verificare le interferenze sospette notate da Bondi quando accendeva l'autoradio. In pratica per montare sull'Audi 8 dell'attuale numero uno di Parmalat una finta microspia che consentisse a Tavaroli di screditare il lavoro dei responsabili della security Telecom e garantirsi (come poi puntualmente avvenuto) la promozione ai lori posti. "Cosa volesse fare il Verzoletto (il titolare dell'azienda ora indagato, ndr) l'ho capito quando l'ho visto armeggiare in ufficio attorno a un telefonino per trasformarlo in una finta microspia - ha spiegato Baroncelli ai pm - . Era un V3688 della Motorola e ho capito che voleva posizionarlo dietro la plafoniera della luce di cortesia, alle spalle dello specchietto retrovisore". Facile a dirsi, meno a farsi, visto che l'Audi arriva nella sede di Verzoletto con al volante un autista di fiducia di Marco Tronchetti Provera. "A questo punto è iniziata la messa in scena - ha raccontato il bonificatore - . Ho smontato i pannelli interni dell'auto e avviato operazioni di facciata per perdere un po' di tempo. Fino a quando, con la scusa del prolungarsi delle operazioni, l'autista è stato invitato a prendere un caffè". Un caffè più che tempestivo: "In quel frangente abbiamo smontato la plafoniera di cui sopra - ha concluso Baroncelli - . E poi abbiamo simulato il suo rinvenimento". L'operazione della cimice-bufala, l'ha ammesso lo stesso Verzoletto, è stato un successo. Dieci giorni più tardi Vittorio Nola e Piero Gallina, gli addetti alla sicurezza Telecom, hanno dato le dimissioni. E per la Banda Bassotti del tandem Cipriani-Tavaroli si sono spalancate le porte (e le casse) dell'ex-monopolio. (segue) (22 settembre 2006)
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#12 |
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I VERBALi (3)
Ecco chi ha incastrato la banda dei grandi spioni L'addetta al radar: "Scrivevo biglietti a mano per "schedare" le telefonate" MILANO - È un'impiegata dell'ufficio security Telecom Italia il testimone chiave che ha svelato ai pm tutti i segreti delle intrusioni nel sistema Radar, il "ventre molle" della rete Telecom in cui gli indagati si inserivano - senza lasciar tracce - per rubare tabulati e dati sensibili. A lei Adamo Bove e Tavaroli chiedevano di estrapolare fisicamente i dati dal software. "Non potendoli stampare - ha spiegato - ero costretta a riportarli prima manualmente e poi a copiarli su un pc, per poi consegnarli al responsabile". La cosa è andata avanti per un certo tempo, poi l'impiegata Telecom ha iniziato ad avere qualche perplessità. "Mi venivano fatte telefonicamente o con biglietti manoscritti richieste su utenze che risultavano poi in contatto con gente del mondo dello spettacolo, dello sport, degli enti come il Banco di Roma. Allora ho iniziato a conservare copia o originali delle richieste. Ho tenuto per mia tutela questi documenti". "Aggiungo - ha proseguito - che i miei dubbi erano sorti perché mentre per le richieste fatte con pratica regolare si poteva ben capire il committente, ciò non accadeva per le richieste fatte telefonicamente da Bove". Il lavoro della donna è stato certosino. Ha preso debita nota di tutte le richieste. Ha chiuso nei suoi dossier l'elenco dei lavori fatti e i risultati. Sia quelli per Tavaroli che quelli per Bove. Poi, ultimata la sua testimonianza, ha girato alla polizia giudiziaria il suo fornitissimo archivio. Un contributo fondamentale per penetrare nei segreti del sistema Radar la cui decodificazione, a quanto pare, è ancora ai primi passi. Il "controllore: Noi della "security" interna tante spese, niente fatture" MILANO - Uno "staff manager" e un alto dirigente Telecom svelano ai magistrati il grigio mondo della Security, fatto di operazioni senza controllo, di pratiche cifrate e un'amministrazione "parallela". Armando Focaroli, persona ritenuta dalla dirigenza "competente", responsabile dell'audit interno, il 3 maggio 2005 e poi il 23 giugno svela ai pm dubbi e punti oscuri all'interno del sistema Security Telecom. Nonostante Giuliano Tavaroli abbia un budget di spesa da rispettare, nel 2004 lo supera ampiamente, ma quando secondo un meccanismo interno Focaroli tenta una verifica sulle "operazioni fuori sistema", cioè "quelle che non passano dall'ufficio acquisti" è costretto a un esame "del tutto formale" e si accontenta di spiegazioni generiche, visto che non lo mettono in condizione di vedere "nessun documento a supporto delle spese indicate". In un atto intitolato "listato di operazioni al 31.10.04" l'esperto trova la voce "(manca la misura) Sismi". Tenta di capirne di più, ma gli dicono che "si tratterebbe di una società costituita da ex agenti Sismi. Alla società sarebbero stati versati 1.884.920,30 euro. Accanto alla cifra, una nota: "vedi Polis" (la società di Cipriani). Un'altra dipendente con il ruolo di staff manager viene ascoltata tre volte dai magistrati milanesi: negli allegati all'ordinanza, la sua deposizione corre per 39 pagine, in cui descrive volti e nomi degli uomini che aiutavano Cipriani a compilare le pratiche "Z"( le "celesti), poi inviate via fax ai committenti, una banca dati riservata richiesta da Telecom e Pirelli, e secondo la teste, "eliminata" sistematicamente. (22 settembre 2006)
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#13 |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2000
Messaggi: 551
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Scoperta l'acqua calda!
So da anni che per risolvere i problemi di molestie telefoniche bastava conoscere qualche amico che avesse un "contatto" a Sip-Telecom:gli dicevi più o meno l'ora della molestia e quello ti dava nome cognome e numero del bastardo.
Non ho voluto farlo perchè avrei avuto un "debito" verso la persona che aveva il contatto a telecom. Tutto questo perchè quando andai al commisariato un sovrintendente ironicamente mi disse: guarda sono 3 mesi che chiedo al magistrato dei tabulati di uno che sappiamo sicuramente essere un estorsore e quello sono 3 mesi che mi dice "non se ne parla". Poi capii + o - chi mi faceva gli scherzi:feci un paio di telefonate alle 2 di notte e le molestie finirono ![]() |
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#14 |
Bannato
Iscritto dal: Jun 2005
Città: Milano
Messaggi: 146
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Dall'elenco degli intercettati ho notato una cosa curiosa.
Tutti gli imprenditori intercettati e spiati : Alfio Marchini De Benedetti Della Valle Benetton Ripa Di Meana Toti ( azionista Rcs) Hanno in comune una cosa sola: tutti non sono schierati per il Cdx. Curioso anche il Dossier per Cesa, segretario del partito più rognoso per la CDL. Quasi si volesse monitorarlo. Bellissima la notizia che anche Marina Berlusconi fosse nei dossier. Ma ad un'attenta lettura si tratta di tutt'altro. In apparenza i detectives di Cipriani pedinano, e addirittura interrogano, un fotografo, M.A.: «Opportunamente ascoltato in sicurezza — si legge nel rapporto infoinvestigativo che stilano per Cipriani —, ha riferito: "Ero appostato in zona da circa due settimane per effettuare un servizio fotografico alla figlia del Presidente del Consiglio, Marina Berlusconi, che abita"» qui vicino. Chiosa Cipriani nella scheda: «Verosimilmente il fotografo non era in attesa né della Signora né della figlia di MTP (Marco Tronchetti Provera, ndr)». Cioè proteggevano la figlia di Silvio? Ma allora mettendo insieme i tasselli uno potrebbe pensare..... Naaaa, mo cosa vado a pensare. Berlusconi sarà anche invidioso di Mardok che non se lo fila più, ma ha affermato che a lui Telekom non interessa. Per ora. fg |
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#15 | |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2000
Città: Roma
Messaggi: 943
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Menomale che almeno la "i" l'hai tolta.
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Battletag: Mavel72#2336 |
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#16 | |
Bannato
Iscritto dal: Jun 2005
Città: Milano
Messaggi: 146
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Poi in un secondo mom mandami in pvt la tua opinione su netiquette e sintassi. fg |
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#17 | ||
Senior Member
Iscritto dal: Feb 2004
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#18 |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2005
Città: Palermo
Messaggi: 2579
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mah a me quello che è successo in telecom mi sembra si accordi perfettamente con la tendenza degli ultimi anni.
Qualcuno si ricorda ad esempio che per combattere il terrorismo, il precedente governo ha approvato una legge che costringe le compagnie telefoniche ed i provide a tenere conservate le comunicazioni e la corrispondenza per almeno 3 anni ? Ora ci si stupisce di ciò che avviene, che però è l'esatta conseguenza di una legge preventiva fatta senza pensare alle conseguenze. Appunto. ![]()
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Utente gran figlio di Jobs ed in via di ubuntizzazione Lippi, perchè non hai convocato loro ? |
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#19 | |
Senior Member
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E' 500 persone ? ma che intercettavano 30.000 telefonate al giorno ? da non credere.. |
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#20 | ||
Senior Member
Iscritto dal: Feb 2004
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