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#1 |
Senior Member
Iscritto dal: Feb 2003
Città: madrid-treviso-trieste
Messaggi: 833
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lunghezza di libera inflessione..
nella prova di eulero per la snellezza di un profilato compresso c è questo fantomatico Lzero ovvero "lunghezza di libera inflessione"
pensavo fosse la stessa cosa di dire la distanza tra i due vincoli.. invece nell esercizio c era scritto che la lunghezza di libera inflessione di un pilastro a mensola è uguale a 2volte la lunghezza... peeercheee??
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27 marzo 1400. L’imperatore Ottone si ossida. 20 marzo centocinquantamilioni di anni fa : nel brodo primordiale viene gettato un dado da brodo di marca Knorr. Dio pronuncia la famosa frase: "Innamorarsi in cucina!". |
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#2 | |
Member
Iscritto dal: Nov 2003
Città: Moro num pais tropical Abençoado por Deus Bonito por natureza
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Quote:
In quel caso la tua definizione di lunghezza libera di inflessione sarebbe un pò in difetto visto che il vincolo è uno solo ![]() La lunghezza libera di inflessione per la trave che esamini è quella di una trave vincolata su semplici appoggi che ti comporta le stesse situazioni nei confronti del carico critico. Facendo conto sul tuo esercizio una mensola ha effetti di vincolo così "forti" da rendere necessario che la lunghezza raddoppi perchè gli effetti cinematici siano gli stessi a parità di carico critico quando la situazione di vincolo passa ad appoggio appoggio. Spero di esserti stato d'aiuto...nella mia infima chiarezza
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TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. Vittorio Alfieri 1777 |
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#3 |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2005
Città: Fortezza Bastiani - Villettopoli del Nord-Est
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Stabilità Euleriana, carico di punta e via dicendo?
Un disegno varrebbe mille parole, sopratutto in questo caso. Ma proviamoci lo stesso. Il caso della mensola (incastro a terra su un nodo, sull'altro nodo carico lungo l'asse e nessun vincolo) lo derivi dal caso della trave vincolata alle due estremità in questo modo: -nodo A: blocco traslazione su x e y (cerniera vincolata a terra); -nodo B: blocco traslazione lungo y (carrello) Condizione di carico: carico su B lungo la direzione x, verso nodo A. Ti sarà familiare, è' il primo caso che si studia in instabilità Euleriana. La mensola coincide a metà di questa trave, per questo raddoppi la lunghezza libera di inflessione. Puoi vedere facilmente che le condizioni al contorno sugli estremi della mensola sono le stesse che si hanno su una delle estremità e sul punto medio della trave del primo caso di Eulero: infatti l'incasto a terra della mensola (rotazione nulla) corrisponde al punto centrale della trave nel primo caso di Eulero (al centro, per simmetria, la rotazione deve essere nulla). L'estremità caricata della mensola corrisponde all'estremo vincolato a terra con cerniera nel caso di Eulero, quindi momento nullo. E' per caso Davini che ti sta facendo sudare?
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citius, altius, fortius Igitur qui desiderat pacem, praeparet bellum
Ultima modifica di Satviolence : 03-11-2006 alle 15:19. |
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#4 |
Senior Member
Iscritto dal: Feb 2003
Città: madrid-treviso-trieste
Messaggi: 833
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grazie capito... ci ero arrivato cmq guardando il disegno.. ora dovrò trovare dove vedere altri casi particolari..
studio a trieste.. ho gattesco marcorini zordan...
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27 marzo 1400. L’imperatore Ottone si ossida. 20 marzo centocinquantamilioni di anni fa : nel brodo primordiale viene gettato un dado da brodo di marca Knorr. Dio pronuncia la famosa frase: "Innamorarsi in cucina!". |
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#5 | |
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Iscritto dal: Oct 2005
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citius, altius, fortius Igitur qui desiderat pacem, praeparet bellum
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#6 | |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2005
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Cioè normalmente l'eq. differenziale è EIv'''' + λ^2*v''=0 con λ=P/(EI) diverso da zero, che da la soluzione Asin(alfax)+Bcos(alfax)+Cx+D, ma se P=0 allora λ=0 e si ha EIv''''=0 che è soddisfatta da un polinomio di terzo grado. Sembra una cosa un pò strana (come può esserci instabilità se non c'è carico?) ma è una cosa che si usa per strutture composte da più travi. Per un esempio vedi il file allegato. Asta 1 rigidità infinita, asta 2 rigidità finita. L'instabilità è collegata alla deformazione dell'asta 2. OK?
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#7 | ||||
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2005
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Tra l'altro la forma più generale dovrebbe avere non EIv'''' ma (EIv'')'' o sbaglio? Quote:
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![]() Fai conto che il nostro odiato professore ci ha fatto un culo grande come una casa... Quote:
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citius, altius, fortius Igitur qui desiderat pacem, praeparet bellum
Ultima modifica di Satviolence : 06-11-2006 alle 13:00. |
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#8 | |||
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Cosa fai di preciso? Dottorando, ricercatore, tesista?
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citius, altius, fortius Igitur qui desiderat pacem, praeparet bellum
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#9 | |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2005
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Comunque credo che una simulazione riguardo la stabilità non sia poi così rilevante per strutture reali. L'importante è sapere il carico critico. Una simulazione non credo che sia interessante perchè nel momento in cui hai la perdita di unicità della configurazione del sistema sai anche che quella è una configurazione instabile anche dal punto di vista energetico, e quindi la struttura non può far altro che colassare. Per questo motivo volutamente si usano travi che abbiano una snellezza tale da avere prima il superamento dei limiti del materiale, che l'insorgenza di instabilità.
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#10 | |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2005
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Ma, per esempio nel caso del Tacoma Bridge, la cosa mi sembra assai complicata. Infatti la struttura evolve, si frattura quindi cambia proprio il modello che la definisce, bisogna considerare la storia del materiale (che è senz'altro sensibile alla fatica), si hanno grandi deformazioni: insomma, un bel casino. La cosa fondamentale è verificare che non ci siano vibrazioni autoeccitate (che implicano una rottura certa del materiale anche con forzanti di scarsa entità) e per far questo penso che non serva scendere tanto nel dettaglio.
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#11 |
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Iscritto dal: May 2005
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Confesso che non ho letto tutti i post, ma mi chiedevo perchè scomodare il famoso ponte in questo caso.
L'instabilità dovuta al carico di punta è una cosa, l'instabilità dovuta all'eccitazione di un sistema meccanico con una forzante in grado di eccitare le frequenze proprie del sistema un'altra (vedi ponte, cavi dell'alta tensione, carrelli ferroviari etc). |
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#12 | |
Member
Iscritto dal: May 2005
Messaggi: 77
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EDIT: dimenticavo che le simulazioni in questi casi non servono a niente o quasi visto che non conosci i parametri del sistema (smorzamenti). Puoi fare delle simulazioni basandoti su delle stime ma non avrai mai una simulazione reale (sia perchè è una simulazione sia perchè non sono noti i parametri che caratterizzano il sistema). Basta sovrastimare uno smorzamento perchè il ponte crolla. Se invece sottostimi lo smorzamento fai una struttura troppo rigida e cade lo stesso per effetto del movimento terrestre. Nel caso del ponte di messina c'è lo stesso problema, che è stato risolto (forse, la conferma si avrà quando sarà costruito) creando una struttura molto deformabile (12 metri di spostamento trasversale) ma in grado di assecondare la forzante del vento. Ultima modifica di wheisback : 08-11-2006 alle 18:01. |
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#13 | |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2005
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Come seconda cosa: il termine dissipativo influenza in maniera minima (praticamente nulla) la frequenza propria del sistema. Il periodo di vibrazione lo fai variare intervenendo sull'inerzia o variando la rigidezza del sistema. Come terza cosa: non bisogna lavorare vicino alla risonanza, MAI, perchè la quantità di energia immessa nel sistema è massima. Bisogna lavorare o a frequenze molto più grandi o a frequenze molto più piccole.
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#14 | |
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Iscritto dal: May 2005
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Esempio banale: fai un calcolo elementi finiti ad esempio con abaqus e sbagli a mettere i vincoli, il risultato sarà una simulazione senza senso. Nel caso del ponte, è una struttura talmente complessa che non può essere racchiusa in una simulazione. Le macchine non passano mai allo stesso modo, i venti non soffiano mai nella stessa direzione e con la stessa intensità (tanto è vero che il vento è il tipico esempio di segnale random che si studia a misure), le correnti non sono fisse, e un sacco di altre cose. Questo non significa non costruire il ponte, significa considerare tutto il considerabile e usare opportuni coefficienti di sicurezza, che data l'entità del costo e il rischio ingegneristico saranno superiori rispetto quelli usati per il dimensionamento di un ingranaggio o di qualsiasi altro elemento meccanico. Cmq sia facevo notare soltanto che le due cose non c'entravano niente, come se io ti incontro per strada e ti chiedo l'ora, e tu mi rispondi "oggi è una bella giornata" ![]() |
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#15 | |
Member
Iscritto dal: May 2005
Messaggi: 77
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Quote:
![]() pesca (frutto) e pesca (attività di prendere i pesci) si chiamano allo stesso modo ma sono due cose diverse, mettiamola così. Quello che io contesto è proprio il problema di fondo, mi spiego: nel caso dell'asta di eulero se conosci la sezione puoi definire la sollecitazione ammissibile, oltre la quale vai in instabilità, o viceversa se hai il carico puoi definire la sezione resistente minima, e questo è una problema statico. Nel caso dinamico la rottura NON dipende dall'entità del carico applicato. Ergo si tratta di due problemi differenti. Se io ti do una struttura labile, stiamo parlando di fondamenti di costruzioni (roba da primo anno) e ti dico che è instabile a te vengono in mente le vibrazioni? Direi proprio di no, sono cose diverse ![]() EDIT: altro esempio di natura diversa dalle costruzioni Se prendi un pendolo dritto è in equilibrio stabile, se prendi un pendolo rovescio è in equilibrio instabile....c'entrano niente le vibrazioni? Ultima modifica di wheisback : 09-11-2006 alle 18:30. |
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#16 | |
Member
Iscritto dal: May 2005
Messaggi: 77
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Quote:
![]() Adesso non capisco la necessità di tirare in ballo le forze non conservative, ma visto che vuoi un esempio con forza non conservativa te lo faccio: il solito pendolo rovescio incernierato, staccati dal caso ideale e considera l'attrito della cerniera, l'attrito come ben sai è una tipica forza non conservativa. Cambia qualcosa rispetto all'esempio di prima? Ovvio che no....le vibrazioni e la risonanza non c'entra niente con l'instabilità del sistema. Non ho detto che se un problema è dinamico è escluso che ci sia instabilità, non l'ho mai detto. Quello che ho detto è che Eulero con l'instabilità di cui parli tu facendo riferimento al tacoma non c'entra assolutamente niente, sono cose distinte e separate, ti ho fatto anche l'esempio della pesca, non è che se si parla di instabilità si deve necessariamente parlare di vibrazioni e risonanze. |
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#17 | |
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Iscritto dal: May 2005
Messaggi: 77
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Guarda, per scrupolo mi sono letto tutti i post ma più leggo e più inesattezze trovo
![]() Ad esempio questa: Quote:
![]() Ricordo che a me Diana lo spiegò proprio con un criterio energetico, e cioè che la direzione della forza è sempre concorde con lo spostamento dell'ala (sia quando sale sia quando scende), quindi si continua ad introdurre energia nel sistema, ovvero il vento esercita un lavoro positivo sul sistema (la forza applicata è concorde con lo spostamento). "Dinamica e vibrazioni dei sistemi meccanici - Diana/Cheli secondo volume pag. 489" Non vorrei insistere, ma mi hai detto tu di rileggere ![]() |
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#18 | |
Member
Iscritto dal: May 2005
Messaggi: 77
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So che l'energia aumenta, ma non so dire di quanto (nel tempo)...ma non mi interessa nemmeno quantificarla: se un autovalore della matrice di smorzamento ha parte reale nulla si annulla lo smorzamento del sistema che quindi non è in grado di dissipare l'energia introdotta nel modo che ti ho detto. Tu dici di quantificare l'energia immessa, mi sembra difficile quantificare una cosa infinita, l'energia immessa continua a crescere indefinitamente finchè non avviene il cedimento strutturale. A cosa può servirmi sapere l'energia immessa in 10 secondi? o in 30? o in 100....tanto so che il sistema sta per rompersi. E non si tratta di energetica o meccanica, nessuno può dirti esattamente quanta energia hai accumulato in un certo tempo, per il semplice fatto che la struttura cambia, infatti si parla di problema aeroelastico, non perchè cambia la forza ma perchè cambia la struttura su cui agisce. Sarebbe come voler calcolare il momento flettente di una sezione che continua a variare di forma (paragone non proprio azzeccato ma che dovrebbe rendere l'idea). |
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#19 | |
Member
Iscritto dal: May 2005
Messaggi: 77
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Non ho ricevuto nessun pm
![]() Mi prometto di approfondire la cosa nel week-end, in quanto mi pare molto ma molto strano che tu possa calcolare l'energia assorbita da un sistema in una caso aeroelastico, ovvero in un caso dove hai una forza che cambia continuamente il suo punto di applicazione, inoltre nel caso del ponte hai ulteriori complicazioni: la forza non è costante ne in modulo ne in direzione ne in verso, e la geometria del sistema cambia continuamente. Ciò premesso mi sembra un attimino impossibile fare dei calcoli precisi, l'unica cosa che puoi dire è che la struttura va in flutter e per quale valore del carico ci va, ma una volta che il flutter si instaura non puoi più dire niente, ne con metodi energetici ne con metodi dinamici, tanto è vero che si parla si post-flutter. Dire che per un certo valore di forza (o di velocità) una struttura va in flutter non mi sembra cosa da poco come scoprire l'acqua calda, se l'avessero scoperto ai tempi del tacoma non sarebbe crollato ![]() Purtroppo possiamo andare avanti all'infinito, ad ogni post trovo qualcosa che non va: Quote:
L'integrazione la puoi fare solo se linearizzi il sistema, ovvero studi la stabilità in piccolo, se studi il moto in grande non lo puoi fare (o perlomeno puoi fare una stima con metodi numerici, con tutti gli errori che si portano dietro) visto che come hai detto tu stesso ci sono forze non conservative ![]() |
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#20 | |
Senior Member
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Quote:
Io da bravo meccanico comunque mi tengo ben lontano dalle frequenze di risonanza. Lavoro o prima o dopo.
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