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Old 27-09-2005, 09:59   #1
Adric
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opere d'arte italiane trafugate all'estero

Lunedì 26 Settembre 2005

Opere d'arte trafugate in Italia, il Getty Museum sapeva

IL Getty Museum di Malibu, a nord di Los Angeles, in California, sapeva che circa la metà delle opere antiche acquistate in Italia probabilmente erano state trafugate. Lo ha scritto ieri il Los Angeles Times, che ha ottenuto una serie di documenti degli avvocati incaricati dalla direzione del museo stesso di fare una inchiesta interna, già nel 2001.
Il giornale americano scrive che «questi documenti indicano che responsabili del Getty possedevano informazioni sin dal 1985, secondo le quali tre tra i loro principali fornitori vendevano oggetti che probabilmente erano stati trafugati, cosa che non ha impedito al museo di continuare ad acquistare da loro». Uno dei legali del museo, definendo i documenti «imbarazzanti», avrebbe addirittura consigliato al Getty di non consegnarli alle autorità italiane. In tutto, l’Italia chiede il rimpatrio di 42 opere d’arte, tra cui un Apollo in marmo. Nei documenti pubblicati dal Los Angeles Times , i legali del Getty parlano di 82 acquisti a mercanti indagati dalle autorità italiane, e tra questi ci sarebbero 54 delle 104 opere che il museo definisce capolavori.
All’inizio del mese, lo stesso Los Angeles Times aveva scritto che una serie di foto e lettere proverebbero la colpevolezza dell’ex curatrice del Getty Museum di Los Angeles, Marion True, nel traffico di reperti archeologici trafugati in Italia, “ripuliti” in Svizzera e rivenduti a collezionisti e grandi musei internazionali, e sul quale a Roma, si celebrerà un processo nelle prossime settimane.
Nel 1999 il museo restituì all’Italia cinque reperti, tra cui al museo di Valle Giulia a Roma un vaso di valore inestimabile che era stato acquistato nell’86 per dieci miliardi di lire. Ora si attende l’inizio del processo che vede imputata Marion True, previsto per novembre.
(Il Messaggero.it)
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Old 08-10-2005, 13:55   #2
Adric
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Sabato 8 Ottobre 2005

L’austriaco conobbe Crustumerium fin dalla seconda guerra mondiale, quando arrivò in Italia arruolato nella Wehrmacht
Il supermercato di Mozart, “re dei cocci”
Il capo dei trafficanti: «Salvo il patrimonio che gli italiani non sanno custodire»

di PAOLA VUOLO
«Con la mia attività salvo il patrimonio archeologico che gli italiani non sono in grado di custodire». Così R.H, 82 anni, detto Mozart, considerato dagli investigatori la mente dell’organizzazione di trafficanti di reperti spiega nell’intervista ad una televisione austriaca la sua attività. Di Crustumerium e del tesoro archeologico che custodisce, Mozart l’austriaco era venuto a conoscenza durante la seconda guerra mondiale. Quando lui, arruolato nella Wehrmacht, era stato stanziato nel Lazio.
Appassionato di archeologia, innamorato dell'Italia, l’austriaco aveva creato una piccola agenzia specializzata in tour archeologici, una copertura perfetta per venire a rifornirsi di reperti senza destare sospetti. Ogni visita guidata era organizzata in piccoli gruppi di turisti che Mozart accompagnava sempre. I viaggi si facevano a bordo di pulmann dove, al ritorno, venivano nascosti i reperti commissionati e comperati ai tombaroli. Una volta rientrato in patria, Mozart ripuliva i pezzi nel suo laboratorio di casa, se necessario provvedeva personalmente anche al restauro poi li prezzava e li esponeva nella sua casa-museo. Superati gli ottanta anni non lavorava praticamente più, ma continuava a venire in Italia in auto, per rifornirsi dai tombaroli che mettevano da parte i reperti destinati all’austriaco seppellendoli nell'orto di casa. Altre cinque persone (due sono fratelli),sono state arrestate dai carabinieri della Tutela del patrimonio culturale, per associazione a delinquere finalizzata allo scavo clandestino e all’esportazione illegale di reperti archeologici, i denunciati (sono in tutto 34), sono braccianti o allevatori con precedenti penali per scavi abusivi, hanno tra i 31 ed i 51 anni di età e rischiano ora fino a 7 anni di carcere.
In decenni di attività, Mozart, che per i suoi 82 anni, è stato solo denunciato, aveva raccolto nel suo personale museo migliaia di oggetti che vendeva fissando i prezzi al pubblico con l'aiuto dei listini delle case d'aste.
C'erano i vasi di Crustumerium, celebri per le loro originalissime forme. Ma anche gioielli, bronzi, statuine, oltre a qualche falso. In tutto 600 pezzi, esposti nelle teche di cristallo e sempre accompagnati dal cartellino con l'indicazione del prezzo. La casa a Linz dell'austriaco, conosciuto anche come ”il re dei cocci” era una specie di supermercato dell'archeologia. Che i carabinieri della Tutela del patrimonio culturale guidati dal colonnello Ferdinando Musella e dal capitano Massimiliano Quagliarella che guida la sezione archeologia del reparto operativo, hanno scoperto e sequestrato riportando in Italia i pezzi, prima tranche di un tesoro che conta quasi quattromila reperti.
L’indagine coordinata dalla procura di Roma è cominciata nel marzo del 2004, quando i carabinieri hanno scoperto nel portabagagli di uno dei tanti pulmann turistici di Mozart un borsone di tela verde che conteneva, sotto ad uno strato di limoni e bottiglie d'olio d'oliva, un'intera piccola collezione di reperti. Ma l’inchiesta non è ancora finita: in Austria, in attesa che vengano compiute le rogatorie che ne consentiranno il rimpatrio, rimangono da recuperare altri 3000 pezzi, trovati dai carabinieri, che hanno potuto contare anche sulla collaborazione della polizia austriaca e dell'Interpol. I reperti si trovano in case private e in un deposito nei dintorni di Linz. Mozart aveva affidato a persone di fiducia i tesori, e i custodi hanno tutti superato gli ottant’anni, e rischiano solo la denuncia.
Gli oggetti sequestrati, e già riportati in Italia dovranno essere esaminati dagli esperti nominati dal magistrato, per un valore «difficilmente quantificabile», sottolineato gli esperti,«anche perché devono essere ancora esaminati a fondo e ricontestualizzati». Gioielli, vasellame, bronzi, statue, in gran parte provenienti dalla zona di Crustumerium, ma anche dalla Puglia e forse dalla Sicilia.
«Dopo la vicenda del Getty Museum, per la quale ora si attende il processo, questa operazione, la più importante del 2005, è particolarmente significativa», spiegano il direttore generale per l'archeologia del ministero dei Beni culturali Anna Maria Reggiani e il soprintendente di Roma Angelo Bottini, «perché ha fermato un traffico verso l'estero e segnato una importante collaborazione con le autorità di altri paesi. Quanto a Crustumerium e alle altre zone archeologiche continuamente saccheggiate, l'unica arma per difenderle sono le campagne di scavo, perché se scaviamo noi non scavano loro. E per Crustumerium, quest'anno, speriamo di avviare uno scavo».

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I TOMBAROLI AL TELEFONO
«Arriverà tra qualche giorno, prepariamoci al solito modo»

Da anni Mozart veniva in Italia per rifornirsi dei reperti rubati dai tombaroli di Crustumerium. E’ stato scoperto dai carabinieri della tutela Patrimonio culturale che tenevano d’occhio i ladri della zona. Il nome di Mozart l’austriaco è venuto fuori dalle intercettazioni telefoniche ed ambientali disposte dal pm Pierluigi Cipolla.
«Mozart arriva tra qualche giorno, prepariamo al solito modo». «Aho’ è che ci vuole, è tutto come al solito». Le voci registrate in questa intercettazione telefonica sono di due dei tombaroli arrestati, e è tutto pronto vuol dire che i reperti sono sepolti nei sacchi di iuta in un campetto agricolo.
In un’altra intercettazione ambientale, i tombaroli dicono che un vaso è stato bucato durante «l’assaggio». Significa che mentre sondavano il terreno con gli uncini per sentire se c’erano reperti, hanno forato un pezzo.
Mozart è stato seguito e controllato, la prima volta i carabinieri hanno finto di volere guardare solo i documenti: l’austriaco non si è insospettito e ha continuato a fare su e giù dall’Austria all’Italia.
I militari hanno fotografato e filmato l’attività dei tombaroli, scoperto dove nascondevano i reperti e alla fine hanno fermato il pulmann di Mozart con il prezioso carico. Per avere ogni tassello della storia si sono pure finti potenziali acquirenti entrando così in contatto con i rifornitori di Mozart.
Durante i viaggi, l’austriaco accompagnava i turisti a pranzo sempre in alcuni centri di agriturismo, ed è possibile che mentre gli austriaci assaporavano i cibi genuini, lui contattava i suoi fornitori, e, forse prendeva anche i reperti che questi gli avevano preparato.
Gli investigatori non escludono che i turisti accompagnati da Mozart divenivano poi anche acquirenti dei pezzi ricomposti e ripuliti che l’uomo esponeva nella sua casa museo.
«Ora è necessario che il ministro per i Beni culturali Rocco Buttiglione faccia diventare Crustumerium patrimonio dell'umanità e dell'Unesco», ha detto Giuseppe Sorrenti, esponente di Alleanza Nazionale e consigliere del IV Municipio di Roma.

(Il Messaggero.it)
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Old 08-10-2005, 14:38   #3
LittleLux
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Parliamoci chiaro, non è da ora che i musei, specie quelli all'estero, ricorrono ai ladri di opere d'arte per arricchire le proprie collezioni. Il problema per noi italiani, poi, si fa serio vista l'immensità del nostro patrimonio artistico/culturale ed i pochi mezzi a disposizione per controllarlo e proteggerlo. Su questo bisognerebbe fare degli accordi internazionali molto stringenti che prevedano la condanna non solo dei ladri e dei ricettattori di opere d'arte, ma anche dei musei che troppo spesso, per motivi di comodo, quando coinvolti in furti si dicono all'oscuro della cosa. Balle!
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