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#1 |
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2006
Città: Roma-Milano Utente:Deberlusconizzato Iscritto:20/2/2000 Status:SuperUtenteAdm Messaggi totali:107634 Auto:BMW X3 3.0 SD M
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[Consulenti e PIVA] La scoperta dell'acqua calda
http://www.repubblica.it/2009/11/sez...-precario.html
Dopo anni di contratti a termine, i lavoratori sono trasformati in "fornitori" Non cambia nulla: stesso orario e stesso ufficio. Ma l'impresa risparmia oltre il 33% L'ultima beffa del lavoro precario "Apri la partita Iva o ti licenzio" di ROBERTO MANIA ROMA - L'ultima frontiera della precarietà si chiama "partita Iva". Altro che indice dell'indomabile vitalità imprenditoriale. Questa è tutta un'altra storia che non riguarda neanche un po' le seducenti formule del capitalismo personale. Qui si parla di cocopro: collaboratori a progetto costretti a diventare titolari di "partita Iva" per non perdere il lavoro, anche se precario. Difficile stimare quanti siano i lavoratori in transizione verso l'imprenditoria forzata. Nessuno l'ha fatto, ma non ci si sbaglia se si ipotizzano decine di migliaia di persone. Si vedrà meglio quando l'Inps renderà pubblici i numeri sui nuovi iscritti al Fondo Gestione Separata. Lì, dati del 2007, le "partite Iva" di professionisti non iscritti ad albi o associazioni erano circa 250 mila, 30 mila in più in un solo anno. Reddito medio intorno ai 15 mila euro, poco più di mille al mese. Dai web designer ai grafici pubblicitari; dai redattori delle grandi case editrici ai lobbysti, fino all'antica, tradizionale, segretaria, imprenditrice di se stessa però. Tutti rigorosamente a mono-committenza, cioè fornitori di una sola azienda. Insomma, false "partite iva". Di certo questo è un altro capitolo della via italiana alla flessibilità, in cui con il concorso della Grande Recessione, l'obiettivo principale di molte aziende è quello di tagliare i costi per provare a sopravvivere. Il fenomeno non è nuovo, va detto, ma con la crisi è riaffiorato dovunque, nel ricco settentrione terziarizzato come nella indolente area del lavoro para-pubblico romano. Ed è un fenomeno che spinge una categoria già debole ai livelli più bassi della scala della precarietà. "Le partite Iva diventano sostitutive dei cocopro", commenta Patrizio Di Nicola, sociologo alla Sapienza di Roma, tra i più attenti studiosi dell'universo magmatico del lavoro precario. Questa è la verità. A compiere il percorso da atipico a "libero professionista", senza più nemmeno un accenno di diritti e di tutele, è ancora la generazione dei trentenni, l'ala marginale del mercato del lavoro. Eppure questo pezzo di knowledge worker, lavoratori della conoscenza, intellettuali moderni, flessibili e innovativi, avrebbe dovuto rappresentare l'avanguardia di una sorta di neo- borghesia in una società post-industriale. Questa, a sua volta, avrebbe dovuto spingere verso un incremento della produttività e arrestare il nostro declino, sfruttando le nuove tecnologie. La realtà è stata diversa e si è tradotta soprattutto in un progressivo e malcelato tradimento nei confronti di una generazione di giovani professionisti. A quella generazione appartiene anche Astrid D'Eredità, archeologa, tarantina di nascita, romana di adozione. Racconta che da piccola provava quasi invidia per chi possedeva la tessera di Metro, il grande supermercato all'ingrosso per i professionisti, gli imprenditori, le partite Iva, appunto. Quei capannoni blu con scritta in giallo a lettere maiuscole erano - per lei - il simbolo delle libertà di impresa, del dinamismo aziendale, dell'individualismo contro il pigro tran tran dell'impiego fisso. Entrare o meno al Metro faceva la differenza. Era uno spartiacque quasi di classe sociale, certo di modelli culturali. "Ora - dice - ho la partita Iva, ma non sono mai entrata al Metro". Ecco. Lei aveva un contratto di collaborazione finché lavorava in Puglia, poi a Roma ha scoperto che senza partita Iva non si fa nulla nel suo settore. Si deve essere "imprenditori di se stessi", come si diceva agli albori della flessibilità. Racconta: "La frase tipica che ti rivolgono è questa: ovviamente bisogna che lei si apra una partita Iva... ". E si comincia: non più dipendenti o para-dipendenti, bensì fornitori. Sulla carta. Perché nei fatti non cambia nulla: stesso stipendio (ma senza contributi), stesso orario, stesso vincolo di subordinazione. In alcuni contratti l'ipocrisia rompe ogni indugio e precisa a scanso di equivoci: "Il fornitore non avrà i benefici previsti per i dipendenti, inclusi assicurazioni, pensione, assistenza e altri benefit riservati agli impiegati". E ancora: "Le suddette attività hanno carattere professionale autonomo e non potranno mai essere configurate come rapporti di lavoro subordinato o di collaborazione". Osserva Fulvio Fammoni, segretario confederale della Cgil: "Sono due le motivazioni principali che spingono in questa direzione: il costo per le aziende che si riduce all'osso e, poi, la totale liberà d'azione sulle partite Iva che possono essere lasciate a casa, prima, e riprese, poco dopo". L'Italia è la patria del lavoro autonomo: il 27% dell'occupazione complessiva, il triplo rispetto alla Danimarca e il Lussemburgo, il doppio rispetto alla Germania, la Gran Bretagna, la Francia e l'Olanda. Ci supera solo la Grecia. Tutto questo, tra l'altro, ha aiutato anche l'anomalia delle partite Iva. Si calcola, per esempio, che con le partite Iva le aziende risparmino circa il 25% rispetto a un contratto di collaborazione e oltre il 33% rispetto a un contratto di dipendenza. Carla S., 31 anni, pubblicitaria genovese ha provato a resistere perché non ha mai ambito a far parte del celebrato universo delle partite Iva. Da tre anni lavora in una delle più grande agenzie pubblicitarie del capoluogo ligure. Prima cocopro rinnovato, quindi contratto a termine. Poi la crisi arriva in azienda. Il consulente del lavoro suggerisce al titolare di ricorrere ai contratti di apprendistato. Ma Carla, che comunque tornerebbe indietro all'inizio della sua carriera, è troppo "vecchia" per l'apprendistato perché ha appena superato la soglia dei trent'anni. "Sono una classica bambocciona, vivo con i miei genitori. Ma non potrei fare altrimenti con 1.100 euro al mese". Anche per questo all'inizio ha detto no alla partita Iva e, in questo caso, al lavoro a casa. Poi ha quasi accettato, ha aperto una trattativa, ha chiesto il doppio per le spese che dovrà sostenere. Le hanno replicato che lo stipendio resta uguale e che dovrà anche formare le due nuove apprendiste. A Carla, come succede spesso, l'azienda ha proposto di aiutarla nel tenere la contabilità. Queste sono le aziende "più illuminate", come le ha chiamate Andrea Bajani nel suo cinico racconto "Mi spezzo ma non m'impiego", uscito qualche anno fa per Einaudi. Anche ad Andrea Brutti, trentenne consulente ambientale, hanno imposto di diventare "imprenditore", dopo anni di contratti di collaborazione a progetto. "C'è un problema di costi", mi dissero. Per un po' ha fatto anche il doppiolavorista con partita Iva: un po' lobbysta per una associazione ambientalista un po' impiegato in un'altra. Poi ha dovuto mollare il secondo lavoro perché gli orari erano incompatibili. Nemmeno un contratto a tempo determinato è ormai un'alternativa. "Con 800 euro al mese per 35 ore di presenza a settimana non mi conviene". Questa è la trappola della partita Iva. Infine c'è Federico D., manager di 39 anni, trasformato in pochi frettolosi minuti in partita Iva, dopo otto anni da dirigente in una multinazionale di servizi ospedalieri. "Era un venerdì pomeriggio quando venni chiamato dal mio capo. Ho una notizia cattiva e una buona, mi disse velocemente. La cattiva è che il tuo contratto si trasforma in consulenza, la buona è che il trattamento netto migliora. Poi mi mise in mano la lettera di licenziamento". Ma cos'è cambiato? "Nulla. Stesso orario, stesso ufficio, stesso lavoro. Ma per l'azienda io non sono più un costo, bensì un investimento". Una finzione contabile. Già. Ma dai? ![]()
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#2 |
Member
Iscritto dal: Oct 2005
Città: Terracina
Messaggi: 319
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anche io sono un consulente
e ti dico che restiamo a galla per miracolo se le dite per risparmiare 2 lire, ci dovessero obbligare ad andare vestiti come i puffi, sono sicuro che lo farebbero spero in qualche legge apposita, altrimenti si sprofonda
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#3 |
Member
Iscritto dal: Jan 2007
Città: Fogliano (GO)
Messaggi: 190
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Il risparmio è considerevole. Considerando uno stipendio di 1000 euro nette al mese (circa 16.500 euro annui lordi) percepito dal dipendente, il relativo costo annuo per l' imprenditore è di circa 35.000 euro.
Se il datore di lavoro "obbliga" al dipendente (ora collaboratore) di aprirsi P.IVA, risparmierà grosso modo il 40%. Con questo 40% potrà pagare un altro collaboratore. Bel giochetto la flessibilità senza regole da parte dello Stato! ![]()
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** Hasta la vista ** Ultima modifica di Chevelle : 09-11-2009 alle 11:50. |
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#4 |
Senior Member
Iscritto dal: Jul 2005
Città: Roma
Messaggi: 423
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Finchè in Italia si punta solo sul risparmio dei costi, anzichè su qualità e innovazione,si andrà sempre peggio
![]() Basterebbero alcune leggi ad hoc per tirarci fuori da questo schifo, ma siccome questo governo va a braccetto con confindustria, c'è poco da sperare nell'immediato purtroppo ![]() |
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#5 |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2004
Città: Firenze-Parigi
Messaggi: 442
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Già, sono anni ormai che si va avanti con questi stratagemmi.
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Desktop: Intel® Core i7 920, 9gb DDR3, HD 1TB Dual HDD Raid 0, ATI® Radeon® 4850 512 MB. Notebook: Sony Vaio VNG-FE11H, Dell M60. |
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#6 | |
Senior Member
Iscritto dal: May 2000
Città: Vicenza
Messaggi: 19983
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![]() ![]() C'a'z'a'/.za
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#7 |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2001
Messaggi: 460
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largo ai giovani ...
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#8 |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2000
Città: Naples
Messaggi: 3901
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niente contributi?
stesso stipendio? ciao ciao pensione? ![]()
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Cancellato stare lucido dal mio vocabolario -Speaker Cenzou- |
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#9 |
Member
Iscritto dal: Oct 2005
Città: Terracina
Messaggi: 319
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dall'articolo si evince che l0 stipendio rimarrà uguale,ma non si capisce se al posto dei 1200 euro, daranno almeno2000 per compensare l'inps!
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#10 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2006
Città: Rovigo
Messaggi: 1434
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e cmq esiste già una legge dove viene controllato colui che essendo titolare di P.IVA non può avere un rapporto lavorativo con una sola azienda, proprio per scongiurare questo tipo di "contratti", però sembra che i controlli in questo senso non vadano effettuati più di tanto.
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Quanti fenomeni dietro la tastiera ![]() ![]() |
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#11 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jul 2005
Città: Roma
Messaggi: 423
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![]() In Italia le aziende vanno rimesse al loro posto perchè oggi godono di uno strapotere che stà seriamente minando il nostro paese e il nostro futuro ![]() |
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#12 | |
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2001
Città: Bastia Umbra (PG)
Messaggi: 6394
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- tu ti apri la P.IVA; - il datore di lavoro non ti dà piu lo stipendio al netto, ma al lordo (invece di 1100 euro netti ad esempio te ne da 2500 lordi); - A fine anno tu dovrai pagarti le tasse della partita iva (una mattonata sopra un piede fa meno male); - A fine anno tu dovrai pagarti l'iscrizione alla gestione separata INPS e il pagamento dei contributi per la pensione (supponendo tu non abbia un albo, come non ce l'hanno gli informatici ad esempio); - A fine anno tu dovrai pagarti il commercialista, a meno che tu non sappia gestirti da solo la partita iva; - Tolte tutte queste spese varie, hai il tuo stipendio al netto - o quello che ci rimane, SE ci rimane Tradotto in soldoni: se ti va bene, ti rimane in mano la metà di quello che ti danno
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:: Il miglior argomento contro la democrazia è una conversazione di cinque minuti con l'elettore medio :: Ultima modifica di eraser : 09-11-2009 alle 14:47. |
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#13 | |
Member
Iscritto dal: Oct 2005
Città: Terracina
Messaggi: 319
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ma come? già ti facciamo un favore nel publicizzare che sei certificato, cosi potrai trovare più facilmente la commessa! noi abbiamo già investito molto su di te, i nostri commerciali hanno fatto molto per trovarti questo posto, devi ringraziarci TU suvvia, queste poi sono gratificazioni personali, noi non c'entriamo niente, è come se tu venissi a chiedere a noi di pagarti l'università [/citazione] mi sono stato zitto ma sappiate che io ora con le MIE certificazioni (pagate da me) loro guadagnano di più, in quanto mi rivendono ad un prezzo maggioritario per concludere: non è cambiato una cippa, sempre cosi è andata...
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#14 | |
Senior Member
Iscritto dal: May 2006
Città: Wursteland
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Nintendo WIII 4d Turbo Intercooler - Sestium X 666 99,312 GHz - 6.984 Ram Σ(9999) MHz - HDD SATA 97e^(10) bytes 93³ rpm - ATI biberon X900z ∞Mb - Win Eight SP (1 > yours) 16 Valve |
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#15 | |
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2005
Messaggi: 2659
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#16 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jul 2005
Città: Roma
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#17 | |
Member
Iscritto dal: Apr 2003
Messaggi: 147
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No, scherzi a parte... BWAHAHAHAHAHAHAH!!!!!
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cpu I7-4790K | mobo AsRock Z97 Extreme4 | ram G-Skill ARES 16GB DDR3-1600 | gpu MSI R6850 Cyclone | storage Samsung 850 EVO 500GB / WD Red 3TB | psu Corsair TX650W | case Thermaltake Core V31 Ho trattato con: Salvys, andyus, methis89, pinc0, bubbi, uazzamerican |
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#18 |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2001
Messaggi: 701
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ho la piva da più di 10 anni, e indovinate un pò? l'ho aperta proprio per questo motivo,
![]() c'è da dire che almeno nel mio caso, oltre ad uno stipendio tutto sommato onesto, non ho obblighi di presenza e le uniche valutazioni vengono fatte sui risultati finali (es: non mi presento per 2 mesi in ufficio, ma se rispetto tutte le scadenze programmate non è un problema) in realtà mi salvo solo perchè faccio valere i 10 anni di esperienza (oltre a quelche lavoretto decente ![]() ![]() ![]()
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Le mie app per iphone: Wow Minis Match Tracker ||| Wow Minis Hit Calculator (in review ![]() Frieza#916 @ SC2 ||| Giullo @ Steam |
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#19 | |
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Iscritto dal: Jan 2007
Città: Fogliano (GO)
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#20 |
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Iscritto dal: Jan 2007
Città: Fogliano (GO)
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Sì, verissimo
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